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di Andrea de Prisco e Andrea Sualoni 60
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di HaHaeilo De Masi 74
Prova: Acorn Afchmedes A3000
di Bruno Rosali 82
Prova: Unibil PCbit V30
di Corrado Giuslom 86
Prova: Logitech ScanMan 4- Imagenn
di Paolo Ciardelli 92
Prova: NEC P2 pljs
di Massimo Truscelli 100
Prova: Seikosha SP-2000
di Massimo Truscelli 104
Prova: CD-ROM Zanicheili - Scaffale Elatlronico e
12 Lingue di Corrado Giuslozzi 108
Prova: Lotus 123 Rei 2 2
di Francesco Peironi 116
Prova: Norton Utilities Advanced Edmon 4 5
di Gioigio Amore e Gabriele Ramami 122
MCmicro CAMPUS
a cura di Francesco D'Angelo e Gaetano Di Slasio
Malhemalical Tree Algoiithm 130
Desk Top Publishing di Mauro Gandini
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Il Biomorloscopio di Cr.
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di f/vazio Peiroszi
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Il Network secondo Acorn
Word Processor: l’evoluzione dell:
di Massimo Nouelli
Programmare in C su Amiga 1201 .
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pre più indispensabili
e meno optionals.
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e sensibile, il nuovissimo Track-
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senza pia- -yà
ni d'appog-
gio ed infine *"
lo ScanMan ^
che disegna.
pftr. lOCiTtCH
inverie in modo instancabile.
E ancora Finesse, il più efficenle
DTP da tavolo o il CachWord che
legge anche le parole. Non fatevi
ingannare dalle imitazioni: dove c’è
un occhio e una freccetta, solo 11 c'è
tu qualità Logitech.
Rr chi cerca una ,stampante...ecco
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Pana.sonic. Ce ne sono ad aghi (9 o
24) per r Office Automation, l'am-
ministrazione e la grafica, e a la.ser
da 8 a IIPPM.
Ma a pane PanaSOIliC
gli aghi, il .
laser, il modello e le prestazioni,
tutte le stampanti hanno unaco.sa in
comune: il cognome.
E Panasonic
10 dà solo a
prodotti fles-
sibili. affida-
bili e super-
accessoriati. Eperest rema gentilez-
za sono anche accompagnati dalla
manualistica in lingua italiana.
Ci sono personal computer che
stanno bene solo in ufficio. Quelli
della Sharp no. Loro adorano
essere
porla SHARP
11 e tra-
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borsa a tracolla e usare la batteria
addizionale. Un personal compu-
E ANCHE DOPO
ter SHARP, dai Noie-Book al 386
a colori, è piccolo, leggero, velo-
cissimo.
Anche per agevolarvi, Sharp,
sempre a portata di mano.
Il vostro impianto soffre di distur-
bi continui? Tende ai collattsi per
improvvisi cali di tensione?
Nessun ^
proble- ^
ma. un grup^ di continuità con
filtro Dumper della Ea.sy-Power vi
stabilizzerà le i
onde sinusoi- I
dali, senza ru- I
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mori. Perchè
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vostro impianto, con
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senza confronti. Dei
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buzione delle più prestigiose mar-
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Facendo parte di una grossa orga-
nizzazione di vendila, il rivendito-
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zìone il mcgliodeirinformatìca nel
modo più professionale ed accurato,
occupandosi di procurare il pro-
dotto giusto allapersona giusta. Per
questo diciamo "ci occupiamo di
lui prima che sia tuo". E .se per
ca.so ci dovessero essere incon -
venienti, ma succede raramente, ci
pensa il nostro centro a fornire
l'a.ssistenza tecnica e il .servizio di
Hol-line.
Per questo diciamo "anche dopo".
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Lo scatto iniziale.
Ottenere ottimi risuìtati col
primo personal computer da
oggi è alla portata di rutti;
studenti, professionisti',
piccole aziende. Con un
personal della nuova linea
base degli Unibit PCbit è
infarti' possibile partire suPito
e bene, con risultati sorpren-
denti e a costi sicuramente
vincenti.
Gli Unibit PCbit base appar-
tengono ad una /amiglia di
personal con già decine di
migliaia di utilizzatori,
flessibile, affidabile, espandi-
bile e totalmente compatibile
con gli standard di mercato;
MS DOS 4. 01 e GW Basic sono
fomiti di serie e in italiano,
mentre i modeili con 602B6
dotati di hard disk sono forniti
anche con Windows 286, la
potente interfaccia grafica
Microsoft,
Se i modeiii da tavolo con
microprocessore NEC V20,
compatibile 8088 ma più
treioce, abbattono la sogiia di
ingresso ai PC di fascia bassa,
PARTENZA VALIDA
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interesse, il nuovissimo
portatile (con NEC V30,
compatibile 8086 ma più
veloce) stabiii'sce un record di'
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dalla partenza.
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AEG Olimpia Italiana spa - Via Siephenson. 94 • 20157 Milano
Amstrad spa - Via Riccione. 14 - 2Ó156 Milano
Autodesk Softtrade A.G. - Gulerslrasse. 137 - 4053 Base!
A.P.C. - Via Magenta, 13/15r - 50123 Firenze
Borland Kalia Sri • Via G. Cavalcanti, 5 - 20127 Milano
Buffetti Data spa - P.le V. Botiego, 51 - 00154 Roma
Bytes - Via Lorenzo il Magnifico, 65 - 00162 Roma
Chia Ru ENT - Taiwan
Chung Shing - Taivvan
Comesa srl - Via Fratelli Rosselli, 22 - 48016 Faenza
Computel sdf - Vocabolo Costa, 150 - 05020 Castel deU'Aquita
Computer Center - Via Forze Arrrtate 250/3 - 20152 Milano
Computer Discount Srl - Vie Lenin, 12/C - 40139 Bologna
Contradats Milano srl - Via Monte Bianco. 4 - 20052 Monza
Convert snc - Via G Tornasi di Lampedusa, 9 - 00144 Roma
Cosmic srl • Via Viggiano. 70 - 00178 Roma
CSH srl - Via dei Giornalisti, 40 - 00135 Roma
C,D.C, Spa • Via Toscoromagnola, 61 - 56012 Fornacette
C,B.S, Control Byte System srl - Via Comelico. 3 - 20135 Milano
Digitron srl - Via Lucio Elio Seiano, 15 - 00174 Roma
Disitaco spa - Via Arbia, 60 • D0199 Roma
Eastem/IMC • Tawan
Easy Data - Via Addio Omodeo, 21/29 • 00179 Roma
ECS - Via Casannr 3/c - 40131 Bologna
Electronic Service - Via della Vecchia Tranvia, 10 - 56100 Pisa
Elettronica Centosielle srl - Via delle Cento Stelle, 5/a-b - 50137 Firenze
Elettronica Monzese srl - Via Azzone Visccmii, 27 - 20052 Monza
Emme Libri - P zza Cesare Battisti, 5/a - 10028 Trofarelio
Executive Service sas - Vie Savigno, 7 - 40141 Bologna
E-GI,S- - Via Castro de' Volsci, 42 - 00179 Roma
Fantasoft - Via 0 Targioni Tozzetli, 7b - 57126 Livorno
FInson srl - Via P Luigi da Palesmna, 10 - 10124 Milano
Flopperìa srl - Via Monte Nero, 31 - 20135 Milano
Focus - Taiwan
Grand Corona - Taiwan
Gruppo Editoriale Jackson spa - Via Pola. 9 - 20124 Milano
Hewlett Packard Italiana spa - Via 6 Di Vittono, 9 - 20063 Cemusco Sul Naviglio
H.B.S. Hardware Business Systems srl - Via G Jannelli. 216 - 60131 Napoli
H,H.C. Italiana srl - Via S. Mane Gorelli. 16 - 00199 Roma
Info.Sist - Via Malta, 6 - 00198 Roma
Intercomp spa • Via del Lavoro, 22 - 37012 Bussolengo
J. Soft srl ' Viale Resielli, 5 - 20124 Milano
Mannesmann Tally srl - Via Borami 6 - 20094 Corsico
MA.STE.R. Editrice - Via Oe’ Filippis, 6 ■ 87100 Cosenza
MAX Power Taiwan
Media Disk Via Cioclaria, 12 - 00162 Roma
MG Elettronica snc - Via G. Negri. 2/f - 20100 Novara
Micro Spot srl - Vie Aolia 244 • 00125 Roma
Microforum 944 Si Clair Ave, West - 00000 M6C1C8 Toronto Ont
Microland Italia srl - Via E Monaci, 21 ■ 00162 Roma
Microlink srl - Via Moniegrapoa, 177 • 50047 Prato
Misco Italy Computer Supplies spa - Il Girasole U.D.V 2-01 • 20084 Lacchiarslla
Modero - Taiwan
Multiware snc - Via S Sanvilo, 60 - 21100 Varese
Nelcom - Corso Casale, 120 - 10132 Tonno
Newel srl - Via Mae Mahon, 75 • 20155 Milano
OA Datacomm - Taiwan
Pertel srl • Via Maiteucci, 4 - 10143 Tonno
Pi. Elle System srl - Via Ampère. 6 - 20019 Settimo Milanese
Porta Portese Via Di Porta Maggiore, 95 - 00185 Roma
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Quotha 32 srl Via Giano della Bella. 31 - 50125 Firenze
Roma Ufficio - Ist Mides - Via Alberico II, 33 - 00193 Roma
Simulmondo srl - Via Berli Pichai. 26 - 40127 Bologna
Sincron - Via Cassia, 701 - 00189 Roma
Sisoft spa - Corso Sempione. 8 - 20154 Milano
Softcom srl P.zza del Monastero. 17 - 10146 Tonno
Softone srl - Via Brogeda, 54 • 22100 Ponte Chiasso
S.C, Computers sas - Vie Enrico Fermi, 4 - 40024 Castel San Pietro T
S.H.R. Italia srl Via Faentina 175/A - 48010 Fornace Zarallini
S.T.E. srl - Via Casaman. 29 • 00142 Roma
Taullno Computers snc - Pzza Carducci, 13 - 15100 Alassandna
Technimedia srl • Via C Perner. 9 • 00157 Roma
Technitron Data spa - Il Girasole pai. Celimi 305/b - 20084 Milano Lacchiarelta
Tecnodiffusione srl - Via Savelli, 3 - 35129 Padova
Telcom srl - Via M Civilali, 75 - 20148 Milano
Tulip Computers Italia spa - Via Mecenate 76/3 - 20138 Milano
27-29-30-31 Unibb spa • Via di Torre Rigala. 6 - 00131 Roma
44-45 Unidata srl - Vìa S. Damaso, 20 ■ 00165 Roma
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143 Ware Bit - V le Pasteur, 70 • 00144 Roma
157 Zenith Data Systems Kalie srl - Via Consen/aiorio, 22 • 20122 Milano
marzo 1990
Paolo Nuli
Condirettorei
Marco Mannacci
Ricerca a sviluppo
Bo Amklii
Collaboratori:
Massimo Truscelli, Giorgio Amone.
Francesco Carla. Paolo Ciardelli,
Giuseppe Cardinale Ciccotli,
Corrado Conloni, Francesca
D'/Vigeio, Raffaello De Masi,
Andrea de Pnsco, Valter Di Dio,
Gaetano DiStaSio, EnncoM
Ferrari, Vincenzo Folcerelli, Corrado
Giuslozzi. Maurizio Maun,
Tommaso Paniuso, Marco Pesce.
Claudio Petioni. Francesco Peuom.
Elvezio Petrozzi. Sergio Polini,
Gabnele Romanzi, Bruno Rosati.
Andrea Suatoni.
Pietro Tasso
Segretaria di redazione:
Paola Pu|ia {responsabile).
Massimo AlSarelio.
Francesca Bigi,
Franco Fulignoh.
Giovanna Molinan
Grafica a Impaginaziona;
Roberto e Adriano Saltarelli
Grafica copertina:
Fotografìa:
Dano Tassa
Amminìstraziorw:
Maunzio Ramaglia
Iresponsabila)
Anna Rita Fraiini
Pina Salvatore
Abbonamemi ed arretrati:
00157 Roma.
Tei 06/4180300. 16linee(nc.
Maunzio Zinalli
Manna Durand de La Penne
Robena Grande
Rosai» Mehs
Segretaria mateifali:
Alessandro Usando. Manna Principi
28
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
Unibit PCbit,
linea professionale.
Battuto ogni record.
Oggi potete migiiorare i vostri
risultati come mai avreste
sperato. Con i personal della
linea professionale Unibit,
infatti, potenza a velocità si
incontrano per offrirvi presta-
zioni da record.
Gli Unibit PCbit professionali,
che convalidano il successo di
tutta la famiglia dei PCbit e
della linea dei minicomputer
Unibit TSX, sono basati rutti
sul potente microprocessore
80386, nelle sue varie versioni,
dal best seller 386 SX. agli
avanzatissimi 386 a 25 e 33
MHz e allintegrato 486. Sfrut-
tano quindi pienamente / pro-
granum' che necessitano di
alta velocità (grafica creativa e
professionale, edicon'a,
gesu'one aziendale) e sono
utilizzabili per la multiutenza
0 come primo server di rete
locale.
Come tutti i computer prodotti
da Unibit tutti i modelli della
linea sono garantiti per un
aimo presso i Rivenditori
Autorizzati Unibit, pronti a
consigliarvi anche il vostro
POTENZA E VELOCITA'
software professionale, da
affrancare al sistema operativo
MS DOS 4.01 fornito di serie
insieme ai GW Basic e alla
potente interfaccia grafica
muiti'tasking Windows 386.
Della linea fa parte anche un
portatile, tra i pochissimi
basati su 386 SX, dotato di un
eccezionale display LCD con
grafica VGA, con tutte le
caratteristiche di un sistema
professionale da tavolo e in
più, opzionali, le batterie: un
altro record Ctaitut.
Con gli Unibit PCbit professio-
nali sprigionate tutte le forze
vitali, senza limitazioni.
Idee produttive.
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risorse.
Dai grandi mimcomputer è
lecito, da oggi, attendersi non
solo altissime prestazioni.
sfruttabUi da tanti posti di
lavoro, ma anche l'abbattimen-
to dei costi di acquisto e
gestione.
Infatti i TSX, utiUzzabUi sia
come sistemi centrali in grado
di sfruttare a pieno le caratte-
ristiche di multiutenza del
sistema operativo standard
Unix sia come potenti server
di rete, vengono offerti a
prezzi che stabiliscono U
nuovo riferimento nel settore.
Ciò è ancora più rilevante se
rapportato alle soluzioni tec-
nologiche di avanguardia
adottate da Unibit per
sfruttate al meglio i miaopto-
cessoti 386 e 486. su cui
l'intera linea TSX è basata.
Il downsizing (prestazioni da
mini , costo da personal) è ora
la forza aggiuntiva di Unibit,
azienda italiana proiettata
FORZA DISTRIBUITA
verso l'Europa e già nota a
decine di migliaia di utilizzato-
ri dei suoi PCbit.
E, non ultima cosa, iAiVendi-
ton Auconzzati Unibit,
presenti in tutta Italia,
garantiscono una totale e
qualificata assistenza e sono
in grado di proporvi soluzioni
complete 'diiaw in mano" per
applicazioni gestionali',
scientific/ie e professionali,
con uno o più posti di lavoro.
Con i minicomputer Unibit
TSX aggiungere un elemento
in squadra è facile anche per
il costo.
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clock separato per il coprocessore e per gli slots, 4 Mbytes di
RAM espandibile a 16 Mbytes, configurabile come Shadow,
Espansa EMS, Estesa, 2 Cache Memory di 32 K, 2 seriali installa-
te, 1 parai- leia, 1 Drive da 1,44 Mbytes, 1
Drive da 1,2 Mbytes, 1 Hard
Disk da 40 Mbytes con tran-
sfer-rate di 700 Kbytes/sec.,
Scheda VGA 1024x768 non-
interlaced con 512 Kbytes di
RAM ed II Busa 16 bit, MS-Dos
4.01 e GW-Basic originaii e li-
cenziati, in italiano,
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ciO". ma forse, italianazancki un po' di più e
meglio, si favorirebbe rawicmamento all'in-
formatica di tanti che ne sfamo lontano più
per paura o timore reverenziale che per disin-
teresse.
Cardialmente
Sretano Salandin, Lendinara IRÒ/
Questa lettera tocca in realtà due argo-
menti diversi. Uno è quello della comprensi-
bilità degli articoli per i principianti, l'altro
quello sulla italianizzazione dei termini in-
glesi.
Purioppo devo disilluderla sul fatto che
l'uso di termini italiani al posto degli originari
inglesi renda, salvo eccezioni, più comprensi-
bile un articolo tecnico. Il computer che sto
usando in questo momento possiede un
microprocessore con clock a 20 MHz 0 wait
States: se le dico che il microprocessore è
tarato a 20 MHz senza stati di attesa sono
molto più chiaro? Non vorrei lasciarle credere
che per usarlo non devo aspettare neanche
un momentol La traduzione «tarato», peral-
tro, non mi sembra opportuna per «ciocka-
to». Il clock di un processore è un dispositivo
che gli invia in continuazione impulsi elettrici,
per consentirgli di funzionare compiendo le
operazioni delle quali è nchiesto; più veloce
e la frequenza del clock, più frequenti sono
gli impulsi, maggiore il numero di operazioni
che vengono compiute in un secondo, quindi
più veloce l'elaborazione II discorso andreb-
be ovviamente continuato a lungo, ma ecco
che adesso le ho almeno spiegato che un
computer clockato a 20 MHz é più veloce fa
parità di processore) di uno con dock infe-
Un articolo tecnico diventa comprensibile
ai principianti quando contiene la spiegazione
anche delle nozioni più elementari, che si é
praticamente costretti a dare per scontate se
se ne vuole contenere la lunghezza in limiti
accettabili. La quantità di nozioni che si dan-
no per scontate dipende da., quale deve
essere il livello di conoscenze di base richie-
ste dall'articolo, considerazione probabilmen-
te banale. D'altra parte, se un articolo si
spinge parecchio in profondità è probabile
che venga letto da chi ha già un sufficiente
livello di base: altrimenti qualsiasi articolo
non semplicemente introduttivo si trasforme-
rebbe in un corso quasi completo di informa-
tica partendo da zero, e sull’Impossibilità di
partire da zero in ogni articolo credo siamo
d'accordo.
Certamente utili sono, appunto, articoli in-
troduttivi accessibili ai principianti. Non ne
pubblichiamo molti, per la verità, ma ogni
tanto succede: quello sulle schede grafiche
del numero scorso, per esempio, è fatto in
modo da essere, nelle nostre intenzioni,
comprensibile da un’ampia fascia di lettori.
C’è un problema pratico: statisticamente, chi
legge una rivista come la nostra ha già delle
conoscenze di base; chi non le ha. difficil-
mente la legge. Articoli elementari finirebbe-
ro quindi, forse, per essere letti troppo poco,
oppure per trasformare una rivista cambian-
done completamente II tipo di pubblico. Po-
tremmo discutere su una simile opportunità,
ma una rivista dedicata a soli principanti non
avrebbe purtroppo un gran successo (come
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
POSTA
testimoniato da parecchi tentativi falliti da
parte di varie case editricil.
Lei, 3 questo punto, ha ragione di preten-
dere un consiglio. Quello che le suggerisco è
di affrontare gli articoli con curiosità, rinun-
ciando a capire ciò che non capisce: se in un
articolo, dopo un po', si accorge che non sta
capendo praticamente nulla, smetta di leg-
gerlo Se invece qualcosa capisce qualcosa
no, sia fiducioso nel fatto che questo le farà
imparare qualcosa che le consentirà di impa-
rare di più dalla lettura dell'articolo successi-
vo. Magari, dopo un po', rilegga qualcosa che
non ha capito di un articolo letto in preceden-
za. ma che le aveva destato particolare curio-
sità. Forse sarà in grado di capire. Spero non
le sembri più strano di tanto, e comunque
tenga presente che é di sicuro il sistema con
il quale ha imparato il maggior numero di
persone! Se. poi, qualche argomento le sem-
brerà particolarmente interessante, ci scriva
e ce lo segnali: potrà trattarsi di un utile
suggerimento e le assicuro che l'apporto dei
lettori per noi é utilissimo.
Sulla traduzione dei termini sono, comun-
que, almeno parzialmente d'accordo con lei,
ma solo parzialmente. In linea di massima
non mi piace parlare di case o di cabinet
piuttosto che di mobili o contenitori, e va
benissimo chiamare parola d'ordine una pas-
sword; spesso succede, tuttavia, di usare
comunque le parole inglesi, più per trascura-
tezza e abitudine che per altro. In effetti sono
termini tranquillamente traducibili, e che in
italiano continuano a significare qualcosa, co-
me in inglese. É proprio qui il problema:
adesso, con II mio word processor, devo
usare il trackball per cllckare sul menu e
salvare il file. . ari no. con il mio programma
di trattamento di testi devo usare il dispositi-
vo di puntamento a sfera da azionare con le
dita per selezionare, premendo un pulsante
che produrrà un secco rumore, una voce dal
menu per salvare l'elenco di dati... voglio dire
che di voci intraducibili ce ne sono e parec-
chie, 0 meglio ci sono delle voci traducendo
le quali si fa più un danno che altro.
E a proposito di traduzioni incomprensibili,
un paio di settimane fa al PC Forum sono
rimasto un attimo interdetto davanti ad un
sistema di PAO, prima di rendermi contro
che Publication Assistè par Ordinateur Fosse
la traduzione francese di Desk Top Publi-
shing.. I francesi, poi, parlano di memorie
vive e memorie morte (RAM e ROMI, mam-
Tutto ciò. al di là delle bizzarrie alle quali lei
stesso accenna e che sono spesso diverten-
ti. Per esempio, prima accennavo al track-
ball; ebbene, scopro con raccapriccio che il
mio comodissimo TrackMan é in realtà stato
ottenuto dalla Logitech mediante disumani
esperimenti di ricerca e sviluppo su un pove-
ro topolino indifeso, di cui é stata provocata
la paralisi perchè si mirava a disporre di uno
«stationary mouse», ossia di un topo statico.
Ma le malefatte della Logitech non si ferma-
no qui, visto che in questo mese il fido (o
prode-’) Ciardelli ha usato un ignobile ogget-
to. lo ScanMan, prodotto da questa diabolica
casa svizzera per scannare a destra e a
sinistra. .
Marco Marinacci
MCmicfocomputer n. 94 - marzo 1990
S.C.Computers
26MHz
se 26/40: L. 3.400.000
Cabinet Desk-Top, con serratura, pulsanti di Reset e Turbo,
clock-display, 8038ÓSX clock di base 26 MHzLM, clockseparato
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la propria esperienza per offrire al mercato il meglio dei
prixlotti Ashton-Tate attraverso Formai consolidata rete
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da sempre bel settore della distribuzione
di pacchetti software per office automa-
tinn. la notorietà raggiunta prcs.so utenti e
rivenditori, a cui offre la più completa as-
sistenza tecnica ed ilsupporto marketing, rendono l.soft
il miglior "mezzo dì comunicazione” per la diffusione
dei prodotti Ashton-Tate dedicati al mondo Dos.
Di Ashton-Tate tutto o quasi è già stato detto; i suoi
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fatto la storia dell'informatica e nipprescntano oggi lo
standard di mercato.
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NEWS
a cura di Massimo Truscelli
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CortUada srl Via Monte Bianco 4. 20052 Monia (MI)
Epson Italia Spa Vìa F,lli Casiraghi 427, 20099 Sesto S, Giovanni (MI)
Hewlatt Packard Italiana Spa Via G. Di Vittorio 9. 20063 Cemusco S/N (MI)
IBM Italia Via Rivoltana 13, San Felice. 20090 Segrate (MI)
LAN Systems $H Via Roncati 9. 40134 Bologna
Modo srIVta Masaccio 11, 42100 Reggio Emilia
SCO (The Santa Cruz Operation) UK Croxley Centre, Haiters Lane. Watford WD1 8YN
United Kmgdom
Siemens Data Spa V.le Monza 347. 20126 Milano
Sony Italia Spa Via F.lli Gracchi 30. 20092 Ciniselto Balsamo (MI)
Tema Spa V le Aldo Moro 38, 40127 Bologna
Toshiba Information Systems Italia Spa Via Cantò 11, 20092 Cinisello Balsamo (MI)
Turismatica (Enie Italia) Via S. Caterina d'Alessandria 12. 60129 Firenze
Unidata srl Via San Damaso 20, 00165 Roma.
Ashton-Tate: Control Room
e Applauso II
Ashton-Tate ha annunciato la prossima
commercializzazione di Control Room, un
package di utility per lo studio e la verifica
della configurazione dell’hardware, e Ap-
plauso II. un software grafico per la creazio-
ne di tabelle, disegni e presentazioni elettro-
niche. Control Room si compone di due
parti; la prima è costituita da una sene di
quadri e la seconda da un programma TSR
(Terminate Stay Residenti. Quest'ultimo per-
mette la selezione ed il caricamento dei
quadri all'accensione dell'elaboratore.
I nove quadri che compongono il pacchet-
to, supervtsionano le seguenti opzioni; confi-
gurazione della tastiera, del disco, configura-
zione generale dell'hardware usato, utilizzo
della memoria, configurazione dell’elaborato-
re. sistema Expert Opinion, stato del sistema
e funzioni varie. Tra tutte fanno spicco l'o[>-
zione riguardante la tastiera, che permette il
completo controllo della stessa, quali percen-
tuale di ripetizione, stop immediato del cur-
sore per prevenire «fughe» del cursore stes-
so, attivazione dei tasti funzioni e varie ma-
cro. ecc.. e quella riguardante le funzioni
vane. Le utility contenute in questa miscella-
nea, consentono il recupero di file cancellati,
criptano e decriptano file di dati, e soprattut-
to offrono uno scan anii-virus ed un inventa-
no hardware. Mentre lo scan-virus consente
una protezione contro la perdita di dati, l’irt-
ventario hardware dà il resoconto della confi-
gurazione dell'elaboratore senza doverlo apri-
re. Control Boom, gira sotto sistema operati-
vo MS-DOS, e verrà venduto al prezzo di L
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Appiause I). che potenzia due linee di prodot-
ti grafici; Draw Appiause e la serie Master-
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matici e supporta una vasta gamma di appa-
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va. La gestione del pacchetto avviene in
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liana verrà venduta al prezzo di L. 990.000
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NEWS
fconvnua da pag 361
Convegno prodotti INMOS
organizzato dalia CELDIS
Il 25 febbraio ha avuto luogo un convegno
SUI prodotti della società inglese INMOS.
ormai nota per aver inventato i microproces-
son della sene Transputer La INMOS è stata
di recente acquistata dalla SGS-Thomson,
che. con lo scopo di sensibilizzare il mercato
Italiano, ha organizzato questo incontro af-
fiancata dalla CELDIS distnbutnce dei com-
ponenti SGS-Thomson, Nella elegante e fun-
zionale cornice dello Sheraton di Roma, i
tecnici della INMOS hanno illustrato (e pro-
prietà e le possibili applicazioni della famiglia
Transputer
Il Transputer è caratterizzato da una archi-
tettura che lo rende particolarmente adatto a
strutture multiprocessore, infatti ogni com-
ponente di questa famiglia ha come caratteri-
stica peculiare quattro link senati bidirezionali
ad alta velocità che permettono di gestire
comunicazioni con altri Transputer Tali link
senati sono gestiti m maniera trasparente al
programmatore che deve solo avviare la co-
municazione Ulteriore caratteristica interes-
sante é la possibilità di gestire i quattro link
in maniera del tutto indipendente perfino
nella velocità di comunicazione (fino a 20
Mhit/s).
Naturalmente i Transputer sono dei potenti
microprocessori a 1 6 e a 32 bit, il più potente
della famiglia il T801 é un processore full 32
bit con FPU sullo stesso chip, che permette
di ottenere 30 MIPS e 4.4 MFLOPS di picco
La cosa più interessante comunque è stata la
presentazione dei sistemi di sviluppo basati
su tali processori: questi sono composti da
una motherboard nello standard adottato per
l'host posseduto dall'utente (PC-AT, VME,
QBUS) e di una serie di daughier-card chia-
mate TRAMs che portano ognuna un Tran-
sputer e una cena quantità di memona. Il
sistema viene poi completato dal software di
sviluppo nel sistema operativo disponibile
(MS-DOS. UNIX o VMS) e si può scegliere
tra diverse possibilità; da TDS che è il primiti-
vo sistema di sviluppo software fornito dalla
INMOS basalo sull'OCCAMZ. linguaggio na-
tivo del Transputer, fino al MIXED LANGUA-
GE TOOLSET che permette di miscelare
parti di codice in C, Pascal, Fortran, ADA e
OCCAM2. È Stato anche annunciato lo svi-
luppo di un nuovo membro della famiglia l'H 1
capace di 100 MIPS, 20 MELOPs, 20 Mbyte/
s. la CUI campionatura sarà disponibile fra 18
Nella sezione dedicata alle applicazioni, ab-
biamo visto lo stesso sistema composto di
12 TRAMS so bus VME, eseguire un’analisi
di spettro di un segnale proveniente da un
CD, una sintesi musicale sfruttando suoni
campionati e filtraggi di immagini ad alta
risoluzione, tutto rigorosamente in tempo
reale. Si aprono dunque, ottime prospettive
per lo sviluppo e la sperimentazione di siste-
mi e software parallelo, visto che con i prezzi
annunciati un sistema di sviluppo a Transpu-
ter costa circa quanto un personal basalo su
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È certamente più facile (i biglietti per i mon-
diali sono ormai introvabili) ed è più conve-
niente (visto che i floppy, intanto, vi sen’ono
per il vostro lavoro).
E così vi meneie in corsa per il titolo di for-
tunato vinatore del concorso che, t^i mese,
mette in palio 2 biglietti di tribuna più 2
viaggi .VR in aereo o treno (P classe) e 2
soggiorni in albergo di lusso nelle città sedi
delle panile.
E in più, sempre ogni mese, altri 6 biglietti
(uno per ogni vincitore) per mtia la durata
del concorso.
Per sapere tutto di questa fantastica occasio-
ne chiedete il regolamento ad un rivenditore
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sotto le notizie essenziali.
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telex 350136, fax 02-59.22.55
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mese) ne verranno estratte sette a cura del Rappre-
scniamedeirimendenza di Finanza di .Milano.
Per partecipare al concorso è suflicieme spedire
una 0 più canolinc di panecipazione incollando
su ciascuna una singola prova di aquisto.
Costituisce prova di acquisto il triangolo a destra
in basso (con b mascotte CIAO) presente in ogni
confezione R'Jl FILM di qualunque tipo e for-
mato.
Le cartoline di partecipazione sono disponibili
presso i rivenditori di floppv’ R'Jl FILM.
Fra tutte le cartoline pen'enutc entro il giorno
precedente l’estrazione (il terzo giovedì di ogni
Il partecipante corrispondente alla canolina pn-
— 2 biglietti per le partite inaugurale o di semifi-
nale 0 di finale;
— 2 viaggi A/R m aereo o treno (1* classe) per le
città sedi delle panite;
— 2 soggiorni in alberghi a 5 stelle dal giorno
precedente la partila al gwno dopo b partita.
I partedpanu corrispondenti alle successive 6 car-
toline estratte vinceranno un biglietto dello stesso
tipo e per le stesse partile della cartoliru I “ estrat-
ta. cartolina comsponde ad una prdubilità
di vincila.
La comunicazione della vincila avverrà per lele-
lÒDO e con lettera raccomandata.
I nomi dei vmeiton saranno anche pubblicati sul-
la stampa (compreso i messaggi pubblicitari rela-
tivi al concorso).
H coKwso, che èira sene mesi consecutivi inizia
nel novembre '89 e termina nel maggio '90.
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Collaborano per la
migliore riuscita
dell’operazione i
seguenti rivenditori
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Tema: applicazione ipertestuale
su Giulio Romano
La Tema, una società del gruppo EN!, con
sedi a Bologna, Milano e Roma, operante
nell'area dei sistemi informatici per l’analisi,
la pianificazione e la valorizzazione del territo-
rio. deH'ambiente e dei beni culturali, ba
realizzato, in occasione della riapertura al
pubblico, dopo un grandioso intervento di
restauro, del Palazzo Te di Mantova, alla
realizzazione di un sistema informatico inno-
vativo; un ipertesto per la presentazione del-
l'opera di Giulio Romano.
La prima applicazione ipertestuale su te-
matiche di questo tipo e con una elevata
ampiezza e complessità di contenuti prodotta
in Italia è stata realizzata, con la consulenza
scientifica del Museo Civico di Palazzo Te.
usando il programma Supercard della Silicon
Beach Software su un Apple Macintosh II
con monitor a colori contenente 750 schede
comprendenti circa 330 immagini a 256 colo-
ri ed a toni di grigio completate da altrettante
schede informative, circa 80 pagine di testo
e 80 minuti di musica e parlato campionati a
22 ItKz. riguardanti l’opera di Giulio Romano
nel corso della sua attività aaistica a Manto-
va, in particolare nel palazzo m questione.
Una sorta di «mondo artificiale" costituito da
affreschi, dipinti, architettura, testi scritti e
parlati per un totale di 130 Mbyte
Il visitatore di Palazzo Te ha potuto «navi-
gare» a propria scelta nell’ipertesto secondo
due modalità distinte: seguendo un percorso
prestabilito oppure in modo del tutto libero.
Nel pnmo caso vengono presentate delle
sequenze di immagini commentate da una
voce; l’utente può intervenire fermando e
riavviando la sequenza, tornando alla prece-
dente 0 passando alla successiva, oppure
saltare direttamente ad una particolare se-
quenza per mezzo di una pianta, nella quale
sono evidenziate le dislocazioni dei monu-
menti e delle opere trattate.
Nel secondo caso il visitatore può accede-
re a tutto il materiale contenuto nell’ipertesto
spostandosi mediante una sene di collega-
menti presenti dì volta in volta sul video del
calcolatore
L’applicazione sviluppata dalla Tema, che
produce anche sistemi di presentazione in
campo archeologico per integrare i musei
alle aree da cui provengono i materiali e per
proporre al pubblico esemplificazioni e simu-
lazioni, SI propone come uno spazio dove il
pubblico può esplorare collegamenti tra le
vane tematiche e nchiami all’ambiente cultu-
rale del tempo.
43
al vertice deDe prestazioni e della qucdìtà
in una gamma comi^eta e flessìbile
Serie PX Personal Computer da tavolo e mini Tower:
PX 3000. CPU NEC V20 12 MHz. floppy disk 3.5/5.25". hard
disk da 20 0 40MB.
PX 6000. CPU 80286 16 o 20 MHz. ram da 512K a
8 MB, floppy disk 3.5/5.25". hard disk da 20 a 330 MB
tipo MFM, RLL ESDI.
PX 7000, CPU 386SX 16MHz, flopi^didtS, 5/5.25".
hard disk da 40 a 330 MB tipo MFM. RLL. ESDI.
Serie AX. Super Personal Computer tipo
Tower:
AX 6000. CPU 80286 20 MHz, ram da 512K a 8MB. flopR;
disk 3.5/5,25". hard di^ da 40MB a 1.5GB tipo MFM, RLL.
ESDI, SCSI, interleave 1 : 1
AX 7000. CPU 80386SX. l6MHz con cache meniory,
ram da IMaSMB. hard disk da 60MBa 1.5GB tipo MFM.
RLL ESDI. SCSI, interieave 1:1
AX 8000. CPU 80386. 25/33MHz con cache memory,
ram da IM a 16MB. floppy disk 3.5/5.25". hard disk da
60MB a 1,5 GB tipo RLL ESDI. SCSI, interieave 1.1
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X386 Unea sistemi UNIX/XENIX CPU 80386 25/33
MHz e hard disk ad altissime prestazioni, con astema
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Ethernet TCP/IP ad altissima velocità operanti in
Terminai Mode per applicaaoni UNIX c Dos mode
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ISA e MCA
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NEWS
Turismatica 4 a Firenze
il 15/16 marzo
Turismatica 4 è il quarto appuntamento
biennale organizzato dal uForum Turismati-
cali. Il Forum, al quale aderiscono i principali
produttori italiani di hardware e sofnvare ed
alcuni fra i maggiori operatori del turismo, è
un ossen/atorio permanente sul turismo con
il compito di studiare e formulare raccoman-
dazioni tecniche sui diversi punti di incontro
fra turismo e tecnologie dell'informazione.
L'uso delle moderne tecnologie può esse-
re. infatti, utile a risolvere gran parte dei
problemi settoriali ed aziendali del turismo
Per questo motivo, Turismatica si rivolge a
tutti I soggetti del settore: enti pubblici,
imprenditori del nceitivo, grandi e piccoli
soggetti dell'intermediazione.
L'obiettivo del convegno di quest'anno é
quello di analizzare il contributo che le tecno-
logie dell'informazione possono portare alla
soluzione di tre grandi problemi del mondo
turistico: la statistica, la standardizzazione e
['automazione regionale
È ormai noto che diventa sempre più indi-
spensabile avere una conosceza anche
«quantitativa» del turismo, che è il presuppo-
sto di una programmazione adeguata e che
potrebbe essere favorito dall'uso appropriato
della statistica e deirinformatica.
La standardizzazione studia la possibilità di
dialogo Ira i diversi sistemi informatici adotta-
li ed oggi questo problema rappresenta un
passaggio indispensabile per un adeguato
sviluppo del settore turistico, anche >n vista
di una maggiore concorrenza straniera
Infine il confronto suH'automazione regio-
nale è necessario alla luce delle diverse
strategie seguite dalle regioni più interessate
e anche in vista di una politica nazionale.
Di particolare nlievo si annunciano gli inter-
venti di esperti internazionali membri della
CEE, della OCDE lOrganisation de Coopera-
tion et de Developpemeni Economiquel e
dell'UFTAA (Universal Federation TraveI
Agency Association; É previsto che il Mini-
stro del Turismo partecipi alla tavola rotonda
che concluderà II convegno, Fra i partecipanti
al Forum ci sono Alitalia. IBM. Olivetti, Seat-
Sann, Sigma e SIP
Per informazioni a si può rivolgere a ENIC
llalia. Via Santa Caterina di Alessandria 12.
50129 Firenze (055/496177).
Sony RISC'Machine
Dalla neonata Sony Microsystems Italia,
proviene l'annuncio della commercializzazio-
ne della workstation News 3860. basata su
di un chip RISC (Reduced Instruction Set
Computer) di grande potenza
La workstation dispone di una memona
centrale di grandi dimensioni e di un disco
rigido della capacità di 640 Mbyte, e si collo-
ca al vertice della famiglia di sistemi Sony
News. L'ambiente operativo é il News-Os
basato sullo Unix 4 3 sviluppato nei laboratori
delTUniversità di Berkiey.
Il cuore delle stazioni di lavoro Sony News
è la famiglia di microprocessori a 32 bit
44
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
68xxx per i modelli CISC nonché il potentissi-
mo MPS-3000 in tecnologia RISC per il mo-
dello News 3860.
Il vasto assortimento rende questa fami-
glia di sistemi adatti a vari impieghi che
vanno dal Cad-Cam al DTP, sino ad applica-
zioni particolari come quelle multimediali e di
Intelligenza Artificiale.
Insieme alle nuove workstation è stato
presentalo anche il drive per disco ottico
NWP 559. Si tratta di un drive magneto-
ottico che impiega un supporto fisico da 5,25
pollici con capacità di 297 Mbyte che raddop-
piano nel caso si utilizzino dischi a doppia
facciata, mentre l'interfaccia di collegamen-
to, di tipo SCSI, consente velocità di trasferi-
mento detl'ordine dei 620 Kbit/sec, che pos-
sono salire a 1,2 Mbit in modo «burstu.
Channel: Freedom of Press
La Channel annuncia la distribuzione di un
nuovo software della CAI Ine. denominato
Freedom of Press, un interprete PostScript
in grado di permettere la stampa di file
PostScript anche su stampanti non dotate di
questo linguaggio di descrizione delle pagine.
Uno dei maggiori vantaggi del linguaggio
PostScript, sviluppato dalla Adobe System
Ine, é la completa indipendenza dal dispositi-
vo di stampa impiegato e dalla sua risoluzio-
ne che putì partire da 300 dpi per giungere
fino a 2540 dpi per I modelli di fotounità più
avanzati
La gestione del testo, della grafica e delle
immagini è basata sul medesimo modello
matematico; in pratica testo e immagini so-
no gestite allo stesso modo I caratteri ven-
gono creati usando (e primitive grafiche co-
me cerchi, archi, segmenti in modo da crear-
ne Il contorno con la possibilità di riempirne
l'interno con ombreggiature o pattern e di
modificarne le dimensioni, ruotarli, deformar-
li. ecc.
Uno degli svantaggi é però rappresentato
dalla intrinseca lentezza di gestione del lin-
guaggio interpretato e dal costo dispendioso
delle stampanti.
Freedom of Press offre una velocità molto
elevata, ma ulteriormente incrementabile se
SI dispone di coprocessore matematico e di
memoria espansa (LIM/EMS).
Il suo maggiore pregio consiste nella pos-
sibilità di poter impiegare stampanti non
PostScript, a getto d'inchiostro, a matrice di
punti, termiche a colori o in bianco e nero.
Due diverse filosofie di multiulenza. UNIDATA le supporta
entrambe con due linee di computer basati su CPU 80386
per LAN SERVER e per Msleini UNIX 386 completali
da workstation Ethemel per LAN e sistemi UNIX.
La UNIDATA fornisce soluzioni complete LAN e UNIX
compresi i sistemi ope-
rativi già installati e
posti di lavoro ad alle
- * prestazioni basati su
, _ Ethemet-
LAN SERVER
Incluso sistema operatkio Novell NetWare 4 S-IOO utenri
S386 16 CPU 80386SX 2MB ram. Hard disk 40-6a 1 50-300
MB tempo di accesso 28-18 ms inierieauc LI ESDI oSCSI,
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cache intelligente. Ethernet ad alle prestazioni.
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cache memory. 4MB raiii. l o 2 Hard disk
150 - 330 - 750 MBinterleave LI
ESDI o SCSI tempo di accesso
18ms o 2.5 ms con cache
controller intelligente per
porle seriali o Ethernet adapter per collegare workstation LINILAN
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TCP/IP su rete Ethernet ad altissima velocità (lOMbii/sec) a sistemi Unix con funzione di emula-
tone terminale o emulazione DOS ulilizzando il sislcma Unix come file server, con o senza inemoria
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MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990
45
NEWS
Freedom of Press può essere utilizzato
con Xerox Ventura Publisher, Aldus PageMa-
ker, Microsoft Word e Windows, WordPer-
fect 4,2 e 5.0: gestisce oltre alle normali
stampanti anche i film recorder della Presen-
tation Technologies e Lasergraphics, le sche-
de di espansione JLaser ed Intel Visual Edge
Freedom of Press contiene tutte le 35 font
base inserite nella stampante LaserWriter
Apple e può usufruire della vasta famiglia di
font BitStream delta quale la stessa Channel
è distributore.
ReadyRAM:
espansione oltre 640K
La Lan System di Bologna ha reso disponi-
bile una scheda di espansione di memoria in
grado di permettere al DOS di superare il
limite dei 640 Kbyte di memoria direttamen-
te utilizzabile
La scheda offre 64 Kbyte e permette l'ac-
cesso alle locazioni di memoria a partire
dall'indirizzo AOOOO fino all'indirizzo AFFFF
Tate area è normalmente riservata alla me-
moria Video, ma in configurazioni con schede
video Hercules o CGA non è utilizzata.
La scheda ReadyRAM della Corvus Sy-
stems Ine. della quale la Lan System d
distributore ufficiale per l'Italia, sfruttando
SOFTWARE SENZA MANUALE
Convej^
Conven vuole essere sinonimo di guida
necessaria per chiunque voglia imparare
ad usare il personal computer nel proprio
lavoro.
A tal fine ha uniformato le procedure sce-
gliendoM/crosoftcomefornitore software e
invitando tutti ad adottare Windows, Word
ed Excel come standard di comunicazione.
Ha inoltre insegnato ai clienti il modo per
sfruttare al meglio il personal computer
attraverso corsi di formazione, sem-
pilficando il loro lavoro e rendendo
più gradevole il rapporto con la mac-
china e l’ambiente informativo che la
circonda.
Tutto questo perché la ConverJ vuole
essere un investimento sicuro, profi-
cuo e soprattutto al passo con i tempi.
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Excel
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tale area offre al sistema operativo 704 Kby-
te di memoria in modo da garantire il funzio-
namento di programmi residenti in memona
ITSR), applicazioni che necessitano di mag-
giore memoria RAM ed m tutti quei casi nei
quali è necessario disporre di maggiore me-
moria per diminuire gli accessi al disco
L'installazione avviene usando uno degli
slot di sistema su personal computer XT, AT,
386 con 640 Kbyte di memoria RAM e
frequenza di clock del processore fino a 25
MHz. purché privi, a causa del prncipio di
funzionamento delia ReadyRAM, di schede
vìdeo EGA e VGA
Un driver software da richiamare con il file
CONFIG.SYS rende disponibile la memoria
espansa direttamente all'accensione del si-
li prezzo di listino della ReadyRAM é di
395 000 lire (IVA esclusal e completa la
gamma di prodotti del genere, comprenden-
te già la ALL Chargecard, una minuscola
scheda da installare sotto al microprocessore
80286 che permette di vedere direttamente
da DOS 960 Kbyte di RAM, e OEMM386, un
software di gestione di memoria espansa per
computer basati su processore 80386
Unidata: nuovi prodotti
Annunciati una sene di nuovi prodotti dalla
Unidata' si tratta del sistema AX9000. basato
sul processore 80486 e dotato di bus EISA,
della linea di workstation Umstation e del
software per rete locale Unidata Network-
OS Sulla piattaforma costituita dal processo-
re 486 e dal bus EISA, la Umdata offre tre
proposte diverse: l’AX9000 con sistema ope-
rativo MS-DOS o OS/2, I modelli X486 con
sistema operativo UNIX SCO. i sistemi 5486
con sistema operativo di rete Novell NetWa-
re Le caratteristiche comuni comprendono
l’architettura del bus di tipo EISA con sfrutta-
mento del processore 80486 con frequenza
di clock a 25 MHz: 64 Kbyte di memoria
cache m unione agli 8 Kbyte di cache interna
del processore: RAM da 4 a 16 Mbyte,
cache disk RAM da 1 a 4 Mbyte per 1 o 2
hard disk con capacità tra 120 e 700 Mbyte e
tempi di accesso di 22-16 ms.
I sistemi X486 si differenziano per la dota-
zione di interfaccia Ethernet con software di
supporto TCP/IP. NFS o PC interface per
connessione su linea a 10 Mbit al secondo in
modo terminale o in modo DOS a Worksta-
tion Unistaiion o PC li sistema S486 è un
server di rete focale basato su Ethernet ed é
disponibile in vane versioni per la gestione da
8 a 100 utenti anche in modo SFT
Le stazioni di lavoro diskiess Unislation
sono basate sulla CPU 80286 a 12 MHz e
sono dotate di 512 Kbyte di memoria RAM
46
MCmicrocomputer n. 94- marzo 1990
NEWS
espandibili fino a 1 Mbyte; offrono interfac-
cia seriale RS232. parallela Centronics, inter-
faccia Ethernet opzionale; in opzione sono
disponibili disk drive da 3.5 pollici da 720
Kb'^e o ^ 44 Mbyte, hard disk da 40 Mbyte
SCSI e CD-ROM, 2 slot di espansione ISA
completano la dotazione. Possono essere
impiegate in vari ambienti tra i quali reti locali
Novell. Lan Manager o Unidata Network-OS;
oppure utilizzate come posti di lavoro colle-
gati a host computer operanti in Unix in
modo seriale con velocità fino a 38 400 baud
L'Umdata Network-OS è un sistema opera-
tivo per rete locate a basso costo basato sul
sistema operativo MS-DOS disponibile m
configurazioni da 2, 4 e 80 utenti in versione
comprendente il solo software oppure soft-
ware e schede di rete La rete utilizzata é di
tipo Ethernet e permette alte prestazioni con
un dispendio di memoria RAM contenuto:
145 Kbvte per il server e 70 Kbyte per ogni
workstation Tra le caratteristiche offerte la
possibilità di comunicare con i mainframe
secondo le modalità 3270 e 5251 con brid-
ging opzionale, supporto fax, compatibilità
con Novell record locking e Nelbios Ms-Dos
3,1. supporto di posta elettronica, networ-
king conference e bullettin board opzionale.
Contradata distribuisce
ISi e Adaptec
La Contradata ha recentemente acquistato
la distribuzione dei prodotti della Information
Storage me. (ISi) e della californiana Adaptec.
La prima è una industna che da anni si
dedica interamente allo sviluppo e alla produ-
zione di memorie ottiche WORM, mentre fa
Calcolatore scientìfico HP 48SX
di Gabriele Romami
Lo scorso 21 febbraio nella sede di Cernu-
sco sul Naviglio 6 staio presentato il nuovo
calcolatore scientifico interfacciabile HP 4SSX
che rappresenta la nuova generazione di mac-
chine da calcolo portatili della Hewlett Pac-
kard. questo calcolatore unisce le prestazioni
grafiche e di calcolo della HP 28S con la
flessibilità ed espandibilità della HP 41 La
Hewlett Packard si è sempre distinta, nella
produzione di calcolatrici scientifiche di alta
qualila, come ad esempio la HP 41 sulla
breccia per quasi un decennio. Le calcolatnci di
questa società hanno da sempre rappresenta-
to il punto di nfenmento nel loro campo,
ponendosi aH'avanguardia sia per le capacità
intrinseche che per l'oitma qualità dei materia-
li utilizzati nella costruzione.
Non dimentichiamo poi che la HP 6 stata la
prima ad implementare la notazione RPN sulle
sue calcolatrici ed ad utilizzare circuiti stampati
con contatti in lega d'oro II nuovo calcolatore è
particolarmente sofisticato ed è m grado di
interfacciarsi con i personal computer MS-
DOS e Macintosh tramite RS-232; dispone
inoltre di una interfaccia bidirezionale a raggi
infrarossi per lo scambio di dati e programmi
con un’altra unità dello stesso tipo e con una
stampante portatile, senza la necessita di do-
versi portare dietro un cavo di comunicazione
Il kit di interfaccia' seriale permette di pro-
grammare la HP 48SX sfruttando la tasuera ed
il monitor di un PC fin questo caso la HP 48SX
viene vista dal PC come un pacchetto applicati-
vo) ed inoltre é possibile far condividere ai due
sistemi la stampante e le unità a disco del PC
Nella configurazione base la HP 48SX é
dotata di 256 Kbyte di ROM e di 32 Kbyte di
RAM espandibili, nspeitivameme, a 512 Kbyte
e 288 Kbyte tramite due pone di espansione in
grado di ospitare delle schede da 32 o 128
Kbyte contenenti pacchetti applicativi o memo-
na RAM
Le dimensioni del calcolatore sono 16x8x3
cm Circa per un peso di 255 grammi, l'alimen-
tazione e assicurata da tre batterie di tipo AAA
Il visore e un super twisied a cristalli liquidi da
8 righe di 22 caratteri Luna, in grado di visualiz-
zare sia grafici che formule maiemaiiche:
queste ultime possono essere immesse nella
forma in cui sono di solito rappresentate su
libri di testo e manuali tramite l'applicativo
EquationWriter, che permette una maggiore
chiarezza nell'utilizzo fornendo all'utente un
potente strumento per la manipolazione di
espressioni simboliche. Le capacità grafiche di
questo calcolatore permettono di rappresenta-
re in forma grafica equazioni malemanche
comunque complesse, é possibile integrare
funzioni grafiche e di calcolo in modo da
trovare automaticamente radici, intersezioni,
estremi locali, derivate, salienti e aree sottese
da cun/e ed è possibile anche indicare una
parte del grafico da «zoomare» É inoltre
possibile la visualizzazione di 8 tipi diversi di
grafici tra cui istogrammi, a barre e polan
Altra importante funzionalità e la gestione e
conversione automatica delle unità di misura
attraverso la quale è possibile convertire 148
unità, divise in 16 categorie; è prevista anche
la possibilità di costruire unità di misura com-
poste (ad esempio, chilogrammi al secondo,
kg/sl
Le oltre 2100 tra funzioni matematiche,
statistiche e di calcolo mainciale fanno della
HP 48SX una macchina con una enorme po-
tenza di calcolo, a queste si aggiungono poi le
possibilità di espansione tramite ROM aggiun-
tive da inserire negli apposin slot A proposito
di quesi'uliime è già disponibile la «Solve
Equation Library Application Card», una cartuc-
cia ROM addizionale contenerne più di 300
equazioni relative ai più svariati campi tecnici e
scientifici, dai calcoli delle sezioni di travi e
pilasin ai calcoli elettrotecnici e fluidodinamici
per finire con la tavola periodica degli elemen-
ti. dove possibile le equazioni sono accompa-
gnate dalla rappresentazione grafica del pro-
blema (come nel caso dell’equazione della
trave o dei cerchi dt MohrI.
È possibile poi scrivere applicazioni persona-
lizzate tramite il lirtguaggio di programmazione
incorporato che unitamente ad HP SoNe per-
mette di sfruttare le potenzialità della macchi-
na nei campi più diversi
Una funzionalità che non poteva mancare in
uno strumento portatile come questo é quella
dell’agenda elettronica con segnalazione degli
appuntamenti; quando l’utente nsponde al
segnale acustico che indica un appuntamento
viene visualizzalo il promemoria abbinato Urta
macchina di questo tipo e con queste ppienzia-
lità di calcolo é sicuramente molto adatta net
campo scolastico le non solo universitario) e
trova il suo giusto utilizzo sia da pane dello
studente che dell’insegnante. È inolire molto
adatta quale strumento di lavoro «sul campo»
per ingegneri e professionisti in genere (grazie
anche al suo completo set di luruioni statistr-
che) che possono utilizzare la HP 48SX come
macchina per la raccolta dei dati e per una loro
prima elaborazione, salvo poi riversare nel
calcolatore in ufficio i dati immagazzinati Un
prodotto quindi, come npprtato nella pubblici-
tà. che muove i primi piassi verso il XXI secolo
e che garantisce un ottimo investimento per il
futuro II nuovo HP 48SX avrà un prezzo di
593 000 lire alle quali si aggiungono i costi
dell'interfaccia seriale, disponibile nelle versio-
ni Pier il collegamento con personal computer
MS-DOS 0 con Apple Macintosh, al prezzo di
176.000 lire; il costo della cartuccia Solve
Equation Library Application Card, dei medesi-
mo prezzo delle inierfacce. i costi, infine, della
scheda RAM da 32 Kbyte (141 .000 lire), della
stessa, ma della capacità di 128 Kbyte
1444.000 tire) e della stampante a raggi infra-
rossi HP 82240B da 219.000 lire
Prezzi (IVA e
ProdoRo
L 593 000
HP82209AL 176 000
HP 48SX
Interfaccia seriale
per PC MS-DOS HP 82208AL 176.000
Interfaccia seriale
per PC Macintosh
HP Solve Equation
Library Apolicalion CardHP 82211AL
Scheda RAM da HP 82214A L
32 Kbyte
Scheda RAM da HP 82215A L
1 28 Kbyte
Stampante a raggi
infrarossi HP 822408 L
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990
47
NEWS
seconda progetta host adapter per supporta-
re memorie di massa cori protocollo SCSI in
ambiente multiuser I nuovi lettori di disk
drive a tecnologia laser della ISi vanno ad
aggiungersi atl'assortimento di memorie di
massa distribuite dalla Contradala.
I sistemi a dischi ottici, in formato 5,25
pollici, costituiscono il supporto ideale per
grandi archivi di dati, composti da documenti,
immagini o altre informazioni, il tutto con
l'affidabilità e la comodità tipica delie memo-
rie ottiche. I sistemi di archiviazione sono
disponibili in tre modelli: 525WC, da 122-244
Mbyte, 525GB, da 640-1280 Mbyte e
525GBX2 da 1280-2560 Mbyte.
Per dare un riferimento numerico, il siste-
ma di archiviazione Ottica, oltre alla grande
capienza di dati, permette un trasferimento
della velocità di 6,5 Mbit/sec ed un tempo
medio d’accesso migliore di un hard disk a
tecnologia tradizionale.
I sistemi ottici ISi, sono perfettamente
compatibili allo standard IBM, industriale 386
compreso. La serie di host adapter della
Adaptec permette di risolvere i problemi che
spesso affliggono i sistemi AT 286/386 in
condizioni di mulliutenza. come ad esempio
Il rallentamento del flusso dei dati tra CPU e
periferiche.
Grazie alla possibilità di gestire più coman-
di contemporaneamente, gli host adapter
Adaptec liberano l’unità centrale dal lavoro di
gestione delle operazioni di I/O.
In tal modo, specialmente in ambiente
Unix e Xenix, la velocità e l’efficacia del
sistema aumentano in modo considerevole.
Siemens Data: incontro con i
partner e nuovi prodotti
A Ponte di Legno, in alta Val Camonica. si
è svolto recentemente il meeting invernale
che la Siemens Data organizza annualmente
per incontrare gli operatori della rete di vendi-
ta indiretta che commercializza i sistemi rnuP
tifunzione e multiposto della gamma SINIX e
gli sviluppatori UNIX di Siemens.
L’appuntamento ha quest’anno acquistato
un particolare sigmfioato grazie alla numero-
sa presenza (oltre cento! dei partner, che
testimoniano la posizione leader raggiunta in
Europa nel campo dei sistemi UNIX grazie ad
una adeguata offerta di prodotti e soluzioni,
ma anche grazie ad un valido supporto consi-
stente in attività di addestramento ed assi-
Nel corso dell’incontro sono state presen-
tate soluzioni originali in ambiente SlNlX
(quali ad esempio: l’automazione delle prati-
che comunali, la gestione operativa e ammi-
nistrativa delie U.S.S.L., l’automazione dei
processi calzaturieri, soluzioni per la gestione
dei magazzini di prodotti industriali), le strate-
gie, I programmi, le strutture ed i nuovi
prodotti, tra i quali due nuove unità della
serie Comparex ed il nuovo dispositivo IDRC
per sottosistemi a cartuccia.
L'unità a disco Comparex 6490 é compati-
bile con le unità IBM 3390 e offre, rispetto
agli attuali modelli Comparex 6480. maggiore
velocità di trasferimento dati, un tempo di
latenza minore ed una ridotta occupazione di
spazio. Il sottosfstema 6490 potrà essere
collegato a tutu i modelli delle unità di con-
trollo Comparex 6090
Le unità Comparex 6390 sono invece del
tipo a nastro e sono compatibili con le unità
IBM 3490 A01/A02 e B04 Sono composte
da due moduli: il pomo è riservalo alle unità
di controllo in versione singola o doppia; il
secando contiene quattro unità di lettura/
scrittura. La massima configurazione è costi-
tuita da una unità di controllo e quattro
moduli del secondo tipo per un totale di
sedici unità di lettura/scritlura
Infine, entro la fine dell'anno sarà possibile
installare sugli attuali sottosistemi a cartndge
Comparex 6360 il dispositivo IDRC (Impro-
ved Data Recording Capabtlily) che. grazie ad
alcuni algoritmi di compressione, consente di
aumentare la capienza di ogni cartndge e la
velocità di trasferimento dati in modo da
permettere lo scambio delle cartndge da una
unità all’altra senza alcuna limitazione
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Toshiba T1000XE e T1200XE
di Paolo Ciardelli
Dopo l’interessante T1000SE, Toshiba ha
annunciato due nuovi prodotti: il notebook
T1000XE ed il laptop T1200XE II T1000XE,
con un formato poco più grande di un foglio
A4, racchiude funzionalità avanzate e flessi-
bilità di utilizzo, pesa solo 2.7 kg e misura
310 X 254 X 44.5 mm, É basalo su un
processore Intel 80C86 a 9.54 MHz con
1MB RAM espandibile sino a 3 MB Lo
schermo LCD backlit con una risoluzione di
640 X 400 pixel supporta la grafica CGA
doppia scansione, oppure l’AT&T 6300. Le
dimensioni, consentono di avere una tastie-
ra full-size 84 tasti di elevata ergonomia,
mentre l'hard disk da 20 MB consente l'uti-
lizzo di pacchetti software evoluti L'alimen-
tazione è possibile a rete oppure dalle batte-
rie NiCd ricaricabili e nmovibili che consento-
no una autonomia effettiva di 3.5 ore.
DOS e LapLink residenti in ftOM
Nella ROM di sistema del T1000XE è
residente l’intero sistema operativo MS-
DOS 3.3 che evita l'attesa legata al carica-
mento del sistema operauvo da dispositivi
esterni, fornendo una rapida interattività con
il sistema. Inoltre il software di trasferimen-
to LapLink integrato nella ROM e il cavo
fornito in dotazione, rendono estremamente
semplice e veloce scambiare dati e/o pro-
grammi. eliminando cosi la necessità di uti-
lizzare dischetti.
Per rispettare appieno la filosofia di am-
biente portatile Toshiba ha progettato per il
T1000XE un drive esterno 3’’ 1/2 dedicato,
alimentato dal computer stesso, di dimen-
sioni compatte.
Il drive misura infatti 165 x 105 x 23 mm e
pesa solo 6 etti
AutoResume e MaxTime
La caratteristica di «AutoResume» con-
sente all’utente di riprendere un programma
precedentemente interrotto esattamente dal
punto in CUI era stato sospeso mentre il
sistema di gestione dell'alimentazione
«MaxTime» permette di disattivare lo scher-
mo. il disco fisso e il modem quando non
siano utilizzati, preservando l'autonomia del
sistema. Un particolare meccanismo impedi-
sce. inoltre, di attivare il TIOOOXE mentre lo
schermo é nchiuso prevenendo in tal modo
accensioni indesiderate e dispendio energe-
tico mentre il sistema viene trasportato La
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stallabili dall’utente.
Il continuo monitoraggio dello stato delle
batterie controlla costantemente la risen/a
energetica di cui si dispone e, segnalando
anzitempo l’esaurimento delle batterie, evita
pericolosi black-out del sistema con la con-
seguente perdita dei dati.
Un sistema dedicato
Il T1000XE risulta particolarmente ongina-
le per la sua unicità derivante dalla mancan-
za dell’unità dischetti che consente di ridurre
il peso complessivo del sistema. Il software
LapLink, residente in ROM e auto-installabi-
le anche su sistemi che ne sono sprovvisti,
permette il semplice trasferimento dei dati
e/o programmi da un computer all’altro, ap-
portarKlo nuove funzionalità rispetto alla tra-
dizionale unità dischetti.
Il T1000XE viene distribuito al prezzo di
Lit 3.950.000 Nel prezzo sono compresi
l’MS DOS 3.3. i manuali utente, il cavo
seriale con connettore universale RS 232, il
LapLink con relativo manuale.
Il drive esterno da 3"1/2 e 1,44 MB ha un
costo di listino di Lit. 350.000.
T1200XE
Alte prestazioni e portatilità caratterizzano
il nuovo laptop T1200XE con processore
286. Sottile e maneggevole, garantisce fun-
zioni avanzate senza compromettere carat-
teristiche fondamentali quali la leggibilità
dello schermo e la praticità della tastiera.
Basato su un processore Intel 80C286 a 12
MHz il nuovo portatile è dotato di memoria
RAM da 1 MS espandibile fino a 5 MB.
Lo schermo LCD illuminato lateralmente
supporta la grafica CGA a doppia scansione
oppure l’AT&T 6300; la risoluzione di 640 x
400 pixel ne consente l’utilizzo negli ambien-
ti grafici sofisticali.
Anche per questo computer l'alimentazio-
ne è prevista sia a rete, sia tramite batteria
ricaricabile e rimovibile con autonomia effet-
tiva di 2 ore.
Potente ed efficace
Il T1200XE unisce la leggerezza e la ma-
neggevolezza tipiche di un «notebook», alla
potenza e aH’efficacla di un 286 Facile da
trasportare, sotto il braccio o con l’apposita
maniglia, consente un pieno utilizzo ovun-
que. Il T1200XE dispone di potenza suffi-
ciente per eseguire tutte le applicazioni del
mondo DOS. Il microprocessore Intel
80C286 a 12 MHz può gestire praticamente
tutti i programmi in maniera perfetta e velo-
ce. Il disco fisso 2"1/2, da 20 MS, consente
di memorizzare agevolmente tutti i program-
mi e i dati che servono, senza la necessità di
avere numerosi supporti magnetici esterni.
L’unità a dischetti standard del T1200XE
legge e scrive i formati da 1 44 MB e 720
K8, semplificando la migrazione dei dati.
Possiede una sene di caratteristiche avan-
zate che lo distinguono dagli altri computer
della stessa classe. La tastiera a 84 tasti fulF
size, lo schermo a cristalli liquidi illuminato
lateralmente, con una migliore leggibilità an-
che in piena luce, la batteria ricaricabile e
rimovibile che consente l'utilizzo di batterie
opzionali estendendo cosi l’autonomia del
sistema, sono solo alcune delle caratteristi-
che che hanno guidato l’ideazione del
T1200XE
Con l’annuncio del T1200XE Toshiba porta
a 16 unità la gamma dei propri laptop.
Il T1200XE, che si colloca tra il T1200HB e
il T1600, nasce per soddisfare gli utenti con
effettiva necessità di portatilità. ma che ri-
chiedono uno strumento di lavoro con una
potenza elaborativa molto elevata e un costo
competitivo nspetto alla concorrenza.
Il computer T1200XE è distribuito al prez-
zo di Lit. 5.900.000 comprensivo di DOS
4.01 e manuali utente
E.GI.S. COMPUTER
XT 12 MHZ 512 K, FLOPPY 360K, CGA/HERCULES, TAST. 101, MINI CHASE, USCITA SERIALE,
JOYSTICK, PARALLEU 724,000
XT 12 MHZ 512K, FLOPPY 720K. CGA/HERCULES, TAST. 101, MINI CHASE. PARALLELA,
HARDISK20MB 1,145.000
AT 16 MHZ512K, FLOPPY 1,2MB, CGA/HERCULES, TAST. 101. MINI CHASE, PARALLELA,
HARDISK20MB 1.600.000
386 SX 20 MHZ 2MB, FLOPPY 1,44 CGA/HERCULES, TAST. 101„ MINI CHASE, PARALLEU.
HARDISK 20 MB 2.400.000
386 28 MHZ 2MB, FLOPPY 1,44 MB. CGA/HERCULES, TAST. 101, MINI CHASE, PARALLEU
HARDISK 20 MB 3.000,000
MOTHER BOARD XT 12 MHZ
MOTHER BOARD AT 16 MHZ
MOTHER BOARD 386SX 20 MHZ
MOTHER BOARO 386 26 MHZ
HARDISK 20MB SEAGATE ST225
HARDISK 20MB MINISCRIBE 3 1/2 28 MS
HARDISK 20MB SEAGATE ST124
HARDISK 40MB ST 151 3 1/224 MS
HARDISK 40MB SEAGATE ST251
HARDISK 80MB SEAGATE ST4096-28MS
MONITOR HL 12” VERDE
MONITOR CVBS 12” VERDE
MONITOR DUAL12"
MONITOR DUAL 14” BIANCO BASCUUNTE
143.000 MONITOR EGA AMBRA 218.000
353.000 MONITOR VGA BIANCO 235.000
700.000 COLORE CGA 8833 420.000
1,380,000 COLORECGA1084 420.000
378.000 COLORE EGA 588.000
378,000 COLORE VGA 655.000
395.000 COLORE MONOSINCH. 823.000
723.000 MULTISINCH MITSUBISHI983.000
643.000 MULTISINCH NEC II A 1 .025,000
1 ,080.000 MULTISINCH NEC ili D 1 .323.000
126.000 MOUSEZNIX 67.000
126.000 MODEM EST 1200 185.000
168.000 MODEM EST2400 286.000
210.000 TASTIERAAVAN, 101 1. 84.000
prezzi IVA esclusa -garanzia 12 mesi
FLOPPY 360K 116.000
FLOPPY 720K 124.000
FLOPPY 12MB 158.000
FLOPPY 1,44 MB 158.000
EGA 640 x 480 252.000
VGA600X800 319,000
CGA/HERCULES 95.000
VGA 1024 x 768 437,000
CABINET BABY 142.000
CABINET MINITOWER 243,000
MULTI I/O 63.000
CONTROLLER AT 186.000
SERIALE 32.000
HAND SCANNER 353.000
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990
51
Epson: nuovi prodotti
D a sempre conosciuta per l'impegno at-
tuato nella progettazione e produzione
di stampanti, la Epson propone ora una sene
di nuovi prodotti la caratteristica più impor-
tante dei quali è la fusione delle tecnologie
elettroniche, micromeccaniche e dei cnstalli
liquidi.
I nuovi prodotti, presentati m una conferenza
stampa nella quale sono stali forniti dati
riguardanti l’analisi dei trend e le previsioni
di bilancio per l'anno in corso, consistono
nel PC-AX3S Portable, un portatile 386SX
VGA: nel GT-6000, uno scanner a colon e B/
N da 3CX3 dpi, nel disk driver SMD-1040. il
più piccolo drive per dischi da 3.5 pollici, con
uno spessore di soli W mm
PC-AX3S Portable
L'Epson PC-AX3S Portable utilizza il micro-
processore 80386SX con velocità di elabora-
zione di 8/16 MHz
La dotazione di memorie di massa com-
prende una unità a dischetti da 3.6 pollici
della capacità di 1 44 Mbyte ed un hard disk
da 40 Mbyte con tempi di accesso dell'ordi-
ne dei 25 ms La memoria RAM è di 2
Mbyte espandibile fino a 6 Mbyte diretta-
mente sulla mother board All'interno del
PC-AX3S è disponibile anche uno slot bus
PC/AT per l'inserimento di un modem inte-
grato. In opzione è disponibile una ulteriore
unità di espansione per schede PDAT stan-
dard posizionabile sotto il portatile a confer-
ma dell'impostazione professionale ad alte
prestazioni completamente sostitutiva dei
sistemi da tavolo tradizionali
Le interfacce a disposizione comprendono
seriale R5232, parallela Centronics, interfac-
cia dedicata al mouse, RGB 9 pin per il
collegamento con un monitor esterno VGA a
colon.
Particolare cura è stata prestata nella co-
struzione dello schermo a cristalli liquidi,
dove sono state applicate le medesime tec-
nologie sperimentate dalla Seiko Epson Cor-
poration nel settore dei televisori LCD a
colori, per la dotazione dell’AX3s Portable di
uno schermo LCD bianco/nero retroillumina-
to standard VGA in grado di assicurare una
perfetta visualizzazione di testi ed immagini
senza aberrazioni geometriche.
La tastiera ha 89 tasti piu II tastierino
numerico separato, cursori video e tasti fun-
zione nella stessa posizione delle normali
tastiere da scnvania
Fornito di una completa documentazione
in italiano che illustra in dettaglio il sistema
operativo e l'hardware di sistema, il portatile
IL PUNTO DI ARI
NEWS
Epson viene offerto completo di sistema
operativo MS-DOS 4.01 (rev. 1.30). É previ-
sta come accessorio una elegante borsa per
il trasporto.
Il prezzo deH‘AX3s Portable sarà di poco
supenore a 8.000.000 di lire nella configura-
zione completa di hard disk da 40 Mbyte,
Scanner GT-6000
La possibilità di gestire 256 toni di gngio, il
mezzo tono. 5 livelli di correzione e 16 7
milioni di colori, rendono lo scanner GT-6000
particolarmente indicato per il desktop publi-
shing. elaborazione di immagini, applicazioni
di grafica sofisticata,
L’Epson GT-6000 è uno scanner a piano
fisso in formato A4, con coperchio rimovibile
per l'acquisizione di immagini da originali
ingombranti
Tutte le funzioni più importanti possono
essere selezionate o modificate dal pannello
frontale.
La risoluzione offerta è di 300 dpi. ma
mediante il software di gestione che correda
lo scanner è possibile produrre output di
immagini acquisite con il GT-6000 con risolu-
zioni comprese tra 50 e 600 dpi
Le immagini sono elaborate associando 8
bit per pixel per ciascuna delle 256 gradazio-
ni di grigio e per le 16.7 milioni di sfumature
di colore.
Il GT-6000 è collegabile ai vari sistemi
mediante le due interfacce parallela e seriale
residenti ed allo slot interno che consente
l'inserimento di un'interfaccia opzionale
SCSI per ambiente Apple Macintosh.
Il prezzo annunciato è di 3.750.000 lire per
la versione MS-DOS e 4.300.000 lire per la
versione SCSI Apple Macintosh
Disk drive SMD-1040
Un drive molto compatto per dischi da 3.5
pollici del tipo a doppia faccia, doppia densi-
tà, con capacità di 1.44 Mbyte, è l'ulteriore
novità presentata dalla Epson.
Il drive SMD-1040 é il più piccolo drive
attualmente disponibile sul mercato ed offre
caratteristiche tecnologicamente innovative
che hanno consentito di raggiungere presta-
zioni molto elevate con dimensioni motto
ridotte.
Il peso infenore a 250 grammi, la profondi-
tà di 130 mm e lo spessore di 18 mm
rendono il disk drive ideale per le applicazio-
ni in PC portatili e laptop anche in virtù del
fatto che TSMD-1040 è molto resistente ad
urti e vibrazioni.
La corsa del pulsante di espulsione è stata
ridotta a 2.5 mm e sono disponibili numero-
se opzioni tra le quali la possibilità di integra-
re il connettore di alimentazione in quello di
interfaccia ed il meccanismo di espulsione
automatica.
Il tempo di accesso da traccia a traccia è
di 3 ms, mentre il transfer rate è di 500 kbit/
sec per la versione da 1.44 Mbyte e 250
kbit/sec per il modello da 720 Kbyte.
IIVO DELLE IDEE.
Come sempre le idee vincenti raggiungono l’obbiettivo e noi
delia Technitron Data abbiamo messo ordine tra le tante
proposte relative ai sistemi periferici per offrirvi solo le migliori.
Per esempio:
SUMMASKETCH
Tavolette digitalizzatrici • Formato: 30x30 cm e 42x30 cm •
Compatibilità: IBM PC/PS2 • Massima risoluzione (1000 l.p.i.)
• Confezione completa di alimentatore, stilo a due bottoni, cur-
sore a quattro bottoni. Technitron Data distribuisce: stampanti
OKI (in esclusiva): digitalizzatori SUMMAGRAPHICS; plotter
\ Technitron
1
J DATA
m SUMMASKETCH
dialogo continuo
53
NEWS
DBFacìle 3
La soc. Softplus di Faenza ha nlasciato la
versione 3.0 del suo programma di sviluppo
e gestione di basi di dati relazionali OSFacile.
Si tratta di un prodotto compatibile con il
dBASEIII Plus ed il Clipper, gli standard di
fatto del mercato dei database in ambiente
MsDos: oltre alle modalità operative proprie
di questi pacchetti offre la possibilità di pro-
grammare in lingua italiana (DBS) oltre che in
inglese (DB3).
Il programma è diviso in quattro compo-
nenti principali: il DBAssist (per la creazione
e gestione degli archivi}, l'ambiente «PUN-
TOii (per l'immissione interattiva dei coman-
di). l'ambiente di sviluppo per programmatori
(simile a quello del Clipper) ed una sene di
utility (tra cui un traduttore automatico DB3/
DBS ed un editor ASCII).
Anche nell'ambiente uPUNTO» è possibile
operare con comandi in lingua italiana; sono
inoltre supportati i comandi estesi del Clipper
come FOR NEXT, MENU, ARRAY, ecc.
Le principali migliorie nella gestione dei file
rispetto al dBase III Plus sono: fino a 1024
campi in un unico archivio, apertura contem-
poranea di 200 file dati. 2048 varabili di
memoria, nessuna limitazione nella dimen-
sione dei record; sono possibili inoltre sei
modalità diverse di visualizzazione ed editing
di un archivio {normale, intelligente, foglio.
foglio selettivo, doppia, relazionale) e tre di-
versi tipi di ricerca Itra cui una con file indice
fonetico). Il prezzo del programma, completo
di manuali e floppy nei due formati 5 1/4" e 3
1/2", è di L 290,000 più IVA; uno dei dischi
contiene dei file di dati e 1 00 listati esemplifi-
Carriernet: una rete senza cavi
La società amencana Carrier Current Tech
ha realizzato la rete Carriernet. una rete sen-
za cavi, senza schede da inserire nel perso-
nal computer e con un software di installazio-
ne immediato che fa comunicare fino a 260
postazioni costituite da IBM XT, AT o PS/2
con hard disk
Permette la condivisione di tre stampanti
ed un modem, realizza la funzione di posta
elettronica e trasferimento file con velocità di
trasferimento fino a 56 Kbaud, occupando
solo 25 Kbyte di RAM Carriernet è costituito
da un box che si collega da un lato al
computer e dall’altro alla rete elettrica, I cui
cavi sono impiegati come mezzo di trasmis-
sione tramite il principio delle onde convo-
gliate. che estende il collegamento all'intero
edificio, purché provvisto della presa di terra
Il protocollo impiegato è il Collision Avoidan-
ce, con il quale si evitano conflitti in trasmis-
sione; inoltre se la linea è disturbata il proto-
collo evita di trasmettere con errori, infor-
mando l'utente
Carriernet é importato e distribuito in Italia
dalla società Clava Informatica di Roma, già
nota per l'assistenza alle stampanti laser
dotate di gruppo di stampa Canon
Word 5.0 per UNIX dalla SCO
La SCO ha annunciato l'immediata disponi-
bilità di Word 5,0 per ambienti UNIX.
Questa versione del wordprocessor Micro-
soft é completo di strumenti di produttività
per workgroup che traggono vantaggio dai
potenti sistemi UNIX Parlando di strumenti
citiamo il set di caratteri ASCII a 8 bit. che
permette l'adozione di vari alfabeti e punteg-
giature europee; il dizionario ed il controllo
della sillabazione in inglese; l'integrazione dei
dati, la combinazione di testo e grafica, con
possibilità di avere un flusso di testi attorno
al grafico rappresentato sullo schermo; co-
lonne affiancate; collegamento per fogli elet-
tronici ed altri programmi; tracciamento di
linee, caselle e supporto per una vasta gam-
ma di stampanti
Per portare in alto il vostro
Con questo gesto avrete a portata ó\ mano tutto il mondo deH’informatica. Fate entra-
re nel vostro raggio d'azione tutte le soluzioni hardware e software che un grande no-
me vi offre. Perché solo chi copre tutti i settori di una materia può trovare la soluzione
migliore per la vostra azienda. Buffetti Data mette tutte le forme della materia informati-
ca a portata del vostro indice: Persona! Computerà, che costituiscono la base di un’a-
zienda moderna. Pacchetti software, da cui nascono i dati per gestire la vostra profes-
sionalità. Accessori che si modulano sulla vostra realtà migliorandone gli standards.
Buffetti Data, l’azienda che allarga il vostro raggio d’azione.
54
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990
NEWS
IBM: Sistema RISC/6000
Destinato ad una ampja gamma di possibili
utenti: da chi si occupa di ingegneria, archi-
tettura. progettazione, fino a chi opera nella
gestione del territorio, prospezioni geologi-
che. econometria e pianificazione; il nuovo
IBM Sistema RISC/6000 offre una grande
potenza, velocità di calcolo e soluzioni avan-
zate in una famiglia di workstation e server
per applicazioni tecnico-scientifiche.
La famiglia si compone di sei modelli basa-
li sulla tecnologia RISC (Reduced Instmction
Set Computer) per la quale la IBM ha svilup-
pato una nuova architettura al fine di sfrutta-
re I vantaggi denvanti dalla elevata velocità di
calcolo propria della tecnologia RISC.
L'architettura POWER (Performance Opti-
mization With Enhanced RISC) è basata su
più processori specializzati in grado di ese-
guire contemporaneamente diverse opera-
zioni e sfnjtta una versione avanzata del bus
Micro Channel in grado di assicurare l’opera-
tività in ambienti eterogenei m coesistenza
con prodotti di marche diverse. Il sistema
operativo impiegato è una nuova versione 3
di AIX. la soluzione IBM in ambiente Unix
potenziata nella gestione dei dischi, archivi e
programmi, supporto del «real time» e della
memoria virtuale: comprensiva di X.25 e
dotata di Transmission Control Protocol/lnter-
net Protocol (TCP/IP) e Network File System
(NFS). L’interfaccia per l'utente è AlXwin-
dows, basata su OSF Motif. oppure AIX
Graphic User Environment compatibile con
NextStep della NeXT.
La nuova architettura impiegata permette
l’esecuzione di quattro istruzioni per ciclo
base di clock, compresa un'istruzione in vir-
gola mobile che esegue contemporaneamen-
te due operazioni a 64 bit (una moltiplicazio-
ne ed una somma) in un unico ciclo. Tali
prestazioni sono permesse da un bus di
interfaccia di memoria da 64 o 128 bit in
grado di muovere tra memoria ed unita cen-
trale da 160 a 480 Mbyte al secondo.
La famiglia RISC/6000 si compone di sei
modelli base con i quali é possibile configura-
re quattro workstation e/o cinque server
Le workstation offrono prestazioni com-
prese Ira 27.5 MIPS (milioni di istruzioni al
secondo) e 7.4 MFLOPS (milioni di istruzioni
in virgola mobile a doppia precisione per
secondo) del modello 320, fino a 34.5 MIPS
e 10 MFLOPS del modello 730, specializzato
per applicazioni grafiche, grazie all’adozione
del Supergraphics Processor Subsystem. in
grado di disegnare ad una velocità di
1 000.000 di vettori al secondo, di effettuare
ombreggiature con il metodo Gouraud su
130.000 triangoli al secondo. Il sen/er di
maggior potenza è il modello 540 capace di
41 MIPS e 13 MFLOPS.
La capacità di memoria di elaborazione é
compresa tra 8 e 256 Mbyte mentre le
memorie di massa interne hanno capacità
comprese tra 120 Mbyte e 12 Gigabyte;
unitamente all’adozione del bus Micro Chan-
nel I nuovi sistemi adottano anche adattatori
SCSI (Small Computer Systems Interface) e
adattatori per reti locali Ethernet e Token
Ring.
La linea RtSC/6000 è molto ampia e si
estende dalla POWERstation 320 desktop,
dotata di 8 Mbyte di RAM. disk drive da 1 .44
Mbyte e hard disk da 120 Mbyte, fino alla
POWERsen/er 930 in versione rack-mounted
con frequenza di clock del processore a 25
MHz, capacità massima di memorizzazione
di massa di 12 Gigabyte. 16 Mbyte di RAM
in configurazione base, espandibile fino a
128 Mbyte, disk drive da 1 .44 Mbyte, unità a
nastro da 2.3 Gigabyte. CD-ROM da 600
Mbyte, hard disk da 670 Mbyte.
indice, dovete abbassarlo.
j y éu ffttti fNHh
informatica a 360 gradi
In tutti i punti vendita Buffetti e i rivenditori autorizzati
MCmicrocomputer n. 94-marzo 1990
55
NEWS
Aldus
PageMaker 4.0
di Massimo Truscelli
Sono più di settaniacinque le nuove ca-
ratteristiche della versione 4.0 del popolare
pacchetto di desktop publishing Aldus Pa-
geMaker
In una conferenza stampa organizzata dal
distributore esclusivo dei prodotti Aldus m
Italia, la Modo di Reggio Emilia, alla presen-
za di Kathleen Humphrey. Product Marke-
ting Manager di Aldus Europe Limited, ha
annunciato la prossima disponibilità del
pacchetto illustrandone le caratteristiche
salienti della nuova versione
Le nuove caratteristiche comprendono
delle piu complete funzionalità di elabora-
zione dei testi, di controllo tipografico e
gestione dei documenti lunghi, con le me-
desime doti di facilità d'uso che hanno
contribuito alla diffusione di oltre 350.000
esemplari del pacchetto.
L'inserimento e la modifica dei testi av-
vengono in un unico ambiente dove sono
disponibili tutte le funzioni di un word pro-
cessor separato fornito di controllo ortogra-
fico con un dizionario di 170.000 vocaboli,
funzioni di ricerca e sostituzione di parole,
frasi, caratteri, dimensioni del testo o stile
dei paragrafi.
Tali funzioni possono essere applicate
anche ad una specifica sezione di un capi-
tolo, ad un intero capitolo, o a tutti i capitoli
di un intero documento.
In opzione é possibile disporre di sillaba-
zione e controllo ortografico multilingua
grazie a dizionari aggiuntivi (la versione
Italiana incorpora un dizionario di 170.000
parole, integrato da un dizionario Internatio-
nal English completo di BO.OOO vocaboli),
mentre la nuova versione offre direttamen-
te dei significativi miglioramenti nella ge-
stione dei fogli stile e nella generazione di
tabelle da utility esterne.
Il controllo tipografico é stato migliorato
con nuove funzionalità come la rotazione
de) testo con incrementi di 90 gradi; la
possibilità di allargare o stringere il testo
dai 5 al 250%; la possibilità di distribuire il
testo su di un'intera colonna grazie all'op-
zione di giustificazione forzata; la crenatura
controllabile fino a 0.01 spazi (em) e basata
sul corpo del carattere applicabile ad un
testo selezionato, la definizione del corpo
del carattere con incrementi di 0 1 punti da
4 a 650 punti; l'interlinea regolabile ad
incrementi di 0 1 punti.
Altre nuove funzionalità riguardano la ge-
stione dei documenti lunghi come la gene-
razione automatica dei sommari, anche per
pubblicazioni multiple; la generazione auto-
matica degli indici, con possibilità di modifi-
ca; il collegamento di grafici o di righelli di
testo con apposite opzioni; il controllo delle
dimensioni del file con scelta delTaggiorna-
mento della pubblicazione con insenmento
0 meno dei file importati internamente o
esternamente al file della pubblicazione; la
56
possibilità di regolazione della disposizione
del testo nei paragrafi, nelle colonne e
nelle pagine grazie alle opzioni di controllo
di orfane e vedove
Per semplificare la produzione di docu-
menti di grandi dimensioni, Aldus PageMa-
ker 4.0, offre funzioni di aggancio delle
immagini al testo, in modo da mantenere
inalterata la loro posizione anche durante lo
scornmento o dopo aver effettuato modifi-
che all'impaginazione e la generazione
automatica di indici e sommari anche su
più pubblicazioni.
Una nuova finestra di dialogo, battezzata
iLinks». permette di elencare tutti i file di
testo e di immagini inseriti all'interno di
una pubblicazione, di identificare il tipo di
documento e individuare la pagina nella
quale è contenuto.
É irtoltre possibile collegare tra loro più
pubblicazioni, attraverso la funzionalità <ili-
bro», per la stampa concatenata e per la
generazione di indici e sommari
I file prodotti da PageMaker 4.0 possono
essere usati con il programma Aldus Pre-
print, presentato negli ultimi mesi del
1989. grazie alla piena compatibilità con lo
standard Open PrePress Interface (OPI| e
con le convenzioni colore di Adobe
La versione 4,0 di PageMaker offre an-
che un nuovo help in linea, 30 schemi di
documento in formato A4 già pronti ed una
sene di mappe dei paesi del mondo m
formato EPSF. realizzate con Aldus Free-
Hand.
La disponibilità é assicurata a partire dal
secondo trimestre di quest'anno nella ver-
sione inglese ad un prezzo di 1.529.000
IVA esclusa Nel trimestre successivo sarà
disponibile la versione italiana ad un prezzo
di 1.765 000 lire più IVA.
La Modo ha annunciato, unitamente al
supporto ad una politica di up-grade alla
versione italiana di PageMaker 4 0 per Ma-
cintosh a 379 000 lire più IVA, una sene di
iniziative per gli utenti registrati tra le quali
un servizio di hot line telefonica, il servizio
Aldus MasterPage. supporti didattia per
l'addestramento e l'istituzione degli Aldus
Authorized Training Center. itt
Il Servizio
Globaie di
AEG Oiympia
AEG Olympia tiene fede alla sua
reputazione di offrire, da sem-
pre, una assistenza impeccabi-
le. Oggi, con i prodotti tecnolo-
gicamente più avanzati, questo
significa assistenza ai Clienti
non solo nella manutenzione dei
Personal Computer e delie
Stampanti, ma un concreto sup-
porto nel definire le esigenze e
massimizzare le prestazioni dei
nostri prodotti
I Centri Regionali di Assisten-
za Software
Per rendere concreta ed imme-
diata questa offerta di aiuto, ab-
biamo affiliato le seguenti
System House come Centri Re-
gionali di Assistenza Software di
AEG Olympia per offrirvi la loro
consulenza specialistica so-
ftware:
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tei. (0171) 67.674
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tei. (0429) 600.433
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Olystar
Olyport
La reputazione consolidata di AEG
e di Olympia di tare buoni - anzi, ottimi
prodotti, si deve soprattutto allo sforzo
costante di progettare prodotti migliori,
sotto ogni punto di vista.
Una tradizione che la nuova società
AEG Olympia mantene ed esalta. Per
esempio, si parla molto, oggi, di Auto-
mazione deirUfficio ma per una vera
automazione ci vogliono certamente
macchine ad altissime prestazioni ma
soprattutto prodotti "solidi" ed affidabili.
Garantiti da una rete di assistenza im-
peccabile.
L'affidabilità e la precisione delle
nostre macchine sono proverbi^di. Così
come l'efficacia della nostra rete di as-
sistenza. I nostri professionisti in Auto-
mazione deirUffìcio vi assisteranno
neH’installazione e manutenzione del-
la più completa gamma di Personal
Computer Professionali, per esempio:
Olystar 20, dal costo molto contenuto,
ideale come work-station di rete e per
applicazioni di WP; la gamma “High
Tei^i" 286, ovvero Olystar 60, e il 386sx
Olystar 70, dedicati a manager, giorna-
listi, consulenti finanziari; i potenti
Olystar 80/20 ed Olystar 80/25, con
“cuore” 386 a 20 e 25 Mhz e memoria
da 100 Mb in su, per calcoli ingegneri-
stici od architettonici con applicazioni
CAD, per ricercatori e gestioni finanzia-
rie, oppure come file-server di rete.
Né potevano mancare I iap-top:
Olyport 20, Olyport 40 ed Olyport 80,
con capacità di 20, 40 e 100 Mb e pro-
cessori 80C88, 80C286 e 80C386 ri-
spettivamente: sicuramente fra i più
piccoli, leggeri, "belli” e potenti oggi di-
sponibili.
M PC Olystar si sposano perfetta-
mente le stampanti AEG Olympia: una
gamma che va dai modelli tradizionali a
matrice alle nuovissime Quietstar 4 e
Colourstar (4 colori nelle testine) a car-
tuccia a getto di inchiostro, alla su-
per-stampante Laserstar 6 da 6 pagine
al minuto.
AEG Olympia, via Stephenson 94,
20157 Milano, Punti di vendita in tutta
Italia, consultare le Pagine Gialle alla
voce «Macchine per ufficio Vendita-*.
AEG
OLYMPIA
FFIDABILITA’
OMPETITIVITA’
SPERIENZA
I S U L T A T I
Acer: affìdabiliià. competitività, esperienza, risultati. Acer: un nome a cui affidarsi quando si pretende
il meglio. Sia dal punto di vista del valore, sia da quello d'impiego. Nel momento di scegliere un perso-
nal computer, Acer rappresenta una guida, un suggerimento verso una direzione razionale, valida nel
tempo. I concessionari SHR sono a disposizione dell'utente per rispondere a ogni esigenza con tutta
la loro professionalità ed assistiti dal grande know-how SHR nel campo delle reti locali, dei sistemi in
multiutenza, delle comunicazioni e del software applicativo. L'obiettivo della SHR è. infatti, quello di
poter far dire a chi sceglie un personal computer ‘•Personalmente preferisco Acer". Ecco i 5 perchè:
So."’
Rappreyrmano due modelli di
puma nella rancia 286 ideale
in utile le applicazioni proTe^
Acgr
do 386 per non rinunciare,
adesso cd in Tuluro. a rune le
norcvoli caraiierìsllchc di que-
sto microprocessore.
ACER 1116. 1120C. 1125
Microprocessore 80386 a 16.
20e2.S MHz con memoria ca-
che nei modelli 20 e 25.
È la gamma imermedia della
ramigiia 386 In grado di adai-
ACER 1133
Microprocessore 80386 a 33
MHz. 32 KB di memoria ca-
che. memoria RAM espandi-
bilermoa2d MBennoal.4
Gigabyte di memoria su di-
schi. Il mas
Una completa linea dì prodoili che include reli locali Eihcrnei con soliuare Noi eli. s
ad alla risoluzione, scanner e stampami laser. Le prestazioni piu elevale consentono I'
con la massimirzazronc del bcnerido economico ed organi/zaiivo reso aH'uieme. In cor
la uno dei migliori rapporti qualilà'prezzo disponibile sul mercato.
( hiedcie nd SHR il Concissionario piu vicino alla Vostra sede.
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Amiga:
3rd European
Developers Conference
Parigi. 7-9 febbraio '90
" Nell'ottica di promuovere lo sviluppo
di software, schede aggiuntive e perife-
riche per Amiga. Commodore Italiana
ha implementalo un Programma di Sup-
porto Sviluppatori, sotto il diretto patro-
cinio di Commodore International. Lo
scopo del servizio è di mettere a dispo-
sizione delle società o dei singoli impe-
gnati attivamente nello sviluppo HW/
SUV per Amiga un ambiente che forni-
sca tutti gli elementi di supporto neces-
sari ad una pronta e completa diffusione
di informazioni tecniche.. .u
Queste parole sono tratte dal comuni-
cato Commodore annunciante la crea-
zione del programma di supporto svilup-
patori Amiga, ormai funzionante a livello
nazionale da oltre un anno e internazio-
nale da più di tre. Ed è proprio in
Quest’ambito che dal 7 al 9 febbraio
U.S., neirindimenticabile Parigi, si è
svolta la terza conferenza europea degli
sviluppatori Amiga.
In un clima spiccatamente professio-
nale, centinaia di intervenuti da ogni
parte d'Europa e del mondo
lanche dell'Australia...) hanno
avuto così la possibilità di
ascoltare, dalla viva voce degli
"autoriu Amiga, interessantis-
simi interventi sulle nuove fe-
ature del nuovo sistema ope-
rativo. di nuove periferiche e
computer di prossima introdu-
zione sul mercato, di tecniche
particolari di programmazione
atte ad ottenere il meglio dal
proprio Amiga e dal proprio
linguaggio di programmazione
preferito. Il tutto condito da
una squisita accoglienza e,
perché no. una distensiva at-
mosfera che facilitava al mas-
simo le relazioni tra gli stessi
sviluppatori, che cosi avevano preziose
opportunità di scambiare esperienze, e
tra questi e i ’'guru‘> dell'Amiga tutti
presenti a Parigi e particolarmente di-
sponibili al dialogo. Bontà loro...
Nelle tre giornate di conferenza, pur-
troppo molti interventi interessantissimi
si sovrapponevano temporalmente in di-
verse sale, ma grazie all'esauriente do-
cumentazione rilasciata agli intervenuti
SI può dire che praticamente nulla anda-
va perduto anche per chi si trovava da
solo a combattere con i «solitm proble-
mi di ubiquità.
KickStart e WorkBench 1.4
(Evviva!)
Tema principale della conferenza eu-
ropea degli sviluppatori Amiga è stato il
nuovo software di sistema versione 1 .4,
attualmente in beta refesse. Le novità a
riguardo sono veramente tante e tali
che CI vorrebbe un numero intero di MC
per parlarne in modo dettagliato: vedia-
mone quindi I punti principali.
Iniziamo col dire che i bug noti della
versione 1.3 sono stati corretti e che,
come vedremo, il numero delle librerie
di sistema (siano esse contenute nel
kickstart oppure caricabili da disco) è
aumentato. Come diretta conseguenza,
la dimensione del kickstart è passata da
256K a 5t2K (almeno questa è la di-
mensione dell'attuale release). Inoltre
gran parte del software è stato riscritto
in C per aumentarne l’efficienza.
I chip «ECS», di cui si è tanto parlato
nei mesi passati, saranno due: il Fat
Agnus, già montalo sulle attuali macchi-
ne in produzione, che estende il limite
della 'CHIP' RAM ad 1 megabyte, e il
nuovo Denise, che permetterà la visua-
lizzazione dei nuovi modi grafici di Ami-
ga. Il chip Paula, invece, sarà quello
originario (per la cronaca, questo chip,
nelle vane versioni di Amiga, non è mai
stato cambiato). L'adozione dei chip
ECS ha comportato l'estensione delle
librerie grafiche (ovvero la graphic. libra-
ry. la layers. library e l'intuition. library) di
cui ne riassumiamo le caratteristiche
principali:
— supporto per il monitor ad alta risolu-
zione A2024 e per i monitor
multisync;
supporto per i font multi-
colore,
supporto per i font scala-
bili;
— gestione della funzione di
autoscroll;
— supporto dell'overscan;
— supporto per i 'public
screen':
— toolkit di supporto per la’
creazione e l'uso dei gadget:
— nuove funzionalità relative
al genlock,
Inoltre, sempre riguardo alle
librerie grafiche, sono state
apportate le seguenti mi-
gliorie:
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990
FRA TANTI
UN PROTAGONBHn INTERCOMP
Secondo una recente indagine nazionale, INTERCOMP è stata classiticata tra le prime società italiane
protagoniste del settore informatica (’). Il successo INTERCOMP ha solide basi ed è
lo stimolo verso nuovi traguardi. Un esempio? La nuova sede I ^
INTERCOMP ha raddoppiato la capacità produttiva e rappresenta l’inizio sn^
di un forte piano di investimenti e iniziative di ricerca, E la nuova linea
di personal computer INTERCOMP P) si pone ai vertici delle
rispettive categorie per affidabilità e prestazioni, come confermano i tesf
effettuati dalle più accreditate riviste di settore P). Il successo si conquista con i fatti ed INTERCOMP
ne è protagonista con la sua professionalità e competitività.
L_ P'°
I. rnirl
l'i Cussfca Zatuno -L« lOD ISDoali'nic'rnaca 63< laMsrsrawsie
l>i ? "owi 9 Pcara Cirottet con C'Kssso' 608800 Mhz)
S12Si<2t6Mr'Z) B0386SX|Ii Uhzi 80366 (20 MhZ|
6C386Cect<eMenxi7 (2833 Mhz) Haiti DtW da 20 a 780 MB
'ofMconiBZOiaconU&OOS Xeni Ut» PdKjue Concunent
ttacOx» «10N«I Aicrc! Novel’Uairn '«qvis
(>) MC Ucrocomoula (cimiiei X386 C 33) Mco&Pasonj)
cd'igute' iarW'e X386 SX) B: (ccmoutor XAT)
COMPUTER
INTERCOMP spa
Via della Scienza, 27 - 37139 Verona
Tel, (045) 8510533 r.a, • Fax (045) 8510539
AMIGA
3rd ÉUROPEAN DEVELOPERS
CONFERENCE
— nuovi gadget stringa;
— nuovo look delle finestre e dei gad-
get di sistema;
— nuova modalità di segnalazione della
window attiva;
— velocizzazione generale delle funzio-
ni di tracciamento e di visualizzazione di
caratteri;
— velocizzazione nella gestione dei
layer.
Passando ad un altro aspetto peculia-
re di Amiga, il multitasking, anche qui di
miglioramenti e modifiche ce ne sono
stati molti, tra cui:
— migliore gestione delle allocazioni di
memoria, di segnali, di semafori e del
dispatching degli interrupt;
— riconoscimento del microprocessore
68030 e del coprocessore 68882 ed
abilitazione automatica del modo burst
per le istruzioni. Supporto per l'utilizzo
della cache dati e del modo burst per i
dati;
— predisposizione per il supporto della
memoria virtuale (da implementare nel-
le successive versioni);
— test della ROM e della RAM prima
del loro utilizzo.
E veniamo ora a quello che fino ad
oggi è stato uno degli "amighevoli"
aspetti che ha fatto più discutere: l'Ami-
gaDOS e i file System. Devo dire che
qui I cambiamenti sono stati veramente
tanti, come tante sono le nuove funzio-
nalità. Tanto per cominciare, la dos.libra-
ry è stata riscritta interamente in C (un
bravo a Randell Jesup!) pur continuan-
do a mantenere la vecchia interfaccia
BCPL (e il relativo globai vector) in mo-
do da garantire il funzionamento del
software esistente (e di quello scritto in
BCPL).
Tuttavia, già a partire dalla prossima
versione (t.5 o 2.0?), la compatibilità
BCPL (interfaccia e globai vector) po-
trebbe essere assicurata da una libreria
di sistema caricabile da disco, permet-
tendo cosi di avere una dos. library sen-
za BPTR e BSTR. La nuova dos.library
ha ora dei vettori di libreria standard:
questo significa che tutti quei program-
mi che, avvantaggiandosi delle partico-
larità dell'attuale dos.library, saltavano
direttamente nella routine di dispa-
tching della libreria stessa (giustamen-
te, ndadp) NON funzioneranno.
Sono state aggiunte una quantità con-
siderevole di nuove funzionalità: ora la
libreria integra un gran numero di fun-
zioni presenti nella arp. library (grazie alla
collaborazione di Charlie Heat della Mi-
crosmith) tra le quali:
— pattern matching;
— parsing degli argomenti (tipo
GADS):
— conversioni di date in stringa e vice-
versa;
Questa é la Simobtle e
non SI tratta, come
semDrarebbe, di un vi-
deogioco da Arcade È
un vero e proprio »•
mulalore di guida Iper
Autoscuola) Dasato su
un Amiga 2000 com-
pleto di videodisco II
computer esegue i co-
mandi impartii! dal pi-
hla e visualiiia sem-
pre il relativo percorso
elfelluato La poltro-
na. inoltre, riproduce
con I SUOI movimenli
servocontrollaii le
eventuali asperità del
— funzioni stile UNIX (printf, puts, ecc.)
utilizzabili anche con i file handle Ami-
gaDOS;
— variabili di envìronment globali e lo-
cali.
Inoltre è ora possibile eseguire un
certo numero di operazioni, precedente-
mente accessibili solo tramite pacchetti
0 chiamate dirette ai device. quali For-
mat. Inhibit, Relabel e AddBuffers. La
dos.library offre inoltre i seguenti mi-
glioramenti al GLI:
— supporto di ARexx nella Shell;
— integrazioni di tutti i comandi per gli
script file nella Shell (ovvero, sono parte
integrante della Shell stessa).
— cut e paste nelle window aperte su
CON;
— simple refresh nelle window aperte
su CON.
— scrolling history opzionale;
— editing stile PET(!) opzionale.
Per quanto riguarda i) file System, o
meglio il Fast File System (FFS), questo
é ora parte integrante del ktckstari. per
cui sarà possibile utilizzare floppy for-
mattati sia Old File System (OFS) sia
FFS. In particolare, l’OFS viene emulato
dal FFS, aumentandone le velocità di
lettura e scansione directory. Il file Sy-
stem ora supporta il record locking. per
l'accesso condiviso o esclusivo a record
da parte più processi, magari in esecu-
zione su più macchine connesse in rete
locale (ogni riferimento ad ADPnetwork
è «puramente casuale». .), e i link tra
file, sia Soft che hard. Per chi non lo
sapesse, un link tra file consiste nell'ac-
cedere ad uno stesso file tramite nomi
differenti come se si trattasse di file
Forza Italia!
Durante lo Show Off svoltosi nell'ultimo
giorno della conferenza abbiamo potuto
vedere all'opera il software messo a punto
dai nostri connazionali. Oltre alla nostra
TokenFree Network, di cui vi abbiamo già
riferito, erano infatti presenti alcuni svilup-
patori commerciali con applicativi che spa-
ziavano dalla grafica al word processing,
senza contare pacchetti di contabilità Ma
andiamo con ordine
Cominciamo dalla Buccio Computer
Graphics di Catania che esponeva la sua
WindoVid. la innovativa video vetrina che
permette, grazie ad Amiga, di «animaren le
normali vetrine dei negozi in modo interat-
La Mobysoft di Milano mostrava il suo
software, orientato alla post-produzione
grafica, di rendering di oggetti in movimen-
to con una risoluzione, in termini di numero
di colori contemporaneamente visualizzabili,
maggiore dello standard di Amiga per mo-
dalità non HAM
La PfoMIND di San Sisto (PG) espone-
va un pacchetto di contabilità ordinaria in
partita doppia, un pacchetto di fatturazione
e un pacchetto di gestione magazzino uti-
lizzabili singolarmente oppure collegabili Ira
loro.
La Cloanto Italia di Udine, rappresentata
da Michele Console Batiilana, esponeva
invece la nuova versione del suo word
processor C1-Text, giunto alla 2.1. che ag-
giunge la possibilità di pilotare stampami
PostScript.
Infine, la Technodata Europa di Casal-
nuovo (NA) presentava il nuovissimo scan-
ner portatile a colori della Sharp collegato
tramite l'interfaccia hardware prodotta dalla
ASDG, nota casa statunitense con la quale
la Tecnodata ha raggiunto un accordo di
collaborazione.
62
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
ANCHE PANASONIC
E' ENTRATA NELLA
NOSTRA RETE
E LA VOSTRA RETE
HA BISOGNO
DELLA NOSTRA
Bella, bianca, flessibilissima,
una KX- PI 124 ha una testi-
na a 24 aghi, un' interfaccia pa-
rallela Centronics di serie e 6
ottimi caratteri.
Immaginatela nel vostro uf-
ficio in una delle sue straordi-
narie performances:
trascina sia a traino che a spin-
ta, è bidirezionale, fissa i mar-
gini e accetta il foglio da sopra
da sotto da avanti e da dietro,
anche automaticamente.
Fatela esibire in uno dei suoi
numerosissimi passi di stampa
con nastri originali e tutti gli
optionals.
Panasonic^
Office Aiitomanon^^i^
Non vi deluderà.
Ma se a questo punto dite che
una stampante l'avete già, veni-
te da noi di Tecnodiffusione e
fate un confronto diretto.
Vi accorgerete subito che di vol-
teggiare con eleganza cumuli di
lavoro, è capace solo una stam-
pante in gamba Panasonic.
Esclusivamente Panasonic.
In esclusiva da Tecnodiffusione.
TECNO
DIFFUSIONE
URETE NAZIONALE
ncNo
OIFFUtlONE
lOBiMO
Oli '304443
ncNo
DIFFUSIONE
PADOVA
049-8071433
TECNO
DIFFUSIONE
PISA
0587 - 730593
TECNO
DIFFUSIONE
MILANO
02-4401953
TECNO
DIFFUSIONE
IE09IO EMILIA
0522 -£4040
TECNO
DIFFUSIONE
SOMA
06 - 4917832
AMIGA
3rd EUROPEAN DEVELOPERS
CONFERENCE
Lo siati Amiga. Da sinistra- Jay Minar — progeWsla hariMare ideatore dei Ire civp cuslom di Amiga. David Haynig — progettista hardware del bus Amiga 2000 e
di penleriche. Caiolyn Scheppner — manager supporto tecnico di Amiga Imiss IFF ehehehl Randell Jesup — responsabile sviluppo dell'AmigaOOS John
Toebes - programmatore del BLink. SAS Inslitute/The Software Disiilleiy Jelirey Poner — direttore sviluppo prodotli Andy Finkel — manager sollware di Amiga
Sleve Beate — responsabile sviluppo del Fast File System
differenti: ovviamente ogni modifica ef-
fetti^ata al file tramite uno qualsiasi dei
link esistenti sarà visibile anche da tutti
gli altri ma per cancellare definitivamen-
te un file occorrerà rimuovere ad uno ad
uno tutti i link esistenti.
Il disk-validator è ora parte integrante
del FFS ed è in grado di correggere
automaticamente gli errori meno gravi.
Sempre a proposito di unità a dischi, il
trackdisk.device offre le seguenti nuove
caratteristiche:
— opzione no-click per i drive in grado
di supportarla; — numero di buffer va-
riabile: — rilascio dei buffer quando
un'unità non é più in uso;— minore
uso della 'CHIP' RAM (quando è pre-
sente la 'FAST' RAM):— migliore con-
trollo degli errori e velocizzazione gene-
rale.
Il Workbench e le Preferences sono
stati totalmente cambiati. Tra le caratte-
ristiche salienti del nuovo Workbench
possiamo citare;
— possibilità di aprire il WB m una
window non backdrop:
— nuovo layout dei menu, ora più ra-
zionale;
— possibilità di avviare applicazioni al
lancio del WB;
— possibilità di «fissare» icone nella
backdrop window;
— esecuzione asincrona della maggior
parte delle operazioni (Ioad. copy, rena-
rne. info, ecc.);
— routine di cleanup più intelligente;
— possibiltà di aggiungere alla barra
dei menu applicazioni personali, tramite
la workbench. library;
— esecuzione dei comandi CU diretta-
mente da WB.
Le Preferences, dal canto loro, sono
state interamente riscritte. Ora sono
state divise in tanti moduli separati, uno
per ogni funzionalità (pointer, serial,
ecc.), in modo da essere facilmente
aggiornabili ed espandibili.
Di nuovo c'è la possibilità di definire
l'area di overscan per il WB. l'apertura
del WB in uno schermo di differente
risoluzione o con un numero di colori
(ovvero di bitplane) differente, la possi-
bilità di avere un mouse con sposta-
mento proporzionale, la possibilità di
cambiare il font di default al WB e al
sistema, più un numero di altre presta-
zioni non elencabili qui.
Tra le altre nuove possibilità del soft-
ware 1.4 possiamo citare:
— implementazione di ARexx come
parte dei software di sistema;
— accessibilità tramite funzioni di siste-
ma all' orologio tamponato;
— supporto per unità multiple di RAM
disk resistenti al bootstrap (RAD);
— inserimento nel kickstart di una li-
breria matematica IEEE in singola preci-
sione in alternativa alla libreria FFP. La
nuova libreria utilizzerà il coprocessore
matematico, se presente, in modo auto-
matico.
— impacchettamento di file piccoli in
blocchi unici (solo per il RAM disk).
Stesso discorso per le variabili di ENVi-
ronment:
— implementazione della librerie sha-
red di sistema;
— iffparse.library. per una più comoda
gestione dei file IFF;— ASL.Iibrary, per
una gestione standard di requester di
file e font;— commodities. library, per il
coordinamento e controllo degli input
handler.
E non è tutto...
Ce ne è di roba, eh? La prima impres-
sione che abbiamo avuto facendo girare
i pacchetti applicativi attualmente in cir-
colazione è di un sensibile aumento
della velocità per quanto riguarda la
grafica e gli accessi ai floppy. Ovvia-
mente ci sarebbe voluto un tempo mol-
to maggiore per "saggiare" tutte le
nuove funzionalità: vorrà dire che quan-
do sarà ufficialmente disponibile sul
mercato provvederemo a fare una prova
dettagliata. Non possiamo terminare
senza dire che finalmente l'Amiga ha un
software di sistema veramente invidia-
bile e dall'aspetto decisamente più pro-
fessionale, specialmente per quanto ri-
guarda l'interfaccia grafica verso l'u-
tente.
Nuove Periferiche
Molto seguito alla DevCon l'interven-
to riguardante la presentazione di nuove
(alcune non troppo nuove...) periferiche
per Amiga 500 e 2000. Infatti, alcune di
queste le abbiamo già viste allo SMAU
ma, evidentemente, su certi mercati
europei non avevano ancora visto la
luce. E il caso, ad esempio, del delizioso
harddisk A590 per l'Amiga 500 che,
oltre ai canonici 20 mega di supporto
fisico, offre l'opportunità di installare
all'Interno ben due mega di fast ram per
il sistema e. esternamente, altri device
SCSI grazie ad una porta aggiuntiva
disponibile sul retro. Discorso simile per
la processor board A2630 in listino da
mesi e, per chi non lo sapesse, dotala
64
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
ANCHE LOGITECH
E' ENTRATA NELLA
NOSTRA RETE
E LA VOSTRA RETE
HA BISOGNO
DELLA NOSTRA
Ogni rete è tirata sù dalla ma-
no dell’uomo.
Non statevene con le mani in
mano.
Afferrate un Logitech Mou.se
PS / 2 e fatelo scorrere dolce-
mente sulla scrivania, vi ac-
corgerete che è piccolo, com-
patto, adattabile a qualsiasi
impianto ed estremamente sen-
sibile.
Poi passate ad un TrackMan
Stationary Mouse, lasciatelo
fermo e muovete solo le dita:
vedrete cosa è in grado di fare
se gli fate girare la pallina.
Se però desiderate scansare
lOBITlCH
ogni tipo di fatica, ricorrete al-
lo ScanMan, che volta, incolla,
colora, ingrandisce, stampa, ta-
glia, inserisce, inverte, ruota e
ridimensiona per voi.
Ora pensate che tutto questo è
fornito, garantito e assistito dal-
la nostra rete di distribuzione
Tecnodiffusione.
Quand’è che qualcuno potrà
darvi di più?
Mouse e poi mouse!
TECNO
DIFFUSIONE
U RETE NAZIONALE
ncNo
DIFFUSIONE
TOUNO
Oli
ncNo
DIFFUSIONE
PADOVA
OM-S07ld32
TECNO
DIFFUSIONE
PISA
0587 - 730093
TECNO
DIFFUSIONE
MILANO
02-4401953
TECNO
DIFFUSIONE
aseeio Emilia
052? -556040
recNo
DIFFUSIONE
•OMA
05-5917832
AMIGA
3rd EUROPEAN DEVELOPERS
CONFERENCE
di processore 68030 a 25 MHz. copro-
cessore matematico 68882. MMU per il
funzionamento sotto UNIX e due mega
ram espandibili a quattro, a 32 bit. An-
che la scheda multi seriale A2232, che
offre ben 7 porte RS-232 fino a 19200
baud runa, s'era già vista in quel di
Milano già mesi orsono. Interessante
leggere, dalla documentazione rilasciala
ai partecipanti, che sono disponibili i
driver per la multisenale sia per Amiga-
DOS che per Unix e non solo per que-
st'ultimo come c'era sembrato di capire
m precedenza.
Nel mondo della grafica nasce la nuo-
va scheda A2410 capace di 1024x768
pixel non imerlacciati, 256 colori visua-
lizzabili contemporaneamente su una
palette di 16 milioni di colori, 2 BitPlane
di overlay, processore grafico Texas In-
struments TMS 34010, conformità allo
standard TIGA (Texas Instruments
Graphics Architecture), utilizzabile sia
sotto AmigaDOS che sotto UNIX.
DeH'A2024, il monitor monocromati-
co ad alta risoluzione, se n’era già parla-
to, ma abbiamo ora qualche informazio-
ne in più da rigirarvi. Innanzitutto è
utilizzabile da tutti gli Amiga con almeno
1MB di ram. Le risoluzioni sono quelle
standard PAL o NTSC a seconda dei
paesi più una super hires da 1008x800
per l'America e 1008x1024 per l’Euro-
pa Supporta l’overcan orizzontale e non
necessita di modifiche all'unità centrale
per funzionare.
ADPnetwork alla DevCon
Su espresso invito della Commodore
Italiana, durante lo show off tenutosi
nel pomeriggio dell'ultimo giorno della
conferenza, é stata esposta al folto pub-
blico di sviluppatori Amiga la rete AOP-
network v3.1 (di Andrea de Prisco) più
l'AmigaDOS-LAN interface vi .0 (di Mar-
co Ciuchini e Andrea Suatoni) sotto il
comune (e provvisorio) nome di Token-
Free Network. A tal proposito intendia-
mo scusarci con i lettori per il mancato
appuntamento co! consueto articolo ri-
guardante l'argomento su questo nu-
mero di MC, mancanza dovuta proprio
alla DevCon che ci ha portato via un bel
po' di giorni (e notti) di preparazione e
messa a punto per un avvenimento cosi
importante.
Possiamo ritenerci più che soddisfat-
ti: nonostante la lentezza del collega-
mento seriale tra le macchine (31250
baud saranno moltissimi per la telemati-
ca ma sono molto pochi per un networ-
king che si rispetti...) l'interesse dei
visitatori era soprattutto rivolto alta vi-
sione distribuita delle risorse disponibili
sulla rete, tutte accessibili da ogni mac-
china e tutte raggruppate sotto un co-
mune device logico «net;» riconosciuto
dalla stragrande maggioranza delle ap-
plicazioni già esistenti. Eh, già! La no-
stra rete, si può dire, è proprio traspa-
rente: anche il WorkBench (perfino
ri .4!) rimane ingannato credendo di
avere a che fare con una normalissima
unità a dischi invece che con un insie-
II C.A.T.S. in Italia
Chi é interessato a far parte del Commo-
dore Amiga Technical Support messo a
disposizione dalla Commodore, può con-
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«commerciali» Naturalmente l'apparte-
nere ad una categona o ad un'altra per-
mette di usufruire di un numero minore o
maggiore di servizi offerti e nell'avere un
contatto più 0 meno diretto con gli esper-
ti Amiga americani ed europei
me anche enorme, di macchine e devi-
ce collegati in rete. C'è stato finanche
chi ci ha chiesto di distribuire il prodotto
all'estero, dalla Turchia alla Finlandia.
daH’Austria all'Australia. Non male, ve-
ro? Figuriamoci se non avessimo avuto
il (temporaneo ehm. .) handicap del col-
legamento via RS-232. Vorremmo solo
provare a descrivervi lo sguardo sbigot-
tito di chi ha visto scorrere contempora-
neamente su tutt'e tre le macchine che
avevamo a disposizione il type di tre file
remoti (relativamente ad ogni macchina
che effettuava il type), staccando il col-
legamento per provare che una volta
riattaccato tutto continuava dal punto
interrotto senza assolutamente battere
ciglio. Oppure, tramite WorkBench,
spostare file da una macchina ad un’al-
tra. caricare applicazioni presenti sull'A-
miga 500 e leggere file dall'HardDisk
dell'Amiga 2000. 0, ancora, eseguire un
candido «assign» sulla directory C della
macchina accanto, per adoperare i co-
mandi installati su quella macchina co-
me fossero presenti su nostro HD...
che non c'é!
Il tutto condito da un buffo sprite a
forma di «pallina Amiga» che durante
tutta la demo (quindi mentre erano in
corso gli esperimenti sul file System
distribuito «net:») si divertiva a rimbal-
zare tra un monitor e il successivo (ov-
vero, uscendo a destra da uno scher-
mo. compariva nello stesso punto del
monitor successivo a sinistra) per poi
tornare indietro: ADPnetwork, infatti,
non fa altro che mettere in comunica-
zione processi o task in esecuzione su
macchine diverse. Task e processi che
possono essere si handler e server, ma
anche (simultaneamente) applicazioni
distribuite su macchine in rete, come il
demo (nel demo) della pallina pazza.
Insomma crediamo che. più di tutti, a
divertirsi come matti, siano stati proprio
i tre Amiga in rete impegnati a giocare a
palla-pallina... mc
MCmicrocompuier n. 94 - marzo 1990
ANCHE WYSE
E' ENTRATA NELU
NOSTRA RETE
PER POTENZIARE
LA VOSTRA
Quando un sistema è messo in
difficoltà da un mare di infor-
mazioni forza 8, allora dev'es-
sere potenziato.
WYSE
grande flotta di computer che.
in quanto a tecnologia, assorti-
mento ed eleganza, va a vele
spiegate.
E WYSE lo sa.
Solo un sistema WYSE 3225 sa
navigare in acque agitate come
server di rete, rispondere ad esi-
genze diverse come Work-
station o affrontare le peggiori
tempeste come piattaforma mul-
tiutenza.
Perfetto e compatto, stiva la
marea di dati che rischia di far
naufragare i vostri programmi,
con la velocità di elaborazione,
la potenza e la versatilità più
sorprendenti della sua categoria.
Non a caso è Tammiraglia della
WYSE SYSTEM 386. una
Se anche la vostra attività va
sempre più a vele spiegate, non
rischiate la deriva ma potenziate
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Macintosh Portable
di Raffaello De Masi
Q ualche anno fa. parlando con il
dr. Turco, dirigente del reparto
esplosivi della SNIA Viscosa, mi
e capitato di notare (e lui fu pienamente
d'accordo) che la tecnica si sta evolven-
do in una maniera strana; mentre i suoi
frutti divengono sempre più facili, sicuri,
efficienti, il retroterra progettuale sì fa
sempre più oscuro, complesso, intricato
fino a divenire frutto di sfoni congiunti
di persone o reparti sempre meno inter-
cambiabili tra loro.
La cosa, non certo paradossale nella
sostanza, lo diviene, dicevamo, nella
forma, in quanto l'utente (e qui sta
l'assurdo) per offenere il massimo dal
prodotto diviene sempre più ignorante
di come questo massimo viene offenu-
fo e sopraffuffo (e questo é grave)
diviene sempre più succubo dei voleri e
delle esigenze del prodoffo sfesso. È il
caso dei mezzi di comunicazione, come
delle automobili, degli elettrodomestici
e. perché no, del software, di sistema o
applicativo, più moderno e proprio del-
Thardware stesso.
Una volta c'era gente che conosceva
a memona il confenufo di tutte le loca-
zioni di ROM del suo Apple II o del suo
TRS/90. oggi pur usandolo in maniera
professionale almeno otto ore al giorno,
ignoro il 90% delle combinazioni di tasti
del mio Word 4. Vent'anni fa. quando
ero ragazzo, ero capace di smontare e
rimontare in venti minuti (chi non l'ha
latto!) pezzo a pezzo il carburatore della
mia 127: oggi l'alimentazione della mia
Volvo 480 é composta da 4 iniettori
sigillati e una centralina che sta m un
pugno della mano.
Quando mi sono frovafo davanti il
Mac Portatile ho pensato: ecco qua.
abbiamo saltato il fosso! Finora nel mio
Mac riuscivo a metterci le mani e a
capire cosa. era questo e quel pezzo;
adesso mi trovo con una macchina ben
più sofisticata, e non ci penso nemme-
no a cercare di capire come é fatta; é
più forte di me!
Solo l'esigenza di scrivere questo arti-
colo mi ha spinto a fenfare ancora e a
mettermi di buzzo buono a sfidare l'i-
gnoto.
Ma fino a quando ce la (arò?
74
MCmicrocomputer n. 94- marzo 1990
PROVA
MACINTOSH PORTARLE
Mscintoth Portable
La macchina
A cosa serve e soprattutto a chi serve
il Portatile Mac? Qual è la categoria di
utenza che chiama all'acquisto?
All'apparenza questa nuova macchina
si presenta come un laptop. anche se le
dimensioni non sono delle più piccole e
la massa non è quella di un peso mo-
sca. Ciononostante, almeno per adesso,
classifichiamolo in questa categoria, sal-
vo poi ricrederci, come succederà, nel
finale.
Del laptop questo Mac ha tutto e più;
la forma è quella, la portabilità è (quasi)
quella, l’ingombro tutto sommato è ac-
cettabile, la qualità della realizzazione,
almeno dall'esterno è notevole; vedia-
mo cosa succede ad aprirlo.
Innanzi tutto la confezione. La mac-
china è custodita in una robusta scatola
di cartone ondulato di classica fattura
Apple, bianco e dotata. aH'interno. di
costolature in polistirolo espanso. La
macchina è racchiusa nella sua valiget-
ta-contenitore, un grosso borsone di
squisita fattura e di sobria eleganza che
meriterebbe la firma di qualche stilista:
la qualità del materiale impiegato è ec-
cellente e la macchina risulta ben pro-
tetta da urti e scossoni; non manca una
pratica tracolla, sebbene una impugna-
tura flottante e dal diametro piuttosto
grosso renda il trasporto agevole e pra-
tico.
La borsa è un vero e proprio abitacolo
per la macchina; In essa sono ricavate
con notevole cura e architettura accura-
ta una sene di tasche chiuse con strisce
di velcro e destinate a contenere ma-
nuali e dischetti; un apposito scomparti-
mento rigido è poi destinato a conserva-
re l'alimentatore, l'eventuale batteria ri-
Dlstiibutoro;
Apple Computer
Via Rivoltane, 8
20090 Segrete /Mll
Prezzi: (IVA esdusa)
Apple Portable MC68C000. 15.66 MHi 1
Mbyte Rom, 512' K Rem. 2 floppy 3.5", 1.4
Mbyte. Mouse aggiuntivo batterie ricaricabi-
li e alimerìtalore da rete L. 8.800.000
idem con HD 40 Mbyte L. 10.200.000
• modem irtterno 2400 baud: L. 870.000
• correttore d'errore
per Io flesso L. 210.000
• batteria di ricambio: L 70.000
• tastierino numerico
aggiuntivo L. 90.000
• espansione 1 Mb RAM: L. 900.000
caricabile di riserva, e il mouse, il tastie-
rino numerico aggiuntivo o la trackball.
Tutto è studiato all'insegna dell'ergono-
mia. con piccoli spazi per penne, block-
notes, calcolatrici; un vero beauty case
per calcolatori.
La macctuna aperta: lo
schermo-coperchio si
ampiezza dello scher-
loggiare il trackball, e
la tastiera standard,
dal tocco piacevole e
Le prime volte si incontra qualche
dillicoltà ad aprire la borsa nel verso
giusto, visto che va aperta «capovolta»;
mi spiego: in una normale valigetta il
coperchio ha uno spessore minore del
fondo; qui avviene il contrario e la parte
superiore si apre a filo del fondo con-
sentendo una presa efficace e più age-
vole della macchina.
Completano la dotazione due conteni-
tori in polistirolo: il primo, che funziona
anche da riempitivo, custodisce la tra-
colla (é prevedibile che, in altre configu-
razioni. sia destinato ad accogliere la
batteria di riserva e il tastierino numeri-
co aggiuntivo); il secondo contiene il
blocco della manualistica standard, rap-
presentata da 5 volumi (I primi tre sono
quelli già visti in altre configurazioni
(manuale utente e sistema operativo,
manuale delle utility e manuale Hyper-
Card] gli altn due sono nuovi e rappre-
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990
75
PROVA
MACINTOSH PORTARLE
sentano il primo il vero e proprio ma-
nuale dedicato, il secondo una guida
rapida di riferimento alle caratteristiche
e alle funzionalità della macchina).
Il software fornito è rappresentato dal
sistema operativo giunto alla versione
6.4. e qui customizzato per adeguarsi
alle funzionalità della macchina; è da
rilevare che adesso l'installazione (e l'e-
ventuale upgrading) di più vecchie relea-
se del System-Finder anche su macchi-
ne diverse da questa è completamente
guidato da menu, anche per quanto
attiene alla installazione delle periferi-
che (abbiamo trovato tra l'altro la nuova
release del driver della Laserwnter. che
ha superato un fastidioso bug presente
nelle versioni precedenti). C'è poi il dop-
pio dischetto delle utility, alcune delle
quali upgradate, e un disco HD con una
prova guidata della macchina piuttosto
divertente. Termina la dotazione il soft-
ware di HyperCard, ancora in attesa
della versione 2, più volte annunciata.
Completa il tutto una massa di fogli
volanti (garanzie, upgrading, etichette
autoadesive), l'alimentatore universale
(ingresso 85-27 V. 48-62 Hz / uscita 7.5
V. t.5 A nominali), e il classico mouse,
oltre a due simpatiche etichette in pla-
stica di quelle che si usano sugli aerei
per identificare i bagagli.
Descrizione esterna
La prima cosa che colpisce di questo
Mac Portable sono te. sua dimensioni
esterne ed il peso. É soprattutto lo
spessore quello che si fa notare, anche
se il peso (circa 7 kg) è appena al di
sopra degli standard per questo tipo di
macchina,
In estetica la macchina non è rivolu-
zionaria; l'elevata altezza e lo spessore,
come dicevamo non esiguo, si abbinano
a forme squadrate e colore grigio argen-
to (come viene definito dall'Apple stes-
sa), cosa che determina un aspetto se-
vero della macchina stessa. Un tentati-
vo, peraltro ben riuscito, di abbellimento
è dato dalle feritoie trasversali presenti
sia sul coperchio che sul corpo macchi-
na e aH'interno. sulla tastiera (hanno tra
l'altro anche compito di aerazione).
Il coperchio, die occupa i 3/5 della
superficie superiore, si apre a compas-
so per circa 140°, è incernierato su tre
punti e incorpora, al centro, il display di
dimensioni superiori a quello presente
sulla serie Plus-SE dO" - 21.5 x 13.5
cm). I due lati restano liberi per circa 6
cm e riportano una cavità che ospita la
protuberanza del trackball; la tastiera è
completamente smontabile per consen-
tire lo spostamento del trackball a sini-
stra per i mancini, o per eliminarlo a
favore di un tastierino numerico; a tal
proposito si ricorda che viene fornito di
serie un classico mouse Apple che, in
alternativa, va inserito in una porta del-
l'Apple Desktop Bus.
L'apertura avviene spingendo verso il
corpo macchina il maniglione superiore,
che sporge per circa 1 cm. Per lasciare
la più ampia libertà di movimento sulla
tastiera, i progettisti hanno integrato la
maniglia de) coperchio mobile. Ciò as-
sieme a una articolazione non rigida
degli spigoli della maniglia e a un gioco
a vuoto del coperchio-schermo di circa
1 0° dà all'insieme una parvenza di debo-
lezza intrinseca che non risponde a veri-
tà. ma che non fa certo un bel vedere.
Manca qualunque manopola o cursore
per la regolazione del display; tutto ciò
avviene via software, attraverso un'ap-
posita finestra del pannello di controllo
del sistema operativo.
Lo schermo, del tipo a cristalli liquidi
a matrice attiva (LCD), non retroillumi-
nato. ha una visibilità eccellente in buo-
ne e medie condizioni di illuminazione;
quando queste divengono scarse e pro-
blematiche occorre giocare un poco con
le fonti di illuminazione per avere un
ambiente di lavoro adeguato. La risolu-
zione è a dir poco fantastica; finalmente
sullo schermo si può disegnare con
risoluzione di 0.1 mm con i nuovi tool
da disegno, senza che i tratti siano del
tutto simili a quelli 1 0 volte più spessi, e
occorra stampare sulla Laser per vedere
il risultato finale.
La macchina da noi provata era dotata
di 1 Mb di RAM, di un disco rigido da 40
Mega nominali e di una unità floppy ad
alta densità (in gergo Apple un Hyperdn-
ver), da 1.4 mega. I driver son posti alla
estremità destra, l'uno sull'altro.
Su retro sono presenti ben dieci porte
o comunque aperture; da sinistra a de-
stra: la porta per l'adattatore video
esterno, poi la porta (RS232) di interfac-
cia con HD non SCSI o con driver da
800 0 1.4 aggiuntivi, la porta SCSI starv
dard. Segue un'apertura, coperta da
uno sportellino che custodisce l'aggan-
cio per il Secunty Kit (un cavetto d'ac-
lerrupl prolerii dalla
«
76
MCmIcrocomputer n. 94 - marzo 1990
PROVA
MACINTOSH PORTABLE
ciaio per ancorare alla scnvania la mac-
china, un vero e proprio sistema hard-
ware contro i furti), e una seconda
apertura, anch'essa mascherata, per la
porta DAA dell'eventuale modem inter-
no. Segue una (sola) porta Apple Desk-
top Bus, le due classiche porte seriali
per il modem e la stampante, e il jack
audio stereofonico; l'ultima fessura é
riservata al jack dell’alimentatore.
Questo è rappresentato da una scato-
letta insolitamente leggera, di dimensio-
ni contenute (10x6x4, 300 g compreso
il cavetto di connessione, fisso, ma un
poco corto); non si riscalda neppure con
un uso prolungato, ma manca di una
spia di accensione come manca la stes-
sa macchina di un qualsiasi segnalatore
di «sottocarica»
Il lato destro é occupato da tre pul-
santi ben (giustamente) mimetizzati e
difficili da raggiungere: sono i soliti tasti
di reset totale>di interrupi già noti sulle
altre macchine ma qui dotati di una
«sicura» che ne inibisce l'uso involon-
tario.
La tastiera é quella standard della
serie SE (la nostra era una QZERTY. ma
è possibile avere la QWERTY a richie-
sta), con 63 tasti in quanto manca del
tastierino numerico installabile opzional-
mente. A destra è sistemato il trackball,
realizzato dalla Logitech, di ottima fattu-
ra e di tocco e sensibilità micrometrica,
ben maggiore del mouse a strisciamen-
to; si tratta di una periferica che richie-
de un piccolo periodo di adattamento,
ma che una volta avuta sotto controllo,
non fa davvero rimpiangere il classico
mouse per efficienza, rapidità e finezza
di tocco.
Finito! All'esterno non c’è più nulla.
neppure il tasto d’accensione; questa
avviene via software premendo un qual-
siasi tasto mentre lo spegnimento è
guidato da menu, come accade nella
serie II.
Il software di sistema
La macchina dispone del più recente
software di sistema disponibile, il 6.4,
che è stato customizzato per sen/ire le
particolari esigenze. I progettisti Apple
ne hanno approfittato per modificare il
sistema di base in modo da rendere del
tutto automatica l’Installazione.
La vera novità di questo sistema è la
gestione via software e via video delle
caratteristiche peculiari di questa mac-
china. Il menu strumenti possiede una
nuova opzione dedicata alle operazioni
di spegnimento; oltre al comando rìav-
via e smetti esiste una terza opzione,
detta «Stop» che è quella davvero spe-
cifica per questa macchina.
Il Macintosh portatile è fatto per rima-
nere sempre acceso; e di fatto lo è;
occorre però intenderci su tale afferma-
zione.
A meno che non si desideri altrimenti
(né si capisce bene perché uno dovreb-
be desiderarlo) il sistema operativo è
costruito in modo che. quando l'utente
0 le periferiche non hanno interazioni
con il computer per 15 secondi, la mac-
china rallenti la sua attività portando il
clock da 16 MHz a 1 MHz, sistemando-
Le caratteristiche del Macintosh Portable
Processore Motorola MC68HCOOO Mb con clock a 156.672 MHz
Memoria RAM 1 Mb espandibile a 9 Mb
512 Kb ROM, espandibile a 4 Mb
128 byte di memoria per parametri impostabili dall’utente
Memorie di massa HD interno da 40 Mb nominali
Floppy disk DDHD da 1.4 Mb
Interfacce
1 connettore Apple Desktop Bus
2 porte seriali RS232422
MICRnnettore seriale interno per modem
1 porta video
1 interfaccia SCSI
1 connettore audio per amplificatore esterno
Generatore di suono con chip dedicato; suono a 4 voci con
conversione a 8 bit D-A; frequenza di campionamento a 22 kHz
Alimentazione
autonoma con batterie ricaricabili (7.5 V nominali)
con alimentatore (120/240 V nominali, 40/60 Hz)
Tastiera QZERTY/QWERTY incorporata standard
Trackball incorporata
Mouse aggiuntivo a basso consumo
Dimensioni e peso
Peso 2 FD
1HD-1FD
Peso 2FD 6.25 kg
1 HD-1FD 7.16 kg
Altezza 53.54 mm (aperto 279.4 mm)
Larghezza 387.35 mm
Profondità 365.25 mm
Attrezzature collegabili:
Hard disk aggiuntivi (prot. SCSI, con uscita DB-25)
Compact Disk CD-SC
Tape Apple SCSi
Scanner Apple
Tutte le stampanti Apple, dalla Imagewriter alia LaserWriter lINTX,
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
77
PROVA
MACINTOSH PORTARLE
Esso si comporta come un vero e
proprio dischetto da 3.5 pollici; esso si
può inizìalizzare, spostare sulla scriva-
nia, aprirle e chiuderle; possiede il solo
difetto che é volatile, vale a dire che in
caso di taglio della alimentazione della
macchina il suo contenuto va perso.
La vera utilità, nel nostro caso, è
data dalla possibilità di usare il di-
sco virtuale come disco d'avvio;
fatti I debiti conti della memoria
disponibile (sono necessari al-
meno 2 Mb di ROM. ma ci si
sta piuttosto strettini). si può
installare in essa il sistema ope-
rativo e una o più applicazioni più
frequentemente usate L'accesso è
davvero fulmineo e viene cosi tagliato
fuori Thard disk, con i suoi problemi di
consumo e gestione; tenendo conto
che neppure in caso di reset attraverso
l'apposito tasto il contenuto della RAM
Disk va perso, i vantaggi di poter dispor-
re di tale utility sono più che ovvi.
Prima di chiudere questa finestra, ve-
diamo che in basso a sinistra esiste la
possibilità di settare un orario per
l'autoaccensione della macchina; pec-
cato non SI possa eseguire un setup
periodico (ad esempio giornaliero).
Chiusa una finestra ne apriamo un'al-
tra: quella relativa allo stato della batte-
ria. Il livello di carica viene controllato
attraverso l'omonimo accessorio di scri-
vanìa; esso indica in maniera piuttosto
pittoresca la quantità di carica già utiliz-
zata e se l'alimentatore sta ancora prov-
vedendo a ricaricare la batteria stessa.
Questa finestra, che conviene tenere
costantemente aperta sulla destra dello
schermo, possiede un indicatore di ali-
mentazione di rete, che visualizza l'atti-
vità dell'alimentatore, un indicatore del
livello di carica, con visualizzazione del
mimmo livello di sicurezza, e un tasto di
stop, del tutto simile a quello del menu
Strumenti (ne parliamo tra poco). Quan-
do la batteria scende al di sotto di un
livello mimmo, viene visualizzata una
sene di messaggi che avverte l'utente
della mancanza di energia; dopo quattro
messaggi intervallati di un periodo di
tempo proporzionale all'esaurimento
progressivo della carica, il computer
cessa automaticamente qualunque atti-
vità. e l'energia residua viene utilizzata
per mantenere il contenuto della me-
moria per circa 5 giorni La macchina
può essere riattivata solo collegando
l'alimentatore; trascorsi cinque-sei gior-
ni il contenuto della RAM è perduto e la
macchina si ritrova nel suo stato iniziale.
E ritorniamo di nuovo al menu Stru-
menti per una panoramica delle modali-
tà di spegnimento della macchina. Esse
sono tre: "Smetti", che spegne la mac-
si in uno stato dì riposo,
una specie di stato di anima-
zione sospesa da cui immediatamente
si risveglia appena viene svolta qualun-
que attività.
La funzione è del tutto trasparente
all'utente, ma sen/e a risparmiare ener-
gia che viene in questo caso prelevata
dalla batteria in maniera del tutto irriso-
ria (l'autoscarica della batteria è di circa
5 volte maggiore del prelievo necessa-
rio per mantenere lo status quo della
macchina); c'è da fare però i conti con
le altre periferiche che all'atto pratico
prelevano i maggiori quantitativi di
energia.
Il più gran divoratore della batteria è
l'hard disk, che è capace di metterla a
terra in meno di un'ora di lavoro conti-
nuato; segue il floppy e lo schermo,
mentre la tastiera e il mouse tradiziona-
le viaggiano su valori modesti; Il track-
ball. infine, ha un assorbimento addirit-
tura di 5 mA, circa 16 volte inferiore a
quello di un mouse delle serie prece-
denti (anche la tastiera é costruita per
avere un assorbimento più basso di
quello delle normali tastiere fornite con
le serie maggiori; circa 20 mA),
Mac Portable è costruito in modo da
economizzare al massimo il dispendio di
energia; poiché il disco rigido è sempre
in movimento chiamando nel pannello
di controllo la funzione Portable si acce-
de a una finestra che consente di rego-
lare dei default di funzionamento di tut-
ta la macchina, in particolare lo spegni-
La pane posteriore aperta, si noli la grossa
ballena di alimeniaiione a. dall’altro iato, t piccoli
driver del lloppy e dell'hard disk, al centro, sulla
moiheiboard. i connelton d'espansione per mo-
dem, RAM ROM e periferiche aggiuntive
mento automatico del disco rigido e
della macchina.
In ambedue i casi non si ha alcuna
perdita di dati involontaria; qualunque
operazione riawierà automaticamente il
disco rigido (il ritardo dovuto al rilancio è
di circa 5 secondi) e le funzioni lasciate
sospese durante la seduta: è possibile
altresì scegliere di lasciare la macchina
sempre attiva se alimentata, ma si trat-
ta di una opzione almeno mutile, e addi-
rittura parzialmente dannosa (lasciare lo
schermo acceso indefinitamente deter-
mina la comparsa di ombre, macchie e
punti scuri sul video, che scompaiono
solo lasciando la macchina a riposo per
un tempo adeguatamente lungo); anco-
ra la stessa finestra consente di settare
il contrasto del video (non c'è regolazio-
ne di luminosità, ovviamente) e di crea-
re un disco RAM di dimensioni scelte
dall'utente in base alla memoria tampo-
ne regolata sul pannello di comando
principale.
Il disco RAM ha grandissimi vantaggi
per cui è opportuno dare a esso uno
sguardo più da vicino; per completezza
di informazione diremo che un RAM
Disk è una porzione di memoria centra-
le utilizzabile per memorizzare le appli-
cazioni e I documenti che si utilizzano
più spesso.
78
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
MACINTOSH PORTA8LE
china, ma non cancella la RAM Disk né
le impostazioni dell’utente. Simile a
"Smetti" è "Riawia" che esegue il re-
boot dell'intero sistema: ma la vera
innovazione é lo "Stop", selezionabile
anche attraverso un apposito comando
del DA Batteria; si tratta del comando di
spegnimento usato praticamente nel
95% dei casi, con esso il calcolatore si
pone in una situazione di stallo simile a
quella che si instaura quando la batteria
mostra la corda. Del tutto identico allo
status dello stop automatico, questo
comando preserva tutte le impostazioni
e lascia aperti eventuali applicazioni e
documenti; toccando un qualunque ta-
sto ci SI ritrova nelle condizioni in cui
avevamo lasciato il tutto.
Il resto è ordinaria amministrazione;
la decina di dischetti disponibili conten-
gono il solito ben di dio cui ci ha abitua-
to Apple, anche se alcune applicazioni,
come II DA Mover e il Disk First Aid
avrebbero bisogno di un po' di lifting.
Descrizione interna
Passiamo aH'interno, Una meraviglia
di compattezza e di ingegnerizzazione; il
guscio è composto di 4 pezzi (oltre il
coperchio-schermo) di robusta plastica
piacevolmente ruvida al tatto, e tutti
sono sistemati a incastro. Alla parte
posteriore si accede attraverso uno
sportellino a cerniera mobile che per-
mette di accedere alla grossa batteria
(anch’essa tenuta al posto da uno spor-
tellino con innesti a baionetta), della
grandezza di una scatola di dischetti da
3 pollici, sistemata sulla sinistra; sulla
destra, in posizione simmetrica e con lo
stesso ingombro, c'è il gruppo memorie
di massa, rappresentato dall'hard disk a
basso profilo e dal driver da 1.4 Mb;
ambedue sono sistemati l’uno sull'altro
in un pozzetto di lamiera stampata e
quello superiore (HO) ha dei risalti che
SI bloccano a scatto in due asole del
contenitore.
La mothe^oard è sistemata sotto il
pannello della tastiera, con la compo-
nentistica stretta in una morsa come la
gente al Carnevale di Rio, vediamo i!
grosso Motorola MC68000HC. in tecno-
logia CMOS, in ordine più o meno spar-
so le RAM (qui 1 Mb, espandibili fino a
9) e le ROM, qui in versione da 512Kb
(contengono tra l’altro anche le routine
di gestione del video, più complesse di
quelle delle macchine dotate di CRT).
Accanto, un piccolo chip da 128 byte,
destinato ad accogliere i parametri im-
postabili dall’utente (è alimentato da
una piccola batteria da 9 volt, che ha il
compito anche di tamponare la memo-
ria durante la sostituzione delle batterie
di alimentazione normali), il piccolo alto-
parlante. il controller integrato di gestio-
ne delle porte e II chip audio, che pilota
un generatore di suono a quattro voci
con conversione a 8 bit (convertitore
digitale-analogico con frequenza di cam-
pionamento a 22.000 Hz). Ancora, co-
me se non bastasse, tra i due blocchi
batteria-memorie di massa ci sono si-
stemati ben quattro connettori di espan-
sione. tutti maschi: il primo da sinistra é
quello per il modem interno, ci sono poi
due pettini a 50 pin per le memorie
aggiuntive e il classico connettore fem-
mina SCSI.
Dalla scheda escono quattro fasci di
cavi tutti dotati di connettore che vanno
alle due memorie di massa, alla tastiera
e al monitor. La tastiera, di basso profilo
è. come abbiamo già detto, assoluta-
mente identica a quella della serie SE;
dal tocco leggero (ma non troppo) è
agevole da usare e non stanca neppure
dopo un lunghissimo uso. I tasti di
centratura del dito medio (il K e il D)
sono fomiti di una lieve prominenza
centrale, facile da individuare al tatto,
anche se si preferisce oggi dotarle que-
sti tasti di una sporgenza laminare alla
base del tasto stesso. Notiamo il persi-
stere della mancanza, sulla tastiera
Q2ERTY, del simbolo del cancelletto
1^1 sostituito da un segno di paragrafo
(§1; per raggiungerlo occorre combinare
i tasti di Shift-Option.
A chi serve Mac Portable?
Chi è il cliente ideale di Mac Porta-
ble? Permetteteci di rispondere con una
considerazione.
Generalmente chi decide di acquista-
re un laptop lo fa come complemento a
una macchina di potenza e classe supe-
riore che già possiede. L’ho fatto anche
io, acquistando un MS-DOS portatile
che mi ha accompagnato durante le
vacanze e che, una volta ritornato a
casa, mi ha consentito di riversare sul
Mac SE/30 su cui abitualmente lavoro la
prima stesura di un libro. Ovviamente
chi compra un laptop sa che, nei con-
fronti della macchina da cui deriva, per-
derà qualcosa, in termini di potenza,
versatilità o semplicemente di como-
dità.
Chi acquista un Mac Portable si ritro-
va con una macchina completa da scri-
vania, in tutto e per tutto simile (e per
certi versi superiore) ad un SE di pari
classe e memoria; l'ergonomia, in ter-
mini di facilità d'uso, di visibilità dello
schermo, di manipolazione della tastiera
MCmicrocompute. n, 94 - marzo 1990
79
PROVA
MACINTOSH PORTABLE
fa rimpiangere poco il fratello maggiore
(si fa per direi. Di meglio c’è l'assenza
del fruscio delia ventola (che nei primi
modelli era davvero insopportabile), un
accesso più rapido all'HD e una maggio-
re velocità complessiva (rispetto al
68000) di almeno il 30% (Microsoft
Word, tanto per fare un esempio viene
caricato in circa 7 secondi, contro gli
oltre 15 di un SE normale). Gran pregio
poi è rappresentato dal RAM Disk, pre-
sente da questa release del sistema
operativo, con operazioni di I/O ad esso
dirette praticamente istantanee.
La tastiera è leggera, di dimensioni
standard, e pur essendo priva di feed-
back e a corsa brevissima, è molto
piacevole al tatto e non stanca neppure
dopo un uso intenso. Lavorare a lungo
con questa macchina è molto comodo,
grazie anche al display di grande leggibi-
lità. ampio e ben orientabile, cosa che
unita al raffinato ambiente di visualizza-
zione proprio del Mac rende operazioni
anche lunghe e di precisione, come il
disegno di piccoli particolari, del tutto
naturale e privo di incertezze D'altro
canto non è qui il caso di tessere le lodi
dell'ambiente operativo delle macchine
Apple, cosa che ne fa un pianeta unico
e del tutto inimitabile.
Il trackball, richiede un minimo di alle-
namento, almeno per chi è abituato al
mouse, ma si dimostra una valida alter-
nativa soprattutto per la sua estrema
precisione di maneggio ed è comunque
molto più indicato de! mouse in un
portatile.
Conclusioni
Quanto costa un gioiello di questa
fatta? Dieci milioni, nella configurazione
con HD come quella da noi provata (che
poi ci sembra essere la soluzione idea-
le). Occorre aggiungere un altro milion-
cino per una espansione di un altro
Mega di RAM. anche essa nella mag-
gior parte dei casi consigliabile e del
tutto indispensabile se si vuol lavorare
col Multifinder, un altro ancora per il
modem, che pare sia di prammatica su
queste macchine e il gioco è fatto.
Certo, non è poco, in confronto alla
concorrenza. Ma poi, ha davvero un
concorrente questa macchina? Credia-
mo di no, sia perché il mondo Macin-
tosh, qui perfettamente realizzato, è del
tutto inimitabile sia perché siamo al top
delle prestazioni, senza alcun compro-
messo determinato dalle più ridotte di-
mensioni.
Difetti? Qualcuno ce n'è; innanzi tut-
to il sistema di chiusura integrato nella
maniglia, che dà l’impressione di una
certa debolezza d’insieme e, comun-
que, di scarsa cura nella realizzazione
(cosa che invece non è). L'altro neo
sono il peso e le dimensioni, superiori
alla norma, ma non si può avere la botte
piena e la moglie ubriaca.
In conclusione, che cosa dire di que-
sta macchina? Si può solo stare zitti e
giocarci (perché, con macchine di tal
fatta lavorare è molto giocare, come
sostiene mia moglie)! Mi passa proprio
adesso sotto gli occhi una frase di Cor-
rado che. nella prova del portatile Toshi-
ba T1000SE lo chiama «cooperatore del
fido personal che vi attende fiducioso al
ritorno dal giro d'affarin. Per usare le
parole del mio grande amico dirò che
anche Mac Portable ha qualcuno che lo
aspetta a casa; ma si tratta solo delle
periferiche, come una Laser che non
possiamo certo portarci in valigia. Tutto
il resto, cene d'affari e hostess di confe-
renza permettendo, lo abbiamo già fatto
con la nostra valigetta.
80
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00162 ROMA • VIA CIOCIARiA, 12 • TELEFONO 06/|4ft40.379 C.C.I.A.A. 653620 • MICOMEX 7012371
Acorn Archimedes A3000
di Bruno Rosati
Q uando nasce un nuovo compu-
ter. ancor prima di saggiarne
l'hardware. come é giusto che
sia. si va subito alla ricerca dei motivi
che ne hanno portato alla commercializ-
zazione. Il perché sia stato costruito.
Concetti e deduzioni che spesso aiuta-
no a prevedere quali saranno (se saran-
no...) le fortune future della macchina in
questione. Per quanto riguarda l'ASOOO,
perché, é per chi. sia stato costruito, mi
sembra decisamente facile dedurre co-
sa c'é sotto. Qual é la base politica su
cui l'Acorn si é basata. È evidente difatti
che dietro la linea dell'ACOOO, l'Acom
abbia posto lo stesso discorso tecnolo-
gico-commerciale fatto da Commodore
ed Alari.
Creare una macchina, di tecnologia
evoluta trattandosi di un RISC, ed esa-
sperando la ricerca e l'applicazione della
componentistica VLSI, ridurla ai "minimi
costi produttivi" per poterne pianificare
la commercializzazione più estesa pos-
sibile.
Il risultato sta in queste macchine
mostruosamente evolute, potenti guan-
to i "mini" di qualche tempo fa ed a
disposizione dell'utenza cosiddetta oriz-
zontale. Demograficamente la più den-
sa ed eterogenea; quella che vuole co-
munque applicativi potenti, ma che non
disdegna assolutamente videogame co-
lorasi e giocosi e che. in cambio di ciò.
garantisce un generosissimo mercato.
Cosi belli a vedersi oltre che da utilizza-
re. i nuovi home-computer degli anni
'90. dopo aver rivitalizzato un mercato
saturo oltremisura hanno non solo capo-
volto la tendenza, ma si sono proposti
come autentiche sfide nei confronti dei
cosiddetti sistemi superiori.
È la vecchia informatizzazione di mas-
sa ad aver procurato il fenomeno. Una
volta, un word processor doveva servire
solo per far stampare la nostra 9-aghi
ed un archivio, al massimo, conteneva il
solito indirizzario di parenti ed amici.
Oggigiorno, tanto s'é evoluto e viziato,
l'utente «orizzontale» pretende il Wysi-
wyg. la manovrabilità grafica degli am-
bienti di lavoro, velocità di dialogo ope-
rativo con il disco e tante altre virtù, sia
da parte della macchina che dell'applica-
tivo in questione. Ecco, in questo prolo-
go. sta il significato della nascita del-
l'A3000. Il completamento della nuova
strategia di mercato che l'Acorn. dopo
l'annuncio deH'fìlAO e il restyling dei
"veri" Archimedes. opera ora a tutto
raggio. Dall'home. al personal fino al
campo professionale della grande
utenza.
Descrizione
Appena aperto il cartone che lo con-
tiene, l'impressione che si procura è
quella di avere fra le mani la tastiera del
vecchio Archie, resa solo più massiccia
ed inclinata di 45'’. I soliti function-key
color aragosta tn bella evidenza, la di-
sposizione dei tasti AT-like e la forma
che li contiene sono assolutamente
uguali. Ciò che è stato aggiunto è il
blocco che racchiude scheda madre,
disk drive interno ed alimentatore. Quel-
lo che ne deriva è la classica forma del
nuovo home-computer stile anni Novan-
ta, Tutto è posizionato sui tre lati del
blocco-macchina. Girando intorno al-
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MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
PROVA
ACORN ARCHIMEDES A3000
l'ASOOO, sul lato sinistro troviamo il ta-
sto di accensione, su quello destro il
disk drive da 3" e 1/2 e sul retro la serie
delle connessioni di serie. Posti sul pan-
nello posteriore della macchina, da sini-
stra verso destra, incontriamo l'interfac-
cia di espansione, un socket a 96 pin
predisposto a far dialogare il RISC con
eventuali unità esterne; quindi la presa
per l'RGB-analogico (il classico 9-pin)
quella per il monocromatico, una mini-
I3ck per l'attacco delle cuffie, la parallela
Centronics per la stampante e la seriale
per modem e stampanti seriali. Conclu-
dono la serie delle connessioni, quelle
possibili, ma non installate. dell'Econet
e del blanking panel interno. In un ho-
me-computer l'ergonomia fa rima con
spazio e di conseguenza tutto viene
sfrenato al millimetro. Stavamo cercan-
do difatti il Socket per attivare il mouse
e sbirciando sulla Welcome Guide, do-
po aver capovolto il computer, l’abbia-
mo rintracciato sul tondo della macchi-
na incassato in una vaschetta.
Riposizionala la macchina per il verso
giusto, siamo tornati ad interessarci del-
la tastiera e con il solito vezzo dei
computer-dipendenti, ticchettato sui ta-
sti per saggiarne corsa, sensibilità e
robustezza.
La pesantezza ed i rumori torvi, ma in
un certo guai senso rassicuranti che
conoscevamo sin dai vecchi Master e
che l'Acom aveva imposto come mec-
canica anche all'Archimedes. hanno la-
sciato il posto ad un nuovo tipo di
Acori) Archimedes ASOOO
Produttore:
Acorn Compuiars Limiiect
Fulbourn Road, Cherry Hinlon,
Cambridge - Cet 4JN lUK.I
Distributore:
Delphi SpA
Via della Vetraia. 1 1
55049 Viareggio
Prezzi (IVA esclusa)
Sistema operativo RISC-OS:
1MByte di RAM di serie
iospandibile internamente a 2 Mbl,
Disk Drive da 3" 1/2 interno,
porta di espansione esterna L 1490.000
RAMCARO
Il MByte di espansione internai I 494.000
Senal Upgrade
(scheda seriale internai L 47 000
User PorVInterlacaa MIDI
lIN.OUT&THRUI L 121000
battuta più prossimo a quello delle mac-
chine per scrivere elettroniche. Il tic-
chettio è simile, un po' meno lo è la
precisione e, di conseguenza, la sicurez-
za deH'awenuta battitura. Per fare co-
munque un paragone rassicurante; pen-
sate alla diretta concorrenza, all'impreci-
sione di battuta e dell'ABOO e delI'ST.
Ebbene stiamo più o meno sullo stesso
livello. Forse leggermente meglio.
Quello che ci incuriosisce di più è ad
ogni modo la differenza che, sempre
alla battuta, si riscontra se premiamo
invece dei tasti-lettere, quelli dei co-
mandi. Più leggeri ma dal tocco più
preciso. Perché? Che dipenda propno
dal fatto che sono di colore.., diverso?
Sempre ad Amiga ed Atari ci riporta
infine, la serie di feritorie poste sulla
parte superiore del blocco centrale. Le
prese per l'aerazione vengono giù in
verticale e. laddove è evidentemente
posto l'alimentatore interno subiscono
un ngonfiamento. forse un pochino an-
tiestetico quanto inevitabile.
Un po' Amiga 500, un po' Atari-ST
dappertutto. Nella dislocazione dei vari
componenti interni, nella qualità della
tastiera ed infine anche nella linea. Ma
non si tratta certo di scopiazzamenti,
quanto di imposizioni fisiche. Tra l’altro
la linea dell’ASOOO risulta abbastanza
originale. Un design nel quale l'inseri-
mento delle varie componenti, oltre che
in maniera ergonomica è avvenuto con
estremo ordine. Lasciandoci andare ad
un primo giudizio estetico, in questo
ordine, sembra però difettare un effetto
slime-!ine. Qualche linea di rifinitura da
darsi alla zona dell’aerazione ed una
discesa più dolce verso il retro della
macchina.
Buona parte di questo «cattivoi effet-
to ottico, a mio giudizio personale, di-
pende proprio dal taglio troppo netto
imposto alla parte posteriore. Di contro
è invece decisamente riuscita nella pra-
tica. l'idea di riprodurre le stesse linee
della tastiera, perlappunto del vecchio
Archie, e di farle incassare nel taglio del
contenitore.
La tastiera deir/k3000 è asst^utamente ideniica. come disposiiione e colorazione a quella del - vecchio» A310. Alla digitazione presenta un tipo di battuta leggero
Il disk drive, posizionalo sul lato destro della macchina. 6 una meccanica Citizen suflicientemenie silenziosa e dalla corsa breve o precisa
Vista posteriore del corpo-macchina Da sinistra verso destra 6 possibile distinguere il socket di espansione (2‘ Disk Dnve, Hard Disk, etc.l: la porta d'uscita
deH'RGB e il video monocromatico, la presa per le cuflie e la porta parallele: ciurla della sanale e l'Bconet (entrambe opzionali) Subito sopra a quest'uliime due. il
pannellino asportabile par inserire il blanking panel della User Port/MIDI Interface
MCmicrocompuIer n. 94 - marzo 1990
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PROVA
ACORN ARCHIMEDES A3000
Interno
Quando per inserire il mouse, abbia-
mo dovuto capovolgere l’A3000, il no-
stro pensiero è corso subito alle possi-
bili torture a cui più tardi avremmo
dovuto sottostare nel tentativo di aprire
la macchina. Cose come il numero delle
viti e il loro mai troppo felice disloca-
mento; ganci e gancetti vari da far
scattare. Invero si tratta di un vecchio
preconcetto Nel caso deH'A3000 il pro-
blema è tutto in tre viti e cinque ganci
da sbloccare.
La prima vite al centro del fondate
tirata via senza la pur minima impreca-
zione. altre due a tenere bloccati i due
ganci laterali, posti sulla parte superiore
del retro del computer (subito sopra la
fila dei connettori) ed infine i tre ganci
che tengono ancorata la parte bassa del
coperchio proprio sotto alla tastiera. Et
voilà! In pochi attimi l'A3000 è nudo.
A macchina aperta, il primo pensiero
è stato di vera, autentica ammirazione
nei confronti del lavoro di assemblaggio
Siccome fra cavi Scart-RGB. mouse,
manuali e Welcome Guide vane, avevo
visto rotolare fuori dalla confezione un
tubo di cartone con dentro una schedu-
le da otto chip anch'essa. provvedo
subito alla sua installazione e mi
ritrovo con un A3000 già al top dei
2 megabyte interni.
Sbirciando di nuovo sotto alla
tastiera — ci sarebbero altre
quattro viti da togliere. —
riesco comunque a vedere,
da sinistra verso destra, il
MEMC e sua maestà
l'ARM. Quando battete sul
tasto del Return pensate
che proprio sotto a quel
tasto grigioscuro, vive e
lavora per voi il chip piu
veloce deH’home-com-
puting tutto.
Un'occhiata ai due
lati della macchina e
il mistero delle tre
piccole feritoie ver-
ticali, visibili dall'e-
sterno è svelato:
due mini-altoparlanti
interni che dovrebbero ga-
rantire... il suono stereofonico
di Archie II loro unico watt di po-
tenza musicale erogabile fa tenerezza
Fortunatamente sono collegati a filo vo-
lante con la presa mini-|ack, buona per
le cuffie 0 per più potenti finali d’ascolto
esterni.
Presente aU’appelio anche una batte-
ria per fare «agenda» e da memo-file.
Il DiskDrive che tiro via dal suo allog-
gio scoprendo tra l'altro altra circuita-
zione in VLSI è un Citizen con tanto
di coperchio retrattile antipolvere. Pro-
vandolo. noto la caratteristica di una
corsa breve e decisa. Come rumore
stiamo nella media e se la cosa vi fa
piacere, lo preferisco ai due drive Com-
modore-Panasonic del mio A-2000.
Ecco. L'unica cosa che mi lascia dub-
bioso è proprio il blocco dell'alimenta-
zione. Non tanto per le sue capacità
tutte da verificare, quanto per la poco
ortodossa "capanna di amianto" che lo
avvolge in luogo di strutture a dissipa-
zione più complesse. È un made in
Taiwan dai canonici 220-240 a 50Hz e
0.2 Ampère Certo che dentro aH’A3000
è l'unico che può avere "caldo" e molto
probabilmente la «capanmna» è messa
lì più per proteggere gli incauti che la
circuitazione.
Spostandomi dal blocco di alimenta-
zione per individuare le ultime zone
Inesplorate, si riesce a vedere la presa
Econet dietro alla quale spicca il «letto»
per installare il modulo per fare rete e il
posto dove andranno inseriti i chip di
realizzato dai tecnici della Acorn. Pulizia
e ordine, come potete vedere dalle figu-
re che corredano l'articolo.
Armato di una lente d'ingrandimento
si è poi iniziata l'opera di ricerca dei vari
componenti.
Guardando la macchina dalla parte
posteriore, il primo sguardo è caduto
sugli otto chip da un megabit sistemati
fra il disk drive (sulla nostra sinistra) e il
blocco della tastiera. Accanto a questi, il
primo dei quattro chip delia ROM di
sistema. Lente alla mano, la fila vertica-
le terminava proprio sotto la tastiera.
Come già noto, il RfSC-OS è un sistema
operativo dal peso di mezzo megabyte
e un qualcosa di cosi tanto appetitoso
(assieme all’ARM) per il programmatore
che, spero fra non molto, di riuscire ad
ampliarne un poco di più il discorso.
Tornando alla zona della RAM — si
tratta di otto chip NEC siglati
D424256V-1 0— a scorrergli accanto,
noto la presenza di tre file di pettini da
20 pin runa e l'eloquente scritta: RAM
EXPANSION.
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
PROVA
ACORN ARCHIMEDES A3000
gestione della seriale. Le altre basette
libere sono quelle a disposizione dell'e-
ventuale blanking-panel (tipo l'user port
con Midi incorporata).
Stop. Richiudo la macchina con altret-
tanta facilità di quando l'ho aperta ed
attaccato il cavo Scart-RGB dal monitor
all'analogica dell'ASOOO, mi dedico final-
mente alla prova su strada, aprendo al
contempo sia l'User che la Welcome
Guide ed inserendo i dischi di sistema
sul cui contenuto e le caratteristiche
principali, prego il lettore di rileggersi
l'articolo relativo alla presentazione del
RISC-OS apparso sul numero 88 di MC-
micrccomputer del settembre '89.
Conclusioni
Questa «tastiera» è davvero un Archi-
medes! viene da esclamare, anche se
poi non c'è certo da rimanerne cosi
sbalorditi. Evidentemente le stesse ca-
pacità grafiche, la stessa velocità e le
stesse caratteristiche del RISC-OS, ap-
prezzate sugli altri Archie. possono be-
nissimo funzionare anche in un conteni-
tore più piccolo e dalla struttura da
home.
Una macchina l'ASOOO che. lo ripeto
per l'ennesima volta, dietro al suo
aspetto un po' giocoso nasconde una
tecnologia raffinatissima. Un RISC in
casa (nel senso di «home») chi se lo
sarebbe sognato!
Ed ora la parte più venale: il prezzo.
Quel miiionecinquecentomila circa (IVA
esclusa) che qualcuno già ha trovato
alto. Il costo di due Atan-ST, un ABOO...
e mezzo e. rimanendo in casa Acorn,
appena cinquecentomila tire in meno
nspetto al costo dell'ASIO. Sinceramen-
te. questo giudizio è assai superficiale e
Pnmo piano su
rARM. le ROM del
RISC-OS e la ùasells
del megabyte
aggieniivo
poggia su di un punto di vista profonda-
mente sbagliato.
Ebbene, cominciando a rispondere
dalla fine, smontiamo subito la tesi della
scarsa convenienza rispetto al resto del-
la famiglia acomiana. Fare il raffronto
con l'Archimedes 310 difatti non ha
assolutamente senso, essendo tale mo-
dello appena uscito di produzione.
In verità, il modello superiore più im-
mediato al nuovo Archie è da conside-
rarsi l'A400/1 e su questo andrà calcola-
ta la differenza. E l'A410/1, considerato
nella sua versione base, costa due mi-
lioni e settecentomila lire circa: ovvero:
un milione e mezzo in più dell'A3000.
Un abisso o quasi.
Dall'altra, come già detto, mi sembra
quantomeno superficiale accostare
l'ASOOO ai due alfieri deH'home-compu-
ting del momento. Portatore di una tec-
nologia più recente e terribilmente più
potente, va visto sotto la sua originalità.
Detto ciò, un altro punto nevralgico del-
la «questione prezzo» è quello che gira
intorno alla problematica pianificazione
di una tecnologia come quella ridotta.
Un conto è l'MC 68000 montato un po'
da tutte le macchine, un conto il RISC
dell'Acom.
In definitiva e in tutta sincerità, credo
che il prezzo imposto sia onesto. Certo,
e qui concordo pienamente, è un qual-
cosa che purtroppo frenerà la diffusio-
ne. Soprattutto nella fase iniziale della
proposta. È la solita legge imposta dalla
bilancia produzione/vendite. Anche l'A-
miga 500 costava il suo bel milione ed
oggi SI trova a poco più di settecentomi-
la lire. L'abbassamento dei prezzi é in-
scindibilmente legato alla diffusione del-
la macchina e. nel nostro caso specifi-
co. alla scarsa notorietà del nome Acorn
in Italia. hc
MCmicrocompuler n. 94 - marzo 1990
PROVA
Unibìt PCbit V30
di Corrado Giustozzi
L e leggi del mercato, si sa. seguo-
no le stesse regole di quelle che
controllano l'evoluzione degli or-
ganismi viventi. Senza scomodare più di
tanto il buon vecchio Danrvin possiamo
comunque assimilare il mercato ad un
particolare ecosistema ed analizzarne le
complesse dinamiche con gli strumenti
osservativi della biologia. Nel mercato,
cosi come nella vita, lo scenario am-
bientale muta di continuo: e solo le
specie che prima o meglio si adattano
alle nuove condizioni riescono a soprav-
vivere ed a prosperare. Nuove «nic-
chie» ecologiche si aprono e si chiudo-
no a ritmo serrato, spostando e sbilan-
ciando i delicati equilibri competitivi del-
le varie specie che popolano il sistema,
in modo da favorirne alcune e sfavorirne
altre. A tali tensioni ambientali gli orga-
nismi rispondono mutando le proprie
caratteristiche, spesso verso una mag-
giore specializzazione, per avere mag-
giori probabilité di conquistare un ango-
letto di mondo in cui vivere in pace.
Nel mondo dell'informatica, l'ampio
ecosistema che mensilmente analizzia-
mo su queste pagine, una delle nicchie
di più recente creazione è quella costi-
tuita dai cosiddetti «notebook compu-
ter». Si tratta di macchine ultraspecializ-
zate che si pongono la portabilità come
obiettivo primario, da raggiungersi even-
tualmente anche a scapito di altre carat-
teristiche quali la potenza di calcolo, di
visualizzazione o di memorizzazione. Es-
se sono destinate a tutti coloro che. per
lavoro, hanno necessità di disporre di
un computer in qualsiasi momento della
giornata, soprattutto durante gli sposta-
menti, per poter effettuare elaborazioni
«sul campo». Tra di essi annoveriamo
soprattutto le forze di vendita di un'a-
zienda ma anche professionisti quali
giornalisti, geometri, e perché no medi-
ci. E naturalmente includiamo d'ufficio i
«top manager» i quali oramai, si sa. in
aereo o in treno non possono assoluta-
MCmicfocomputer n. 94 - marzo 1990
PROVA
UNIBIT PCbit V30
mente fare a meno di proiettarsi trend
ed analisi di mercato col fidato spread-
sheet.
È chiaro che la necessità di un com-
puter portatile non è cosa recente; ami,
praticamente essa esiste sin da quando
I computer hanno cominciato ad assu-
mere dimensioni ragionevoli. Già negli
anni Cinquanta gli scrittori di fantascien-
za immaginavano un futuro un po' oleo-
grafico in cui il computer portatile costi-
tuiva un comune accessorio della perso-
na alla stregua dell'orologio da polso. È
solo da poco, tuttavia, che tale antica
aspirazione si è potuta realmente tra-
mutare in realtà pratica, grazie ai pro-
gressi nel campo della miniaturizzazione
elettronica. E se è già da qualche anno
che i computer titrasportabili» si sono
affacciati al mercato, pur sema assurge-
re ad un livello di diffusione elevato per
via dei numerosi problemi ad essi con-
naturati. é solo In tempi assai recenti
che l'industria ha cominciato a produrre
i primi veri computer «portatili». La di-
sponibilità di memorie sempre più capa-
ci. di chip a sempre minore assorbimen-
to. di display sempre più leggeri e di
dischi sempre più piccoli ha infine porta-
to naturalmente a creare una macchina
ancora più leggera e compatta di un
portatile: a tale macchina é stato dato il
suggestivo nome di «notebook», ossia
«blocco d'appunti», perché nelle mire
dei suoi ideatori essa dovrebbe appunto
Unibit PCbft V30
Distributore;
Unibit S.p.A.
Via di Torre Rigata 6, Roma
Prez 2 i (IVA esclusa):
PCbit V30 mod. I: 7 MByte RAM.
7 minifloppY 3,6" 7,44 MByte.
MS-DOS 4.01. GWBasic 3.23 L 7.890.000
PCM V30 mod 20: c.s. ma con
Winchester 20 MByte L 2.990.000
Batterie aggiuntive L 700.000
sostituire, raggruppandoli in sé. gli stru-
menti basilari de! lavoro personale di
ciascuno di noi: agenda, blocco d'ap-
punti. calcolatrice.
Quello dei notebook é dunque un
fenomeno recente ma già in forte
espansione. Esso infatti viene unanime-
mente ritenuto altamente strategico e
dunque su di esso si stanno concen-
trando gli sforzi di molti costruttori. La
nicchia di mercato appena creata si é
dunque già riempita di specie in compe-
tizione che affilano le proprie armi per
conquistarsi il necessario spazio vitale.
Sono oramai diversi mesi che vi presen-
tiamo i vari concorrenti di questa enne-
sima lotta a distanza: tutti nomi blaso-
nati e dal notevole peso commerciale
quali Compaq. Zenith. Tandon, Toshiba.
Qualcuno avrà forse notato l'assenza,
nella mischia, dei meno «nobili» ma più
agguerriti taiwanesi. Essi, com'è loro
costume, non stavano certo con le mani
in mano; attendevano Invece sulla riva
del famoso fiume I primi cadaveri, ed
intanto preparavano dei prodotti in gra-
do di competere adeguatamente con gli
altri antagonisti. Tempo pochi mesi e
questi prodotti sono infine arrivati, ed
ora sono disponibili anche sul nostro
mercato nazionale.
La macchina in questione è commer-
cializzata dalla Unibit. si chiama PCbit
V30 e. come è lecito aspettarsi da pro-
dotti di Taiwan, è caratterizzata da un'in-
teressante novità: si tratta infatti del
primo notebook con Winchester e senza
floppy, una configurazione a nostro avvi-
so assai sensata ed utile. Tanto per la
cronaca i recentissimi annunci Toshiba
comprendono anch'essi un notebook
«floppy-less», e le solite indiscrezioni
sembrano confermare che anche altri
costruttori si stiano muovendo verso
questa originale soluzione; il fatto che i
taiwanesi ci siano arrivati per primi é.
ancora una volta, dimostrazione di quan-
to attente siano le loro analisi di merca-
to e di come da semplici «copiatori»
essi siano divenuti produttori compieta-
mente autonomi capaci di scelte abili e
lungimiranti.
Vediamo dunque, prima di entrare nel
dettaglio della prova, le caratteristiche
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990
87
PROVA
UNIBIT PCbit V30
di questa macchina. Diciamo intanto
che di essa ne esistono due versioni
identiche in tutto fuorché per l'uso della
memoria di massa: quella inferiore, de-
nominata «modello h>. non dispone di
Winchester ma monta più tradizional-
mente un'unità a microfloppy (da 1.44
Mbyte); quella superiore, il «modello
20». ha invece II solo Winchester da 20
MByte, un bel drive da 28 millisecondi
con interleave unitario. In entrambi i
casi il computer é basato, come chiara-
mente ci dice lo stesso nome, su di un
microprocessore NEC V30; per chi non
lo sapesse si tratta di un chip compatibi-
le con l'Intel 8086 ma leggermente più
efficiente di questo in determinate ope-
razioni interne. Esso viene pilotato a W
MHz di clock offrendo così una potenza
di calcolo più che rispettabile. La me-
moria di sistema è di 1 MByte (non
ulteriormente espandibile) che viene
suddivisa fra 640 KByte di base e 384
KByte configurabili come disco virtuale
o memoria EMS. L'adattatore video. in-
corporato é di tipo CGA ed il relativo
display LCD, supertwist e retroillumina-
to, é in grado di riprodurne i quattro
colori con altrettanti livelli di grigio. So-
no altresi incorporate l'uscita video per
un monitor esterno, due porte seriali
RS-232 ed una parallela Centronics, ed
è disponibile un connettore separato
per il collegamento di un'unità a floppy
esterna. Entrambe le macchine vengo-
no fomite dotate di MS-DOS ed in più
col modello 20 viene dato all'utente
anche un particolare programma di tra-
sferimento dati da PC a PC che. sfrut-
tando le porte parallele anziché quelle
seriali, é in grado di spostare file ad una
velocità assai elevata. A tutto ciò si
aggiunge un'ultima interessante carat-
teristica. non precisamente di natura
tecnica ma non per questo meno gradi-
ta: un prezzo decisamente contenuto
che rende queste macchine decisamen-
te competitive nel mondo dei notebook.
Descrizione esterna
Il PCbit V30 è carrozzato in un tutto
sommato anonimo contenitore plastico
di colore beige dalle dimensioni quasi
canoniche per un notebook di 30,5x6x
22,5 cm (Ihp). Anonimo solo per la
mancanza di marchietti esterni e per la
linea non particolarmente aggressiva, in
quanto la presenza di interruttori e con-
nettori vari posti in bella vista su tre dei
quattro lati dell'oggetto non lascia certo
dubbi sulla sua reale natura.
Sulla fiancatina sinistra dell’apparec-
chio troviamo, in particolare, la porta
parallela per la stampante, il connettore
per l'ingresso dell'alimentazione ester-
na ed il controllo di contrasto del di-
splay. Su quella destra il disco (mini-
floppy o Winchester a seconda del mo-
dello) e l'interruttore di accensione del-
la retroiiluminazione dello schermo. Sul
pannello posteriore, infine, sono collo-
cate le due porte seriali (entrambe con
DB-9), l’uscita video CGA per un moni-
tor esterno, il connettore per un'unità a
floppy esterna, il connettore per il
mouse (DIN subminiatura come quello
dei PS/2). Il vano batterie è posto nella
parte posteriore della macchina ed é
accessibile dall’alto per mezzo di un
coperchietto scorrevole. Non è prevista
una maniglia per il trasporto, però il
computer è corredato di una apposita
borsetta da viaggio nella quale trovano
posto anche l’alimentatore esterno ed
alcuni floppy.
L’apertura dell’anta che contiene il
display avviene per mezzo di due fermi
a molla posti sulle fiancate dello chas-
sis. Le cerniere permettono di inclinare
lo schermo fino ad un angolo di circa
120 gradi e sono abbastanza rigide da
mantenerlo stabilmente aperto a quasi
ogni ampiezza intermedia.
La tastiera, con tasti a corsa lunga
ma privi di feedback, è dotata di curva-
tura ergonomica e presenta sulla F e (a
MCmicrocomputern. 94 - marzo 1990
PROVA
UNIBIT PCbit V30
J quei rilievi tattili che permettono ad
un dattilografo esperto la digitazione
veloce alla cieca. La disposizione dei
tasti é sostanzialmente corretta salvo
che per qualche particolare secondario.
La cosa principale è che sia il Contro!
che i tasti di movimento del cursore
siano al posto giusto: il primo a fianco
della A ed i secondi in basso a destra
nella opportuna configurazione a <<T ca-
povolta». Fra le cose discutibili vi sono
invece la posizione del tasto ESC, mes-
so in alto a destra anziché in alto a
sinistra come è più tradizionale, e la
strana disposizione dei tasti funzione
(dieci e non dodici) i quali si trovano in
alto a sinistra su due file orizzontali
sovrapposte. Altre lievi stranezze, con-
seguenti aH’owia necessità di contene-
re il numero di tasti, portano ad esem-
pio ad avere i simboli di parentesi qua-
dra aperta e parentesi quadra chiusa
molto lontani tra loro, ed il tasto conte-
nente il più e l’asterisco in basso a
sinistra anziché in alto a destra. Da
notare l'ovvia presenza del tastierino
numerico «embedded», inevitabile in
macchine del genere, e le vistose seri-
grafie multicolori che identificano le
funzioni multiple associate ad alcuni
tasti.
Poco sopra la tastiera, proprio a fian-
co dei tasti funzione, si trova l'interrut-
tore di alimentazione generale. Più a
destra invece, su un apposito pannelli-
no, sono raccolte sei spie a led che
nassumono lo stato del sistema. Da
sinistra a destra esse segnalano: la
condizione di carica critica delle batta-
ne (rosso), l'attività del Winchester (am-
bra), l'attivazione del modo «Turbo»
(ambra), i blocchi dello scroll. delle
maiuscole e dei numeri (tutti ambra).
Lo stato dell'alimentazione è invece se-
gnalato da un ulteriore led posto sul
rigonfiamento del vano batterie e collo-
cato in modo da essere visibile anche a
coperchio chiuso. Si tratta di un led
multicolore che diventa: verde a mac-
china accesa con alimentazione a bat-
teria; ambra a macchina accesa con
alimentazione esterna; rosso a macchi-
na spenta con alimentazione esterna
inserita (ricarica delle batterie): spento
a macchina spenta e non collegata al-
l'alimentatore esterno.
Il display è di buona qualità con ca-
ratteri ben leggibili, i quali appaiono
scuri su di un fondo giallo-verdino. La
retroilluminazione non è particolarmen-
te potente però risulta sufficiente per
consentire la leggibilità dei testo in
condizioni ambientali critiche. Essa può
essere esclusa manualmente (il relativo
interruttore è posto sulla fiancata de-
stra del computer) per risparmiare le
batterie.
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
L'interno
La costruzione interna segue i canoni
non scritti di tutte le macchine di que-
sto genere. Il contenitore plastico è
formato da due semigusci uniti tra loro
per mezzo di sei viti che stringono in
madreviti metalliche. L'elettronica è pra-
ticamente tutta raccolta in un’unica pia-
stra madre che occupa l’intera area di
base del computer sul semiguscio infe-
riore. il quale contiene anche il disco.
Sull'altro si trovano la tastiera, la batte-
ria di alimentazione, il display e la poca
elettronica di contorno.
La motherboard è a sei strati e fa
parzialmente uso di componenti in tec-
nologia SMT a montaggio superficiale.
Un rapido esame di essa ci mostra le
componenti fondamentali del compu-
ter: il microprocessore 70116 (un com-
patibile V30 prodotto dalla Sony), vicino
al quale si trova lo zoccolo per un even-
tuale coprocessore numerico 8087; le
due ROM col BIOS di sistema (a propo-
sito: internamente esso identifica la
MByte in totale ripartito su otto chip da
1 Mbit; la sezione alimentatrice. Molto
bello il minuscolo Winchester.
La costruzione appare generalmente
buona; solo la filatura avrebbe potuto
essere più ordinata. Anche la robustez-
za ci sembra più che adeguata alle
normali necessità di utilizzazione di que-
sto tipo di computer.
Utilizzazione
Abbiamo avuto modo di usare due
PCbit 30 (entrambi i modelli) per diversi
giorni e dobbiamo dire di essere rimasti
più che soddisfatti dalla loro resa. É
chiaro che si tratta di macchine per certi
versi spartane; se però si bada alla
sostanza, come in realtà dovrebbe es-
PROVA
UNIBIT PCbit V30
sere, e non a certi particolari tutto som-
mato secondari, non si può non conclu-
dere che si tratta di ottimi compagni di
lavoro.
Ma descriviamo in dettaglio le nostre
impressioni cominciando dai soliti nu-
meretti che tanto felici fanno certi uten-
ti. Diciamo innanzitutto che queste
macchine sono molto potenti, offrendo
prestazioni praticamente assimilabili a
quelle di un AT ad 8 MHz. Ciò è dovuto
sia all'elevato dock (10 MHz, diminuìbi-
le ad 8 MHz secondo necessità) sia
all'implicita maggior efficienza del V30
in certe operazioni rispetto all'8086 ori-
ginale. Ciò permette d affrontare com-
piti CPU-intensìve come gli spreadsheet
con tranquillità. Notevole anche la pre-
stazione de) Winchester, capace di far
impallidire più di qualche drive da desk-
top; si tratta infatti, e si vede, di un’uni-
tà da 28 millisecondi di tempo medio
d'accesso con interleave unitario.
L’autonomia del computer, punto cri-
tico per un portatile, ci è sembrata più
che sufficiente per qualsiasi tipo di uti-
lizzazione. In un test «a rottura» con
consumo continuamente al massimo
(retroilluminazione sempre accesa e
Winchester mantenuto costantemente
attivo) la spia di batteria in esaurimento
si è accesa dopo un paio d'ore, ma la
macchina ha continuato regolarmente a
funzionare per un’altra ventina di minuti.
Dopodiché, sfinita, ha spento il Winche-
ster lasciando congelata l'applicazione
(col display però ancora acceso ed illu-
minato...) implorando la ricarica della
batteria per mezzo di un frenetico lam-
peggiare del led rosso. Fatto ciò abbia-
mo però purtroppo dovuto resettare il
computer per farlo ripartire. Tale presta-
zione, oltre due ore di funzionamento
continuato in condizioni assai gravose,
rende lecito attendersi un'autonomia di
gran lunga maggiore durante un funzio-
namento «normale». A proposito, uno
dei punti che poc'anzi ci hanno fatto
definire «spartano» questo PCbit V30 è
proprio l’assenza di tutti quel gadget dai
nomi fantasiosi che nelle macchine del-
la concorrenza si preoccupano di man-
tenere ai minimi livelli gli sprechi ener-
getici per aumentare l’autonomia delle
batterie, spegnendo dischi e/o display
Pamcolare sul miiiuseoto Winchester
e/o CPU a seconda delle statistiche di
utilizzo. Qui non vi è nulla di tutto ciò ed
il risparmio sulle batterie è interamente
a carico deH’utente; il quale peraltro può
solo spegnere manualmente la retroillu-
minazione del display e tutt'al più disabi-
litare la seconda porta seriale (quest’ulti-
ma operazione si fa per mezzo del pro-
gramma di Setup contenuto nel BIOS).
Naturalmente il sistema non protesta se
lo si chiude col display acceso (il quale
rimane tranquillamente tale...) né pensa
ad andare in stand-by dopo un certo
periodo di mancato utilizzo. Attenzione
quindi alle proprie abitudini ed alle disat-
tenzioni se volete che la batteria duri a
lungo.
Le considerazioni di natura ergonomi-
ca sono sostanzialmente positive, fatte
salve le annotazioni già fatte all'inizio in
merito alla disposizione di alcuni tasti
della tastiera. Sul display nulla da dire:
esso è sempre leggibile e bene adatta-
bile alle condizioni ambientali; la retroil-
luminazione non é sempre indispensabi-
le però se c'è è meglio, peccato solo
che la sua intensità dipenda in modo
piuttosto sensibile dallo stato di carica
della batteria. La portabilità è indubbia-
mente buona ed anche la robustezza
dell'Insieme ci è parsa adeguata: in
questo caso il test è consistito nel ripe-
tuto trasporto del computer, privo di
particolari imballi se non la sola borsetta
morbida fornita a corredo, sul portapac-
chi di una moto. Qualsiasi computer in
grado di funzionare ancora regolarmen-
te dopo lo stress di un lungo tragitto sui
famigerati «sanpietrini» (pavé) della ca-
pitale può sicuramente poter superare
qualsiasi altra avversità naturalel
La mancanza del floppy nel modello
20 non è un difetto ma anzi un pregio in
quanto consente di contenere ingombro
e consumo a tutto vantaggio delta mag-
giore funzionalità della macchina. Natu-
ralmente però sorge la necessità di tra-
sferire dati dal Winchester ad altre mac-
chine 0 di prelevarne, e qui entra in
gioco il programma Lapro Drive fornito
col computer, Come detto in apertura
esso sfrutta le porte parallele per con-
seguire un'elevata velocità di trasferi-
mento. È composto di due parti com-
plementari, da installarsi una su di un
computer ed una sull’altro: una delle
due macchine diventa cosi «schiava»
dell'altra, che ne vede i drive come se
fossero locali. Certo la soluzione ottima-
le resta quella del drive esterno, che
oltretutto non necessita di un secondo
computer per funzionare.
L'unico punto che potrebbe apparire
criticabile del PCbit V30 è l'impossibilità
di essere espanso. Ma trattandosi di un
«notebook» a noi questa non sembra
MCmicrocomputer n, 94 - marzo 1990
PROVA
UNIBIT PCbit V30
una reale limitazione. Un MByte di RAM
è sufficiente in un sistema che, per
definizione, serve solo per effettuare
elaborazioni «leggere». La possibilità di
definire i 384 KByte di RAM alti come
EMS ci sembra a tale proposito piuttosto
interessante. La mancanza di un modem
interno è forse più fastidiosa, comunque
si può rimediare facilmente con uno di
quei modem tascabili alimentati a 9 volt
che oramai costano piuttosto poco (ve
ne sono diversi sul catalogo Unibit).
Ultima annotazione: il PCbit V30 è com-
pleto, come già detto, di MS-DOS e di
manuale di uso in italiano; oltre che. per
il solo modello 20, del citato programma
di trasferimento.
Conclusioni
Dicevamo all'inizio che una delle liete
caratteristiche di questo PCbit V30 è il
prezzo. Andiamo dunque a giustificare
tate affermazione esaminando cosa ci
dice il listino Unibit. Il modello 1, secon-
do noi meno interessante ma certamen-
te più appetibile, costa praticamente un
milione e novecentomila lire: il modello
20 praticamente tre milioni. Come si
vede si tratta di cifre che, finalmente,
cominciano ad essere ragionevoli: se-
gno che la spietata concorrenza nell'agi-
tato mercato dei notebook sta comin-
ciando a dare i suoi frutti a favore
dell'utenza. Abbiamo anzi modo di rite-
nere che tali prezzi siano destinati ulte-
riormente a scendere se la situazione
del mercato lo consentirà- Anche così,
comunque, ci sembra che il rapporto
prezzo/prestazioni sia più che soddisfa-
cente; meno di due milioni per la mac-
china con floppy e tre milioni per quella
col Winchester sono certamente giusti-
ficati.
È chiaro altresì che tali prezzi vanno a
scapito di qualcosa; in particolare dell'e-
stetica d'avanguardia, della sofisticazio-
ne a tutti i costi, della dotazione di
gadget avanzati. Tutte cose che questo
onesto ma semplice PCbit non ha. Di-
ciamo dunque che chi vuole un notebo-
ok «di firma» continuerà forse a preferi-
re Compaq che pure costa più del dop-
pio; chi ricerca la linea elegante e la
cura nei piccoli particolari forse preferirà
ancora Toshiba; ma chi è interessato
soprattutto alla sostanza e vuole una
macchina potente ed affidabile, anche
se in certa misura spartana, farebbe
bene a considerare questo PCbit come
oggetto del suo acquisto. Sicuramente
al momento è quello che offre di più per
quello che costa.
MC
Ci hanno ascoltato...
di Andrea de Prisco
Se non avete sotto mano il numero 76 di
MCmicrocomputer {luglio/agosto 1988) leg-
gete qui di seguito un pezzettino dell'arti-
colo pubblicato su quel numero, a pagina
70. Si tratta della prova del portatile Bond-
well PRO 8 TH. nel corsivo iniziale:
"... il portatile dei miei sogni non esiste
ancora, anche perché lo vorrei pesante al
massimo tre o quattro chili, con un hard
disk anche da soli 5 mega e senza drive
per microfloppy inferno Ima collegabile dal-
l'esterno. airoccorrenza. una volta rientrati
in ufficio), display LCD ultraleggibile. antiri-
flesso e dalla risoluzione Hercules, almeno
6 ore di autonomia con l'hard disk dotato di
meccanismo salva energia fime-ouf. Se
qualche costruttore mi sentisse...».
Possiamo ritenerci più che soddisfatti.
Anche perché mentre leggete la prova di
questo portatile Unibit «floppy-less». anche
«la mamma" Toshiba (che non sono il solo
a ntenere leader mondiale nel settore dei
portatili) ha presentato il suo nuovo notebo-
ok T1000 XE, molto simile al fratello SE
(provato sudo scorso numero di MC). ma
anch'esso genialmente dotato di un solo
HD da 20 mega (da 2.5"). Chiur^que abbia
infatti un portatile (o un fisso) con entram-
be le unità di memorizzazione, «rigida» e
«morbida», finisce per utilizzare al 99% del
tempo solo la prima. Ancor più geniale è,
senza dubbio, la non-necessità di disporre
nemmeno di un drive esterno, dato che
entrambe le macchine si coltegano con un
semplice cavo a qualsiasi altro PC, fisso o
portatile, per un sano e robusto scambio di
dati col mondo esterno. Ora dobbiamo solo
attenderci un sistema automatico per tene-
re aggiornate le copie dei dati che utilizzia-
mo sia in ufficio che «a spasso». Pratica-
mente un «buco» nel nostro desk top dove
nporre il portatilino in stato di semi-inco-
scienza quando lavoriamo in ufficio. Uscen-
do saremo cosi sicuri di portare sempre
con noi I dati più aggiornati, senza avere la
necessità di trasferire manualmente i dati
in un verso o nell'altro ogni volta che
partiamo o rientriamo.
Quasi quasi lo ridico: «Se qualche co-
struttore mi sentisse...».
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
91
Logitech ScanMan
+ !mage~ìn
di Paolo Ciardelli
N on c'é due senza tre. Avevamo,
per l'appunto, già pubblicato
due prove riguardanti lo Scan-
Man della Logitech nei precedenti nu-
meri di MC 81/gennaio 1989. versione
per l'ambiente operativo MS-DOS. e
MC 85/maggio 1989, versione per Ap-
ple Macintosh. Provarlo per la terza
volta, potrebbe sembrare una ripetizio-
ne. visto anche il piccolo lasso di tempo
trascorso, ma la nuova versione dello
scanner, accompagnata dalla commer-
cializzazione in simbiosi con il pacchetto
di trattazione delle immagini Image-in.
ha suscitato il nostro interesse.
Spendiamo alcune parole sull'indu-
stria Logitech, ncordando che due dei
suoi fondatori sono italiani e che la
stessa ha iniziato la commercializzazio-
ne dei suoi prodotti, principalmente
mouse, fin dal 1982. La precisione di
queste periferiche è dovuta, forse, an-
che al luogo di nascita: la Svizzera, più
precisamente nella zona di maggiore
produzione di orologi. Neuchàtel.
La continua crescila in campo interna-
zionale dell'industria Logitech, é anche
il frutto di una sapiente commercializza-
zione di pacchetti ad alto contenuto sia
tecnologico che di produttività persona-
le ad un prezzo abbordabile ed in ogni
caso rapportabile alla resa del pacchetto
stesso.
La riprova di ciò è il pacchetto mix
ScanMan+lmage-in. venduto in offerta
al prezzo di un milione.
Tornando all'hardware. lo scanner è
una delle periferiche che maggiormente
ricopre un ruolo fondamentale nella pro-
92
MCmicrocomputer n, 94 - marzo 1990
PROVA
SCANMAN + IMAGE-IN
duttività personale, di chi lavora al com-
puter per produrre in modo «creativoi e
all'avanguardia. In virtù dell'aumentare
del bacino di utenza, nel campo del-
l'hardware si sta assistendo a fenomeni
di downsizing (diminuzione relativa del
prezzo di vendita rispetto alle prestazio-
ni offerte) mentre dall'altro, si cerca di
arginare il fenomeno della pirateria, non
più localizzabile solo nei «collezionisti»
di pacchetti, ma anche nella fascia dei
colletti bianchi. Una via di mezzo é
quella di vincolare, in maniera conve-
niente per l'utente, la vendita di hard-
ware e del software. Un esempio é il
pacchetto mix SideKick Plus-Modem, a
cui pensiamo altri produttori si rifaran-
no. magari corredando prodotti per il
mercato entry levei di un pacchetto
software adeguato
Descrizione
Di scanner ne abbiamo a lungo parla-
to sulla nostra rivista e per maggiori
riferimenti tecnici consigliamo la lettura,
oltre agli articoli citati, bella trattazione
puramente teorica di Mauro Gandini,
MC 73/aprile 1988.
A prescindere dall'ambiente di lavoro,
la periferica di acquisizione di immagini,
scanner, ha il ruolo principe di permet-
tere la fusione tra testi e disegni, foto o
logotipi. Specialmente quest'ultimi. che
sono il frutto di manipolazioni di imma-
gini digitalizzate o prodotti con pacchetti
di vario genere. Sul mercato vari sono i
pacchetti di grafica sta pittorica che
espressamente dedicati alla creazione
di logotipi (Freelance Plus della Lotus
per citare un nome); pertanto dopo il
mouse, assumono particolare importan-
za. nell’ordine, lo scanner, il pacchetto
software di gestione dello stesso e di
trattamento delle immagini acquisite.
Nella confezione dello ScanMan Plus
per MS-DOS troviamo l'handy scanner,
con la sua scheda di interfacciamento a
bus XT corto, il dischetto di installazio-
ne, il programma di grafica PaintShow
Plus 2.2. il pacchetto della CPI Image-in
ed I vari manuali. Il bus è a 6 bit per cui
l'installazione su di un computer di clas-
se XT è possibile, ma non è consigliabi-
le, In quanto la quantità di elaborazioni
richieste dal programma rallenterebbe
troppo il lavoro.
I dischi su cui sono registrati i vari
file, sono fomiti nelle due grandezze;
3,5 e 5,25 pollici. La manualistica è
curata, e lo stile tipografia}, anche se di
chiara fattura DTP, è più che accetta-
bile.
Le differenze immediate che si nota-
no suirhandy scanner, per cui si diffe-
renzia da quelli provati sui numeri pre-
cedenti. sono la grandezza maggiore del
ScanMan « Image-in per MS-DOS
Produnore e distributore
Logitech Itelia Centro Direaionale Colleoni
Palazzo Andromeda ■ ing. 3,
20041 Agrate Brianza IMIÌ
CPI S.A. Avenue De La Pcaille, SO
1227 Carouge IGinevral
PreZ2l UVA esclusal:
ScanMan L SSO.OOO
Image-in L. 700.000
ScanMan -r Image-in
perMS-DOS L 7.000,000
corpo, l'aggiunta di due piccoli rullini
nella parte sottostante e una spia di
funzionamento verde. La maggiore
massa e i rulli di gomma, permettono
un'andatura lineare e perciò meno criti-
ca durante le operazioni di acquisizione
immagini, mentre la spia di funziona-
mento. ci avverte quando il tempo a
disposizione sta per scadere.
I comandi presenti sull'apparecchio,
la risoluzione, il modo di scansione e la
regolazione del contrasto, sono rimasti
pressocché gli stessi. Il primo può varia-
re la definizione da 100 a 4(X) dpi, il
metodo di scansione comprende il mo-
do «Line Art» (per eliminare i toni di
grigio quando si acquisisce un disegno)
e i tre modi di scansione con la resa
tonale dei grigi. La tecnica di resa tonale
dei grigi, detta «Dither», è stata trattata
sul numero 73 di MC. Compieta la
dotazione il controllo del contrasto, utile
nella digitalizzazione di foto poco contra-
state 0 a colori.
Tornando alla scheda di interfaccia-
mento. questa si presenta con la sua
componentistica sobria di chip digitali,
magari di quattro diverse provenienze,
ed una nutrita schiera di cavallotti per la
predisposizione del dispositivo di let-
tura.
Installazione ed uso
dello ScanMan
Nella fase di installazione, ci viene in
aiuto sia il manuale che il software
stesso. Per la parte hardware, in gene-
rale, c'è da cambiare il settaggio ad un
solo jumper, andando per esclusione: il
numero 2 se possediamo un elaborato-
re di classe AT. il 3 se pilotiamo una
Particolare dei lumper
per il corretto settag-
gio della scheda d'in-
ScanMan
Particolare dei nrllini posteriori, che assicurano una
«csnsone lineare, del disegno da digitalizzare
periferica seriale tramite la COM2 e
cosi via. Nella configurazione scelta per
la prova, abbiamo escluso la seconda
porta parallela, avendo collegato all'AT/
386 una Apple Laser Writer tramite
seriale. Insolita come procedura di in-
stallazione, però alla resa dei conti, per-
sonalmente preferiamo sapere quello
che non dobbiamo fare di fronte a certe
configurazioni, che il contrario.
Per il software, basta intervenire mo-
dificando il CONFIG.SYS. Attenzione; il
file richiesto per l'inserimento nel
Config.sys, FIHSCAND.SYS, è presente
sui due pacchetti, ScanMan Plus e Ima-
ge-in, in due versioni differenti sia come
lunghezza che come data. Non solo. I
parametri aggiuntivi, sono più numerosi
per la versione PaintShow che per quel-
la di Image-in. Per la prova abbiamo
preso una decisione draconiana, copian-
do il più aggiornato, presente nel pac-
chetto Image-in.
MCmicrocomputern. 94-marzo 1990
93
PROVA
SCANMAN + IMAGE-IN
L'uso dello ScanMan, come scritto
prima, é stato reso maggiormente age-
vole. dalla sua massa maggiore, dai due
rullint aggiuntivi e dalla spia di funziona-
mento. Limitazioni purtroppo ne ha, co-
me tutti gli scanner manuali dotati di
una finestra di piccole dimensioni.
Ma se da un lato ci riferiamo alla
ridotta larghezza della finestra di scan-
sione. dall'altro dobbiamo precisare che
un'acquisizione dati che si rispetti, deve
essere supportata da un computer con
una memoria RAM ragguardevole.
Per dare un’idea della quantità di me-
moria occupata, per digitalizzare un'im-
magine larga 1 0 cm, lunga 1 5, a 200 dpi
di risoluzione, occorrono circa 295 Kby-
te di memoria RAM, Una quantità supe-
riore a quella libera dopo aver caricato il
programma PaintShow Plus 2.2 e l'utili-
ty di cattura dello schermo, su un elabo-
ratore con 640 Kbyte RAM.
Il colore del dispositivo di acquisizio-
ne dell'immagine é stato cambiato da
rosso a verde, quasi a dare ragione a
quanto scritto sullo ScanMan per Mac
nel numero 85 della nostra rivista;
«...avvertimento importante riguarda il
colore delle immagini da acquisire; biso-
gna tener presente che il Logitech
ScanMan è assolutamente incapace di
riconoscere il colore rosso,.,, in realtà
ho scoperto un prodotto analogo per
l'ambiente MS-DOS. proveniente da
Taiwan il quale utilizza una fila di led
verdi invece che rossi e soprattutto è
munito del medesimo connettore Mini-
DIN a 8 poli del Logitech, motivo per il
quale basta sostituirlo a quello originale
per acquisire anche il colore rosso...».
Chiariamo subito che l’avvertenza è
dovuta non ad un difetto dell'apparec-
94
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
PROVA
SCANMAN + IMAGE-IN
chio, bensì ad una proprietà della scala
cromatica. Un esperto fotografo, sa che
la resa cromatica in bianco e nero di un
oggetto rosso o verde, è la stessa. Cioè
se riprendiamo un cartello a strisce ver-
di e rosse, questo verrà visualizzato in
un’unica soluzione di grigio.
Qualcuno potrebbe notare che l'ado-
zione del colore verde non risolve però
il problema, in quanto se il led rosso
non permette la lettura del rosso, il led
verde il contrario. Allora perchè la Logi-
tech ha cambiato la sua produzione,
annotando anche che il costo all'origine
di un lettore a luce rossa è più economi-
co? Una risposta parziale potrebbe es-
sere che la luce verde riesce a Far
«leggere» una scala maggiore di grigi e
perciò un maggiore dettaglio, o forse
per non mostrare il fianco alla concor-
renza orientale.
Passando dalla descrizione meccani-
ca a quella «soft». io scanner in accop-
piata con i vari programmi, ha tutte le
regolazioni svincolate e presenti sul me-
nu a video.
In fase di attivazione, si dialoga sem-
pre con una finestra che gestisce i vari
parametri, quali la grandezza dell'Imma-
gine da importare, la definizione, il con-
trasto, il tipo di tratto, ecc.
Il software a corredo
La dotazione software del pacchetto
ScanMan Plus -t- Image-in. é notevole
di per sé, e può essere massimizzata in
due parti, una che gira sotto MS-DOS e
l’altra sotto MS-WINDOWS. Da una par-
te il PaintShow Plus versione 2.2. di
facile installazione, studiato per produr-
re disegni in bianco e nero o a colori.
MCmicrocomputer n, 94 • marzo 1990
95
PROVA
SCANMAN + IMAGE-IN
4W)ismo cancsio un'immagine in cui é presente del lesto e l'abbiamo Visualiaaiione del catalogo interno al data base del modulo Panorama In
sottoposta all'O c R Si nonno i parameln iniiiali necessari alla lavorazione evidenza le inlormazioni nguardanli la prima immagine
dalì'allra i quattro moduli del pacchetto
Image-in, per elaborare immagini e so-
prattutto foto, sotto l'aspetto della scala
dei grigi, vettorizzare disegni, acquisire
testi e creare un data base di immagini.
L’opzione di acquisizione testi, con l'in-
terpretazione dei caratteri, (O.C.R. acro-
nimo anglosassone di Riconoscimento
Ottico di un Carattere!, non è sempre
disponibile su scanner di piccole dimen-
sioni. Ciò ha finora confinato questo
tipo di lavoro in usi altamente professio-
nali.
PaintShow Plus 2.2
Iniziamo dal PaintShow Plus 2.2, che
fa parte della dotazione di base dello
ScanMan Plus. Il programma si presen-
ta con una nutrita schiera di icone di
comandi, strumenti e tavolozze di colo-
re (o grigi) oltre ad uno schermo secon-
dario per la visualizzazione completa del
disegno o per la dimensionatura della
finestra di acquisizione immagini da
scanner.
Abbiamo parlato di tavolozza iniziale a
colori, perché di partenza il programma
è pronto per disegnare o manipolare un
disegno a colori.
I menu superiori, completamente in
lingua italiana, sono chiaramente a ten-
dina in discesa, con i comandi non
disponibili al momento, «sfocati» in
grigio
PaintShow Plus, per via software,
può acquisire solo immagini con esten-
sione .TIP, e per poter lavorare con altri
formati come .PCX o .MAC, rispettiva-
mente prodotti da PC PaintBrush e Mac
Paint, bisogna ricorrere alle utility
PCX2TIF.EXE e MAC2TIF.EXE. per ope-
rare la conversione di formato. Per
esportare é presente l'ulteriore conver-
titore TIF2PCX.EXE che si commenta
da solo.
Finito il lavoro sull'immagine, si può
salvare il tutto, in formato TIFF fTagget
Imerchange File Format), con tre tipi di
compressione dei dati: Nessuna, Pack-
bits e fax CCITT. La terna di possibilità,
garantisce la compatibilità con altri pro-
grammi pittorici, mantiene entro limiti
accettabili la grandezza del file e la
conseguente occupazione sull'hard disk
e permette di inviare via facsimile il
lavoro svolto.
Le utility, però non finiscono qui. Co-
me evidenziato nel file PAINT.BAT, è
presente oltre alla possibilità di entrare
in Shell, il comando per la cattura delle
immagini, e conseguente invio rapido
alla stampante; CATCH.COM. Per atti-
varlo bastano la pressione dei tasti Alt-
-i-Stamp (Alt-i-Print Screen) per la cattu-
ra dell'Immagine, e Shift-hStamp (Shift-
-i-Print Screen) per mandarla in output
di stampa, senza però memorizzarla su
disco. Lo schermo catturato, viene sal-
vato di deafault come SCREENOO.TIF,
con la numerazione a salire, nella direc-
tory decisa al momento dell'installa-
zione.
Catch lavora in maniera sinergica con
un altro programma: SLIDE.EXE. che
simula un proiettore di diapositive, attin-
gendo alle immagini memorizzate con il
comando CATCH.
Spesso infatti una software house,
un dimostratore 0 un professore può
trovare utile salvare delle schermate
grafiche e mandarle a video in rotazione
o di questo «carosello», farne un disco
demo. Il funzionamento è semplice, e
nella configurazione di visualizzazione si
possono stabilire, sia la sequenza che la
durata di ognuna della immagini. Volen-
do si può inoltre sempre intervenire da
tastiera.
Ricapitolando PaintShow Plus 2.2 of-
fre possibilità di acquisire disegni, bian-
co e nero, e ricolorarli, manipolandoli a
livello creativo, riducendone le dimen-
sioni, intervenendo su ogni singolo pixel
con una sene di strumenti di disegno
tipici di un programma paint, introdu-
cendo capovolgimenti in senso orizzon-
tale e verticale o rotazioni a destra e
sinistra di 90 gradi, per poi mandarli m
stampa o presentarli a video.
Image-in
Passiamo ora al pezzo forte, dal pun-
to di vista più fotografico che di dise-
gno: il pacchetto di quattro moduli
Image-in.
Image-in, gira completamente sotto
MS-WINDOWS, per cui per l'uso occor-
re essere in possesso del suddetto am-
biente di lavoro. IMAGEIN.EXE, è il pro-
gramma principale per la manipolazione
delle immagini, IMAREAD.EXE si occu-
pa del riconoscimento dei caratteri (O.
C.R.), IMAVECT.EXE della vettorizzazio-
ne e perciò della conversione da bit-
mapped a linee e, per finire, PANO.EXE
che permette la creazione e la gestione
di un data base di immagini.
Image-in si presenta nella classica
96
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
PROVA
SCANMAN + IMAGE-IN
La Logitech é famosa nel mondo dell'in-
formatlca per aver dato un fondamentale
contributo alla diffusione del mouse. Nasce
nel 1981 dall’incontro di tre giovani amici:
due abruz2esi (Pierluigi Zappacosta e Gia-
como Marini) e lo svizzero Daniel Borei,
attuale presidente della società.
L'attività inizia con la ricerca e lo sviluppo
in piccoli uffici ad Apples (in Svizzera) e ad
Ivrea; nell'agosto dell'82 la Logitech, che
nel frattempo ha aperto un ufficio anche a
Palo Alto, diventa distributore ufficiale per
gli Stati Unip del mouse Oepraz La com-
mercializzazione di questo strano rivoluzio-
nario oggetto è dunque l’inizio dell’attività
concreta da parte della Logitech, grazie
anche alla collaborazione di Doug Engle-
bart: era stato proprio lui. nel lontano 1963.
ad inventare il mouse. Di par passo, la
ncerca nel campo software porta all’annun-
cio. alla fine dell'82. del compilatore Modu-
la-2 per Intel 8086.
L’anno che segue, il 1983. é una data
importante per il mondo dei personal com-
puter e forse soprattutto del mouse: la
Apple produce l’incompreso Lisa (destinato
ad essere seguito a breve scadenza dal
ben più fortunato Macintosh), dotandolo di
un mouse di sene Chiaramente il progetto
dell’indispensabile periferica di input nasce
in casa Logitech la quale, nel frattempo, ne
acquisisce tutti i diritti della tecnologia co-
struttiva
NeH’84. la forte espansione negli USA
provoca il trasferimento degli uffici a Red-
wood; nello stesso anno viene annunciato
il Modula-2A/X86, e conclusi accordi OEM
con la Hewlett Packard e la AT&T; alla fine
dell’anno, inizia la produzione del primo
mouse concepito, sviluppato e prodotto
dalla Logitech.
Nell’85 vede la luce il mouse C7. il primo
ad interfacciarsi con l'elaboratore senza bi-
sogno di tensioni esterne. Alla fine dello
stesso anno la Logitech decide di entrare
sul mercato dell’utente finale con il Logi-
mouse C7, fino ad allora commercializzato
solo come prodotto OEM.
Nella primavera deH’86, tutti i prodotti
vengono corredati del pacchetto applicativo
Package Plus, per rendere più completa la
dotazione. Nello stesso tempo viene nls-
sciata una nuova versione, a finestre, del
Modula-2 ed un traduttore da Turbo Pascal
a Modula-2 Vengono inoltre siglali contrat-
ti OEM con Digital Equipment ed Apple,
mentre viene rilasciato LogiCADD, il primo
prodotto software ad essere venduto insie-
me alla periferica di input (Logimouse C7).
Seguono il pacchetto LogiPainl e la versio-
ne «bus» del C7. con scheda di interfaccia
parallela. Nel frattempo gli uffici svizzeri si
trasferiscono a Romanel-sur-Morges.
Il legame con le industrie produttrici di
elaboratori è sempre più stretto. Nell'87 la
IBM annuncia la linea PS/2 e la Logitech,
nel giugno dello stesso anno, rende dispo-
nibile il mouse Ser<e/2. Nello stesso anno
rilascia Publisher Package, una soluzione
completa per il Desk Top Publishing e. in
OEM con Moniterm, il mouse opto-mecca-
nico ad alta risoluzione HIRez (320 dpi),
destinato ad essere commercializzato an-
che come prodotto finale m autunno. Intan-
to. LogiPaint viene sostituito da
PaintShow. La fine del 1987 segna l’inizio
della commercializzazione de) monitor
AutoSync (EGA, CGA. VGA e PGA)
Nell’estate '88 nasce il primo scanner
manuale, lo ScanMan, praticamente il ca-
postipite deH’oggetlo di cui ci siamo occu-
pati m questa prova. Nel novembre si fe-
steggia la vendita del duemilionesimo
mouse: per l'occasione viene prodotto, in
numero limitato di pezzi, il Clearcase
Mouse, dalla carcassa trasparente. Per il
Natale 1988, la Logitech riserva una stren-
na per gli utenti Mac: lo ScanMan per il
Mac, che rende possibile a bassissimo
prezzo lo sfruttamento del potenziale grafi-
co del Macintosh.
Siamo aH’89. nella cui primavera nascono
lo ScanMan MultiRez e Finesse 2.0, un
programma per if Desk Top Publishing eco-
nomico e facile da usare ma potente. In
agosto viene annunciata fa gamma di
mouse Sene 9, dal design ergonomico e ad
elevata risoluzione. In settembre i mouse
Logitech costruiti sono ormai quattro milio-
ni; nello stesso mese nasce il TrackMan.
un (imouse statico», in pratica é un mouse
rovesciato, dove la pallina non scorre su di
un piano ma viene fatta ruotare con il
movimento della mano, Nel frattempo lo
ScanMan viene sostituito dallo ScanMan
Plus e nasce il software Image-ln, sviluppa-
to dalla CPI appositamente per lo ScanMan
Plus.
Le novità del 1990 consistono, per ora,
nella versione 3.0 di Finesse e nel Catch-
Word, un programma OCR per il riconosci-
mento di caratteri tramile ScanMan Altri
annunci seguiranno nel corso dell’anno; già
in altri paesi europei è stato presentato, ad
esempio, un mouse più economico del
Sene 9. per un’utenza meno professionale
con due soli pulsanti e un design più sem-
plice, di cui al momento non sono state
definite né la politica né la data di commer-
cializzazione in Italia
A proposito di mouse, in marzo é previ-
sta la consegna del seimilionesimo pezzo.
La storia delia Logitech di questi anni
non lascia dubbi sul fatto che ci si possano
aspettare prodotti interessanti, presumibil-
mente nella logica del «pochi ma buoni»-
sono infatti roriginalità e la qualità, piutto-
sto che l'ampiezza, quelle che si possono
indicare come le caratteristiche fondamen-
tali delia gamma di produzione dell’azienda
svizzera.
Per quel che riguarda la struttura azien-
dale vogliamo almeno ricordare che oltre
alla Logitech SA in Svizzera ed alla Logi-
tech Ine. in California esistono la Logitech
Far East a Taiwan, la Logitech Ireland. la
Logi GmbH in Germania, la Logi fUK) Ltd.
in Gran Bretagna e la Logitech Italia; uffici
di vendita sono a Boston. San Antonio,
Parigi, Stoccolma e Tokyo I dipendenti
della Logitech sono in tutto oltre novecen-
to. 1 centri di produzione sono tre e a metà
anno finanziano si registra attualmente un
incremento del giro di affari pari al 57%
rispetto all’anno precedente.
Gli ingredienti del successo vanno dall’In-
novazione alla qualità dei prodotti, dalla
concorrenzialità del prezzo all’efficacia del
supporto, dall’acquisizione di collaboratori
illustri (come Federico Faggin inventore
dello Z80 o Doug Englebari inventore del
mouse) alla conclusione di accordi illustri '
(valga per tutti quello con la Apple per il .
track del Macintosh Portable), ma passano i
anche attraverso una sapiente gestione del ;
marketing d’immagine e della scienza delle .
comunicazioni, con un'attenta cura di parli- ,
colar! come ad esempio l’estetica in senso .
generale, dairoriginalità del logo al design e 1
alla rifinitura dei prodotti, dalla grafica delle
confezioni e dei manuali o del materiale :
pubblicitario a quella delTAnnual Report, il |
catalogo riepilogativo dei risultati aziendali:
un connubio di foto a tinta seppia e grafici '
dai contorni inesistenti, con forme primitive |
e colon spinti che fanno venir voglia di '
chiedersi se gli autori non si siano rifatti a I
modelli del pittore-regista scomparso Jean I
Cocteau I
PC. I
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
97
PROVA
SCANMAN + IMAGE-IN
veste di programma in ambiente MS-
WINDOVi/S, con il menu a barra supe-
riore, le maniglie per lo scorrimento
dell'immagine e le icone laterali con gli
strumenti.
Il punto di maggior forza del pacchet-
to è nella manipolazione delle immagini,
e in particolar modo, nella resa della
scala dei grigi. Nel menu View si può
modificare un'immagine digitalizzata, e
presente sotto tutti i formati grafici pos-
sibili, (PCX, TIP. MSP. PNT e IMG) tra-
mite l'opzione GrayMap. Le operazioni
possono essere sia «manuali», muo-
vendo gli pseudo-slider della luminosità
e del contrasto, ridisegnando la curva
dei bianchi e dei neri, o affidandosi a
delle soluzioni predefinite: Linear. Log,
Posterize ed Equalize.
L'effetto a video, non viene visualiz-
zato mentre si procede, ma a lavoro
finito tramite il consenso Display.
Per i tecnici, c'è a disposizione anche
un istogramma che visualizza tramite un
grafico, la quantità di ogni tonalità di
grigio usata.
Avevamo prima anticipato, che con
Image-in, si possono vettorizzare e ac-
quisire dei test). Le due opzioni si richia-
mano dalla icona Special. Con la possi-
bilità di vettorizzare un disegno, pratica-
mente si estrae lo scheletro, converten-
dolo dal formato bit-mapped a formati
compatibili Adobe lllustrator, AutoCad e
Designer.
Eseguita la vettorizzazione, si può in
fase di editing del disegno, «filtrare» il
risultato con l’opzione noise. l'approssi-
mazione polinomiale o con le curve di
Bezier, con tre gradi di tolleranza.
Per chi non ha avuto modo di studiare
le tecniche della rappresentazione grafi-
ca, sentendo questo nome, parafrasan-
do don Abbondio, potrebbe esclamare
«Bezier! Chi era costui?». Semplifichia-
mo un po’ il concetto. Qualsiasi forma
curva, è ricostruibile tramite un'equazio-
ne matematica più o meno complessa.
La Geometria Euclidea, non spiega però
tutte le forme possibili e all'uopo viene
la Geometria Descrittiva. Pur basandosi
sulle stesse regole se ne discosta, dan-
do cosi vita a studi di funzioni particola-
ri, molto usate da pacchetti software
come Adobe lllustrator e quello in que-
stione.
Bezier, per la cronaca, intraprese lo
studio di queste curve, perché lavorava
alla Renault come disegnatore. Per lo
svolgimento del suo lavoro, aveva biso-
gno di raccordare linee di automobili,
cosi approfondi lo studio particolareg-
giato di queste forme.
Le curve di Bezier, possiamo immagi-
narle come delle spezzate, dove ogni
segmento è un tratto di curva esso
stesso. Nelle estremità possiamo indivi-
duare un punto (in gergo «maniglia»)
per il quale passa un segmento tangen-
te. La direzione di questo segmento, e
la lunghezza dei due bracci, che può
essere differente, determina la dimen-
sione. la forma, l'inclinazione e la pro-
fondità della curva.
I termini per spiegare un concetto del
genere sono abbastanza complicati, ma
all'atto pratico la teoria non occorre.
Una volta presa confidenza con il pac-
chetto ci si rende conto di poter utilizza-
re uno strumento estremamente versa-
tile.
Certo le limitazioni della memoria e
della grandezza del file che si può digita-
lizzare, limita un po' questa funzione
veramente utile a chi deve fare disegni
tecnici 0 rilievi topografici, però volendo
si può sempre acquistare il pacchetto
da solo con la possibilità di pilotare altri
tipi di scanner,
L'O.C.R., al contrario, è all'altezza del-
la situazione e svolge la sua funzione di
riconoscimento in maniera egregia.
Classico nel suo modo di operare, e
completo nelle sue funzioni, sia in fase
di apprendimento che di editing.
WSCAN.EXE e SCAN.EXE
Di questi due ultimi programmi, ne
parliamo a parte, in quanto rappresenta-
no la ciliegina sulla torta della professio-
nalità con cui è stato progettato il pac-
chetto. Ambedue pilotano semplice-
mente lo scanner e sono presenti nella
confezione dello ScanMan Plus. Cosa li
differenzia dagli altri? Semplice. Il primo
gira sotto MS-WINDOWS e permette di
digitalizzare in tempi brevissimi e con
pochi comandi un'immagine, manipolar-
la non più di tanto ed avere già un
prodotto finito.
La seconda è praticamente un co-
mando: Scan nomefile.(TIF, PCX, IMG)
lunghezza (in, cm) larghezza (in, cm)
/risoluzione (100, 200, 300, 400). Rapido
e stringato, per chi va di fretta.
Considerazioni finali
Fare delle considerazioni positive su
questo prodotto, potrebbe essere preso
come uno «repetita iuvant» tutto pubbli-
citario. però in fondo è un prodotto che
non vuole certo sostituirsi a scanner a
piano fisso del costo di svariati milioni,
che rappresenta la soluzione ideale per
chi. spendendo poco, ha bisogno di un
sistema di acquisizione di immagini da
poter poi trattare e manipolare con pro-
grammi espressamente previsti.
Il prezzo, se rapportato alle prestazio-
ni offerte soprattutto dal pacchetto Ima-
ge4n, ben dispone all'acquisto.
Anzi, vorremmo azzardare la conside-
razione che l’insieme ScanMan Plus-t-
Image-in vale sicuramente più di quello
che costa.
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
Roma
è il capitale
d'Italia
Ro,
\oma è sempre per ritalia un grande capitale, di
idee e di affari. Anche, e soprattutto, nell'informa-
tica.
Unibit PCbit 286 SP
miaoptoeessoie 8028B, elodea 8/lSUHs. I Mb KAM espandibile
disM da 20 0 40 Mb. aàieia ilaliana avanzata,
completo di' Windows 2se. MS DOS 4.01, CW Basic 3.23, Shell l.OI.
E Microland è un progetto dell'imprenditoria nazio-
nale, cheta scelto nuovamente Roma per rafforza-
re la propria presenza nel mercato dei personal e
minicomputer con un marchio che garantisce la
qualificazione dei punti vendita collegati.
Dopo l'acquisizione di un affermato computer shop
in via Tuscolana, dove l'utente finale ha libertà di
scelta e rinformatica è senza camice bianco, Micro-
land ha quindi aperto un'altra sede in via Monaci
(piazza Bologna), dove anche le esigenze più com-
plesse delle aziende e degli enti scientifici e di ge-
stione trovano un attento esame e, spesso, una
proposta valida in termini tecnici ed economici.
I marchi supportati (tra questi, ad esempio, Hew-
lett Packard e Unibit per i personal e minicomputer,
Cambridge e Unibit per i portatili, Epson e Fujitsu
per stampanti e fax, Microsoft, Borland, Lotus per il
software orizzontale, Esa e Dee per le soluzioni ge-
stionali) e l'attenzione posta nella cura del cliente
sono alcuni dei motivi che fanno di Microland a
Roma un sicuro punto di riferimento, perle vostre
idee e i vostri affari.
Unibit PCbit 386 SX
mieroproeessore 80386 SX. clock a fl/Ifi MHz. I Mb RAM
espandibile fino a 4Mb su piastra madre, 2 pone senati, )
porta parailets. tiara disk da 20 a BO Mb. tastiera italiana
avamata. complatodl Windows 3S6. MSDOS4.0I,
aWBasic3.23.Shelli.0l.
E se foste solo curiosi di conoscerci, siate i
benvenuti.
Per tutti voi c'è un simpatico omaggio.
Microland Italia
• Computer shop; Roma, via Tuscolana 350/350a,
tei 7943980/7943919-
• Ulficio vendite; Roma, via E, Monaci 21 (piazza Bologna),
tei. 4241102/428179. fax 429942.
’ rivenditore autorizzato Unibit
• punto vendita Hewlett Packard
NEC P2 plus
di Massimo Tnjscelli
L a stampante della Quale ci accin-
giamo a parlare è la naturale evo-
luzione di un modello della sfessa
NEC. ovvero la P2200, già fecer?s/fa su
MC nei numen 69 e 78. che ha fatto la
sua comparsa verso la fine del 1987 e
che ha hscosso un buon successo di
pubblico.
La NEC P2 plus ripropone la medesi-
ma impostazione generale, ma offre an-
che alcuni miglioramenti riguardanti la
gestione della carta, un nuovo set di
font di carattere più esteso specialmen-
te per ciò che riguarda la gestione dei
font proporzionali ed una gestione della
grafica ulteriormente migliorata
Descrizione
L'aspetto della NEC P2 plus, il cui
esemplare in prova ci è stato gentilmen-
te fornito dalla Nelcom di Torino, che
ringraziamo per la collaborazione, è
pressoché identico a quello della
P2200; le linee tondeggianti del conte-
nitore, il cui sviluppo si estende mag-
giormente verso l'alto, sono rimaste in-
variate.
Invariato è lo sportellino che permet-
te l'inserimento della carta dalla parte
anteriore.
Leggermente diverso è il pannello di
comando composto da una serie di in-
terruttori a membrana e di spie lumino-
se ricalcanti l'impostazione della P2200,
ma ora contrassegnati da alcune dicitu-
re diverse.
Gli interruttori permettono il controllo
delle usuali operazioni riguardanti il line/
form feed, la messa in linea della perife-
rica. la selezione del modo di stampa
(Draft LQ) e della densità dei caratteri
(10 e 12 cpi, condensato, proporziona-
le), inoltre, il tasto precedentemente
dedicato sulla P2200 alla funzione
QUIET é sulla P2 plus dedicato al carica-
mento del primo foglio di carta ed al
suo posizionamento, sia utilizzando il
modulo continuo che il foglio singolo.
I quattro tasti consentono anche di
eseguire le operazioni di settaggio della
maggior parte dei parametri senza do-
ver intervenire su praticamente alcun
dip-switch, ma mediante una serie di
indicazioni visualizzate direttamente sul-
la carta con una procedura indubbia-
mente comoda, ma che presenta il pro-
blema di un certo spreco di carta e di
una certa macchinosità di esecuzione.
Il colore della P2 plus è più chiaro
rispetto al vecchio modello P2200 ed è
praticamente uniforme anche per gli
inserti che precedentemente erano più
scuri.
La velocità di stampa della P2 plus
varia da 1 60 cps in modo Draft a 70 cps
in modo proporzionale LQ, ma la dote di
maggiore importanza è sicuramente
quella riguardante la qualità di stampa e
l'assortimento di font, unitamente alla
gestione complessa della carta che si
avvale di ben tre distinti modi di funzio-
namento e che può contare ora su di
alcuni miglioramenti eseguiti sui trattori.
La P2 plus può essere usata con il
modulo continuo grazie ai trattori di tipo
doppio in grado di funzionare sia in tiro
che in spinta, oppure con i fogli singoli
mediante la feritoia frontale per l'intro-
duzione manuale del supporto cartaceo.
Nell'ultima ipotesi non è necessario
rimuovere completamente il modulo
continuo, ma basta farlo indietreggiare
e disinserire i trattori mediante l'apposi-
ta leva presente sulla sinistra della
stampante.
Il sistema di trattori è stato modifica-
100
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
PROVA
NEC P2 PLUS
to nspetto alla «vecchiau P2200 in mo-
do da eliminare in parte i problemi di
tenuta che affliggevano l'uso del modu-
lo continuo.
In particolare, i nuovi trattori sono
dotati di un sistema che trattiene la
carta in modo da essere inserita corret-
tamente e sono privi delie caratteristi-
che molle elastiche che in più di una
occasione contribuivano allo spiegazza-
mento ed alla fuoriuscita della carta
dalle guide.
La dotazione di font della P2 plus si è
arricchita di nuovi font proporzionali
(Helvette e Times) che meritano di es-
sere citati per la loro qualità. Gli altri
font sono rimasti pressoché invariati e
comprendono Courier, ITC Souvenir,
Fast Focus e Prestige Elite 1 2WP. Que-
st'ultimo ha in pratica sostituito il font
OCR-B presente sulla «vecchia» P2200.
Le emulazioni disponibili comprendo-
no NEC ed Epson LO; mentre le altre
caratteristiche generali parlano di una
dotazione di 15 set di caratteri interna-
zionali (USA, Francia, Germania. Inghil-
terra, Danimarca I. Danimarca II. Svezia.
Italia, Spagna, Spagna I. Giappone. Nor-
vegia. Paesi Bassi, Turchia, Paesi Lati-
no-Americani) e di una risoluzione grafi-
ca di 180 dpi in verticale e di 60, 80. 90,
120, 180, 240 0 360 dpi in senso oriz-
zontate.
fnferno
L'interno è sostanzialmente identico
a quello delia «vecchia» P2200. La posi-
zione. la grandezza e la disposizione dei
componenti sulle schede dell'alimenta-
tore e della sezione di controllo sono
invariate.
La meccanica é ospitata su un solido
monoblocco di plastica nera fissato con
NEC P2 Dius
Costruttore:
N£C Corporation, NEC Building, 33-1. Shiba
S-chome, Minalo-ku. Tokyo 108, Japan
Distributori:
DigirrorticB srl, C.so Milano, 84-37138Milano
Disitaco srl. Via Arbia, 60 - 00199 Boma
Prezzo (IVA esclusa):
NCCP2plus L 1.060.000
un sistema ad incastro ed appoggiato
su due supporti elastici in gomma.
Anche la testa di stampa a 24 aghi è
identica a quella della P2200; presenta
le medesime alettature ed anche lo
spessore degli aghi è uguale, cioè 0,2
mm.
Delle due schede elettroniche, la più
piccola, fornita di un dissipatore termi-
co. corrisponde all'alimentatore, mentre
invece quella di dimensioni maggiori
rappresenta la sezione di controllo dei
motori, dei font e deH’interfacciamento.
La medesima scheda ospita anche il
buffer di stampa di 8 Kbyte {4 Kbyte se
si impiegano set di caratteri definiti dal-
l'utente) che nella versione con interfac-
cia seriale giunge ad una capacità mas-
sima di 16 Kbyte.
Non manca un connettore per l'inseri-
mento di cartucce di font opzionali e per
l'inserimento dell'interfaccia seriale
RS232.
Uso
Non si può parlare dell'uso della P2
plus se non si fa riferimento alla proce-
dura di settaggio dei parametri.
Tale procedura è basata su un siste-
ma di scelta a menu stampati diretta-
mente sulla carta e selezionabili me-
diante il pannello di controllo in maniera
sufficientemente comoda, ma che com-
porta un dispendio di carta non indiffe-
rente.
Accendendo la stampante e tenendo
premuto il tasto Select, la P2 plus prov-
vede ad eseguire la stampa del settag-
gio corrente dei parametri comunicando
alla fine la funzione dei singoli interrut-
tori del pannello di controllo.
Il tasto Feed conferma l'opzione scel-
ta con il tasto Pitch, mentre con il tasto
Load sì provvede al salvataggio dei dati
settati.
La sola stampa di tutti i parametri
occupa un intero foglio, perciò se si
passa a settare tutti i parametri disponi-
bili, ci si rende conto che la quantità di
carta da utilizzare è piuttosto elevata.
I parametri sui quali si può agire com-
prendono il modo di stampa (LQ, Draft
e proporzionale), il set di caratteri
{Courier, ITC Souvenir, Prestige Elite,
Fast Focus o cartuccia opzionale), il set
di caratteri proporzionale (Bold, Helvet-
te, Times 0 cartuccia esterna), il modo
di stampa a 1 2 cpi (Draft o High Speed),
il set di caratteri internazionale, il set di
caratteri di default (corsivo o grafico
IBM), il modo di stampa dello zero (con
0 senza slash); un secondo set permet-
te la definizione dei parametri legati al
supporto cartaceo come dimensioni del-
la pagina (lunghezza tra 3 e 14 pollici),
skip over perforation, numero di linee
per pollice, modo di funzionamento del
Carriage Return e Line Feed ed opzioni
legate all'uso dell’inseritore automatico
di fogli disponibile in opzione.
Infine un ulteriore set di parametri
permette di configurare l’interfaccia se-
riale disponibile in opzione, controllan-
done la velocità, la lunghezza delle
MCmlcrocompuler n. 94 - marzo 1990
101
PROVA
ITC Souvenir
ITC SouvsDlr
Piestige Elite 12HP
Prestile Elite laff ccndensed
Normale* p ‘ «*
lloriale'»'“
Noraale*P*e*
Noraalo^*‘<=*
Normalep«die«
HonuleM4i(«
Noraaleppdic*
Nonal^«dice
Corsi vo
Cor$i9o
Corsivo
Corsivo
Neretto
Isrstto
Neretto
Naiettu
Sottolineato
Sottolineato
Sottolineato
Sottolineato
SULL aps
sua CAPS
SHLL CIPS
auLi aps
COURIER 10
COURIER 12
FAST FOCUS 10
FAST FOCUS 10
Normale* m c •
Normale*p‘c*
Normale®***®*
Noraale®***®*
Normalep* d i c •
Nornalepidic*
Normalepadice
NorMlepedlc*
Corsi vo
Corsi vo
Corsi vo
Corsivo
Neretto
Neretto
Neretto
Neretto
Sottolineato
Sottolineato
Sottolineato
Sotlollneoto
SNILL CiP<
SULL CIPS
SIALI CAPS
SMLL CAfi
proporzionale bold
Normale*p‘®*
Nonnale»«dic«
Corsivo
Neretto
Sottolineato
SUU CAK
proporzionale Helvette
Normale*
Normalep«<ue«
Corsivo
Neretto
Sottolineato
SIMUCAPS
proporzionale Times
Normale*'’^®*
Noimalepadict
Corsivo
Neretto
Sottolineato
SUAli CAP8
I quattro forti di caralien disponibili
sulla siempanie: t pruni due in
modo normale e condertsed;
Courier e Fast Focus pitch lOe 12
Tre prove di stampa da pacchetti
gralici IPC Paintbrush e Borland
Quattro Proli le prime due sono
ottenute con nst^uzione verticale
di 360 e 180 dpi dalla medesima
immagine.
A fianco i tre set di caralien pro-
porzionali: al già disponibile propor-
zionale bold si sono aggiunti Hel-
vette e Times.
102
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
con l'impiego di un nuovo colore e di un
coperchio diverso, la sostanza non do-
veva essere mutata.
tn effetti non è proprio cosi. La P2
plus è sicuramente una riedizione della
P2200. ma ci sembra che sia venuta
piuttosto bene, la NEC ha investito per
migliorare i difetti delle P2200, cambian-
do i trattori e modificando quei partico-
lari come il coperchio che potevano in
qualche modo contribuire a rendere più
efficiente l'operatività.
Non si può dire che si tratta di un
prodotto nuovo, ma si tratta sicuramen-
te di un prodotto che in questa nuova
riedizione ripeterà il successo già avuto
a ragione grazie alle sue buone caratte-
ristiche nella precedente versione.
Si tratta di una stampante che può
essere impiegata indifferentemente su
varie piattaforme hardware, rappresen-
tate da sistemi personali in ambiente
MS-DOS a soluzioni meno diffuse, ma
pur sempre valide ed efficienti come
quelle basate sui computer Amiga e
Atari ST.
Peccato che non si sia provveduto ad
aggiornare e modificare il sistema di
settaggio dei parametri che, francamen-
te, lasciatemelo dire, ci sembra troppo
esoso in termini di consumo della carta.
È sicuramente un sistema tuttora vali-
do e che all’epoca della presentazione
della P2200 era sicuramente molto
avanzato, ma ora comincia a risentire
della macchinosità delle procedure e
della mancanza di un display di con-
trollo-
Sempre molto buona, come nella tra-
dizione NEC, è la qualità e la dotazione
dei font di carattere, che con l'aggiunta
dei nuovi font proporzionali permette di
ottenere documenti molto curati ed ele-
ganti. Il prezzo è rimasto pressoché
invariato e ben si adatta alle caratteristi-
che della stampante che rimane uno dei
modelli più richiesti tra le stampanti a
24 aghi. «c
word, la parità, i segnali di controllo
(DCD, CTS e DSR) ed infine il protocollo
di comunicazione (EXT/ACK. XON/
XOFF, XON/XOFF ripetuto).
La presenza dei nuovi trattori modifi-
cati facilita l'uso del modulo continuo in
spinta anche se la stampante rimane
piuttosto sensibile ad eventuali posizio-
namenti errati del modulo continuo in
ingresso ed in uscita.
Basta infatti che la carta sia legger-
mente disallineata rispetto alla stam-
pante. oppure che in uscita trovi un
ostacolo, per assistere dopo qualche
pagina di stampa dll'inevitabile accartoc-
ciamento all'interno della stampante
stessa.
Ir> proposito, aH'interno del coperchio
superiore è riportato in rilievo un pratico
schema riassuntivo delle possibili com-
binazioni di trascinamento della carta, i
relativi percorsi all'interno delta stam-
pante stessa e la posizione delle varie
leve di controllo del trascinamento.
Anche l'apertura anteriore per l'inseri-
mento dei fogli singoli è stata ulterior-
mente migliorata grazie all’adozione di
una seconda aletta di guida del foglio in
modo da evitare il problema delle stam-
pe inclinate rispetto al foglio.
In generale tutte le prestazioni sono
migliorate ed anche il livello di rumore
emesso è calato di qualche dB grazie
alla presenza di un coperchio superiore
trasparente di foggia e dimensioni diver-
se da quello della uvecchia» P2200.
Per ciò che riguarda la grafica, la
qualità è sempre piuttosto elevata, an-
che se ci sembra che sia migliorata
ulteriormente, almeno per ciò che ri-
guarda la nettezza dei segni, ora meno
«impastati» rispetto al vecchio modello.
L'uso con il software non pone alcun
problema in quanto ora la maggior parte
dei programmi dispone di driver specifi-
ci per i prodotti NEC o più in generale
per le stampanti a 24 aghi.
La disponibilità di un interruttore fron-
tale per la scelta del pitch permette di
selezionare comodamente la densità
orizzontale dei caratteri offrendo svaria-
te combinazioni che si estendono tra 10
e 20 cpi per un totale, rispettivamente,
di 80 o 160 caratteri per linea.
Conclusioni
Quando ho aperto l'imballo della P2
plus non ho potuto fare a meno di
pensare che sotto la veste aggiornata
In allo un particolare
dei mowrr per i movi-
menu di carta e testa
di stampa: a destra, la
spugna fonoassorben-
te sulla duale poggiare
la stampante e l'inter-
no del pannello sup^
riore sul quale sano iry
dicale le modalità ope-
rative di alimentazione
della carta. Qui a fian-
co é possibile vedere
le due schede elettro-
niche della P2 plus.
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
103
Seìkosha SP-2000
di Massimo Tnjscelli
L J ultima stampante Seìkosha ad
essere provata sulle pagine di
MC é stata la SP-1600AI sul
numero 82 del febbraio 1989.
Nelle conclusioni affermavo che si
trattava di una stampante che sebbene
a 9 aghi risultava piuttosto indicata per
le applicazioni richiedenti una buona
qualità di stampa in modo testo.
Attualmente la MAFF System, distri-
butrice dei prodotti Seìkosha. offre nel
proprio catalogo un ulteriore modello a
9 aghi con un prezzo particolarmente
interessante: la SP-2000.
Sebbene la tendenza del mercato sia
orientata verso prodotti caratterizzati
dall'impiego di teste di stampa a 2d
aghi, o di tecnologie alternative come
quella del getto d'inchiostro, le stam-
panti a 9 aghi continuano a rappresenta-
re uno dei segmenti di mercato più
nchiesti dagli utilizzatori hobbistici e più
in generale dalla fascia medio-bassa del-
l'utenza, soprattutto in virtù dei costi
particolarmente convenienti.
La SP-2000 offre caratteristiche di
buona levatura ed una qualità di stampa
invidiabile specialmente in considerazio-
ne della tecnologia a 9 aghi adottata.
Vediamo meglio quali sono le sue carat-
teristiche.
Descrizione
Il design della SP-2000 é molto piace-
vole e compatto. Le linee sono morbide
ed . arrotondate e non sono presenti
scalini 0 spigolosità.
Una serie di piccole feritoie caratteriz-
za la parte anteriore conferendo al tutto
un aspetto di sapore vagamente auto-
mobilistico.
Le dimensioni sono piuttosto conte-
nute, cosi come lo è anche il peso di
poco superiore a tre chilogrammi.
Un pannellino composto da quattro
tasti a membrana e da tre spie è pre-
sente sul piano superiore in prossimità
del lato destro.
Tale pannello consente di controllare
le usuali operazioni di messa in linea
della periferica, line feed, form feed.
selezione del modo di stampa (draft,
LQ) e con una serie di procedure, il
paper parking del modulo continuo nel-
l’uso dei fogli singoli, la selezione del
pitch dei caratteri e l'impostazione dei
margini dei documenti.
Una caratteristica di interesse è rap-
presentata dalla presenza della doppia
interfaccia seriale e parallela, i connetto-
ri della quale sono ubicati nella parte
inferiore della stampante in una rierv
tranza a scalino.
Si tratta di una soluzione per alcuni
versi molto comoda, ma che può in
qualche caso intralciare il percorso del
modulo continuo specialmente se sì fa
uso di un sostegno sottostampante.
Sul coperchio superiore in plastica
semitrasparente grigia sono serigrafate
una serie di opzioni corrispondenti alla
scelta del pitch dei caratteri.
Contrariamente ad una tradizione
piuttosto consolidata sugli altri modelli
di stampanti della Seìkosha, la SP-2000
presenta due leve differenziate per la
selezione del modo di trazione della
104
MCmicfOCOmputer n, 94 - marzo 1990
PROVA
SEIKOSHA SP-2000
carta (frizione o trazione) e per l'aziona-
mento della barretta premi-carta.
Infatti, i lettori più affezionati ricorde-
ranno come sulla vecchia SP-800, cosi
come sulla SP-1600, l'astina premi-carta
era comandata da una leva coassiale
alla manopola di avanzamento manuale
della carta; inoltre, tale leva svolgeva
anche la funzione di caricamento se-
miautomatico della carta.
Il pannellino di guida della carta può
essere posizionato in due diversi modi
che corrispondono alle condizioni di im-
piego con il modulo continuo o con il
foglio singolo.
Le due emulazioni residenti; EpsonFX
e IBM Proprinter II permettono l’impie-
go della stampante con praticamente
tutta l'attuale produzione di software
applicativo esistente.
Le caratteristiche dichiarate parlano di
una velocità di stampa di 192 cps per il
modo Draft Fast Elite e di 48 cps per il
modo NLQ Fast Elite a 12 cpi.
La stampante è fornita di due set di
caratteri corrispondenti al modo stan-
dard (178 caratteri alfanumerici e SO
caratteri grafici) ed al modo IBM (212
caratteri alfanumerici ed i soliti 50 carat-
teri grafici).
All’interno del coperchio superiore di
plexiglass. in corrispondenza della guida
che permette lo scorrimento della testi-
na è ubicato uno sportellino scorrevole
che permette l’accesso a due banchi di
dip-switch per il controllo di una serie di
parametri.
Il pomo riguarda il set di caratteri
internazionali, le modalità operative di
CR & LF. il tipo di emulazione, la lun-
ghezza standard delle pagine in pollici
(11 0 12): il secondo banco controlla i
parametri riguardanti la porta seriale
Costnittera;
Seikosha (Europe) Cmbh, Bramfelder
Chaussee 70S — D 2000 Hamburg 71
DIttrìbutora;
MAFF System sr), Via Paracelso 18.
22041 Agrate Briaraa IMI)
Prezzo (IVA esclusa):
Seikosha SP-2000 L. 590.000
RS232 direttamente disponibile sulla
SP-2000.
Interno
L'interno della Seikosha mostra una
costruzione sufficientemente curata ed
ordinata; la meccanica è rappresentata
da un compatto monoblocco di materia-
le plastico dal quale si dipartono un
certo numero di cavi fomiti di connetto-
re per il collegamento della testa di
stampa a 9 aghi e dei piccoli, ma effi-
cienti. motori alfe rispettive elettroniche
di controllo.
La sezione elettronica è invece rap-
presentata da due schede di dimensioni
molto diverse: una di dimensioni più
piccole rappresenta la sezione di ali-
mentazione; l’altra, più grande, ospita
tutta l’elettronica di controllo della mec-
canica. il generatore di caratteri e le
interfacce.
Una terza piccola schedina, collegata
alla precedente dal solito cavo multifila-
re, corrisponde al piccolo pannello di
controllo della stampante.
La meccanica ospita entrambi i moto-
ri sul lato destro del monoblocco. Un
particolare che ci ha colpito favorevol-
mente riguarda il sistema elastico di
rinvio della cinghia dentata che provve-
de al trascinamento del gruppo della
testa di stampa.
Tale sistema consiste in una guida
metallica scorrevole all'Interno del mo-
noblocco, tenuta in posizione da una
molla che assicura una certa elasticità
alle sollecitazioni eventualmente intro-
dotte sulla cinghia di trascinamento.
f
r-'" t _ .■!
Il pannello di controllo ed i connettori di interfaccia ubicali sul tondo della stampante.
Il coperchio guida carta nelle due posizioni operaliue possibili: una per il modulo continuo, l'altra per i logli singoli.
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
105
PROVA
SEIKOSHA SP-2000
DRAFT
SANS SERIF
SERIF
CARATTERE CONDENSATO 17 CPI
carattere condensato 17 cpi
Norma le“** *■*="
Norma le i.<=«
Neretto
Corsiva
Norma ie*®*=*
Norma lee*a
Neretto
Norma
Norma lepedic^*
Neretto
CARATTERE COSENSATO 80 CPI
carattere condensata 80 cpi
Sotto 1 inea to
Corsivo
Corsivo
SNALL CAPS
Sottolineato
Sottolineato
SMLL CAPS
SflALL CAPS
Pica
^ -t. -tei— e FD d. -tc: t“i 1 <f=>
Carattere pitch 1
Carattere pitch IB
Carattere pitch 8
Elite
pitch 15
Carattere pitch 10
C«aT- Si t ter- e pitch tèa
Carattere pitch l4
Carattere pitch 12
Carattere pitch 8
Pica
Elite
Cat-stter-e pitch 15
Carattere pitch 10
Ca.arsL't’teare pit-cla 1©
Carattere pitch 14
Carattere pitch 12
Carattere pitch 8
Elite
Garatteare pitch 15
Carattere pitch 10
Questo e' un breve testo per saggiare le dif£<
i caratteri normali ed i caratteri proporzioni
Il testo e' stato stampato in modo NLQ.
Questo e' un breve testo per saggiare le differei
i caratteri normali ed i caratteri proporzionali.
11 testo e' stato stampato in modo HLQ.
tten Draft. Sans Sent e Seni. i
o Ì7 e 20cpied I van pitch
do Pica ed Elite A lianca un
ìtatten normali e proporzionali.
Pamlbrush Le ultime due sono realazale con
una risoluzione di 240 e 120 dpi
106
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990
PROVA
SEIKOSHA SP-2000
Il sistema di selemone del trascmamenio della carta
ed I due banchi di dip-switch.
adatta alla stampa di testi, anche se a
causa della sua non eccessiva velocità
può provocare qualche attimo di smarri-
mento in chi é abituato ad adoperare
stampanti da 200 cps in modo
NLQ, ma in generale la qualità è
direttamente paragonabile
a quella di stampanti
molto più costose.
La stampa dei
caratteri in mod
Serif LQ è molto
netta e gradevole,
ma come al solito po-
trete valutarla diretta-
mente (stampa tipografica
permettendo) nelle prove di
stampa pubblicate.
In grafica il discorso cambia
leggermente in quanto la risoluzio-
ne verticale di 240 dpi (selezionata dal
software PC Paintbrush) tende ad ap-
piattire le immagini; viceversa selezio-
nando una risoluzione di 120 dpi, l'im-
magine riprodotta risulta più equilibrata,
ma affetta da un seppur minimo allun-
gamento verticale.
Conclusioni
Il giudizio è sostanzialmente positivo.
Il prezzo è piuttosto conveniente rispet-
to alle prestazioni offerte ed esse sono
buone in considerazione del fatto che si
tratta di una stampante a 9 aghi.
Cinquecentonovantamila lire (IVA
esclusa) è una cifra piuttosto allettante
per una stampante di buona qualità co-
me questa.
La SP-2000 è una Seikosha, un nome
che vanta una certa tradizione nel setto-
re delie periferiche di stampa e ciò
contribuisce a confermare la validità del
prodotto.
Non é forse adatta ad un uso prolun-
gato ed intensivo, ma è sicuramente
molto adatta a chi deve usare la stam-
pante esclusivamente per la stampa di
dati, eventualmente anche in forma ele-
gante.
Non mi sento di consigliarla per appli-
cazioni grafiche, ma tutto sommato si
tratta di un consiglio inutile poiché chi
ha necessità di tale tipo, magari in ma-
niera piuttosto impegnativa, non si rivol-
ge certo a stampanti come questa.
La SP-2000 rappresenta una delle so-
luzioni migliori per l'utente hobbistico,
ma anche una valida alternativa per l'u-
tente professionale che non ha bisogno
di produrre elevati volumi di stampa. La
dotazione di serie della doppia interfac-
cia seriale e parallela la rende inoltre
adatta a praticamente qualsiasi applica-
zione con una conseguente versatilità
molto elevata. mc
La Seikosha SP-
2000 è una
stampante
molto piacevo-
le da usare
che offre una
serie di caratte-
ristiche di buon li-
vello qualitativo
spesso non presenti
nemmeno su stampanti di
prezzo e prestazioni più elevate.
Innanzitutto la gestione della carta
realizzata in maniera pressoché p
fetta.
Non ci è mai capitato dì riscontrare
problemi né con il modulo continuo, né
tantomeno con i fogli singoli.
Anche l'operazione dì «paper par-
king», ottenibile agendo contempora-
neamente sui tasti On Line e Form
Feed. non presenta alcun inconvenien-
te, analogamente al caricamento auto-
matico della carta.
Le operazioni di settaggio del pitch
dei caratteri sono direttamente accessi-
bili anche a stampante accesa senza
dover necessariamente dover spegnere
la periferica per settare i vari parametri.
La procedura viene attivata premendo
I due soliti tasti On Line e Form Feed fin
quando la spia On Line non inizia a
lampeggiare; successivamente pre-
mendo i tasti Form Feed e Line Feed si
può far avanzare la testa di stampa fino
al riferimento, serigrafato sul coperchio
superiore, corrispondente al pitch di ca-
rattere prescelto (Pica 10. Elite 12. Con-
densed 17, Condensed 20. Proporziona-
le, Fast Elite), Altri due riferimenti con-
sentono di impostare i parametri riguar-
danti i margini destro e sinistro e di
cedere il controllo del pitch dei caratteri
alle sequenze di ESCape provenienti dal
computer (CODE).
Un discorso a parte merita il settag-
gio del modo di stampa Draft e/o NLQ.
Premendo il tasto una prima volta (a
spia corrispondente comincia a lampeg-
giare, accompagnata da un beep. indi-
cando che è stato selezionato il set di
caratteri Sans Serif; se si preme due
volte, aumenta corrispondentemente il
numero di beep e la spia luminosa
rimane accesa indicando la selezione
del set di caratteri Serif NLQ; una ulte-
nore pressione del tasto provoca 3 be-
ep ed il ritorno al modo di stampa Draft.
I) piccolo pannello di controllo sovrin-
tende anche ad altre funzioni nel mo-
mento in CUI si accende la stampante:
infatti, premendo il tasto LF all’accen-
sione, la stampante esegue il self test
di stampa; premendo il tasto On Line
nelle medesime condizioni, viene ese-
guita una stampa che indica il corrente
settaggio dei parametri riguardanti i due
banchi di dip-switch già menzionati.
Vale la pena ricordare, per chi non lo
sapesse (spero siano pochi), che ogni
operazione eseguita sui dip-switch per
essere attivata necessita dello spegni-
mento e della riaccensione della stam-
pante stessa.
La SP-2000 si è dimostrata molto
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990
107
CD-ROM Zanichelli
Scaffale Elettronico
e 12-Lingue
di Corrado Giustoz2i
I l compianto Marcello Marchesi disse
una volta che amava guardare i film
di fantascienza perché gli piaceva il
modo in cui si aprivano le porte. La
battuta é simpatica e stigmatizza in mo-
do assai efficace la tendenza, tipica di
certa fantascienza dozzinale specie de-
gli anni passati, a mostrare scenografici
Quanto assurdi servomeccanismi per in-
generare nello spettatore una sensazio-
ne di «futuro tecnologico», spesso però
ottenendo solo effetti ridicoli.
Analogamente il sottoscritto ha sem-
pre deriso i vari tentativi, facenti parte
del repertorio di quasi tutti gli scrittori di
fantascienza, di descrivere il «libro del
futuro». Come nel caso delle porte di
Marchesi anche il concetto di libro é
infatti stato spesso stravolto fino a per-
dere qualsiasi connotazione ragionevole
pur di stupire il lettore con qualcosa di
nuovo e futuribile. La casistica potrebbe
essere amplissima: si va dal cubo di
materiale translucido che viene «letto»
proiettandone olograficamente il conte-
nuto, al più verosimile microchip i cui
dati vanno visualizzati su di uno scher-
mo, fino a giungere a supporti ancora
più strani che trasmettono la conoscen-
za subliminalmente o mediante connes-
sioni dirette ai neuroni del cervello.
Sembra, insomma, che per immaginarsi
il libro del futuro basti solo avere una
MCmicrocompuler n. 94 • marzo 1990
PROVA
CD-ROM ZANICHELLI
fantasia particolarmente sciolta e non
serva invece tenere in conto alcuna
verosimiglianza di tipo pratico.
Tale questione è stata sottilineata
qualche anno fa nientemeno che da
Isaac Asimov il quale, oltre che essere
un famoso scrittore di fantascienza, è
soprattutto uno scienziato ed un validis-
simo divulgatore scientifico. In un breve
saggio apparso sulla sua rivista, il «buon
dottore» descriveva, col suo accattivan-
te stile a metà fra il discorsivo e l'acca-
demico. il «libro definitivo»: ossia il sup-
porto ideale del libro del futuro. Trala-
sciando inizialmente la descrizione della
natura fisica del supporto e delle moda-
lità di registrazione delle informazioni, il
saggio cominciava elencando le mirabo-
lanti proprietà di tale innovativo ogget-
to: esso contiene diversi MByte di in-
formazioni codificate in pochi centimetri
cubi di materia: è in grado di mantener-
le inalterate per moltissimo tempo, an-
che diversi secoli: ha una struttura
ideata per favorirne la fruizione sequen-
ziale. che però all'occorrenza permette
anche agili interrogazioni random in
avanti ed all'indietm; consente di rego-
lare la velocità di assorbimento delle
informazioni secondo i propri ritmi fisio-
logici, lasciando libero II fruitore di sof-
fermarsi più a lungo su certe sezioni e
meno su altre ed eventualmente con-
sentendogli di accedere nuovamente e
rapidamente a sezioni già viste: offre la
possibilità di marcare opportunamente
alcune sezioni per reperirle più facil-
mente: può essere fruito senza bisogno
di ricorrere a particolari apparecchiature
esfeme; e nonostante tutto ciò é piutto-
sto economico e di facile costruzione.
CD-ROM Zanichelli
Produttore:
Zanichelli Editore
Via Irnerio. 34
401Z6 Bologna
Preai UVA esclusa)
I2-Lingue: L 780.000
Scaffale Elettronico ■ Dizionari: L S80.000
L'articolo concludeva dimostrando che il
supporto ideale per tale oggetto, l'unico
che consente di soddisfare contempo-
raneamente tutte queste desiderabili
proprietà, esiste già ed anzi lo utilizzia-
mo tutti quanti più 0 meno quotidiana-
mente: si tratta del buon vecchio libro
di carta, formato da tante pagine una
appresso all'altra. Una struttura millena-
ria talmente efficace che. secondo Asi-
mov, nessun surrogato tecnologico più
o meno audiovisivo sarà mai in grado di
sostituire del tutto.
Al di là del paradosso e della gradevo-
le presa in giro resta il fatto che proba-
bilmente Asimov ha ragione: nessuna
versione olografica o subliminale di un
libro sarà mai tanto comoda e piacevole
da leggere quanto quella cartacea. Ma
c'è una notevole eccezione a questo
ragionamento: quello dei libri di consul-
tazione. quelli cioè che non vanno letti o
imparati ma solo consultati secondo ne-
cessità per reperirvi informazioni ivi co-
dificate. Per questa particolare famiglia
di libri (meglio sarebbe definirli «archivi»
o «cataloghi») la tradizionale struttura
cartacea è pesantemente inefficiente in
quanto limita drasticamente le possibili-
tà di ricerca. In questo caso è lecito ed
anzi desiderabile aspirare alla realizza-
zione di un supporto concettualmente
differente a quello della pagina stampa-
ta. tale da consentire un'interazione
maggiore col «fesfo« e soprattutto offri-
re delle modalità di consultazione più
efficaci e potenti. Bene, tale strumento
oggigiorno esiste e si chiama CD-ROM.
Probabilmente non è il «libro del futuro»
e non sostituirà mai i libri tradizionali per
quanto riguarda la saggistica o la narrati-
va ma. unito alla potenza del computer,
é certamente lo strumento ideale per
rendere finalmente maneggevoli ed uti-
lizzabili quei libri piuttosto speciali che
sono i dizionari, gli elenchi, le enciclo-
pedie.
Dalla carta al CD-ROM
Se, come abbiamo appena detto, il
supporto ideale per un libro normale è e
probabilmente rimarrà quello tradiziona-
ie, perché invece per un dizionario od
un’enciclopedia ciò non è più vero? Per
un motivo molto semplice legato alla
differente modalità di fruizione di que-
sto tipo di opere. I dizionari e le enciclo-
pedie, lo sappiamo tutti, sono opere di
consultazione, ossia vengono utilizzate
per ricercare particolari elementi fra
quelli elencati al loro interno. Ma la
struttura cartacea impone alia massa di
dati che formano l'opera uno ed un solo
ordinamento fra tutti quelii possibili. E
ciò limita di fatto le possibili ricerche ad
una sola; quella conseguente al tipo di
ordinamento prefissato.
É noto infatti che la possibilità di una
MCmicrocompuler n. 94 - marzo 1 990
ricerca efficiente in un insieme di dati è
strettamente legata alla presenza di un
opportuno criterio di ordinamento nei
dati stessi. In mancanza di tale ordina-
mento la ricerca virtualmente è ancora
possibile ma risulta del tutto improponi-
bile nella pratica. L'esempio classico
che si fa per spiegare questo fenomeno
è quello dell'elenco del telefono. La SIP
stampa i propri elenchi in ordine alfabe-
tico di abbonato perché la ricerca sul
nome dell’abbonato è statisticamente
quella che viene effettuata con maggio-
re frequenza e dunque è giusto favorir-
la. Negli elenchi dunque risulta facile
trovare il numero di telefono corrispon-
dente ad un abbonato noto, come tutti
sappiamo per esperienza diretta, ma
non il contrario. In pochi secondi chiun-
que può. ad esempio, reperire il numero
della Technimedia: basta aprire il secon-
do volume dell’elenco relativo al distret-
to di Roma, localizzare la T e successi-
vamente il triolo TEC dopodiché con
una ulteriore rapidissima ricerca nella
pagina II gioco é fatto. Ma supponiamo
ora di voler sapere a quale abbonato
corrisponde il numero 41.80.300 del di-
stretto di Roma. Come possiamo fare?
Purtroppo in questo caso gli elenchi non
ci servono a nulla, a meno di non voler
scorrere sequenzialmente tutti i numeri
che vi sono elencati fino ad imbatterci
in quello desiderato, un compito chiara-
mente impossibile. Cosa ostacola la no-
stra ricerca? Il fatto che l’elenco sia
ordinato per nome e non per numero.
Se avessimo un ipotetico elenco ordina-
to per numero di telefono la nostra
ricerca sarebbe possibile; su quello
standard essa non lo è perché la sua
struttura dati non è quella giusta per la
ricerca che serve a noi. Solo la SIP
dispone di un elenco in ordine di nume-
ro {un «indice alternativo» sul file degli
abbonati, per essere precisi) ed è cosi
!2-Lingue A sinsirs la
s calla della modalilè di
consultazione. In alto
a destra la scelta della
lingua di partenza e di
quella di arrivo. Qui a
PO dì ricerca, é sele-
zionala quella «in-
che il servizio 12 può fornire il nome di
un abbonato conoscendo il numero.
Trasportando questo esempio nel
campo dei dizionari possiamo vedere
che il vantaggio di avere un'opera di
consultazione su CD-ROM è quasi
esclusivamente quello di poter disporre
di indici alternativi di ricerca. Se tutte le
operazioni possibili su un dizionario CD-
ROM si limitassero infatti alla sola lettu-
ra sequenziale o alle ricerche secondo
l'ordinamento naturale non vi sarebbe
alcuna differenza rispetto all'uso del
medesimo dizionario su carta; ed anzi,
rientrando nei caso del libro di Asimov.
dovremmo concludere che l’uso del te-
sto stampato risulterebbe sicuramente
più semplice e pratico. Ma le cose non
stanno così, per nostra fortuna, ed i
dizionari su CD-ROM risultano di gran
lunga più utili (in quanto più fruibili) di
quelli su carta. Un esempio? Eccovelo
subito. È noto che un dizionario serve a
cercare l'esatto significato di una parola
nota; però quante volte ci è capitato
(magari facendo le parole crociate...) di
chiederci «qual è quella parola che corri-
sponde a...», ossia di avere la necessità
di trovare la parola conoscendone la
definizione? Ciò equivale esattamente a
voler ricercare il nome dell'abbonato
nell’elenco dato il telefono e dunque,
data la struttura rigida del dizionario di
carta, già sappiamo trattarsi di una ricer-
ca «impossibile». Ed é un peccato per-
ché spesso sono proprio ricerche del
genere che sarebbero le più utili. Però
una volta trasportato l’intero dizionario
su CD-ROM nulla vieta a chi lo produce
di inserirvi anche degli indici multipli di
ricerca che permettano di colmare que-
sta lacuna. Tali indici possono ad esem-
pio consentire dei facili riferimenti incro-
ciati, seguendo la catena di rimandi da
una voce all’altra, ed anche permettere
«ricerche inverse» svolte sulle definizio-
ni anziché sulle parole. La velocità del
computer fa naturalmente il resto. Cosi
possiamo ipoteticamente svolgere una
ricerca inversa basata sulla parola «tipo-
grafia» avendo presto come risultato un
elenco di tutte quelle parole che, all’In-
terno della loro definizione, contengono
la parola «tipografia».
La potenzialità di uno strumento del
genere dovrebbe ora apparire chiara.
Esso permette di compiere ricerche che
l'equivalente supporto cartaceo non
consente, ottenendo risultati assai pre-
ziosi. Naturalmente l'esempio del dizio-
nario può essere allargato a qualsiasi
opera di consultazione, daH’enciclopedia
110
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
agli elenchi del telefono ai dati cartogra-
fici e via dicendo. Sempre che, è ovvio,
esso preveda in partenza un indice ade-
guato e sia dotato di un programma di
ricerca ad hoc.
Le CD-ROM Zanichelli
Zanichelli è un nome che non ha
bisogno di molte presentazioni. Specia-
lizzata da sempre nella produzione di
grandi opere di consultazione, oltre che
di testi didattici e di saggistica, la casa
bolognese è sicuramente un simbolo di
autorevolezza nel mondo deH'editorìa
italiana.
Dimostrando un lodevole interesse
per il nuovo mezzo la Zanichelli si è
lanciata già da tempo in quella che essa
stessa chiama «editoria elettronica»,
ossia la produzione di CD-ROM. Il suo
catalogo dispone al momento di tre
titoli di cui due di argomento lessicogra-
fico. ossia più vicini all'attività primaria
dell'azienda. È chiaro infatti che risulta
relativamente facile per un editore di
dizionari, dotato in casa di strumenti
informatici, riversare dai propri compu-
ter ad una CD-ROM il patrimonio di dati
che forma un dizionario. Così ha dun-
que fatto Zanichelli preparando le due
12-Ungue. In alto a si-
nistra miiiamo la ncer-
C9 inversa della parola
•hipo‘. Qui a UantM
vediamo il risultato
sintetico della ricerca,
mentre a destra quello
analitico relativo al
CD-ROM che vi presentiamo questo
mese.
La prima, edita già da un paio d'anni e
realizzata in collaborazione con i princi-
pali editori di dizionari del mondo, si
chiama 12-Lingue e contiene i testi di
diciotto dizionari in dodici lingue con
l'inglese in comune. La seconda. Lo
Scaffale Elettronico - Dizionari, contiene
invece sei opere centrate sulla lingua
italiana, fra le quali spicca il famoso
dizionario Zingarelli minore (che fra l'al-
tro viene fornito in versione tradizionale
assieme alla CD-ROM). Della prima in
effetti vi abbiamo già parlato in occasio-
ne delia sua uscita e ve la riproponiamo
brevemente soprattutto per completez-
za; la seconda è invece di recente pub-
blicazione e ci sembra meriti una descri-
zione più accurata.
Entrambi i CD seguono naturalmente
Il formato High-Sierra che è lo standard
di fatto nel settore e dunque risultano
compatibili praticamente con qualsiasi
lettore di CD del mercato.
12-Lingue
Il dizionario multilingue CD-ROM con-
tiene, come detto poc'anzi, ben 18 di-
zionari in 12 lingue: cinese, danese.
finlandese, francese, giapponese, ingle-
se, Italiano, norvegese, olandese, spa-
gnolo, svedese, tedesco. Tutti hanno
come lingua traducente l'inglese, alcuni
però sono dizionari multilingue (ad
esempio lo Zanichelli tnglese/Francese/
Tedesco/ltatiano/Spagnolo ed il Sansyu-
sya Inglese/Tedesco/Giapponese) ed
uno è un dizionario monolingua di
espressioni idiomatiche inglesi ed ame-
ricane (NTC). Alcuni fra i dizionari pre-
senti si sovrappongono in parte agli altri
ma ciò non é un male in quanto permet-
te di operare su spettri di scelta più
ampi durante talune ricerche. Quattro
inoltre sono dizionari specializzati su
materie scientifiche e tecnologiche.
Assieme al CD-ROM viene fornito un
floppy contenente il programma di inter-
rogazione. realizzato in diverse versioni
a seconda del tipo di lettore disponibile.
Quello da preferirsi, se possibile, è ov-
viamente quello scritto per i CD compa-
tibili con le Microsoft CD-ROM Exten-
sions le quali permettono di integrare al
meglio la CD-ROM col sistema operati-
vo MS-DOS.
La funzione diretta del 12-Lingue è
ovviamente quella di tradurre un voca-
bolo dall'inglese ad una lingua fra quelle
rappresentate e viceversa. È chiaro p^
rò che tale funzione, da sola, non giusti-
fica la realizzazione della CD-ROM: ed
infatti ve ne sono diverse altre, decisa-
mente più potenti, realizzate combinan-
do tra loro differenti tipi di ricerca. Ad
esempio una relativamente semplice
ma già assai utile è quella che permette
di tradurre vocaboli fra due lingue qual-
siasi delle dodici disponibili senza limita-
zioni nella scelta della lingua di origine o
di arrivo. Ciò viene fatto ovviamente in
due passaggi utilizzando l'inglese come
lingua comune. Ad esempio volendo
tradurre la parola «uomo» dall'italiano al
cinese il programma prima ricercherà le
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
PROVA
CO-ROM ZANICHELLI
possibili traduzioni di «uomo» in inglese
sfruttando il dizionario Italiano-Inglese (o
i diversi dizionari se ve n'è più d'uno) e
poi per ciascuna traduzione cosi reperi-
ta prowederà a ricercare le corrispon-
denti traduzioni in cinese usando il dizio-
nario Inglese-Cinese.
Un'altra possibilità, assai più potente,
è Quella offerta dalla ricerca «inversa»,
ossia suirinsieme delle definizioni «di
arrivo» in una data lingua anziché su
quelle «di partenza» nella propria. Tale
funzione permette spesso di identifica-
re entità lessicali spesso sfuggenti a
ricerche convenzionali quali i modi di
dire, le affinità, le frasi fatte, le espres-
sioni idiomatiche. Ancora un'altra possi-
bilità é consentita da una particolare
modalità di ricerca che consente di tro-
vare dei «sinonimi» in senso lato di una
parola data; il programma può essere
condizionato a considerare come «sino-
nimi» tutti i termini che traducono una
medesima parola e ciò. unito alla ricerca
inversa, permette di simulare la presen-
za di dizionari dei sinonimi in tutte le
lingue presenti.
Il programma di consultazione è del
tipo TSR (Terminate and Stay Resident):
esso rimane sempre in memoria e può
essere invocato mediante una particola-
re sequenza di tasti. Benché molto po-
tente nelle ricerche ci è tuttavia sem-
brato un po' limitato piuttosto rozzo a
livello di interfaccia utente, risentendo
forse in parte della sua età (due anni in
questo mondo sono tantissimi!). Ad
esempio non sfrutta in modo consisten-
te i tasti di movimento del cursore
preferendo affidarsi ai meno intuitivi ta-
sti funzione, non riconosce e non gesti-
sce i modi di visualizzazione a 43 e 50
linee consentiti dalle schede EGA e
VGA (che invece sarebbero comodissi-
mi per avere più materiale sullo scher-
112
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
PROVA
CD-ROM ZANICHELLI
mo), ha una presentazione a video ab-
bastanza povera e poco chiara, imple-
menta un cut & paste veramente mini-
male. Inoltre, e questa è forse la pecca
maggiore, una volta installato in memo-
ria non può più essere rimosso. A noi è
anche capitato che sia entrato in conflit-
to con un altro TSR (il programma di
comunicazione Mìrror NI) provocando il
blocco del sistema. Un punto interes-
sante a suo vantaggio è invece la possi-
bilità di visualizzare i termini cinesi e
giapponesi mediante ideogrammi Kanji,
ovviamente senza possibilità di effet-
tuarne il cut S paste.
Scaffale Elettronico
Lo Scaffale Elettronico contiene una
serie di volumi incentrati sulla lingua
italiana che dovrebbero risolvere i più
comuni problemi che si incontrano nello
scrivere quotidiano e nelle traduzioni
principali. Essi sono: il nuovo Zingareili
minore (vocabolario della lingua italiana),
il dizionario dei sinonimi e contrari, il
Manuale di Stile, il Ragazzini/Biagi Con-
cise (dizionario Italiano-Inglese), il Boch
minore (dizionario Italiano-Francese),
Odd Pairs & False Friends (dizionaho di
false analogie e ambigue affinità fra
Italiano ed Inglese). Les Faux Amis aux
Aguets (dizionario di false analogie e
ambigue affinità fra Italiano e Francese).
Inutile dire che II piatto forte della CD-
ROM è lo Zingareili, che come accenna-
to è presente nella confezione dì vendi-
ta anche in versione cartacea. C'è ma-
gari da domandarsi come mai sia stata
scelta l'edizione minore anziché quella
completa: problemi di spazio sulla CD-
ROM sicuramente non ve ne sono, dato
che dei circa 600 MByte potenzialmen-
te utilizzabili diverse centinaia restano
vuote.
Il programma di interrogazione é con-
Breve storia del CD-ROM
Il CD-ROM, lo sappiamo tutti, é nato
piuttosto di recente come ricaduta tecnolo-
gica nel settore informatico di un progetto
nato molti anni fa in campo audio. Il Com-
pact Disc è stato infatti originato da uno
sforzo congiunto di Sony e Philips, concre-
tizzatosi ufficialmente negli anni a cavallo
fra gli ultimi 70 ed i primi '80 (la conferen-
za stampa che sancì la prima presentazio-
ne del CD semidefinitivo ebbe luogo per la
cronaca ad Eindhoven l'8 marzo del 1979),
teso a realizzare un sistema che fosse in
grado di codificare digitalmente segnali
musicali con assoluta fedeltà e sicurezza di
riproduzione e dunque potesse soppiantare
l'oramai obsoleto disco analogico in vinile.
Nel CO audio furono impiegate tecniche
matematiche allo stato deH’arte per assicu-
rare la piena leggibilità dei dati anche in
seguito a danni fisici del supporto, e fu
adottata una sofisticatissima tecnok^ia ot-
tica per poter registrare e rileggere in mo-
do economico diverse centinaia di MByte
di dati su un dischetto dal diametro di soli
dodici centimetri.
Trattandosi di un supporto digitale dall'e-
levatissima capacità, caratterizzato da
un'ottima sicurezza nella rilettura, da un
buon tempo d'accesso alle informazioni e
dal fatto di essere ovviamente a sola lettu-
ra, il CD fu presto adocchiato dall’industria
informatica come strumento ottimale per la
memorizzazione e la distribuzione di ampi
data base di sola consultazione. Il CD infor-
matico fu subito ribattezzato CD-ROM
(Compact Disk Read Onty Memory) e co-
me tale divenne oggetto di alcuni primi
pionieristici tentativi di commercializzazio-
ne. Un grosso problema era però costituito
dalla mancanza di una standardizzazione
dei formati di registrazione, senza la quale
una reale diffusione dei CD-ROM era ovvia-
mente impossibile. Infine un accordo fra
costruttori di hardware e software house
portò alla creazione dello standard cosid-
detto «High-Sierrea e con esso alla reale
nascita del mercato dei CD-ROM. Di ciò
abbiamo diffusamente parlato in passato e
dunque non è il caso di tornarci sopra in
questa sede. Basta solo dire che oggigior-
no per poter collegare un qualsiasi lettore
di (ÌD-HOM al proprio computer MS-DOS
bastano solo due appositi software: un
device driver specifico per il lettore, fornito
dal costruttore del lettore stesso, e le
cosiddette «CD-ROM extensions», un soft-
ware standard fornito dalla Microsoft che
costituisce il «cuscinetto» fra l'MS-OOS ed
il device driver. Il CD-ROM viene cosi visto
come un drive di rete sul quale possono
agire come di consueto i normali comandi
DOS come pure programmi eventualmente
scritti dall'utente.
Ovviamente nel caso di CD-ROM com-
prendenti speciali data base, come quelli di
cui stiamo parlando, è necessario disporre
di un apposito programma di interrogazione
scritto su misura degli archivi; esso viene
preparato dal produttore del data base e
fornito col CD-ROM stesso. Invece nel
caso di CD-ROM contenenti file o program-
mi (ve ne sono molti oramai) basta il sem-
plice DOS per consentire il pieno reperi-
mento dei dati.
C.G.
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
13
tenuto sulla stessa CD-ROM e va tra-
sferito sul disco rigido del computer
(che è pressoché indispensabile) per
essere utilizzato previa piccola configu-
razione. Tale programma, realizzato dal-
la Etkon compatibilmente con le specifi-
che del Bookshelf Microsoft, ci è sem-
brato particolarmente ben fatto. A pre-
scindere dalie ampie possibilità di ricer-
ca che offre, delle quali discuteremo fra
un attimo, anche gli aspetti tecnici sono
molto ben curati. E un TSR «bene edu-
cato» in grado di disinstallarsi a richiesta
dalla memoria; riconosce e gestisce in
modo trasparente i modi video EGA e
VGA a 43 e 50 linee; ha una interfaccia
utente chiara e pulita con menu a tendi-
na (con tanto di ombre portate, oggi-
giorno così di moda...) che prevedono
anche l'uso del mouse, dispone di help
in linea del tipo sensibile al contesto; è
in grado di riconoscere i più diffusi word
processor per effettuare la funzione di
cut & paste nel modo più opportuno,
ossia rispettando le convenzioni locali
per quanto riguarda la formattazione del
testo: può infine essere parzialmente
personalizzato per quanto riguarda l'uso
dei colori. Si tratta insomma di un pro-
dotto decisamente di elevato livello,
molto potente ma altrettanto facile da
usare anche per utenti non informatica-
mente ferrati.
Le ricerche che esso permette di
eseguire sono fondamentalmente di
due tipi: dirette ed inverse. Quelle diret-
te corrispondono all'uso tradizionale del
dizionario di carta mentre quelle inverse
permettono di reperire tutte le parole
aventi nelle proprie definizioni una o più
parole date. In questo caso i criteri di
ricerca possono essere anche molto
complessi, comprendendo la possibilità
di legare le parole chiave tra loro me-
diante congiunzioni AND e/o OR anche
in combinazione. Per default attivando
Scaffale. A sinistra il
menu di seleiione del-
le ricerche. A destra m
alio II menu di impo-
stazione della ricerca:
vogliamo tutte le paro-
le attinenti alla tipogra-
/Ì3. A destra il risultato
sintetico della ricerca.
una ricerca il programma propone come
parola chiave quella sulla quale si trova-
va il cursore, una comodità che esem-
plifica la cura nella realizzazione del si-
stema. Durante la ricerca viene mostra-
ta graficamente la percentuale di lavoro
svolto cosi da dare un’idea del tempo
ancora necessano al completamento
della ricerca. Dobbiamo dire tuttavia che
raramente ci è capitato di dover atten-
dere più di cinque o sei secondi. Il
risultato di una ricerca può essere visua-
lizzato in modo sintetico o analitico,
esplorato con gli scorrimenti o con i
comandi di un apposito menu di naviga-
zione, tagliato ed importato nel proprio
word processor mediante il passaggio
intermedio in un versatile «scratchpad».
Si possono inoltre inserire dei «s^nali-
bri» nel testo per successivi riferimenti
rapidi, passare alla voce precedente o
successiva nel caso di risultati multipli,
consultare in ogni momento l’indice del
volume e tante altre cose ancora, per
una gamma veramente completa ed
utile di possibilità.
Il Manuale di Stile ha modalità di
consultazione leggermente differenti:
benché anche su di esso si possano
effettuare ricerche per lemmi tuttavia
più frequentemente lo si leggerà né più
e né meno che come un libro stampa-
to: perciò è possibile visualizzarne l'indi-
ce ed accedere direttamente alle sezio-
ni volute, le quali vengono visualizzate a
schermo pieno sul monitor.
Quello che si può fare con lo Zingarei-
li in linea e le varie possibilità di ricerca
è indubbiamente notevole. Come spie-
gavamo poco fa le ricerche più interes-
santi (e perché no, divertenti) sono
quelle «inverse» che permettono di re-
perire parole partendo dalle definizioni.
Naturalmente si possono fare anche
ricerche dirette e/o semplicemente
scorrere il dizionario a video come si
farebbe con quello di carta. Anche i due
dizionari di ambigue analogie e false
affinità risultano particolarmente inte-
ressanti da leggere «al contrario», ossia
mediante ricerche inverse. In ogni caso
questa CD-ROM è sicuramente un og-
getto stimolante, sia che lo si usi come
vero e proprio strumento di lavoro sia
che lo si sfrutti per giocare, curiosando
qua e là negli inesauribili e spesso sco-
nosciuti meandri della nostra lingua. La
sua consultazione è resa particolarmen-
te efficace dal buon programma fornito
a corredo che spesso invoglia proprio a
svolgere ricerche per il solo gusto di
farle.
114
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
CD-ROM: fenomeno per tutti
o per pochi?
Abbiamo finora discusso dei vantaggi
teorici delle opere di consultazione su
CD-ROM e di quelli pratici riscontrabili
in due particolari realizzazioni di ottimo
livello. Ma il discorso non può conside-
rarsi concluso senza alcune considera-
zioni di carattere commerciale, le sole
che potranno sancire o meno il succes-
so di massa di questi particolari «non-
libri».
E qui il discorso si fa spinoso. Infatti
tradizionalmente il costo delle CD-ROM
è piuttosto elevato, dell'ordine delle di-
verse centinaia di migliaia di lire: in
particolare circa ottocentomila lire per il
12-Lingue e seicentomila per lo Scaffale
Elettronico - Dizionari. Di primo acchito
tali prezzi sembrerebbero dei tutto spro-
positati, per via dell'inevitabile paragone
con i normali CD audio che invece co-
stano poche decine di migliaia di lire.
Ma tale paragone è sostanzialmente
scorretto e vediamo subito di spiegare
perché. In primo luogo é chiaro che non
è il costo del supporto ciò che maggior-
mente conta quanto il costo dell’opera
per chi la produce. Ed un dizionario ha
dei costi di realizzazione elevatissimi.
Il £Ji voi sapevano che
ipescev 6 un termine
del gergo npografico?
Qui a fianco: il Manue-
le di Siile. A destra.
durante la riavigaaione
dovuti sostanzialmente al lungo arco di
tempo ed all'elevato numero di persone
necessari per la sua produzione. Senza
contare l'incidenza dei diritti d'autore,
pesantissima ad esempio nel caso del
12-Lingue che comprende un elevato
numero di opere di editori stranieri. In
secondo luogo un CD-ROM ha un valo-
re aggiunto superiore non solo a quello
di un CD audio ma anche di molto
superiore a quello della stessa opera
stampata su carta in quanto offre possi-
bilità di fruizione assai maggiori, grazie
alle varie sofisticate modalità di ricerca
e consultazione che abbiamo appena
visto.
Ma il punto sostanzialmente decisivo
nella determinazione del costo finale di
una CD-ROM, così come di qualsiasi
altro oggetto commerciale, è la sua
diffusione. È chiaro che la capacità po-
tenziale di vendita di una CD-ROM non
è neppure paragonabile a quella di un
CD audio; e parliamo di differenze di un
paio di ordini di grandezza, non certo di
qualche migliaio di copie. Se i CD-ROM
si vendessero dieci volte di più coste-
rebbero probabilmente dieci volte di
meno, il che li renderebbe addirittura
più competitivi dei CD audio. È probabi-
le che tale fenomeno si realizzi in prati-
ca; noi anzi ci attendiamo per un prossi-
mo futuro il calo dei prezzi delie CD-
ROM, anche se ragionevolmente non
sembra verosimile che esso avvenga in
tempi brevissimi ed a livelli sostanziali.
D’altro canto è anche pensabile che se
il mercato dimostrerà di gradire più del
previsto tale tipo di prodotti la tendenza
al ribasso si accelererà a ritmi maggiori,
come in effetti é accaduto proprio per i
CO audio e sta accadendo attualmente
per le videocassette.
Resta il fatto che in qualche maniera
occorre rompere questo circolo vizioso.
E secondo noi un prodotto idoneo a
farlo è proprio lo Scaffale Elettronico
che non costa moltissimo soprattutto in
rapporto alla sua grande utilità. Il 12-
Lingue. da questo punto di vista, pur
essendo certamente uno strumento po-
tentissimo, è di utilizzo assai più specia-
listico e quindi per forza di cose limita-
to; non è certo un prodotto per un
utente medio, insomma, e per quanto
se ne possa auspicare la diffusione è
chiaro che. per forza di cose, essa ri-
marrà sempre scarsa. Mentre lo Scaffa-
le Elettronico ha potenzialmente uno
spettro di applicazione ben più ampio:
esso infatti non si rivolge solo ai profes-
sionisti della parola, come potrebbe su-
perficialmente sembrare, ma a tutti co-
loro che già posseggono un dizionario
su carta. La sua presenza infatti non si
sovrappone a quella dell’opera tradizio-
nale ma, come abbiamo avuto modo di
spiegare, la completa e la supplementa.
Certo bisogna essere fortemente moti-
vati per acquistare da zero un lettore di
CD solo per farci girare il dizionario: ma
se già lo si possiede (i prezzi anche in
questo caso stanno scendendo e l'ac-
quisto risulta sempre più consigliabile)
probabilmente lo Scaffale Elettronico ri-
sulta al momento uno dei migliori acqui-
sti possibili. ^
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990
115
Lotus 123 Rei 2.2
di Francesco Petroni
L a Lotus Corporation continua a
puntare sul vecchio 123. che é il
prodotto cui più è legata la storia
dell'informatica individuale, riproponen-
dolo in numerose versioni.
Il ragionamento è molto semplice.
Dall'anno deH'uscita. il 1982. I'123 é
stato il prodotto più venduto e più diffu-
sa tra gli utenti Ile due cose non sona
necessariamente collegate).
Le case concorrenti, pur essendosi
molto sforzate, non sono riuscite a pro-
porre pacchetti seriamente alternativi,
che spingessero gli utenti ad una «con-
versione». Anzi spesso gli sforzi della
concorrenza hanno portato a risultati
paradossali, prodotti basati ancora sulla
«filosofia» deiri23. anche se per altri
aspetti sono risultati innovativi.
La stessa Lotus ha proposto, un paio di
annidopol'123. ilSymphonylunasortadi
123..45). Quindi un integrato che oltre a
comprendere «in tato» l'123. dispone di
alcune altre funzionalità, ma che è stato
accolto un po' freddamente dall'utenza
americana, notoriamente tradizionalista,
già affezionata all'123.
Nel corso del tempo l'123 si é diffuso
molto anche nelle grosse aziende, di-
ventando. anche in questa particolare
«classifica», il primo, in quanto prodotto
percentualmente più usato nelle
aziende.
Con il passare del tempo l'hardware
del personal Computer si é evoluto, e
inoltre i vecchi utilizzatori dell'123 sono
diventati più esigenti.
Ed allora la Lotus ha messo a punto
una strategia interamente basala su
questo prodotto, ormai inteso come si-
stema completo in grado di soddisfare
un largo range di fabbisogni. Sia in
termini di volumi di dati da elaborare,
sia in termini di difficoltà applicative da
risolvere.
In pratica l'123 si diversifica in più
versioni, operativamente pressoché
identiche, anche se si differenziano co-
me target d'utenza. I vari 123. tra già
disponibili 0 solo annunciati, attualmen-
te sono:
Lotus 123 Rei. 2.2: é la versione
aggiornata del classico 123. Incamera
una buona parte degli Add-ln già dispo-
nibili per la versione 2.01. offre una
interfaccia grafica opzionale attraverso
l'Add-ln Allways. fornito in dotazione.
Lotus 123 Rei. 3.0: è la versione
tridimensionale (in questo caso il 3 si-
gnifica sia numero di versione che nu-
mero di dimensioni). Sfrutta al meglio le
nuove piattaforme Hardware, per mez-
zo del Dos Extender, e migliora le pre-
stazioni dei moduli Data Base e Grafico.
È destinalo sia alla classica utenza
dell'123. sia agli utenti evoluti che ave-
vano. con le vecchie versioni, comincia-^
to a «raschiare il (ondo della botte». È
disponibile sia per MS-DOS, che per
OS/2.
Lotus 123/M: é la versione per
Mainframe il cui scopo é quello di copri-
re le esigenze delle aziende che preferi-
scono disporre di strumenti omogenei
su tutte le categorie di macchine.
Lotus 123/G: è la versione per OS/2
Presentation Manager. Lotus quindi,
tradizionalmente refrattaria alle lusinghe
della grafica, sceglie direttamente l'OS/
2 per la sua prima versione grafica.
Lotus Add-ln Toolkit: é il prodotto
116
MCmicrocompuler n. 94 - marzo 1990
Rai. 2.2
PROVA
LOTUS 123 REL. 2.2
chepermetteagli specialisti di «program-
mare» in 123. Tramite questo package si
possono sviluppare sia semplicemente
nuove funzioni «chiocciolina», sia nuove
funzionalità di qualsiasi complessità, ri-
chiamabili da nuovi rami di menu, sia
realizzare applicazioni chiuse, nelle quali il
foglio 123 è trasparente per l'utente.
Più prodotti quindi, alcuni di questi
come detto sono solo annunciati, per
un'unica strategia, che tiene conto da
una parte dei milioni di «fedeli» utilizza-
ton che non possono essere «traditi»,
dall'altra deH'evoluzione della tecnologia
del Personal Computer, che permette
prestazioni più elevate e modalità d'uti-
lizzo più amichevoli e infine, come det-
to. della necessità che hanno numerose
grandi aziende di fare delle scelte uni-
che nel campo dell'informatica, scelte
che riguardano sia l'aspetto Mainframe
che quello PC.
Dove collocare
la versione 2.2
Il nnumeretto» che indica la versione
è anche stavolta «parlante».
Versione 2.2 significa che si tratta
non tanto di una messa a punto, a parità
di funzionalità, della precedente (come
era stata la versione 2.01 rispetto alla
21. ma dì un miglioramento e di un
aumento di funzionalità, e che tale
aumento è abbastanza contenuto.
Una prova indiretta di tale affermazio-
ne sta anche nel fatto che la desinenza
con la quale Lotus 123 versione 2.2
salva i file è la stessa utilizzata dalla
versione 2.01. e che i file sono total-
mente interscambiabili.
Distributore:
Lotus Develotìmeni Italia ■ Via Lampedusa.
Il/A - 20141 Milano
Prez 2 o IIVA esclusa/:
L. 990.000
Al contrario la versione 3.0 (già prova-
ta nel numero 90 di MCmicrocomputer)
è fortemente innovativa, non tanto nel
look, che è sempre lo stesso, quanto
nelle funzionalità, permesse anche dal
fatto che il foglio, nella versione 3.0, è
tridimensionale.
Altra differenza importante, anche se
l'utente può non avvertirla, sta nel fatto
che la versione 2.2 continua, come (e
precedenti, ad essere scritta in Assem-
bler, mentre la 3.0 è stata totalmente
riscritta in C-language. proprio per poter
essere facilmente riutilizzata su altre
piattaforme hardware e con altri sistemi
operativi.
Tanto è vero che il Package delia
Release 3.0 contiene in pratica le due
versioni, quella per MS-DOS e l'altra per
OS/2.
Rispetto quindi alla versione 3.0, le
innovazioni funzionali presenti sulla 2.2
sono relativamente poche. Essendo il
prodotto «Entry levei» della famiglia la-
vora anche su macchine oggi superate
(ma che non risulta siano già state man-
date dallo sfasciacomputer). come ad
esempio i vecchi 8088 con 512 kbyte di
RAM e senza hard disk. Può lavorare
anche con le vecchie (e non più prodot-
te da un pezzo) schede monocroma-
tiche.
I file eseguibili, tutti caricati in memo-
ria. occupano circa 230 kbyte. il che
Figura 1 - Lotus 123
Rei. 2.2 ■ Foglio para-
metri globali.
La coliocaiione del-
ri23 Rei. 2.2 è mollo
più vicina alla vecchia
versione 2.01 di cui é
una evoluzione, che al-
la Release 3.0. che in
molli aspetli è invece
rivaluzionana.
La 2.2 implemenia al-
cune lumionalité di-
sponibili come Aiid-ln
già nella vershne pre-
cedente. cornei! Leam
e lo Speed-Up Altri
Add-!n SI possono ag-
giungere in fase di carr-
camento dell'123. co-
me nsuIlB evidente da
guasto foglio che rias-
sume lurri I parametri
generali di lavoro
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
117
PROVA
LOTUS 123 REL. 2.2
f-igura 4 - Lotus t23
Rei 2 2- Grafico
Anche la sezione Grafi-
co presenta alcuni mi-
gliorsmenli. non (amo
quell» visibili nelle op-
zioni tìi menu, quanto
quelli di tipo qualitativo
che inlluenzano 4 nsul
tato ottenibile La
stampa del grafico av-
viene sempre tramite il
prodotto ausiliario
Prinl-graph. che Si ri-
Anche la funzione Data
Base dispone di un pro-
sane per attivare le
ne funzioni DB. Le fi
zionalitàsonoanaloghe
a quelle presenti nella
precedente versione.
che. nella ReleaseB.O.
le stesse sono state
sensibilmente poten-
vuoi dire uno spazio libero di circa 350
kbyte, se si lavora su una macchina con
640 kbyte e un CONFIG.SYS leggero.
Non é presente un Dos Extender per
CUI se occorre lavorare con fogli di gran-
di dimensioni si deve ricorrere ad
espansioni di memoria. Ricordiamo che
sono facilmente reperibili dei driver che
permettono di vedere la memoria este-
sa, disponibile sulle macchine delle ulti-
me generazioni, come memoria
espansa.
A proposito di memoria va subito
detto che la versione 2.2 dispone della
funzione LINDO. In pratica premendo
Ait-F4, viene cancellata l'ultima opera-
zione eseguita, anche se si è trattato di
una pulizia completa del foglio di lavoro
(Foglio Vuota).
Questa funzionalità costa moltissimo
(in pratica metà della memoria libera) in
quanto T123 è costretto a duplicare
continuamente il foglio di lavoro in mo-
do da poter recuperare la copia di riser-
va quando si compie il passo falso.
Gli Add-ln
Un primo gruppo di novità consiste
nelTimplementazione di una sene di
funzionalità, già disponibili, ma attraver-
so programmi aggiuntivi Add-ln, nella
vecchia versione.
Citiamo lo Speed-Up. che attiva la
funzione di ricalcolo intelligente, e il
Learn, che permette di memorizzare,
con il classico metodo del registratore,
la sequenza di comandi con i quali con-
fezionare una Macro. Occorre definire
una zona del foglio su cui riportare la
registrazione (nuovo comando di menu
Foglio Registra Zona) e poi, premendo
Alt-F5, si attiva il registratore. Alla fine si
preme di nuovo Alt F5 e la Macro viene
nportata nella zona definita.
La Macro può essere a questo punto
facilmente eseguita premeno Alt F3,
che presenta l'elenco delle Zone Nomi-
nate. oppure indicando direttamente la
cella di partenza delta Macro stessa.
La sezione Macro è poi potenziata dal
Macro Library Manager che permette di
realizzare delle librerie di Macro utilizza-
bili dalle varie applicazioni.
il Macro Library Manager è un Add-ln,
che come tale può anche essere carica-
to automaticamente e che permette,
attraverso un suo specifico Menu, di
gestire Librerie di Macro.
Tali Macro. il cui file ha desinenza
MLB, non risiedono fisicamente in zone
del foglio ma possono essere comun-
que richiamate ali'occorrenza.
La versione 2.2 conferma quindi le
intenzioni della Lotus di considerare il
suo 123 un prodotto base, espandibile
attraverso il Macro Library Manager e
gli Add-ln, che ne aumentano le funzio-
nalità in settori specializzati.
L'Add-ln si può concretizzare in una
serie di comandi di menu in più, che si
aggiungono o sostituiscono i comandi
standard.
Lo sviluppo degli Add-ln, perché di
sviluppo software si tratta, è destinato
alle software house, che possono utiliz-
zare il citato Lotus Developer Toolkit.
In concreto, nella versione 2.2, l'utiliz-
zo degli Add-ln si basa su una specifica
voce del menu principale. È la voce Pro-
grammi (nella vecchia 2.01 non c'era) che
ha proprio lo scopo di gestire il dialogo
con gli Add-ln, che possono essere cari-
cati e scaricati oppure lanciati.
In dotazione con la versione 2.2 c'è
l'Allways. che è proprio un Add-ln clas-
sico che realizza un'interfaccia grafica
tra il foglio elettronico e il video e la
stampante. Ne parliamo tra un po'.
Il Linking e la rete
A parte il discorso sui programmi
aggiuntivi, che ha una portata più gene-
rale, in quanto interessa tutte le versioni
dein 23, occorre citare le altre novità
specifiche della 2.2.
La prima in ordine di importanza, è
costituita dalla possibilità di collegare
con formule più archivi residenti su di-
sco. La formula assume una forma del
tipo:
-l-«BUDGET89.WK1 »C4
in cui BUDGET89 è un foglio Lotus,
oppure, con desinenza differente, un
archivio Symphony,
Purtroppo in tali formule non sono
accettate wildcard sui nomi dei file, né
sono possibili formule matematiche del
tipo:
-i-«DARE.WK1»C4.5
né. tanto meno, formule che facciano
riferimento a zone del file esterno, né a
SUOI nomi di zona.
In pratica si può solamente (ed è un
po' pochino) leggere il contenuto di una
cella del file esterno e quindi eventuali
operazioni logiche o matematiche sul
dato letto vanno eseguite in altre celle
del foglio ricevente.
Il collegamento è passivo nel senso
che è al momento del caricamento che
118
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
PROVA
LOTUS 123 REL 2.2
Figura 6 - Lotus 123
Rei ■ Allways.
dall' 123 Rei 22 6 pre-
sente l'AM-ln Allways.
che permeile eh visus-
haare il loglio 123 at-
iraverso un'mlerfacaa
grefice e eh gestire, in
forma grafica, laperife-
nca di stampa Si irrt-
plemeniano quindi
nuove lunsionalilà
esclusivamente di tipo
estetico che permetto-
no di migliorare la resa
finale del lavoro
Figura 7 - Lotus 123
Rei 2.2 - Allways
Allways dispone di pro-
pri font software e di
propri dnver per pilota-
re in maniera grafica le
vane stampanti Gli
dispanipili anche per il
video che quindi per-
mette di fare del VVy»
wyg, aiutato anche dal-
la fumione di looming.
il valore viene letto dal foglio in cui
risiede e ricopiato sul foglio attivo.
Esiste anche una funzione Archivi Li-
sta Collegamenti che permette di visua-
lizzare una tabella di tutti gli archivi, che
nsultano collegati tramite formule, con
quello attivo.
Se si lavora in rete, e quindi i dati
esterni potrebbero subire via via degli
aggiornamenti, il collegamento può es-
sere 'innfrescato», con l'apposita fun-
zione / Archivi Varie Aggior_Colleg,
La versione 2.2 contiene altre funzio-
ni specifiche per il lavoro in rete, quali
ad esempio funzioni di Lock sugli archi-
vi, ai quali si può collegare una Pas-
sword, 0 funzioni di stampa su periferi-
che condivise in rete, ecc.
Le altre novità
Brevemente, e in formazione sparsa,
le altre novità:
— sono stati introdotti dei comodi fogli
di Parametri, che riassumono in una
videata tutte le impostazioni necessarie
per attivare alcune funzionalità, come la
Stampa o i Grafici. Tali specchietti, già
presenti nel Symphony, mancano (pur-
troppo) neiri23 Release 3.0 (figg. 1, 2,
3).
— Nuova funzione di Ricerca e Sostitu-
zione. lanciabile su zone specificate su
foglio, utile in fase di editing del lavoro.
— Miglioramento della sezione Grafici.
Sono presenti nuove funzioni che per-
mettono una più rapida definizione dei
vari elementi del grafico, come ad
esempio il comando Grafico Gruppo
che permette di definire in un sol colpo
le varie serie numeriche, o altri per la
definizione degli elementi testuali.
É stata migliorata la routine di traccia-
mento che produce grafici esteticamen-
te più validi, ad esempio «sistemando»
al meglio le Legende. Va però detto che
continuano a mancare le comode fun-
zioni di personalizzazione presenti nella
release 3.0 (fig. 4).
— Possibilità di ottenere direttamente
un archivio di Backup, con la versione
precedente del file, quando si esegue il
salvataggio di un lavoro.
— Altra funzionalità attesa è quella che
permette di definire la larghezza di bloc-
chi di colonne e non una colonna per
volta. Il nuovo comando è Foglio Colon-
na Zona-Colonne Imposta-Larghezza.
— Nella sezione Macro sono presenti
nuovi comandi, ed alcuni dei vecchi
sono stati migliorati.
Si tratta in genere di piccole migliorie
inserite soprattutto là dove servivano,
che, non implicando nessun rivoluziona-
mento operativo, fanno piacere soprat-
tutto ai fedelissimi che continuano a
trovare l'123 adatto alle proprie esi-
genze.
Allways
La definizione che ne dà il manuale é
Programma Aggiuntivo per l'Editoria del
Foglio Elettronico. La sua finalità è quin-
di solamente quella di mettere «in bel-
la» su video e su stampa il lavoro ese-
guito con ri23. Solamente perché non
aggiunge nessuna funzionalità operativa
ain23.
Si può caricare / scaricare / lanciare
come un qualsiasi altro Add-ln. Se lan-
ciato attiva un menu u123-like», abba-
stanza ricco, che contiene, al primo
livello, otto comandi.
In altre parole si lavora normalmente
sul foglio, inserendo i dati, le formule,
ecc. Quando li lavoro sul contenuto é
terminato, si passa a quello sull'estetica
di cui si occupa, con le sue varie funzio-
nalità, l'Allways, i cui comandi sono:
Aspetto, per stabilire il formato este-
tico della cella o zone, in termini di font,
filettatura, ombreggiatura, colori, ecc.
(fig. 6).
Foglio, per definire larghezza e altez-
za delle colonne e delle righe.
Grafici, per impaginare, in una zona
del foglio, un grafico (realizzato con
ri23 e salvato come PÌC). Nei grafici
Allways utilizza direttamente I font del
Pnntgraph (fig. 7).
Impaginazione. per definire margini,
testatine e piedini, grigliatura, ecc.
Opzioni, per spostare e/o copiare le
definizioni estetiche di una zona.
Stampa, per configurare la stampan-
te, definire i parametri e lanciare la
stampa (fig. 8).
Video, per eseguire zoomate sul vi-
deo grafico e switchare al vìdeo alfanu-
merico deiri23 normale.
Uscita, che riporta al foglio standard.
Allways dispone di propri font softwa-
re, e se ne possono utilizzare fino a otto
in uno stesso foglio di lavoro, che si
aggiungono a quelli disponibili sulla
stampante.
I font software sono il Courier non
proporzionale, il classico Roman e il
Triumvirale, che è un «sans sertf». Per
ciascuno di questi si possono definire
svariate misure, in punti, ed i tradizionali
MCmiCfOcompuler n. 94 - marzo 1990
119
PROVA
LOTUS 123 REL 2.2
attributi, grassetto, corsivo, ecc. Quan-
do, dairi23 star^dard, si salva il lavoro.
Aliways provvede a scaricare le specifi-
che estetiche su un file di pah nome
con desinenza ALL. Analogamente
quando si carica un lavoro viene carica-
to anche il file ALL.
L'operatività è del tutto analoga a
quella dell' 123, ed è aiutata da finestre
e tendine che appaiono quando occorra
impostare qualche specifica. Il controllo
del risultato é inoltre facilitato da una
comoda funzione di Zoom.
Materiale e documentazione
Prima il materiale cartaceo;
— Il manuale di consultazione (il classi-
co Reference) di circa 500 pagine, divi-
se in 18 capitoli e 7 appendici tecniche.
I capitoli riguardano le 10 voci principali
del menu, poi le funzioni «chiocciolina»,
le Macro. la stampa dei grafici, il pro-
Figurs 8 - Lotus 123
Rei 2 2 - AUways
Siamoa
In pratica l'opiione
Stampa dell'Allnays
per lutto quella del sot-
tostante 123 standard,
della quale ripropone
me quelle riguardanti
margini, numero delle
righe, ecc.
Figura 9 - Lotus 123
Rei, 2 2 ■ Procedura di
installazione La proce-
dura d'mstallazioneón-
masia simile alla prece-
dente. Molto ricca la
dotazione didnverperi
video standard con i
quali SI può lavorare, a
righe. Si possono, co-
me prima, definire più
settaggi e si decide in
fase di caricamento
dein 23 con quale lavo-
possibili switch dall'in-
terno, come quello tra
le modalità video per-
messo dalla Reiease
gramma ausiliario Translate, l'uso del
Macro Library Manager e l'Allways.
Molto utili, al solito, le appendici tec-
niche che riguardano l'uso dell'123 in
rete, i rapporti con le stampanti Laser
HP 0 compatibili e con le stampanti
PostScript, l’uso del Lotus International
Character Set, che permette l'utilizzo
anche dei caratteri nazionali o di quelli
semigrafici, ecc.
— Il manuale di installazione e configu-
razione, che comprende anche una gui-
da pratica (il classico Tutorial) e un guida
pratica avanzata. Le due guide fanno
riferimento ad alcuni file di esempio
presenti nel materiale in dotazione.
— Tre opuscoietti con la guida di con-
sultazione rapida, l'indice analitico e un
manuale per l'aggiornamento che de-
scrive le differenze con la versione
2.01 , ed é adatto a chi si sta converten-
do alla nuova versione. I dischetti, su
supporto da 3 pollici e 1/2, sono;
— Programma. Help e Printgraph.
— Translate e file di esempio.
— Installazione e due Librerie di dnver,
— Aliways, che necessita di tre di-
schetti.
Sono quindi sette e diventano tredici
nella versione da 5 e 1/4.
L'installazione non presenta alcuna
difficoltà e segue la regola, ormai vigen-
te in casa Lotus, che comporta l’asso-
ciazione del numero di serie del prodot-
to ad un nome di utilizzatore ed a un
nome di società.
La procedura d’installazione è rimasta
simile alla precedente (fig. 9).
É molto ricca la dotazione di driver
per il video standard con i quali si può
lavorare, a scelta, a 25 a 43 o a 50
righe. Si possono, come prima, definire
più settaggi e si può decidere, in fase di
caricamento deH’123, con quale lavora-
re. Non sono invece possibili switch
dall'interno, come quello tra le modalità
video, permesso dalla Reiease 3.0.
Va infine detto che è possibile lavora-
re con la versione italiana, ma con i
menu in inglese. E questo permette di
far «girare» facilmente Macro scritte
con tale versione.
Al lavoro e conclusioni
Per chi è abituato al vecchio 123 (la
versione 2.01) nessuna emozione forte,
ma piccole e gradevoli sensazioni so-
prattutto quando appaiono i Fogli di
Parametri,
I piccoli ritocchi ai vari comandi non
fanno che migliorare la facilità di utilizzo
di un prodotto che, non ha caso, è il più
diffuso.
Se questo era l'obiettivo si può dire
che è stato raggiunto.
Una funzionalità che, per quanto an-
che questa leggermente migliorata, è
nmasta forse un po’ indietro rispetto
all'offerta della concorrenza, è la grafica.
Altra funzionalità non eccellente,
sempre rispetto alla concorrenza, è
quella di Link, che non permettendo di
scrivere formule attorno al dato letto,
equivale quasi ai comando, già presente
nella 2.01, Archivio Associa, che può
servire per importare celle o zone da
archivi esterni.
Divertente è infine l'uso dell'Allways,
che in pratica si incarica di tutto l'aspet-
to stampa, e che copre cosi una delle
esigenze più sentite da chi. finito un
lavoro, lo deve riprodurre su carta e lo
vuole fare con un certo stile.
120
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
ISi
si rimuove come un floppy
si usa come un Winchester:
l'unico Worm 5.25" con capacità 1280 Mb
1280 Nb:
una capacità senza confronti
Contradata porta oggi In Italia l'unico
sistema di archiviazione in grado di offrire la
velocità HD con la capacità, i vantaggi ed il
prezzo di un disco WORM.
Questo prodigio si chiama ISi, il più
capace disco 5.25” a tecnologia ottica di-
sponibile sul mercato: con
capacità di ben 1280
Mb su cartucce da
5-25” removibili
(640 Mb per facciata),
ISi distacca di oltre
il 50% il più vicino
concorrente.
1 traguardo della velocità
A stupire nell'uso di ISi. oltre alla
capacità senza limiti, è senza dubbio la
straordinaria velocità.
Grazie all'eccezionale tempo di accesso
ed ai 250 Kbytes/s di transfer rate continuo,
ISi può leggere 10 Mb in soli 40 secondi! Un
risultato veramente strabiliante se raffrontato
alle prestazioni di qualsiasi altro WORM.
Le soluzioni tecnologiche adottate nella
progettazione e realizzazione consentono di
utilizzare il WORM ISi come un Hard Disk
con. inoltre, tutti i vantaggi di un
supporto removibile e incancellabile:
• completa trasparenza MS-DOS:
- emulazione HD;
- facilità di installazione (identica a quella
di un HD);
• piena compatibilità con IBM PC, XT, AT,
e 386:
- interfacce PC o SCSI;
■ vita media del supporto 25 anni;
- versione interna ed esterna.
Modelli per tutte le esigenze
Ideale in ogni tipo di
applicazione in cui sia
richiesta grande quantità
di memoria (applicazioni
finanziarie, mediche,
grafiche e di CAD. CAM, CAE),
\ ISi è disponibile in tre
differenti versioni:
- 525WC da 122-244 Mb
■ 525GB da 640-1280 Mb
- 525GBX2 da 1280-2560 Mb
Driver, software WORM-TOS Plus, cavi di
installazione e controller PC o SCSI.
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Coniradata, telefonale allo 039/737015 o scrivete a
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contradata
PER COMPLITER CHE NON HANNO TEMPO DA PERDERE
Norton Utilities
Advanced Edition 4,5
S arà certamente capitato a qualcu-
no dei lettori di sentirsi dire dalla
segretaria che il programma di
fatturazione non trovava più il file archi-
vio dove era memorizzata tutta la conta-
bilità degli ultimi 3 anni, e voi con sguar-
do tra il preoccupato ed il minaccioso vi
siete avvicinati al PC. ed in pochi minuti
avete realizzato che il figlio del vostro
collega aveva dato un bel DEL
Che fare a questa puntoF Già pensieri
cupi si affacciano alla vostra mente,
quando ecco la grande idea: usare le
Norton Utilities per recuperare le infor-
mazioni perse; infatti il DOS non cancel-
la fisicamente il contenuto di un file, ma
ne rilascia semplicemente la catena di
puntatori rendendo cosi disponibile lo
spazio occupato e finché questo spazio
non viene riutilizzato per un altro file é
possibile ricostruire l'archivio originale.
di Giorgio Amane e Gabnele Pomami
È passato un po' di tempo da quando
questo programma é stato Immesso sul
mercato ed ora che siamo arrivati alla
versione 4.5 al prodotto sono state ag-
giunte tante di quelle funzioni di utilità
che il concetto originano di recupero dei
files cancellati non è più la sua funzione
pnncipale; da questa versione, inoltre,
vi é la possibilità di poter gestire dischi
formattati con il nuovo Dos 4.0 o il Dos
Compaq 3.31 con le loro partizioni mag-
giori di 32 MByte.
La confezione
Il prodotto viene venduto in una con-
fezione di cartone contenente oltre ai
floppy nel doppio formato 5" 1/4 e 3" 1/
2, tre volumi; il primo consta di 223
pagine ed è il manuale vero e proprio
che spiega nel dettaglio come utilizzare
le varie Utilities, mentre gli altri due
sono dei testi specifici sui supporti di
massa.
Il manuale di riferimento richiama sul-
la copertina il disegno presente sulla
confezione; si tratta di una ciambella di
salvataggio con una lunga gomena arro-
tolata e questo logo sintetizza molto
bene il campo di applicazione delle Nor-
ton Utilities; il supporto all’utente più o
meno esperto nell'utilizzo de) Personal
Computer, fornendogli degli strumenti
che possano toglierlo d'impaccio nelle
situazioni più diverse, permettendogli di
manipolare qualsiasi tipo di informazio-
ne sui vari supporti di massa.
Per quanto riguarda gli altri due volu-
mi dobbiamo dire che data la loro chia-
rezza espositiva e la loro completezza di
argomenti non dovrebbero mancare nel-
la biblioteca di un utilizzatore di PC in
122
MCmicrocomputer n. 94 • marzo 1990
PROVA
NORTON UTILITIES 4.5
ambiente Ms-Dos; per questi motivi ci
vogliamo soffermare un attimo ad ana-
lizzarli poiché già da soli giustifichereb-
bero (almeno in parte) il prezzo di ac-
quisto.
Il primo (39 pagine), dal titolo «The
Norton Disk Companion», è una guida
alla struttura ed al funzionamento dei
dischi; è diviso in due parti dedicate,
nspettivamente, alla struttura fisica del
disco ed all'organizzazione delle infor-
mazioni sul supporto magnetico.
Il libro si snoda in una serie di para-
grafi attraverso i quali il lettore viene
pian piano guidato alla piena compren-
sione del funzionamento di questo tipo
di memorie di massa, l’argómento vie-
ne trattato in maniera molto discorsiva
ma al tempo stesso sufficientemente
completa da fornire un adeguato «back-
ground» culturale per poter utilizzare in
seguito le varie possibilità offerte dal
prodotto, consci di ciò che si sta facen-
do e non andando «alla cieca».
Il secondo, dal titolo «The Norton
Trouble-shooter» e presente soltanto
nella versione Advanced, ha sulla coper-
tina una simpaticissima foto di Peter
Norton ritratto vicino ad un ponte eleva-
tore per la riparazione delle automobili
su CUI é poggiato un floppy disk di
enormi dimensioni.
£ infatti una guida di 158 pagine alla
risoluzione dei più comuni (e non) pro-
blemi che possono occorrere nell'uso
dei dischi di un PC e risulta diviso in due
parti: diagnosi e procedure di inter-
vento.
Questo volume ci sembra particolar-
mente utile ed interessante poiché in
esso vengono esaminate e risolte le più
comuni problematiche che possono in-
correre nell' uso di un computer Ms-
Dos; la sezione procedure di intervento
è particolarmente corposa ed è divisa in
Norton Utilities
Advanced Edition 4.S
Produttore:
Peter Norton Compel’ng, Ine.
Distributore:
OuolhB 32
Via Giarm delia Bella. 31
Preai UVA esclusa):
Norton Commander 3.0 L 1S8.000
Norton Utilities 4.5 L. 150.000
Norton Utilities Advanced L 216.000
aree funzionali che coprono i problemi
che si possono presentare nel recupero
dei dati perduti, nella gestione delle
directory o delle aree di sistema; T
ultima parte riguarda le problematiche
che coinvolgono Tindirizzamento assolu-
to dei settori.
Le Utilities
Dato il gran numero di Utilities pre-
senti (850K circa in 26 files .EXE), ognu-
na con la propria serie di opzioni sulla
linea di comando, sarebbe oltremodo
complesso utilizzare questo prodotto
senza avere il manuale a portata di
mano.
Per ovviare a tale problema è stato
realizzato un programma, il «Norton In-
tegrator» che permette un facile inter-
facciamento con l'utente: tramite esso
è possibile accedere ad uno Shell che
permette di lanciare le varie utility com-
ponenti il prodotto.
Lo schermo risulta diviso in due fine-
stre in senso verticale; in quella di sini-
stra sono elencate le varie Utilities (è
possibile scorrerle tramite i tasti curso-
re). mentre in quella di destra viene
man mano visualizzato il formato del
comando con le opzioni relative ed
esempi.
Il codice mnemonico associato ad
ogni Utility (corrispondente al nome del
programma .EXE) viene automatica-
mente riportato nella riga comando si-
tuata in basso sullo schermo; è su
questa riga che vengono digitati i para-
metri da assegnare alla singola utility.
Possiamo suddividere le Utilities in 5
aree di utilizzo; gestione dei files. ge-
stione delle directory, manutenzione e
controllo del sistema, cancellazione e
recupero dei files, uso generico; visto il
gran numero di queste Utilities ci limite-
remo a dare una descrizione generale
delle loro possibilità soffermandoci
maggiormente, in appositi paragrafi, su
quelle che trattano argomenti molto
particolari (quali la gestione delle me-
morie di massa ed il recupero delle
informazioni perse) che contraddistin-
guono questo pacchetto da altri.
Cominciamo con il vedere le Utilities
rivolte alla gestione dei files; esse sono
5 e permettono di gestire gli attributi
(anche «hidden» e «System» che non
sono accessibili da DOS), la data dell'ul-
tima modifica del file, di cercare files e
di ottenere informazioni circa la loro
dimensione, ed infine di poter assegna-
re un commento che permetta di ricor-
dare la funzionalità del singolo file.
Nelle Utilities di gestione files è possi-
bile specificare più nomi utilizzando le
note convenzioni del DOS (*, ?) ed è
anche possibile far intervenire l'utility
ricorsivamente su tutto il disco; stretta-
mente legata a queste Utilities che ope-
rano su files è la «Text Search» che
permette di cercare una data stringa di
testo in un gruppo di files o sull'intero
disco.
Le Utilities orientate alia gestione del-
le directories sono invece 4 e permetto-
no di listare l'albero del disco (sia in
forma grafica che in formato testo), di
ordinare le directory secondo vari criteri,
di recuperarle, unitamente al loro conte-
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
123
PROVA
NORTON UTILITIES 4.5
nulo, se accidentalmente esse sono
state cancellate e di passare veloce-
mente da una directory all'altra tramite
il noto «Norton Change Directory» che
visualizza l'albero in formato full-screen
permettendo all'utente di muoversi con
I tasti cursore per posizionarsi nella di-
rectory desiderata (viene ora supportato
anche il modo a 50 righe della VGA).
Per concludere questa carrellata sulle
Utilities «minori» presenti nel pacchetto
vediamo quelle non riconducibili ad una
categoria comune iniziando da una utili-
ty non presente nelle prime versioni:
Batch Enhancer.
Il sistema operativo Ms-Dos permet-
te la erezione di fiies batch (aventi suf-
fisso .BAT) con cui è possibile eseguire
in successione una sene di comandi;
per sopperire alte limitazioni del Dos e
per fornire uno strumento in grado di
dare un aspetto più professionale alle
elaborazioni è stata creata questa utility,
consistente in un programma a cui va
passato come parametro il nome di un
file ASCII contenente le istruzioni da
eseguire oppure il singolo comando.
I comandi disponibili da inserire in
questo file permettono, tra le varie
cose, di richiedere un input
da tastiera, di disegnare
box sul video, di in- „
dirizzare i vari punti '
dello schermo ed
emettere caratteri in '
output, di gestire i co-
lori del video e di emet-
tere suoni.
Si tratta sicuramente di
una utility adatta a moltepli-
ci scopi; infatti con poca fati-
ca siamo riusciti a realizzare
sia dei programmi di installa-
zione dall’aspetto molto accatti-
vante che files AUTOEXEC.BAT tramite
i quali scegliere di volta in volta che la
macchina veniva accesa la configurazio-
ne desiderata in funzione degli input
dell'utente.
Non poteva mancare tra tutte le Utili-
ties una che si occupasse della gestio-
ne della stampante; tramite Line Print è
infatti possibile stampare files ASCII (o
prodotti con Wordstar) con una grande
varietà di opzioni, al di fuori di program-
mi di word-processing.
Detto della presenza di una utility per
la gestione di quattro cronometri (utile
ad esempio per misurare le prestazioni
di un programma) chiudiamo questa pa-
noramica con una delle più famose del-
le Norton Utilities: System Information
(spesso indicata come «Sysinfo»).
Questa utility fornisce tre indici per la
valutazione delle prestazioni di un PC
(prestazioni di calcolo, prestazioni delle
memorie di massa, prestazioni generali)
oltre ad una serie di informazioni intrin-
seche della macchina quali la quantità di
memoria, il tipo di adattatore video, la
presenza o meno di un coprocessore
matematico ed il numero e tipo di porte
di I/O presenti nel sistema.
Informazioni più specifiche sui dischi
installati nel sistema si possono ottene-
re tramite il Disk Information, una utility
che fornisce tutte le informazioni di
carattere tecnico sul disco indicato pre-
levandole sia dal Dos che dal boot-
record.
Norton Utility
Vediamo ora l'utility che ha reso fa-
moso il pacchetto nel corso degli anni e
che dà il nome al prodotto stesso: sì
tratta di un programma particolarmente
corposo che permette di visualizzare
secondo vari formati, di editare e di
ottenere informazioni su qualsiasi zona
di memoria del disco.
Le sue funzionalità possono essere
divise in tre categorie principali; infor-
mazioni generali sui dischi, recupero di
files cancellati ed esplorazione delle zo-
ne del disco.
L'utente viene guidato attraverso i
vari menu da una interfaccia utente
molto semplice ma al tempo stesso
efficiente; tanto per citare un esempio
è possibile in ogni momento seguire
la struttura ad albero dei vari menu
tramite l’indicazione, in una zona
dello schermo, del livello di profon-
dità raggiunto.
Tramite il «Disk Information» è
possibile ottenere una visualizzazio-
ne grafica delle zone di memoria oc-
cupate sul disco nonché informazioni
tecniche sulla struttura logica del sup-
porto di massa.
Molto più numerose sono le possi-
bilità offerte dalla sezione «Explore
Disk», relativa alle operazioni di visua-
lizzazione ed editing; è possibile opera-
124
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
PROVA
NORTON UTILITIES 4.5
re con tutte le strutture, sia logiche che
fisiche, presenti sul disco (boot record.
FAT, directory, file) permettendo così
all'utente di manipolare qualsiasi tipo di
informazione presente su di esso.
Le funzioni disponibili offrono varie
modalità per esaminare un disco; ad
esempio è possibile selezionare un file
ed esaminarne il contenuto, specificare
un «rangeii di clusters ed effettuarne
l'editing, visualizzare un singolo settore
o addirittura specificare un «absoiute
sector» con cui lavorare, aggirando lo
schema di numerazione dei settori pro-
prio del Dos {in questo modo è possibi-
le anche editare il «Master Boot Re-
cord’»).
Dopo questa fase di scelta del tipo di
dato su CUI andare ad operare occorre
scegliere la modalità di visualizzazione
delle informazioni; sono disponibili una
sene di strumenti che aiutano l'utente a
muoversi attraverso i differenti tipi di
dati presenti su disco: uno speciale
«Fat Editor» per la manipolazione delle
informazioni nella File Allocation Table
(la tabella contenente l'elenco dei clu-
ster occupati dai singoli file), un «Direc-
tory Editor» per l'editing delle directory
oltre alle normali modalità di visualizza-
zione dei file in modo testo ed esadeci-
male.
Questa versione delle Norton Utilities
contiene inoltre uno speciale editor per
la «Partition Table», ovvero la tavola
delle partizioni in cui é stato diviso il
disco rigido se più grande di 32 MByte,
limite massimo consentito dal Dos fino
alla versione 3.3.
Ultima, ma non certo la meno impor-
tante. delle tre sezioni è quella dedicata
al recupero dei file cancellati; attraverso
una serie di menu l'utente, in maniera
più 0 meno interattiva, è in grado di
recuperare file ed informazioni acciden-
talmente cancellati.
Questa sezione delle Norton Utilities
viene in aiuto in quei casi in cui il
«Quick Unerase» del Norton Integrator
non fornisce i risultati voluti: infatti
spesso accade che quando un file viene
cancellato, e lo spazio per esso allocato
fino a quel momento viene rilasciato,
altre informazioni si sovrappongono a
quelle del file originario; in questo caso
tramite le funzionalità del menu Unera-
se è possibile ricostruire passo passo la
catena dei cluster utilizzati (oppure farlo
fare in automatico al programma) in
modo da riuscire, in quei casi particolar-
mente sfortunati di sovrapposizioni, a
recuperare almeno una parte dei dati
persi.
Il Norton Utility è un programma mol-
to potente ma al tempo stesso versatile
e semplice da usare, tanto che mette in
condizioni anche l'utente non particolar-
mente esperto di poter raggiungere
agevolmente i risultati desiderati, sup-
portato in questo dalle informazioni con-
tenute nella manualistica a corredo.
Nei «Norton Troubie-shooter» sono
infatti contenute moltissime informazio-
ni su come risolvere alcuni problemi
tecnici legati ai supporti di massa, come
effettuare l'editing del «Master Boot
Program», ma senza la Norton Utility
queste operazioni sarebbero estrema-
mente difficili da portare a termine con i
soli mezzi messi a disposizione dal Dos
{ad esempio il programma DEBUG).
Gestione e manutenzione
Vogliamo ora soffermarci sui pro-
grammi dedicati alla gestione ed alla
manutenzione dei supporti magnetici,
che permettono, anche in questo caso.
di mettere in pratica le nozioni apprese
dai due volumi a corredo del pacchetto.
La prima funzionalità che incontriamo
è quella di analisi deH’affidabilità del
supporto magnetico: questo controllo
può essere fatto in due modi; con un
«Disk Test», analizzando i soli difetti
superficiali del disco, o affidando un
completo check-up del computer al
«Norton Disk Doctor» che è in grado di
analizzare praticamente tutto il disco sia
dal punto di vista logico che fisico e di
risolvere la quasi totalità dei problemi
che possono insorgere, in modo del
tutto automatico; dobbiamo sottolinea-
re che questo programma ci ha vera-
mente molto impressionato dal punto di
vista tecnico, denotando un grande im-
pegno realizzativo da parte degli inge-
gneri della Norton Computing.
Due programmi orientati invece verso
il problema della formattazione sono il
«Safe Format» ed il «Format Recover»;
il primo permette di formattare un disco
senza distruggerne il contenuto, mentre
il secondo permette di recuperare i dati
contenuti su un disco accidentalmente
formattato (se inserito nell’Autoexec-
.bat effettua una copia di sicurezza della
FAT).
Una cosa di cui non tutti sono a
conoscenza è il fatto che le subdirecto-
ry della radice vengono trattate dal Dos
allo stesso modo di un file e come tale
possono risiedere in qualsiasi parte del
disco; un'altra caratteristica del Dos è
che un file, specie se di grosse dimen-
sioni e se il disco è molto pieno, non
viene registrato in modo contiguo, ma
in blocchi in genere di 2K che il sistema
operativo inserisce negli spazi trovati
liberi. Tutto ciò comporta a lungo anda-
re un notevole degrado delle prestazioni
Iconlmutapag tZBI
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
125
PROVA
NORTON UTILITIES 4.5
Norton Com mandar 3.0
di Giorgio Amone e Gabriele Ramami
Sul numero 87 di MCmicrocomputer è
stato oggetto di prova uno dei più famo-
si «Shell» per Ms-Dos: il Norton Com-
mandar 2,0, un altro riuscitissimo pro-
dotto della Peter Norton Computing
NelTinviarci le Norton Utilities, in prova
su questo stesso numero, la società
Quotha32 di Firenze ci ha sottoposto
anche la nuova release del Norton Com-
mander
Quali le motivazioni per un aggiorna-
mento del pacchetto? Sicuramente non i
nbugs», estremamente ridotti nella ver-
sione 2,0. quanto la necessità di comple-
tare il prodotto con funzionalità che gli
permettessero di reggere la concorrenza
con I vari Lotus Magellan e PCToots,
Le principali novità della versione 3.0
riguardano la parte telecomunicazioni
(novità assoluta in questa release). Thelp
in linea che è stato enormemente poten-
ziato e l’aumento dei «Viewer» per la
visualizzazione dei files dei più noti pro-
grammi nel loro formato nativo (anche
nel campo delta grafica).
Passiamo ora ad un'analisi più detta-
gliata del pacchetto; la confezione é
rimasta praticamente immutata se si fa
eccezione per le scritte relative alla nuo-
va release.
All’Interno troviamo due floppy da 5"
1/4 ed uno da 3" 1/2. il manuale, un
modulo per richiedere il cavo di comuni-
cazione seriale «null-modem» da utilizza-
re con II modulo Commander Link ed un
altro modulo per iscriversi al servizio
MCI Mail, accessibile tramite il modulo
Commander Mail.
Vogliamo subito soffermarci su que-
st'ultimo modulo in quanto si tratta di
una delle più grosse novità della nuova
versione, poco sfruttabile però nel no-
stro paese in quanto sì basa su un
servizio, l’MCI Mail, presente negli USA,
ma non da noi.
L’MCI Mail permette agli utenti dotati
di acconto di scambiarsi via modem
messaggi, files. lettere, telex ed addirit-
tura fax; questi ultimi, inoltre, possono
essere inviati anche ad utenti non pos-
sessori di acconto.
É possibile inoltre inviare tramite MCI
Mail messaggi ad utenti r^Istrati su
altri sistemi quali, ad esempio. Compu-
Serve; tutte queste operazioni possono
addirittura essere effettuate in back-
ground ed a scadenze orarie prefissate
dall'utente.
Una curiosità per quanto riguarda il
manuale; il berretto ed i guanti da co-
mandante di nave sono stati affiancati
da un casco da astronauta con relativi
guanti, quasi a voler rimarcare in questo
modo l’aggiornamento rivolto a) futuro
effettuato sul pacchetto (supporto della
telematica di massa, lettura di files muF
ti-propriefary su una piattaforma comu-
ne, eco).
Veniamo ora alTutilizzo vero e pro-
prio; da questa versione l'installazione
avviene tramite un apposito programma
che in primo luogo verifica l'esistenza
su disco di una precedente versione (in
caso affermativo chiede se la si vuole
cancellare o se ne si vuole effettuare un
back-up) quindi decompatta i files rag-
gruppati in un unico archivio creato con
la famosa utility di compressione PKZIP
di PhìI Katz (per essere più precisi si
tratta di un archivio autodecompattante
creato con PKSfX).
Richiedendo la lista dei files della di-
rectory creata si nota che. oltre al mag-
gior numero di questi rispetto alla ver-
sione precedente (sono ora presenti più
programmi per la lettura dei files in for-
mato nativo), sono differenti i nomi dei
moduli EXE costituenti il programma.
Infatti NCSMALL.EXE si chiama ora
NC.EXE mentre il vecchio NC.EXE ha
ora cambiato nome in NCMAIN.EXE;
ricordiamo che il primo dei due pro-
grammi occupa poca RAM, poiché tiene
in memoria soltanto il «kernel» del Nor-
ton Commander in modo da lasciare più
spazio libero per gli applicativi a scapito
però delle prestazioni in modalità
«Shell» a causa dei frequenti accessi a
disco per caricare i vari moduli.
Una volta caricato II programma com-
pare la familiare interfaccia utente con
due «Windows» aperte su altrettanti di-
schi presenti nel sistema; la prima cosa
che siamo andati a controllare è il cor-
retto funzionamento della modalità di
rilettura della directory di un drive (tra-
mite i tasti CTRL-R) affetta da un bug
nella versione precedente e con nostra
grande gioia abbiamo riscontrato che
ora fila tutto liscio e non c’è più la
necessità di dover premere una volta di
troppo il tasto Enter.
In basso sullo schermo troviamo la
familiare Function Key Bar che ricorda
le operazioni accessibili premendo i tasti
funzione da 1 a 10; tenendo premuto il
tasto ALT la barra cambia mostrando le
possibili «hot key» fornite dalla combi-
nazione di questo tasto con i tasti fun-
zione mentre nelle varie modalità di
«viewing» dei files questa barra opera
in modalità «context-sensitive» (ad
esempio il tasto F2 effettua il «wrap-
ping» nel caso di files di testo mentre
visualizza la struttura del singolo record
nel caso di files di database).
Vediamo ora nel dettaglio i principali
cambiamenti rispetto alla versione pre-
cedente.
La funzione di help è stata motto am-
pliata; l'utente ha ora a disposizione un
help «context-sensitive» molto comple-
to tramite il quale é possibile avere a
portata di mano tutte le informazioni
necessarie al funzionamento, senza do-
ver ricorrere continuamente al manuale
cartaceo; in ogni caso per ogni argo-
mento viene riportata la pagina del ma-
nuale a cui fare riferimento.
Una nota negativa di questa nuova
versione del Norton Commander è il
fatto che sia stata ridotta la dimensione
massima per l'editing di un file con l’e-
126
MCmicrocomputer n. 94 • marzo 1990
PROVA
NORTON UTILITIES 4.5
ditor interno, portata ora a 2& Kbytes; è
questa una cosa molto strana In quanto
era una delle caratteristiche migliorate
nel passaggio dalla versione 1 .0 alla 2.0.
É comunque possibile ovviare a que-
sto inconveniente stabilendo nella confi-
gurazione del programma di utilizzare un
editor esterno in sostituzione di quello
interno; è possibile in questo caso indi-
care anCheTestensione dei files da edi-
tare con l'editor esterno.
Nelle operazioni di Copy e Move è
ora possibile visualizzare in maniera gra-
fica l'albero delle directory del drive su
CUI si è posizionati e poter cosi sceglie-
re la directory di destinazione muoven-
do il cursore su questa struttura.
Il tasto F9 ha cambiato denominazio-
ne in «pulldown» pur mantenendo la
funzionalità di richiamo della barra dei
menu superiore; alcune delle principali
novità le troviamo nei menu relativi alle
due finestre di visualizzazione e precisa-
mente:
— Quick View: come in Lotus Magel-
lan è possibile avere una finestra con
l'elenco dei files ed un'altra affiancata in
cui viene mostrato il contenuto del sin-
golo file nel suo formato nativo (vedere
tabella per programmi supportati): ab-
biamo però riscontrato alcuni malfunzio-
namenti durante lo scrolling di files di
testo quali,, ad esempio, quelli generati
con Wordstar 5,0;
— Link: comodissimo modulo di comu-
nicazione tra due PC, identificati come
l'Master» e «Slave» (entrambi dotati del
NC 3.0); permette di scambiare files
attraverso la porta seriale a 115000
baud (!) in maniera semplice ed integra-
ta nel programma, aprendo una delle
due finestre sull'altro PC. con l'unica
limitazione deH'impossibilità di lanciare
un programma residente sul sistema re-
moto dovuto al fatto dell'ovvia indispo-
nibilità delle risorse di quest'ultimo;
— Filler: è possibile indicare una ma-
schera di «filtro» per visualizzare nella
finestra corrente soltanto i files i cui
nomi soddisfino ad una determinata
condizione; è possibile visualizzare tutti
i files presenti in una directory, soltanto
gli eseguibili o indicare una propria ma-
schera utilizzando i caratteri jolly del
Dos.
Nel menu FILES sono ora presenti
due nuove opzioni, rispettivamente per
l'invio di files tramite il Commander
Mail e per il settaggio degli attributi del
file corrente; le opzioni per la ricezione
di un file tramite il Commander Mail e
per l'utilizzo in generale di quest'ultimo
sono state aggiunte a quelle già presen-
ti nel menu Commands.
Molto importanti e sostanziali, invece,
le novità presenti nell'opzione Configu-
rations del menu OPTIONS; è possibile
tramite questo settare:
— il tipo di monitor disponibile:
— il tempo massimo dopo il quale, in
assenza di attività alla tastiera, il moni-
tor viene oscurato per salvaguardare la
vita dei fosfori; un algoritmo di genera-
zione di numeri casuali si occupa di
accendere e spegnere a caso un pixel
alla volta simulando un cielo stellato su
cui ogni tanto avviene una piccola
esplosione di fuochi di artificio:
— la visualizzazione dei files con attri-
buto uhidden» e la possibilità di selezio-
ne tramite il tasto INS che fa automati-
camente muovere il cursore sul file suc-
cessivo:
— l'opzione di «auto change directory»
che abilita, al muovere del cursore in un
pannello in cui è visualizzata la struttura
ad albero delle directory di un drive, il
cambiamento automatico di directory
nell'altro pannello;
— la visualizzazione permanente o me-
no della «Menu Bar»;
— il salvataggio automatico dell'attuale
set-up; se questa opzione viene abilitata
il Norton Commander «ricorda», quando
viene caricato, lo stato in cui si trovava
l'ultima volta che è stato utilizzato;
— l'inversione dei tasti destro e sinistro
del mouse, in modo da poter essere
configurato per l’utilizzo da parte dei
mancini, oltre all'opzione di «Fast
mouse reset» che annulla il ritardo di
caricamento del programma su compu-
ter IBM PS/2 e Compaq.
Usualmente ad un cambiamento di
numero di versione di un programma
corrispondono sostanziali modifiche al
prodotto stesso: in questo caso ci sem-
bra che nonostante le notevoli modifi-
che apportate non sia molto giustificato
il cambiamento del «version number»
ma sarebbe stato più logico un cambia-
mento del solo «release number» come
accaduto nel caso delle Norton Utilities
4.B,
Modifiche ce ne sono ed anche im-
portanti anche se la più importante non
è sfruttabile nel nostro paese (MCI
Mail) e questo incide molto sul giudizio
finale del pacchetto, oltre al fatto abba-
stanza noioso di aver ntrovato anche in
questa release dei bug nella visualizza-
zione dei files.
Molto importante è invece l'aver inse-
rito nel pacchetto un accessorio molto
utile come il Commander Link che met-
te a disposizione dell'utente un comodo
modulo di comunicazione tra PC specie
in un periodo come quello attuale in cui
i computer portatili stanno riscuotendo
sempre più successo.
La possibilità, inoltre, di visualizzare i
file di altri applicativi rafforza le poten-
zialità di questo «Shell», facendolo di-
ventare un accessorio sempre più utile
nel corredo di programmi del proprio
PC.
In conclusione i giudizi positivi
espressi durante la prova della versione
2.0 vengono rafforzati anche alla luce
del fatto che, praticamente allo stesso
prezzo, ora vengono offerte nuove «fea-
tures».
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
127
PROVA
NORTON UTILITIES 4.5
Sopra 8 simsirs. le op-
itoni del Norton Soeèd
D,sk
A destra, le informa-
zioni sull'allocazione
che troviamo nel pacchetto: il «Norton
Contro) Center», che permette la rego-
lazione interattiva di alcuni parametri del
sistema come il cursore, i colori dello
schermo e altre cosette simili, e «Volu-
me Label» che permette di assegnare
ad un disco logico un nome in un forma-
to qualsiasi, scavalcando le limitazioni
del DOS.
Una cosa molto interessante a propo-
sito di quest’ultima è la possibilità di
inserire l’etichetta di volume in minu-
scolo; in questo modo non é più possi-
bile formattare accidentalmente il disco
rigido poiché il Dos. chiedendo l'etichet-
ta di volume e convertendola in maiu-
scolo, non riuscirà mai ad avere l'esatta
corrispondenza necessaria per far parti-
re l’operazione di formattazione.
di un computer a causa della frammen-
tazione che in questo modo si viene a
creare, ed é per risolvere questa cate-
goria di problemi che é stato realizzato il
programma «Speed Disk»: la sua fun-
zione è propno quella di norganizzare i
dati presenti su disco secondo il princi-
pio che più le informazioni di un singolo
file sono registrate vicine tra di loro,
meno movimenti dovrà compiere la te-
stina di lettura e di conseguenza minore
sarà il tempo necessario per l'accesso a
dette informazioni.
Si può scegliere tra quattro modalità
differenti di riorganizzazione delle infor-
mazioni; il «trade-off» é tra una perfetta
messa a punto con un certo dispendio
di tempo ed una messa a punto veloce
ma con una riorganizzazione parziale
delle informazioni (ad esempio, solo a
livello di directory).
Come dicevamo all'Inizio dell'articolo,
il DOS a seguito di un comando DEL
non distrugge il file ma elimina soltanto
il primo dei puntatori che ad esso fanno
riferimento e che tramite le Norton Utili-
ties è possibile recuperarlo; sorge quin-
di il problema della cancellazione defini-
tiva e non reversibile di un file, ad
esempio nel caso contenga informazio-
ni riservate.
A tal scopo sono stati approntati due
programmi, Wipedisk e Wipefile, che
possono essere utilizzati per cancellare
definitivamente le informazioni contenu-
te in un file; ciò viene fatto andando a
scrivere un determinato carattere su
tutto il file o su tutto il disco, eventual-
mente ripetendo l'operazione più volte,
tutto CIÒ a prezzo di una certa lentezza
nell'esecuzione.
È ovvio che a questo punto né la
Norton Utility (attenzione alla differenza
tra questa e le Norton Utilities che sono
il pacchetto nel loro insieme) né il Quick
Unerase (che è una versione per il recu-
pero veloce dei file), saranno più in
grado di recuperare ciò che si è cancel-
lato.
Due parole infine sulle ultime Utilities
Conclusioni
Dopo questa lunga chiacchierata ve-
diamo un po' di tirare le somme; i
manuali (o sarebbe meglio definirli libri
vista la loro struttura) da soli valgono
buona parte del prezzo di acquisto.
A questo proposito consigliamo viva-
mente, una volta deciso di affrontare la
spesa, di acquistare la versione «Advan-
ced Édition» che è sicuramente più
completa dal punto di vista delle funzio-
nalità specifiche per i supporti di massa.
Le Utilities presenti sono tante e tutte
di buonissima qualità e questo ci porta a
promuovere il pacchetto decisamente a
pieni voti.
Si tratta di un «must» nel campo del
software per Ms-Dos che non dovrebbe
mancare nella libreria di ogni utilizzato-
re; il rapporto prezzo/prestazioni è poi
cosi favorevole che non lascia spazio a
dubbi nel consigliarlo vivamente.
128
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
Master 286/12 LI. 800.000
caiint^ 572 /Cé, 1.2 kof^ disi 20 Mk, i/^A S kit <■ tostie^a
Master 386/16 sx L2.350.000
<Htt dtsi^oi», 1 Mk^ 1.2 ddk, kanl d'sl 20 Mk, st^/pa/^, S kit e> tastiera.
Master 386/20 L.3.550.000
cakÌH€2: dtsltop, 2 k^k, drm> 1.2 Mk, koj^ disi 40 Mk, se^/pcu^, /^A 16 kit t tastier-a
Master 386/25 cache 32k L.4.890.000
ùokiKtt toue^j 4 /dk, dfit/^ 1.2 Mk, k<u^ disi SO Afk, ser-/par, /t/A 16 kit e. tastitf^a
Master 386/33 cache 64k L.6.750.000
met tùttìer-, 4 Afk^ di^^iiH- 1.2 /fk, kord disi 150 Afk ESDf, stt*/pùj^^ i/d/A 16 kit t tastitr-a
yG^ Laptop (novità assoluta!) L.4.900.000
katter-k^ sape^i/k/n dispia^, S02Só/l6 //tat 1 /dk esp. 5 Mk, ka/^ 40 Mk 2Siks, sÌot S kit,
Ri/ tAo.&ke>, dr'iiH^ 1,44 Mk, ie^ad t /^ame- 5,25** eittt^si, 2str-/lpor e> .
FAX Canon 80 Lì. 190.000
^im S/P, aimMtozioHi- 220 i/, oa&ità **Cmok**
Séeà FAX OADC L690.000
(f/^uppo ///, so/tmart- ainuFza.to Moke ir TSP, capacità pra/ickc, PC ta PC a 9600 kaud
yOA Frióent 1024x768 L290.000
16 kit, 512 Kk RAM, SOOjióOO c 1024x768, d^ia^r- pC4^ Ì pMpt^ommi pià .
Monitor VGA 1024x768 L.750.000
14** a coiori, 40 Mkh koMiaidtk, dot pitck 0,28 fpe^ 19** c /kfA moKOCMmatici te/e/ooarcj
FANTASOFf Computer House Tel.0586/805.200
ùt/^MO, i/ia 0. P.Tózzctti ?/k, Fax (^86/803. 094, tatto R mcpdio KciFiit/oriaatica, pritca depii aitr*i,
A
MC.<w^CAMPUS
SOFTWARE & UNIVERSITÀ'
a cura di Francesco D'Angela e Gaetana Di Stasio
MTA: Mathematica! Tree Aisorithm
Il lavoro che questo mese stiamo per trattare e commentare é l'MTA.
Mathematica! Tree Algorithm.
La ragione fondamentale per cui esso é stato creato è quella legata
all'esigenza di realizzare uno strumento schematico e semplice,
quanto efficace, che permetta di affrontare il problema della gestione
delle funzioni matematiche
Nerbo irrfatti del progetto è la sezione
dedicata alla definizione di una funzione
ed al calcolo dei suoi valori.
Tale sezione ha il compito di trasfor-
mare una funzione o. più in generate,
una espressione algebrica in un albero
binario
Gli alberi sono particolari grafi che
possono scaturire ad esempio dall'anali-
si di un aggregato di informazioni: una
informazione cioè costituita da altre in-
formazioni più semplici.
Le caratteristiche di tali strutture
sono:
1) presenza nel grafo di un nodo avente
soli archi uscenti e detto pertanto radice
dell'albero;
2) ciascun nodo, esclusa la radice, ha
almeno un predecessore;
3) i nodi privi di successori sono detti
foglie dell'albero.
Tipicamente tali grafi si utilizzano qua-
lora si vogliano mettere in evidenza
relazioni gerarchiche o di inclusione.
Ebbene un albero binario è nient'al-
tro che un albero i cui nodi hanno al più
due successori ovvero al più due rami in
uscita (dove i rami sono gli archi del
grafo).
Chi vuole entrare in possesso di MTA,
può trovare il tutto su MC-Link o acQui-
stare il dischetto presso la redazione, al
prezzo di L. 30.000. L'importo può essere
inviato tramite assegno o cJc postale: si
prega di specificare il tipo di supporto 15"
1/4 o 3“1/2Ì desideralo.
Descrizione del sistema
Il sistema è costituito da un pacchet-
to di procedure e funzioni atte a gestire
un ambiente in grado di interpretare i
comandi ricevuti da tastiera proprio co-
me se fossimo in ambiente DOS.
In particolare, in tale ambiente, è pos-
sibile effettuare operazioni dì assegna-
zione a variabile ed operazioni di defini-
zione e/o calcolo di funzioni.
Accanto alle svariate funzioni che l'u-
tente può definire c'è ovviamente un
gruppo di funzioni predefinite che com-
prende parte delie funzioni matemati-
che elementari e cioè: seno, coseno,
esponenziale, logaritmo, radice, arco-
tangente; e in più le funzioni fattoriale e
intero (parte intera di un numero reale).
Le funzioni e le variabili definite ven-
gono immagazzinate rispettivamente
nella «FUNCTION TA6LE» e nella
«SYMBOL TABLE» (FT ed ST nel se-
guito).
Ciascuna tabella è divisa in più record
all'Interno dei quali sono contenute tut-
te le informazioni relative alle funzioni
ed alle variabili definite.
Ogni funzione verrà rappresentata da
un albero la cui radice sarà salvata in un
campo della FT; pertanto in memoria ci
saranno tanti alberi quante sono le fun-
zioni definite.
È possibile comunque associare un
albero rappresentativo anche ad una
variabile, a patto che essa sia definita
tramite te quattro operazioni elementari
e che all’atto della digitazione si racchiu-
da in parentesi graffe l'espressione ma-
tematica che la definisce. Ad esempio
definendo: a:=(3-t-4), si ottiene un albe-
ro del tipo:
:3; :4.
Tutte le operazioni effettuabili in tate
ambiente hanno ovviamente i loro limiti.
Precisamente:
a) massimo numero di variabili indipen-
denti caratterizzante una funzione =8;
b) massimo numero di funzioni defini-
bili = 20;
c) massimo numero di variabili definibi-
li = 51 (in verità dovrebbe essere 50 co-
me indicato nel manuale ma per un moti-
vo oscuro il campo di variazione dell’array
che le contiene è l'intervallo [0.501).
il controllo d'ambiente
Il controllo dei comandi dati in input
dall'utente è stato affidato a due analiz-
zatori; l'analizzatore sintattico e quello
semantico (cosi definiti nel manuale
d'utente).
Il compito del primo è analizzare la
frase inserita da tastiera, sulla base di
una sinossi Pascal-like.
Il secondo invece ha il compito di
riconoscere la stringa introdotta ed esa-
minare se si tratta, ad esempio, di un
comando, di una frase di assegnazione,
di una frase di dichiarazione, etc...
È necessario osservare comunque
che i nomi assegnati agli analizzatori
non sono appropriati essendo ben più
ardue le reali funzioni che un analizzato-
re semantico ed un analizzatore sintatti-
co svolgono nel contesto più generale
di un compilatore.
Nei programma sono inoltre definite
le seguenti tabelle;
1 ) OBJTAB, per l'identificazione di tutti i
possibili object che può assumere il
token ;
2) ERRTAB, per l'identificazione degli
130
MCmicrocomputer n. 94 • marzo 1990
MCmicroCAMPUS
SOnWARE & UNIVERSITÀ
eventuali errori presenti neH’inserimen-
to di dati (la gestione degli errori è
simile a quella Pascal, compresi i mes-
saggi di errore in lingua inglese);
3) HELPTAB: contiene l'help su tutti i
comandi utilizzabili.
Strutture dati utilizzate
I tipi di dati strutturati utilizzati nel
programma sono: array, record, punta-
tore. file ed albero.
II manuale contiene una descrizione
abbastanza dettagliata di tali strutture
che tuttavia noi preferiamo non trattare
essendo esse sicuramente note a gran
parte dei lettori (se non a tutti). Bisogna
comunque tener presente che l'MTA è
stato presentato in occasione dell’esa-
me di Programmazione dei Calcolatori
Elettronici nel cui contesto la definizio-
ne delle strutture dati fondamentali oc-
cupa un posto di rilievo; ciò spiega la
meticolosa descrizione in cui si sono
cimentati gli autori.
Comandi e loro uso
I comandi di cui l'utente può disporre
sono:
1) DEF: è il comando che permette di
definire una nuova funzione. La sintassi
è la seguente:
DEF nome-funzione (variabite1,....,variabile-
nl:= espressione-funzione.
Esempio 1;
DEF F(x,y.z.t): =x »x + 2*z + t;
d'ora, m poi negli esempi faremo riferi-
mento a tale funzione.
2) DUMP: permette la visualizzazione
dei contenuti di FT e ST e dunque di
tutte la variabili e funzioni già definite.
3) PRINT: è il comando di calcolo di una
MTA: Mathematica! Trae Aigoiithm
Realizzatori:
Fabio Omenigrandi, Fabio Pisani
Sviluppato coma pane integrante del cor-
so di Programmazione dei Calcolatori
Elettronici presso il Politecnico di Milano,
Facoltà di Ingegneria Elettronica indirizzo
Informatico, nell'a.a 198&^,
Docente del corso: Prof. Dino Mandrioli
Sistema utilizzato: PC IBM
Linguaggio: Turbo Pascal 5.0.
funzione definita in un punto o del valo-
re di una espressione: sintassi:
PRINT nome-funzione(valore1 vaìoren).
4) ERASE: cancella dalla tabella corri-
spondente l'identificatore precisato.
Sintassi;
ERASE identificatore
5) SAVE: salva il contenuto delle due
tabelle su disco in un file di testo .MAC;
sintassi:
SAVE nome-file.
6) RESTORE: cancella il contenuto delle
due tabelle (inizializzazione).
7) LOAD: carica da memoria di massa il
contenuto delle tabelle salvate in una
operazione precedente. Sintassi:
LOAD nome-file.
8) QUIT: uscita dal programma.
9) DIR: fornisce la directory di tutti i file
con estensione «.MAC».
Vogliamo comunque precisare che è
possibile definire funzioni anche tramite
l'uso degli identificatori standard.
Esempio:
DEF g(u,v): = sin(u) + cos(vl
Le variabili u e v. cosi come tutte le
altre (quelle relative alla funzione f),
rimarranno settate a zero finché non si
farà uso de! PRINT.
I valori delle funzioni sono fomiti in
generale con la solita notazione scienti-
hca: segno, mantissa ed esponente.
Conclusioni
Lo scopo che si sono prefissi gli
autori prima della stesura del progetto è
solo quello di costruire qualcosa che
mettesse in pratica tutte le cose impa-
rate a lezione. Infatti l'ambiente in sé
per sé non è utilizzabile seriamente
perché non offre grosse potenzialità, né
le poche cose che implementa sono
state realizzate mediante strutture parti-
colarmente sofisticate. Infatti questo è
un oggetto che andrebbe senz'altro ri-
preso dallo stesso o da un altro gruppo
di lavoro perché sia ampliato in ogni sua
parte, dando la possibilità, ad esempio,
di derivare ed integrare simbolicamente
le funzioni definite, di tracciare i grafici
delle funzioni nel piano e nello spazio, di
definire funzioni composte e così via.
Ciò può essere da stimolo per altri a
far cose migliori magari basandosi su
questo stesso elaborato realizzando ad
esempio procedure, da fondere col sor-
gente del MTA, che provvedano ad of-
frire una 0 più potenzialità mancanti.
Infatti esso è stato progettato in manie-
ra modulare ed ogni singola procedura è
stata sufficientemente commentata
proprio nell'ottica di semplificare una
eventuale fase successiva di intervento
su codice sorgente. ne
Norme per la partecipazione
— Possono partecipare tutti i lavori/studi scientifrco-economio non
test di laurea la fortdo tnforrrtaticol realizzati in ambiertte universitario
ed ultimati a partire dal settembre 1965.
— Ognuno di essi dovrà essere accompagnato dalle generalità def-
l’autore, recapito telefonico, università di appartenenza, matricola,
corso in cui II lavoro é stato sviluppato e norme del docente di corso.
— La documentazione relativa ^vrà essere inviata su supporto sia
cartaceo sia magnetico, accompagnata da un commento scritto dal-
l'autore come presentazione dell'opera, costituito da circa cinquemila
caratteri. Nel commento dovrà essere sintetizzato l'argomento trat-
tato. indicati i sistemi hardware e i pecchetti software utilizzati, le
eventuali difficoltà incontrate, il modo in cui sono state superate, il
tempo di sviluppo, la bibliografia (se non presente nella documenta-
zione allegata al lavoro) ed ogni altra eventuale notizia o commento
degni di nota.
— Esserxlo la partecipazione limitata ai lavori non tesi di laurea
realizzati in ambiente universitario, è gradila una breve dichiarazione
del docente con il quale la tesina à stata sviluppata.
— Fra tutti i lavori pen/enuti via via, ne saranno scelti dieci da una
prima commissione interna alla redazione di MCmicrocomputer. Que-
sti saranno argomento di altrettanti articoli che ne descriveranno
caratteristiche e potenzialità. I lavori non saranno pubblicati in quanto
tali sulla rivista, ma i lettori interessati potranno entrarne in possesso
con te modalità che saranno rese note.
— Ai dieci autori o gruppi di lavoro sarà corrisposto un compenso di
300.000 lire, perché comunque appartenenti alla fascia dei lavori più
qualificati.
— Fra questi dieci lavori una commissione di esperti ne sceglierà uno
che sarà ricompensato crxi ulteriori 700.0(X) lire.
— E d'obbligo l'Intrio dei sorgenti e della documentazione tecnica e di
utilizzazione, sia su supporto magnetico che cartaceo.
— Non é prevista la restituzione del materiale inviato.
— Con l'invio del lavoro, l'autore ne autorizza la pubblicazione e la
diffusione gratuita come materiale didattico.
MCmicrocomputer n. 94 • marzo 1 990
131
Se è vero che la vita è tutta
un quiz, perché non provare
ad utilizzare proprio qualcosa
di simile ad un quiz per
scegliere il programma di
desktop publishing per
Macintosh ideale perle
proprie necessità?
MCmicrocomputer vi propone
il DTP quiz: le vostre risposte
giustamente soppesate vi
daranno la risposta finale ai
vostri problemi di dtp
DESK TOP PUBLISHING
di Mauro Gandirìi
DTP quiz
S'impone una scelta
Sappiamo tutti che talvolta è molto
difficile scegliere una via piuttosto che
un’altra; magari sarebbe bello percorrer-
ne un pezzo di ognuna e poi proseguire
su quella a noi più congeniale. Purtrop-
po non é sempre possibile. Anche sce-
gliere il giusto strumento per le proprie
attività di desktop publishing su Macin-
tosh può essere difficile. Abbiamo pen-
sato di offrirvi un modo semplice e
anche un po' ludico di condurvi sulla
strada giusta.
DTP quiz: ovviamente non vuole es-
sere la risposta definitiva alle vostre
perplessità, ma senza dubbio vi aiuterà
a fare un pezzetto di strada verso la
scelta giusta. I parametri presi in consi-
derazione sono 12 e sono i principali sui
quali si dovrebbe effettuare la propria
scelta.
Non sono i soli: potreste nella vostra
posizione prendere in considerazione al-
tri parametri come per esempio il tipo di
programma con il quale normalmente
lavora il vostro tipografo o via dicendo.
Queste ulteriori problematiche comun-
que si andranno ad affiancare alle 12
che andremo ad esaminare.
Come utilizzare DTP quiz
Nel mondo Macintosh esistono tre
prodotti che emergono sopra gli altri:
PageMaker (d'ora in poi utilizzeremo
l'abbreviazione PM); Ready, Set, GO!
(RSG); QuarkXPress (XP),
Ognuno di questi programmi ha una
propria filosofia che può essere o meno
compatibile con le necessità dell'uten-
te. Ogni programma reagisce in manie-
ra diversa alle sollecitazioni di ogni sin-
golo utente poiché diverse sono le esi-
genze di ognuno.
Ne! DTP quiz abbiamo provato ad
identificare 12 diverse problematiche
connesse all'uso del DTP e per ognuna
di esse è stato indicato il comportamen-
to di ognuno dei tre prodotti in modo da
indicare all'utente la scelta più opportu-
na per le proprie necessità.
Il decalogo secondo PageMaker
1 Interattività. £ possibile muovere testo o figure sertza problemi di nframe».
2. Tavolo di lavoro, dove è possibile mettere momentaneamente i propri elementi
0 fare delie prove.
3. Cambio della visualizzazione. É possibile cambiare l'ingrandimento con il quale
sì sta osservando la pagina con un tasto e cosa si sta vedendo al centro dello schermo.
4. Righelli e guide. Utilissime guide che possono essere posizionate ovunque nel
documento e che risultano invisibili durante la stampa, ottime per l'allineamento
direttamente a schermo degli oggetti.
5. Tre possibilità di inserimento del testo. Solo nella colonna di inserimento, o
anche nelle colonne adiacenti oppure automaticamente anche nelle pagine seguenti
(con creazione automatica di nuove pagine).
6. Aggiramento delle figure in maniera irregolare, secondo un profilo disegnato
dall'utente anche differente dal profilo della figura stessa.
7. Controllo delle immagini importate con contrasto, luminosità, numero di linee e
loro inclinazione.
8. Stampa veloce senza figure per un veloce controllo del layout.
9. Azioni su testo anche se non é ancora interamente posizionato (cancellazioni,
inserimenti, ecc ).
10. Posizionamento libero di testo o immagini anche oltre i margini della
pubblicazione o a cavallo di due pagine affiancate.
132
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
DESK TOP PUBLISHING
12 domande per 1 scelta
Le problematiche sono diverse e spa-
ziano dalia tipologia dei documenti pro-
dotti al grado di conoscenza nel campo
del DTP. In effetti, le esigenze sono
svariate per ogni utente di un sistema
DTP: si passa dall'esigenza di creare
brochure e newsletter a quella di creare
libri 0 rapporti: la lunghezza dei docu-
menti può essere variabile da poche
battute a veri e propri romanzi; il testo
può essere stato verificato e corretto
già prima di essere impaginato, oppure
è indispensabile poter continuamente
intervenire su di esso anche durante la
fase di impaginazione.
Altre problematiche sono più legate
alla qualità in senso strettamente tipo-
grafico del documento: la precisione e
qualità dei font di carattere può essere
più o meno importante; si può avere o
meno la necessità di poter migliorare e
modificare la grafica ed i disegni impor-
tati: si può essere interessati o meno
all’uso del colore con il semplice inseri-
mento di qualche fregio oppure con
l’uso intensivo dei colore anche nel te-
< PageMaker consertta di utilizzare l'area intorno alla oegina per depositarvi lesti,
figure a altri elemenli di uso comune o da utilizzare in altre pagine
XPress consente di visualizzare molto bene il percorso del testo airintemo
della pubblicazione.
Il decalogo secondo XPress
1 . Più di un documento contemporaneamente.
2. Preview dei templare per vedere quale serve prima di aprirlo.
3. Molti comandi attivabili direttamente da tastiera senza dover utilizzare il mouse.
4. Controllo delle immagini (lumirtosità. contrasto, numero delle linee) e possibilità
di creare immagini a due colori (parti scure e fondo bianco).
5. Separazioni di quadricromia per le immagini create o colorate con XPress.
6. Controllo sui testo per identificare esattamente il percorso nel documento,
conteggio delle parole, eoe.
7. Ripetizione di oggetti. É possibile selezionare un oggetto e duplicarlo il numero
di volte voluto applicando ad ogni duplicazione uno spostamento relativo a piacimento.
8. Espansione e compressione dei caratteri da un quarto a quattro volte gli
originali.
9. Kerning e interlinea. É possibile modificare ii valore di Iteming di ogni singolo
accoppiamento di lettere e importare il risultato di questa operazione in ogni docu-
mento. Una cosa simile é possibile anche per l’Intertinea.
10. Posizione degli elementi. È possibile portarli in primo piano o sotto i vari
elementi della nostra pagina e bloccarli in quella posizione.
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
133
Passiamo alle scelte
1 ■ Tipologia dei documenti
Ogni cosa che intendete inserire nelle vostre pagine con XP e
RSG dovrà prima essere >insc8tolatai> in un xframe» specifico (un
freme è un’area dedicata nella quale ci potrà essere solo testo o
immagini): se intendete aggiungere testo (importandolo o digitarv
dolo dovrete prima disegnare un «framea per contenerlo (come se
si dovesse disegnare un rettangolo) In PM al contrario selezionate
il cursore del testo, lo posizionate dove volete inserire il testo, fate
click e iniziate a digitare.
Con RSG e PM avete a disposizione un vero e propno tavolo di
lavoro elettronico che vi consente di utilizzare le parti intorno alla
vostra pagina per udepositareu momentaneamente immagini,
blocchi di testo, ecc. Con XP questo non é possibile: ogni oggetto
deve essere sulla pagina.
La combinazione di "point & click» e tavolo di lavoro, rende PM
più agile nello svolgimento di lavori come brochure, cataloghi,
newlsletter. pubblicità.
Per libri, manuali, rapporti, dove normalmente esistono testi
consistenti e layout fissi, la possibilità di avere l'inserimento
automatico del testo e il posizionamento fisso di figure é di grande
aiuto un programma di tipo frame oriented come XP o in seconda
battuta RSG.
□ PM
□ XP
□ RSG
2 ■ Lunghezze dei documenti
I documenti lunghi necessitano normalmente una gabbia in
grado di tenere sotto controllo tutti gli elementi della nostra pagina
per tutte le pagine del documento Colonne, margini, intestazioni,
note. ecc. devono essere consistenti per tutto il documento:
questo è attuabile dalle cosiddette pagine mastro. Tutti e tre i
nostri programmi ne sono dotati, ma la loro funzionalità è diffe-
rente. PM e RSG hanno delle vere e proprie pagine mastro i cui
elementi vengono riprodotti su tutte le pagine del documento e le
cui eventuali modifiche vengono riportate sempre su tutto il
documento.
In XP le funzioni di pagina mastro sono differenti: infatti queste
può essere nportata in ogni pagina effettiva del documento e
modificata per ogni pagina. Tuttavia se si modifica la pagina mastro
vera e propria solo le pagine che verranno create dopo tale
modifica godranno di questo aggiornamento.
Con RSG è possibile avere una sorta di «master master page»:
con alcuni accorgimenti é possibile avere un numero praticamente
infinito di pagine master, ciò é soprattutto molto utile nel
momento in cui siano necessarie differenti griglie per il testo
Nei lunghi documenti può essere necessario modificare l’ordine
delle pagine: RSG é in questo caso il programma che fornisce la
miglior soluzione, essendo rtecessario solo prendere la pagina e
spostarla con il mouse nella nuova posizione (attraversa una
particolare funzione che consente di visualizzare tutte le pagine del
documento in piccolo a video). Con XP è possibile questa opera-
zione. ma solo in via numerica, cioè digitando il numero della pagina
che vogliamo spostare e indicando il numero nella nuova posizione.
Per PM l’operazione è senza dubbio più complessa e meno precisa:
bisogna infatti, creare una pagina bianca nel punto dove si vuole
spostare la nostra pagina, poi tornare alla pagina da muovere e
selezionare tutti i suoi elementi (con Seleziona Tutto), infine con le
funzione di Taglia e Incolla spostare tutti i pezzi da una parte all’altra.
Nella maggior parte dei casi questa operazione dovrà essere seguita
dal riallineamento di tutti gli elementi per riposizionarli esattamente:
tutto ciò non è particolarmente difficile, ma è decisamente sco-
modo. specialmente se va npetuto per più pagine
□ PM
□ XP
□ RSG
3 • Testo
Bisogna innanzitutto ricordare che i programmi di dtp non sono
dei programmi specializzati di scrittura e quindi possono non avere
delle funzioni ormai usuali nei word processor: ovviamente lutti
offrono però un mimmo di funzionalità per modificare i lesti importati
0 crearne di nuovi. Sia RSG che XP offrono la possibilità di avere il
correttore ortografico e la funzione di Cerca e Sostituisci; inoltre XP
ha anche un contatore di parole per il controllo della lunghezza del
testo. Dal puro punto di vista del lesto forse XP è il programma che
offre più possibilità nel casosia necessario modificare pesantemente
il testo importato. Un’altra carattenstica importante per la gestione
del testo è quella di poter seguire facilmente il suo percorso lungo la
pubblicazione specie ne! caso di lunghi test: sìa XP che RSG lo
consentono visto che entrambi necessitano di una indicazione di
linking tra I vari frame di testo. Con Page Maker ciò è decisamente più
difficile visto che il testo non possiede indicatori che ne determinino
l'appartenenza ad uno o ad un altro gruppo di testi.
□ PM
□ XP
□ RSG
4 - Forma tipografica
Tutti i programmi hanno una buona precisione tipografica consen-
tendo di controllare i seguenti parametri: tipo di font, sua grandezza,
stile, spaziatura tra le righe, kerning (avvicinamento dei caratteri tra
loro), spazio tra le parole, sillabazione. Però dobbiamo ammettere
che XP è il programma che dà maggiori soddisfazioni dal punto di
vista tipografico: consente anche di modificare la larghezza dei
caratteri in modo da espanderli o condensarli a piacimento (ciò é
possibile anche con RSG. ma meno semplicemente e con minori
possibilità). La possibilità di applicare uno specifico stile ad un testo o
ad un paragrafo é cosa possibile in tutti e tre I programmi, tuttavia
anche in questo caso XP è vincente, consentertdo l'utilizzo di una
sequenza di tasti non solo per applicare uno stile predefimto al testo
in questione, ma anche di poter modificare lo stile base applicato
Anche PM ha un efficiente sistema di stili con il semplice click su
un’apposita finestra che riporta tutti gli stili predefmiii dalt'uiente
applicandoli istantaneamente al testo. Il sistema adottato da RSG è
un po’ più macchinoso e poco «tipografico» come filosofia Tutti e tre
1 programmi possono interpretare eventuali indicazioni di stile inseriti
come comandi all’interno di un testo in formato ASCII. PM e XP
consentono di importare eventuali fogli stile creati con Microsoft
Word: XP e PM memorizzano questi stili tra i propri consentendo
cosi anche una loro modifica. RSG è in gradodi importare le formatta-
zioni, ma non è in grado di memorizzare i differenti stili.
□ PM
□ XP
□ RSG
5 • La grafica
Anche in questo caso i tre programmi sono molto simili Solo
durante il disegno con gli strumenti propn. XP si differenzia creando
una specie di stato di parentela tra gli elementi. Se per esempio
tiriamo una linea all’interno di un rettagnolo, questa linea non potrà
essere spostata al di fuon del rettangolo stesso.
I formati TIFF. RIFF. EPS. Paint e PICT sono nconosciuti e
importati da tutti i programmi. PM consente per alcuni formali di
agire su contrasto, luminosità, numero e inclinazione delle righe che
compongono l’immagine. XP consente di «colorare» l’immagine,
dando la possibilità di identificare l’immagine con un colore e il fondo
bianco con un altro colore.
□ PM
□ XP
□ RSG
134
MCmicrocompuler n. 94 - marzo 1990
£ - Use del colere
La stampa In quadricromia é ancora la vera frontiera del dtp. A
parte PM che nella nuova versione 3.5 consente di avere una
pseudoseparazione del colori (lo proveremo tra breve proprio per
questa sua nuova caratteristica), gli altri programmi lavorano abba-
stanza bene, ma con la limitazione di trattare I colori in maniera
«spot" (identificandone la differenza tra l'uno e l'altro, ma senza
poterne considerare abbinamenti come fa la quadricromia). Tutti e
tre I programmi consentono comunque di importare e gestire
immagini a colori, ma a questo punto l'unico sistema per ottenere
un output tn grado di rispettarli, bisogna forzatamente dotarsi di
una stampante a colori, in questo caso nessuno dei programmi
comporta problemi particolari.
□ PM
□ XP
□ RSG
7 - Compatibilità con MS-DOS
L’Importazione di file di testo dal mondo PC, dopo le dovute
trasposizioni attraverso il programma Apple File Exchange, non
comporta particolari problemi salvo per II fatto che perdono le
formattazioni del testo stesso. Alcuni programmi di scrittura come
Microsoft Word, consentono il salvataggio sia in formato Mac che
DOS anche nel mondo dei PC. In questo caso le formattazioni
sono salvaguardate.
Se dovete trasferire interamente un documento di dtp dal
mondo MS-DOS a quello Macintosh o viceversa, solo PM vi
consente questa operazione essendo disponibile una versione di
PM con interfaccia grafica Windows sotto MS-DOS: sia RSG che
XP non hanno le versioni corrispondenti nel mondo PC.
□ PM
□ XP
□ RSG
8 - La stampa
L'utilizzo della stampante laser non comporta alcun problema
per tutti e tre i programmi XP ha qualche utility in più per quanto
riguarda la ricerca e l'identificazione dei differenti font presenti
nella pubblicazione. Per quanto riguarda la possibilità di ottenere le
pellicole da un sen/ice, non vi sono problemi con PM che ormai è
praticamente universalmente diffuso. Buona anche la presenza nei
Senrice di XP. ma ancora scarsa quella di RSG.
□ PM
□ XP
□ RSG
9 - Consistema tra documenti
è molto importante se pubblicate periodicamente lo stesso tipo
di documenti (newsletter, rapporti, ecc.l. XP e RSG con la loro
filosofia dei frame sono i più adatti alla creazione dei cosiddetti
"templates". Potete creare il vostro documento di base inserendo
frame vuoti di testo e di figure, inserire le indicazioni di formatta-
zione. ecc.. e poi salvare il tutto per riutilizzare questa «gabbia»
tutte le volle che dovete preparare la stessa tipologia di pubblica-
zione. Con PM è un po’ più macchinosa la cosa poiché comunque
dovete inserire testi e figure finte al loro posto, da sostituire poi
quando necessita con testi e figure reaii.
□ PM
□ XP
□ RSG
10 - Precisione e flessibilità
Il grosso pregio di PM sono le possibilità di sperimentazione
che consente. Siccome tutto è possibile con il solo utilizzo del
mouse e il risultato è sempre II sul video, ciò comporta una grande
libertà di apportare modifiche in qualsiasi momento e controllare
subito il risultato.
Al contrario XP è l’ideale per tutti coloro che amano la massima
precisione. Ogni testo, ogni figura possono essere posizionati
esattamente dove si vuole: se si aggiunge anche la notevole
precisione tipografca possiamo senza dubbio consigliarlo a chi
vuole avere il massimo controllo sulla sua pagina.
RSG può considerarsi una via di mezzo; l'impostazione a
frame. in unione al tavolo di lavoro dove si possono depositare gli
elementi da riutilizzare e alle pagine mastro sono gli elementi che
10 vedono preferito da chi ama la precisione, ma con qualche
libertà in più.
□ PM
□ XP
□ RSG
11 - Frequema delle attività di dpt
Se siete una dtpista della «domenica», cioè se la vostra più
grande preoccupazione in questo campo è pubblicare 4 numeri
all’anno di una newsletter, senza dubbio PM è il programma che fa
per voi. L’uso di tipo intuitivo vi aiuterà anche se starete per lunghi
periodi senza toccarlo.
Per chi ha necessità più frequenti, possiamo dire che RSG può
senza dubbio essere preso in considerazione. È abbastanza sem-
plice da imparare e. in caso, anche un nnfresco di memoria non
comporta problemi. XP forse necessita di un po' più di applicazione
per poterne sfruttare appieno le caratteristiche di precisione e
potenza. Insieme alla applicazione diremo che necessita forse
anche un po' più di acquisita manualità: per un uso continuativo è
senza dubbio consigliabile.
□ PM
□ XP
□ RSG
12 ■ L'esperienza
Per chi è alle prime armi, i più consigliabili sono ancora PM e
RSG che vengono fomiti con tutorial molto ben fatti. È anche
possibile richiedere a pagamento delle guide («Guida al Basic
Design» per PM e «The Grid Book» per RSG - non sempre
reperibile quest'ultima) che oltre a dare ulteriori informazioni
sull’uso e la filosofia del programma, consentono di attingere
consigli e trucchi per dare alla vostra pubblicazione un look
veramente OK.
Chi viene da precedenti esperienze tipografiche anche nel
senso classico della parola, potrà forse meglio apprezzare la
potenza e precisione che XP può offrire.
□ PM
□ XP
□ RSG
Conteggio finale
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
135
DESK TOP PUBLISHING
sto per evidenziare titoli e sottotitoli.
Altre esigenze ancora sono legate al-
l'ambiente di utilizzo del sistema DTP
ed a quello di provenienza e destinazio-
ne dei documenti. Ad esempio, si può
avere bisogno di trasferire e ricevere
file di testo in formato MS-DOS: si può
avere l'imbarazzo della scelta nei tipo di
apparecchiatura da impiegare per i defi-
nitivi di stampa (stampanti a bassa riso-
luzione 0 unità di fotocomposizione).
Infine, molto importanti sono anche i
metodi di lavorazione sovente più usati:
I documenti prodotti possono essere
tutti dello stesso tipo e con il medesimo
layout, oppure ogni volta diversi; si può
preferire la precisione alla flessibilità in
modo da iniziare il lavoro già con le idee
ben chiare su quale sarà il risultato
finale, oppure, viceversa, continuare a
modificare il layout fino al raggiungi-
mento del risultato desiderato.
Come è possibile notare, le variabili
da considerare sono oggettivamente
tante e non sempre il programma più
adatto a risolvere nel modo migliore un
determinato problema è quello più adat-
to poi a soddisfare i rimanenti aspetti
della questione.
A tutto quanto è stato già detto,
bisogna aggiungere le considerazioni ri-
guardanti ie caratteristiche dell'utente
del sistema DTP come la conoscenza e
l'esperienza nel campo, oppure la quan-
tità di tempo e la oontinuità che si
dedica alf’uso del sistema stesso.
Il DTP quiz non è certo il modo per
ìiIéiliIlwL..
: □□a
□□a
1 tznizDa
□□a
: naa
1 □□□
! □□□
□□a
1 □□□
1 cziaczD
: □□CZ]
□□□□□
>
fleadK. Sei. COI con-
senie di applicare una
griglia sulla nostra pa-
gina per aiolaro nella
gestione degl’ spaa
Un'allrg funzione mol-
lo interessante di Rea-
dy. Sei. GO' è la pos-
sibilità di mostrare a
wdeo le iiminialuren di
tutte le pagine del do-
cumento per averne
una visione più com-
pleta. Le pagine in
questo lonnalo si pos-
sono prendere e spo-
stare selezionandole
con II mouse e traso-
nandole nella nuova
posizione
Il decalogo secondo Ready, Set, GO!
1 Griglie modulari per un più veloce posizionamento degli elementi direttamente
2. Fogli stile con possibilità di applicazione degli stili attraverso una sequenza di
tasti
3. Finestre per le specifiche con una maggior precisione nei posizionamenti degli
elementi, riduzioni, ecc.
4. Controllo dei caratteri con possibilità di utilizzo di grandezze e interlinee
decimali.
5. Salvataggio delle preferenze (impostazione della pagina, griglie, font, sillaba-
zione, unità di misura, ecc.) che saranno cosi riproposte per ogni nuovo documento.
6. Conversione delle maiuscole in minuscole, nel caso di testi scritti in tutte
maiuscole.
7. Gestione dei colori, con possibilità di stampare I crocini di riferimento e il nome
del colore sulla pagina stampata.
B. Opzioni di stampa che consentono di stampare dalla prima all'ultima pagina o
viceversa.
9. Comandi di spostamento che consentono di selezionare più elementi della
stessa pagina o su più pagine e spostarli contemporaneamente in orizzontale o
verticale.
10. Visione generale che consente di vedere in piccolo tutte le pagine della nostra
pubblicazione per una visior>e generale della stessa, con possibilità di spostare
completamente le pagine da un posto ad un altro.
risolvere definitivamente tutti i proble-
mi. ma rappresenta sicuramente un mo-
do simpatico ed originale per indirizzare
meglio le proprie scelte.
Come già detto questo non è certo un
esame definitivo: se uno dei programmi
emerge in maniera preponderante senza
dubbio ci sono buone probabilità che sia
quello ottimale per voi. Ma se due pro-
grammi sono attestati a uno o due punti
di differenza, bisognerà proseguire nel-
l'indagine ascoltando altri pareri in giro.
Ovviamente le miglion indicazioni ag-
giuntive VI potranno arrivare da specialisti
come chi lavora in un service o dagli
esperti di dtp presso il vostro rivenditore
di fiducia. Per darvi un ulteriore aiuto vi
proponiamo i «decaloghi» dei tre pro-
grammi presi in esame con le loro carat-
teristiche più interessanti. La nostra spe-
ranza è comunque di avervi dato ancora
una volta degli elementi che vi aiutino a
percorrere la strada che vi porterà in
maniera la più ponderata possibile alla
vostra scelta. mc
136
MCmicrocomputern. 94 - marzo 1990
Addì
spiegate
...con Autodesk Animator.
motenali didatti^,
produzioni video perso-
nali. Vi renderete presto
conto dell’impatto sul
pubblico cbe un Iole
ollro oggetto completo-
centrollo di temporizzo-
mento e prospettiva
permette di ottenere
effetti particolarmente
Colour cycling mette o
^^ulodesk
Animator •- il program-
mo interotfivo di desicfop
video per i creativi del
Personal. Animator. il
nuovo prodotto della
Aulodesit, è un software
dolle caratteristiche
uniche, in grado di dar
vita a groriche o colori,
testi e fotogrofie tro-
tformondoTe in anima-
zioni ol computer di alto
qualilò, il tutto sul vostro
personal,
Progetti un tempo confi-
nati nel mondo della
Fantasticheria possono
finolmente diventare
realtà. Potere creare
presentozloni e dimo-
strazioni commerciali,
animaMni pubblicitarie.
computer con le funnoni
più ovonzQte di elabo-
razione immagini in
un'interfaccia semplice e
intuitiva. Menù a rotolo,
riquadri di diologo,
tono di orientarvi nel
mondo dell'animazione
e dell'elabarozione di
Cinque tipi di
Sfruttando i cinque tipi
di animazione oKerli da
Autodesk Animator,
potete realizzore le
vostre idee e ottenere
effetti suggestivi ed
tecnico dì animazione
quadro per quadro
applicabile a disegni e
Fotogrofie digitalizzote.
Oph'cal anìmotion per-
mette dì girare, awol-
S ere e srotolare forme
ingo una traiettoria
dennita do uno curva
spline che evolve nel
pieno trìdimensionole.
Rofymorphtc tweening
permette di trosformore
oggetto complesso in un
E* suffìclerrte un solo
schermo
Autodesk Animator
è in grado dì integrare
gli strumenti più polenti
dell'animozione al
di colori personolizzabile
e permette di influen-
zarne la lemporìzzo-
zione per uno colora-
le lefono:
□AUTODESK SOFHRADE AG
Gùi.'noii. 137
CH.4453 Bo>il.g
U. 061/334000
DATA BASE
Verso rSQL
Sintassi relazionale
Nel numero scorso abbiamo
iniziato uno «sla'om
parallelo» tradBASE IV e
rSQL, in cui sulla pista di
sinistra appaiono comandi
relazionali tipici del DOT
PROMPT del dBASE e su
quella di destra
la versione SQL.
Obiettivo é quello di
illustrare ai molti che
conoscono il dBASE, il
linguaggio strutturato di
Query ISQL. appunto), cui
tutti i produttori fanno un po'
la corte, perché viene
ritenuto il linguaggio che
permetterà l'unificazione
L'SQL nasce come applicazione prati-
ca delle teorie relazionali di CODD, e si
é diffuso dapprima nel mondo Mainfra-
me IBM e poi via via «in giù» verso il
PC.
Esistono altri linguaggi che seguono
tali teorie, ma nascendo in altre fami-
glie, hanno altri nomi ed altri comandi.
Citiamo il QUEL e il QBE, di cui esisto-
no varie versioni per diverse categorie
dì macchine e realizzate da diversi co-
struttori.
L’ultimo, il Query by Example. la cui
operatività si basa non su comandi ma
su simbologie da inserire in «scheletri»
che rappresentano le strutture dei vari
archivi, ha anche una ottima versione su
PC, con il Paradox della Borland.
La nostra Base Dati
Nel precedente articolo, abbiamo get-
tato le basi per cimentarci nella interro-
gazione di un sistema di archivi più
complesso.
In figura 1 vediamo quello che utiliz-
zeremo per le nostre esercitazioni e del
quale è opportuno illustrare brevemente
la struttura.
Gli archìvi sono 5 e sono stati studiati
per rappresentare, nella maniera più
semplificata ed immediata possibile, un
sistema per la gestione di Qrdini di
Acquisto.
Proviamo ad immaginare il mondo di
un fornitore di materiali di consumo per
uffici; l'universo in cui si muove è es-
senzialmente formato da Articoli da
vendere. Clienti che comprano e Vendi-
tori che effettuano la vendita per suo
conto.
È facile per ora pensare ad una terna
di archivi che contengano i dati essen-
ziali concernenti Articoli, Clienti e Vendi-
teli:
— l'archivio Clienti conterrà un codice
cliente, il nome del diente, etc....
— l'archivio Venditori sarà formato dal
codice venditore, dal nome venditore,
etc...
— l'archivio Articoli sarà formato dal
codice articolo, dalla descrizione artico-
lo. dal prezzo unitario, etc...
Figura I - Schgmatiizazione del Data Base uliliziato per gli esercir/. Nei van articoli, s/s prove
che rubriche, che scnviamo sw prodotti che trattano archivi relazionali, cerchiamo di utilizzare
sempre lo stesso caso studio, basato su cinque archivi e quattro relazioni. Rappresenta
quindi un test abbastanza signilicauvo, ma sufricientemenie leggero da poter essere seguito
dal lettore interessato
138
MCmicrocomputer n, 94 - marzo 1990
DATA BASE
Non accorre certo ripetere che un
archivio può essere rappresentato grafi-
camente come una tabella m cui sono
raccolte informazioni organizzate in ri-
ghe e colonne, dove per ogni riga, per
esempio neH’archivio Clienti, sono regi-
strate le informazioni relative ad un solo
cliente e dove per ogni colonna abbia-
mo la registrazione di uno stesso ele-
mento informativo, per esempio il no-
me. In questa tabella la chiave per indi-
duare un cliente potrebbe essere il codi-
ce cliente.
Fatalmente, al momento del verificar-
si dell’evento »Ordine di Acquisto», gli
elementi che costituiscono il mondo del
fornitore, entrano in contatto;
— un cliente telefona al suo fornitore e
chiede di parlare con un venditore per-
ché la sua ordinazione possa essere
annotata;
— comunica la sua intenzione di com-
prare e il venditore prende il blocco
dove registra gli ordini annotando, ac-
canto al numero dell'ordine, data dell’or-
dine ed il cliente;
— a questo punto II cliente elenca gli
articoli che intende comprare mentre il
venditore annota, uno per riga, il codice
dell’articolo e la quantità ordinata. Alla
fine della telefonata sì salutano cordial-
mente.
In questa operazione compaiono tutti
gli elementi che poco fa abbiamo indica-
to come costituenti il mondo del nostro
fornitore.
Ma come potremmo organizzare in
forma tabellare le informazioni essenzia-
li utili alla ricostruzione di questo even-
to? Procediamo per gradi.
Le prime informazioni riguardano la
collocazione temporale dell'evento e so-
no il numero dell’ordine e la data dell'or-
dine. A queste vanno aggiunte le infor-
mazioni relative al cliente e al venditore,
che sono i protagonisti deH’evento,
Potremmo quindi immaginare una ta-
bella ordini dove la riga raccoglie le
informazioni che abbiamo appena elen-
cato e dove l'elemento di identificazio-
ne {la chiave) è il numero d'ordine.
Ma quante delle informazioni relative
al cliente e al venditore devono trovare
posto in questo archivio? Certamente
non tutte quelle a diposizione (quelle
che sono già registrate negli archivi
Clienti e Venditori), ma solo i codici
cliente e venditore. Attraverso questi
codici sarà in seguito possibile rintrac-
ciare le informazioni collegate.
Tornando ora all'evento «Ordine d'Ac-
quisto», le informazioni che ancora non
sono state registrate sono quelle relati-
ve al dettaglio dell'ordine.
Ipotizzando che il nostro cliente abbia
ordinato solo un articolo, potremmo
pensare di aggiungere alia riga della
nostra tabella ordini le informazioni rela-
tive all'articolo ordinato, la quantità ed il
costo.
Ma questa soluzione è sbagliata e si
presta a due generi diversi di osserva-
— prima ossen/azione: per ragioni ana-
loghe a quella per cui abbiamo inserito
nella tabella solo i codici cliente e vendi-
tore. sarà sufficiente specificare solo il
codice articolo e la quantità (rintraccian-
do. attraverso il codice articolo, nell'ar-
chivio articoli, quello ordinato, avremo a
disposizione anche descrizione e prezzo
unitario).
— Seconda osservazione: se il nostro
cliente avesse ordinato più di un artico-
lo. dove avremmo registrato i dati della
seconda «Riga di Ordine»? Se lo avessi-
mo fatto nell'archivio ordini, avremmo
necessariamente dovuto impiegare una
nuova riga, ripetendo anche le prime
informazioni riguardanti la collocazione
temporale dell'evento (numero ordine,
data ordine, codice cliente e codice
venditore).
La soluzione migliore è quella di crea-
re un archivio «Righe di Ordine» che
contenga le righe di dettaglio dell'ordine
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
139
DATA BASE
identificate dal numero dell'ordine di
aoparienenza: numero ordine, codice
articolo e quantità ordinata.
Siamo arrivati quandi a stabilire che
per gestire, ottimizzandoli, i dati relativi
all'evento «Ordini d'Acquisti" sono ne-
cessari almeno 5 archivi. Il numero sale
se le necessità di gestione aumentano
di complessità, (fatturazione, magazzi-
no, fornitori del fornitore)...
Lé relazioni sottostanti
rapplicazione
Abbiamo già parlato di relazioni, ma
adesso occore applicare le cose dette
alla nostra nuova situazione.
Immaginiamo quindi i nostri cinque
archivi e proviamo a «collegarli» tra loro
(vedi fig. 1). Che cosa intendiamo innan-
zitutto con «collegare»: la possibilità,
attraverso una informazione contenuta
in un archivio, di ottenerne altre in altri
archivi.
Per esempio, leggendo una riga del-
l'archivio Ordini veniamo a sapere che
l'ordine lOO è stato fatto in data t/1/90
dal Cliente A012 al Venditore Z001.
Tenendo conto del fatto che esistono
altri quattro archivi, mi è possibile rico-
struire l'evento in maniera più leggibile?
Certamente si, mettendo in relazione i
codici appena elencati con gli altri archi-
vi a cui appartengono.
Volendo entrare ancora un po' in più
in dettaglio, possiamo dire che i collega-
menti tra archivi (le relazioni) possono
essere classificati: ricordate le definizio-
ni Uno a Molti. Uno a Uno, Molti a
Molti? Bene, le relazioni si classificano
in questo modo. Proviamo ora ad appli-
care queste classificazioni ai nostri ar-
chivi:
— Clienti/Ordini: la relazione è una rela-
zione Uno a Molti perché per un cliente
esistono molli ordini;
— Ordini/Clienti: la relazione è una rela-
zione Uno ad Uno perché per un ordine
esiste un cliente. Quindi una relazione
Uno a Molti, vista dal lato Molti, in
pratica diventa Uno a Uno.
— Venditori/Ordini e Ordini/Venditori:
queste relazioni sono identiche alle due
precedenti;
— Ordini/Riga Ordine: relazione Uno a
Molti;
— Riga Ordine/Ordine; relazione Uno a
Uno;
— Articolo/Riga Ordine: relazione Uno
a Molti;
— Riga Ordine/Articoio: relazione Uno
a Uno.
Ragionando su queste relazioni (riba-
diamo che é molto importante, al di là
delle varie oefinizioni, intuire..) ci accor-
giamo che là dove la relazione è Uno a
Molti é stato utile suddividere le infor-
mazioni su più archivi. Infatti, in questi
casi, il non farlo avrebbe comportato
gravi problemi di ridondanza, manuten-
zione e correttezza dati.
Ma che relazione c'è, per esempio,
tra Clienti e Venditori? La relazione tra
questi due archivi é di tipo Molti a Molti
(ogni cliente ha rapporti con più vendito-
ri e ogni venditore ha rapporti con più
clienti), di un tipo quindi che determina
l'esigenza di un archivio intermedio, in
relazione 1 a 1 con i clienti e i venditori,
matrice tra i due.
Una corretta individuazione delle rela-
zioni ci permette di "percorrere" la no-
stra base di dati in tutte le direzioni:
possiamo infatti, partendo da un cliente
risalire a tutti I suoi ordini, ai venditori
con cui è entrato in contatto fino a
rintracciare la descrizione di tutti gli arti-
coli da lui ordinati.
Analogamente sarà possibile, parten-
do da un articolo, avere un elenco delle
righe ordini in cui compare, e coseguen-
lemente un elenco degli ordini, con
corredo di data vendita, cliente e vendi-
tore.
In questi casi sfruttiamo la possibilità
di passare da un'informazione all'altra
percorrendo il reticolo di relazioni tra gli
archivi (se A è in relazione con B e B è
in relazione con C, possiamo lavorare su
A accedendo alle informazioni di C attra-
verso B).
Quest'ultimo periodo ci suggerisce
che forse è giunto il momento di passa-
re a degli esempi concreti a dimostra-
zione ed esemplificazione di quanto fin
qui detto.
140
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
DATA BASE
Analisi degli esempi proposti
Continuando con lo stesso metodo
adottato nell'articolo precedente, met-
teremo a confronto comandi dBASE e
comandi SQL (si fa riferimento alI'SQL
che gira sotto dBASE. meno sofisticato
di altri SQL, ma più adatto ai nostri
limitati scopi dimostrativi).
GII esempi riguardano appunto le rela-
zioni sottostanti i nostri 5 archivi e,
cominciando da situazioni molto sempli-
ci. vedremo tutti f tipi di relazioni e il
loro funzionamento in situazioni diffe-
renti.
Figura A - La relazione tra gli archìvi
Ordini e Clienti è di tipo 1 a N, visto che
per ognuno dei clienti troveremo più
ordini. Come potete vedere, le istruzioni
utilizzate in dBASE sono sostanzialmen-
te Quelle necessarie all'apertura archivi
e al lancio della relazione. Una volta
terminata questa fase preliminare, la
disposizione degli archivi e le caratteri-
stiche delle relazioni possono essere
modificate solo da uno specìfico co-
mando dBASE, in assenza del quale la
situazione resta immutata e tutti i valori
degli archivi relazionati possono essere
contemporaneamente referenziati.
In SQL è tutta la situazione che va,
anche se in maniera meno dettagliata e
con meno attenzione alle varie specifi-
che relative agli archivi, ogni volta ripro-
posta, Questo è solo apparentemente
uno sforzo, in quanto anche dando
un'occhiata superficiale agli esempi, ap-
pare evidente che comunque l'impegno
è minore.
Prima ci continuare, vorremmo stabili-
re. per semplicità, delle convenzioni che
utilizzeremo da questo momento in poi:
ci riferiremo all’archivio aperto nella Se-
lect. che alla fine delle varie aperture
rimane attiva, come all’archivio di lavo-
ro, mentre gli archivi in relazione con
quello di lavoro potranno essere indicati
come archivi di decodifica o archivi di
ricerca, a seconda che la relazione sia 1
a 1 0 1 a N,
Ritornando quandi all'esempio, pos-
siamo dire che l'archivio di lavoro è
l'archivio Ordini, mentre l'archìvio di de-
codifica è l’archivio Clienti. Questo infat-
ti viene utilizzato per decodificare il co-
dice cliente presente nell'archivio Ordini
sulla base di una relazione 1 a 1 (un
ordine un cliente), relazione che per-
mette, ovviamente, di ricavare anche le
altre informazioni relative al cliente. In
SQL è sufficiente elencare i campi e gli
archivi interessati senza specificare al-
tro se non i campi la cui ugualianza
determinerà poi il criterio di relazione.
Figura B - La relazione può essere
lanciata anche per un numero di archivi
maggiore di 2. Nell'esempio a cui ci
riferiamo troviamo infatti tre archivi: l’ar-
chivio di lavoro è sempre l’archivio Ordi-
ni, questa volta messo in relazione con
due archivi di decodifica. La relazione
attivata è, in entrambi i casi, di tipo 1 a
1, poiché l’archivio Ordini ha con Clienti
e Venditori io stesso rapporto (un ordine
è relativo ad un cliente ed un venditore).
La tabella risultante da un’interrogazio-
ne di questo tipo avrà (come, del resto,
per l'esempio precedente) lo stesso nu-
mero di riga dell’archivio Ordini.
Figura C - li terzo esempio ci fa
vedere, come già accennato, che. dato
un archivio A in relazione con un archi-
vio B. per mezzo di una seconda relazio-
ne, questa volta tra B ed un terzo
archivio C, possiamo risalire dalle infor-
mazioni in A a quelle in C.
Ordini sarà quindi in relazione con
Rigaord e Rigaord sarà in relazione con
articoli. Queste due relazioni costitui-
scono, in effetti, il «sentiero» che ci
permette di «percorrere», all'interno de)
nostro sistema, l'itinerario che ci porta
dagli ordini agli articoli ordinati. Dando
un'occhiata alla rappresentazione grafi-
ca del nostro sistema avremo facilmen-
te un'idea del percorso seguito.
Le due relazioni non sono dello stes-
so genere: infatti mentre tra ordini e
Rigaord sussiste una relazione di tipo 1
a N (per ogni ordine esistono più righe
d'ordine), tra Rigaord e articoli sussiste
una relazione di tipo 1 a 1 (per ogni riga
d'ordine esiste un articolo). Di conse-
guenza, se l’archivio di lavoro è t’archi-
vio Ordini, l'archivio di ricerca sarà Riga-
ord (dove il sistema, per ogni registra-
zione in ordini, cercherà TUTTE quelle
collegate), mentra l'archivio Artìcoli sarà
un archivio di decodifica, questa volta
rispetto a Rigaord.
Analizzando poi la colonna dBASE, ci
accorgiamo che appare una nuova istru-
zione: SET SKIP TO (in dBASE III non
esiste). Se presente, questa attiva la
funzione di scorrimento sull'archivio Ri-
gaord: per ogni registrazione di ordini
sarà ricercata ogni registrazione di Ri-
gaord collegata (determinando la visua-
MCmicrocompuler n. 94 - marzo 1990
141
DATA BASE
Figura 6 - Excel Q+E
Un paio di numen (a
abbiamo parlato del
Q+E. accessorio di
Excel, che permette di
eseguire delle Ouery
su archivi DBF. e di
passarne i nsullali m
Excel L'inierrogeiione
può essere anche con-
leaionala in una moda-
lità SQL-like. nel sen-
so che utilizza sintassi
SOL e modalità Win-
lizzazione di una tabella con un numero
di righe pari a quello di Rigaord, non più
quindi solo la prima riga di ordini); in
caso di assenza dell’istruzione SET SKIP
TO, la tabella sarà dì dimensioni pan a
quelle di ordini, poiché il sistema visua-
lizzerà per ogni ordine solo la prima riga
d’ordine.
Il funzionamento in SQL è legger-
mente diverso (vedete subito che non
CI sono nuove istruzioni, il procedimen-
to è quello di sempre), ma preferiamo
rimandare di qualche riga la sua desch-
zione.
Figure D,E - Il quarto esempio non
presenta nulla di diverso rispetto al se-
cando, ma gli archivi sono aperti secorv
do una sequenza differente per far sì
che nell'esempio successivo potessero
essere aperti anche gli archivi Articoli e
Rigaord. Abbìàfno cosi cominciato a ra-
gionare su tutti e cinque gli archivi che
compongono il nostro sistema.
Questo può ora essere visto da vane
angolazioni, ognuna corrispondente ad
un archivio:
— Lato clienti, venditori- lavorando su
clienti (o venditori) possiamo, per ogni
cliente (o venditore), vedere TUTTI gli
ordini in relazione 1 a N, e per ogni
ordine tl venditore (o il cliente) in relazio-
ne 1 a 1 ; inoltre per ogni ordine potre-
mo nchiedere TUTTE le righe d'ordine
in relazione ancora una volta 1 a N, e
per ogni riga d'ordine l’articolo ordinato.
In relazione 1 a 1.
— Lato Ordini: lavorando invece su
ordini possiamo, per ogni ordine, vede-
re TUTTI I clienti e venditori mediante le
relazioni lai; inoltre, come nella situa-
zione precedente, per ogni ordine potre-
mo richiedere TUTTE le righe d’ordine
in relazioni questa volta 1 a N, e per
ogni riga d'ordine l’articolo ordinalo, in
relazione tal.
— Lato Rigaord; lavorando su Ri-
gaord possiamo, per ogni riga d’ordine,
risalire agli ordini a cui appartengono
(relazioni 1 a 1 ). dagli ordini risalire anco-
ra ai dienti e ai venditori (relazione 1 a
1). Nell'altra direzione potremo, con una
relazione 1 a 1. ottenere le informazioni
relative agli articoli.
— Lato Articoli: abbordando il nostro
sistema dal lato articoli, possiamo solo
risalire la china; da un articolo, in rela-
zione 1 a N, possiamo risalire alle righe
d’ordine, da queste, in relazione lai.
agli ordini e dagli ordini, sempre in rela-
zione 1 a 1, ai Clienti e ai Venditori,
Man mano che illustreremo gli esem-
pi risulterà sempre più chiaro che, men-
tre in dBASE è sempre necessario te-
ner presente posizione degli archivi, re-
lazioni, archivi di lavoro e di decodifica,
cioè lo stato nel nostro sistema, estre-
mamente condizionante per il buon esi-
to delle interrogazioni, in SQL tutto ciò
é molto meno essenziale, anzi perde
quasi del tutto importanza.
Figura F - Questa volta d spingiamo
fino al livello di clienti e venditori, richia-
mando anche dei valori calcolati su dati
provenienti da archivi diversi,
Figure G, H, I - Negli ultimi tre esempi
vediamo una elaborazione del lato archi-
vi anagrafici. Lavorando quindi su clienti
discendiamo verso ordini sfruttando una
relazione 1 a N. Proseguendo verso il
basso raggiungiamo Rigaord attraverso
ordini sfruttando un’altra relazione 1 a
N. Da Rigaord raggiungiamo articoli per
mezzo di una relazione lai.
A questo punto riprendiamo il discor-
so accennato a proposito del terzo
esempio. La sintassi dBASE ci obbliga,
in caso di relazione 1 a N, ad utilizzare il
comando SET SKIP TO per indicare al
sistema una particolare operazione: per
ogni riga dell’archivio di lavoro, saranno
visualizzate tutte le righe con essa colle-
gate nell’archivio di ncerca. Se l'istruzio-
ne SET SKIP TO viene omessa, il siste-
ma si limita a visualizzare, per ogni riga
dell'archivio di lavoro, solo la prima riga
ad essa collegata nell'archivio di ricerca.
In SQL la relazione viene definita dal-
l'elenco degli archivi e dall’opzione
WHERE seguita da una espressione lo-
gica di uguaglianza tra i due campi della
relazione.
Utilizzando l’opzione WHERE si ottie-
ne una tabella la cui estensione è pari al
numero delle registrazioni presenti in un
archivio per il numero di righe dell’altro
archivio per le quali la formula logica di
relazione è soddisfatta.
Non utilizzando l'opzione WHERE, in-
dicando quindi solo gli archivi che ci
interessano, ma non il criterio di relazio-
ne. otterremo una tabella N per M,
dove il numero di fighe è il prodotto del
numero di righe dei due archivi.
Questa modalità è già nota a chi
conosce il comando Join del dBASE
(ma non solo del dBASE)
Conclusioni
Anche il meno esperto leggendo le
due colonnine con le due soluzioni,
quella dBASE e quella SQL. dello stes-
so problema, avrà capito che i comandi
relazionali sono sempre e comunque
pochi.
Ed avrà anche capito che è facile
impostare un sistema di relazioni, non
tanto quando si conoscono questi pochi
comandi, ma soprattutto quando si ha
ben chiara in mente l’organizzazione, il
disegno, della Banca Dati.
I comandi Relazionali non sono co-
munque i soli presenti in un linguaggio
e quindi la loro padronanza non significa
la padronanza dei tutto. Sono però quelli
fondamentali, ad esempio quando oc-
corra impostare delle Ouery. ovvero in-
terrogazioni su archivi o su insiemi di
archivi.
L’interrogazione, o Query, è il termine
che indica genericamente la manipola-
zione di Banche Dati, finalizzata non a
modificarne il contenuto, ma a ricavarne
ulteriori informazioni.
Nelle grosse aziende, e i linguaggi
tipo SQL sono destinati a queste, ormai
il problema non è quello di costituire le
Banche Dati, che già esistono in quanto
contengono i dati di tutte le procedure
operative, quelle che fanno «funziona-
re» l’azienda, ma quello di sfruttarle il
più possibile, delegando questa funzio-
ne (lo sfruttamento) ai vari utenti, che in
definitiva sono quelli a cui tali ulteriori
informazioni servono.
142
MCmicrocompuler n. 94 • marzo 1990
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GRAFICA
Stampante a colorì o
di Francesco Pedoni e Aldo Aizari
plotter?
La grafica é notoriamente uno
dei più vasti campi di
utilizzazione del personal
computer, al punto che
esistono oggi perlomeno una
decina di tipologie di prodotti
destinati alle più svariate
attività, e per ognuna di
queste tipologie decine e, in
certi casi centinaia, di
package.
Si va dal CAD, che é
sicuramente l'attività più
impegnativa, al Paint, che é
l'attività più creativa, dal
Charting, che assomiglia
ormai all'informatica
procedurale in quanto serve
per realizzare dei report, al
Desktop Presentation che
avvicina il personal computer
al mondo della grafica
pubblicitaria in ambito
editoriale/televisivo/
cinematografico.
Inoltre non si può negare che
la grafica ormai condizioni in
ogni situazione l'utilizzo del
computer. È presente nel
prodotti grafici, nei prodotti
normali e. con i'OS/2, anche
nei sistemi operativi
La computer grafica è anche l'attività
che più si avvale di periferiche particola-
ri, alcune condivise con le altre utilizza-
zioni più tradizionali, altre specifiche.
Come al solito si dividono in unità di
input, attraverso le quali immagini o
elementi grafici vengono memorizzati
sul computer, e in unità di output, con
le quali II disegno realizzato viene ripro-
dotto 0 su carta o su altri supporti, per
essere utilizzato al di fuori de) com-
puter.
Raster & Vector
Anche tra le unità di output vale la
classica suddivisione, propria dei pro-
dotti grafici, in Raster e in Vector.
Per Raster si intende quella grafica
che tratta il risultato finale del disegno,
che viene memorizzato come insieme
di punti variamente colorati, e che quin-
di può essere letto o riprodotto solo
come insieme di punti.
Per Vector si intende quella grafica
che tratta e memorizza I vari elementi
del disegno, e che quindi possono esse-
re manipolati indipendenti gli uni dagli
altri.
Nel file Raster (detto anche Bit-Map),
in definitiva, vengono memorizzati pun-
ti, nel file Vector. insiemi di oggetti
elementari.
La visualizzazione del file Raster com-
porta la sua lettura e la riproduzione di
ciascun punto, eventualmente manipo-
lato, sulla unità di output. Nel file Vector
vengono letti i vari elementi che vengo-
no poi scodificati, anch'essi eventual-
mente manipolati, e infine riprodotti.
Le funzioni di manipolazione sono più
numerose in un prodotto Vector. in cui
l’oggetto disegnato è tradotto in codifi-
che e in coordinate, che m un prodotto
FIgum I - Auiocad-Ploller É evidenie che lo sirumeoio di output pnncipale per un prodotto di tipo CAD e il
plotter. We esistono numerosi modelli che si diftereniiano innamitutto per le dimensioni dei logli su cui
possono trscciere e che vanno dal formato Ad a quello AO e oltre. Le altre caratlensiiche sono la tecnologia
con la quale viene eseguilo il tracciamento li più economia sono quelli a penna! e la precisione di
tracaamenio.
144
MCmicrocompuler n. 94 - marzo 1990
GRAFICA
Bit-Mapped che deve fare i conti con i
pixel, il cui principale vincolo é che non
sono scomponibili e Quindi possono es-
sere manipolati solo in un limitato nu-
mero di modalità,
Supponendo ad esempio che un qual-
siasi elemento del disegno debba esse-
re ingrandito del 50 per cento, con il
prodotto Bit-Mapped il risultato, in ge-
nerale. provoca uno scadimento di qua-
lità della immagine (un pixel non può
essere ingrandito a un pixel e mezzo). Il
prodotto Vettoriale, invece, intervenen-
do con delle funzioni di calcolo sulle
coordinate, permette di conservare la
qualità deH'immagine.
Tornando alle periferiche abbiamo
detto che anch’esse si possono divide-
re in tipologia Raster e in tipologia
Vector.
A parte il monitor, che pur essendo
tipicamente Raster. viene talmente ben
sfruttato dai vari prodotti, di qualsiasi
categoria, che non crea nessun proble-
ma. ci interessa mettere a fuoco le due
unità .di output su carta più utilizzate in
attività grafiche.
Ci riferiamo al plotter. che è uno
strumento Vettoriale in quanto traccia
«solo» linee e alla stampante che pro-
duce solo «punti» ed è quindi uno stru-
mento Raster.
Il plotter. ci riferiamo al plotter a pen-
ne. il cui costo è compatibile con quello
dei personal computer, è conseguente-
mente più adatto alla grafica Vettoriale.
La stampante, sia di tipo Line Printer
(es. ad aghi) che di tipo Page Printer
(es. laser o a getto d'inchiostro), è adat-
ta alla grafica Bit-Mapped.
Il plotter diventa invece insostituibile
quando il processo di tracciamento sia
continuo, nel senso che i dati vengono
elaborati e tracciati contemporanea-
mente.
Cosa che avviene ad esempio utiliz-
zando il plotter come strumento di con-
trollo di un processo.
Tale categorizzazione parallela tra pro-
dotti e periferiche non traccia però un
confine invalicabile.
Infatti quasi tutti i prodotti di grafica
Vettoriale dispongono anche di driver
Figura 2 - Autocad
Pnmer a colon
Autocad non disdegna
le stamparli a colon,
per te guai! dispone di
numerosi e efficienti
udriveru. In numerosi
essi può risultare co-
modo eseguire, del
progetto o di un suo
particolare, una stam-
pe a colon di formalo
A4. Se la risoluiione
delta stampante è ele-
vata anche tale piccolo
lormato, che 6 estro-
tura del disegno.
145
MCmicrocomputer n. 94 • marzo 1 990
GRAFICA
Una delle uliliiiazioni
più indicate per la
stampante a getto
d'inchiostro é nel cam-
po della Business
Craphic, nel Quale tale
perifenca é più adatta
del plotler. sia perche
le dimensioni del dise-
gno sono in genere ri-
corre spesso utilazare
delle campiture. Il gra-
fico ottenuto e inoltre
facilmente nproducitu-
le con una fotocopm-
Figura 6 - Business
Gra^ic-Plotter.
Lo stesso disegno del-
la figura 5 prodotto su
plotter. Perde la frutta,
ovvero gli elementi
Bit-Mapped, e la punti-
natura con la quale la
stampante esegue la
campitura delle barre,
viene trasformata in
tratteggio. Il Freelance
Plus 3.0. che abbiamo
uliliiaalo per realizzare
queste immagini, con-
vene le campiture in
funzione della periferi-
ca scelta per /'output
fiRODaZfOMEDffRUTTA IN EUROPA
ITALIA SPAGNA FRANCIA
0 PERES xaEB ARANCE □ PESCHE □ FRAISE
per stampanti. In tal caso il disegno che
originalmente é Vettoriale, viene con-
vertito, attraverso una apposita routine,
in Bit-Mapped e stampato punto per
punto.
Tale routine in pratica disegna inizial-
mente in una pagina virtuale, che il
prodotto grafico si riserva sulla RAM e
che ha Quindi una dimensione in lar-
ghezza misurata in punti pari a quella
permessa dalla stampante. Tale pagina,
in cui il disegno è quindi convertito in
punti, viene poi riprodotta, mediante
successive passate orizzontali, dalla pe-
riferica.
In definitiva un prodotto Vettoriale
può comunemente utilizzare sia plotter
che stampanti, mentre un prodotto Bit-
Mapped può utilizzare solo la stam-
pante.
La conversione inversa da punti a
elementi geometrici é infatti molto più
impegnativa, sia a livello di software, ed
è facile immaginare le problematiche
sottostanti, sia a livello di produzione in
output, in quanto è difficile «convince-
re» un plotter a tracciare punti. Se si
disegna con un prodotto Bit-Mapped,
ad esempio un Paint, la Gioconda, è
praticamente impossibile riprodurla con
un plotter, cioè con delle penne che
tracciano linee.
Rimane quindi scoperta, nella matrice
due per due tra prodotti e periferiche,
solo la casella tra prodotto Raster e
plotter.
/ baiii della Gioconda
Allargando il discorso agli altri stru-
menti di input e di output non si può
negare che oggi l'utilizzatore di prodotti
grafici su personal computer abbia a
disposizione alcune periferiche sofisti-
cate che rendono semplicissime opera-
zioni un tempo complicatissime se non
impossibili. Ne citiamo alcune.
Con una telecamera collegata, trami-
te apposita scheda di interfaccia, al
computer è possibile in pochi secondi
catturare immagini reali. Con un prodot-
to Paint queste immagini possono esse-
re facilmente manipolate, non tanto ag-
giungendoci ulteriori figure (i baffi della
Gioconda), quanto utilizzando le funzioni
di gestione del colore e di composizio-
ne/scomposizione dei punti che i pro-
dotti Bit-Mapped hanno.
Ad esempio il pittore Andy Warhol
realizzò decine di quadri variando i colori
di una foto molto ingrandita di Marilyn
Monroe, creando effetti di «solarizza-
zione».
Questa stessa operazione grafica,
che per gli amanti dell'arte moderna è
un atto creativo, può essere ottenuta
sul computer con una apposita funzione
di scorrimento dei colori sempre pre-
sente in un prodotto Bit-Mapped.
Con un Video Digitizer in input e con
una stampante a colori in output è quin-
di possibile «simulare» l’attività del foto-
grafo. Si riprende il soggetto, si manipo-
la, creativamente, l'immagine e la si
stampa a colori.
Un'altra attività, questa rubata al cam-
po della riproduzione documenti, è quel-
la legata all'uso dello scanner, per cattu-
rare un'immagine, al prodotto Paint, per
manipolarla, e infine alla stampante la-
ser. per stamparla su carta.
In pratica, come noto, leggere un'im-
magine con uno scanner e riprodurla
con la laser, può essere un modo, certo
non molto economico, per fare una fo-
tocopia.
Gli applicativi grafici
Autocad & Company
Tutti gli applicativi, di tipologia Vetto-
riale, delle ultime generazioni dispongo-
no sia di driver per stampanti a colori sia
di driver per i plotter.
In una serie di illustrazioni a corredo
dell'articolo vediamo i risultati ottenuti
con alcuni membri delia famiglia
Autocad.
In particolare Autocad, che per appli-
cazioni professionali pretende il plotter,
magari di formato AO, non disdegna.
146
MCmicrocomputer n. 94 • marzo 1990
GRAFICA
La tecnologia a getto
a'inchiosiro permeile
numerose varianti
operative. Ad esempio
uno degli utiliiii più
frequenti nei prodotti
di gralica Vettoriale é
la realazanone di sli-
de, ovvero di stampe
proiettare con un
proiettore di iraspa-
reme II problema ó
SIS bAshM" nel senso
che bisogna scegliere
inchiostri e carta op-
portuna, sa compositi-
PELUCCERIA ROSSI
Saldi di Fine Stagione
Visone GrarìdI Lagti
daU.
6,900,000
aUL
4,900,000
Volpe Argentata
daLIL
7,900.000
au.
3.900,000
Volpe Linciata
daUL
4,900,000
a Ut.
2,460,000
Giaccorte Castoro
daUL
1,500,000
aUL
590,000
Ocelot Baby
da LIt
7,900,000
aut
3,900,000
Marmotta
da Ut.
4,900.000
a Ut.
2.290,000
Montone Shearling
dau.
590,000
aUt
290,000
Persiano
daUL
2,900,000
aUL
1,390,000
Figura 8 - frnrTwgine
Bit-Map a 256 colo-
ri,Ormai lutti i prodotti
dura prova la slsmpsn-
con nsullati notevoli.
per disegni meno impegnativi e molto
colorati, la stampante a colorì.
Nelle figure 1 e 2 vediamo un dise-
gno, di tipo architettonico, realizzato
con pennarelli colorati su plotter in un
formato A3, e un disegno, più geometri-
co, riprodotto su una stampante HP
PaintJet, in formato A4.
Pur con i limiti della riproduzione sulla
rivista, che fa perdere totalmente le
dimensioni e parte della qualità degli
originali, dovrebbe risultare evidente la
compatibilità di qualità tra i due output,
in questi utilizzi Vettoriali.
Autoshade. il prodotto accessorio di
Autocad, che fa vedere in modalità rea-
listica, e quindi con luci e ombre, gli
oggetti progettati con Autocad, preten-
de invece, proprio per poter cogliere il
gioco dei colori sulle superfici, una
stampante a colori.
In figura 3 vediamo una vista realisti-
ca ottenuta dal soggetto già visto in
figura 2. Potremo azzardare l'afferma-
zione che Autocad è Vettoriale e Auto-
shade è Bit-Mapped.
Questa affermazione è vera. Autosha-
de infatti dispone di sofisticate routine
di calcolo che manipolano gli elementi
vettoriali di Autocad. ma poi uè costret-
to» a tradurre il risultato finale in Bit-
Map. sia per poter visualizzare la vista
realistica su video, che per riprodurla su
carta.
Anche Autosketch, recentemente
uscito nella versione 2.0. in cui sono
state inserite numerose funzionalità in
più che lo avvicinano di un bel po' al
fratello maggiore Autocad, esce sia su
plotter che su printer.
In figura 4 vediamo una significativa
uscita sulla H PaintJet, in formato A4,
nella quale si apprezza l'eccellente riso-
luzione di tale periferica, sicuramente
superiore a quella di un plotter di pari
prezzo.
In definitiva per un prodotto CAD il
plotter è la periferica principale ed inso-
stituibile. La stampante a colorì può
essere in taluni casi comoda per stam-
pe di piccolo formato e senza finalità
tecniche, ma è comunque un accesso-
rio non indispensabile.
Charting
Nei prodotti Charting, invece, la stam-
pante a colori può. nella maggior parte
dei casi, sostituire il plotter.
Quando ad esempio siano sufficienti
stampe di formato A4 e quando occor-
rano più copie della stampa a colori (il
formato A4 è fotocopiabile a colori, con
eccellenti risultati), oppure quando si
debbano eseguire degli interventi di tipo
«creativo» per alleggerire l'effetto trop-
po serio di un diagramma, ad esempio
inserendovi figure Bit-Mapped.
Abbiamo poco fa affermato che la
qualità, in termini di precisione delle
linee, di leggibilità dei caratteri e di
omogeneità del colore di una buona
stampante a colori di tecnologia a getto
di inchiostro è superiore a quelle di un
plotter di pari prezzo.
Altro elemento che fa pendere l'ago
della bilancia dalla parte della stampante
a colorì è la possibilità di tracciare dei
puntinati di varia densità, spesso prefe-
ribili alle tratteggiature, possibili con il
plotter a penne, per differenziare i vari
elementi del grafico.
Nelle figure 5 e 6 vediamo due grafici
realizzati con il Lotus Freelance Plus
versione 3.0, ambedue in formato A4.
Il primo contiene elementi «quasi»
Bit-Mapped (le figurine con la frutta) ed
è realizzato con una HP PaintJet. Il
secondo è lo stesso grafico ma è rea-
lizzato con il plotter. Ha perduto le figu-
rine, non uplotterabilin, e la puntinatura
è stata trasformata in tratteggio.
Del Freelance Plus, versione 3.0, vari-
no citate alcune caratteristiche che ne
fanno un prodotto molto adatto ad un
utilizzo nella cosiddetta grafica «genera-
lizzata». quella grafica destinata all'uten-
te finale che ogni tanto deve fare uno
schema, un organigramma, una slide
testuale, ecc.
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
147
GRAFICA
Inoltre tale prodotto, nell'ultima ver-
sione 3.0, dispone di una sofisticata
sezione Charting, che ne allarga l'ambi-
to applicativo anche a questa vasta
area.
In pratica con la sezione Chart si
alimenta (a mano o tramite potenti fun-
zioni di linking con file esterni con i dati)
un foglio di Data Entry. Alla fine si
esegue il grafico che è la traduzione in
forma vettoriale del grafico stesso e il
riversamento dei vari elementi sul foglio
grafico di lavoro.
Entrati nell'ambiente Vettoriale si può
intervenire, con i vari strumenti di dise-
gno e ( sofisticati strumenti di editing
degli oggetti, sul disegno. Su questo si
possono addirittura aggiungere degli in-
serti Bil-Mapped, in formato TIFF.
La prima caratteristica da citare è la
abbondanza e la qualità dei driver per le
vane periferiche, per ognuna delle quali
esiste anche la funzione di Preview, per
l'opportuno controllo a video del risulta-
to sulla periferica scelta (quando non sia
il video stesso).
Un'altra caratteristica importante l'ab-
bondanza e la qualità del Font software
in dotazione, che permettono di ottimiz-
zare qualsiasi elemento testuale debba
essere inserito nel grafico. Citiamo infi-
ne l'abbondanza dei formati grafici rico-
nosciuti sia come input che come
output, che rendono tale prodotto molto
adatto anche a risolvere i frequenti pro-
blemi di conversione dt formato che si
incontrano quando il disegno eseguito
deve essere esportato in altri ambienti,
tipo DTP e WP evoluti.
In figura 7 presentiamo una stampa a
colori di una tabella realizzata con Free-
lance 3.0, per esemplificare una utilizza-
zione abbastanza banale (richiede pochi
minuti di lavoro) nella quale il binomio
prodotto grafico e stampante a colori
diventa estremamente produttivo.
TESTO IR ROSSO
TESTO IN VERDE
TESTO IR REDO
TESTO IR SPSSQ CORSIVO
TESTO IR Baio CtWSIVO
TESIO IN ROSSO
TESTO IH ROSSO GRASSETTO
TESTO IN VERDE GRASSETTO
TESTO IH «ERO QUSSETTO
.M Blu ÙRASSETI,;
TESTO IN HASENTA GRASSEnO
TESTO IN VIOLEnO GRASSEnO
TESTO IN ROSSO CORSIVO
Figura 9 - Word Processor-WordS a coton-Campio-
natio dei foni I word processor delle ullime gene-
ragioni possono utilizzare slampanli a colon La
prima cosa da fare é quella di stamparsi un campio-
nano di font, dei colori e degli attnbuli effetlivs-
menie stampabili II discorso si complica se nella
pagina prodolla si vogliono insenre anche grafia a
colon ma di questo parleremo un 'altra volta.
Paint
I prodotti che ricadono nelia categora
Paint trovano nella stampante a colori lo
strumento ideale per l'uscita su carta, in
quanto la routine di stampa non deve
far altro che riportare pixel per pixel (ma
questo rapporto è raramente di 1 a 1)
sulla carta (fig. 8).
Se il driver di interfaccia tra prodotto
e periferica è ben realizzato non si do-
vrebbero avere sorprese nella resa dei
colori, fermo rimanendo il fatto che l'u-
tente deve sapere che una cosa è la
resa dei colon su un monitor, dove
esiste il concetto di luminosità e tutt'al-
tra cosa è il colore, più opaco, riportato
sulla carta.
Anche nei prodotti Paint vale il con-
cetto di WYSIWYG. Ovvero, se la peri-
ferica permette una risoluzione e un
numero di colori superiori a quelli per-
messi dal monitor, è limitativo pensare
che la stampante serva solo a riprodurre
quello che si vede sul monitor.
Esistono quindi prodotti grafici più
che evoluti che permettono lo sfrutta-
mento della qualità superiore delle peri-
feriche del tutto indipendentemente
dalla qualità del video.
È lo stesso rapporto che intercorre tra
una stampante Laser, che ha una defini-
zione di 300 punti per pollice e quindi su
una pagina A4 di circa 2400 per 3300
pixel, e un monitor che non potendo
avere la stessa risoluzione non potrà
mai riprodurre esattamente il risultato
della stampa.
Stampa a colori con WordS
I word processor delle ultime genera-
zioni possono lavorare a colori ed infatti
permettono di installare driver per perife-
riche a colori. Le stampanti a colon che
hanno prezzi compatibili con quelli dei
personal computer sono quelle ad aghi e
quelle a getto d'inchiostro. Le prime
dispongono di font interni più numerosi
ma hanno una qualità di stampa, dovuta
airulilizzazione di nastri inchiostrati con
pochi colori base, mediocre.
Le seconde lavorano meglio in termi-
ni di qualità ma sono in genere l'messe
male» in termini di font interni.
Allo stato attuale delle cose occorre
innanzitutto conoscere bene le possibili-
tà della propria periferica ed a tale sco-
po è bene stamparsi un campionario dei
font, dei colori e degli attributi effettiva-
mente stampabili (in figura 9 un campio-
nario ridotto della PaintJet).
È altresì bene verificare le possibilità
in termini di elementi grafici inseribili,
tipo filetti, cornici, retinature, ecc.
II discorso si complica se nella pagina
prodotta si vogliono inserire anche grafi-
ci a colori. Questo è un argomento
corposo perché coinvolge i vari prodotti
grafici con i quali realizzare i disegni e i
vari formati grafici con i quali questi
sono memorizzati. Ma di questo parle-
remo un'altra volta.
Conclusione
É probabile che la produzione di grafi-
ci e di documenti, di tutti i generi, a
colori, anche se ovviamente non sosti-
tuirà mai quella m bianconero, sarà
sempre più diffusa e forse diventerà
una moda, specie quando le fotocopia-
trici a colon (il problema non è tanto il
costo dell'originale quanto quello delle
copie) saranno un po' più diffuse e un
po' più economiche.
Oggi già esistono delle combinazioni,
accettabili in termini di qualità ottenibile
e di investimento necessario, che si
basano sull'uso di prodotti evoluti e di
periferiche economiche, ma di qualità.
In questa diffusione generalizzata del
colore, la stampante a colori si sta crean-
do delle sue nìcchie applicative, in certi
casi a danno del caro e vecchio plotter.
che a sua volta non è assolutamente
destinato alla pensione, ma tende a
consolidare le sue posizioni nei mondo,
più esclusivo, della grafica tecnica.
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
Continua il successo della
MT 81 che si riconferma la
stampante più conveniente del
mercato con un costo ancora
- 80 colonne a 10 cpi
- 130 cps in alta velocità
- 24 cps in alta definizione
- Emulazione IBM,
MANNESMANN
lALLY
SPmpanti in dissoluto
NiANNRSMANN TALLY sri - 20094 Coreico (MI) - Via Borsini, 6 - TcL (02) 4502850/855/860/aj5/870 - Telex 311371 Tally I - Fax (02) 4300934 ■ 00144 Roma -
Via M. Perogliij, 15 - Tel. (06) 5984723/5984406 - Fax (06) 5980914 ■ 1IKI99 San Mauro (TO) • Via Casale, 308 • Tel. (011) 8225171 ■ 40121 Bologna - Via
Amendola. 8 - Tel. (051) 523380 ■ 35133 Padova • Vìa I^nlevigodaraere, 250 • Tel. (049) 8K7IKI38 ■ .50127 Firenze • Via Caduti di Cefalonia, .52 - Tel. (055) 433994
intelliGIOCHI
Nella puntata precedente abbiamo cominciato a parlare dei Biomorfi. gli strani protozoi
matematici scoperti da Clifford A. Pickover al centro di ricerche IBM di Yorktown Heights.
Questo mese, come promesso, vedremo più operativamente le modalità per
la loro generazione su PC presentando un programma di ricerca dalle interessanti caratteristiche
Il Biomorfoscopio
E ccoci dunque nuova-
mente a parlare di bio-
morfi. Lo facciamo, come vi
avevo accennato il mese
scorso, in compagnia di due
appassionati biomorfologi ro-
mani, Marco Altigieri ed Al-
fredo Ferrarotti. i quali hanno
messo a punto un potente
«biomorfoscopiOH col quale
SI può agevolmente esplora-
re il piano complesso alla
ricerca di questi affascinanti
microrganismi matematici.
Il loro biomorfoscopio è
ovviamente un programma
di calcolo: scritto in Quick-
Basic gira su PC IBM e mac-
chine compatibili e prevede
la visualizzazione su VGA in
modo 640x480 in 16 colori.
Naturalmente però esso può
essere adattato ad un even-
tuale adattatore video di tipo
differente, anche se è chiaro
che solo l'elevata risoluzione
della VGA consente di otte-
nere risultati realmente sod-
disfacenti. Tutte le immagini
pubblicate in questa puntata
ed in quella precedente sono
state ottenute con questo
programma ed effettivamen-
te sono niente male, no?
Bene; ho fretta di cedere
la parola ad Alfredo e Marco
ma devo aggiungere ancora
qualcosa. Innanzitutto che,
ovviamente, chiunque aves-
se qualcosa di interessante
da aggiungere sull'argomen-
to biomorfi è caldamente in-
vitato a scrivermi. Come é
mia abitudine, infatti, sarò
perfettamente lieto di ripren-
dere questo tema in futuro
sempre che mi dimostriate
di gradirlo.
La seconda cosa riguarda
il programma. Il suo listato é
troppo lungo per poter esse-
re pubblicato in queste pagi-
ne ma esso, come al solito,
è liberamente disponibile su
MC-Link. Il file relativo si
chiama 8IOPGM.ZIP e con-
tiene sia a sorgente sia l'ese-
guibile per MS-DOS del pro-
gramma di Alfredo e Marco.
In altri file ho invece raccolto
le immagini pubblicate que-
sto mese: il formato con cui
sono state salvate è quello
descritto nel testo che se-
gue ed è ovviamente adatto
all'uso esclusivo del pro-
gramma. Da notare che ho
preferito non inserire pro-
gramma ed immagini in un
unico file perché questo sa-
rebbe risultato troppo volu-
minoso {oltre 400K): cosi in-
vece ciascuno é libero di
downloadare ciò che gli inte-
ressa risparmiando tempo di
collegamento. I file conte-
nenti le Immagini sono cin-
que e si chiamano BIO-
IMGx.ZIP. dove x varia da 1
a 5.
Uitima annotazione sul
programma: preparatevi a
lunghe elaborazioni, a meno
che non possediate almeno
un 386/33. Purtroppo la
scansione esaustiva del pia-
no. specie se fatta con una
griglia assai fitta, comporta
un elevatissimo numero di
calcoli oltretutto in virgola
mobile. Chi dispone di un
coprocessore numerico
80x87 sarà ovviamente favo-
rito in quanto otterrà un dra-
stico aumento deila velocità
di calcolo.
Ed ancora fate attenzione
al fatto che il programma
non è proprio a prova di
bomba nella gestione degli
errori, in particolare riguardo
agli input sbagliati da parte
dell'utente; di questo ovvia-
mente non è a caso di la-
mentarsi (l'importante é che
funzioni bene, non che sia
un prodotto a livello com-
merciale! ma chi volesse de-
dicare il suo tempo a «rifinir-
lo» può utilmente farlo e poi
mandarmi la sua versione.
Bene, con questo ho pro-
prio conclusa. Naturalmente
saluto e ringrazio ancora Al-
fredo e Marco per la collabo-
razione; fra l'altro i nostri
amici in questo momento
sono in Germania per uno
stage e quindi, ironia della
sorte, non avranno il piacere
di vedere il loro lavoro pub-
blicato per almeno un altro
mese. E col nnnovato augu-
rio di «in bocca al lupo» per i
loro studi lascio loro la parola
(pardon, la tastiera) e saluto
cordialmente tutti voi che
leggete. Noi ci risentiamo,
come di consueto, il prossi-
mo mese.
C.G.
150
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
INTEILIGIOCHI
L'idea
Nell'interessante, e ormai
arcinota, rubrica di Dewdney
sulle Scienze, nel numero di
agosto '89, abbiamo trovato
un algoritmo per il traccia-
mento dei biomorfi. Si tratta
di figure frattaliche che na-
scono dal tracciamento nel
piano complesso di funzioni
iterate, e che sono state co-
si battezzate dal loro ideato-
re. Pickover, un collega di
Mandeibrot, per la somi-
glianza con organismi unicel-
lulari.
In pratica si calcola per un
certo numero di iterazioni il
valore Z(n-i-1) = f(Z(n“)) +
cost. dove Z(i) è un numero
complesso e il valore iniziale
Z(0) è la coordinata di un
punto del piano complesso.
Se terminate le iterazioni il
valore di Z è inferiore a una
certa soglia il punto è ac-
ceso.
La nostra idea è stata
quella di non limitarci a spe-
gnere 0 accendere i diversi
punti, ma di colorarli diversa-
mente a seconda del valore
di Z. Si badi che il concetto é
diverso da quello del più fa-
moso insieme di Mandei-
brot, ove la colorazione di un
punto è assegnata in base al
numero di iterazioni, calcola-
te affinché la serie converga,
e non al valore assunto dalla
serie al termine di un prefis-
sato numero di iterazioni, co-
me in questo caso.
Un’ulteriore estensione è
consistita nel tracciare i bio-
morfi anche in tre dimensio-
ni, assegnando un'altezza
proporzionale al numero di
iterazioni. Abbiamo poi stu-
diato due diversi tipi di colo-
razione di cui discuteremo
più avanti. I risultati, sebbe-
ne siano necessari tempi dì
elaborazione non indifferenti,
sono stati entusiasmanti.
Prima di addentrarci nella
descrizione del programma
ricordiamo empiricamente la
nozione di numero comples-
so. É questo un numero Z
composto di due parti A e B,
cosi indicato: Z = A -t i*B.
ove i=|-1)'1/2 (ossia é la ra-
dice quadrata di -1 ). A è det-
to pane reale e i*B pane
immaginaria di Z (con B suo
coefficiente). È quindi estre-
mamente facile riportare tali
punti su di un piano (detto
piano complesso o di Ar-
gand-Gauss) in cui l’asse del-
le ascisse corrisponde alla
parte reale e quello delle or-
dinate alla parte immagina-
ria. É possibile effettuare tut-
te le normali operazioni sui
numeri complessi tenendo
conto del coefficiente i e
delle regole dell’algebra ele-
mentare. Naturalmente, pro-
prio in base alla sua stessa
definizione, vale che i * i =
■ 1. Riportiamo comunque in
figura 1 il calcolo di alcune
funzioni immediate e di altre
più complesse (nel senso di
complicate!).
L'algoritmo
Fondamentalmente l'algo-
ritmo iniziale per ottenere
biomorfi, prendendo ad
esempio come funzione ite-
rata Z(n-i-l) = Z(n) ‘3-1-
cost (si noti che cost è pure
complesso e quindi ha parte
reale e parte immaginaria), in
bianco e nero é quello espo-
sto in pseudocodice in figu-
ra 3. La costante cost va
posta in genere piccola, ma-
gari solo reale, con valori in-
torno a 0.5. Il controllo all'in-
terno del ciclo di n serve
solo a velocizzare la proce-
dura.
Nel nostro programma al
termine del ciclo n il punto
non viene acceso brutalmen-
te nero 0 bianco, ma con un
colore che dipende dal valo-
re di Z. In particolare si corv
sidera la parte reale o imma-
ginaria che ha soddisfatto la
condizione valore assoluto <
10. poi si assegna una sfu-
matura di un colore (p.e. il
rosso) tanto più scura quan-
to più basso è tale valore.
Prove pratiche hanno mo-
strato come 15 sfumature
sono più che sufficienti,
mentre aumentando tale nu-
mero, oltre ad un notevole
dispendio di memoria, non si
ottengono particolari risul-
tati.
Praticamente il colore vie-
ne attribuito in base alla for-
mula colore = INT(zabs
*1.49), ove la grandezza
zabs (parte reale o Immagi-
naria di Z) é sempre minore
di 10. cosicché esso varierà
tra 0 e 14.
Un secondo tipo di colora-
zione, utile per mettere in
evidenza particolari zone
soggette a poche vahazioni.
è consistito nell'assegnare
più volte, mediante un'ope-
razione di modulo, le 15 sfu-
mature all’intervallo di valori
che può assumere Z. Ciò è
ottenuto considerando più
cifre del valore zabs. molti-
plicandolo per 10, e quindi
ponendo colore-INT((abs
*10) mod 15). Nel program-
ma è attiva quest'ultima op-
zione. Volendo utilizzare l'al-
tra, così come mostrato in
compendio
complessa..
meri complessi Z e b
nelle forma
> A'(A'2-3"B'2l •
L*B*(3*A'2-B‘2)
n(Z) - ((e'-B - e'B)/2) • (sln(A) - 1
(l/n1 - (tA-2+B‘2)‘(l/2n))*(cos((arct
l*sin( (arcte(B/A) )/n) ]
(sInt 2 *rn'l /2 =
MCmicfOComputer n. 94 - marzo 1990
151
INTELLIGIOCHI
figura 2, è sufficiente porre
una REM dinanzi alla riga
ove si calcola il colore me-
diante modulo, e toglierla in-
vece alla riga seguente (per
la parte di programma che
traccia in 3-D le righe sono
leggermente differenti, ma
SI opera in maniera analoga).
Questo per ciascuno dei tre
moduli che compongono il
programma che ora analizze-
remo.
Il programma
Il programma BIOTUTO,
da noi sviluppato, offre una
completa gestione per il cal-
colo, la ricerca e il salvatag-
gio dei biomorfi. Il program-
ma è scritto in Quick Basic
4.5 ed è facilmente adattabi-
le e migliorabile. È necessa-
ha una scheda VGA, sebbe-
ne le modifiche per utilizzare
una più modesta EGA sono
pochissime (in pratica gli
SCREEN, il numero dei punti
a disposizione e le dimensio-
ni dei vettori). La CGA inve-
ce SI può unicamente adatta-
re al tracciamento in bianco
e nero. Il menu di apertura
del programma offre la pos-
sibità di tre diversi tipi di
tracciamento.
Il primo sfrutta il modo
320x200, (sempre solo con
15 sfumature, facilmente
estendibili a 255 per chi sia
interessato) utilizzato per
tracciamenti più veloci, utili
per esplorare le varie zone.
Questo tipo di tracciamento,
effettuato in 2-D, cioè su!
plano, non consente di salva-
re l'immagine ottenuta, ma
offre la possibilità, ultimata
l'immagine (o anche prima
premendo un tasto qualsiasi)
di spostare mediante le frec-
ce del tastierino numerico
(Bloc Num spento) due ret-
te. Individuato cosi il primo
vertice di una nuova zona di
interesse, si preme invio. A
questo punto si rispostano le
rette sino al secondo vertice
di detta zona. Ridando invio
sullo schermo compaiono le
coordinate di tale zona (X
=parte reale, Y=parte im-
maginaria) e la richiesta di
svilupparla. La risposta affer-
mativa ci riporta al menu Ini-
ziale. con la differenza che
impostando nuovamente il
tracciamento non sono più
richieste le coordinate, ma
sono sfruttate quelle della
zona indicata.
Il secondo tipo di traccia-
mento. sempre in due di-
mensioni. disegna il biomor-
fo con una risoluzione di
Le due possibili
motìaUlà di
cofaranone
dell'immegme.
640x480 punti. Terminato il
tracciamento è possibile sal-
vare il disegno in un file. Si
badi che in realtà i file creati
sono quattro con diversa
estensione e. pertanto, oc-
corre fornire solamente il no-
me dei file (con eventuale
path) senza estensione.
Il salvataggio vale alcune
righe di descrizione, anche
perché può venire incontro a
chi, da Basic, debba salvare
e ricaricare rapidamente
schermate VGA o EGA. In
pratica mediante l'istruzione
GET l'immagine è posta in
quattro vettori (non in uno a
causa delle dimensioni). Si
individua poi l’indirizzo di
memoria di ciascuno dei vet-
tori e si esegue, per ognuno
di loro, un BSAVE di detta
porzione. Il passaggio inver-
so di caricamento prevede il
dimensionamento dei vetto-
ri, e, per ciascuno, l'indivi-
duazione del loro indirizzo di
memoria e l'esecuzione di
un BLOAD. Si presti atten-
zione ai fatto che, non es-
sendo un formato compatta-
to. ciascuna figura richiede
circa 150K di memoria.
Il terzo tracciamento é del
tutto analogo al secondo, ma
effettua il disegno in tre di-
mensioni. con una terna di
assi cartesiani a 120 gradi.
Mediante le formule trigono-
metriche X = 0.866*(x-y),
Y = 0.866*(x-Hy)-t-Z (ove
0.866=cos(30)=sin(60)) è
possibile determinare P(X,Y)
sullo schermo a partire da un
punto nello spazio individua-
to dalle coordinate (x.y.z).
Nel nostro caso, per conferi-
re spessore alla figura, non
viene acceso il solo punto
ma tutto un segmento verti-
cale, da (x.y,0) a (x.y.z), co-
stituito da una serie di seg-
menti più piccoli a colorazio-
ne digradante.
Le funzioni
Le più semplici e veloci
funzioni da sviluppare, che
consentono notevoli risultati
sono del tipo Z(m-i-1) = Z
(m)‘n-Hcost. Per tutte que-
ste funzioni il campo di inda-
gine è limitato alla finestra
quadrata (-10.10 reale:
-W,W immaginario). In tale
finestra (vedi le immagini re-
lative a ^3), l’icorganismo»
compare per intero con i
suoi aculei. Riducendosi alla
finestra quadrata (- 2.2 r -2.2
il si individua il nucleo, che
non è perfettamente circola-
re. ma presenta un numero
di protuberanze pari proprio
a n. All'intemo di questo le
zone interessanti variano a
seconda di n. Per n=3 bellis-
simo è il «Canyon» (.45, .85 r
.13..42 i) che è presente nel
nucleo, con diverse orienta-
zioni, più volte, All’Interno di
questo segnaliamo la «Sfo-
gliatella matematica» (come
l’ha battezzata il nostro ami-
co Nicola) (.7..8 r .2S..35 i).
Attenzione che per n mag-
giore o uguale a 5 diventa
critico il valore assunto dalla
IF ABStsr] > IO TMEN elX « INT ( ABS ( 2 J ) * IO) MOD 15
ELSE cl« » INT(ABS(zr)*10) HOD 15
REM IF ASS(zr) > IO THEN Cl* « INT ( ABS ( zj ) * 1 . 6.9)
ELSE cl% = INT(ABS(zr)*1.49)
152
MCmicrocomputern. 94 - marzo 1990
INTELLIGIOCHI
costante che. se scelta ma-
le, porta a zone compieta-
mente uniformi e prive di
interesse.
Volendo successivamente
animare le cose si può som-
mare alle funzioni del tipo
precedente una funzione di
tipo sin(Z) 0 e'Z. La funzione
e‘z, sommata ad un'altra, ha
l'effetto di l'schiarire» le di-
verse zone della funzione ori-
ginale, alterando di poco la
geometria del biomorfo. La
funzione sin(Z) invece produ-
ce degli stiramenti caratteri-
stici. Per esempio la funzione
^3-i-sin(Z) presenta defor-
mazioni che ricordano moltis-
simo quelle della gomma sot-
toposta a torsione. Di questa
sono interessanti le zone
I-.8.-.7 r 0..2 i) e I-.2775.
- 1367r-.6455.-.4995i). que-
st'ultima notevole in 3-D.
Le funzioni trigonometri-
che pure presentano alcune
particolarità rispetto a quelle
del tipo £ n. Innanzitutto han-
no, per loro natura, una perio-
dicità che porta a rendere
interessante il loro studio in
zone più ridotte di quelle pri-
ma citate, ripetendo poi la
medesima struttura infinite
volte. Modificate con espo-
nenziali 0 potenze (eseguite
sulla funzione trigonometrica
stessa e non sommate) pre-
sentano. nell'intorno dell'ori-
gine, zone di confine. Al di
fuori di tali zone il biomorfo si
annulla, mentre all'interno è
terribilmente uniforme. Le
zone di confine però sono di
una bellezza unica.
Un primo più modesto
esempio è quello della fun-
zione sin(Z}*e*z. Particolaris-
sima si é rivelata (2*stn (Z)-
*cos(Z))1/2). che come inse-
gna trigonometria (noi l'ab-
biamo sviluppata tutta prima
di ricordarcelo!) altro non è
che (sin(2*? ))1/2. La zona (■
78,-78 r -2.6,0 i) rappresenta
la zona di confine, che si
ripete poi uguale, spostando-
si sull'esse reale. Interessan-
te in questa è seguire come i
rami principali si diffondano
in capillari che, aggroviglian-
dosi. creano dei nodi. In alto
nel riquadro I-.65..65 r
-1 049,-b.036 0 il misterioso
«cervello». Entrambe le zone
pseudocodice
dell'algorilmo
ongmale di
ricerca e
visualizzazione
dei biomorfi in
due soli colon
co»£ « 0.5 + 0.0*1
per Jamin iniinaeinario fino a max immaoinario
per k«mln reale fino e max reale
Z(0) « k ♦ J*i
per n»l fino a 10
Z(n) « Z(n-1)‘3 ♦ cost
se |reale(Z]| o limma9(Z}| o IZI >10 allora esce
dal ciclo
fine ciclo n
se ,'reale(2)l o limmaotz)! < 10 allora settare (J.kl
nero altrimenti bianco
rendono particolarmente in
2-D.
Alcune considerazioni ri-
guardo a come implementa-
re nel programma le nuove
funzioni. Nel loop principale
dei tre tipi di tracciamento, si
trovano due assegnazioni
zr= e zj=. In queste occorre
porre, rispettivamente, parte
reale e parte immaginaria
della funzione iterata calcola-
ta su zOr e zOj. In pratica,
servendovi anche di quanto
nel riquadro sulle funzioni
complesse, dovete porre la
vostra funzione nella forma
«reale + i * immaginaria» e
quindi assegnare zr-reale e
zj^immaginaria. Se vi servi-
te delle nostre indicazioni,
reale e immaginaria saranno
delle espressioni, più o meno
semplici, dei termini A e B.
Nel programma dovete sosti-
tuire al termine A, zOf e al
termine B, zOj Basatevi sul
programma originale, che va-
luta £ 3, per fugare ogni dub-
bio. Attenzione che. sebbene
simili, abbiamo preferito ripe-
tere il loop principale per cia-
scuno dei tipi di tracciamen-
to, senza costruire subrouti-
ne 0 procedure, per velociz-
zare al massimo i disegni.
Pertanto l'espressione della
funzione andrà riscritta per
ciascuno dei tre loop.
Sempre in tema di velocità
prestate cautela: in particola-
re se un certo coefficiente,
basato su un calcolo lungo o
anche breve, compare più
volte, valutatelo solo una vol-
ta appoggiandovi ad una va-
riabile.
Il consiglio, anche se appa-
rentemente banale, può far
risparmiare moltissimo tem-
po in considerazione dell'ele-
vato numero di cicli.
/ colori
L'ultima opzione del pro-
gramma consente di ricarica-
re un'immagine precedente-
mente salvalta. Si può poi
scegliere tra una palette fis-
sa (uguale a quella con cui si
è tracciato il disegno) o una
variabile che anima il dise-
gno. alternando i colori e le
loro sfumature. In quest'ulti-
ma modalità il tasto FI bloc-
ca l'alternarsi dei colori e il
tasto F2 riporta al menu.
Altre considerazioni se de-
siderate mutare i colori usati
anche nel tracciamento. La
scheda VGA consente, nel
modo 640x480, un massimo
di 16 colori contemporanei,
ciascuno ottenuto specifi-
cando i valori R, G e B in
passi di 1/64. Se perciò con-
sideriamo ad esempio il solo
rosso, i 15 colori (il sedicesi-
mo è di sfondo) sono ottenu-
ti ponendo G e B a zero e
dando a R valori tra 0 e 63.
Poiché i valori bassi (0 - 20)
sono molto scuri e molto si-
mili consigliamo, come ese-
guito nel programma, di as-
segnare valori a partire da
circa 20, con step regolari
per evitare discontinuità.
La colorazione dei biomor-
fi infatti è particolarmente
sensibile a tali discontinuità
di colore, che peggiorano no-
tevolmente l'effetto finale,
ancor più se addirittura si
cambia brutalmente colore,
passando ad esempio dal
rosso al verde. Pertanto nel-
la modalità 320x200, che ri-
cordiamo consente 256 colo-
ri contemporanei, scelti co-
me prima descritto, se desi-
derate aumentare le sfuma-
ture, fatelo con continuità
anche se ciò non vi fa utiliz-
zare appieno tutte e 256 le
tinte. Per esempio potete
assegnare la palette come
segue: da n=0 a 63 R=n
G=0 B=0, da n=64 a 127
R = 63 G = n-64 B=0. da
n=128 a 191 R=63 G=63
B=n-128. In Quicic Basic tali
valori R,G e B vanno poi mol-
tiplicati per i rispettivi pesi e
sommati.
Ovviamente potete appli-
care tale colorazione solo al
primo tipo di tracciamento e
dovrete usare la colorazione
continua, e non quella che
sfrutta il modulo, per ottene-
re i migliori risultati. In prati-
ca, assegnata la palette co-
me descritto, se. terminato
il ciclo, zabs vale abs
(Re(Z)) 0 abs(lm(Z)) (a se-
conda di quale dei due in
valore assoluto è minore di
10), il colore col quale trac-
ciare è INT (zabs*19.2) At-
tenzione che il colore di
sfondo, che con tale colora-
zione consigliamo nero, va
attribuito al numero 192 e
non più al 15. Provate a trac-
ciare con queste modifiche il
«Canyon» di Z3.
Un'ultima traccia ancora
da esplorare. Abbiamo pro-
vato ad assegnare colori di-
versi, a seconda che fosse la
parte reale o quella immagi-
naria di Z ad essere minore
di 10. In tal caso è preferibile
che i due colori appartenga-
no a set distinti (ad esempio
rosso e verde). I risultati so-
no stati un po' deludenti a
causa di forti simmetrie, ma
lo studio é stato effettuato
solo per funzioni di tipo £ n,
pertanto rimane una porta
aperta che potrebbe rivelare
altri magici mondi.
Marco Altigieri
Alfredo Ferrarotti
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
153
intelliGIOCHI
MC lancia una proposta ludica senza precedenti: inventiamoci un gioco da tavolo a
nostra misura, che ci liberi per qualche ora dalla schiavitù della tastiera ma che non ci
allontani dal mondo che amiamo in modo cosi totale
Hard & Soft:
il gioco del computer senza computer
S pesso chi lavora per
molle ore su un compu-
ter. sia per professione che
per hobby, sente il bisogno
di cambiare interlocutore:
vorrebbe accanto degli
umanil
A poco serve infatti di-
strarsi con qualche videoga-
me più o meno nobile, più o
meno intelligente, più o me-
no divertente: i ritmi sono
sempre quelli imposti dal
clock interno del nostro
schiavo-padrone e tastiera,
mouse 0 joystick rimangono
I nostri soli mezzi di comuni-
cazione.
Ma come fare a staccarsi
dal mondo del computer? In
fondo è la cosa che ci piace
di più e che più ci gratifica, è
una droga sottile il cui desi-
derio, ormai fattosi bisogno
irrinunciabile, si è impadroni-
to di noi da quel giorno in cui
il primo home-computer è
entrato in casa nostra (era
un Natale o era quella incre-
dibile promozione!? Non ri-
cordo più) e non ci ha più
abbandonato.
Il logico compromesso è
appunto un gioco da tavolo
ispirato al mondo informati-
co, un'attività quindi che ci
dia modo di dialogare con
degli esseri umani, con ritmi
umani, con reazioni umane,
ma che ci consenta al tempo
Da queste considerazioni
nasce dunque l'idea di inven-
tare un gioco da tavolo, al
quale ho provvisoriamente
dato l'asettico titolo di Hard
& Soft, ampiamente rivedi-
bile.
In realtà la provvisorietà è
attributo non solo del titolo
ma di ogni altra idea che vi
sottoporrò nel seguito di
questo articolo in quanto la
novità dell’iniziativa sta pro-
prio nel fatto che questo gio-
co lo inventeremo tutti as-
sieme.
Vi invito quindi non solo a
leggere quanto mi è passato
per la mente ma a pensarci
su un pochino ed a farmi
avere le vostre proteste, i
vostri consigli, i vostri pareri.
Il mio compito sarà alia
fine quello di amalgamare i
vari contributi e dar vita alla
versione finale del nostro
gioco.
A quel punto decideremo
se presentarlo dalle pagine
di MC. pubblicando magari a
puntate i vari elementi, op-
pure. se il successo sarà tra-
volgente 0 l'opera particolar-
mente meritevole, editarlo
regolarmente e farlo finire
nei negozi di giochi (e per-
ché no di computer), nel
qual caso ne doneremo un
esemplare a quanti avranno
collaborato.
Dove lo giocheremo?
È il primo dubbio che mi si
è presentato e che
quindi vi sottopon-
✓C! go; stabilito che
r fate oh > I non vogliamo asso-
&IOC 0 Sy lutamente dar vita
Me? y all'ennesimo video-
• -r game, le possibili
alternative riman-
gono due: lo giocheremo sul
tavolo del salotto, lontani
dalla nostra abituale posta-
zione di lavoro, oppure riuniti
con gli amici davanti al com-
puter, sia pure armati di co-
se materiali (tavoliere di gio-
co. pedine, carte, dadi ecc.)?
Vi dico subito che l'utilizzo
del computer offrirebbe il
vantaggio di poter ideare dei
meccanismi di gioco piutto-
sto complessi, con calcoli e
scelte casuali eseguite dal
fido strumento, ma il sottile
piacere di poter finalmente
fare completamente a meno
di lui almeno una volta costi-
tuisce una gradevole lusin-
ga: a voi la parola.
154
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
INTELLIGIOCHI
Qual è l'argomento?
L’argomento attorno al
quale deve ruotare l'intera
vicenda ludica è fattore di
importanza primaria; di idee
me ne sono ronzate in testa
diverse, a cominciare da
«Scrivere un programma
senza errori o malfunziona-
menti» e «Convincere una
sene di utenti non informa-
tizzati a fare ricorso al com-
puter», da «Organizzare una
mostra informatica di suc-
cesso» a «Realizzare un nuo-
vo pacchetto software, pro-
muoverlo e venderlo meglio
dei concorrenti».
Alla fine però, interpretan-
do le pulsioni di milioni di
computer-dipendenti, ho op-
tato per la seguente situazio-
ne. Ogni giocatore rappre-
senta una software-house
che si muove in base ad un
mercato mutevole, il quale di
volta in volta presenta delle
esigenze diverse.
Inizialmente ogni giocato-
re dispone di una dotazione
di partenza, formata da:
— un patrimonio in denaro
(ad esempio: 300 milioni);
— un certo numero di pro-
grammatori apprendisti (31;
— una serie di elementi
hardware (1 PC potente. 1
PC medio, 1 PC piccolo, 1
stampante grafica, 1 stam-
pante veloce, 1 stampante
normale).
Le apparecchiature hard-
ware sono naturalmente
elencate a parte ed accom-
pagnate dalie loro caratteri-
stiche tecniche principali
nonché dal loro prezzo d'ac-
quisto e da quello settimana-
le di noleggiò.
Nella prima fase di gioco
ogni sofh/vare-house cerca di
migliorare la propria struttu-
ra: questo si ottiene tramite
l'assunzione di altro persona-
le e l'acquisto di altre appa-
recchiature, provvedimenti
che debbono consentire l'e-
secuzione di lavori impegna-
tivi 0 particolarmente specia-
listici. Per quanto riguarda
l'assunzione di personale, i
giocatori possono «pescare»
in un parco di programmatori
e tecnici prefissato.
In questa pagina sono mo-
strati alcuni «profili profes-
sionali» dei personaggi di-
sponibili sul mercato: nella
stesura di questi profili mi
potreste essere di grande
aiuto; attendo proposte in
merito!
Obiettivo del gioco
Lo scopo del gioco, che è
poi quello reale di una qua-
lunque realtà commerciale, è
quello di guadagnare più sol-
di dei concorrenti o. ai limite,
di rimettercene di meno (o-
biettivo di ripiego e comun-
que non augurabile).
Per guadagnare del dena-
ro si debbono eseguire dei
lavori che il mercato via via
sottopone: ogni lavoro pre-
senta delle caratteristiche
particolari e cioè:
— tipo del lavoro (gestiona-
le, di grafica, di office auto-
mation, videogame);
— tempo di programmazio-
ne richiesto (in settimane-
uomo);
— apparecchiature hardwa-
re necessarie per lo svi-
luppo;
— cifra prevista come com-
penso finale.
Ora il meccanismo in base
Mandateci qualunque idea
VI passi per la lesta.
al quale i lavori vengono as-
segnati ad una oppure all'al-
tra software-house è uno dei
tanti dubbi che mi tormen-
tano.
lo pensavo di procedere
cosi: all'inizio di ogni giro di
gioco oppure allo scadere di
ogni settimana, si estraggo-
no N carte-lavoro + 2, dove
N è pari al numero dei gioca-
tori impegnati.
Ogni giocatore riceve a ca-
so un lavoro mentre i due
rimanenti vengono messi al-
l'asta in base ad offerte de-
crescenti a partire dalla cifra
di compenso prevista dal la-
voro in trattativa e riportata
ovviamente sulla carta.
Se la soluzione vi piace, si
procederà cosi, altrimenti
vedremo.
Un turno di gioco
Durante il proprio turno di
gioco i giocatori possono
svolgere numerose funzioni,
alcune obbligatorie, altre op-
Esempi di schede-personaggi
da inserire nel gioco
Nome: John Byte
Qualìfìca: programmatore
Speeialiazazione: programmi gestionali
Stipendio fisso in caso dì assumìone: L. 3.000.000
Costo settimanale in caso dì part-time: L. 1.200.000
Note personali: uomo infaticabile, capace di lavorare per 11
giorni dì seguito (nuovo record mondiale omologato). Unico neo
la sua salute piuttosto gracile, fatto che lo espone a frequenti
assenze per malattia.
Nome: Olive Chip
Qualifica: tecnico di manutenzione
Stipendio fisso in caso dì assunzione: L 2.500.000
Costo settimanale in caso di part-time: L. 800.000
Note personali: vero genio dell'elettronica, é capace di costruire
dei componenti con l'impiego di semplici stuzzicadenti. Alza un
po' il gomito.
Nome: Susan Pixel
Qualifica: programmatrice
Specializzazione: grafica professionale
Stipendio fìsso in caso di assunzione: L 2.800.000
Costo settimanale in caso di part-time: L. 1.100.000
Note personali: regina Incontrastata dei monitor grafici e del
colore, ha in passato compiuto imprese leggendarie. Suo il
disegno della faccia di Gianni Agnelli in alta risoluzione. Un po'
farfallina.
Nome: Walter Game
Qualìfica: programmatore
Specializzazione: realizzazione di videogame
Stipendio fisso in caso di assunzione: L. 3.200.000
Costo settimanale in caso di part-time: L 1.400.000
Note personali: quando la fantasia si siede alla tastiera. Già
creatore di Perestrojka, il più grande successo del 1989 per
Amiga, ha appena finito di scrivere il gioco MIXER, una grande
simulazione televisiva. Spesso vittima del suo caratfere violento
e litigioso.
Nome: Nelson Flag
Qualifica: programmatore
Specializzazione: programmi gestionali
Stipendio fìsso in caso di assunzione: L 3.000.000
Casto settimanale in caso di part-time: L. 1.200.000
Note personali: un po' contorto nelle soluzioni adottate, non ha
comunque mal fallito un appuntamento. È tra l'altro autore del
programma per il conteggio delle preferenze nel collegio eletto-
rale di Napoli. Afflitto dai problemi derivanti da una famiglia molto
numerosa.
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990
155
INTELLIGIOCHI
zionali. altre ancora delinite
da eventi imprevedibili.
Tra le operazioni obbligato-
rie c'è l’esame del lavoro ca-
pitato casualmente nel corso
della distribuzione di inizio gi-
ro; naturalmente il lavoro
può essere o meno accetta-
to per cui in caso affermati-
vo (operazioni opzionali) può
rendersi necessario l'acqui-
sto od il noleggio delle appa-
recchiature mancanti o l'as-
sunzione di nuovo personale
mentre in caso negativo la
carta corrispondente va ri-
messa nel mazzo.
Altra attività obbligata è
quella di spostare il «curso-
re» sul tavoliere di gioco, ma
di questo parleremo nel
prossimo capitoletto.
Le operazioni non prevedi-
bili sono appunto quelle deri-
vanti dall'esito della mossa
eseguita.
Il tavoliere di gioco
Anche su questo punto mi
sono un po' «incartato» alla
ricerca di una soluzione sod-
disfacente: inizialmente ave-
vo pensato ad un tracciato
simile ad un flow-chart, ma
questo irrigidiva un po' lo
svolgimento del gioco. Alla
fine ho optato per la seguen-
te soluzione: il percorso è
costituito da una specie di
grande video sulla superficie
del quale vengono disposte
le carte-eventi con il dorso
rivolto verso l'alto e quindi
coperte.
Una pedina unica e quindi
manovrata a turno da tutti i
giocatori, rappresenta il «cur-
sore», il quale viene sposta-
to in base al lancio di un
dado.
La carta sulla quale il cur-
sore finisce al termine di una
mossa viene scoperta e letta
dal giocatore di turno che ne
eseguirà le istruzioni.
Anche del contenuto di
queste carte il riquadro a
fianco riporta alcuni esempi
ed anche per altri brevi testi
è richiesto il vostro contri-
buto.
Le carte via via pescate
vanno sostituite da altre ri-
maste nel mazzo; l'esauri-
mento di questo mazzo po-
trebbe indicare la fine della
partita.
Il trascorrere del tempo
Si tratta di un problema
ricorrente in sede di ideazio-
ne di giochi da tavolo che
simulino ambientazioni reali.
Nel nostro caso, dove l'u-
nità di misura è la settimana,
le soluzioni per rendere rea-
listico il fluire del tempo pos-
sono essere diverse: la più
semplice consiste nel far co-
incidere lo svolgimento di un
intero giro con la durata di
una settimana.
Una soluzione più equili-
brata e meno prevedibile po-
trebbe essere invece quella
di inserire nel mazzo di car-
te-evento anche alcune carte
che dicano «È trascorsa una
settimana»; questo consen-
tirebbe di avere una durata
costante del gioco ed al tem-
po stesso non permettereb-
be di conoscere a priori il
momento di possibili incassi
per la consegna di lavori.
La strategia di gioco
Inquadrato cosi l'ambiente
entro il quale si sviluppa la
vicenda, parliamo ora di co-
me si potrebbe «giocare» a
Hard & Soft.
L'accortezza generale da
porre nell'accettare e portare
avanti i van lavori dovrebbe
riguardare un'oculata gestio-
ne sia del personale che del-
le risorse hardware, di setti-
mana in settimana spostate
strategicamente in modo da
consentire lo sviluppo del
Esempio di brevi testi stampati
sulle carte-percorso
Un'ondata dì scioperi sconvolge il settore informatico. Per rispet-
tare gli impegni siete costretti a pagare degli imprevedibili
straordinari (versate 5 milioni alla banca).
Salone deH'informatica. Tutti / giocaton possono visitarlo e con-
cludere acquisti di apparecchiature hardware con uno sconto del
20%.
La complessità di un problema di lavoro vi ha costretto a
ricorrere alla consulenza di un libero professionista (versate 7
milione alla banca).
I lavori per l'acquisaione dei dati che servivano al progetto sono
costati più del previsto (versate 4 milioni alla banca).
Uno dei vostri clienti è fallito per cui addio lavoro e soldi. Il
giocatore alla vostra destra vi dirà qual é il confratto annullato.
In occasione di un concorso indetto da una rivista di settore
avete vinto una stampante grafica. Ritiratela in magazzino (varie
carte per varie apparecchiature)
Vi capila tra capo e collo un lavoro che non potete rifiutare.
Pescale dal mazzo la prima carta-lavoro e ... augun.
Una delle vostre apparecchiature si è improvvisamente guastata.
Se avete un tecnico vi arrangiate, altrimenti la riparazione vi
costa salata (versare 1 milione alla banca)
maggior numero possibile di
applicazioni.
Accanto a questo dovreb-
be valere la capacità mana-
geriale dei partecipanti nel
valutare gli investimenti da
fare in forma definitiva oppu-
re temporanea (noleggi, as-
sunzioni part-time ecc.l.
Non dovrebbero risultare
poi estranee alla vittoria fina-
le le capacità di promozione
della propria ditta (investi-
menti pubblicitari) o la pun-
tualità nella consegna dei la-
vori ultimati 0 ancora l'abilità
nel condurre le varie tratta-
tive.
Anche a questo proposito
lascio aperta la strada alle
vostre proposte di inseri-
mento dei vari meccanismi
all'intemo del gioco.
Conclusione
Già leggendo quanto e-
sposto sinora vi sarete potuti
rendere conto di come sia
complessa l'operazione di
ideazione di un gioco da ta-
volo, tanto più su un argo-
mento cosi inusuale come
quello ispirato all'ambiente
informatico.
Alla definizione di tutte le
varie opzioni che si vogliono
prevedere, va poi aggiunta la
difficoltà di calibrare l’insie-
me in modo da garantire uno
svolgimento equo del gioco
ed una soluzione finale sem-
pre in equilibrio. Questi co-
munque sono problemi che
arriveranno in una seconda
fase: per ora concentratevi
solo su cosa inserire nel gio-
co e su come coordinarlo
con i ritmi di uno svolgimen-
to abbastanza fluido.
Ricordatevi sempre di veri-
ficare mentalmente che
quello che state proponendo
sia non solo facilmente rea-
lizzabile in termini di materia-
li ma anche in termini di una
non eccessiva complicazione
del gioco.
A questo punto attendo
con ansia le gustose spremu-
te di meningi che sarete capa-
ci di farmi pervenire, certo
che da un pubblico come
quello dei lettori di MC non
potranno che arrivare delle
grandi idee.
156
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
LA GRAFICA INTELLIGENTE SI VEDE DALLA QUALITÀ DEL FOSFORO.
Per sfruttare in pieno ogni software
applicativo sono necessarì anche
partners che sappiano trovare solu-
zioni puntuali e personalizzate ai
problemi e sappiano assistere in
modo rapido ed efficiente. Zenith
lo sa e ha sviluppato accordi con i
propri (Solution Builders» ■ ad
esempio sulla più potente gamma
di sistemi Z 386 ■ per offnre una ri-
sposta competente nel settore del-
la grafica assistita dal computer.
E i fosfori dei monitor Zenith vi dan-
no le più alte definizioni d'immagi-
ne oggi disponibili.
CAD
Ma Zenith ha molto ancora da offri-
re; una adeguata piattaforma har-
dware e software pienamente
compatibile con gli standard indu-
striali. Zenith ha studiato modelli
evoluti ed affidabili per permettere
ad ogni stazione di lavoro di portare
sempre a termine progetti tecnici o
cicli produttivi.
È per questo che Zenith opera inve-
stimenti in (Know-warei, non solo
per migliorare la sua architettura di
sistema ma per poter affrontare e
risolvere le più complesse esigenze
del Cliente. Non solo per progettare
un impianto o per approntare un
manuale ma soprattutto per mette-
re a disposizione un sistema globa-
le capace di integrare le informazio-
ni. Questa è la sfida di Zenith e del-
la sua selezionata rete di vendita.
DesiderD ricevere dMumemazione e Infonnajìoni su:
EH i prodotti Zertith Oste Systems D le soluzioni sppticalive di
. Cognome Artwtè
Sodetà ...
C.A.P....
Ritaglìere e sperSte il cor^xm a Zenith Data Systems Itellt
20089 Rozzano IMII - Tel. 02/B9200242 - Sa» 02/8246010 ^
ZENITH
data Systems
Groupe Bull
PlayWorld
di Francesco Carla'
Questo mese ci sarebbero
uri mucchione alto cosi di
cose importanti (simulate) di
cui avrei voglia di parlare
insieme a voi. Ma ritengo
indispensabile dirvi, per
primissima cosa, che c'è un
nuovo ospite assoluto, una
superstar incredibile, un
giocattolo simulato da
prendere e spupazzare fino
alla consunzione: dall'Atari è
nato il Lynx. Creatura
interattiva completamente
nuova, strumento digitale da
infilarci le dita dentro: da
quando ce l'ho la mia vita é
abbastanza cambiata. Ha
avuto due influssi su di me:
con il primo mi ha fatto
tornare bambino: geloso
come una belva di chiunque
ci metta le sue manacce
sopra. Con il secondo mi ha
fatto febbrilmente capire che
tutte le diavolerie di cui vi ho
scritto tra il 1984 e oggi, il
Simulmondo, la simulazione
totale, l'universo interattivo,
etc. etc.. bene tutto ciò è già
presente nella macchina
dell' Atari. E chi non ce l'ha
non ha la più pallida idea di
quello che si perde. Leggete
lo speciale su questo mago
dei pixel per saperne di più.
Ma questo è un numero
epocale di Playworld anche
sul fronte del software non
da passeggio: tornano le
creature giapponesi che
hanno albergato in questi
anni solo su queste pagine e
solo grazie ai tremendi
amici. Dr. Fina e Mr. Hyde, e
gli altri del mitico MSX
Freesoft Club. La passione
che é il loro potere, è l'unica
cosa che spinge il mondo.
Tornano anche i grandi
avvenimenti che aspettavo
con ansia: Snoopy il più
massacrante compuierstrip
dei primi anni Novanta e
Indianapolis 500, le
automobiline della pista
Polisti! sono uscite fuori e
creano trambusto nel
corridoio. Non ho ancora
riavuto la mia videoprinter
non posso anche questo
mese schiacciarvi istantanee
definitive dei pezzi del mese.
Pazienza. Mentre recensisco
ho il Lynx in grembo: avrei
voluto partorirlo io questo
robusto figlio simulato. P.S.:
qualche risposta in fretta a
lettori che mi hanno scritto
di recente. Maria Teresa
Budriesi Giordani di Bologna
mi chiede di consigliarle
qualche software di Baseball
per il PC che valga la pena di
acquistare. Uno difficile, ma
non molto completo
secondo le mie fonti, è Bari
Weaver Baseball
delTEIectronic Arts. Un po'
più facile, ma sempre ben
fatto é Hardball 2 uscito
proprio in questi giorni
dalTAccolade. Dovrebbe
essere facile trovarlo a
Bologna nei migliori negozi.
Un tale Mr. Fly mi ha fatto
mandare da un suo amico
una surreale lettera in cui si
dice che io avrei avuto
l'intenzione di intervistarlo,
lo questa intenzione non l'ho
mai avuta e Mr Fly non lo
conosco. Solo che ora la
coppia mi ha messo una
grande curiosità e vorrei
saperne qualcosa di più. Non
mi spiacerebbe per esempio
sapere che cosa sono quei
numeri sotto la firma.
Infine Alessio Bellazzi si
lamenta perché non ho
illustrato il mio Avvenimento
numero tre del numero di
gennaio. Avvenimento
dedicato al bellissimo Hard
Drivin'. Caro Alessio, non è
stata una dimenticanza, è
stato il classico colpo di
fulmine a numero già chiuso.
Due le scelte: o rimandare la
pubblicazione al numero
seguente, o scrivere solo la
recensione senza avere il
tempo di lare le fotografie.
Ho scelto, eccezionalmente,
questa seconda possibilità.
Temo che da oggi il mon-
do (quello simulato almeno}
si sia diviso in due massicce
categorie: quelli che hanno il
Lynx e quelli che. poveretti,
ancora non ce l'hanno, lo ce
l’ho e me lo godo e ha ritira-
to fuori in me quel delirio di
possesso (cuhoso per un be-
ne simulato...) che provavo
quando qualcuno mi regala-
va un bel giocattolo anni e
anni addietro. Ma il Lynx che
cos’è? Già. come se fosse
facile dirlo, lo posso solo dir-
vi quello che il Lynx è per
me. È uno specchio a 16 bit
che riflette la mia idea fissa
del Simulmondo. Universo
calmo, soffice, senza spigoli,
senza rudezze. Il Lynx é una
macchina beata di neppure
venti centimetri di larghezza.
per nemmeno dieci di pro-
fondità e neanche quattro di
spessore. Appena nato pe-
sava circa un chilo. E si è
messo subito a piangere.
Forse perché aveva dentro la
sua prima card magnetica:
California Games. Queste
card (cinque in tutto ad oggi)
sono quadrate, di plastica,
colorate con un adesivo che
contiene titolo e copyright
del software, e grandi non
più di tre centimetri per tre.
Le fanno fare in China. Il
Lynx ha uno schermo-spec-
chio-occhio a brillantissimi
cristalli liquidi per simulare a
colori, che occupa la parte
centrale del frontale. Sulla si-
nistra dello screen a colori ci
sono un pulsante di on e uno
di off- Un po’ più a sinistra
158
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
PLAYWORLD
un joystick incorporato dello
stesso tipo di quelli Ninten-
do. Da questa parte non c'è
altro. Sull'altro lato ci sono
tre pulsanti per varie opti'on.
e quattro tasti tondi (A e B)
due in alto e due in basso
per I mancini (che devono
solo capovolgere la macchi-
na per essere a posto). In
mezzo un altoparlante. Sul
bordo in alto c'è la rotella per
regolare il volume dell'audio,
e tre ingressi per te cuffie,
l'alimentatore da casa, il ca-
vo per collegare tanti (infiniti
Lynx) tra di loro (parto simu-
lato siamese). Sull'altro bor-
do c'è la rotella per la lumino-
sità dello screen a colori. Sul-
l'impugnatura di sinistra c'è
l'entrata per le card magneti-
che (che sono delle ROM) e
sul retro l'abitacolo delle pile
per portarselo in giro. Già
perché il Lynx è il primo Si-
mulmondo da passeggio. Il
Gameboy della Nintendo,
che in Italia chissà quando e
se si vedrà, al confronto è un
povero ragnetto in bianco e
nero, fratellino spaurito e
stranito di questo Lynx su-
perwonderful. Sul suo corpo
ritengo di avervi detto tutto.
Un corpo sfolgorante, multi-
colore, che meglio di cosi
era impossibile farlo. La sua
mamma, la ormai sempre
più incredibile Atari (ma for-
se ancora più incredibile è
l’Atari Italia che ci ha regala-
to la gioia di avere il Lynx
addirittura per primi in Euro-
pa...), l'ha dotato di cinque
titoli, cinque universini simu-
lati che succhio più volte al
giorno come caramelle: Cali-
forma Games. Chips Challen-
ge, Gates of Zendocon, Elec-
trocop. Blue Lightning.
Tolgo le carte alle cara-
melle.
California Games, uno stu-
pendo software delia Epyx di
CUI ebbi già ragione di parlar-
vi quando usci la sua miglio-
re versione, quella per il
Commodore 64, è qui opera
di van autori: il Footing è di
Rete Wierzskinki, il Surfing
di Larry Abel, Halfpipe di
Stephen Jungels, BMX di Ja-
mes Donald. E sono uno
meglio dell'altro. Anche se io
adoro il BMX con questo in-
credibile girovago in biciclet-
ta da cross che percorre cre-
dibilissime e simulate mon-
tagnole di terra battuta e sal-
tella e impenna con facilità
estrema premendo un tasto.
Nello splendore grafico più
impossibile se tenete in
mente che sto guardando
uno screen a cristalli liquidi.
Le altre gare sono un bellis-
simo skateboard simulator
(Halfpipe) reso indimentica-
bile dal fruscio dell’animazio-
ne che fa diventare una
zoomata sullo skateboarder
la panoramica iniziale della
pista di cemento: un tre-
mendo Surfing facile da si-
mulare e superplastico e feli-
cemente animato; un meno
sensazionale Footbag che é
una specie di palleggio in
movimento di cui non ho ca-
pito granché il senso, ma
comunque anche questo co-
spicuamente animato e
wonderfurl.
Chips Challenge, il meno
attraente dei software pre-
sentati insieme al Lynx, è
opera anche questo (come
tutti gli altri cinque card rom)
di gente Epyx. e stavolta nel-
la persona di Chuck Som-
merville e di Paul Vernon per
la parte grafica. É un classico
videogiochino di labirinto con
una serie di prove sempre
più impegnative da superare.
Finisce che mi rimbambisco
nel tentativo di arrivare al
prossimo livello.
Blue Lightning è invece un
bellissimo clone di Afterbur-
ner disegnato dall'arcinoto
Stephen Landrum (adesso
ho capito dove fosse finito) e
reso graficamente per il
Lynx dallo sconosciuto Ar-
thur Koch partendo con un
aviogetto lanciabile a tutta
velocità e assolutamente
manovrabile (a destra, a sini-
stra. in alto e in basso) e
dotato di un cospicuo arma-
mento (mitragliere e diver-
tentissimi razzetti traccianti
che spaccano l'atmosfera).
L'avventura multilevei si
svolge nella giungla, con
obiettivi in aria e a terra.
Molto buono. Un'altra avven-
tura spaziale è questo The
Gates of Zendocon di M. Pe-
ter Engeibrìte e ancora di
provenienza Epyx. Questo
mi sembra piuttosto somi-
gliante a R'Type e in ogni
caso è un convincente e di-
vertente software spaziale
dei più tipici: un mucchio di
avversari da stroncare, un
sacco di meteore e oggetti
vari da scansare, un bel maz-
zetto di colpi velocissimi da
sparare.
Un genere di game che
non poteva mancare in que-
sta collezione iniziale del me-
raviglioso Lynx. Ultimo soft-
ware attualmente disponibile
per il mio amato Lynx è que-
sto Electrocop di Greg Orni a
cui ha collaborato ancora
Chuck Sommervilte insieme
ad altri autori americani del
gruppo Epyx. In qualche mo-
do e alla lontana ricorda il
classicissimo della Epyx, Im-
possible Mission. Almeno
nel fatto che si svolge in un
labirinto e che ha a che ve-
dere con scienziati pazzi e
robot. Per il resto si tratta di
individuare e sgominare la
minaccia che si nasconde al-
l'interno di un centro scienti-
fico di ricerca prima di esse-
re ridotti «ad una misteriosa
polvere blu» dai robot che si
aggirano per la base.
Adesso vi dico quello che
mi auguro. Mi auguro che il
Lynx abbia un grande suc-
cesso (come quello che sta
avendo in America) e che
molte case possano svilup-
pare rom card per questo
gioiello. Di certo questa deila
simulazione da passeggio
(con le pile avete tre ore di
autonomia) sarà uno degli
sviluppi del Simulmondo. E il
tutto al piccolissimo prezzo
di lire trecentomila (trecento-
quarantanovemila con Cali-
fornia Games). Se non lo
comprate non vi riconosco
più.
PS: ho messo solo una foto
perché lo schermo a colori a
cristalli liquidi è infotografabi-
le. Ma. credetemi: è bellis-
simo.
Indianapolis 500
Papyrus Design (USA) 1983
Electronic Arts (USAI
IBM PC e compatibili
(scheda CGA. EGA. VGA:
immagini EGA)
CTO (manuale in italiano)
Sono usciti molti software
di guida in questi ultimi tem-
pi e non tutti hanno centrato
il bersaglio. La maggior parte
dei problemi di questi soft-
ware stava proprio nella diffi-
coltà di guidare il che è un
bel problema per un softwa-
re in cui proprio di guidare in
gran parte si tratta. Un grup-
po di ragazzi americani, riuni-
ti sotto questo inedito nome
di Papyrus. ha praticamente
quadrato il cerchio. Nasce
così Indianapolis 500, stan-
dard assoluto in questo mo-
mento tra i simulatori di cor-
sa con mezzo a quattro ruo-
te e successore di Ferrari FI
pubblicato sempre dail'Elec-
tronic Arts nel 1988 e stan-
dard precedente.
Molti di voi, affezionati let-
tori. conosceranno per aver-
lo provato il simulatore di
guida arcade della Namco
Winning Run. Un mucchio di
super poligoni (vettori solidi)
lanciati ad altissima velocità
da un processore disposto a
tutto e dettagli fluidi e pro-
fondi della pista e di tutti gli
elementi grafici che la com-
pongono e la percorrono
(leggi monoposto FI). Direi
che é proprio Winning Run il
software ispiratore di questo
(ndy 500 e non solo per la
stessa interpretazione dei
poligoni. Vi propongo adesso
un passetto indietro. Monta-
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
159
PLAYWORLD
te i dischetti sul vostro hard
disk di fiducia e se non ce
l’avete inserite i floppy nei
drive. La macchina dopo un
po’ di caricamento vi richie-
de di riconoscere e inserire
dati su una delle molte auto-
mobili che hanno corso e
spesso vinto a Indianapolis, i
quali sono compresi nelle fo-
to delle ultime pagine del
manuale. Facilissimo e mol-
to difficile da aggirare e/o
fotocopiare dai signori pirati
che noi tutti conosciamo (an-
che se ormai è una cosa, la
pirateria che riguarda una mi-
noranza di negozianti e priva-
ti incalliti che non hanno an-
cora capito che il 99% del
software piratato s’inchioda
sempre da qualche parte...).
Fatto ciò cominciano le ope-
razioni di corsa. Il software
può essere descritto in tre
fasi: la prima fase è quella
dell'assetto della macchina: i
menu sono sempre sullo
screen e non c’è un bel nulla
da caricare: tutto sempre in
ram come dovrebbe essere
in tutto il software e spesso
non è. Nell’assetto del mez-
zo ci sono tantissime possi-
bilità utilizzabili: potete setta-
re gli alettoni, modellare le
gomme, razionalizzare tutte
le parti dell'auto che vi servi-
ranno in gara. Poi potete pro-
vare la risposta delle novità
introdotte in giri di prova in
pista. Ci sono altre opzioni
che potete trovare in un me-
nu. sempre in ram, giusto
dietro lo screen di gara: qui
potete scegliere se correre
la pratica, la qualifica o una
delle diverse possibilità di
gara: pochi giri senza dan-
neggiamento de) mezzo in
caso d'incidente, molti giri
con danneggiamento del
mezzo, oppure addirittura le
vere cinquecento miglia in
tempo reale la qual cosa
v’impegnerà per molto tem-
po anche a trecento circa
chilometri per ora. Poi pote-
te scegliere l’auto fra le tre
disponibili: una Penske, una
Lola, una Ford Cosworth.
Tre macchine diverse con di-
verse reazioni in gara. La
Penske è la più impegnativa
anche se è molto veloce. La
Ford è la più equilibrata. For-
se posso consigliarvi di co-
minciare con la Ford. C'è
un’altra opzione che è bene
conoscere: la scelta del tipo
di dettaglio del circuito. Se
avete un PC 286 dovete as-
solutamente scegliere il
massimo dettaglio: così fa-
cendo vedrete tribune, box,
perfino i segnalatori di varie
situazioni in gara. Se avete
un PC più lento va benissi-
mo anche il dettaglio meno
preciso. In qualunque caso
(a parte che se non avete un
AT non potrete usufruire del-
160
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
PLAVWORtD
l'istant replay di cui sto per
parlarvi) vi godrete la stessa
fluidità e velocità tremenda
di corsa, su tutte le macchi-
ne MS-DOS.
Mettiamo di aver scelto di
fare un po' di giri di qualifica
e di essere riusciti a strappa-
re una discreta posizione in
partenza. Tornate al menu e
infilate l'opzione di gara. Sta-
volta si fa sul serio: partenza
lanciata e subito i primi sor-
passi da tentare. Sono mo-
deratamente trar^quillo per-
ché ho scelto di fare pochi
giri e di non subire danni in
caso di collisione. Anyway.
provo ad infilarmi in mezzo
ad alcuni fulmini che mi pre-
cedono per succhiare la loro
scia a poligoni solidi. La ma-
novra riesce abbastanza be-
ne e adesso sono intorno
alla trentesima posizione.
Non ho ancora detto che In-
dianapolis è un circuito per-
fettamente uguale ad uno
zero con curve paraboliche e
rettilinei lunghi e velocissimi.
La regolarità del circuito,
l'assenza di curve a destra,
significa una certa sensazio-
ne di monotonia per io spet-
tatore e invece un continuo
impegno per l'interattore,
continuamente costretto a
regolare la velocità in funzio-
ne del susseguirsi delle cur-
ve. Perché una piccolissima
distrazione, a trecento chilo-
metri e più all'ora, può esse-
re fatale. Da qui i continui e
spesso drammatici incidenti
della storia di questa corsa.
Esorcizzati ne! dramma, ma
non nelle sensazioni da que-
sta simulazione. Infatti forse
é proprio il momento dell'in-
cidente. la carambola che
coinvolge quattro o cinque
auto compresa la nostra, il
momento più divertente e
interessante di questo stra-
biliante software. E potete
riviverlo immediatamente e
da cinque o sei diversi punti
di vista (dalla TV. dal cielo,
da dietro l'auto, da dentro
l'auto...). Credo che adesso
quelli della Papyrus e l'Elec-
tronic Arts non debbano fare
altro che pubblicare tanti
nuovi prodotti quanti sono i
più famosi gran premi (so-
gno Montecarlo e i circuiti
cittadini della FI resi in poli-
goni solidi e con tutte le op-
zioni di Indy 50011!) e magari
collegare questi software tra
di loro in un bel campionato
a vettori solidi. Credo che sia
anche necessario convertire
al più presto questo stupen-
do interattivo anche per Ami-
ga, Atari ST e C64. Il succes-
so sarà assolutamente inevi-
tabile.
SnoopY
(Cool computer game)
Jack Wilkes e Sean GhNiths
IGBI 1990
The Edge (GB)
Amiga/ST (versione
interagita Amigal
CTO
Un po' di tempo addietro
avevo simulato su vostra
commissione un altro carto-
on software della The Edge,
cioè Garfield. Direi meglio, il
primo dei due Garfield. Ed
ero stato sinceramente stra-
biliato dalla grandezza e dal-
l'efficacia della dimensione
grafica dei personaggi e al-
trettanto fermamente deluso
della difficoltà e dal poco in-
teresse nel continuare a gio-
care. E devo dire che ciò
l'avevo trovato non poco nel-
lo stile della The Edge, anti-
chissima casa inglese, una
delle prime a produrre soft-
ware già dal 1983. e il cui
capo e mentore. Mr. Tim
Langdell, avevo conosciuto a
Londra fin dal mio primo giro
da quelle parti nel lontano
1984, Lo stile di questa ca-
sa, che orgogliosamente
continua a restare indipen-
dente contrastando abba-
stanza efficacemente lo stra-
potere delle grosse case (e
in questo l'unico paragone in
Inghilterra è quello della
Hewson dell'altro singolare
personaggio Mr. Andrew
Hewson...). lo stile della The
Edge dicevo, è quello di ten-
tare nuove strade non per-
corse ancora, di lanciare per-
sonaggi apparentemente in
contrasto con la tendenza di
mercato. E di metterci un
po' di follia molto old En-
gland che rispecchia perfet-
tamente il carattere di Mr.
Langdell. Ma tutto ciò (mi
viene in mente in questo pa-
norama anche la terza figura
originalissima della software
production inglese e cioè
AnihiI Gupta della Anco di
cui vi ho parlato altre vol-
te..,), mentre spesso vuoi di-
re «inutile agitarsi contro i
mulini a vento», a volte può
significare grossi colpi a sor-
presa. Questo Snoopy di ini-
zio 1990 è uno di questi
strike.
Immaginate un cartone
animato perfettamente tridi-
mensionale di quelli che han-
no per protagonisti la banda
dei Peanuts. Mettete che di
questo software cartoon sia
protagonista, come ormai
spessissimo accade anche
nelle strisce, il bracchetto
italiano più famoso del mon-
do, quello che ha una serie
di alter ego, tra cui pilota di
caccia della seconda guerra
mondiale, grande scrittore di
sfortunati esiti editoriali, stu-
dente un po' svogliato che
trascorre gran parte del suo
tempo a lumare le pupe. Fa-
te che il software si dispie-
ghi non come un arcade tra-
dizionale in cui c'è qualcosa
a cui sparare o un labirinto
da esplorare o qualcuno de-
gli altri terribili stereotipi del
temutissimo «videogioco»,
ma piuttosto come un simu-
latore di vita di questi perso-
naggi, nel loro ambiente, in
cui lo scopo sia rintracciare
la coperta del povero Linus e
per fare ciò sia necessario
(avere 45 minuti di tempo
reale a disposizione...) far la-
vorare il cervello al massimo
delle vostre possibilità e an-
che cosi non sarà niente fa-
cile. Ecco, sbattete tutte
MCmicrocomputer n. 94 • marzo 1 990
161
PLAYWQRLD
queste cose in un frullatore:
personaggi enormi e veloci,
animazioni colorate e diver-
tenti. gioco durevole e non
noioso, paesaggio fantastico
e quasi toccabile: sbattetele
in un frullatore digitale a se-
dici bit e avrete un prodotto
intelligente, divertente e
nuovo che vi consiglio di pro-
vare.
Intanto vi dico fin dove sono
arrivato. Parto dallo screen
numero uno dove c'è la cuc-
cia di Snoopy. Per terra ho
visto la ciotola del bracco e
l’ho raccolta. Poi ho conti-
nuato fin dentro la casa di
Charlie Brown. Ho dato la.
ciotola a Charlie che c'ha in-
filato il cibo per Snoopy. Poi
ho raccolto un vaso di cara-
melle e sono andato fuori.
Qui ho incontrato la cassetta
delle lettere, ma non sono
riuscito a farci granché. A
questo punto mi sono infila-
to nel viottolo (da qui indie-
tro non si torna o almeno
cosi credo.. .1 e ho trovato un
orologio per terra che indica
il tempo che è passato fino a
quel momento. A sinistra c'è
Piperita Patty con Wood-
stock nel suo nido. Più avan-
ti da questa parte non si va.
A destra continua il marcia-
piede e s’incontra un taccui-
no che indica il mio score
fino a quel momento: 30
punti. Sempre a destra si
continua fino alla fine del
marciapiede e qui comincia il
prato che porta verso uno
stagno. A terra c'è una mo-
neta d'oro che ho raccolto,
ma non è successo molto.
Sempre a destra c’é lo sta-
gno con una rana che se
aspettate un pochino viene
fuori. Tornando indietro e la-
sciando questo screen per
poi tornarci dopo poco si ve-
de che nello stagno adesso
c'é una botte che un po'
affiora e un po' scompare.
Sono riuscito a saltarci sopra
e a rimbalzare nello screen
seguente- Ma da qui non so-
no andato più avanti perché
finisco inesorabilmente in
acqua. Ho provato ad usare
la ciotola di Snoopy come
oggetto galleggiante, ma
non funziona per niente. Co-
sì sono tornato indietro e ho
visto che si era aperta un'al-
tra strada che passava dal
campo da baseball e arrivava
fino ad una radura dove c'era
la rana di poco prima e una
nuvoletta con pioggia. Nes-
suna chance di passare oltre
perché a provarci un lampet-
to dispettosissimo ributta in-
dietro. A questo punto i qua-
rantacinque minuti sono finiti
e io sono nmasto con un
palmo di naso simulato. Cosi
lancio un SOS interattivo alla
moltitudine dei misi lettori
per continuare insieme que-
sta avventura e per giungere
all’agognato ritrovamento
della coperta di bnus nelle
due versioni in cui ciò è pos-
sibile in questo bellissimo
software.
Questo mese un numero un po' più succinto del
consueto Panorama informativo sulle uscire software
recenti per i quattro standard più in voga nel nostro
paese e ciò per lasciare il meritato spazio ad un duetto
di straordinari prodotti MSX. Specie uno, ma ne
parliamo fra pochissimo. Adesso via alle novità
Amiga, C64, Atari ST,
PC IBM e co.
Dalla francese Infogrames
questo Full Metal Planate
che parafrasa, ma solo nel
titolo, il bellissimo film di
Stanley Kubrick Full Metal
Jacket, e che è una versio-
ne, riuscita, e interattiva di
un famoso (in Francia)
boardgame che ha lo stesso
nome. Lo scopo del gioco
può essere riassunto in due
0 tre parole: in veste di un Fuii Metai Pianeie
pilota della Cobra Steel Mis-
sion dobbiamo far atterrare
la nostra astronave, raccat-
tare più materiale possibile,
distruggere o catturare at-
trezzature importanti delle
altre compagnie e poi ride-
collare prima che sia troppo
tardi. Apparentemente sem-
plice, Full Metal Pianeta è in
realtà ricco di un sacco di
implicazioni diplomatiche,
belliche e strategiche che
probabilmente appassione-
ranno agli esperti di questi
spacegame di trading e figh- Cosmo Ranger
Oliver Si Company
162
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
PLAYWORLD
ting. Skids è sicuramente il
più completo e riuscito ga-
me. insieme a California Ga-
mes, di quel filone di soft-
ware che prova a raccoglie-
re una sene di event che
presumo interessanti e di ri-
chiamo. in uno stesso pro-
dotto. Qui mi è piaciuta più
di tutte la sessione in skate-
board che ci conduce sul
noto mezzo a quattro ruote
dalTequilibrio sufficiente-
mente precario e ci fa fre-
quentare una strada di città
(si vede perfino un garage
con una stupenda Alfa Ro-
meo...) dotata di tutti gli in-
gredienti necessari, compre-
se le stanche vecchiette
che attraversano la strada
munite di rassicurante ba-
stone.
Sempre di strade si tratta
anche nel caso di Wild Stre-
ets della Titus. ma di strade
malissimo frequentate e sin-
ceramente un po’ troppo ri-
schiose. Un giovinetto coit
una pantera nera, passeggia
abbastanza disinvolto In
questa città per nulla rassi-
curante e ha la ventura (o
sventura) di incontrare un
notevole gruppo di energu-
meni che hanno tutta la
buona volontà di sderenarlo
di botte. Contenuto del gio-
pochina. Ma poi le cose pre-
cipitano: l'astronauta comin-
cia a circolare febbrilmente
per le stanze, incontra i soli-
ti cattivi, cerca le solite parti
di un puzzle. E io resetto
senza pietà. Perché non ne
posso più di cercare puzzle,
di abbattere cattivi. E se ho
voglia di fare ciò mi carico
senza tema di smentite Im-
possible Mission. Spero che
siate d'accordo con me Co-
loris è la versione cromatica
e senza difficoltà geometri-
che dell'ormai mitico Tetris
che in tutto il mondo non è
piaciuto per niente solo a
me (anzi, cerco qualcun al-
tro a cui non è piaciuto per
formare un club in tal sen-
so...). Qui si tratta di mette-
re assieme in maniera pre-
stabilita i colori delle tesseri-
ne che vengono giù dall'alto
del rettangolo. Per il resto il
software è assolutamente
simile a Tetris e cerca di
sfruttarne e dovere la fortu-
natissima scia commerciale.
La Cocktel Vision, una
delie case francesi più attive
m questo momento e che
sta cercando di convincere
gli europei che il suo soft-
ware non é sempre come
Emmanuelle o Asterix 2,
co nullo. Originalità: direi la
pantera nera (di gran moda
ai nostri giorni), che si com-
porta in maniera autonoma
rispetto al protagonista. Do-
manda legittima: quanta
gente si dovrà ancora pesta-
re, sia pure per via simulata,
prima di smetterla con que-
sto genere di software? Pe-
stare si. ma solo dopo lunga
provocazione interattiva. Ve-
dere Windwalker della Ori-
gin di cui vi parlerò if mese
prossimo per credere.
Un discorso molto simile,
che ha a che fare con l'origi-
nalità dei tema simulato, ma
forse ancora di più a che
fare con fa cura (non certo
solo grafica) con cui il tema
viene strutturato, un discor-
so dei genere voglio fare
per questo Cosmo Ranger,
Il software parte con un'ani-
mazione molto buona del-
l’arrivo di questo astronauta,
investigativo in una base in
cui qualcosa è successo. E
fin qui dì originalità proprio
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
163
PLAYWORLD
Stavolta ci prova con Oliver
e CO-, versione irìterattiva
del cartoon di Natale della
Walt Disney, Quello che
manca a questo genere di
prodotti, a parte forse il pub-
blico almeno a sedici bit. é
la cura della parte tecnica:
l’estetica, quasi sempre
molto buona, si perde per
mancanza di programmatori
all'altezza del compito. Pec-
cato perché poteva essere
lo Snoopy francese. Dalla
Psygnosis, che ormai odio
per non aver ancora fatto
uscire il super atteso Aqua-
ventura che ormai quasi non
spero più di simulare sul se-
no. ecco arrivare Infestation
il primo vettoriale solido in
circolazione che non simula
un mezzo di trasporto (car-
rarmato, astronave, automo-
bile, etc. etc.). ma opta per
farci interagire con una tuta
da astronauta. Noi vediamo
le cose da dentro il casco e
credo che la casa di Liverpo-
ol SI sia ispirata non poco al
film Terminator per realizza-
re questo cybergame di cui
però ho visto per ora solo
un demo che è davvero
troppo poco per andare ol-
tre. Ne riparlerò-
Vorrei fare ammenda per
aver un po' trascurato (ne
parlai prima che uscisse e
poi più...) questo bellissimo
speci0L^
Questo numero di Playworid
si chiude con questi due
bellissimi software originali
giapponesi, giunti fino qui
grazie alla pazienza e alla
passione del Freesoft Club
del Or. Fina, di Giulio e degli
altri stupendi msxiani.
Aspetto altre loro news
prestissimo e non mancherò
di occuparmene
Vorrei parlarvi rapidamen-
te di questo Last Armaged-
don per lasciare il massimo
spazio alla stupenda avven-
tura simulerotica Cosmos
Club.
Last Armageddon é un
software davvero importan-
te della Grey Brain (non solo
perché dimensionalmente
massiccio: cinque dischi...),
anche perché potete capire
un bel po' della mentalità
giapponese interagendolo.
Un gruppetto di personaggi
mitologici del sol levante si
ritrovano lungo un tavolo in-
sieme a due fanciulle che
non ho capito cosa simbo-
In guosle due pagine un'ampia car-
lellala eh immagini di Last Arma-
geddon
MSX2
164
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
PLAYWOflLD
X-OUT della Rainbow Arts.
la quale Rainbow Arts ha in-
filato due game molto carini
uno dietro l'altro (il primo
era Rock'n'Roll...) e deve
autovantarsi di aver, prima
nel mondo, realizzato l'ac-
qua simulata più credibile
che ci sia in giro. E questo
proprio in X-OUT che per il
resto ha solo la sfortuna di
essere uscito due mesi do-
po Xenon 2. Sennò sarebbe
stato un masterpiece.
Chiudo invece, per ragioni
sentimentali, con II nuovo
game di Roger Damon, miti-
cissimo autore del mio favo-
rito simulator Gone Fish’n
(anche noto come Reel
Fish'n); Roger Damon che
incito a realizzare al più pre-
sto possibile un seguito del
suo stupendo fishing simu-
lator.
Il game con il quale si ri-
presenta. pubblicato ancora
dalla Interstel, è un softwa-
re di guerra che ricalca pa-
recchio la bellissima inter-
faccia di Gone Fish'n e che
sviluppa un tema che non
mi piace più da tempo (la
guerra) e che ha già alcuni
classici come Airborne Ran-
ger della Microprose. Consi-
gliato comunque, data la se-
rietà e bravura dell'autore,
agli appassionati del genere
vietnamita.
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
165
SPECIdL^ MSX2
leggino, per decidere che
piega prenderà il mondo.
Tutto quello che so e che
sto per raccontarvi deriva
dalla lunga visione di un in-
tero disco demo, il primo, e
non posso andare oltre per-
ché il disco numero due non
vuole saperne di caricarsi.
Non so del resto se carican-
dolo avrei potuto andare
troppo avanti, essendo Ar-
mageddon un adventure a
scelte, tipo King of Chicago
ed essendo le scelte di cui
sopra, in giapponese stretto.
Anyway finisco di raccontar-
vi il demo. All'inizio ci sono
uno scheletro e un perso-
naggio dalla testa di toro
che si incontrano. Il toro e
le scheletro si fissano e la
testa dello scheletro esplo-
de. Dopo poco compare un
altro orrore con la testa piena
di protuberanze tipo polipo.
Cosmos Oub
166
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
SFBCI0LE MSX2
ma molto più ributtanti (una
specie di Alien come potete
constatare anche voi...) e co-
stui spara con un fuciie a
pompa cibernetica al toro, il
quale toro scoppia in mille
pezzi in uno screen piutto-
sto violento. Compare un
occhio nella bocca dello
scheletro. Un uomo uccello
viene a prendersi l'occhio e
lo porta via. Poi ci sono sce-
ne all'intemo di una caverna
con il tavolo e le libagioni di
cui vi parlavo poche righe
più su. E adesso se il Dr.
Fina non mi manda subito i
quattro dischi che non cari-
cano e magari qualche spie-
gazione su come andare a-
vanti neH’awentura, non so
davvero cosa fare.
Ed ecco Cosmos Club,
deila Jast, di certo il più
emozionante e suggestivo
software erotico della storia
MCmicrocompuler n, 94 - marzo 1990
167
SPECI0LB MSX2
(breve ed entusiasmante) di
questo mezzo di comunica-
zione.
Siamo ospiti di una scuola
che é frequentata da ragaz-
ze. da un ragazzo, e da una
avvenente maestra. Tutti i
volti sono occidentali e sono
realizzati con quel segno e
quell’impatto grafico che ha
reso famosi e a volte fami-
gerati i cartoon nipponici. La
storia comincia al piano ter-
ra e prosegue con il sistema
delle scelte: ogni scelta
apre menu che ne conten-
gono altri e così via flow-
charteggiando. Scopo presu-
mibile della simulazione, co-
noscere eroticamente le
fanciulline per poi giungere
con successo nel sancta
sanctorum della prof. Al pia-
no terra c'é un giardino, la
cucina, alcune stanze da let-
to (4) il corridoio e la scala
che porta al piano di sopra.
Esplorare a dovere il piano
terra è il viatico per andare
al piano di sopra. Ma nelle
quattro stanze, prima però
dobbiamo andare a mangia-
re in cucina, ci sono tre dol-
ci fanciulline in atteggiamen-
ti innocenti (quasi tutte) e
insieme provocanti. Nella
stanza numero tre c'è il ra-
gazzo che non è di nessuna
utilità. Si rivela fondamenta-
le il quadro nella stanza nu-
mero cinque, ma nonostan-
te sia riuscito a trovare il
mistero di quella stanza e a
risolverlo, non sono stato a
tutt’oggi ammesso al piano
di sopra. Spero bene fra po-
co, dopo che avrò telefona-
to agli amici del Freesoft
che mi sapranno certo aiuta-
re con il loro dominio del
giapponese, incredibilmente
raggiunto per amore del-
l'MSX.
Resta anche la spasmodi-
ca attesa, dopo la bellezza
di queste immagini erotiche
dei Giappone 1990, del se-
guito di Cosmos Club, Vir-
gins Crisis. Non vedo lette-
ralmente l'ora. ^
168
MCmicrocomputer n, 94 - marzo 1990
‘ siriituiifcrico manager stralegico
• velocÌ!t$imo arcadc/aclion
• (ulti i lornei del grand prix
• sponsor e allcnamenii
• ludi i terreni del circuito mondiale
• 8 racchette differenti e differerilì
accordature
• fino a 5 giocatori contemporaneamente
• da una a cinque stagioni nel circuito g.p.
Sei sul campo in mezzo ai big del tennis
mondiale. SIMIJI. MONDO li ha preparalo
un posto nella classifica dei top 10(1 e ora
tocca a le il difficile compilo di risalire fino
ai numero I.
Preparati ad un altro fantastico simulatore
che contiene (ulta la tensione del vero tennis.
MEGAGAME 64
di Marco
Scuola di videosame
«C-64 vs Amiga»
In questa puntata dovevamo
concludere il lungo cammino
del megagame con la
presentazione del gioco
definitivo, abbinata a una
sorta di manuale di istruzioni.
Sfortunatamente ci sono stati
alcuni ritardi e quindi per
questo mese dobbiamo
accontentarci della scuola di
videogame, che ospita una
specie di confronto tra le
possibilità del nostro piccolo e
quelle della sorella Amiga; il
tutto con la manifesta
intenzione di cominciare a
trattare anche quest'ultima
come oggetto di studi per la
nostra scuola. Inoltre vi
presenterò un piccolo editor
di videogiochi per Amiga
È disponibile, presso la redazione, il disco
con il programma presentato in questa
rubrica. Le istruzioni per l'acquisto e
l'elenco degli altri programmi disponibili
sono a pag. 263.
CominciafTio con una descrizione
sommaria, specifica per i nostri interes-
si. delle caratteristiche di Amiga; pro-
cessore a 16 bit con clock a 7 MHz,
RAM da 512 kbyte (di base), risoluzione
video ottimale per videogiochi di
320x200 pixel in 16 o 32 colori (ne ha
anche molte altre che però... non d
interessano), chip sonoro a 4 voci a
campionamento ad 8 bit con suddivisio-
ne dei canali stereofonica, chip BLIT-
TER per spostamenti veloci di zone
RAM (soprattutto grafica), chip COR-
RER per la gestione del display video
con elevata precisione di intervento sul
pennello elettronico, 8 sprite hardware
con 4 colori ciascuno (oppure 4 con 16
colori) con risoluzione di 16 X illimitati
pixel, disk drive incorporato veloce
(tranne che con le directory...) da 880
kbyte e due porte joystick. Caratteristi-
che cosi allettanti non potevano lasciare
inerte la massa di programmatori di
videogame, che infatti in questi ultimi
anni ha tirato fuori da questo computer
giochi di qualità sempre più elevata (an-
che se ogni tanto sembra di tornare ai
... vecchi tempi, quando tutto si muove-
va con «terribili scatti»).
Ed ora uno sguardo al C-64; proces-
sore ad 8 bit con clock di 1 MHz, RAM
da 64 kbyte, risoluzione video ottimale
per videogiochi di 160x200 pixel con 4
colori, chip sonoro a 3 voci monofonico
ma molto versatile, interruzioni hardwa-
re abbinate al pennello elettronico per
una discreta gestione de! display. 8 apri-
te hardware con 4 colori e risoluzione di
12x21 pixel, disk drive (esterno) non
molto veloce da 170 kbyte, due porte
joystick.
Nonostante la netta superiorità di
Amiga su C-64 quest'ultimo non si è
ancora deciso a cedergli definitivamen-
te il passo. La spiegazione di ciò é
ovviamente nel fatto che il C-64 esiste
da tantissimo tempo ed ha avuto una
diffusione incredibile. Inoltre lo si è stu-
diato talmente a fondo da raggirare gran
parte di quelle che inizialmente erano
limitazioni, ma questa é un po' una
conseguenza della prima motivazione. Il
C-64 è quindi diventato una specie di
standard per i videogiochi ed è quindi
ancora oggetto di interesse di molte
software house. L'Amiga esiste già da
un bel po’ di tempo ormai ed è una
fortuna che non abbia fatto la fine di
alcuni suoi colleghi, aventi caratteristi-
che hardware alla pari se non supenon
(senza fare nomi). Ne è passato di tem-
po da quando sono stati presentati i
primi giochini stile C-64, che a me per-
sonalmente mi mandavano in bestia;
tutta quella potenza sprecata e nessuno
se ne rendeva conto, o meglio nessuno
voleva. Per vostra fortuna non voglio
tirare di nuovo in ballo la stona di Ami-
ga. che ormai risulterebbe decisamente
obsoleta.
Un editor di videogame
Con la scusa del confronto vi presen-
terò una sorta di editor di videogiochi
per Amiga, realizzato dal sottoscritto
per produrre un giochino molto diver-
tente (secondo il mio parere), che può
essere utilizzato per la «costruzione» di
qualunque spara e fuggi terrestre (tipo
G'n'G... tanto per cambiare) a scorri-
mento orizzontale.
L'idea di partenza è quindi un giochi-
no avente protagonista un personaggio
umano (o simili...) che deve a tutti i
costi avanzare lungo un territorio pieno
zeppo di mostri e pericoli di ogni tipo,
tanto intenzionati a ridurlo senza un
briciolo di energia. Un limite di tempo
costringe il nostro eroe a non soffer-
marsi troppo ad osservare il panorama.
Tanti tanti punti se si ammazzano i
cattivoni.
La struttura base di un gioco-pro-
gramma del genere è la stessa qualun-
que sia il computer sul quale viene
realizzato; le differenze si riscontrano
nel lato estetico e nel modo di gestire le
nsorse hardware della macchina. Per C-
64 esiste una serie incredibile di vi-
deogiochi di questo tipo, e a suo tempo
anch'io ne realizzai uno. che però non
ho mai completato. Per Amiga la situa-
zione si sta facendo molto simile. Il
punto di partenza comune è la grafica,
visto che il gioco è già bello e struttura-
to, stabilito che la qualità artistica di
questa dipende in buona parte dali'abili-
170
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
MgGAGAME 64
tà dei disegnatori, ci occuperemo della
filosofia di gestione dal punto di vista
software. Il C-64. come abbiamo più
volte ripetuto, possiede un sistema di
scrolting parte hardware e parte softwa-
re e non ci soffermeremo a discuterne.
L'Amiga ne possiede uno totalmente
hardware, ma che necessita per forza di
cose di una parte software. Tra l'altro,
inizialmente nessuno si è mai preoccu-
pato di utilizzare questa risorsa a fondo
e infatti si vedeva. Il sistema utilizzato
nei nostro pseudo-editor di videogiochi
è in buona parte software per mia scel-
ta (si poteva comunque fare di meglio).
Esso si basa su un concetto abbastanza
semplice, quello del fondale composto
da «mattonelle» ovvero da una combi-
nazione opportuna di rettangolini dise-
gnati in modo da essere «componibili».
Ciò per economizzare la RAM a disposi-
zione, anche perché se è vero che
l'Amiga ha 51 2k è anche vero che la
grafica bitmap se la succhia come se
niente fosse. A proposito l'Amiga lavora
sempre come il rispettivo modo Hires
del Ct64; se su quest'ultimo, detto mo-
do occupa lOk, suH'Amiga, in 16 colori,
ne usa 32k e quando occorre gestire 10
schermi del genere...
Il fondale del nostro gioco è quindi
composto da tante mattonelle una ac-
canto all'altra che «scrollano» grazie al
blitter. che ad ogni passata sposta di
due pixel a sinistra (se lo scrolling è
nchiesto) tutto lo schermo e quando i 2 ▼
pixel diventano 16 (ampiezza di una
mattonella) aggiunge 8 mattonelle in
verticale a destra dello schermo (che
sono ampie 24 pixel l'una per un totale
di 196 pixel... restano 8 pixel verticali
per scritte varie). In realtà il sistema di
scrolting é un tantino più complicato ed
ora gli daremo uno sguardo più appro-
fondito. Per evitare sfarfallamenti del-
l'immagine il gioco utilizza due pagine di
320x200 pixel 16 colori l'una, che ven-
gono scambiate visivamente ogni volta
che quella nascosta è stata ridisegnata
completamente. Esistono inoltre altre
due pagine che vengono ridisegnate più
lentamente e che effettuano un lavoro
invisibile, ma estremamente utile. L'a-
rea di gioco effettivamente riempita dal
fondale è di 304x192 pixel. Il blitter
preleva un'area di 304x192 pixel da
una delle due pagine sempre nascoste.
Quest'ultima pagina è completamente
piena per un'area di 320x192 pixel.
L'altra pagina sempre nascosta viene
disegnata, sempre dal blitter. in 8 pas-
sate; il blitter quindi prende di volta in
volta un pezzo dalla pagina sempre na-
scosta completamente disegnata e lo
stampa nell'altra pagina, ma spostato di
16 pixel a sinistra e in più aggiunge per
ognuna delle 8 passate una mattonella
a destra (in colonna). Il risultato di ciò è
che al termine delle 8 passate la pagina
che stiamo riempiendo con questo si-
stema è completamente riempita per
un'area di 320x192 pixel e contiene un
o«>Q|fr - .
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
171
MEGAGAME 64
disegno slmile a quello delta pagina di
partenza, ma spostato di 16 pixel e i 16
pixel che si sono eliminati a sinistra
sono stati sostituiti a destra con una
serie di 8 mattonelle.
E ancora non è finita. Nel frattempo il
blitter deve, ad ognuna di queste passa-
te, stampare un'area di 304x192 pixel
sulla pagina invisibile che diventerà su-
bito dopo visibile, di volta in volta prele-
vando due pixel più a destra questa
fetta di grafica, dalla pagina mai visìbile
e completa. Potrà sembrare il sistema
più complicato possibile, ma il suo sco-
po è quello di distribuire gli sforzi del
blitter nel modo più uniforme possibile
tra le 8 passate che compongono il
ciclo. Oltre a questo ingrato compito il
blitter è sottoposto anche alla stampa
dei fotogrammi del giocatore e di quelli
dei nemici.
Veniamo a come vengono realizzati il
giocatore e i nemici. Sul C-64 avremmo
nsolto il problema dedicando uno o più
sprite al giocatore e i restanti ai nemici,
magari effettuando delle «moltiplicazio-
ni». In ambiente Amiga possiamo utiliz-
zare sprite, ma non è l'unica alternativa:
è possibile utilizzare il blitter per stam-
pare porzioni di grafica con una modalità
particolare che permette di rendere im-
mune da stampa zone particolari, che
ad esempio vogliamo trasparenti; quindi
in un disegno contenuto in un'area di
32x40 pixel, che rappresenta ad esem-
pio una sfera, bisogna stabilire quali
sono 1 pixel che non contengono il dise-
gno e che quindi devono lasciare inalte-
rato il fondale, al fine di evitare i tanto
antiestetici «contorni neri». L'utilizzo del
blitter non è dei più semplici, ma una
volta realizzata una routine, anche com-
plicata come in questo caso, basterà
chiamarla ed il gioco è fatto. Ho utilizza-
to il blitter in quanto gli sprite sono
troppo piccoli e hanno pochi colori.
Qualcuno tra voi si sarà accorto che non
ho detto come si fa a ripristinare il
fondale una volta che uno «blit-sprite» è
stato stampato... non occorre ripristinar-
lo in quanto con la tecnica di scrolling
che vi ho descritto sopra, il fondale
viene di volta in volta ridisegnato da
capo, cancellando eventuali «blit-sprite»
indesiderati.
Il numero complessivo di personaggi
che possono essere contemporanea-
mente sullo schermo (nel nostro caso)
è 3. più uno blit-sprite per il «proiettile»
lanciato dal giocatore. Visto che uno dei
tre personaggi è il giocatore, gli altri due
sono i cattivoni.
Le routine di movimento del giocato-
re e dei nemici sono uguali sia nel caso
del C-64 che in quello dell'Amiga. Anco-
ra diverse sono invece le routine sono-
re. ma solo per il modo di gestire
l'audio.
Visto che l'Amiga funziona più o me-
no come un registratore a 4 piste baste-
rebbe campionare una musichetta e
qualche effetto sonoro per risolvere il
problema... in modo discreto. Ed é pro-
prio cosi che ho fatto nel mio caso,
ovvero ho messo una musichetta cam-
pionata in loop come sottofondo musi-
cale (il sistema, lo riconosco, è fra i più
pigri possibili) e ho usato due effetti
campionati per il giocatore (quando spa-
ra e quando viene colpito). Con il C-64
dovevamo realizzare una routine di ge-
stione del chip SID o utilizzare una già
preconfezionata (ad esempio l'editor
musicale del sottoscritto). Il gioco è
sostanzialmente tutto qui; 5 livelli diver-
si nella grafica e nei nemici una scher-
mata grafica gradevole come premio
Finale e buon divertimento al giocatore.
Una mano al programmatore
Ed ora è il momento di dare istruzioni
a coloro che vorranno cimentarsi nella
realizzazione del videogioco personaliz-
zato con l'ausilio del mio pseudo-editor.
Innanzi tutto si chiama «pseudo-editor»
in quanto è costituito sostanzialmente
da una serie di utility e non da un vero e
proprio programma stile S.E.U.C.K.
Quello che l'utente «pseudo-program-
matore» dovrà realizzare è il seguente
materiale:
— 5 schermate contenenti le matto-
nelle;
— 1 schermata con i movimenti del
giocatore:
— 10 schermate con quelli dei nemici;
— 5 blocchi dati per la distribuzione
delle mattonelle:
— 5 blocchi dati per gli schemi di attac-
co dei nemici:
— una musica campionata;
— due effetti sonori;
— una schermata finale.
Ognuno di questi prodotti deve esse-
re realizzato in un certo modo e con un
determinato programma. Un solo avver-
timento: l'impresa richiede un po' di
abilità e quindi non è proprio alla portata
di tutti, ma seguite attentamente le mie
istruzioni e giudicate da soli se la cosa
fa per voi. Magari se il vostro elaborato
lo ritenete di qualità, potete inviarmelo
in redazione: chissà che non... venga
ncompensato,
Tutta la grafica va disegnata con il
Deluxe Paint e dovrà rispettare le di-
mensioni che vi dirò tra un po'. Ogni
schermata dovrà subire un trattamento
particolare con apposite utility, ovvia-
mente incluse nel pacchetto. Le cinque
schermate relative alle mattonelle devo-
no essere del tipo di quella in foto 8.
ovvero ogni singola mattonella va inseri-
ta in una casella di 16x24 pixel, facen-
do attenzione a non creare «disallinea-
menti». Ogni schermata è valida per un
solo livello. Potete, volendo, cambiare
anche le scritte che vedete sotto (sco-
re. time, energy). Non variate troppo lo
schermo colore delle schermate demo
(pena problemi con le scritte). Realizza-
ta la prima schermata con le mattonelle,
salvatela e «convertitela» con il pro-
172
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
MEGAGAME 64
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prina sopccn ,
■» MMKO nmCM
gramma «Convertitoreu che trovate sul
dischetto. Salvatela con il nome
«Olpic». Le successive schermate dei...
successivi livelli devono essere chiama-
te «llpic», «21pic». «31pic». e
«41pic». La «51pic» è lo screen finale.
Ed ora un elenco dei nomi da dare ai
file:
musica: file della musica campionata
suonoaio; file del suono giocatore ferito
suonotie: file del suono giocatore che spara
02pic: schermala con movimenti del gioca-
tore (vedi foto 4)
01mas: schermata con ombre del giocatore
(foto 5).
File che variano con il livello:
Olpic: schermata con mattonella (primo li-
vello) .
03pie: scr. sprite dei nemici) (primo livello)
04pie: scr. sprite dei nemici2 (primo livello)
02mas: scr. ombre dei nemici) (pnmo li-
03mas; scr. ombre dei nemici2 (primo li-
vello)
Odala: dati delle mattonelle
Ortem: dati dei nemici
per i successivi livelli basta sostituire la
prima cifra del nome con i numeri 1, 2,
3 e 4;
Sipic: schermata finale.
Tutte le schermate sono in 16 colori.
La schermata con i movimenti del gio-
catore (che è rappresentato da un'area
grafica di 32x40 pixel) deve contenere i
movimenti come in foto 4. ovviamente
cambiando a piacere il disegno. Anche
delta schermata va convertita con il
programma «Convertitoren. L'ultimo fo-
togramma è il proiettile che spara il
giocatore (a gittata limitata). Per rea-
lizzare lo screen con le ombre (foto 5)
occorre catturare (siamo in ambiente
DPaint) con un brush tutti i fotogrammi
e renderli del colore grigio scuro (l'ulti-
mo) con l'opzione «Color» quindi stam-
parli nella stessa posizione e salvare lo
screen, per poi convertirlo con il pro-
gramma «maschera» e salvarlo con il
nome «Olmas». Anche gli screen dei
nemici vanno realizzati con la stessa
modalità e con le ombre, solo che i
fotogrammi di animazione sono solo 2
(più che sufficienti nel nostro caso); uno
è quello della schermata di foto 6 e
l'altro quello della schermata di foto 7
(si alternano all'infinito con una certa
frequenza). Le loro dimensioni sono le
stesse del giocatore.
Per realizzare le mappe (Odala e Onem)
occorre il programma «Edtabelle». Prima
di addentrarci nella spiegazione del suo
funzionamento voglio dirvi quali sono gli
algoritmi di movimento dei nemici. Essi
non sparano mai, ma possono:
— cadere dall'alto e scoppiare;
— cadere dall'alto e rimbalzare;
— camminare a destra (evitando osta-
coli);
— camminare a sinistra (evitando osta-
coli);
— restare fermi.
Solo uno a scelta di questi algoritmi
può essere attribuito a ciascun nemico.
I nemici entrano in azione in funzione
della posizione dello scrolting ed è in
base ad essa che verranno program-
mati.
Quando un nemico viene colpito dal
proiettile del giocatore esso esplode
con il fotogramma a forma di stella delle
foto 6 e 7.
Il giocatore muore quando finisce l'e-
nergia 0 il tempo.
E veniamo all'editor di tabelle «Edta-
belle». Innanzi tutto va caricato con
l’AmigaBasic. Subito dopo il caricamen-
to ci viene chiesto il nome della scher-
mata che contiene le mattonelle (nel
caso del primo «quadro» il nome è
«Olpic») quindi il nome della tabella-
mattonelle (se per caso ne avevamo già
iniziata una) e quello della tabella-nemi-
ci. Cominciamo con la realizzazione del-
la tabella-mattonelle. A questo punto
occorre improvvisarsi equilibristi (sto
scherzando) per riuscire a capirci qual-
cosa tra tutte le schermate che posso-
no visualizzarsi. Innanzi tutto occorre
rendere visibili i gadget del Workbench
che permettono lo scambio tra gli
schermi (quelli in aito a destra) e quindi
scambiare il Workbench con lo screen
sottostante. In questo dovremo com-
porre il nostro «mosaico», servendoci
della schermata sottostante, contenen-
te il disegno delle mattonelle. Per pas-
sare da uno screen ad un altro è sem-
pre necessario servirsi dei gadget di
Intuition quindi fate attenzione perché
negli screen sottostanti il Workbench
questi non sono visibili (occorre andare
a memoria). Ma vediamo come si com-
pone il mosaico. Il puntatore del mouse
controlla una mattonella base che può
essere depositata sul terreno semplice-
mente premendo il tasto «P». Per cam-
biaria basta andare nello screen delle
mattonelle e premere il tasto «M» su
quella desiderata (per poi tornare al «fo-
glio da disegno»). Ovviamente è anche
possibile scegliere di «tirare giù» lo
schermo «a tendina», per vedere sia le
mattonelle che il foglio da disegno (vedi
foto 9). La metà a destra dello schermo
è quella effettivamente disegnabile,
mentre quella a sinistra serve per avere
un sistema di riferimento. Premendo la
barra spazio si memorizza la mezza
schermata a destra e verrà effettuato
uno scrolling grosso di mezza pagina. A
questo punto potete continuare a dise-
gnare. E anche possibile effettuare uno
scroNig manuale per le correzioni o per
visualizzare una particolare zona della
mappa-tabella; basta servirsi dei tasti
del tastierino numerico «4» per sinistra
e «6» per destra con salti di mezzo
schermo. C'è anche una funzione di
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
173
MEGAGAME 64
GOTO alla pagina numero tal-dei-tali; si
preme «G» e si inserisce il numero
desiderato. Ci sono notevoli possibilità
di rendere più rapida la composizione
della mappa, prelevando fette più gran-
di di una mattonella (gruppi di matto-
nelle) sia dallo screen che le contiene
che dalla mappa stessa (una specie di
funzione brush del DPaint). Per fare ciò
é necessario servirsi dei tasti:
«t» - per indicare la mattonella di start:
k 2» - per indicare quella di end (prele-
vando dalla mappa):
«3» - per indicare quella di end (prele-
vando dallo screen mattonelle).
Per stampare questo gruppo di mat-
tonelle basta premere il tasto «l» (dopo
aver ovviamente «mirato» nel punto
desiderato). Con il tasto «0» si preleva
la mattonella base direttamente dallo
screen della mappa.
In qualunque momento è possibile
salvare («SAVE») la tabella premendo
«shift»-t-«S» e quindi rispondendo alla
richiesta del nome.
Terminata la composizione (circa 15
schermate di ampiezza orizzontale), oc-
corre definire quali tra le mattonelle
dovranno risultare «solide», ovvero im-
penetrabili. sia da parte del giocatore
che da quella dei nemici. É chiaro che
già in fase di disegno si deve studiare
più o meno quali saranno dette matto-
nelle. Esse impediscono di essere at-
traversate e quindi ci si può camminare
sopra (con gli spritel) e possono limita-
re l’avanzata e costringere a «salti». É
importante non disporre più di 3 matto-
nelle solide in verticale, pena un’impos-
sibilità di salto da parte degli sprite.
Vediamo come si definiscono; bisogna
entrare in questa modalità premendo
«shift» + «M». quindi occorre andare
sullo screen delle mattonelle e puntarle
con il mouse, premendo il tasto «M»
per confermare. Terminata la scelta si
preme lo spazio e inizia II processo di
«solidificazione»,' che durerà un bel po’
(circa 15 secondi per mattonella solida).
Ad ogni mattonella completata si udirà
un «beep».
Terminata questa operazione potete
salvare finalmente il blocco dehnitivo
della tabella-mappa. Se per caso avete
solidificato mattonelle sbagliate, baste-
rà entrare nel modo di disattivazione
della solidificazione, premendo «shift»
-H«N» e eseguendo lo stesso tipo di
selezione. Quando una mattonella vie-
ne definita come solida essa si defor-
ma per indicare che viene definita co-
me solida essa si deforma.
Passiamo ora all’edit del movimento
dei nemici. Per entrare in questa moda-
lità occorre premere «shift»-f«0». A
questo punto fate «scrollare» lo scher-
mo di una mattonella alla volta con il
tasto «A» fin quando non arrivate alla
posizione da voi scelta per far apparire
il primo nemico; premete il tasto «I» e
il programma vi chiederà quale deve
essere il tipo di movimento (da 0 a 4). I
numeri corrispondono a:
0 - nemico che cade e si «rompe»
1 - nemico che cade e rimbalza
2 - nemico che avanza verso sinistra
3 - nemico che avanza verso destra
4 - nemico che resta fermo nella posizio-
ne di partenza.
Scelto il tipo di movimento il pro-
gramma ci chiede di posizionare il gio-
catore sullo schermo, quindi dobbiamo
tornare alla mappa e puntare il mouse,
tenendo conto che la megamattonella
che state spostando è delle dimensioni
di un nemico.
Segue la richiesta che stabilisce qua-
le sarà lo sprite di animazione (e dove-
te farvi un elenco di dove sono posizio-
nati nelle vostre schermate; i numeri si
contano da sinistra a destra, come in
foto 6 e 7). Siamo giunti alla conclusio-
ne del blocco dati per il primo nemico;
ora basta ripetere l'operazione per tan-
te volte durante tutto il percorso-map-
pa. Tenete comunque presente che se
sullo schermo dovrebbero esserci più
di 2 nemici, il pnmo di questi che è
stato attivato verrà fatto «esplodere»
(quindi non esagerate con gli attacchi).
Per salvare questa tabella basta preme-
re «shift»-l-«S» e impostare il nome.
La collisione giocatore-nemico compor-
ta un decremento continuo di energia;
la collisione proiettile-nemico comporta
un incremento del punteggio.
Mancano a questo punto solo infor-
mazioni su I file sonori,
La musica campionata deve avere
una lunghezza di 26690 campioni e su
sampling rate di 8363. Il «suonoaio» è
lungo 3778 e ha lo stesso sampling
rate. Il «suonotie» è lungo 1794 e ha
un sampling rate di 9800.
Sul dischetto entrano a mala pena
tutti I dati delle schermate e delle ta-
belle, quindi bisogna farne una copia e
ripulirla delle utility. La stratup-sequen-
ce è già predisposta per far avviare il
gioco in autostart.
Per usare i programmi-utility occorre
caricare il Workbech e fermarlo con
«CTRL»-I-«D» per poi inserire il di-
schetto contenente i programmi e av-
viarli da GLI- Tutte le schermate e le
«ombre» devono essere salvate sullo
stesso dischetto contenente le utility e
poi copiate su quello del gioco, pena
una parziale ma dannosa cancellatura
delle stesse Vi auguro di cuore buon
divertimento.
174
MCmicrocomputern. 94 • marzo 1990
INTEGRATI PER ECCELLENZA
La maggior parie dei produttori hanno
l'abitudine di mettere assieme
un’assortimenio di parti di computer e di
annunciare al tempo stesso che sono
“produttori di sistemi”. E può' andargli
bene, qualche volta. Non sempre. Le
schede possono essere strambe, anecando
ai produttori e di conseguenza a voi, una
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eccellente reputazione sulla base di una
propria industria produttiva, che fabbrica
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PD SOFTWARE
Librerìe per il Clipper
di Gabnele Ramami (MC6901I
Spesso si è soliti giudicare la diffusione e l'importanza di un
linguaggio di programmazione dal supporto che per esso esiste.
Questo supporto può essere sia a livello bibliografico che di librerie e
quest'ultimo punto spesso assume un ruolo rilevante in quei
linguaggi (come ad esempio il C) in cui determinate funzionalità non
sono previste nel linguaggio originale
Il Clipper della Nantuckel, nato come
un clone del ben più noto dBase III della
Ashton-Tate, assunse inizialmente il
ruolo (peraltro limitativo) di compilatore
di programmi dBase, aggiungendo a
questo linguaggio alcune funzionalità
proprie che il programmatore poteva
sfruttare a scapito però della compatibi-
lità in senso inverso.
Due fattori hanno contribuito princi-
palmente all'atfermarsi del Clipper: il
grande successo riscosso dai Personal
Computer in ambiente MsDos, che han-
no messo a disposizione dell'utente ca-
pacità di calcolo più che sufficienti per
la gestione di banche dati di medie e
grandi dimensioni, ed il fatto che gli
sviluppatori di software trovavano la po-
litica «royalty-free» della Namucket net-
tamente più conveniente di quella adot-
tata dalla Ashton-Tate per la distribuzio-
ne commerciale di applicazioni sviluppa-
te in proprio (specie se operanti su
LAN).
Sono quindi sorte negli Stati Uniti
delle banche dati specifiche per il Clip-
per (in genere associate ad un Clipper
User Group) ed in genere ogni BBS
«generai purpose» ha un'area dedicata
ad esso, sia a livello messaggistico che
di programmi.
Vedremo in questa puntata di PD
Software alcune librerie che coprono i
campi più diversi della programmazione
in Clipper; si andrà dalla gestione del-
l’interfaccia utente (windowing. menu,
mouse) alla grafica, dalla gestione del-
l'ambiente operativo alla realizzazione di
help personalizzati.
Spero in questo modo di fornire indi-
cazioni sui tool di sviluppo fondamentali
per un programmatore Clipper, ripro-
mettendomi di tornare nel seguito su
argomenti più specifici.
SuperISO
Cominciamo da una delle più belle
librerie che mi sia capitato di vedere
negli ultimi tempi; la SuperFunction Li-
brary è una collezione di UDF (User
Defined Functions). richiamabili dai pro-
pri programmi, che permettono di rea-
lizzare pacchetti dall'aspetto molto pro-
fessionale in maniera veloce e senza
doversi preoccupare deH'implementa-
zione a basso livello delle singole opera-
176
MCmicfOComputer n. 94 - marzo 1990
PO SOFTWARE
Come consigliato dal manuale, il mo-
do migliore per impratichirsi con le varie
funzioni é di compilare il programma di
esempio contenuto nel file ZIP e. man
mano che le varie funzionalità compaio-
no sullo schermo, seguire il listato-
si rimane veramente stupiti nel vede-
re come con una sola macro istruzione
si possa creare un ambiente operativo
completo per la gestione di un archivio,
con menu pop-down, settaggio interatti-
vo dei colori, funzioni di base per la
visualizzazione e l'editing dei record irv
corporate e la possibilità di poter defini-
re una seconda serie di menu a proprio
piacimento.
Le funzioni a disposizione sono più di
50 e coprono un ampio ventaglio di
argomenti (tabella 1); le più interessanti
sono senza dubbio quelle che permetto-
no di creare degli ambienti interattivi
per l'editing ed il browse (singolo o
multiplo) dei file, la stampa di report ed
etichette, la costruzione tramite «pick-
list» di query per la ricerca dei dati, la
visualizzazione «full-screen» di file di
testo, la scelta della directory di lavoro.
Le varie operazioni vengono automa-
ticamente implementate con window
ombreggiate e «hot-key» associate a
tasti funzione; è disponibile inoltre una
funzione che presenta un completo si-
stema per la scelta dei colori, dei tipi di
ombreggiatura e dei bordi dei menu e
delle window.
La documentazione è completa e di
facile consultazione e nell'ultima versio-
ne è stata inserita in un programma di
hypertext, con possibilità di stampe par-
ziali delle singole parti.
La libreria è pienamente utilizzabile
nella sua versione shareware; è comun-
que molto conveniente registrarsi pres-
so l'autore sia per il basso prezzo (circa
50 $) sia perché si possono ottenere i
sorgenti, il file dati per le Norton Guides
e l'accesso al BBS di supporto.
Nella documentazione l'autore affer-
ma che non ha mai provato la libreria in
programmi funzionanti in rete, ma che
non dovrebbero esserci controindicazio-
ni particolari: lo stesso dicasi per la
possibilità di utilizzarla con la nuova rele-
ase 5.0 del Clipper già annunciata e di
prossima immissione su! mercato.
É in definitiva una libreria molto bella
che permette di realizzare con poche
istruzioni programmi completi e dall'a-
spetto molto professionale, cosa questa
molto importante al giorno d'oggi in un
mercato dove le interfacce utente dei
programmi assumono un aspetto a vol-
te determinante nella scelta da parte
deH’utente,
AEclip
Questa libreria prende il nome dalla
Auto Exec BBS il cui sysop è l'autore
delle routine in essa contenute.
La libreria contiene funzioni per la
rilevazione dei principali parametri di un
PC, quali il numero di drive presenti, la
quantità di memoria installata, il numero
di porte seriali e parallele presenti, il
tipo di monitor installato (colore o b/n),
la presenza o meno di un coprocessore
matematico, oltre a funzioni che ritorna-
no lo stato dei tasti INS, CAPS, NUM
(tabella 2).
Un altro gruppo di funzioni permette
invece di effettuare fe normali operazio-
ni sulle directory (change, renarne, ecc.)
con la possibilità, cosa questa molto
importante, di impostare il patri comple-
to; completa l'elenco una funzione per
effettuare un «soft boot» della mac-
china.
Dato il toro basso costo (15 $j e la
possibilità, una volta registrati, di otte-
nere i sorgenti in C (MSC 5.1), queste
funzioni si rivelano una buona scelta in
quei casi in cui si debba realizzare un
programma che, al momento dell'instal-
lazione 0 durante il funzionamento, deb-
ba conoscere le caratteristiche della
macchina «ospite».
Lasthelp
Tra tanto software proveniente da
oltreoceano fa piacere trovare delle pro-
duzioni «nostrane»; la libreria Lasthelp
è stata infatti realizzata da Valter Colli di
Bologna ed è composta da una parte in
Assembler ed una in Clipper Summer
87.
Il Clipper permette di assegnare al
tasto funzione FI (come è prassi comu-
ne nei programmi MsDos) la modalità di
richiamo deH'Help, che può essere per-
sonalizzato a piacimento del program-
matore.
Questa libreria, come si capisce dal
nome, ha come funzione principale
quella di realizzare un help in linea per
un programma; i vantaggi neH'utilizzo di
questa libreria al posto della tecnica
tradizionale offerta dal Clipper sono so-
stanzialmente due:
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
177
PO SOFTWARE
AECLIP ZIP
L.ASTHELP ZIP
SUPER150 ZIP
PROCLIP2 ZIP
CLIPGRAF ZIP
PRNLIB ZIP
97512 10-16-89 10:19p
14883 5-03-89 10:17p
178636 1-03-90 3:50a
76089 12-20-89 9:30p
66613 2-02-89 8:26p
20229 1-22-90 l:03a
— possibilità di definiie per ogni istan-
za di un comando ACCEFT, INPUT, ME-
NU TO, READ 0 WAIT presente nel
programma una finestra di help dalle
dimensioni settabili a piacere (in manie-
ra interattiva) e con un testo personaliz-
zabile;
— possibilità di realizzare i vari help
quando il programma è completato e lo
si sta provando; settando un'opportuna
variabile, infatti, è possibile abilitare l'e-
diting delle varie finestre di help.
Quando viene premuto il tasto FI la
routine di help cerca in un proprio archi-
vio se è presente la tripla ‘'procedura di
chiamata, linea, variabile»; in caso affer-
mativo viene visualizzato l’heip relativo
mentre in caso contrario ne viene richie-
sta la definizione.
Altre funzionalità relative al testo da
accodare alla procedura sono disponibili
nella versione che si ottiene al momen-
to in cui ci si registra.
Altre funzioni contenute in questa li-
breria permettono di effettuare opera-
zioni logiche binarie in formato sia a 8
bit (byte) che a 16 bit (word) e di gestire
le 65536 porte teoriche di un PC.
La quota di registrazione richiesta per
questa libreria è di L 35.000 che mi
sembrano più che giustificate dalla qua-
lità del prodotto.
PR0clip2
La Professional Clipper Library (ver-
sione 2.0, costo 25 S) é una libreria
'«generai purpose» scritta in Assembler,
che fornisce al programmatore degli uti-
li strumenti soprattutto per quanto ri-
guarda la gestione del video; nel file
shareware è inoltre contenuto il file di
documentazione nel formato leggibile
dalle Norton Guides.
Le funzioni disponibili sono circa 30;
una parte di queste sono dedicate a
rilevare il tipo di adattatore video pre-
sente nel sistema ed a settare i colori
dello schermo, compreso il bordo il cui
colore non è settabile con l'istruzione
SET COLOR TO... del Clipper.
Queste funzioni per il settaggio dei
colori possono operare anche su win-
dow e relativi bordi senza che ci sia
bisogno di riscrivere il box o il testo
contenuto nella parte di schermo inte-
ressata dall'operazione: inoltre tramite
la funzione ERASTEXT é possibile can-
cellare i caratteri di testo da una zona
del video lasciando inalterati ì caratteri
grafici.
Tramite un gruppo di quattro funzioni
è possibile salvare in una variabile di
memoria, e quindi recuperare in un se-
condo momento, sia una parte di scher-
mo che l’attuale forma e posizione del
cursore; la window prelevata da una
tale variabile di memoria può anche
essere posizionata in un punto differen-
te dello schermo e con altri colon rispet-
to aH’originate.
Due potenti funzioni per la ricerca di
stringhe sono la WILDAT e la WILDRAT;
esse permettono di cercare la prima oc-
correnza di un data stringa m un’altra
(anche utilizzando le «iwildcard»). igno-
rando eventualmente la differenza tra
maiuscole e minuscole, sia da sinistra
verso destra che viceversa.
Altre funzioni degne di nota sono la
RESET e la UNRESET (per effettuare un
reset della macchina o disabilitare la
combinazione di tasti CTRL-ALT-DEL),
la CLOCK e la SOUND (per visualizzare
un orologio sullo schermo e per genera-
re suoni di durata variabile) e la
VSCROLL (per effettuare lo scrolling
nelle quattro direzioni di una parte dello
schermo).
Anche in questo caso il prezzo richie-
sto per registrarsi è più che onesto ed
allineato alle prestazioni offerte.
Clipgraf
I! Clipper nasce come linguaggio per
la realizzazione di programmi per la ge-
stione di archivi di dati e, benché com-
pleto di molte funzionalità che permet-
tono al programmatore di utilizzarlo an-
che per altri campi applicativi, risente
della mancanza di specifiche funzionali-
tà per la gestione del mouse e della
grafica avanzata.
La Clipgraf nasce proprio con l'intento
di ampliare le possibilità del Clipper in
questi campi; le funzioni in essa conte-
nute permettono di effettuare operazio-
ni grafiche sia a basso che ad alto livello
e di gestire il mouse sia in modalità
grafica che in modalità testo.
Le (unzioni grafiche spaziano dalle
operazioni sul singolo pixel all'animazio-
ne. dalla rilevazione dell’adattatore grafi-
co installato al disegno di grafici; la
libreria supporta le schede CGA, Hercu-
les, EGA e VGA e per ottenere migliori
prestazioni utilizza routine che vanno a
scrivere direttamente in memoria video.
Con il programma demo contenuto
nel file ZIP è possibile farsi un'idea delle
potenzialità di questa libreria; la grafica
viene gestita in maniera veloce ed effi-
ciente, tanto che quando il demo è
finito viene spontaneo andare a scorrer-
ne il listato e si rimane abbastanza
sorpresi nel vedere come operazioni
abbastanza complicate vengano effet-
tuate tramite la chiamata ad una sola
furizione.
É possibile tramite questa libreria
operare in tutti i modi grafici permessi
dalle varie schede video (esiste anche
una funzione di uautodetect» del modo
grafico), effettuare operazioni sui singoli
pixel e salvare e recuperare immagini
su supporto di massa ad incredibile
velocità: i dati contenuti negli archivi
possono essere inoltre presentati in for-
ma grafica tramite funzioni di disegno di
linee, grafici a barre e a torta.
E possibile inoltre sia definire dei
"viewportii per l'output sullo schermo,
ovvero regioni rettangolari del video su
CUI disegnare grafici ed immagini, che
definire window in cui far scorrere un
testo.
Molto comode si rivelano le funzioni
di gestione del mouse che permettono
di implementare questo comodo siste-
ma di puntamento senza doversi preoc-
cupare dei dettagli a basso livello delie
chiamate al Bios per il passaggio dei
parametri.
Con questa libreria si può con poco
sforzo realizzare programmi molto belli
e dall'aspetto professionale; il costo per
la registrazione (20 S) è veramente bas-
so rispetto alla qualità del materiale
contenuto nella librena ed inoltre la ver-
sione registrata non presenta la scher-
mata "Shareware» ogni volta che si
lancia un programma che utilizza le fun-
zioni della libreria.
PRNLIB
Nel realizzare un programma spesso
non si conosce a priori il tipo di stam-
pante su CUI SI dovrà produrre l'output
dei dati oppure si deve prevedere la
possibilità di utilizzo con stampanti di
tipo differente: differenti formati di
output richiedono inoltre differenti stili
178
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
PD SOFTWARE
di Stampa (grassetto, sottolineato, con-
densato, ecc-..).
Con la Printer Control Library è possi-
bile gestire da programma la stampante
ed I dati inviati in stampa; le funzioni di
questa libreria si possono dividere in tre
categorie principali: Inizializzazione (per I
settaggi), codici di controllo (per inviare i
codici di controlo alla stampante) e inte-
stazioni di pagina (per gestire i margini e
le intestazioni).
Gli attributi di stampa supportati sono
sei e possono essere anche combinati
tra di loro: normale, esteso, condensa-
to. grassetto, sottolineato e corsivo; per
attivare o disattivare uno degli attributi
viene utilizzata una variabile di memoria
dal nome composto dal prefisso PRN_
seguito dalla sigla dell'attributo ed un 1
(set) 0 uno 0 (reset).
In questo modo si possono facilmen-
te memorizzare in un file MEM tutte le
variabili di memoria con i valori relativi
ad un determinato tipo di stampante (la
stessa convenzione per i nomi delle
variabili vale per tutti i parametri di una
stampante): nella fase di inizializzazione
del programma (o durante l'esecuzione
dello stesso) basterà caricare il file rela-
tivo alla stampante che si dovrà utilizza-
re ed attraverso le chiamate alle funzio-
ni di questa libreria si potrà operare
senza doversi preoccupare dei valori da
inviare di volta in volta alla stampante,
rendendo cos) più semplice la stesura
dei programmi che assumeranno una
struttura più parametrica.
Per quanto riguarda il layout della
pagina è possibile controllare i margini
destro e sinistro, la lunghezza, il margi-
ne superiore ed inferiore ed il margine
destro esteso (es.: 132 colonne); nel-
l'ambito di una singola pagina le variabili
LINE, PAGE e FIRST riportano rispetti-
vamente il numero di linea, il numero di
pagina ed un flag che si attiva qualora la
pagina in questione sia la prima.
Sempre in variabili aventi il nome
prefissato da PRN_ é possibile memo-
nzzare t valori necessari all'inizializzazio-
ne della stampante, ad effettuare un
salto pagina, a stampare un’intestazione
su ogni pagina e cosi via.
La libreria utilizza nelle sue funzioni i
valori contenuti in queste variabili: sono
presenti funzioni di tipo on/off per atti-
vare e disattivare gli stili di stampa e
funzioni più complesse come la NEXT-
LINE che salta un determinato numero
di righe, inserisce un certo numero di
spazi al margine sinistro e quindi stam-
pa I dati passati come parametro.
Il metodo utilizzato in questa libreria
per gestire la stampa dei dati su diversi
tipi di stampante è molto semplice ed al
tempo stesso polente e fornisce un
comodo strumento per chi deve rea-
lizzare programmi facilmente portabili
da una macchina ad un'altra.
Conclusioni
La quantità di software PD per Clip-
per disponibile sui vari BBS é enorme e
questa rapida carrellata è stata soltanto
per «dare un'occhiata in giro», analiz-
zando librerie per vari tipi di utilizzo.
Se qualcuno dei lettori volesse segna-
larmi altre librerie interessanti può con-
tattarmi su MC-Unk (codice MC6901),
da cui potrete anche prelevare i file di
cui si è parlato m queste pagine (i nomi
sono riportati nella tabella 3).
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MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
179
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di Corrado Conforti
La volta scorsa abbiamo visto
quali sono i programmi di
comunicazione e di
compressione più utilizzati
con il CP/M del CI 28 e
deH'MSX2. Questo mese
invece cominceremo a
trattare in modo più specifico
alcuni tra i migliori programmi
Public Domain che è possibile
trovare nelle aree file dei BBS
nazionali e stranieri
Lìrìguaggi di programmazione
Esistono una gran quantità di lunguag-
gi di programmazione per il CP/M di
pubblico dominio, alcuni certamente da-
tati, ma altri ancora abbastanza attuali. É
infatti possibile trovare compilatori ADA.
ALGOL. BASIC. C, COBOL. FORTH,
LISP, PILOT completi di documentazio-
ne in formato ASCII. L'unico problema é
che spesso tali compilatori non sono del
tutto standard, ma lavorano su dei sub-
set dei linguaggi originali o peggio anco-
ra con dei "dialetti".
Negli ambienti CP/M é da anni noto lo
SMALL-C, compilatore C scritto nei pri-
missimi annni '80 da Boy Cain. Tale
linguaggio accetta un subset dei C stan-
dard e gira perfettamente su macchine
Z80 come l'MSX e il CI 28. Il compilatore
legge un codice C e produce in output
un file in Assembly Z80. Nell'archivio di
distribuzione è incluso anche un assem-
blatore chiamato ZMAC che permette di
creare un file rilocabile con estensione
.OBJ. Sempre incluso nel package c'è
anche un linker. ZLINK. che permette
poi di ottenere un file eseguibile. Come
specificato nelle documentazioni acclu-
se, il compilatore, l'assemblatore e il
linker sono tutti di pubblico dominio.
Lo ZBASIC é invece una versione del
Basic scritta originariamente per girare
su delle vecchie macchine North Star,
ed ha ancora una sintassi completamen-
te compatibile con il North Star Basic,
con tutti i suoi vantaggi e svantaggi. Il
linguaggio viene rilasciato al pubblico
dominio come un interprete e può esse-
re un valido sostituto delI’MBASIC della
Microsoft. Le istruzioni allegate sono
complete tra l'altro di un manuale di
riferimento rapido
Degno di nota é anche l’XLISP, un
linguaggio sperimentale che combina le
caratteristiche del LISP con la possibilità
di una estensione «Object Oriented». Lo
scopo di un tale linguaggio è di permet-
tere lo studio e la sperimentazione della
programmazione Object Oriented (parti-
colarmente in voga oggi) sui piccoli com-
puter CP/M 80. È completamente scritto
in linguaggio «C» (insieme al programma
sono distribuiti i sorgenti) e può essere
facilmente esteso con funzioni e classi
scritte dall'utente- Molte tradizionali fun-
zioni del LISP sono state implementate
e le documentazioni sono chiare e detta-
gliate.
Particolarmente utile agli studenti di
ragioneria sarà l'uso del MICRO-COBOL
2.1 . Il compilatore è discretamente stan-
dard e non credo potrà dare problemi a
chi lo userà per motivi di studio. E
composto di due parti, ognuna delle
quali legge una porzione del sorgente in
input- La parte uno legge il prc^ramma
fino alla fine della «data division» e
costruisce la symboi table. Alla fine del
suo lavoro, la parte uno viene sostituita
dalla parte due che usando la Symbol
table produrrà il codice eseguibile. Il
codice prodotto è ottimizzato per ridurre
al minimo il consumo di RAM.
Di notevole interesse sono anche i
vari assemblatori di pubblico dominio,
dal momento che non è raro trovare
qualche utente CP/M che non sia fornito
del MAC80 (Microsoft) o dell'ASM (Digi-
ta! Research). Tra i molti in circolazione
mi sembra opportuno segnalare lo
ZASM. Questo è un potente Macro-
Assemblatore per il set di istruzioni Z80.
Riconosce in input un file in codici mne-
monici Zilog Z80 e produce degli output
sia con estensione di tipo .HEX (compa-
tibile con l'ASM) che .REL (compatibile
con il MAC80). E accompagnato da det-
tagliate istruzioni, ma l'autore di queste
afferma che non dà nessuna garanzia
sull'accuratezza delie stesse, poiché si
basano su un lavoro di disassemblaggio
e di sperimentazione, visto che il pro-
gramma originale è stato reperito su un
BBS americano senza alcuna documen-
tazione.
ScreenWright
Lo ScreenWright è un programma di
fomnattazione di testi specificatamente
creato per creare copioni teatrali o cme-
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
181
PD SOFTWARE
matografici. Nella dettagliatissima docu-
mentazione SI fa notare come il formato
specifico dei copioni televisivi e/o cine-
matografici sia estremamente particola-
re e che l'uso di un normale Word
Processor in questo lavoro diventa
estremamente lungo e faticoso. Il pro-
gramma è stato scotto appositamente
per risolvere questi problemi in modo
facile e rapido cosi che l’autore della
sceneggiatura possa concentrarsi mag-
giormente sullo scrivere e non perdere
tempo con i manuali dei word proces-
sor. Per usare ScreenWnght, basta scri-
vere il proprio copione usando un qual-
siasi text editor che crei un file ASCII
(ad esempio PC-Write, Wordstar, Per-
fect Writer, etc). Dopo di ciò lo Scre-
enWright si occuperà di stampare sul
video 0 sulla stampante il copione nel
formato più adatto.
Il programma va installato sulla pro-
pria macchina con il programmino di
installazione che viene fornito. Basta
rispondere alle semplici domande che
compaiono sul video e alla fine viene
salvata su disco la versione installata
dello ScreenWright (più o meno la stes-
sa procedura che si esegue con l'instal-
lazione del Wordstar o del TurboPa-
scal).
Il manuale fornito a corredo è compo-
sto da 4 capitoli in cui vengono spiegati
tutti i comandi operativi del programma,
le sue funzioni, gli scopi etc. In allegato
ci sono 5 appendici che trattano in
modo approfondito i giusti parametri di
formattazione richiesti dai copioni televi-
sivi, alcune considerazioni sugli editor di
testo, l'installazione del terminale, il
concetto di software Shareware e un
sommano dei comandi dello Screen
Wright.
PC-File
Il PC-File è un programma di gestione
Data Base «generai purpose», nel senso
che non è stato fatto presupponendone
un particolare uso. Il pregio fondamenta-
le del PC-File è la sua semplicità d'uso,
tant'é che è realmente semplice, sia per
l'utente casuale, sia per quello più smali-
ziato, creare e lavorare su dei file di dati
e farne dei resoconti da stampare su
carta.
Il PC-File permette di organizzare e
ordinare i dati praticamente in ogni ordi-
ne. permette il rapido accesso ad ogni
record del file, con sofisticate tecniche
di ricerca. Permette l’import e l'export di
dati verso altri programmi e/o database
come il Wordstar o il DBase II. Ma più di
ogni altra cosa, il PC-File è semplice. La
maggior parte delle persone potrà usarlo
senza aver la necessità di leggere le
istruzioni o di dover fare dei lunghi
periodi di apprendimento. Il completo
manuale fornito servirà solo per appren-
dere quelle pochissime azioni non del
tutto elementari.
Video Display Oriented Editor
La maggioranza degli utenti CP/M per
creare sorgenti per i loro programmi si
servono deli’editordel TurboPascal o del
Wordstar nel modo non documento, ma
entrambi hanno lo svantaggio di essere
dei grossi programmi. Nel primo caso
LHARC per PC/M
in chiusura, la scorsa volta, dicevo che
era lecito aspettarsi per l'immediato futuro
le versioni CP/M dei compressori ZIP e
LHARC. Ebbene sembra proprio che io
abbia il dono della preveggenza. Infatti una
persona abbastanza conosciuta tra i lettori
che hanno un MSX, Francesco Duranti, si è
messo al lavoro e ha tirato fuori un com-
pressore LHARC per CP/M!
Francesco, che studia come perito infor-
matico a Roma, trovò ai primi di gennaio
alcuni sorgenti in «C» di compressione di
Huffman in un BBS americano [Grey Mal-
ter BBS (2131-791-6260! e dopo averli ana-
lizzati gli venne un'idea: sarà possibile da
questi sorgenti parziali e non funzionanti,
tirare fuori un compressore LHARC compa-
tibile con quello MS-DOS e Amiga? Ci é
voluto quasi un mese di lavoro e l'inclta-
mento del sottoscritto che gli telefonava a
casa praticamente in ogni momento per
sollecitarlo e per «cancarlo» in un certo
qual modo.
Ebbene alla fine ci è riuscito. Francesco
è riuscito a buttare giù un lungo pezzo di
codice «C» per usare le routine preesisten-
ti, e dopo aver compilato il tutto con l'Atzec
C 1.05 ecco fattoi L'impresa è degna di
nota in quanto per una volta un prodotto
come l'LHARC per il CP/M è stato svilup-
pato in Italia da un italiano, battendo sul
tempo gli statunitensi: infatti siamo stati
noi a fare l'upload del compressore negli
Stati Uniti! L'LHARC è completamente
compatibile con i file .LZH creati dalle mac-
cnine MSDOS e Amiga e sul CPM gii
archivi sono dissolviblli normalmente con
l'LH-RDII COM analizzato la volta scorsa.
182
insieme ail'editor si ha in memoria l’inte-
ro compilatore della Borland lasciando
quindi all'utente poco spazio per il suo
lavoro (non scordiamoci mai che i siste-
mi CP/M anche se Bank Switching come
11 C128 e l’MSX2 vedono sempre e solo
64K RAM!). Nel secondo caso invece, si
ha in memoria un programma molto
grande, e che tra le cose ha frequente-
mente la necessità di accedere ai file di
overlay sul disco, rallentando quindi di
molto le operazioni Ecco quindi che si
ha la necessità di avere un piccolo ma
efficiente editor di testo per scrivere i
sorgenti dei propri programmi (ad esem-
pio in «C». Fortran, CoboI, Assembly,
Basic e in genere per tutti i compilatori
che necessitano sorgenti in ASCII). Ab-
biamo allora il VD025. acronimo di Video
Display Oriented Editor vers. 2.5. É un
programmino di neanche 7 Kbyte e quin-
di rapidissimo da caricare in memoria e
che lascia una gran quantità di spazio
libero per l’utente (quasi 52K utili!). Tutte
le operazioni vengono eseguite in me-
moria. senza continui swap su disco
come il Wordstar e dell'editor del Turbo
Pascal, cosi che non ci saranno dei
problemi con l'uso dovuti al cambiamen-
to di ambiente di (avoro.
L'attuale versione permette una rapi-
da installazione del programma sulla pro-
pria macchina grazie alle istruzioni estre-
mamente complete e alla possibilità di
scegliere la propria emulazione di termi-
nale tra moltissime predefinite. L'instal-
lazione è praticamente immediata sia
per il C128 che per l'MSX2. Dopo un
periodo di uso del VD025 posso dire di
esserne rimasto abbastanza soddisfatto,
anche paragonandolo al noto ED80 della
Hisoft, editor che è divenuto pratica-
mente uno standard nel mondo CP/M.
Il manuale di 1 5 pagine accluso nell'ar-
chivio é molto dettagliato ed é diviso in
12 sezioni che passo dopo passo porta-
no alla scoperta delle peculiarità del
programma.
Prima di concludere vorrei parlare di
due programmi PD che nonostante l'ap-
parenza si sono rivelati estremamente
utili il WSFAST23 e l'SD131
WSFAST vers. 2.3
Tutti gl utenti CP/M che usano il
Wordstar si saranno resi conto della
lentezza di tale wordprocessor sulle mac-
chine Z80. D'altronde la sua potenza to
rende praticamente senza rivali sui picco-
li computer a 8 bit . Cosi ecco che qualche
utente americano di Wordstar, qualche
tempo fa, stanco delle insostenibili pause
del programma, decise di creare delle
modifiche al proprio Wordstar, facendo
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
PD SOFTWARE
si che questo elimini la maggioranza delle
pause. Ecco quindi il WSFAST Una volta
aperto Tarchivio, si avrà sul disco un
insieme di file. Leggendo le documenta-
zioni. si vede come si dovrà copiare sullo
stesso disco sia lo STAT.COM che il
DDT COM (entrambi comandi esterni del
CP/M) e la versione NON installata del
Wordstar (normalmente sul disco di di-
stribuzione dei WS questa si chiama
WSU.COM). Dopo di che basterà dare il
comando EX (una versione più recente
del SUBMIT) seguito dai parametri più
opportuni. Questo da solo apporrà le
modifiche necessarie al file WSU.COM e
andrà a creare su disco una nuova versio-
ne di Wordstar, molto più veloce (tra
l'altro il sottoscritto la sta utilizzando
proprio in questa momento!)
Super Directory vere. 1.31
L'S0131 é uno tra i più versatili pro-
grammi che si possano trovare per il
CP/M 80, e serve fondamentalmente
per visualizzare delle informazioni ag-
giuntive rispetto a quelle normalmente
fornite dal comando DIR del CP/M.
L'SD permette di redirigere l'output
sul video, su una stampante o anche su
un file sul disco per un uso successivo.
Il programma permette di ordinare alfa-
beticamente le directory sia orizzontal-
mente che verticalmente. Permette
inoltre la visualizzazione del numero dei
file usati nel drive o directory corrente,
quanto spazio occupano, quanto spazio
libero rimante sui disco. Alcune tra le
opzioni più significative sono;
— la possibilità di selezionare tutte le
directory del drive in uso;
— visualizzare le dimensioni dei file in
Kbyte o in record (128 byte):
— visualizzazione delle directory per
tutti I drive attivi a partire dal primo
disponibile:
— creazione di un file chiamato «DISK-
.DIR» nella user area 0: contenente la
directory appena letta;
— possibilità di visualizzazione dei file
inclusi negli archivi ,LBR, .ARC, .ARK;
— possibilità di visualizzare solo i file di
sistema .SYS;
— ordinare i file per estensione o per
nome;
— visualizzazione del numero di versio-
ne e della data attuale.
È particolarmente comodo nnominare
rSD131 in DIR e far si che sia sempre
visibile alla macchina, così che chiaman-
do la directory del disco corrente si
abbia a disposizione un quantitativo
maggiore di informazioni.
Conclusioni
Come al solito, tutti i programmi di cui
SI è parlato sopra sono reperibili anche
nell'area file di MC-Link, oltre alle nuove
versioni degli stessi, dal momento che un
vero esercito di utenti CP/M ogni notte si
riversa nei BBS americani per effettuare il
download dei nuovi programmi reperibili
sul mercato Public Domain. Alla prossi-
ma volta. MC
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
183
ARCHIMEDES
tf; Bruno Roseti
Panorama Software
Dopo aver visto quello che
offre il rinnovato catalogo
Delphi, questo mese
amplieremo il discorso con
una pnma panoramica su
quello che invece é l'effettivo
parco software di Archimedes
oltre Manica...
Nuovi prodotti software
Ceravamo lasciati il mese scorso do-
po aver galoppato abbastanza spedita-
mente su quello che il catalogo Delphi
metteva, hardware e software, a dispo-
sizione dell'utenza italiana. Un servizio
decisamente di livello e a cui l'utente
italiano può attingere sicuro di trovare le
giuste risposte alle proprie esigenze.
Ma é chiaro comunque che, pure se
abbastanza esteso, il catalogo non può
certo comprendere l’intera produzione
che gravita intorno al nostro RISC.
Da qui t'idea di dare xun'occhiata» a
quello che è l'effettivo parco-software
di Archie nella sua terra d’origine. E a
giudicare dalle vostre lettere, la cosa
dovrebbe essere effettivamente gra-
dita.
Ed iniziamo subito forte citando, della
AVP Computing, l'avvenuta trascrizione
sotto RISC-OS del programma per DTP,
Pixel Perfect (95 sterline, please). L'ap-
plicativo, in perfetto «windowing style»
può ora girare in concorrenza con altri
applicativi e assumere nella sua stessa
pagina di lavoro, quella di un altro pro-
gramma sul quale si sta lavorando in
tranquillo multitasking. In pratica, se ad
esempio si sta scrivendo del testo in un
word processor o disegnando qualche
«sprite», questi possono finire in una
pagina del Pixel Perfect, senza procede-
re ad alcuna operazione via disco. Potre-
mo cioè impaginarli direttamente nel
DTP.
Le altre caratteristiche di spicco del
Pixel Perfect sono il flow automatico
del testo, il grosso quantitativo di font a
disposizione — tra l'altro arricchibile con
le funzioni di inport — e le capacità di
disegno, con la possibilità di poter mani-
polare qualsiasi forma geometrica. La
sua capacità di data-storage si estende
ora a 15 pagine A4 complete per disco.
Nato per l’ambiente scolastico-scientifi-
co. il Pixel Perfect è integrabile con gli
archivi-immagini che l’AVP Computing
immette continuamente sul mercato.
Simili moduli sono pubblicazioni
estremamente preziose, frutto della
ventennale ricerca che la stessa softwa-
re house opera nel campo scientifico al
servizio di un'utenza che. da quella sco-
lastica, come già detto, si estende fino
a toccare i più svariati campi della
scienza.
Completano l'elenco dell'AVP Com-
puting ben 65 programmi formativi che,
compresi in un raggio di utenza che va
dai quattordici ai diciotto anni, riescono
a coprire, traslando nella struttura scola-
stica italiana, l'intero ciclo delle medie
inferiori e superiori.
La volta scorsa, a riguardo dei prodot-
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
ARCHIMEDES
ti delia Lingenuity e parlando della nuo-
va versione del Presenter II, avevamo
anche accennato al Presenter Story,
non ancora nel catalogo delia Delphi,
ma già famosissimo in Inghilterra. Due
parole di più non guastano.
Il PStory è un package per'DTVideo di
notevolissime capacità. A partire dal Lo-
go-editor con il quale è possibile proce-
dere alla realizzazione di marchi e sim-
boli. per arrivare alla Business Graphics
con preset per video animation e la
possibilità d'importare immagini (e vo-
gliamo trascurare il genlock?). Lavoran-
do grafiche a 640x256 per 16 colori e le
possibilità offerte dalla sovrimpressio-
ne, il Presenter Story è il modulo ideale
per il videografico di professione.
Costo; 200 sterline; disponibilità in
Italia: credo al più presto. Per informa-
zioni comunque scrivere alla Lingenuity:
P.O. Box 10. Halesvorth Suffolk IP19
ODX.
Fra I moduli per il System DeltaPlus. il
Reporter, il formidabile Atelier, il sem-
preverde GammaPlot, il SigmaSheet e
la corona di game e che la Minerva
Software produce che l'utente italiano
già conosce, trova spazio in questa pa-
norarpica d'oltremanica, il GraphBox
(80 sterline). Un altro presenter che la
prolifica casa inglese immette sul mer-
cato per il mondo della Business (e
della Statistici Graphic. Pienamente
RISC-OS. oltre che predisposto ad ac-
cettare i dati di graficizzare nella classi-
ca forma degli spreadsheet, il GraphBox
è compatibile con programmi quali Edit
e Draw e dispone di 20 diversi tipi di
rappresentazione. Compreso nel listo-
ne. il 3D con le dimensioni variabili a
scelta dell'utente dei tre assi, più la
possibilità di includere nei suoi calcoli i
valori di funzioni quali COS, SIN. RAD,
ACS, etc.
Della serie utility poi. ecco i moduli
della Musbury Consultante. Fra i Colour
Dumps (30 sterline) predisposti per il
dump su modelli di stampanti a colori
(disponibili il CD-Integrex 132 e il CD-
Canon) troviamo interessante citare il
Grey Dumps (15 sterline). Un modulo
rìlocabile. caratterizzato dalla possibilità
di dump-are lo screen in multitono con
stampe a misure preselezionate e nelle
più svariate modalità di stampa dei mo-
delli Epson e compatibili.
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
Se l'ARC-PCB Design System, il Real-
Tlme Solids Modellar ed il SolidCAD 3D
sono bellamente compresi nel catalogo
Delphi, c'è un altro package — e che
package! — prodotto dalla Silicon Vision
che vorremmo vedere presto in Italia.
Sto parlando del FILM-Maker. il già
famoso DTV per Macintosh. Un packa-
ge da 80 sterline per la sceneggiatura e
l'esecuzione di sequenze animate in 3D
con relativo movimento del punto di
ripresa. Suo punto di forza è la capacità
di auto-calcoiarsi i frame intermedi dei
fotogrammi introdotti daH'utilizzatore,
rendendo estremamente fluida la se-
quenza generata.
Il pacchetto è disponibile completo di
una notevole libreria di scene e di un
database per il settaggio dei path desi-
derati.
Inutile aggiungere che FILM-Maker
accetta immagini 3D realizzate con il
SolidCAD e il RealTime Solid Modeller...
dato che ne é il formidabile animatore
consigliato dalla casa.
AutoDesk. Dalla famosa AutoDesk,
arriva la notìzia del prossimo rilascio di
AutoSketch II. Si prevedono grossi
ARCHIMEDES
cambiamenti — primo fra tutti l’inqua-
dramento sotto RISC-OS e si sussurra
di moduli per l'animazione.
CADSoft Computer Graphics, spe-
cializzata nella realizzazione di sistemi
completi per il .mondo della videografi'
ca. porta nel suo listino il Maestro-
Presenter. Una unità di lavoro che ba-
sandosi su di un A400 è in grado, grazie
alla sua particolare configurazione hard-
ware e software di gestire la produzio-
ne e realizzazione di qualsiasi prodotto
videografico. Dalle animazioni al più
«semplice» SlideShow. In pratica, fa
CCG costruisce intorno ad Archie tutta
una serie di remote-control che permet-
tono di collegare il nostro con ogni tipo
di periferica (VCR. dia-proiettori, etc.)
delegando al RISC la «regia» dell'insie-
me per realizzare il prodotto finale.
Archie diventa cosi una sofisticata
console audio/video.
DTP-news
E tanto per rendere più completa la
panoramica, credo che vi possa interes-
sare sapere qualcosa su un pezzo hard-
ware che forse starete ad invidiare agli
altri utenti di personal computer. Ovve-
ro: lo scanner, uno dei primi modelli
disponibili è lo SCAN-Light. realizzato
per il nostro in due distinte versioni; Il
tipo A4 (500 sterline circa) e il più
economico «handy» a 190 sterline. Da
200 a 400 dpi, con quest'ultima risolu-
zione raggiungibile nella versione a ma-
no per mezzo della tecnica óeW'half-
width. Io SCAN-Light viene fornito com-
pleto di una scheda d'interfaccia da
inserire internamente alla macchina.
Sulla stessa scheda tra l'altro, è stato
ROMizzato il software di gestione. Un
optional che la Computer Concepts —
la stessa software house del pacchetto
per DTP Impression — mette a disposi-
zione dell’utente, praticamente gratis.
Un software completamente standar-
dizzato al RISC-OS con windowing e
controllo della zoom-view dall’l al
999%. la possibilità di eseguire scansio-
ni a mezzo tono o monocromatiche, di
comprimere i file e crearne «sprite» da
utilizzare in qualsiasi pacchetto grafico
che li accetti,
Lo SCAN-Light, ora che Archie ha uno
fra I più bei pacchetti per DTP — vedere
su MC dì gennaio l’articolo dedicato
all’Acom Desktop Publisher — potrebbe
diventare un acquisto necessario. E di
conseguenza è facile prevederne un
buon successo. Più che la versione da
tavolo, ovviamente, sarà quella detta
«iunior» ad essere più desiderata dagli
archimediani. La Computer Concepts ha
sede in Gaddesden Place Hemi Hamp-
stead, Hertfordshire HP2 6EX.
A conferma che il discorso scanner
sta rapidamente prendendo piede,
un’altra ditta, la BeeBug Limited, ha da
poco reso disponibile al pubblico le due
versioni, handy ed A4, del suo modello
Scavenger che, rispetto allo SCAN-
Light. a parità di prestrazioni di lettura,
sembra disporre di un software legger-
mente inferiore. E tale è anche il prez-
zo. attestato intorno alle centosettanta-
cinque sterline.
Archie e il Satellite...
La TimeStep Weather Systems, spe-
cializzata nella realizzazione di sistemi
per il controllo ed il processo di immagi-
ni provenienti da statellite tra i suoi
clienti rUSAF ed il Ministero della Dife-
sa degli Stati Uniti — ha messo a punto
la versione per Archimedes dei suo
Weather Satellite System. Il modulo è
in grado di produrre immagini della Ter-
ra ogni quattro minuti; in particolare
l’Europa viene completamente coperta
dal processo in meno di un'ora, mentre
Nord e Sud America sono «processati»
più volte nello stesso giorno
Per quanto poi riguarda l’analisi e
l’interpretazione delle immagini cattura-
te dal Weather Satellite System, ovvero
rimage Processor, questo è eseguito
dal modulo LANDSAT, il quale, grazie
anche alle capacità grafiche di Archie, è
in grado di memorizzare al massimo
della risoluzione offerta dal satellite, im-
magazzinando le immagini a 800x800
pixel per 246 livelli di colore.
Altra notevole caratteristica del WS-
System è quella dell’animazione. Dispo-
nendo di un RISC e dei suoi MIPS, il
programma è in grado di effettuare il
«page-flipping» di tutte le immagini a
disposizione dell'utilizzatore, con una
impressionante fluidità di movimento e
modalità di caricamento (e paginazione
stessa) completamente automatiche.
All’utente resta in pratica il solo «ono-
re» di impartire il comando; al resto ci
pensa il Weather Satellite. Il sistema
completo costa 600 sterline, mentre il
solo modulo di processo, il LANDSAT.
viene offerto al prezzo di appena 100
sterline. Da quando la TimeStep ne ha
annunciato la commercializzazione, già
più di mille sistemi funzionano nelle
scuole e nei college USA e del Regno
Unito.
Un controllo «da satellite» in mano ai
liceali? Correndo pure il rischio di far
passare i moduli della TimeStep per
«giochi da bambini viziati», a noi, con il
tipo di struttura che caratterizza il no-
strano mondo della scuola, non resta
che la magra consolazione di darvene
notizia — interessando magari qualche
singolo amatore... — e basta. Da noi.
SUI moduli tipo il TimeStep, lavorano
solo tecnici specializzati. Morale; che i
«piccoli» imparino quello che devono
imparare e che il computer lo usino solo
per 1 videogame!
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
ARCHIMEDES
Il Network secondo Acorn
Lo sapete «quanto fa» Econet + Et-
hernet? Semplice: Acorn!
Posso garantirvi che la strana somma
aritmetica è assolutamente giusta. Se
oltre a quello educazionale, c'è difatti un
altro campo dove i'Acorn ha sempre
rivolto le sue migliori attenzioni, questo
é proprio quello del data-communica-
tion. A conferma di ciò e senza rivanga-
re prodotti e strategie relativi agli anni
passati, è sufficiente osservare i più
recenti sforzi, e di ricerca e di puro
battage pubblicitario che la casa della
ghiands sta profondendo.
Dai (quasi) superati BBC-Master, pas-
sando per varie versioni di Archimedes,
fino alla sua più recente evoluzione
chiamata R140, la vasta area del «net-
work» è praticamente coperta a tutti i
livelli. Da Econet ad Ethernet perlap-
punto.
Basandoci su una serie di informazio-
ni ricevute, possiamo assicurare ogni
utente acomiano dell'estrema serietà
con cui il «communication-project» dei-
l'Acorn sia stato concepito in modo
di Bruno Rosati
compiuto e soprattutto affidabile.
The Small Group Network. È questo il
modo con il quale l'Acom denomina
l’area di lavoro di livello più basso. Quel-
la basata suM'Econet Starter Kit e carat-
terizzata dall’uso di una unità di data-
storage centrale, condivisibile da tutti i
computer connessi in rete. Stiamo par-
lando dell’Acorn Filestore Unit, disponi-
bile con moduli di fino a 60 Mbyte. Il
Filestore fra le sue caratteristiche pos-
siede quella di poter condividere gli
accessi alle unità di stampa.
La «Small Econet» è una rete che
può essere organizzata in modo estre-
mamente funzionale e sicuro, con porte
di accesso vietate a certi livelli ed aper-
te invece ad un sistema di supervisione.
L’installazione è realizzabile perfino in
versione portatile, con coperture estese
in 20 metri (praticamente la quadratura
di una stanza), oppure oltre i 500.
Le scuole, a nostro modesto parere,
sono le prime beneficiane di questa
soluzione «low-cost», tra l’altro privile-
giata da una semplicissima procedura di
installazione che non necessita di esse-
re effettuata da un esperto. Nulli infine i
problemi di manutenzione e ridottissimi
infine i controlli periodici. Trattandosi
del frutto di un'esperienza maturata nel
corso di più anni, la sua affidabilità è
assicurata al cento-per-cento. I Master-
BBC 0 gli equivalenti Olivetti-Prodest, in
net con i più recenti A3000, formereb-
bero la rete ideale di questo piccolo
network «scolastico». Come livello im-
mediatamente supenore, nella mia pur
modesta esperienza nel campo, vedrei
invece bene solo la «nobile» famiglia
degli Archimedes. A partire dal «picco-
lo» A3000 per arrivare ai mostro di
nome R140. Velocità di accesso e di
calcolo, più la potenza di pacchetti appli-
cativi pensati in modo RISC-OS, rende-
rebbero una rete siffatta di livello asso-
luto. Senza dimenticare poi che, grazie
ai moduli Bridges sono possibili tutte le
«join» con altri network di cui si neces-
sita.
È questo il tipo di network [Extending
Tìhe Net) che viene considerato estendi-
bile addirittura dal Master aH'R140!
Ovvero: dal più basso livello di rete
— quello che comprende anche i Ma-
ster — al più alto che porta al «dialogo
industriale» per mezzo dello standard
Ethernet.
Piccoli uffici dove più persone lavora-
no contemporaneamente sugli stessi
dati in maniera interdipendente e maga-
ri, alla maniera del Travel. ancora ignora-
no delle capacità straordinarie e del
computer e del network. Questo il profi-
lo dell’utenza, per cosi dire ideale, della
rete proposta.
L’ultimo salto è quello... in alto. Wor-
king With Industry Starìdards. Ovvero
l’Ethemet che parla UNIX, cioè R140,
mini e mainframe. La possibilità di ag-
ganciarsi a reti estesissime e di livello
estremamente elevato. Qui il ragiona-
mento si fa decisamente interessante.
Se al nostro, piccolo sistema di collega-
mento di rete, lo Small Group Network.
vogliamo fargli godere del massimo
possibile di informazioni, sarà sufficien-
te terminarlo con un bellissimo R140
che a sua volta chiamerà in Ethernet/
UNIX la più grossa rete che a noi inte-
ressa. A questo punto ci troveremmo a
disporre di un sistema elastico quanto
potente. Praticamente privo di limiti
d'informazioni.
Sistema Econet: l'hardware
Il File-Server della Acorn si presenta nella sua versione base — quella a due drive
da 3' e 1/2 — con il software di gestione della rete Econet (di 3° livello) e con
l’opponunità di essere successivamente collegato a una o più unità di capacità
maggiori, quali la E40S e la E60S, per complessivi 240 Mbyte di memoria di massa
condivisibile.
Il File-Server è in grado di gestire fino a 254 stazioni composte da computer con
sistemi operativi diversi: RISC-OS, MS-DOS e DOS-Plus.
Al File-Server (siglato come E01S) possono essere poi connessi i FileStore di
capacità maggiore.
Per la realizzazione della stazione di lavoro effettiva poi è disponibile l'Econet
Starter Kit, comprensivo del generatore di clock, alimentatore, terminatori e scatole di
denvazione. ma sprovvista dei cavi per la connessione.
Il vero e proprio cuore del network comunque sarà l'Econet Modale; interfaccia di
rete compatibile sia per i modelli Master che per la serie Archimedes (R140 compreso)
la quale troverà alloggiamento all’interno delle macchine. Il modulo comprende, su
ROM. Il Net-OS.
Infine per collegare al sistema macchine IBM-compatibili dovremo fornirci della
scheda EcoLink.
Questi infine, alcuni dei prezzi del materiale hardware estratto dal catalogo Delphi:
Filestore EOtS
Filestore E40S
FileStore E60S
Econet Cable
E-10 Station Lead ..
Econet Bridge
fcortet Starter Kit ..
Econet Modula
Ecobnk
.. L. 2.440.000
.. L. 2. 195.000
.. L. 2.928.000
.. L. 268.000
.. L. 95.000
.. L. 486.000
.. L. 233.000
.. L. 133.000
.. L 812.000
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
187
MACINTOSH
di Raffaello De Masi
Microsoft Excef^
S tavolta voglio parlarvi di uria ragaz-
za, che conosco da vent'anni; è
una di quelle persone che non si incon-
trano quasi mai nella vita, ma sono
proprio quelle che contano: dalla pelle
scura, occhi e capelli nerissimi; si chia-
ma C'mell, per il maledetto amore di chi
le ha dato il nome per una bellissima
novella di Cordwainer Smith.
È una di quelle donne che colpiscono
l'interlocutore appena ce l'hanno di
fronte con una grazia e una dolcezza
che non nascondono una grinta fuori da!
comune: colpisce per la sua parlata
strana, con una «erre roulé» mai sentita
altrove; guida una Mitsubishi con il pi-
glio di un uomo, anche se magari ha
addosso una pelliccia di lince che la fa
sembrare un batuffolo di piume.
Per come mi accorgo di descriverla in
queste righe il lettore penserà: «Sarà
come minimo la moglie!». Invece no,
per uno di quei giochi della vita che ti
portano lontano dalle cose che desideri
0 a cui tieni particolarmente.
C'mell, per me. é Excel! La prima è
tutto ciò che può desiderare un uomo in
una donna, il secondo (strano accosta-
mento) è quello che un uomo potrà mai
avere in uno spreadsheet. Excel, già
nella versione I... era quanto di meglio
SI potesse desiderare: potenza, grinta,
velocità, efficienza; anche per me che.
negli ultimi tempi, ho cercato di dare
fondo a tutte le risorse di questo foglio,
non erano ancora state esplorate bene
tutte le possibilità; già nella versione
1.5... erano state aggiunte cose che
neppure mi sarei immaginato.
Ed ecco comparire la versione 2. po-
ma in originale e poi, dopo poco tempo,
in italiano. Come resistere alla tentazio-
ne di farne immediatamente una prova?
U pacchetto
Per ta verità, quello che ho ricevuto
era l'upgrading in italiano del package in
lingua originale. Cosi com'è è composto
di soli quattro pezzi, rappresentati dalla
pesante guida di riferimento, da una più
piccola (ma di poco) guida alle funzioni e
macro, di un manualetto da sottomano,
con gli shoncut, e da una striscia di
plastica autoadesiva, di cui parleremo
tra poco. Il tutto si integra col materiale
contenuto nella confezione originale,
rappresentato tra l'altro, da un prezioso
volumetto di esempi molto ben rea-
lizzati.
Accanto a questo materiale c’é il soffi-
ciume, rappresentato da tredischetti; nel
primo c'è il programma vero e proprio,
che lo occupa per intero (774K in totale,
una quarantina in più di quello in lingua
originale: per la verità contiene altri due
file, invisibili, destinati a gestire la prote-
zione software), nel secondo, oltre al
solito «readme» dell'ultima ora, c'è il già
noto «Dialog editor» e qualche esempio,
tradotto dalla versione originaria.
Il terzo dischetto è una copia di back-
up del primo, ed è riservato ad archivio
nel caso che il primo desse forfait; il
programma, come abbiamo appena ac-
cennato. è protetto con una chiave soft-
ware. secondo una consuetudine piut-
tosto discutìbile adottata dalla Microsoft
nei confronti del mercato italiano per la
maggior parte dei suoi applicativi. Come
al solito faccio rilevare che questa tecni-
ca, illusoriamente destinata a sconfigge-
re i pirati, si rivela alla fin fine solo un
fastidio per le persone oneste e sprov-
vedute. Tanto per aggiungere «al chilo
la giunta» come si dice dalle mie parti, il
programma è protetto anche per quanto
attiene alla installazione su HD: il disco
permette, bontà loro, una sola installa-
zione che, però è recuperabile, vale a
dire che è possibile eseguire il «viaggio
di ritorno», recuperando dall'HD sul di-
schetto originale ia installazione ese-
guita.
Come tutte le protezioni, anche que-
sta funziona poco in mano a un utente
appena appena esperto; sembra la cor-
sa dietro al vento! Mentre la vecchia
versione 1.5 era duplicabile con Copy II
versione 7, qui occorre una nuova ver-
sione del copiatore: ma basta un tool
appena più sofisticato, come lo Zap et
similia. per farla in barba a tutte le
protezioni di questo mondo,
A ulteriore modello del furto alla chie-
sa di Santa Chiara, la Microsoft ha inse-
rito anche la personalizzazione del pro-
gramma (come se «l’onesto pirata» fos-
se tanto ingenuo da battere il suo no-
me); anche qui la cosa è talmente inge-
nua da far sorridere: il nome deD'utiliz-
zatore è custodito in un Data Fork leggi-
bile e modificabile dal più scalcagnato
tool di utility. La storia è sempre la
stessa; l'ha capita Borland, di cui nessu-
no si sognerebbe di copiare i pacchetti,
perchè fanno tanta fatica a capirla gli
altri che poi si lamentano della piaga
della pirateria?
Dicevamo dell'adesivo di plastica ac-
cluso al package; esso è destinato alla
sola tastiera espansa e si dimostra di
grande utilità, in quanto riassume tutte
le funzioni riservate ai tasti funzione e
ad alcune combinazioni di tasti; sebbe-
ne Excel non sia infarcito di shortcut
come Word, la cosa non dispiace affat-
to e rende la vita senz’altro più facile.
Esplorando Excel
Excel è articolato in tre aree, ambienti
di base, cui, manco a dirlo corrispondo-
no tre finestre complementari; «l'area
La presenlalion win-
otow di Excel 2 2, con
evidenziala la disponi-
blliii di memoria
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
MACINTOSH
MiwsofI &caj^
versione 22
Foglio elellronico
generatore di grafici e dalabase.
Microsoft Corporation
1601 1 NE 36th Way
Box 97017
Redmond. WA 56073
MKmsoft Italiana
Via Cassanese, 224 Pai. Tiepato
20090 Sagrate
Prezzo: L. 900.000 + IVA 9%
foglio di lavoro», «l'area grafica» e il
foglio delle «macro».
La prima è il tool di base del pacchet-
to; nella più rigorosa e tradizionale ve-
ste di spreadsheet, Excel non ha abban-
donato la classica notazione a casellario
ereditata fin dai tempi del leggendario
VisiCalc; ovviamente la somiglianza è
tutta qui; il rapporto è di uno a mille!
Il programma, sebbene di 800K circa,
non é presente in memoria compieta-
mente; grazie alla particolare tecnica
della segmentazione, vengono media-
mente occupati circa 250K di memoria
centrale; questo rende anche questa
versione utilizzabile su macchine della
classe del 512 Enhanced, del Plus e
deirSE con 1 Mega di memoria centra-
le, anche se 2 Mb di RAM sono la base
minima per una gestione veloce di fogli
appena più che ridottissimi.
Il menu a barra è composto da 8
elementi principali, oltre la «mela» che,
sotto le informazioni, evidenzia la quan-
tità di memoria disponibile e la presenza
di coprocessore matematico (che viene
nconosciuto automaticamente, e la cui
utilizzazione e presenza è del tutto tra-
sparente all'utente). Alla base del foglio
esiste una finestrina che ricorda costan-
temente la tecnica di accesso all'help in
linea, molto ben organizzato visto che
occupa la bellezza di 300K circa.
E passiamo al foglio vero e proprio di
caratteristiche di tutto rispetto; tentan-
do una similitudine si potrebbe dire che
Excel sta a Wingz come un ingegnere
sta a un architetto. Quello che in Wingz
è grazia e look, in Excel è tecnica e
forza bruta. Senza sprecare energie nel-
l'aumentare a dismisura l'ampiezza del
foglio (16.384x256 celle disponibili, ma
chi avrà mai la forza di utilizzarle tutte?) i
progettisti di Excel hanno risen/ato tutte
le loro energie nel dotare la loro creatu-
ra delle più ampie e sofisticate funzioni.
Il primo gran vantaggio rispetto alia ver-
sione precedente è soprattutto pratico:
la barra di scorrimento è fatta per esplo-
rare solo la parte di foglio effettivamen-
te impegnata nel calcolo; tutto ciò è di
grande utilità in quanto non si rischia,
come altrove, di saltare centinaia o mi-
gliaia di posti sbagliando di pochi milli-
metri nelTazionare la barra. Ancora, la
maggior parte delle funzioni presenti
sono legate direttamente (bene) alla
memoria disponibile, e, comunque, so-
no del tutto personalizzabili (è possibile,
ad esempio, costruire funzioni di giorno-
ora sofisticatissime); ancora, nelle fun-
zioni di database vediamo caratteristi-
che di relazionalità che neppure ci im-
magineremmo in un programma che
poi un database non è. Ma vediamo in
maniera più organica le diverse parti di
questo mostro.
Il viror/(s/ieet di base
Il foglio di lavoro di base è preregola-
to ad una larghezza di 12 caratteri e ad
una altezza tale da far leggere un carat-
tere Geneva da 10 punti; si tratta di una
regolazione generica, che non ha alcun
significato particolare, e che, ovviamen-
te. va modificata secondo le nostre esi-
ta diverse op?ioni di
stampa e salvataggio:
interessante le comu-
ne ad altri pacchetti
MicrosoW la possibili-
tà di dare uno sguardo
alla pagina finita
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
MACINTOSH
genze; la colonna può raggiungere l’am-
piezza di 255 caratteri e l'altezza di 409
punti; ciononostante, e puesta è una
limitazione, lo scritto resta sulla prima
riga e non è possibile utilizzare una
altezza superiore a quella standard per
funzioni, ancorché ridotte, di word pro-
cessing (sotto questo punto di vista
Trapeze, di cui parleremo la prossima
volta, dà punti a tutti). Le specifiche del
foglio sono riportate a lato; ricorderemo
qui, a titolo di esempio, la utilizzabilità di
font e grandezze e stili, i ben 128 tipi di
formato (numerico, di data, personaliz-
zati) diversi, la precisione dei numeri
fino alla quindicesima posizione, le 131
funzioni incorporate, il numero virtual-
mente infinito di finestre e tabelle, nu-
mero limitato solo dalla memoria dispo-
nibile. la digitazione completamente as-
sistita di nomi e funzioni, il ricalcolo
automatico intelligente (vengono rical-
colate solo le caselle che sarebbero
modificabili dalla introduzione di nuovi
valori nel foglio), la gestione a matrici
sparse, e cosi via.
Chi ha già usato in maniera professio-
nale le precedenti versioni di Excel, in
particolare la 1,5,,. non ha trovato poi
molto di più. net mio dire, di quanto non
fosse già abituato a vedere nella versio-
ne più vecchia in suo possesso; sareb-
be un errore sottovalutare lo sforzo ese-
guito dagli implementaton per giungere
a questa nuova versione. A parte l’intro-
duzione di almeno una quarantina di
nuove funzioni, e la introduzione di ben
224 funzioni macro già incorporate, tut-
te le funzioni già esistenti sono state
rivisitate e migliorate, anche in maniera
notevole (si pensi ad esempio alla pos-
sibilità di costruire un database con ol-
tre 16000 record x 256 numero di
campi X 255 caratteri).
Il foglio di base, oggi è servito da una
«velina» se così si può dire, di «note»,
cosa è una nota? Semplice, come l'uo-
vo di Colombo. Un foglio note può
essere pensato come un foglio del tutto
simile a quello principale, e da esso
coperto, che incamera, nelle celle corri-
spondenti, commenti, evidenziature. in-
formazioni, 0 tutto quanto può essere di
aiuto per tenere a mente quello che è
invece nel foglio principale; tanto per
fare un parallelo, è come se un pro-
grammatore disponesse, per ogni riga
del programma, di una sottoriga m cui
inserire, se necessario, un REM relativo
alla riga principale stessa
Si tratta di una utility di indubbia effi-
cacia. se si considera che è possibile
associare a ogni cella una nota (magari
Le /orwattazion: disponiùili che. nel caso dei numen, sono ulienomenie personalazaM dal/'ulenie
190
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
MACINTOSH
fumioni di database, ceno non al top delle prestaiioni. ma superiori a tutto quanto visto finora altrove
creandosi una macro, anche con Macro-
maker e Automac). C'è da tener presen-
te che le note possono essere applicate
non solo al foglio di lavoro, ma anche al
foglio macro {indubbia in questo caso
l'utilità) e che ogni nota può mostrare
nove tipi diversi di informazioni detta-
gliate circa la celia attiva (v. figura). É
possibile, ancora, scorrere, mentre an-
cora la finestra informazioni è sullo
schermo, rapidamente tutte le celle del
foglio 0 intervalli stessi del foglio, usan-
do un comando speciale.
Si è già detto del numero massimo di
fuzioni personalizzate, limitato solo dalia
memoria disponibile, cosi come solo da
questa è limitato il numero massimo di
nomi, di tabelle e di finestre per foglio
di lavoro. È aumentato il numero massi-
mo delle Iterazioni (giunto a 32767} e il
numero di chiavi per l'ordinamento dei
database (ma di questo parleremo tra
poco), La gestione del colore è comple-
ta. con sedici colon di primo piano,
sedici colon di sfondo, e 2656 combina-
zioni possibili. Le possibilità offerte dalla
LaserWriter sono. oggi, sfruttabili più a
fondo, anche se non è ancora possibile
acquisire tutte le potenzialità del Post-
Script. Infine il calcolo è stato meglio
ottimizzato, con un aumento di velocità,
nspetto alla versione precedente, di cir-
ca il 30% {a proposito, utilizzando il
Multifinder. si presenta uno strano bug;
eseguendo il calcolo manuale di grandi
fogli di lavoro, occorre prestare attenzio-
ne, in quanto, probabilmente per inter-
ferenza dell'algoritmo di ricalcolo con il
sistema di controllo e gestione di Multi-
finder, può capitare che il calcolo si
fermi senza che sia stato esteso a tutte
le celle del foglio di lavoro; speriamo
che la Microsoft si sia accorta di ciò e vi
Le caratteristiche
di Excel in breve
Foglio di base
Dimensioni massime
del foglio
larghezza di colonna
altezza di riga
formati (in totale)
n. dei colorì per foglio
precisione dei numeri
funzioni incorporate
funzioni di database
funz. macro incorporate
funzioni personalizzate
nomi per foglio
tabelle per foglio
iterazioni di calcolo (max)
finestre per foglio
riquadri per finestra
intervalli selezionabili
Database record
car. per campo
Grafica
tipi di grafico
n. di grafici
collegati tra loro
riferimenti grafico-foglio
coordinate (max)
coordinate
per serie (max)
stili di linea
combinazioni
motivo-colore (max)
Foglio Macro
Funzioni macro
Funzioni foglio di lavoro
Funzioni totali disponibili
accesso simultaneo
numero di barre menu
6384x256
256 car.
409 punti
64
illimitato
15 cifre
131
11
224
illimitate
illimitate
illimitate
32767
illimitate
4
2048
16383
256
256
3/illimitate
(v testo)
illimitato
256
2000
8100
5
16
2056
ponga immediatamente rimedio, visto
che si tratta di qualcosa che può portare
a errori di valutazione dei risultati davve-
ro gravi; vi suggerisco, se mi consentite
un escamotage; se si vuol essere dav-
vero sicuri del risultato basta eseguire
un salvataggio del foglio: poiché Excel
prima di questa operazione ricalcola tut-
te le celle, il gioco è fatto e il problema
aggirato).
Prima di chiudere sul worksheet.
qualche accenno al database; come
ben noto in tutti i programmi di questo
genere, a cominciare dal vecchio Lotus-
Jazz e Quartet prima maniera, questo è
sempre il tallone d'Achille di pacchetti
di questo genere. Excel si comporta,
come un buon database, anche se sen-
za tante sofisticazioni; le caratteristiche
di DB qui presente non possono certo
Scambio di dati tra Excel
e altri formati
/^ertura e salvataggio diretto dei file
secondo formati prefissabili.
QuicfcSwitch con Microsoft Word
Formati supportati: testo, valori separati
dalle virgole, formato Sylk, formato Lotus
123 versione 1 e 2. formato Data Inter-
change. formato DBase II e III.
Identificazione dei formati:
Formato Excel
Testo (con tabi
Testo formattato
Valori (separati da virgole)
Formato Sylk
Formato Lotus 123
(vers. 2.01
Formato Data Interchange
Bitmao
CF_BtFF
CF_TE)CT
CF_RTF
CF_VSP
CF_SYLK
CF_WK1
CF_DIF
CF.METAFILE-
PICT
CF_BITMAP
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
191
MACINTOSH
Il menu opzioni, ira cui utilissima la possibilità di delermmare i loop di ilerazione
e gli scarti accailabili retativi
La linesira di informaaioni relaiive alla cella, peccato non si possa intervenire
direttamente su di essa per modificare i parametri in vigore
paragonarsi a un FileMaker, a un Reflex
0 a un Business FHevision, ma consen-
tono interazione tra moduli, impostazio-
ne di campi calcolati e protetti, definizio-
..■iiiwffHmii
ne di criteri immediati o calcolati nel
foglio di lavoro, estrazione dal database
di altri fogli di lavoro, e relativi collega-
menti; non male, in fondo, per una
Una miscellanea c
lormaii disponibili i.
ambiente grafico
aggiunta a un programma che fonda-
mentalmente è chiamato a fare cose
diverse.
Sotto questo punto di vista il databa-
se è corredato, sul manuale, di una
stringata ma chiara e esauriente sezio-
ne di riferimento. Il numero massimo di
record è di 16383, con 256 capi per
ogni record (non male, per la verità); la
lunghezza massima di campo è rappre-
sentata dai soliti 255 caratteri (non si
poteva davvero chiedere di più). Mentre
è possibile chiamare fino a un massimo
di tre chiavi per l'ordinamento, numero
che diviene virtualmente illimitato quan-
do si usano ordinamenti consecutivi.
L'area grafica
Microsoft Excel non dispone, come
Wingz e come Trapeze, di grafica inte-
grata direttamente nei foglio di lavoro:
ItiicteulDo.TI
Irr.c,d.n.....|
192
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
MACINTOSH
( ■« 1
1 ^ ^ ^ ^ 1
C-nnull.)
□ m [g [0 SI 0 SI 1 1=1 r=i r=q |
Olni'iiibile
O Interno
Otr'ern»
SlnterooconlB
®lnu»iblle
Omierno
OEslerno
Olntorooconle
ONe.oeno
OBn.oii
OWI"
®Ulcln«egllo
Ancora in amtnenle grafico un esempio di formaltszior,
per lavorare in grafica occorre aprire un
foglio a parte (quando si apre un foglio il
sistema chiede di scegliere tra foglio di
lavoro, grafica e macro), cui trasferire
coi solito sistema di taglio e cucito dati
selezionati in un foglio di lavoro. Le
caratteristiche principali sono riassumi-
bili nella formattazione diretta dei grafici
con una sene di comandi da menu, la
disponibilità di pulsanti per facilitare lo
spostamento tra i comandi di formato,
l'uso di frecce, legende, titoli e etichet-
te di testo indipendenti o collegate,
aggiornamento automatico delle coordi-
nate mancanti o fuori range, inversione
automatica facoltativa del motivo dei
simboli grafici per i valori negativi, scale
di diverso tipo (lineare, logaritmica e
semilogaritmica), possibilità di scelta e
customizzazione nella griglia principale
e secondaria, degli assi e della spaziatu-
ra dei «tick» di gradazione delle catego-
rie. impostazione automatica del tipo di
grafico preferito, combinazione di grafi-
co principale-sovraimpresso. Esistono
ben 44 tipi di grafici diversi, ed è possi-
bile collegare un numero illimitato di
grafici a un foglio di base. Come d’al-
tronde già in precedenza, è possibile
tagliare tutto quanto presente sul foglio
e conservarlo negli appunti, per poi in-
collarlo in qualunque programma di gra-
fica per gli opportuni aggiusti e ridimen-
sionamenti.
Si tratta di un package grafico di
notevole valore, anche se sa di «déjà
vuii, essendo nient'altro che quanto
presente nei vecchio Microsoft Chart;
pur risentendo della pesante limitazione
di non essere integrabile nei foglio di
lavoro direttamente, dimostra una note-
vole flessibilità intrinseca e una ampia
capacità di adattarsi a situazioni anche
piuttosto complesse. La separazione
delle due aree (grafica e di calcolo)
fornisce comunque al programma quel-
la velocità che poi non è il fiore all’oc-
chiello di Wingz.
L'area nmacro»
Si tratta, probabilmente, dell'area che
ha subito le più sottili ed efficienti modi-
fiche: resta comunque l’area di sviluppo
più entusiasmante, rappresentando dav-
vero lo stato dell’arte della tecnica pro-
grammatoria e una palestra efficace e
potente di utilizzo da parte dell’utente
più avanzato ed esperto (anche se è
facilmente e utilmente accessibile an-
che da chi è ai primi passi nell'uso di
questo programma).
Le caratteristiche di questo eccezio-
nale ambiente sono cosi riassumibili:
possesso di un completo linguaggio
procedurale, condivisione di programmi
(fogli) macro tra documenti, frasi macro
per loop, possibilità di costruzione di
tasti macro e di richiamo di biblioteche
di subroutine, menu e finestre definibili
dall’utente, uso del Oialog Editor (ne
parleremo tra poco), accesso macro ai
file ASCII, tanto per citare a braccio.
Ma che cosa è una macro Excel? (È
qualcosa di più della solita macro Lotus
0 Quattro; non per niente ad esse è
dedicata la maggior parte del secondo
volume di accompagno del pacchetto).
Una macro, per definizione generale, è
un programma definito dall’utente o
precostruito. che Excel utilizza per svol-
gere compiti e calcolo: esse si dividono
in due gruppi fondamentali, i macroco-
mandi e le macrofunzioni.
I primi portano a terrriine una sene di
operazioni (anche meccaniche, come
una registrazione o una stampa) auto-
maticamente, le seconde ricavano un
valore da inserire in una formula o da
visualizzare in una cella; resta comun-
que il principio fondamentale che la
maggioranza delle funzioni del linguag-
gio Macro, a differenza di quelle del
foglio di lavoro, ha la capacità di svolge-
re azioni, vale a dire di produrre modifi-
che in un documento o in una finestra.
Il cambiamento di tipo di carattere, la
selezione di un’area di lavoro, la defini-
zione dei parametri di stampa o delle
aree e dei criteri di gestione di un
database, sono tutti esempi delle fun-
zioni ottenibili attraverso il linguaggio
Macro.
Pergiungerea tanto, Excel oltre ai fogli
di lavoro e ai grafici dispone di un terzo
tipo di documenti; i fogli macro. L’aspet-
to è del tutto simile a quello dei fogli di
lavoro, solo che verranno visualizzati in
esso una sene di comandi mnemonici,
destinati a eseguire operazioni. Il vero
vantaggio di questo tipo di operazione è
che non occorre mandare a memoria
codici strani e particolari (anche se niente
impedisce di battere alla tastiera interi
fogli macro), ma che il «listato» della
macro viene creato automaticamente
chiedendo al programma di imparare
(ricordate il «learn» di Wingz?) quello che
stiamo eseguendo e di rieseguirlo in
nostra vece.
Immaginiamo di voler registrare una
macro di settaggio di base del nostro
spreadsheet, con le relative preferenze
in fatto di allineamento, bordature, cam-
bio e Setup di pagina, formato di nume-
ri, eventuali intestazioni e protezioni del-
la pagina, ecc. Niente di più semplice;
basterà chiamare «Registra macro» e
eseguire, una volta sola, le «operazioni
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
193
MACINTOSH
di impostazione»; il gioco é fatto visto
che la volta successiva sarà solo neces-
sario chiamare «Esegui macro...» per-
ché venga rieseguito pedissequamente
tutto ciò che era stato fatto in prece-
denza. Eseguire e modificare un macro-
comando è gioco da ragazzi, dicevamo;
ma è possibile andare ancora sul più
fino, costruendo «macro razionali» o
rendendo interattivi i comandi della ma-
cro stessa: in questo secondo caso
l’esecuzione delle macro si ferma du-
rante lo svolgimento di un compito e
richiede informazioni necessarie per il
proseguimento dell’azione. Ancora, esi-
stono macro che richiamano altre ma-
cro {in sequenza virtualmente illimitata),
e utilizzano macrofunzioni per chiamare
macrocomandi e viceversa.
Visto che ci siamo, restiamo nel cam-
po delle funzioni per interessarci di un
argomento di grande impegno; il calco-
lo matriciale: Excel possiede quattro
funzioni matriciali complesse, MDETER-
MIN, MINVERSA, MMOLT, e TRA-
SPORRE, che rappresentano notevoli
facility precostituite per chi deve lavora-
re con questi operatori (non si dimenti-
chi che è possibile costruirsi funzioni e
macrofunzioni definite dall'utente, per
cui è possibile in pratica eseguire prati-
camente tutte le operazioni matriciali di
uso comune e specialistico (ahimè ricor-
do che dieci anni fa dovetti, per il mio
HP, comprare una ROM dedicala del
pezzo di circa un milione di lire).
// Dialog Editor
Il linguaggio Macro consente di richia-
mare una macro attraverso la combina-
zione di tasti Command-Option e lette-
ra. Si tratta di una possibilità molto
comoda, ma le macchine di oggi ci
hanno abituato a goderci la vita; allora.
che cosa c’è di meglio che dimenticare
certe strane combinazioni, e farci chie-
dere direttamente dal programma cosa
desideriamo tare?
A ciò provvede il Dialog Editor, una
applicazione già vista nella versione
1 -5... che consente di creare, in maniera
rapida e efficiente, delle finestre di dia-
logo personalizzate per i macrocomandi
di Excel- Grazie a questa nuova utility, è
possibile creare delle finestre di dialogo
esattamente come si desiderano, ed
inserire le relative informazioni in un
foglio macro, il tutto in maniera assolu-
tamente trasparente all'utente.
Il provvedimento è molto semplice,
ma abbisogna di una piccola fatica a
monte; per evitare di perdere poi tem-
po in modifiche tediose e asfissianti, è
bene (cosa che comunque è sempre
opportuno fare, in questo come in altri
programmi e applicazioni) disegnare
uno schema generale delle cose che si
desiderano fare. Una volta schematizza-
to sulla carta il layout della finestra di
dialogo che si desidera creare, avviare
Dialog Editor, creare la nuova finestra
con i tool a disposizione, copiare questa
negli appunti, avviare o attivare (meglio
se si lavora col Multifinder) Excel, e
inserire le coordinate della finestra di
dialogo in un foglio macro.
Il foglio macro conterrà automatica-
mente tutti i token per l'esecuzione
delle relative macro collegate ai pulsanti
0 alle chiamate in generale presenti nel
foglio. Il gioco è fatto: se si considera
poi che, lavorando con un foglio macro,
possiamo inserire quanti fogli di dialogo
vogliamo, quant'è bella la vita facile!!
Conclusioni
Ricordate VisiCalc e le nottate di su-
dore per il relativo debug, così da giun-
gere a un foglio che non fosse un’ac-
cozzaglia mcomprensibile di numeri?
Oggi Excel fa molto meglio, più in fretta
e più facilmente- Grafica di prim'ordine,
potenza di calcolo impressionante, fogli
macro tanto facili da creare che ci vien
spontaneo chiederci come si faceva pri-
ma! Credo che si possa conoscere a
fondo Excel solo dopo diversi mesi di
uso intenso e anche allora sarebbe tan-
to elastico e polimorfo da poter convin-
cere l'utente a ricomiciare daccapo, sta-
volta sperimentando.
Credo che questa sia la vera arma di
questo programma, la possibilità di spe-
rimentazione; il principio è che con Ex-
cel non esiste niente che non sia modi-
ficabile in meglio. Dopo l'irrazionale anti-
patia che ho nutrito inizialmente per
questo genere di pacchetti, da un anno
è cominciato il mio grande amore per gli
spreadsheet e per questo «mostro» in
particolare; sebbene lo usi abbondante-
mente per il mio lavoro professionale,
non passa settimana che non rivisiti i
miei amati fogli per qualche modifica e
miglioria che, magari, mi è venuta in
mente durante una elucubrazione not-
turna (anche perché soffro d’insonnia)
Limiti 0 difetti? Chi possiede solo pregi
scagli la prima pietra! C’è qualche bug
che ogni tanto fa capolino (cose da
poco, senz’altro!), e la mancanza di gra-
fica integrata net foglio si fa un po’
sentire (ma forse la cosa, come diceva-
mo avanti, è stata voluta, per non morti-
ficare la velocità e la potenza di calcolo)
Ma si dispone, se mi si consente il
paragone che solo una volta ho usato
su queste pagine (mi pare per Overvue
2.0), di una moto di grossa cilindrata,
colla quale correre a proprio piacimento
in una selva di numeri e funzioni; pro-
prio come fa C'mell con la sua (Mitsu-
bishi. M
194
li^Cmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990
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AMIGA
Word Processor
L’evoluzione della specie
seconda parte
Già, l'editoria personale...
Quanti di noi stanno subendo
il fascino del DTP e, di
conseguenza, subendo le
infinite possibilità in questo
campo? Ed in ambito Word
Processing, tanto per
ripeterci, dove sono i confini
tra di esso e l'editoria
«do-it-yourself»?
Probabilmente sono più labili
di quanto pensiate e
proveremo a dimostrarvelo...
Nella prima parte, lo scorso mese,
sono stati affrontati vari aspetti della
questione con evidenza di programmi e
tecniche specifiche sul miglior utilizzo di
wp della seconda generazione - quella
comprensiva di grafica, tanto per inten-
derci — : sono stati brevemente analiz-
zati pacchetti più o meno «poderosi e
ponderosi», la netta e sostanziale diffe-
renza fra trattamento bitmap e struttu-
rato dei loro prodotti (anticamera del-
l’ambiente PostScript), e l'impiego di
utility prettamente mirate alla stampa
— only bitmap — che ci allevino la
sofferenza di tempi di attesa snervanti
per poi vedere, ma sempre e comun-
que. grafica su carta limitata, ahimè, alla
classica rappresentazione simil-hardco-
py dei nostri lavori.
A questo punto l'evoluzione della
specie ci consente di provare ad entra-
re, con umiltà e rispetto, nel mondo
della stampa PostScript — che sia laser
0 no —, mondo che ci offre un'infinita
gamma di prestazioni e possibilità in
ogni campo del nostro lavorare, dilettar-
si 0 curiosare.
Abbiamo già parlato delle ottime ca-
ratteristiche di Excellence! Come pac-
chetto «tout court» nel campo dei wp;
quello di cui ci occuperemo ora è la sua
reale possibilità di stampa in modo
PostScript. Una delle sue peculiarità è
infatti quella di supportare tale preroga-
tiva in forma semplice e comoda.
Sostanzialmente standard nel trattare
detto linguaggio, esso verrà invocato
dal menu «Print» con un requester in
cui sarà necessario richiedere tale stam-
pa, insieme al «path» del file, cioè se
direttamente su porta seriale oppure su
disco. Tutto qui- E le controindicazioni?
Diverse ed inquietanti; prima di tutto la
sola stampa in black & white, — infatti
non ha possibilità di separazione colore
per quadricromie in uso delle unità di
fotocomposizione -, poi il trattamento
delle immagini IFF presenti nel testo
che verranno «bitmap-izzate» inesorabil-
mente — questa è una mancanza che si
fa sentire
Un'altra limitazione riguarda poi il sup-
porto dei font circoscritti a solo 4 tipi di
famiglie dello standard PostScript —
cioè le classiche Times, Helvetica,
Courier e Symbol —, Le loro dimensioni
sono consentite in 8, 1 2, 1 6 e 24 punti
— a proposito, il suo manuale consiglia
di stampare in tale modo con un pitch di
15, cioè con 15 caratteri per pollice —,
ed oltre a ciò è indispensabile la presen-
za, questa si standard, delle caratteristi-
che «.metrica dei file font corrispon-
denti.
In ultima analisi è necessario che ogni
font sia accompagnato da due file che
la riguardano, lo standard Amiga e quel-
lo «.metrica per consentire il VNYSIVVYG
su video e, molto più dettagliatamente,
su carta.
Quindi attenzione, senza la loro pre-
senza E! stamperà in puro bitmap da
screen tutto quello che trova, anche su
laser o unità di fotocomposizione.
Tutto ciò credo sia facilmente miglio-
rabile, in special modo la gestione delle
immagini IFF in ambito PostScript, ma
certamente quello che si richiede è sen-
za dubbio un salto nel mondo DTP, ed a
questo punto si troverà a concorrere
con pretendenti ben piu poderosi ed
agguerriti che non nel suo campo;
auspichiamo comunque una scelta chia-
ra della M.S.S. sulle possibilità future di
Excellence! Che, tutto sommato, sono
già notevoli, a cui però manca un pizzico
di affidabilità per renderlo un vero «ma-
sterpiece», come recita la sua pubblicità
d'oltreoceano.
L'altro pretendente al trono era ed è
senz'altro ProWrite; giunto alla reiease
2,5, a cui sono state aggiunte possibilità
notevoli quali il «wrap-around» di testo
intorno alle immagini, controllo di sintas-
196
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
AMIGA
si contemporaneamente alla battitura di
un documento, stampa via Preferences
di font residenti nella stampante, a sosti-
tuzione di quelli a video, con insieme la
grafica inserita nel testo, ha finalmente,
dulcis in fundo, un PW Converter che ci
consente di importare, tradotti in forma-
to ProWrite, file di testo provenienti da
Textcraft Plus, Scribble! e TextPro, con
le proprie formattazioni rispettate, per
una migliore impaginazione.
Indispensabile partner di tutto ciò è
ora presente ProScnpt, utili^ espressa-
mente scritta per convertire i file di
ProWrite in modo PostScript,
Essa infatti permette di leggere testi
in formato IFF — propri del suo compa-
gno, ma anche direttamente, senza tra-
duzione, da Scribble!, TextPro e Text-
craft Plus —, ed inviarli alla stampante o
su di un file. Di facile utilizzo, si potrà
scegliere tra vari formati del foglio —
tutti gli standard con in più il tabloid —,
pagine fronte-retro, la scalatura, forma-
to potrait 0 landscape — verticale od
orizzontale -, oppure scelta di unità di
misura — pollici, cm o punti —,
Due saranno i modi di impiego: uno
con I file provenienti dagli altri wp men-
zionati, dove sarà necessario scegliere
con quale font stampare il documento,
a sostituzione di quella originale, ma
non se ne potrà avere più di una con-
temporaneamente, quindi un solo stile
per l'intero testo; l'altro con file ProWri-
te dove avremo accesso a più possibili-
tà, ma non tutte quelle canoniche pro-
prie del linguaggio, tra cui la sostituzio-
ne di default dei font utilizzati in ragione
di uno schema assai semplice - con-
versione delie Opal, Granite e Diamond
usate in Helvetica, le Ruby e Marbie in
Times e le Topaz e tutte gli altri font in
Courier —, come pure stampa di testo
in solo nero oppure colore PostScript.
Sono quindi presenti i file «.metrica
dello standard Adobe in 9, 10. 12, 14,
Il rsquesier eh stampa
di Exceltence'. sono
ed é sellato il modo
• PostScript" Non é
presente l'opsione di
forse giustamenie. co-
me pure possibilità di
formati Potrait o Land-
197
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
AMIGA
18 e 24 punti ed il suo piatto forte,
probabilmente, è nel trattamento delle
immagini inserite nel testo; tramite re-
quester infatti, il «General», si potranno
scegliere tra 2, 4, 16 o 256 livelli dì
grigio, quando si dovranno convertire
immagine a colon per i «mezzi toni» di
una laser, come pure consentire la scel-
ta della densità di linee «halftone» ed il
numero di esse per pollice, indispensa-
bile per una corretta interpretazione dì
come il PostScript renderà una immagi-
ne bitmap. Oltre a tutto ciò poi è pre-
sente l'opzione di salvataggio del file in
formato ASCII Postcript per un suo uso
verso un centro di stampa specializzato.
Certamente non è ancora il massimo,
ProWriie 2 5. dò gui
pane l'avveniura della
New Horaans vergo il
mondo Posiscnpl. in
evidenza il modulo
PW Convener. adatto
alla tiaduaione di lite di
alili wp in IFP Tem
ma quelli della New Horizons ci hanno
abituato, già da diverso tempo, ad una
costante evoluzione dei loro prodotti e
con questa ultima fatica, stanno lenta-
mente ma decisamente migliorando a
tutto nostro vantaggio. Bravi davvero!
A questo punto stampare in PostScript
potrebbe diventare una allegra consue-
tudine e, senza entrare nel mento di
casistiche DTP, si potrà già fare un
ottimo lavoro con gli strumenti di cui già
ora si dispone: non saranno al livello di
altri sistemi — a prescindere dal bino-
mio macchina/programma —, è vero,
ma cosa si può pretendere di più da un
word processor — nel senso classico
del termine — ?
Contemporanteamente, però, po-
tremmo avere bisogno di accessori sup-
plementari ai pacchetti or ora visti, e ciò
per tanti motivi, tra cui il trattamento
della grafica prodotta ed esportata da
programmi di pamtig, alla digitalizzazio-
ne di immagini reali, alle acquisizioni di
figure e testi mediante scanner e simili
strumenti.
Vorremmo quindi entrare net mondo
delle utility dedicate a tali soluzioni e
per iniziare si potrebbe analizzare la
serie della S. Anthony Studios denomi-
nata «LaserUp!» che comprende forse
le piu esaustive a tale scopo. Presenti
sul mercato USA da diverso tempo, e
sicuramente non ancora importate in
Italia si compongono di «Utilities Voi.
1», atte alla conversione di file di testo
generico in formato PostScript median-
te i cosiddetti «embedded commands»,
cioè il trattamento dei vari stili di scnttu-
ra tramite comandi backslash-*-lettera
del codice, quali «\B per avere una
198
MCmicrocomputer n 94 - marzo 1 990
AMIGA
boldface oppure «M» per Titaltc, eco. —
basterà allora importare un testo ed
automaticamente se ne avrà la conver-
sione: — oppure parlare di «Print 1.2»,
eccellente programma che, leggendo
ogni file IFF bitmap, anche in modo
HAM, ne fa una versione PostScript; la
sua capacita è fino a 48 livelli di grigio,
ha opzioni per controllare il contrasto
dell’immagine, permette il trattamento
in quadricromia e se ne potrà variarne le
dimensioni, oltre a scalatore e sposta-
menti. Il tutto si potrà inviare in stampa
oppure in formato EPS su file per esse-
re magari importato poi in ambienti
DTP.
Altra comoda possibilità è quella of-
ferta da l'Plot 1.2» che converte file in
formato Aegis Draw e Draw Plus in
standard PostScript; al solito se ne po-
trà avere una versione da stampa su
ptotter compatibile oppure EPS per ulte-
rion elaborazioni.
Ma quello che forse alzerà decisa-
mente il tiro, in futuro, sarà senz’altro il
già annunciato - e presentato —
<iDraw)i che consentirà, adottando l'A-
dobe Display PostScript, linguaggio già
impiegato da un «certo» Steve Jobs in
una «certa» macchina -NeXT-, di dise-
gnare automaticamente in tale formato
a video, con fonti vettoriali, auto-trace
grafico ed altro ancora!
Per chiudere poi la serie, è anche
presente un «Fonts Voi. 1 », consistente
in 3 font PostScript «downloadable» su
stampante, con le versioni a video e
«,metric» ad uso Professional Page.
Concludendo, è un vero peccato che
tutto ciò sia virtualmente sconosciuto in
Italia e senz'altro ne auspicheremo una
loro veloce importazione, perché ne va-
le la pena; saremo esauditi, chissà?
Dopo tutto però anche in ambito Sha-
reware 0 PD si trova qualcosa del gene-
re; mi riferisco a «IFF2PS» utility di
conversione file IFF, come pure
«CLAZ», di pubblico dominio, che in
sostanza fa Io stesso.
Siamo cosi giunti alla conclusione del
nostro discorso; l'obiettivo era quello di
dimostrare, per quanto possibile i pregi
e I difetti della nuova generazione di
word processor per Amiga che sta
prendendo corpo, spinti da esigenze
sempre più complesse e variabili ma
anche dettate da felici scelte delle Soft-
ware House coinvolte, e crediamo di
aver raggiunto lo scopo. In ultima anali-
si. non è certo necessario ricorrere alle
sole tecniche DTP per avere un ottimo
prodotto fra le mani, anche riguardo ai
fasti della stampa laser. Tutto è miglio-
rabile, e qualcosa — vedi Excellence! e
10 stesso ProScript — dovrà esserlo al
più presto, ma l’influenza sul mercato di
simili prodotti è dettata dall'utenza che
11 richiede o dai produttori che li impon-
gono? In attesa di una risposta, e riman-
dandovi ai prossimi articoli di tale natura
in cui vedremo le ottime qualità di pro-
dotti come Pixelscript e simili, provate
ad iniziare un simil-DTP in questo modo
Ne vedremo delle belle! mc
«IPS-Moba-
MCr*>tor: •xcall«nc*! (e) 1967,86. Hiero-Sy>t«BS SoZtoare
MBodCoanant*
6S /byphen 152 /dotlaail /orava /acuta /circuBllax /tilda /dlaraala
/rlno /cadllla /tpaca 16 « /currancy 166 /bar 168 /diareala
/copyriobt /ordfealDlne 172 /loQlcalnot /.ootdef /raoiatered /nacron
/rlno /.notdaf /.notdet /daooar /.notdaf /.notdef 163 /bullat 165
/.notdat /ordBaaculine 166 /.notdaf /.notdaf /.notdaf 192 /Agrave
/Aacute /Aclrcuaflex /Atllda /Adleraala /Arino /XE /Ccadilla /Sgrava
/Bacuta /Ecircuaflex /Bdiaraala /Igrave /lacuta /IclrcuBflax
/Idlaraala /.notdaf /«tilde /Ograva /Oacuta /Ocircunflex /Otilde
/Odlaraala /.notdaf /Oalaab /Ugrava /Uacuta /UcireuBflax /Udlaraala
/.notdaf /.notdaf /geraandblt /agrave /aaeuta /aclrcuatlax /atllda
/adlereali /arlng /aa /ccadilla /agrava /aacuta /acircuaflex
/ediereaia /Igrave /iacute /Icircuaflax /Idiereait /.notdaf /ntilde
/ograva /oacuta /oclrcuaflax /otilda /odiereaia /.notdaf /oalaah
/ugrava /uacuta /ucircunZlex /udlaraala /.notdaf /.notdaf /ydieraaia
/recoda I
findfont begin
eurrantdict dup length dict bagin I
1 index /FIO ne IdetI ipop popi Ifalaa
I forali
/FontHaMe axcb daf dup Itngtb 0 ne I
/Encoding Encoding 256 array copy daf
0 axcb I
dup typa /nanetypa aq I
Encoding 2 index 2 index put
pop 1 add
curreatdlct dup end end
/FontNaaa gat axcb definafont pop
I bind daf
/chgfont I
cvn AnigaCodlng /AnlgaFont 3 2 roll
recode /AnigaFont findfont axcb
aakafont aatfont
I bind daf
/undarline [
curraotpolnt currentfont dup
/FontHatrix gat /yacala axcb 3 gat daf
/Fontinfo gat dup
/UnderlinaThlckneas gat yacala duI letlineaidtb
/ullne exch /UnderlinaPoaition gat yacala oul daf
4 2 roll uline add 4 3 roll ulina add noceto linato atroka
I bind daf
«AEndProlog
[24.000 0 0 24 0 0] () cbgfont
0.200 aatgray
Una pane Oel file pi prova, a mo' di listato, è standard nella giusta misura ed è leggermente piu complesso
di duelli generali, per esempio, da paccrieui DTP tipici gush Professional Page o PageStream
MCmicrocomputer n 94 -marzo 1990
AMIGA
coordinamento di Andrea de Prisco
Programmare in C su Amiga (20)
In questa puntata
completeremo lo scheletro di
programma per la gestione
dei menu via Intuition iniziato
due mesi fa. Presenteremo
inoltre nella scheda tecnica un
interessante utilizzo del
comando lisi di AmigaDOS
Introduzione
In questa puntata termina la prima
fase relativa alla gestione dei menu in
C. Completeremo cioè lo scheletro ini-
ziato nella scorsa puntata, aggiungendo-
vi un esempio di struttura a menu di
tipo classico. Si tratta di una struttura a
due livelli (menu e voci), in cui i vari
elementi sono rappresentati da testi o
titoli che dir si voglia, un po' come
quella che si può ottenere con l'istruzio-
ne MENU deir^m/gaSas/c- Questo
scheletro può quindi già essere utilizza-
to per una classe abbastanza vasta di
programmi. In seguito aggiungeremo
anche strutture più sofisticate, in modo
tuttavia da garantire quella filosofia di
sviluppo modulare che abbiamo intro-
dotto fin dall'inizio, e che ci permette di
togliere ed aggiungere funzioni con un
impatto trascurabile sul resto del co-
dice.
Prima di entrare nel vivo dell'argo-
mento di questo mese, tuttavia, vedia-
mo di rispondere al quesito posto nella
scorsa puntata e relativo all'utilizzo della
grep.lib in un programma in C (vedi
nota 1)
Il codice in figura 5 (della 19‘ puntata)
é corretto, in linea di massima, ma non
è il più adatto al tipo di ncerca che si sta
effettuando. Dato che stiamo cercando
una stringa di caratteri in un testo, è
meglio effettuare la scansione linea per
linea, e non a blocchi di un certo nume-
ro di byte.
Quello che ci interessa è infatti in
quale linee del testo si trova la stringa
che cerchiamo, mentre se si utilizza il
codice mostrato in figura, GREP ci ripor-
ta in quale blocco di tot byte è stata
trovata quella determinata stringa, il che
non è particolarmente utile dal nostro
punto di vista. Il programma va allora
modificato aprendo il file in modo testo
(non binario), ed utilizzando la fgetsO
invece della freadO, e specificando un
buffer più lungo della più lunga linea di
testo che ci si aspetta di trovare. Va poi
gestita la possibilità che una strìnga sia
a cavallo di due linee. Questo si fa
agganciando nel modo opportuno una
linea alla precedente (sostituendo un
newline \n con uno spazio), ed effet-
tuando la ricerca sulla stringa risultante.
Cosi ogni linea viene scandita due volte,
ma almeno siamo sicuri di trovare ruffe
le occorrenze che ci interessano.
Ed ora vediamo come si identifica un
menu in Intuition.
Identificativi vari
Quando Intuition ci notifica un evento
di tipo MENUPICK. cioè della selezione
da parte dell'utente di una voce o di una
sottovoce, il codice del Messaggio
(Campo Code) contiene un valore che ci
permette di scoprire quale menu, voce
e/o sottovoce sia stata selezionata (o
meglio la prima selezione, in caso di
selezione multiple).
Se tale codice è diverso da MENU-
NULL. allora è possibile usare tre ma-
cro di sistema per estrarre da tale valo-
re gli identificativi del menu, della voce
e della sottovoce, se esiste. Le tre
macro sono riportate in figura 1 e sono:
MENUNUMUestrae l’identificativo del menu
ITEMNUMO estrae l'identificaio della voce
SUBNUMO estrae l’identlficativo della sot-
tovoce,
Tali identificativi corrispondono a
quelli definiti dall'utente nel programma
che costruisce i menu. La figura sum-
menzionata mostra anche alcune co-
stanti più 0 meno utili che possono
essere utilizzate per ricostruire un codi-
ce a partire dai singoli identificativi, gra-
zie ad altre tre macro che operano in-
versamente alle precedenti, o per effet-
tuare dei test sugli identificativi stessi
(come NOSUB)
Attualmente il codice dei menu è una
parola da 1 6 bit utilizzata per contenere
tutti e tre i possibili identificativi, nel
modo rappresentato in tabella A.
Tuttavia è bene non fare assunzioni
sul formato di tale codice; dato che
nulla vieta gli sviluppatori del sistema
operativo di modificarlo in una versione
futura. Se si vuole essere sicuri di scri-
vere un codice sempre allineato al siste-
ma, indipendentemente dalle versioni, è
bene utilizzare sempre le interfacce uffi-
ciali. Nel nostro caso questo vuol dire
utilizzare le macro di sistema or ora
presentate.
Il programma scheletro
Veniamo adesso al programma sche-
letro. Dall'ultima volta che lo abbiamo
visto é cresciuto parecchio. Facendo
riferimento alla figura 2 vediamo quali
sono le pnncipali modifiche. Prendiamo
in esame la parte comune, prima di
tutto, quella cioè che contiene le dichia-
rative globali dei tipi, delle costanti e
delie variabili (semplici e strutture).
Innanzi tutto, per comodità, abbiamo
aggiunto alcuni nuovi tipi. Anche la lista
dei prototipi delle funzioni interne è
cresciuta, ma di queste parleremo più in
dettaglio tra un po'. Nel blocco relativo
ai puntatori alle principali strutture ab-
biamo aggiunto un nuovo puntatore,
molto importante, usato per allocare
dinamicamente tutta una serie di strut-
ture m modo molto flessibile, come
vedremo parlando della StartAMO. Ab-
biamo quindi aggiunto due nuove ma-
scherine e finalmente riempito il blocco
più importante: quello relativo alla defi-
nizione dei menu.
E qui è bene spendere due parole al
riguardo ,
Benché le regole con cui si devono
costruire i menu e riempire le strutture
da passare ad Intuition siano ben defini-
te. non esiste alcuna tecnica «ufficiale»
da utilizzare per la definizione di menu.
Ne risulta che ognuno fa a modo suo e,
dato che è necessario riempire molti
campi e legare fra loro le strutture in
una struttura gerarchica che può risulta-
re anche abbastanza complessa, succe-
de spesso che il codice risultante sìa
abbastanza contorto, illeggibile e poco
flessibile.
Partendo da una tecnica sviluppata da
John T. Draper e da me sviluppata e
migliorata in modo da incrementarne la
flessibilità (vedi nota 5) e da ridurre le
dimensioni del codice risultante, ho de-
finito una tecnica di definizione dei me-
nu che è appunto quella mostrata nello
scheletro in questione.
Ne consegue che le dichiarative utiliz-
zate nel codice presentato, fanno pnnci-
palmente parte della tecnica in questio-
ne, piuttosto che delle regole di svilup-
po di Intuition. Ovviamente esiste an-
che un contro. La tecnica qui presentata
è particolarmente utile quando si deve
costruire una struttura a menu del tipo
di quella creata dal comando MENU
dell’AmigaBasic. anche se più comples-
sa e con la possibilità di gestire molte
200
MCmiCfOComputer n. 94 - marzo 1990
AMIGA
più opzioni; tuttavia essa va ulterior-
mente modificala nel momento in cui
sorga l'esigenza di utilizzare nei menu
immagini o voci miste (testo più imma-
gini). Di fatto rimane sempre un'ottima
base di partenza anche per strutture più
sofisticate.
Vediamo quindi cosa andiamo a defi-
nire ne) blocco principale.
Innanzi tutto definiamo tre costanti:
HITEM, che rappresenta l’altezza di un
elemento voce. CHARWIDTH che rap-
presenta un fattore moltiplicativo per
dimensionare l’elemento menu in fun-
zione della lunghezza in caratteri del
testo usato per rappresentarlo, ed infine
MENUFLAGS Che contiene i segnalato-
ri IDCMP che attiveranno gli eventi a cui
siamo interessati.
La struttura seguente è una base da
usare per tutte le strutture IntuiText
utilizzate nella definizione delle voci.
Quindi definiamo un set di costanti,
che rappresentano:
• il numero dei menu
• gli identificativi dei menu [menu
number]
• il numero delle voci
■ gli identificativi delle voci |/rem
numberì-
Queste costanti verranno usate dalla
procedura che analizza l'evento di tipo
MENUPICK
Successivamente definiamo il punta-
tore alle strutture menu, e quelli relativi
ad ogni singola lista di voci con la rispet-
tiva lista di testi. Questo perché, dato
che tra menu e voci il numero di struttu-
re da definire può essere alquanto ele-
vato, ho ritenuto più conveniente alloca-
re tali strutture dinamicamente, piutto-
sto che staticamente, riducendo cosi le
dimensioni del compilato.
Le costanti successive contengono i
testi per i singoli menu, e la larghezza
delle voci con gli attributi di evidenzia-
zione. Di quest’ultimi parleremo nella
prossima puntata.
Le strutture seguenti servono a defi-
nire i testi per le singole voci. L'ultima
altro non é che un vettore di tutte i testi
definiti.
E vediamo adesso le singole procedu-
re. Il mainO, come si può vedere in
figura, non è cambiato.
Diverso è il discorso per la maggior
parte delie altre routines.
StartAl/O
Qui abbiamo aggiunto una serie di
allocazioni di memoria delle varie struttu-
re Menu, Menultem e INTUITEXT che
useremo per definire la struttura gerar-
chica a menu. Tuttavia, invece di usare la
classica AllocMemO, abbiamo preferito
la più flessibile AltocRememberO forni-
taci da Intuition. Questa funzione alloca
memoria come la sua cugina di EXEC, ma
in aggiunta mantiene traccia di tutti i
blocchi che ha allocato e che sono stati
associati ad uno specifico puntatore dì
riferimento [anchor pointer] definito dal
programmatore. Il vantaggio è che indi-
pendentemente dal numero di aree di
memoria allocate e dalle loro caratteristi-
1 . Il titolo delta figura 5 della scorsa
pomata non è Due esempi dì.... ma Esem-
2. In realtà si poteva anche usare
MckMvIDCMP(w.OL);
se non addirittura non chiamare del tutto la
funzione, dato che siamo comurrque in chiu-
sura, ma ho preferito lo stesso mostrare la
tecnica formalmente più corretta da usare
nel caso si intenda continuare il programma
dopo la chiusura dei menu.
3. Nel manuale ENHANCED SOFTWA-
RE featunng AmigaDOS Version J.3 vendu-
to con I dischetti della versione 1 .3 del
sistema operativo, si afferma che nel caso
di tre coppie %S la seconda viene sostituita
dal nome del file, mentre le altre due sono
sostituite dal cammino.
Questo nwi è corretto, come é facile verifi-
care lanciando II comando
1> fiat ( forinat='1 (%S1. 2 (%S], 3
D'altro canto è più pratico com'à In rearià,
dato che se si lancia un comando diadico,
cioè a due parametri di ingresso, il pnmo
generalmente contiene il nome completo
del file (nome più cammino), il secondo ha
più probabilità di utilizzare di nuovo II nome
del file piuttosto che II cammino per rag-
glurtgerto.
4. È sempre opportuno definirsi ad hoc
una convenzione per I nomi dei file tempora-
nei Inaming conventionj. Questo principal-
mente per due motivi:
• Il primo è che cosi uno è in grado di
Identificare Immediatamente se un file è
temporaneo o meno, ed eventualmente
cancellarlo se, per un qualche motivo non è
stato cancellato dal processo che lo aveva
• li secondo è che generalmente i file tem-
poranei sono creati da procedure script Ami-
gaDOS 0 ARexx, ed in un sistema mullita-
sklng à bene assicurarsi con una convenzio-
ne che due procedure non utilizzino lo stes-
so nome per due scopi differenti.
La convenzione da me adottata (ma
ognuno può scegliersi la sua) è la seguente:
un file temporaneo ha il nome sempre inclu-
so tra parentesi quadre, e come prefisso i
primi tre caratteri del nome del processo
che lo ha creato seguiti da un punto, nel
caso ci si voglia garantire al massimo l'uni-
vocità:
Itemp] (ren.inl (ren.out] ...e cosi via.
5. Per flessibilità di un programma si
Intende la capacità dello stesso di venir
modificato in termini di fumionalità rlducen-
do al minimo l'impatto sul codice preesi-
stente e rendendo facile e chiara l'Individua-
zione del blocchi da modificare aumentando
cosi la mantenlbilità del programma e ridu-
cendo i tempi di sviluppo.
201
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
stretture d1 deftn1z1o(i« de11« flnestrd
Questo 9rogr«w crfid uni struttura i
finestra che poi opre sulle schereo i
è eltownte strutturato In «odo do pi
' flessibile da dettagliare In più fasi
' SiconoscleentO) queste scheletro è basi
' sviluppato de John T, Oroper • Seusalttu
Il risultato di studi coupluti del
te e di fatto oupioaente uodiflcoto. I
* uelto più flessibile di quello di Johr
* un eedule eseguibile esito più ridetti
(use). Molte procedure sono
diuenslonl.
Slnclude
Slnclude
Slnclude
slnclude
slnclude
SIncI ude
Siaci ude
siaci ude
*esec/Beeoi7,h*
*1ntu1t1on/1etultlon.h*
*greph1cs/gfneocres.h*
*prato/1ntu1t1on.b*
‘stdllb.h*
Tipi
tppedef strsict Nessoge CNSfi;
topedef strwct IntuITcot lini
tjpedef struct Menu «MI;
tppedef struct Henultce llCHi
struct NewUInduw nw *
WBENCdSCIItÉh
II
UlOHC Savr'’agsi
/s posizione c diuenslonl dello finestre "/
/* colore dolio penne di fondo e di segno *ì
/* Segnalatori IDClVi godget di chiusura */
/* da aprire sullo schereo del WorkBench
/• Per solvore 1 segnoletirl IDCIT •!
** Hoschere di controllo
Sdefine KSM.IHT esBpat
Sdefine MSkImN eiSeSd
Sdefine eit_IIEII eiPPU
Sdorine HSM.MST St»PM
UHOID nosk ■ Ds«pe;
sTivnuiic SI DcrmiziMC pi
Sdefine HITtK le
Sdorine CWRUIDTH IB
sdorine MEhUFlitllS (MEMlIPICKIWHISEBgnOIIS)
II
/n Bposteeento d
spostenento del bordo sinistro */
diverso de quello di sisteue. */
/n Testo (de rlenglre) */
id Cloielll ( vs
id Bulldfimus < vs
id SetupHenu ( SI
id SetupItenLtst( 11
H.Nenu’ferlfp ( Il
' H HonuPìck ( Il
struct TeitFont *
** Costanti
sdorine INAHC *1ntu1t1on. library"
Sdorine WAKC "graphics. library*
sdorine SJ CMS sue
Sdorine u'ious ue
Sdorine tu UH "fsevìo di gestione del »
Sdefine MXIICAO 1
•truci [ntultlonlese "IntnlttonBase;
.truci EfiBose "tfaBesei
itruct Mlndo» vwi
Sdorine HIMI_IH
Sdorine MEMBl!
Sdefine KEWJI
Sdorine ITCH IS
Sdorine mit'ii
sdefine im_U
sdefine ITFN 2NM 3
Sdorine ITCH'ìIB I
Sdefine ITCM 22B I
Sdefine ITEMJiB i
Sdorine ITCMjlB I
Sdorine ITCNja* i
I "IteullstlMniU.IBII)!
■Iteutesltmu.Mgini
sdorine H£mi_lTX "Priuo penii"
Sdefine NCIIII*2rx "Secondo uenù"
sdefine HEHU_JT1C "Terso uenù”
*" Vocìi lorghetzOi caratteristiche e testi
Sdorine ITEM.lhD t«»
Sdefine ITEM IW lU
Sdorine ITEn'M) 14«
Sdefine ITEM IFl (ITEIfTEXTI ITEMCIUBIEDIHICHBOI)
Sdefine ITEM IH {ITCmCXTI ITENEIIIIBLCO|lligilC«MP)
Sdorine ITEMjri (ITEUTEni ITEMElHBlCBiHICmnKMEniI)
202
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
»«id Mino
s(«mn ()i
ftutTdNsnui ()i
CUtutI) 0;
/* tffettdlMo le chleecte di ertone. */
/* CettrafeM 1 eenù de eseeclere elle flneitre. */
lteeteKt[B] ■ (ITXT *)*11ec>ei e ib e r(ireeeeory,
ITEM in * iliee'Um). NEW ClCM)i
1f (IteatKtie] •• KILl) C1o>eA110;
lteiiteit[l] • (ITXT *}A1IecReec^er((reMMry,
n» 2IM > st(eef(nXT), WW ClEAI);
1 f (HnteitCU -- NUll) CUteellOs
nEH_3m • slieor{lTXT), NEW CiÉa>)ì
1f (UceteittJ] -■ NULO CleteAllOi
veld CleecAllO /* ordine Inveree rliyctCe StertAIIOII! *t
If (ee>k S HSK_«I)
IM1(rIKW<«,SeveF1eft)i
If (oeik t NSx'ulN) C1esel>lndo><«)i
ir (eeek 1 16K_BFX) ClesnLIbreryfBfiBeee);
If (eoLk I N5K IRT) C1eieL1krerr(IatuU1enbee}i
E«tt(e)i
1
Storteli: chieoete di Rerteete
old Sterteno
** Apre le librerie (IntelUen b (rophics) e le flncetre
Inteltlordeee > (etnict InteitleaBese «lOpenllbrervIINANEiINEU):
II (Intultlonleee •• WLL) CloteAI1();
Cfetete • (étnct sralesi >)Up<nLlbrerr(M«E.aEV)i
ir (EfiSeie — WLL) CleecAIIOi
V - (ilruct tfindoe *)0penN1ado«(Bmt);
ir (■ •• NULL) CUseADOì
aesk I- RSK.liIN!
rp ■ H->RParti NestPert per le greflce */
up • W'>U»erPBrts /• Porte utente per IKNP •/
** Alloco dlneolceecfite le otrutture per I eenù e lo voci
Ove AllocReoeeberO per una geotlone ordinate e rteseiblìe
oaciullst • (NENU ■)A1locRaaoWer(treoenerr,
NEW.NVN • tUeef(mU), MW.CLEAR):
If (eenullot — KILL) C1oseA11()i
eeik I* IGK_tlEN| /* Note, beote le irioa ollocaiiono */
Iteellotla] - (IIEN 'lAllocReeeiberltmenary,
ITEH IM • sltear(nni), NENF^CLEAR):
Il (lleollltta] — NULL) ClneAIIOi
Iteeliotdl • (ITEN •)AllMRenenber(Areeeeory,
ITER im • ■liear(IIEN), RENE CIEAR)|
If (UeeltclEl] •• WLL) ClocoAIIOi
ITEN 3SI ■ oizeeldlEH), NEW ClEADl
Il («teiliitER] ~ WLL) CloteAIIOi
condivide con oltre 1o
nodo plb olcero
CloteUIndeeO.
veld C1e$eSere1yV1ndeH(wptr,fptr)
struct Wlndoe *«ptr;
struct TeetFont •fptri
** 51 alluse di over già cenceUato lo barre ncnù relative elle ftoeitra
ir (uptr mil) retumi /• Logica della icatola nere: per tlcitreiie ■/
** Doto che otiese leverendo io uno Ilota di iloteso
** dioebllltero toeporanceonnle il aultlteoklng.
FerbldOi /* Slocce It Hltlteiking.
** Ciclo sullo Ilota del oeooeggi errivotl elle porte utente. Quelli
** relativi elle finestre de chiedere seno *100001.
For (scen • (IKSC *)up->sp_lbgLlit.1h Modi /• Inltio listo V
(INSE •)scaii->Eiecllessege.an_Nodé.li_Sacc; /• Ssccesolvo b WLLQ •/
scori • (INSQ ‘)scon->EvecHessege.iS_lode.ln_Sacc) /* Successive •/
If (scen.vlbCHPIfindow -> vptr) /■ Il pessegglo i per questo rinestro */
•* Usa ReeoveO Invece di GetlbgO doto che quesCuItloa toglie
** SENPRE il eessogglo In testo elle Usto.
Re«flve((NOOE *)scon); /* OK. Cencellleeelo dolio code eessoggi.. •/
Rcp1yNsg(<EMSG *)scon); /* e rllpoadioao o1 oltioeta. */
rptr-rUserPort • NULL; /* Evito che Intultlon deellochi lo porte et. */
NDdiryigCNP(vrptr,NULL); /* DK. Adesso effettulsM la chiesero 'logico' ’/
PeraltOi /• tlprlitlne II ealtllesking. •/
CloseWIndowfHptr):
ir (fptr) CloseFont(fptr); /* Nel coso awesslso coricete un font */
Rigata 2 -U pnigrairirna schateUo.
rconrmuo a pag. 204t
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AMIGA
204
MCmicfocomputer n. 94 - marzo 1990
AMIGA
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205
AMIGA
che, basta una singola chiamata a Free-
RememberO per permettere ad Intuition
di deallocare tutti i blocchi associati ad un
certo puntatore di riferimento, senza
doversi preoccupare di deallocare le sin-
gole strutture. Questo ci permette di
definire una sola mascherina da assegna-
re dopo la prima allocazione, e di evitare
cosi di tener traccia di quelle successive.
A questo punto, qualora CloseAIIO ven-
ga chiamata, vuoi per il normale comple-
tamento del programma, vuoi nel caso si
sia verificata una situazione di errore non
ricoverabile (cioè quando il programma
non può più andare avanti), essa non
farebbe altro che verificare se almeno
una allocazione è stata effettuata, per poi
chiamare la procedura FreeRememberO
che si prenderà carico di deallocare tutte
le aree allocate, quali esse siano. Como-
do vero? Grazie a questa tecnica aggiun-
gere una nuova allocazione di memoria è
semplicissimo. Basta aggiungere la rela-
tiva chiamata alla AllocRememberO
specificando lo stesso riferimento, e
verificare il puntatore di ritorno. Se nullo
sì chiama la CloseAIIO. altrimenti si va
avanti. Non é necessario modificare la
procedura di chiusura ad ogni nuova
aggiunta.
CloseAIIO
Qui abbiamo aggiunto due nuovi con-
trolli: il primo serve a cancellare la strut-
tura a menu relativa alla finestra aperta
e ad annullare i segnalatori IDCMP rela-
tivi ai menu (vedi nota 2); la seconda
serve appunto a deallocare tutta la me-
moria allocata.
CloseSafelyWindowO
Di questa procedura parleremo in se-
guito. Per ora l'ho già aggiunta per
ragioni didattiche, dato che abbiamo già
accennato all'utilizzo di una singola por-
ta utente condivisa da più finestre.
LetsGoO
Anche questa, come mainO, non è
stata modificata.
BuildMenusO
Questa invece é stata riempita (era
vuota nella scorsa puntata). Essa chiama
tre volte (a SetupMenuO per definire i
menu, e tre volte la SetupItemListO per
definire le rispettive liste di menu. Guar-
dando queste istruzioni, ci si rende im-
mediatamente conto quanto sia facile
aggiungere nuovi menu e nuove liste.
Basta duplicare le linee in questione,
modificare qua e là un indice, ed aggiun-
gere le opportune definizioni net blocco
iniziale duplicando il codice già scrìtto.
Da notare che, dato che comunque i
puntatori ai menu ed alle voci sono già
stati definiti all'allocazione della memo-
ria, anche se le strutture sono ancora
vuote, non ha molta importanza l’ordine
delle sei chiamate in questione. Questo
è tipico della tecnica a «scatola nera»
\black box]. Le ultime quattro istruzioni
servono ad associare i menu alla fine-
stra, ad attivare i segnalatori IDCMP
opportuni (salvando quelli vecchi per la
CloseAIIO), e ad assegnare la solita
mascherina di controllo.
SetupMenuO
Questa è la prima procedura nuova.
Essa sen/e a definire una struttura Me-
nu e ad aggiungerla alla lista dei menu
da passare ad Intuition. Non credo che il
codice richieda particolari spiegazioni.
L'unico punto che tengo ad evidenziare
è che è necessario fornire alla funzione
anche il puntatore al menu precedente,
definendo cosi l'ordine di comparsa dei
menu, e che sia la posizione del menu,
sia la sua larghezza, sono calcolate
automaticamente.
SetupItemListO
Un po' più complessa della preceden-
te, questa funzione definisce una lista di
voci, calcola automaticamente la posizio-
ne dell'elemento, (a sua larghezza, anche
in funzione dell'esistenza o meno di un
simbolo marcatore [checkmark] e/o di un
comando scorciatoia [shortcut], e lega
ogni voce alla precedente nella lista.
Per il momento assume che tutte le
voci siano indipendenti (MutualExclude
nullo), che non ci sia una immagine
alternata, e che l'elemento sia di tipo
testo. É tuttavia già predisposta ad ac-
cettare una lista di sottovoci.
HandleEventO
Anche questa procedura è rimasta
immutata, graze alla tecnica dei tronco-
ni Isfub routine],
STUBs
Sono rimaste solo due, una per gli
eventi MOUSEBUTTONS ed una per
quelli di tipo MENUVERIFY. Da notare
che, mentre già possiamo ricevere i
primi, i secondi sono per il momento
disattivati. Grazie alle procedure vuote,
tuttavia, possiamo già girare il program-
mare così com'é senza problemi.
hLMenuPickO
Questa é l'ultima delle nuove proce-
dure. ed ancora incompleta., sebbene
perfettamente funzionante. È il cuore
della gestione dei menu; è cioè la pro-
cedura che identifica la o le voci selezio-
nate, e passa quindi il controllo al codi-
ce che deve effettuare quanto richiesto
dall'utente via menu.
Quella presentata è la tecnica piu
completa, quella cioè che tien conto
anche delle selezioni multiple, come è
facile verificare lanciando il programma.
Essa si riferisce al caso di una sola
finestra, ma può essere opportunamen-
te generalizzata per gestire più finestre
che condividono la stessa porta utente,
evitando così di aggiungere del codice
ridondante per ogni finestra.
In pratica si tratta di effettuare un
ciclo in CUI vengono analizzati tutti i
codici relativi ad una determinata sele-
zione. Il 'primo viene ottenuto dal campo
Code del messaggio arrivato. Da que-
st'ultimo SI ricavano anche l’indirizzo
della finestra relativa al menu sotto ana-
lisi, e da qui il puntatore alla prima
struttura menu e quindi, di fatto, all'inte-
ro albero dei menu. Tale puntatore ci
permette di ricavare il puntatore alla
struttura voce relativa al codice in og-
getto, grazie alla funzione ItemAddres-
sO, e da questa ottenere eventualmen-
te il codice successivo dai sottocampo
NextSelect nel caso si tratti di selezio-
ne multipla. Avremmo potuto oviamen-
te utilizzare direttamente li puntatore
all'albero dei menu &menulist[01, ma
questo avrebbe reso meno flessibile e
sicura la procedura H_MenuPick(), dato
che, nel caso di più finestre, e quindi di
più menu, avremmo comunque dovuto
utilizzare questa tecnica per capire a
quale finestra, e quindi a quale menu, il
messaggio fa riferimento.
A questo punto c'è il blocco di gestione
dell'evento vero e proprio. In pratica si
tratta di una scansione sugli identificativi
dei menu e delle voci (se ci fossero,
anche delle sottovoci), effettuata tramite
strutture switch/case Nel nostro caso,
per il momento, a fronte di un menu e di
una voce, ci limitiamo a stamparne il
nome via stdout. Qwiamente è qui che
vanno le chiamate alle singole funzioni o
macro responsabili di gestire la richiesta
(o le richieste) dell'utente.
Conclusione
Nella prossima puntata continueremo
ad analizzare le possibilità offerteci da
Intuition per quanto riguarda i menu.
Ovviamente continueremo ad usare ed
estendere lo scheletro fin qui ottenuto in
modo da avere sempre un esempio
funzionante delle funzionalità che verran-
no di volta in volta presentate. Dato però
che in tal modo il codice crescerà sempre
di più, non potrò più riportarlo per intero,
ma solo per differenze rispetto a quello
della puntata precedente. Conservate
con cura quindi questa puntata di Pro-
grammare in C su Amiga, perché molto
probabilmente è l’ultima in cui é mostrato
io scheletro per intero mc
206
MCmtcrocomputer n. 94 - marzo 1990
AMIGA
La scheda tecnica
Chi è abituato a lavorare con il CLI si trova spesso nella
necessità di compiere urta determinata operazione su un certo
numero di file i cui nomi soddisfano lo stesso pattern, ma di non
poterlo fare perché il comando in questione non supporta i caratteri
speciali di sostituzione \wìlclcard\ In alcuni casi si può ricorrere ad
uno dei tanti programmi di gestione del filing System, come OirUtil.
0 OiskMaster. altre volte si possono utilizzare Shell o comandi PD
che permettono di fornire ai comandi di AmigaDOS che ne sono
sprovvisti la capacità di supportare i caratteri di sostituzione (come
ad esempio Wrth - dal disco #253 della collezione di fred Fish).
Esistono tuttavia delle operazioni concettualmente semplici che
mettono spesso in difficoltà anche l'utente più smaliziato Ad
esempio, giorni fa mi ha telefonato un amico dicendomi:
‘Sto cercando di rinominare lutti / lile di un direttone aggiungendovi
l'estensione .maurizio. Possibile che non esista un sistema sem-
plice di tarlo con AmigaDOS?“
Ebbene, il sistema esiste, ed è pure molto potente. Esso sfrutta
l’opzione Iformat del comando list Vediamo in che modo.
Supponiamo di essere in un direttorio chiamalo prove, e
lanciamo il comando list senza alcun parametro.
za» rved Ttdiy 21:33:S8
948 ---nml TeSiy 2t:33;$ì
ZSSI — -rMd Todiy 21:33:47
9704 -■■md Iniiy 21;33:S4
242 ■■■■rved T»diy 21:33:45
Dir i-Hcd T«diy 21:34:BB
Supponiamo inoltre di voler cambiare tutti i file di tipo memo in
file di tipo lettere e di volerli poi spostare nel sottodirettorio lettere.
ad eccezione del promemoria temporaneo.
Si tratta di una operazione un ixichino più complessa di quello
che mi aveva chiesto il mio amico, ma abbastanza comune.
Il comando renarne dell'AmigaDOS non ci viene decisamente m
aiuto Anche comandi come quelli menzionati sopra richiederebbero
comunque un intervento manuale alquanto noioso, specialmente se
I file, invece di essere cinque, fossero cinquanta II problema non è
tanto che sia difficile specificare con i caratteri di sostituzione il
pattern di scansione, quanto che non esiste alcun modo di dire al
computer «Nel nuovo nome usa quel determinato pezzo del
vecchio nome, cioè cambia tutti i file del tipo 7777789. memo in file
del tipo =====89. lettera, dove ===== deve corrispondere
agli Stessi caratteri che soddisfano 77777"
Vediamo ora che cosa fa l'opzione Iformat del comando list
Vediamo prima un esempio pratico; proviamo a scrivere:
[1] ti»t tfsnuf'H. fi fil. K!’
Il niuliuo è J Kgueme:
Hs trovato 11 file teiworanoo.KMl
Ho trovato il filo 12Gene9.tMiMl
Ho trovate il file 14*«oS9.«eioo!
He trovato il filo 13Cìue9.«Ho!
Ho trovato i1 filo ZSDìcSI.kboI
Ho trovato il filo lotterei
(*'], la seconda può essere ottenuta raddoppiando il segno del
<percento>. [%%S].
• Se la stringa contiene una o più coppie %S. il comando opera le
seguente sostituzioni:
una coppia
viene sostituita dal nome del file trovato:
due coppie
la prima viene sostituita dal cammino per raggiungere il file a parure
dal direttorio corrente, la seconda dal nome del file trovato:
tre coppie
la prima viene sostituita dal cammino per raggiungere il file a partire
dal direttorio corrente, la seconda: e la terza dal nome del file
trovato (vedi nota 3):
quattro coppie
la poma e la terza vengono sostituite dal cammino per raggiungere
il file a partire dal direttorio corrente, la seconda e la quarta dal
nome del file trovato:
cinque o più coppie
il comporramenio è lo stesso che nel caso di quattro coppie: le
altre vengono ignorate e sostituite da una stringa nulla
• Il cammino termina sempre con due punti, se limitato ad un
volume 0 ad un device, con la barra diagonale [sfash] se contiene
una lista di direttorii (ad esempio hdO:prova/lettere/l
Notare che quando si parla di cammino per raggiungere tl file, si
intende quello a partire dal direttorio dai quale si è lanciato II
comando Se quindi stiamo listando il direttorio corrente, questo é
di fatto nullo, coma si può vedere negli esempi di figura 3
Vediamo allora come risolvere N nostro problema Vi ncordo che
il nostro scopo é quello cambiare tutti i file di tipo memo in file di
tipo (effere e di spostarli poi nel sottodirettorio tenere, ad ecce-
zione del promemoria temporaneo, che non va né rinominato, né
spostato.
Il trucco è il seguente (seguire su figura 4) Innanzi tutto si
definisce il pattern di scansione, e cioè 7777789. memo, che
seleziona tutti e solo i file che ci interessano. Poi si esegue il
comando list come in figura, avendo l'accortezza di usare l'opzione
files II risultalo va reindirizzalo sulla RAM e da li eseguito come
un file di tipo script.
In realtà non sempre questo basta. Il problema è che pbssiamo
prendere dal vecchio file solamente il nome intero, non una parte
del nome Nel nostro caso i nuovi file nel direttorio lettere vengono
ad avere la doppia estensione .memo.let. mentre magari noi
volevamo solo la seconda. Per far questo é ancora necessario
operare manualmente entrando nel file RAM;[temp] (vedi nota 4)
con un editore di testi e cambiare tutte le occorrenze .memo.let in
-let Esistono anche dei programmici che permettono di far questo
da CU senza entrare in edizione del file, alcuni sono PD, altri, come
SPLAT sono inclusi in altri prodotti (Lattice CI, Quest’ultimo comun-
que sembra avere ancora dei bachi seri, anche se in un modo o
nell'altro si riesce ad utilizzarlo.
Certo, questo secondo passaggio è scocciante, sarebbe stato
meglio poter fare tutto in una botta sola. E allora? Allora l'unica è
usare l'ARexx In figura 5 é riportata una procedura ARexx che ho
scritto qualche giorno fa e che serva a modificare l'ultima esten-
sione di un file od ad aggiungervela. se questo non esiste A questo
punto basta utilizzare la sequenza di comandi'
[1] 1ist »IUN:[tap] ??2??S9.let fiUf lf<inBt<'reiiM 1»S 4Slctt«r>AS‘
(1) «XMUte RAH:It<^]
Molto canno, ma a che serve? E poi lettere non è un file' Alla
seconda domanda é facile rispondere: non abbiamo detto a list di
visualizzare solo i file. Basta aggiungere l'opzione files ed il gioco è
fatto. In quanto alla prima domanda, vediamo esattamente quale è
il formato di questa opzione:
LFORMAT^ "stringa'
La stringa di caratteri segue le seguenti regole:
• il segno di uguale non deve essere preceduto o seguito da spazi.
• La stringa di definizione del formato da visualizzare deve sempre
essere inclusa tra doppie virgolette.
• La stanga può contenere qualsiasi carattere tranne le <doppie
virgolette> I") coppia <percenio> <S> t%Sl. Le prime possono
essere ottenute utilizzando il carattere speciale <asferisco>. e cioè
Naturalmente se nel direttorio corrente c'erano già dei file di
tipo lettera che non volevamo spostare, il risultato non è proprio
quello voluto, mam l'importante è capire il meccanismo, dopodiché
ognuno lo potrà adattare alle esigenze del momento. Tra l'altro, se il
numero di file é elevato, vale sempre la pena di scrivere una
procedura ARexx per risolvere il problema, per quanto specifico sia.
Come? Non conoscete l'ARexx? Male, molto male... Chissà, forse
ne riparleremo in futuro Per quelli invece che l'ARexx lo conoscono
già, un esercizio. Come potrete facilmente verificare, la macro
riF>ortata in figura non gestisce propriamente i file il cui nome
contiene spazi o caratten speciali, quelli cioè che in AmigaDOS si
devono specificare tra virgolette.
Provate a modificare chext.rexx per supportare anche questo
tipo di Me
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
207
Coloro che seguono, su queste
pagine, la rubrica ST Mailbox ben
conoscono le necessità di molti
ataristi che vorrebbero, in un
modo 0 in un altro, aprire una
finestra nel mondo MS-DOS.
Le risposte finora sono state solo
parzialmente convincenti:
l'emulatore software «PC ditto»
garantisce affidabilità ma non
velocità.
Quello che la maggior parte degli
ataristi ha da sempre sperato, é
la possibilità di fondere i due
ambienti senza creare travagli alla
propria scrivania e soprattutto alle
proprie tasche.
Finalmente la soluzione al
problema è giunta: PC Speed.
Come è spesso accaduto
nell'ambiente Atari, le soluzioni
più desiderate ai problemi più
assillanti, non sono venute dalla
Atari Co. bensì da anonime e
poco finanziate aziende
completamente indipendenti
da questa.
Come esempi basta citare il
successo deirST come macchina
per il DTP legata a Calamus.
oppure nel campo musicale
grazie ai prodotti della Steinberg.
PC Speed è stato progettato e
realizzato dalla Sack Electronic e
probabilmente sentiremo ancora
parlare di questa geniale azienda!
In Italia é distribuito in esclusiva
dalla EuroSoft di Firenze, molto
attiva nella commercializzazione
dei prodotti per ST
ATARI ST
Tos & Dos
by PC Speed
di Vincenzo Folcarelli
Uno sguardo alla scheda
Tutta l'elettronica di PC Speed é con-
tenuta in una ordinata scheda quadrata
con un lato di 6 cm.
Complessivamente sono presenti 4
integrati in logica MSI utilizzati come
buffer 2 PAL che contengono la logica
di gestione deH'indirizzamento della me-
moria e dell'interfacciamento all'hard-
ware delI'ST. un paio di condensatori
per limitare i transitori ed altrettante
resistenze di pull-up ed infine il cuore
del sistema il NEC V30 compatibile
8086 con clock ad 8 MHz. A ben vedere
sulla scheda non è presente alcun quar-
zo e ciò garantisce che il nhtmo di
lavoro» è quello deli'ST. Nella parte
sottostante della scheda è presente il
lungo connettore a zoccolo da 64 pie-
dini.
Nella confezione di PC Speed trovia-
mo oltre al disco per II set-up e per il
caricamento del BIOS, 2 zoccoli dei
quali uno soltanto verrà utilizzato ed un
manualetto in tedesco (!) con allegata
relativa traduzione (I!) in inglese.
Per tuti gli ataristi non troppo amici
delle lingue anglosassoni sarò prodigo,
nel seguito dell'articolo, di consigli ed
istruzioni per il montaggio.
Nel disco oltre ai già citati programmi
sono presenti alcune utility in formato
.EXE ed in formato .PRG.
Tra le utility c'è un programma in
formato .PRG, quindi da far girare sotto
TOS, per rendere il mouse ST visibile da
PC Speed.
Montaggio ed avviamento
Dopo aver dato un'occhiata alla sche-
da vediamo come installarla nel piccolo
box a disposizione di ogni ST. Ad esser
franchi bisogna ammettere che l'ultima
delle volontà dei progettisti deli'ST è
stata quella di lasciare in qualche modo
spazio per espansioni.
Come ben noto, prima della serie
Mega la linea ST non disponeva di slot
di espansione. Questo farebbe suppor-
re l'impossibilità di utilizzare PC Speed
su 520 e 1040; nessun problema!
La Sack ha pensato bene di non ri-
MCmicrocomputern. 94 - marzo 1990
ATARI ST
nunciare alla moltitudine degli ataristi
che dispongono dei sistemi non Mega
ricreando uno slot di espansione.
In realtà non si tratta di uno slot vero
e proprio ma ciò che conta è che la
funzione (anche se non la funzionalità)
sia la stessa.
Come detto in precedenza nella con-
fezione di PC Speed é presente una
coppia di zoccoli a 64 piedini. Uno di
questi dovrà (udite, uditeli essere «sal-
dato» sul dorso del 68000.
Attenzione a non farvi prendere dallo
spavento. Il sottoscritto ha effettuato il
tutto pur non avendo nessuna esperien-
za nella saldatura di componenti sensi-
bili e complessi come i chip digitali.
L’importante è servirsi di un buon
saldatore di bassa potenza 15W-20W
con una punta molto fine.
Se proprio non volete saperne di met-
tere le vostre tremanti mani sul nudo
corpo deirST, conviene che vi rivolgiate
al vostro centro assistenza o alla Euro-
Soft stessa, spenderete qualche soldo
in più ma avrete certamente qualche
preoccupazione in meno.
Andiamo con ordine e prima di ogni
cosa va specificato che PC Speed è
stato montato su un 1040 ultima re-
lease.
Cominciamo con l'aprire l'ST, dopo
averlo sconnesso da ogni periferica,
mouse compreso. Le viti presenti sul
fondo deirST devono essere tolte tutte
ad eccezione delle tre che, poste ai
vertici di un ideale rettangolo, tengono
fisso il drive. Evidentemente quest'ulti-
me si troveranno in corrispondenza del
drive stesso.
Dopo aver sollevato il coperchio su-
periore, vi troverete davanti la «gabbia
di Faraday» che protegge il vostro ST
dalle scariche degli elettrodomestici cir-
costanti (... e viceversal). Per togliere
questa oltre a dover svitare numerose
viti, è necessario sbloccare i vari ganci
ritorti. Il sollevamento dell'armatura me-
tallica rimane in qualunque caso difficol-
toso, anche a causa della piattina che
collega la tastiera al resto del computer,
quindi fare molta attenzione! Per le ope-
razioni successive è consigliabile scon-
nettere la piattina della tastiera dalla
piastra madre.
Distributore:
furo Soft
Via del Romito r Or, S0134 Fireme
Prezzo IIVAasclusa): L 550.000
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
Dopo ciò la scheda delI'ST si presen-
ta nella sua completezza. La prima cosa
da fare è individuare il 68000. ricono-
scerlo è semplicissimo: è il chip rettan-
golare di dimensioni maggiori. Nel nuo-
vo 1040 questo si trova in primo piano
sotto l’alloggiamento della tastiera. Nel-
le vecchie versioni si trova in prossimità
del drive.
Prima di saldare lo zoccolo sul 680(X),
conviene bloccarlo attraverso il leggero
divaricamento di una fila di piedini ed il
successivo incastramento a pressione.
Attenzione a rispettare il verso di inseri-
mento dello zoccolo: le tacche dello
zoccolo e della CPU devono corrispon-
dere.
Fate corrispondere i piedini dello zoc-
colo su quelli della CPU facendo esclu-
sivo uso di un giravite antistatico. A
questo punto iniziate l’opera di saldatu-
ra. Appoggiate la punta, alla massima
temperatura e già stagnata, del saldato-
re sul piedino dello zoccolo e quindi
della CPU finché (non più di un paio di
secondi} lo stagno si diffonde «saldan-
doli».
Ripetete questa operazione per tutti i
64 piedini.
Un consiglio pratico. Vicino ai piedini
ATARI ST
Quando comparirà
questa schermata
avere più il solo ST ma
un STA PC.
Il SI della Norton parla
chiaro Fate 8tler\2Ìone
al BIOS.
PC Tools. La cartella
WPé sotto ST e può
tranquillamente
essere trattala
da PC Tools.
del 68000 ci sono componenti discreti
che rendono spesso impegnativo rag-
giungere con precisione i piedini. Fate
uso di molta delicatezza ma cercate di
crearvi lo spazio necessario piegando
tali componenti verso l'esterno.
Quello che non dovete mai fare è
abbondare nella stagnatura della punta
del saldatore, c'è il rischio di cortocircui-
tare due piedini adiacenti. Se ciò acca-
desse inserite, a stagno caldo, la punta
del giravite tra i due piedini erronea-
mente «fusi»; lo stagno tornerà imme-
diatamente sulla punta del saldatore.
A saldatura completa inserite, facen-
do ancora corrispondere le tacche, la
scheda. Quest'uitima operazione per
quanto possa sembrare semplice é resa
delicata daH’impossibitità di forzare a
piacere sulla scheda. Oltretutto se la
scheda non è ben inserita il sistema
non funzionerà e non riuscirete a chiu-
dere completamente l’ST.
Prima di reiniziare il montaggio dovre-
te creare una finestra nell'armatura me-
tallica, questa va effettuata utilizzando
un seghetto metallico.
Terminate quest'uitima operazione,
da «mastro ferraio», date inizio al rimon-
taggio.
A conclusione di quest'uitima fase
non rimane che mettere l'interruttore
su «ON» e sperare di non aver compiu-
to errori.
Caricate il programma PC_SPE-
ED-PRG, se comparirà su fondo bianco
in caratteri neri la scritta che vi invita ad
inserire un disco contenente il sistema
operativo DOS è andato tutto OK. Altri-
menti?! Prima di tutto non fatevi pren-
dere dal panico e controllate con atten-
zione se la scheda è stata ben inserita.
Nel caso non riusciate a tirare un
ragno dal buco, rivolgetevi ad un centro
assistenza Atari, Buona fortuna!
Prestazioni
PC Speed non è un prodotto eccel-
lente soltanto per la sua affidabilità e
versatilità ma soprattutto per le sue
prestazioni.
Grazie al NEC V30 ed all'ottima inte-
grazione con l'hardware ST è stato pos-
sibile ottenere una potenza di calcolo
quantificabile in un fattore Norton pan a
4.0.
Il lavoro maggiormente fatto dai pro-
gettisti di PC Speed è stato quello di
sfruttare le capacità grafiche delI'ST, in
special modo in modalità monocromati-
ca, senza aggiungere hardware super-
fluo. Sono disponibili le seguenti risolu-
zioni grafiche; CGA monocromatico e a
colori, Hercules mono ed Olivetti mono.
La velocità di visualizzazione dei caratte-
ri è eccellente e con tutti i pregi dell'alta
risoluzione ST: assenza di flickering.
contemporaneamente bassa peraisten-
za e alto contrasto dei caratteri.
210
MCmlcrocomputer n. 94 - marzo 1990
ATARI ST
Come ben noto il DOS non va oltre i
640 KByte.
Ciò renderebbe inutile, per i posses-
sori di Mega 4 e Mega 2, il surplus di
memoria.
Fortunatamente PC Speed è in grado,
se supportato dairMS-DOS 4.0 o DR
DOS, di vedere attraverso la tecnica di
paginazione dello standard LIM tutta la
memoria a disposizione.
Su un 1040 risultano disponibili 704
Kb sufficienti a far girare la quasi totalità
delle applicazioni esistenti sul mercato.
Chi non riconosca
Questa schermata si
taccia due ore di
vergogna dietro
la., lavagna'!'
Configurazione
Sul dischetto di sistema oltre al pro-
gramma di emulazione è presente
PCJNST.PRG da utilizzare per la confi-
gurazione globale del sistema.
Il programma permette il settaggio
del numero e del formato dei disk drive,
delle risoluzioni e dei colori disponibili
(in funzione del monitor), della nazionali-
tà della tastiera e soprattutto dell'hard
disk.
Questa è senza dubbio uno dei fiori
all'occhiello di PC Speed. L'hard disk
non solo è condivisibile con partizioni
separate (come ad esempio avviene
con Spectre 128 in emulazione MAC)
ma una stessa partizione può contenere
entrambi i dati TOS e DOS (wonder-
fullll).
Una sotto-directory è tale sia in DOS
che in TOS, un file può essere visualiz-
zato sia attraverso un type del DOS che
un doppio click del GEM. le operazioni
di cancellazione, copiatura e sposta-
mento possono avvenire su ogni dato
indifferentemente sotto DOS o sotto
TOS.
Unica precauzione da prendere è la
formattazione del disco rigido o del flop-
py sotto DOS.
È ovviamente possibile il Boot diretta-
mente da HD ed il passaggio da un
ambiente all'altro avviene in maniera
rapida e sicura.
Il passaggio fondamentale è quello
della formattazione della partizione a cui
verrà assegnato l'identificatore «C» sot-
to DOS.
Il programma è autoesplicante, nono-
stante CIÒ bisogna fare attenzione a non
formattare partizioni sbagliate.
Il manuale, nel descrivere la procedu-
ra di formattazione, consiglia di fissare
la scelta in AUTO BOOT; ciò non è
corretto. È necessario prima fissare il
lancio MANUALE del DOS e quindi for-
mattare l'HD, altrimenti l'ST si blocca
nel momento in cui va a cercare il DOS
suH’HD ancora da formattare.
Tra i settaggi relativi alla risoluzione
ed ai colori, un valido consiglio è quello
di settare la CGA mono, almeno per
garantire una compatibilità globale.
Per contro alcune applicazioni, peral-
tro le più interessanti, come Ventura
MCmicrocompuler n. 94 - marzo 1990
211
ATARI ST
Farebbe rrv^lo piacere
avere BUflSKA ancfie
sorto ST ma così va
bene lartzi molto
bene) ugualmente
Publishing richiedono l'alta risoluzione e
quindi conviene settare l'emulazione
grafica suH'opzione OLIVETTI.
Prestazioni
A parte l'utility SI della Norton, che
fissa la velocità di PC Speed a 4.0.
risulta molto più pratico giudicare le
prestazioni attraverso l'uso delle varie
applicazioni.
Flight Simulator 3.0 gira egregiamen-
te, ciò oltre ad indicare un'ottima com-
patibilità conferma l'ottima gestione del-
ie routine video. Fate attenzione a lan-
ciare FS3 sotto CGA.
Con Ventura Publishing si lavora ai
massimi livelli ma bisogna avere l'accor-
tezza di fissare il settaggio del video in
modo INVERSE. La stampa su Manne-
smann a 9 aghi è discreta, anche se ho
l'impressione che i driver di Calamus
siano più efficaci. Purtroppo non è anco-
ra disponibile un driver per la SM 804 e
quindi è necessario fare uso di una
stampante laser non Atari da collegare
alla porta parallela.
Vi/ord Processor, Compilatori, Data
Base, Programmi di Calcolo, Utility tutto
OK, Tra i programmi testati gli unici
problemi li ho avuto con alcuni copiatori
(poco male!),
Espansioni
La versione in prova di PC Speed è la
1.26, ma attualmente è già disponibile
la 1.3 che ha una più efficiente gestione
del mouse ST.
Tra gli Add In prossimi venturi (speria-
mo tutti inclusi nella 1 .4). possiamo
aspettarci l'utilizzo della Laser Atari, l'e-
mulazione della scheda EGA (in modali-
tà monocromatica) e della scheda Tan-
dy 640*200 in 16 colori, l'utilizzo dell'in-
terfaccia MIDI, l'utilizzo di HD con con-
troller SCSI configurabile fino a 28 parti-
zioni e l’emulazione del coprocessore
matematico 8087 utilizzando il 68882.
Un limite hardware che distingue PC
Speed da un qualunque compatibile è
l'indisponibilità di un potenziale Bus di
espansione. Ciò ha evidentemente di-
verse ragioni sia filosofiche che tecni-
che. Tecnicamente bisognerebbe prov-
vedere ad una ridistribuzione dell'ali-
mentazione ed una accurata integrazio-
ne tra il bus XT e quello 68000 (gestio-
ne degli interrupt. problemi di adatta-
mento e di arbitraggio, ecc.), filosofica-
mente si snaturerebbe l'idea delI'ST
senza ottenere in compenso alcun gran-
de vantaggio.
Molto più interessante sarà a tale
riguardo un prodotto, per ora soltanto
annunciato, come Modulo Delta che
interfacciafaile con un qualsiasi ST, con-
terrà l’elettronica completa (memoria,
BIOS in ROM, cache, bus di espansio-
ne.,.) di un PC basato su un 80386 a 16
MHz e di un ST/MAC basato su 68000 a
16 MHz.
Praticità d'uso
È su questo campo che si giocano e
si giocheranno, con riferimento agli Add
In(On) che seguiranno lo stile ed i con-
tenuti di PC Speed, le carte migliori per
conquistare sempre più utenti,
Come già accennato, il vero utente
Atari non vuole rimpiazzare la sua mac-
china con un semplice PC compatibile,
ciò che vuole é tenersi aperta una fine-
stra sul mondo MS-DOS. Grazie a ciò,
non si vuole necessariamente rimpiaz-
zare quelle applicazioni che, sotto ST,
non sono ancora ai massimi livelli,
quanto garantirsi un notevole scambio
di file.
Ad esempio molti utenti Atari ben
conoscono ed apprezzano, sia per la
potenza che per la semplicità d'uso,
programmi come DYNACADD, CAM-
PUS CAD, CALAMUS. ARABESQUE
ed altn in grado di scambiare tranquilla-
mente file con corrispondenti prodotti
in ambiente MS-DOS; in tal modo è
possibile sfruttare biblioteche di simbo-
li, di progetti, ecc., che altrimenti biso-
gnerebbe ricostruire per intero in am-
biente ST. Per di più potendo utilizzare
periferiche Atari a basso costo ed ele-
vata qualità, come ad esempio la stam-
pante laser, si possono ottenere gli
stessi risultati con costi nettamente in-
feriori.
Si potrebbe obiettare che in realtà,
parlando di scambio di file, non è neces-
saria una compatibilità software! Vero
ma altrettanto vero è che spesso è
necessario predisporre i file in una ma-
niera tale (da compressi in non com-
pressi, da immagine vettoriale a raster,
da testi in modalità WP in testi in moda-
lità ASCII, ecc.) da rendere necessario
un intervento del programma che li ha
generati.
La condivisione e soprattutto la possi-
bilità di intervenire sugli stessi dati sia
sotto GEM che sotto DOS, rende l’am-
biente di lavoro integralo e soprattutto
dinamico.
Unico rammarico a questo riguardo è
l'impossibilità, almeno per ora, di di-
sporre di switcher che permettano il
passaggio da un ambiente all’altro sen-
za abbandonare le applicazioni in fun-
zione.
Conclusioni
PC Speed è un prodotto ben studialo
sia in relazione alle prestazioni ed ai
costi, sia in relazione ad'utenza.
Ogni suo difetto è in realtà una nostra
pretesa.
Con esso è probabile che un utente
non possa mai rimpiangere l'acquisto di
un ST.
Il prezzo è competitivo e la distribu-
zione dovrebbe essere sufficientemen-
te capillare
Credo (soprattutto spero) di essere
stato convincente e vorrei concludere
dicendo che prodotti come PC Speed.
Aladin, Spectre sono e saranno gemme
non solo nel panorama ST ma in tutto il
settore personal computer!
212
MCmicrocomputer n. 94 • marzo 1990
•min» SOO 814.1100
tmig» 2000 !.8IHI.(HM)
Miari 520 A44.1HJ0
Mari 1040 880.000
ptilìps 9IW 1. 100.000
fbiUps 9HS 1.000.000
pbUips at2S 2.100.000
pbitips 9130 .1.000.000
ZS8 654.0(H)
dtùeo I80E 370.000
cilUea ISE 544.000
cilùea MSP40 649.000
eitìztB MSPSO 850.000
$»(/V 24 Ti-li-rniiarc
sfar LCW 399.000
sfar LOOC 534.000
Sfar LC24/W 694.000
rpso0 LXm 494.000
epsoo LQ500 744.000
are 2200 649.000
are P6p/us 1 .570.000
pbiUps 12’ aotto 165.000
pbUips 14’ aooo 240.000
Philips 14’ color SIO.OOO
phiiips 14' tga 729.000
Philips 14' s.ega 799.000
Philips VGA 799.000
Philips aullisyac 1.190.000
iDffsuOisO/ aullìsyac 1.190.000
are II 1.190.000
ore 2A 1.190.000
are 3D 1,650.000
cga/bercules 79.000
rga 2S6k 290.000
rga SI2k 494.000
HMClrr xf 150.01HI
madre al 370.000
seriale 24.(>(MI
parallela 24.000
joysiik 29.00(1
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geahck Commodore a230!
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easygea (semiprofesshaale ■ eoa rroolt/waiV
diiprideo
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tideoa II Idigilalizxalore a colori)
spltffer RGB (filtro r/rffroaieo^
modulatore aSOO
aiodulatore a20O0
caro scart
telecamera B/S
449.000
349.000
649.000
129.000
169.000
499.000
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49.000
169.000
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449.000
3 1/3 bulk UOO
3 1/2 dsdd 2.200
3 1/2 bd 5.WJ0
5 1/4 bulk 600
5 1/4 dsdd 1.300
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Vastissimo
Catalogo
Software
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drive esterni amiga
dri*i ialerai amiga
drive esirrai afari
esp.ne SI2k amiga
bard-disk AS90 x ASOO
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190.000
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I70.0IHI
999.000
1.090.000
650 . mi
I.6IHI.OOO
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I90.mi
119. mi
AATARI
SISTEMA BASE’
alari W40 900.000
moailor sml24 290.000
stampante aec 2200 749.000
programma timeworks 169.000
TOTALE: 2.108.000
Questa pagina pubblicitaria e*
SISTEMA PLUS ’
atari mega 2 1.740.000
monitor sm 124 290.000
stampante laser Atarì 2490.000
programma timeworks 169.000
TOTALE; 4.648.000
realicsata interamente
SISTEMA PRO '
alari m^a 4 2.490.000
bard-disk 30 mega i.090.000
monitor sm 124 290.000
stampante laser Atari 2490.000
programma timcworks 169.000
TOTALE: 6.488.000
il sistema *PRO’ DTP Atarì.
EasyDaU - Via A.Omodeo 21/29 - 00179 Roma - 9.30:13.00/15.00:19.30 compreso sabato- METRO Furio Camillo
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guasta viene sostituita I
nellambito di otto giorni dal |
ricevinKoto.
« ^ 060 ^
il centro
beatificato per
‘ l'informatica personale
APPUNTI DI INFORMATICA
Gli Array Processor
prima parte
di Giuseppe Cardinale decotti
Un Array Processor consiste di un
certo numero di processori (PE) sotto <a
supervisione di un’Unità di Controllo
(CU). In generale un Array Processor
può assumere una delle due configura-
zioni mostrate in Figura 1 Come potete
notare, le due architetture sono abba-
stanza simili tranne per la maniera in cui
I moduli di memoria sono connessi ai
processori. Lo schema I è strutturato
con n PE sincronizzati, sotto il controllo
di una CU. Ciascun PE è essenzialmen-
te una unità di esecuzione, per esempio
una ALU (Arithmetic Logic Ùnit), con un
certo numero di registri e una memoria
locale PEM, per la memorizzazione dei
dati distribuiti- La memoria connessa
alla CU è necessaria alla memorizzazio-
ne del programma- La CU decodifica
ciascuna istruzione e determina quali
PE devono eseguirla. Le operazioni sca-
lari e di controllo sono eseguite dalla CU
Archilellure
fonaamenieli di un
Array Processor
stessa. La maggior efficienza si avrà ne!
caso in cui si debba eseguire un’opera-
zione su un vettore di lunghezza pari al
numero dei PE dell’Array Processor, In
tal caso la CU attiva tutti i PE che
contemporaneamente eseguono l'ope-
razione specificata. Si ottiene cosi un
parallelismo spaziale completo. Gli ope-
randi andranno ovviamente caricati nelle
PEMi attraverso il data-bus prima di
eseguire il programma. In una struttura
di questo tipo tutti i PE funzionano in
modo sincrono sotto il comando della
CU; questo implica che la CU deve
poter abilitare separatamente i vari PE
per eseguire le operazioni necessarie.
Ad ogni ciclo di istruzione viene esegui-
ta un'operazione di «mascheramento»
dei PE non partecipanti all'esecuzione
dell'istruzione stessa La CU controlla
anche gli scambi di dati tra i vari PE, che
avvengono attraverso la rete di inter-
connessione. Un’altra architettura pos-
sibile per un Array Processor è riportata
in figura 1 nello schema II Due aspetti
differenziano questa configurazione dal-
la precedente. Il primo consiste nella
maniera in cui le memorie locali PEM,
sono rimpiazzate da moduli di memoria
condivisi dai PE attraverso una rete di
«allineamento». Il secondo é che i mo-
duli di memoria possono essere in nu-
mero diverso dai PE. La rete di allinea-
mento consiste in un sistema di selezio-
ne di cammini tra i PE e i moduli di
memoria.
Tale rete dovrebbe preservare gli ac-
cessi alla memoria dai conflitti tipici
delie configurazioni a memoria condivi-
sa su bus. Come già abbiamo avuto
modo di puntualizzare nei precedenti
articoli, il collo di bottiglia del sistema é
costituito dal canale di comunicazione
tra memoria e i PE. Nel caso degli Array
Processor la memoria è distribuita fra i
moduli di memona presenti e il canale
di comunicazione è l’insieme dei canali
disponibili- Più grande é il numero di
canali, minori sono le probabilità di bloc-
care I dati in attesa di comunicazione, di
conseguenza i tempi di calcolo si abbre-
viano. Nel caso in cui le comunicazioni
avvenissero su un unico bus, ci ritrove-
Contpol Bui I
I Rtt» di InttPconnttslBne PE ~[ *
rjii r|n rfa
214
MCmicrocomputer n, 94 - marzo 1990
APPUNTI DI INFORMATICA
remmo con una architettura Von-Neu-
mann, con tutte le conseguenze che
abbiamo già analizzato. Le strutture fi-
nora introdotte vengono dette SIMD
acrostico di «Single Instruction Multiple
Data», proprio a caratterizzarne il modo
di funzionamento.
Allocazione e scambio dei dati
Analizziamo ora il meccanismo di
scambio dei dati tra i PE dell'Array Pro-
cessor. Il tempo impiegato nella comu-
nicazione é di cruciale importanza ai fini
della valutazione delie performance to-
tali della macchina, in quanto esso è un
«overhead». cioè un sovraccarico non
previsto rispetto all’algoritmo in forma
seriale, che abbassa lo speed-up. Consi-
deriamo quindi due situazioni limite:
quelle del minimo overhead di comuni-
cazione. cioè quando tutti gli operandi
sono sui PE dove verrà eseguita l'istru-
zione che li implica, e quella invece di
massimo overhead, vale a dire quando
tutti gli operandi sono su un solo PE.
Nel primo caso ovviamente, l’overhead
di comunicazione sarà pari a 0, nel
secondo sarà uguale a no dove no è il
numero di operandi, infatti gli operandi
dovranno essere trasmessi serialmente
agli altri PE con no comunicazioni. Ap-
pare evidente perciò che l'allocazione
dei dati è un problema fondamentale
nel progetto di algoritmi per Array Pro-
cessor: influenza infatti lo scheduling e
quindi la topologia della rete di connes-
sione, in definitiva il progetto hardware
deH’Arrav Processor. Per comprendere
appieno il problema dello scambio dei
dati, facciamo un esempio, analizzando i
dettagli dell'esecuzione della seguente
istruzione vettoriale in un Array Proces-
sor composto da N PE. Supponiamo
quindi di voler calcolare le somme S(k)
delle prime k componenti di un vettore
A=(Ao. Al A,vi) di ordine n. Posto
k=0 n-1, dobbiamo eseguire le se-
guenti n somme
S(k)=XA k=0...rv1
Questa somma può essere computa-
ta con un’assegnazione e n-1 ricorsioni:
S(0)=A„ S(k)=S(k-1)-i-A k=1 n-1.
In figura 2 potete esaminare lo sche-
duling dell'algoritmo nel caso di n=8
per un Array Processor di N=8 PE.
Tenete conto che le frecce tra i PE
indicano la trasmissione di una copia del
risultato calcolato nel passo preceden-
te. Ad ogni passo dell’algoritmo, i PE
individuati dalle frecce entranti eseguo-
no una somma.
La notazione i-j sta ad indicare la
somma + A,, C'è da notare come
per ogni passo alcuni PE non eseguano
addizioni, in particolare Po non ne fa
mai. Tutto ciò richiama il meccanismo di
mascheramento introdotto in preceden-
za; per ogni istruzione è necessario
essere disabilitati (o in alternativa ese-
guire una NOP). Questo mascheramen-
to è ovviamente dinamico e dipende
ancora una volta, dal modo in cui sono
allocati i dati oltre che dall’istruzione da
eseguire. L'algoritmo dell'esempio è
computato in log2(n) = log2(8) = 3 pas-
si, mentre la versione seriale richiede 7
passi. Per quanto riguarda lo speed-up.
otteniamo
7 , ta ,
3- I-ImìT’
dove ta=tempo di addizione e tc=tem-
po di comunicazione
Da questa relazione si vede come
l’overhead di comunicazione influisca
sullo speed-up: si dovrà perciò necessa-
riamente tenere basso tc rispetto ai
tempi di istruzione e predisporre un
accurato e rapido sistema di commuta-
zione dei canali nella rete inter-PE, se si
vuole rendere l’Array Processor flessibi-
le. Per completezza valutiamo il caso in
cui la rete inter-PE fosse costituita da
un bus: lo speed-up ottenuto sarebbe
pari a
Comunicazioni interprocessore
L’esempio precedente mette in evi-
denza quanto sia importante la rete di
comunicazione inter-PE; la realizzazione
e la gestione di tale sezione è un aspet-
to cruciale del progetto di un Array
Processor, tanto che le diverse scelte
implementative danno luogo a varie
classi di strutture. Il progetto della rete
è caratterizzato da 4 parametri di pro-
getto; Modo operativo. Strategia di con-
trollo, Metodologia di commutazione e
Tipologia delia rete.
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
215
APPUNTI DI INFORMATICA
Modo operativo
Il modo operativo identifica il tipo di
funzionamento dell'Array Processor.
Questo può essere sincrono, net qual
caso tutte le comunicazioni fra i PE
avvengono negli stessi istanti, oppure
può essere asincrono, se le comunica-
zioni inter-PE avvengono a richiesta del
PE stesso. Tuttavia è sempre possibile
che un Array Processor gestisca comu-
nicazioni sia sincrone che asincrone.
Strategia di controllo
Abbiamo già osservato che per una
maggior efficienza dell'Array Processor,
la rete inter-PE deve poter essere neon-
figurata. nel senso che un PE deve
essere in qualche modo connesso a
tulli gli altri PE nella rete. Ci sono due
modi per soddisfare questo requisito:
prevedere tutti i collegamenti possibili
fra I PE oppure predisporre una serie di
elementi di commutazione con cui con-
nettere di volta in volta i PE coinvolti
nella comunicazione. Il primo approccio
è certo praticabile solo quando il nume-
ro dei PE sia piccolo oppure quando
l'Array sia dedicato ed un'applicazione
molto specializzata, quando sono deter-
minati a priori tutti i collegamenti neces-
sari. La seconda possibilità è l'unica
possibile quando la rete è estesa e
debba essere nconfigurata per eseguire
diversi programmi. Gli elementi di com-
mutazione, noti in letteratura come
«switch», dovranno allora essere pilota-
ti. come degli scambi di binari, dalla
unità di controllo, perciò centralmente,
oppure localmente dai PE stessi.
Metodologia di commutazione
Gli switch possono mettere in comu-
nicazione due PE creando un circuito
fisico 0 virtuale tra di essi. La comunica-
zione si dirà perciò a commutazione di
circuito 0 a commutazione di pacchetto
rispettivamente. Sono termini mutuati
I Figura 3 - Alcuni e-
sempi di topologie in
t. 2 e 3 dimensioni
Figura 4 • Schema con-
cettuale di una rete di
interconnessione mo-
nostadio. Gliswitchso-
no pilolali tramite il se-
gnale di controllo.
dalla telematica, perché da un punto di
vista concettuale, la comunicazione fra
due PE non differisce dal colloquio fra
due sistemi. Nella commutazione di cir-
cuito. gli switch attivano i collegamenti
in modo fisico, connettendo delle piste
fra loro; viceversa nel secondo caso, il
messaggio, sotto forma di «pacchetto»
di bit da trasmettere, è instradato dallo
switch sul percorso più opportuno ver-
so il PE destinatario, attivando un solo
collegamento switch-switch o switch-
PE per volta, fino al PE hcevente, senza
perciò stabilire un collegamento fisico
tra i PE. in tale metodologia è necessa-
rio però, che il pacchetto rechi l'indirizzo
del PE ricevente in modo tale che lo
switch, detto «router» (instradatore),
sappia dove mandarlo. Il vantaggio più
evidente della comunicazione a commu-
tazione di pacchetto, sta evidentemente
nel fatto che la rete inter-PE può essere
strutturata per connettere i PE in modo
logico, e non fisico come invece richie-
de quella a commutazione di circuito. In
quest'ultima situazione, un messaggio
è l'unico proprietario del circuito fisico
che connette i PE in comunicazione,
quindi quante più connessioni della rete
impegna il circuito, tanti meno circuiti
possono essere contemporaneamente
attivi e meno messaggi spediti. Per lo
stesso motivo questa architettura di re-
te non è adatta quando le comunicazio-
ni interprocessore sono lunghe. La co-
municazione a commutazione di pac-
216
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
APPUNTI DI INFORMATICA
Figura 5 - Rete di Benes 6x8 Esempio di mterconnessiane mulustadio.
chetto, viceversa si rivela efficiente pro-
prio per comunicazioni lunghe e distan-
ti; il pacchetto infatti, impegna solo un
collegamento tra router e router per
volta, ne consegue che sulla rete posso
spedire, nel caso medio, più pacchetti.
Per contro il router. a causa del lavoro di
smistamento per cui è progettato, è in
genere un circuito più complicato e co-
stoso del semplice switch, soprattutto
se SI tiene conto che la sua efficienza di
istradamento è determinante nel com-
puto delTefficienza totale deH'Array Pro-
cessor. In casi limite (Connection Ma-
chine ad esempio), il router. un veloce
processore dedicato corredato di buffer
di memoria organizzati PIPO, é più com-
plesso e costoso del PE.
Topologia della rete
Con il termine topologia della rete si
intende la geometria dei collegamenti
fra I vari PE. Al fine di classificare le
varie configurazioni di rete da un punto
di vista dimensionale, assimileremo i
nodi della rete a vertici e i collegamenti
a spigoli. Le topologie tendono ad esse-
re regolari e possono essere raggruppa-
te in topologie statiche e topologie dina-
miche. In strutture appartenenti alla pri-
ma classe, I collegamenti tra due pro-
cessori sono fissi e le relative piste non
possono essere modificate per connes-
Bibliografia:
Hwang K., Briggs F.
«Computer architecture and parallel
processing»
Me Graw-Hill, 1988.
sioni dirette con altri PE; i collegamenti
della classe dinamica possono invece
essere heonfigurati attraverso gli ele-
menti di commutazione della rete.
Reti di interconnessione statiche
e dinamiche
Analizziamo ora più da vicino le pro-
prietà delle reti statiche e delle reti
dinamiche.
Reti statiche
Le topologie delle reti statiche posso-
no essere ordinate in base alle dimen-
sioni richieste per il loro sviluppo. In
figura 3 sono mostrati alcuni esempi di
topologia unidimensionale come l'Array
lineare, generalizzazione di una struttura
Pipeline, di topologie bidimensionali co-
me l'Anello, la Stella, l'Albero, il Retico-
lato, e di topologie tridimensionali tra
cui il Cubo e l'Anello accordato, su ogni
nodo del quale incidono 3 collegamenti.
Esistono anche topologie di ordine su-
periore e di queste le più comuni sono
sicuramente gli Ipercubi e le strutture
completamente connesse.
Reti dinamiche
Le reti dinamiche hanno la particolare
proprietà di potersi hconfigurare secon-
do le necessità delle comunicazioni in-
ter-PE. I collegamenti fìsici tra i disposi-
tivi non sono allocati esclusivamente
alla comunicazione fra due PE ma ven-
gono di volta in volta inseriti in circuiti
che collegano PE diversi. Per attivare
tali circuitii sono necessari elementi di
commutazione. L'organizzazione e la
natura degli switch nella rete é diversa
in relazione al fatto di adottare uno
schema di commutazione a singolo sta-
dio oppure multistadio. Nella prima ipo-
tesi. in figura 4, ci sono solo due schie-
re di switch; i selettori di input (IS) e i
selettori di output (OS); possiamo sche-
matizzare questi dispositivi con dei mul-
tiplexer e demultiplexer connessi tra
loro e attivati in modo opportuno. Per
stabilire un collegamento, ad esempio
tra PE, e PE,, bisogna pilotare IS, col
codice j e col codice i. In generale
gli IS e OS non hanno cardinalità massi-
ma cioè non è possibile collegare tutti i
PE direttamente, la rete è detta allora
ricircolante in quanto un messaggio at-
traversa diversi switch prima di giunge-
re al PE destinatario. Nel caso m cui sia
possibile il massimo numero di connes-
sioni, gli IS e OS sono detti «Crossbar»
e possono essere pensati come una
matrice di interruttori sugli incroci dei
canali dt input e di output dei PE del-
l'Array Processor. È chiaro che maggio-
re è il numero di connessioni permesse,
minore è il numero di ricircolazioni attra-
verso la rete. Le reti multistadio sono
formate da molteplici stadi di elementi
di commutazione. Questa caratteristica
implica che più di un cammino possa
connettere due PE. La rete di Benes in
figura 5, evidenzia questa possibilità. Gli
switch devono essere in grado di sce-
gliere il percorso opportuno in base alle
caratteristiche della rete e ad altri para-
metri come il traffico sulla rete, ordine di
priorità, etc. Supponiamo che il PEi vo-
glia trasmettere al PE4. gli switch della
rete allora si predisporranno in maniera
da assicurare il cammino minimo tra i
due PE; può tuttavia accadere che un
collegamento tra quelli selezionati sia già
assegnato ad un altro canale, lo switch
sceglie perciò un collegamento alternati-
vo per evitare l'attesa della disponibilità
del collegamento occupato. La rete di
Benes 8x8 in particolare permette 4
diversi canali dì collegamento tra ciascu-
na coppia di PE. Il controllo di questi
switch. può essere centralizzato oppure
il dispositivo stesso può elaborare un
algoritmo per scegliere localmente il
collegamento migliore.
Negli schermi di comunicazione a
commutazione di pacchetto, la scelta
del collegamento è generalmente effet-
tuata da ciascun dispositivo attraversa-
to, basandosi sulla conoscenza dell'indi-
rizzo del PE ricevente e sul carico di
traffico sulla rete.
Concludiamo qui la prima parte di
questo articolo dedicato agli Array Pro-
cessor, nella seconda analizzeremo da
vicino le caratteristiche delle macchine
realizzate secondo 1 concetti fin qui
esposti; daremo inoltre un esempio di
programma per un Array Processor.
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
217
INTELLIGENZA ARTIFICIALE
di Raffaello De Masi
A cosa serve
un sistema esperto?
seconda parte
La volta scorsa abbiamo
evidenziato le tecniche
operative di alcune tipologie di
sistemi esperti, ma lo spazio a
disposizione ci aveva impedito
di discutere completamente
tutte le forme di analisi
proprie dei S. E. e di
evidenziare i campi applicativi
degli stessi. Continuiamo oggi
con la nostra disanima,
concludendo il discorso
rimasto sospeso la volta
scorsa, e, successivamente,
esaminando in generale i tipi
di problema che un sistema
esperto é chiamato a risolvere
Un sistema esperto destinato a ese-
guire riparazioni è quanto di più com-
plesso SI possa immaginare. GeneraL
mente, per semplificare la sua operativi-
tà. viene realizzato un sistema esperto
destinato a diagnosticare e prescrivere
rimedi in un range abbastanza ristretto
di casistiche. Un esempio è rappresen-
tato dall'uso di uno spettrometro di
massa, o un sistema per la verifica e
l'analisi di sistemi di antifurto. Comun-
que si tratta, questa, di un'area in cui la
poliedricità della problematica limita di
molto le possibilità di intervento del S.E.
stesso, anche perché l'esame di un
oggetto del mondo reale e un inten/en-
to su di esso non sono quello che si
chiama proprio un intervento facile. Inol-
tre i sistemi di riparazione richiedono
tecniche di debug, pianificazione degli
interventi, scelta delle tecniche e delle
operazioni meno costose che non sono
facili da implementare.
Un esempio di tecnica per sistemi di
riparazione è esposto di seguito. A tal
proposito esiste in commercio un siste-
ma esperto, TOMSTUNE (Wong, C.M.,
Crawford R.W.. Kunz J.C. e Kehier T.P.,
Application, of artificial intelligence to
triple quadrupole mass spectrometry •
Proceeding of IEEE Nuclear Science
Symposium, San Francisco CA. Octo-
ber, 1983) destinato a settare e control-
lare uno spettrometro di massa tnplo-
quadripolare. Un esempio di intervento
da parte del sistema è:
218
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
INTELLIGENZA ARTIFICIALE
IF il detector di voltaggio In uscita
raggiunge il valore massimo dopo
la variazione del voltaggio al cur-
sore LENS1-Q1 e
il detector di voltaggio in uscita
raggiunge il valore massimo dopo
la variazione del voltaggio al cur-
sore LENS2-Q1 e
il detector di voltaggio in uscita
raggiunge il valore massimo dopo
la variazione del voltaggio al cur-
sore del voltaggio di preregotazio-
ne Q1 e
il detector di voltaggio in uscita
raggiunge il valore massimo dopo
la variazione del voltaggio al cur-
sore del voltaggio di preregolazio-
ne Q2
THEN l’unità di lettura é sregolata o
rotta
Sistemi esperti che eseguono diagno-
si e forniscono istruzioni, tecniche di
debug, e educazione di studenti sono
state sviluppate con discreto successo.
Un esempio di applicazione sono inse-
gnamento a studenti per ia riparazione
di guasti su circuiti elettronici, istruzione
di personale su operazioni simulate di
lancio di missili, e supporto a studenti di
medicina nell'area di istruzione riservata
alla diagnosi di infezioni microbiche. Il
sistema di istruzione sviluppa un model-
lo su cui gli studenti sono chiamati a
lavorare, e su cui una base di conoscen-
za é applicata alla soluzione di un pro-
blema.
La tecnica operativa del sistema è
quella dì analizzare e Individuare gli erro-
ri e le deficienze degli studenti attraver-
so lo studio delle loro risposte, even-
tualmente individuando un piano di In-
tervento e di studio per colmare le
lacune evidenziate dall'allievo. Un siste-
ma tuttora presente sul mercato è an-
che interattivo con lo studente, in quan-
to discorre con esso per individuare
un’esatta area di carenza informativa
nel candidato, evitando di pianificare
campi di istruzione che dallo studente
sono già conosciuti.
Un esempio di regola valida per un
sistema di tal genere e fatta è mostrato
di seguito. Il sistema esperto, di nome
GUIDON (Clancely W.J.. Tutoring rules
for guiding a case of method dialogue.
Intemationaf Journal of Man Machines
Studies, voi. 11. pagg, 25-49. 1979.
insegna a studenti di medicina a sele-
zionare adatte terapie antimicrobiche
per pazienti affetti da infezioni. La rego-
la mostrata di seguito valuta il grado
attuate di apprendimento dello studente
e modifica il sistema in modo tale da
avanzare nel grado di difficoltà mostrato
e seguire lo studente nella tecnica d'ap-
prendimento stesso.
IF SI considera che lo studente é a
conoscenza di un particolare do-
minio di conoscenze e
l'analisi di tale dominio si adatta
perfettamente alle conoscenze
mostrale dairallievo e
non esiste regola che sla stata
disattesa dallo studente stesso
THEN aumentare la valutazione totale at-
tribuita allo studente del 40%
Infine, per concludere, i sistemi
esperti che eseguono controlli sono
chiamati a verifiche periodiche e pun-
tuali di parametri prefissati dall'operato-
re 0 dal programmatore stesso. Un
esempio è dato dal controllo di qualità
su macchine, o dal monitoraggio delle
condizioni di salute di pazienti sottopo-
sti a terapie intensive. I controlli di siste-
ma dedicati a queste operazioni devono
possedere una componentistica capace
di eseguire monitoraggio, ivi compresa
tutta la sistemìstica destinata a interpre-
tazione. previsione, diagnosi, disegno,
pianificazione, debug, riparazione e rela-
tive istruzioni. Il tutto è spesso integrato
in tecniche specializzate, magari rappre-
sentate da diversi sistemi integrati tra
loro, che eseguono monitoraggio, dia-
gnosi. debug, pianificazione, previsione
dei risultati.
Come abbiamo fatto in precedenza,
ecco di seguito un esempio di questo
tipo di sistema esperto, destinato a
controllare le condizioni di un paziente
dopo un intervento chirurgico. L'esem-
pio è tratto da Shortcliffe E.F. e Falgan
L.M.. Expert System research; mode-
ling thè medicai decision making pro-
cess. Heuristic Programming Project re-
port HPP-'82-3. Department of Medici-
ne and Computer Science, Stanford
University, Stanford CA, marzo 1982.
IF il ritmo cardiaco é accettabile e
la venazione delle pulsazioni non
supera le venti unità m un range d>
15 minuti e
la pressione arteriosa si mantiene
in termini accettabili
la pressione arteriosa non mostra
variazioni apprezzabili m un range
di 15 minuti e
la pressione sistolica del sangue é
accettabile
THEN l'emodinamica del paziente e in
fase stabile.
La figura a, tratta da Waterman, A
guide to expert System (opera citata
diverse volte su queste pagine) mostra
in grafica quanto espresso sotto forma
simbolica precedentemente.
E giunto adesso il momento di ana-
lizzare i tipi di problemi che. almeno in
forma teorica, un sistema esperto può
risolvere. Sebbene le attività di base
ideali di un 5.E., cosi come espresse
nella puntata scorsa e in parte di que-
sta siano abbastanza facili da intendere
e organizzare, l'implementazione non é
invece, tanto facile; la complessità del-
la realizzazione è data anche dal fatto
che un sistema esperto è sovente chia-
mato a risolvere più di un problema
congiuntamente. Per questo motivo i
S.E. vengono classificati, in generale, m
base a! tipo di problema prevalente che
sono chiamati a risolvere. In questo
modo la tecnica ha sviluppato una serie
di campi principali di interesse, di cui
parleremo più diffusamente la volta
prossima. In queste aree, il dominio
principale è rappresentato da sistemi
esperti dedicati alla medicina, che la
fanno da padrone.
Sono stati, in effetti, sviluppati più
sistemi esperti per la medicina che per
ogni altra area di singolo problema, con
la chimica al secondo posto, ma ben
distante come presenza sul mercato ed
efficienza dei pacchetti; segue, in forte
incremento, la meteorologia, che negli
ultimi tempi ha fatto passi da gigante (in
effetti, si tratta di un campo principe per
l'implementazione di un sistema
esperto).
Riassumendo, le aree di applicazione
MCmicrocompuler n. 94 - marzo 1990
219
INTELLIGENZA ARTIFICIALE
in cui i sistemi esperti si sono sviluppati
sono:
Agricoltura
Chimica
Informatica e architettura di sistemi in-
formatici
Elettronica
Ingegneria
Geologia
Manipolazione delle Informazioni
Legge
Industna manufattunera
Matematica
Medicina
Meteorologia
Analisi militare
Fisica
Controllo di processo
Tecnologia spaziale
Vedremo qualcosa in questa puntata,
nservandoci di completare il discorso
nella prossima. Discuteremo, una per
una. alcune aree di attività di sistemi
esperti dedicati, cosi come espressi nel
precedente elenco. Tutti i sistemi
esperti descritti sono disponibili sul
mercato e di essi verranno forniti i dati
identificativi per chi desiderasse contat-
tare i produttori per un più approfondito
esame degli stessi.
Il primo sistema esperto elaborato
per problemi chimici fu'DENDRAL, un
tool di ricerca messo a punto alla Stan-
ford University intorno al 1965 e dedica-
to a sviluppare strategie per l'ipotizza-
zione e il disegno della struttura di com-
ponenti organici. Un altro sistema
esperto di grande interesse è CLONER,
con finalizzazioni specificatamente bio-
logiche; esso serve a costruire moleco-
le nuove su un disegno prefissato, ri-
spettando certe caratteristiche di base
imposte dal ricercatore.
SECS si spinge avanti in questa ricer-
ca, in quanto utilizza un algoritmo estre-
mamente raffinato per sintetizzare com-
piesse molecole organiche; un S.E.
molto simile ad esso è PARSTA, utiliz-
zato da una compagnia petrolifera per
mettere a punto un piano di realizzazio-
ne di un lubrificante sintetico. E ancora,
ricordiamo SPEX, che consente di simu-
lare e pianificare complessi esperimenti
di laboratorio sulla biologia molecolare.
Passiamo ancora a KARL-X, un siste-
ma che simula le caratteristiche del fron-
te di fiamma di un combustibile al variare
delle caratteristiche di temperatura e
pressione dell'ambiente che ospita tale
combustibile stesso; è stato utilizzato
per mettere a punto una serie di ipotesi
alternative ai combustibili fossili tradizio-
nali. E, poi, AMOEBA, che simula il com-
portamento di agenti patogeni in presen-
za di antibiotici e sulfamidici.
Nel campo nella sistemistica informa-
tica. il primo S.E. davvero efficace fu
XCON, realizzato inizialmente come pro-
getto di sperimentazione e ricerca dalla
Università di Carnegie-Mellon, in colla-
borazione con la Digital; successiva-
mente ebbe uno sbocco commerciale,
trasformandosi in un sistema ben più
articolato e complesso capace di pro-
elattrorica
Figura d - Sislemi esperti nell'area elettronica
libid.!
gettare configurazioni di base di macchi-
ne, testando la loro affidabilità e svilup-
pando un opportuno disegno per quanto
attiene alla progettazione della linea di
produzione.
Un altro esempio interessante è
PTRANS, sviluppato per verificare e pia-
nificare la costruzione e la distribuzione
di sistemi DEC; ad esso possiamo af-
fiancare IDT, che. in una rete di macchi-
ne PDF 11/03 consentiva di localizzare
elementi o unità difettose o abbiso-
gnanti di verifica e controllo. Ancora
ricordiamo BDS, che legge reti in net-
work, e ANALYSE, capace di sviluppare
una strategia costruttiva e di forniture
per una macchina in progetto dipenden-
te da diversi fornitori.
Il campo davvero più vasto, dopo,
come al solito, la medicina, è l'elettroni-
ca. E in tale campo le tecniche di dise-
gno della componentistica la fanno da
padrone; anche se campi come la dia-
gnosi di guasti e la progettazione di
circuiti integrati competono ad armi
quasi pari. ACE fu il capostipite della
serie e fu realizzato, intorno al 1980 dai
laboratori BELL per diagnosticare errori
e guasti in sistemi elettronici comples-
si; la sua prima applicazione commer-
ciale si deve all AT&T, che se ne servi
per identificare malfunzionamenti su
una rete telefonica.
IN-ATE è dovuto allo sforzo Ifa piace-
re ricordarlo) di un programmatore indi-
vuale, che disegnò questo S.E. per dia-
gnosticare errori in un circuito oscillan-
te. Per passare al sofisticato, ricordiamo
EURISKO, di cui abbiamo già accennato
altrove, che consente di disegnare, in
tre dimensioni, componentistica micro-
elettronica, nel campo delle periferiche.
Splendido, nella sua compattezza ed
efficienza (si tratta di uno dei S.E. elet-
tronici più venduti) è REDESIGN. che
consente di mettere mano su un pro-
getto di componentistica discreta o mi-
niaturizzata per cambiaria e adattarla a
nuove specifiche e carattenstiche. SO-
DO, messo a punto da un ncercatore di
origine italiana consente di pianificare
approvvigionamenti elettronici (in effetti
non si tratta di un vero S.E. dedicato) in
un piano di produzione molto esteso;
esso è costruito per fornire inoltre alter-
native e economicamente e tecnica-
mente più valide a un layout di base
della componentistica stimata nel primo
progetto.
Ma credo che sia il caso di fermarsi
qui. la prossima volta continueremo su
questa strada mostrando cosa la tecni-
ca dei S.E. è stata capace di produrre in
campi dove neppure ci si sarebbe im-
maginato di potersi far guidare da una
macchina.
220
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
AT da 999.000 386 da 2.31 0.000
MEMORIE ROTANTI
FDD 144 MbTEAC
HDD 20 Mb SEAGATE
HDD 40 Mb 28 MS SEAGATE
SCHEDE GRAFICHE
SUPER EGA 640 480
VGA 800 600 8 bit 256 K ESP
ULTRA VGA 1024768 16bil
EPSON LX 800
EPSON LO 500
CITIZEN 180 E
SWIFT 242
190.000
349.000
650.000
290.000
420.000
480.000
410.000
592.000
310.000
650.000
INFORMATICA
D’AUTORE
CONCESSIONARIA
LINEA
14-B/NHERC/CGABASC 190.000
1 4" SUPER EGA COL. 640x400 DP 031 650.000
MULTISYNC VGA 1024x768 850.000
MONITOR NEC 2A.3D da 999.000
VARIE
MOUSE GENIUS da 60.000
PLOTTER ROLAND A3/A4 1 .600.000
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c
di Corrado Giusto^zi
Filtri (III)
Ultima parte del trittico di
puntate dedicato alla
presentazione di alcuni
semplici ma utili filtri.
I quattro programmi di questo
mese si distinguono da quelli
precedenti in quanto
elaborano lo stream riga per
riga anziché carattere per
carattere. Di essi tre sono di
ispirazione Unix ed il quarto é
un semplice «numeratore
universale»
Gli ultimi quattro filtri che vi presento
questo mese sono accomunati dal mo-
do di elaborazione dello stdin Infatti a
differenza di quelli visti finora, I quali
elaboravano il flusso di caratteri ricevuto
in input sulla base appunto del singolo
carattere, questi lo elaborano per linea.
È chiaro dunque che essi sono adatti
esclusivamente al lavoro su file di testo,
nei quali esiste per l'appunto il concetto
di «linea». Ed è appunto su tale concet-
to, intuitivo ma non sempre ben defini-
to, che apriamo la puntata di questo
mese.
Caratteri e linee
Ancora una volta debbo tirare in ballo
il buon vecchio Unix per spiegare bene
il perché di certe cose. Ed ancora una
volta debbo farlo mettendo in luce la
sostanziale differenza concettuale di
trattamento dei dati fra Unix e tutti gii
altri sistemi operativi per mini e mainfra-
me esistenti all'epoca le. se è per que-
sto, ancora oggi...),
Per un mainframe un file è dunque
una sequenza di record: dove ogni re-
cord è un'entità costituita da un numero
fisso di caratteri organizzati rigidamen-
te. Ciò naturalmente proviene dall'epo-
ca in cui i dati erano memorizzati su
schede perforate. Ogni scheda conte-
neva al massimo 80 caratteri (quando
inventarono le schede a 96 colonne
tutto il mondo fece i salti di gioia osan-
nando il progresso tecnologico..,) e dun-
que tutto era chiaro; il record era un
insieme di 80 caratteri, tanti record in
fila facevano un file. Essendo ia lun-
ghezza del record un parametro deciso
a priori e gestito dal sistema operativo
non vi è ambiguità di rappresentazione
ed, in particolare, non vi e bisogno di
definire dei segnali espliciti di «fine re-
cord» ovvero dei separatori di record. Il
concetto di «linea» in una organizzazio-
ne a record non esiste in quanto tale
ma è chiaro che l'associazione «record»
= «linea» viene assolutamente imme-
diata e risulta del tutto naturale ed ac-
cettabile.
Unix, dal canto suo, rivoluzionò il con-
cetto di file stabilendo che un file fosse
semplicemente una successione di ca-
ratteri. Un file sotto Unix non ha alcun
formato predefinito ed è compito esclu-
sivo del programmatore decidere, a li-
vello dell’applicazione, come interpreta-
re il file. In particolare il sistema operati-
vo non compie alcun tentativo di impor-
re una struttura logica o fisica ai file.
Questo modo rivoluzionano di concepi-
re i file possiede degli indubbi vantaggi
pratici ed operativi ma presenta anche
dei problemi; in particolare, mancando i
file di una struttura oggettiva imposta
dall'esterno, è necessario darsi delie
convenzioni di rappresentazione per far
si che applicazioni differenti «vedano»
un medesimo file allo stesso modo. In
questa situazione, tanto per venire al
concreto, il concetto di «record» svani-
sce: esso non è più un oggetto concre-
to, un'entità fisica imposta e gestita
dalla macchina, ma solo un modo di
suddividere un file da un punto di vista
222
MCmicrocomputer n. 94 -marzo 1990
c
puramente logico e del tutto particolare
e contingente. E se è vero che per
alcuni file il concetto di record è del
tutto privo di senso (ad esempio per un
programma oggetto) per altri tuttavia è
un grande sussidio operativo (ad esem-
pio per un data base). Nel caso dei file
di testo, dove è necessario riconoscere
linee di testo distinte, l’associazione fra
■irecord» e «linea» ritorna alla ribalta,
solo che come si fa, ora, a riconoscere
un record da un altro? Introducendo,
come dicevo prima, dei segnali conven-
zionali: dei caratteri speciali che delimi-
tino appunto i vari record, La convenzio-
ne dello Unix prevede che il carattere
preposto a fungere da separatore di
record sia il LF (ASCII 10), che per
l'occasione viene chiamato NL (New
Line); altri sistemi operativi di denvazio-
ne Unix hanno invece convenzioni diffe-
renti: l'MS-DOS ad esempio usa la cop-
pia CR-tLF (ASCII 13 + ASCII 10) men-
tre il Macintosh usa il solo CR. Tali
caratteri servono solo ai programmi ap-
plicativi in quanto, ripeto, per lo Unix il
file in sé non ha alcuna struttura signifi-
cativa. Ciascun programmatore è libero
di rispettare a no la struttura «suggeri-
ta» a seconda di ciò che il suo program-
ma deve fare; un esempio pratico lo
potete vedere proprio nei filtri che vi ho
presentato in questi mesi: alcuni di essi
ignorano la struttura logica a linee dei
file operando solo sui singoli caratteri,
altri Invece (quelli che stiamo per vede-
re) ne tengono strettamente conto.
I moduli di questo mese
{^me di consueto diamo uno sguar-
do in generale ai quattro programmi di
questo mese prima di passare a com-
mentarli da vicino.
I primi due, denominati rispettiva-
mente head e tali [testa e coda), sono
ispirati agli omonimi tool disponibili sot-
to Unix e servono ad estrarre le prime o
le ultime linee da un file. Il terzo, num,
aggiunge una numerazione progressiva
ad ogni linea di un file. L’ultimo, ancora
una volta preso da Unix, si chiama uniq
e serve ad eliminare linee uguali ed
adiacenti da un file. Tutti e quattro si
rivelano piuttosto utili in diverse situa-
ilude <atdlD.h>
:lude <string.h>
ilude <BaUgc.b>
uhlle < tets( i
If ( PlU !
MCmicrocomputer n. 94 • marzo 1990
223
c
2ioni per compiere vari tipi di manipola-
zioni di un file di testo.
La loro struttura è ovviamente in qual-
che misura simile. Al contrario dei loro
cugini visti i mesi scorsi, che usano la
classica getcharO per leggere lo stdin
carattere per carattere, essi si basano
sulla funzione standard di libreria gets{)
che legge lo stdin una linea alla volta.
L’uso della getsO e della sua reciproca
putsO libera il programatore dalla ne-
cessità di doversi analizzare lo stream in
cerca del carattere di fine record: tali
funzioni infatti provvedono autonoma-
mente a ciò ed inoltre gestiscono cor-
rettamente la terminazione della stringa
col carattere nullo.
Naturalmente questi programmi per
funzionare debbono prevedere un buffer
dove collocare temporaneamente la linea
letta per poterla elaborare. E ciò solleva
un piccolo problema implementativo:
quanto dev’essere grande questo buf-
fer? In tutti e quattro i programmi io ne ho
impostato la dimensione ad un migliaio di
caratteri, che mi sembra sufficiente nella
grande maggioranza dei casi; ovviamen-
te tale valore è suscettibile di qualsiasi
modifica a seconda delle esigenze o delle
opinioni personali. Per variarlo basta so-
stituire il valore associato all’identificato-
re che compare nell’apposita +define
presente in testa ai listati.
E con questo credo che possiamo
senz’altro passare all’esame dei listati.
head
Si tratta di un programma semplicissi-
mo il cui cuore è composto praticamen-
te da due sole linee. Il suo scopo è
quello di emettere solo le prime n linee
del file ricevuto in ingresso: n è natural-
mente un parametro passato sulla linea
di comando, che assume per default il
valore 10. La prima parte del program-
ma (linee 26-30) si occupa appunto di
assegnare ad n un valore (il default è
stabilito nella linea 23) terminando il
programma se esso risulti negativo o
nullo. L’elaborazione vera e propria è
concentrata nel loop posto alle righe 32-
33: esso non fa che eseguire ciclica-
mente, per n volte, una gets() ed una
putsO, naturalmente fermandosi nel ca-
so in cui il file consti di meno di n righe.
tali
La funzione opposta a quella svolta
da head si chiama ovviamente taiL II
programma che la implementa però è
assai più complicato dell’altro. Il perché
è da ricercarsi in un motivo molto sem-
plice: mentre head sa in anticipo quali
linee elaborare (le prime n che incon-
tra), tail non lo può sapere in quanto
non sa a priori di quante linee è compo-
sto il file. La sua strategia deve dunque
essere più sofisticata: esso deve infatti
leggere il file una linea alla volta mante-
nendo sempre memorizzate le ultime n
linee lette ed emettendole una volte
raggiunta la fine del file. Ciò implica
l’adozione di un buffer di n linee da
riempirsi ciclicamente, con tutte le at-
tenzioni del caso per evitare comporta-
menti errati nel caso di file piu corti di n
linee. Sottolineo subito che qui ci scon-
triamo con un ulteriore problema di di-
mensionamento; quante linee, al massi-
mo, deve bufferizzare il programma? lo
ho scelto il valore 256 che mi sembra
un ragionevole compromesso ma, co-
me al solito, ciascuno è libero di decide-
re altrimenti.
Altra scelta di progetto è quella che
riguarda la rnodalità di implementazione
del buffer. E chiaro che la soluzione più
semplice consisterebbe nell'allocarsi
staticamente un bell’array di linee, dicia-
mo 256 linee da 1024 caratteri Luna
tanto per rispettare i default del pro-
gramma. Ma è altrettanto chiaro che
dedicare 256K ad un buffer del genere
è uno spreco inaccettabile dal momento
che, in media, esso risulterà quasi total-
mente inutilizzato. Il caso tipico di uso
di tati è infatti quello di visualizzare
meno di un paio di K di testo, diciamo
una ventina di righe da 80 caratteri in
media: e dunque perché sprecare in
ogni caso la quantità di memoria richie-
sta dal «caso peggiore»? Meglio invece,
anche se la cosa è piu complicata, pen-
sare ad un meccanismo di allocazione
dinamica dei buffer.
Cosi ho dunque fatto e pertanto que-
sto tail agisce salvando le ultime n
linee lette in altrettanti buffer costruiti di
volta in volta su misura, naturalmente
quando una linea non serve più il corri-
spondente buffer viene rilasciato al si-
stema. Lo spreco di spazio è cosi nullo
al costo di una, del tutto teorica, minore
efficienza dovuta alle ripetute chiamate
a mallocO e free() Ma siccome in un
programma del genere i tempi di elabo-
razione sono pesantemente condiziona-
ti da quelli di I/O, possiamo tranquilla-
mente trascurare nel conteggio globale
i pochi microsecondi in più richiesti per
la gestione dinamica della memoria e
concentrarci invece nell'organizzare il
programma in modo efficiente dal pun-
to di vista dello spazio.
La struttura di dati fondamentale del
programma è dunque un array di n
puntatori a carattere, ciascuno dei quali
ovviamente identifica un buffer. Ogni
linea letta dallo stdin viene copiata in un
buffer allocato al momento, il quale a sua
volta viene assegnato ciclicamente al più
anziano puntatore dell’array. Un minimo
di aritmetica modulare consente di effet-
tuare queste assegnazioni ordinatamen-
te. I buffer vengono ovviamente riciclati
WCmicrocompuler n, 94 - marzo 1990
c
man mano che vengono (ette le linee del
lile in modo che essi contengano sempre
e solo le n linee più recenti.
Ma commentiamo direttamente il co-
dice. Le prime istruzioni (dalla 31 alla
371 non fanno altro che inizializzare la
variabile n al corretto numero di linee. Il
loop while che comincia a linea 39
scandisce lo stdìn leggendolo una linea
alla volta nell'array di transito s. Per
ciascuna linea letta vengono quindi ef-
fettuate le seguenti elaborazioni: dap-
prima il contenuto dell'i-esimo buffer
viene svuotato se necessario (linee 41-
42): poi un nuovo buffer viene allocato
in base alla dimensione effettiva della
linea appena ietta ed assegnato all’i-
esimo puntatore (linee 44-461; la linea
viene quindi copiata dall’array s al nuovo
buffer (linea 50) ed infine viene calcola-
to il nuovo valore di ì per la prossima
linea. Al termine del loop tutto ciò che
resta da fare è stampare gli n buffer
cominciando da quello corrispondente
all'attuale valore di i, e di questo si
occupa il for di linea 56. Da notare che
prima di stampare un buffer occorre
controllare (linea 58) che il corrispon-
dente puntatore non sia nullo: ciò serve
nel caso in cui il file avesse contenuto
meno di n linee. Ricordo che la funzione
strcpyO usata in linea 50 fa parte della
libreria standard e serve a copiare una
stringa in un'altra
num
Torniamo a cose più semplici con
questo num, il quale praticamente con-
sta di sole due linee di codice. Il suo
scopo, dicevo prima, è di aggiungere
una numerazione ad ogni linea di un file.
Il valore iniziale di tale numerazione è
per default 1 ma può anche essere
modificato fornendolo come parametro
sulla linea di comando: di questa inizia-
lizzazione si occupano le linee 25 e 26.
Il loop di riga 28 è del tutto convenzio-
nale: l'output però non viene effettuato
con la putsO ma con la prìntfO che
permette di formattare la stringa di usci-
ta. In questo modo si può facilmente
aggiungere alla stringa appena letta un
contatore progressivo nel formato
«ddddd:». ossia un intero di cinque
cifre ed un simbolo di due punti più uno
spazio di separazione.
Un esempio pratico dell’uso di num
lo vedete proprio nei listati pubblicati in
queste pagine i quali, come dicevo an-
che la volta scorsa, vengono preproces-
sati per la stampa filtrandoli attraverso
una pipeline costituita da detab (visto il
mese scorso) e da num. il primo per
sostituire i TA8 con spazi ed il secondo
per numerare le linee.
uniq
Anche uniq è composto da pochissi-
me linee di codice ma ciò nonostante
svolge una funzione assai utile. Esso
provvede ad eliminare da un file linee
adiacenti identiche tra loro, emettendo
in uscita una sola copia delle linee
uguali.
Una delle necessità tipiche di elabora-
zione della vita di tutti i giorni è in effetti
quella di produrre una lista ordinata e
non ripetuta di elementi a partire da una
disordinata e con elementi possibilmen-
te ripetuti. Una pipeline nella quale l'u-
scita di un sort viene inviata ad uniq
risolve elegantemente il problema. Anzi,
un idioma tipico della programmazione
in Shell sotto Unix è proprio quello che
vede una pipeline del tipo “sortluniq-
(sort» dove il primo sort ordina il file per
lo uniq. questo colldssa i record uguali
ed il secondo sort rimette le cose a
posto.
Nella versione disponibile sotto Unix
uniq prevede alcuni parametri sulla li-
nea di comando mediante i quali se ne
può alterare il funzionamento; io però
ne ho scritta una versione ai minimi
termini che non prevede alcun argo-
mento. L'intera elaborazione è dunque
concentrata nel solo loop while di riga
21, il quale fondamentalmente non fa
altro che confrontare le ultime due linee
lette dal file emettendo in uscita la più
recente solo se essa differisce da quella
precedente. Ovviamente il primo con-
fronto non sarà soddisfatto in quanto
inizialmente la stringa meno recente è
la stringa nulla e tutto funziona bene
anche con file costituiti da una sola
linea. La funzione strcmpO, cardine di
tutto il programma, fa parte della libreria
standard e viene usata per confrontare
lessicograficamente due stringhe.
Concludendo
Siamo cosi giunti alla fine di questa
breve sene di puntate incentrate sui
filtri.
Abbiamo visto dodici programmici
semplici ma utili mediante i quali si
possono costruire comandi più com-
plessi sfruttando i meccanismi di redire-
zione e pipeing offerti dall'MS-DOS,
Spero che a questo punto abbiate tutti
chiaro non solo come costruire un filtro
ma anche, e soprattutto, perché e con
che filosofia. La morale di tutto è che in
generale è preferibile preparare stru-
menti semplici e monouso da combina-
re secondo necessità piuttosto che pro-
grammi «faccio-tutto-io» inevitabilmen-
te complessi e poco versatili. Questa
almeno è la filosofia di Unix che, a mio
avviso (e non solo mio...), è risultata
sicuramente vincente,
Bene. Ricordo ancora una volta che
su MC-Link è presente il file FILTRI.ZIP
che contiene i sorgenti e gli eseguibili di
tutti I programmi visti negli ultimi tre
mesi e con ciò chiudo anche questo
argomento. Appuntamento, come di
consueto, fra trenta giorni,
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
225
TURBO PASCAL
I TSR e gli interrupt del BIOS
Approfitto del corsivo iniziale
per scambiare due
chiacchiere con un gentile
lettore abruzzese. Cristian
D'Aloisio di Liscia, in provincia
di Chieti. Caro amico, il suo
tentativo di intercettare la
divisione per zero non
funziona per due motivi. In
primo luogo, lei prova a
sostituire la routine associata
airiNT 0 sperando di
controllare cosi la divisione tra
due numen di tipo reai, ma le
routine del Turbo Pascal per i
reai non usano mai né DIV né
IDIV. In secondo luogo, anche
se SI trattasse di due integer,
non basta che la routine setti
una variabile o un flag:
occorre intervenire
direttamente sui registri AX
(che nel suo caso starebbe in
lBP-41) e IP (in IBP+2Ì): nel
primo infatti va il risultato
della divisione, mentre il
secondo va incrementato (di
due. nel Turbo Pascal 3) per
evitare che, dopo TINT 0. il
controllo ritorni proprio alla
istruzione che lo ha causato.
L'xexception handiing» é
comunque un argomento di
notevole interesse, al punto
che se ne riparlerà più
diffusamente nella rubrica. Le
propongo quindi un prossimo
appuntamento su queste
pagine. A presto
La volta scorsa, dopo aver anticipato
che un programma residente va attivato
mediante un interrupt, abbiamo illustra-
to tutte le cautele che si devono pren-
dere per evitare di interrompere in mo-
do catastrofico le operazioni del DOS.
Abbiamo cioè esaminato le aree di me-
moria interne del DOS, alcuni suoi flag
e riNT 28h, per precisare le condizioni
che devono verificarsi perché possa es-
sere attivato un TSR. Abbiamo anche
visto come fare i conti con gli interrupt
hardware, nonché una funzione TSRAt-
tivabile che ritorna TRUE se a loro volta
ritornano FALSE le funzioni InDOS. In-
BIOS e In8259: mentre quest'ultima
viene compiutamente illustrata dal lista-
to pubblicato il mese scorso, le altre
due testano il valore di alcune variabili,
per le quali ci rimane ancora da vedere
come vengano gestite dalla unit. Que-
ste variabili hanno tutte un nome forma-
to da un i<lnlnt» seguito da un numero,
da intendere come numero di un inter-
rupt. Cominceremo da quelli del BIOS,
ovvero dagli interrupt 5 (Print Screen), 9
(tastiera), 10h (video) e 13h (dischi).
Interrupt 5
A gennaio abbiamo ricordato che, di-
chiarando interrupt una procedura, il
compilatore produce codice che salva in
entrata e poi ripristina In uscita tutti i
registri. Comodo e scomodo allo stesso
tempo. É comodo perché evita di dover
procedere «manualmente» ad operazio-
ni di questo tipo, come nelle pnme
versioni del Turbo Pascal si faceva con
istruzioni infine; scomodo perché a vol-
te si può desiderare una particolare ma-
nipolazione dei registri, che verrebbe
vanificata dal finale ripristino dei valori
salvati all'inizio. È possibile, in verità,
fare in modo che al termine della proce-
dura dichiarata interrupt alcuni registri
abbiano valori scelti dai programmatore:
si tratta, come più esaurientemente
spiega il manuale, di dichiarare anche
dei parametri con il nome dei registri
che interessano — rispettando un certo
ordine — e poi di lavorare su questi, ma
le cose si complicano alquanto quando i
valori da assegnare ai registri-parametro
sono quelli che ad alcuni registri «veri»
226
MCmicrocompuler n. 94 - marzo 1990
TURBO PASCAL
sono stati assegnati da un interrupt:
non c'è modo di leggere i valori dei
registri «veri» se non facendo ricorso o
a moduli in assembler o a istruzioni
inline.
Distinguiamo quindi due tipi di inter-
rupt: quelli che si limitano a «fare qual-
cosa» e quelli che «ritornano dei valori»
in alcuni registri. L'interrupt 5 appartie-
ne al primo gruppo, in quanto non fa
altro che provocare l'invio alla stampan-
te di una copia del contenuto del video.
La figura 1 contiene il sorgente della
procedura NuovoIntS, che viene asso-
ciata airiNT 5 dalla procedura Installa
(dato che si tratta della prima routine
associata ad un interrupt che esaminia-
mo. la figura 1 richiama anche altri
frammenti della unit già visti il mese
scorso, e anticipa qualcosa di Installa e
della sezione di inizializzazione della
unit).
Vediamo quindi che si parte da un
flag, InlntS. inizializzato a zero; la proce-
dura Installa provvede a salvare in Prev-
IntS, variabile di tipo procedure, l'indi-
rizzo della routine originaria, poi a sosti-
tuire a questa NuovoIntS, la quale incre-
menta il flag, simula l'attivazione dell'in-
terrupt originario, quindi decrementa il
flag.
L'effetto del tutto dovrebbe essere -
chiaro: si sostituisce all’INT 5 una routi-
ne che fa esattamente la stessa cosa,
ma in più agisce su un flag che ci
consente di sapere in ogni momento se
quell'interrupt è in corso oppure no. In
questo senso dicevamo il mese scorso
che avremmo dovuto sostituire agli in-
terrupt del BIOS altre routine che ripro-
ducessero il meccanismo del flag In-
DOS. Naturalmente non è sempre tutto
cosi semplice.
Interrupt 9
Anche l'INT 9 può considerarsi appar-
tenente al gruppo degli interrupt che si
limitano a «fare qualcosa». Questo
«qualcosa» è in realtà alquanto com-
plesso, in guanto consiste in tutta una
serie di operazioni che permettono di
passare dalle lettere minuscole a quelle
maiuscole e viceversa, di attivare e di-
sattivare il tastierino numerico, di usare
l'INT 16h per leggere il carattere corri-
Scon Port[*6Q}i
PUSMF:
Ct-Ij
Provine^!
It (Inlr>t9 - Q) ona (not InTSRKey) then b«oin
( (nemC«0040:*0017] sna «OP) > StstoShlfC) then
InTSRKey := TRUE ì
Figura 2 - La touline che viene sostituita all'iNT 9
Spendente al tasto premuto, e cosi via.
Quello che però importa, appunto, è
che un programma «legge» la tastiera
mediante l'INT 16h. non mediante l’INT
9: questo scatta quando premiamo un
qualsiast tasto (è un interrupt hardwa-
re), quello quando lo decide un pro-
gramma (è un interrupt software). É
dairiNT 16h che desideriamo che ci
vengano ritornati dei valori, non dall'INT
9, per il quale possiamo quindi procede-
re in modo analogo a quanto appena
visto.
La differenza sta tutta nel fatto che
alcuni tasti, o combinazioni di tasti, po-
trebbero proprio essere quelli che vo-
gliamo attivino il nostro programma re-
sidente: alle azioni svolte dall'INT 9
dobbiamo quindi aggiungerne una: il
riconoscimento dei tasti premuti; se
questi sono quelli che vogliamo faccia-
no partire il programma residente, viene
assegnato TRUE alla variabile booleana
InTSRKey. La combinazione di tasti de-
signata viene passata in origine alla pro-
cedura Installa nei due parametri Scan e
Shift (codice di scansione e stato dei
tasti di shift), i cui valori vengono asse-
gnati alle variabili Tasto e StatoShift. La
procedura Nuovolnt9 provvede innanzi-
tutto a leggere dalla porta 60h il codice
di scansione del tasto premuto, poi
chiama l'interrupt originario perché pos-
sa fare tutto quello che deve. A questo
punto, se non si è già in NuovoIntS e se
InTSRKey è FALSE, si incrementa il flag
Inlnt9 e si procede alla verifica. Se
Tasto è uguale a zero (abbiamo visto a
febbraio che si deve fare cosi se si
vuole attivare il TSR con i soli tasti di
shift) 0 è uguale al tasto prescelto, e se
lo stato corrente dei tasti di shift (conte-
nuto nei quattro bit «bassi» del byte
aH'indirizzo $0040:$0017) corrisponde
anch'esso, si assegna TRUE a InTSR-
Key prima di decrementare InlntS.
Interrupt 10h e 13h
Ben diversa è la situazione con inter-
rupt del secondo tipo, quelli che «ritor-
nano dei valori». L'INT lOh, ad esem-
pio, viene usato per impostare il modo
del video (testo o grafica, monocromati-
co o a colori, ecc.). o forma e posizione
del cursore: viene però anche usato per
leggere questi stessi dati, o il carattere
e l'attributo dove è il cursore, ecc. Le
informazioni vengono ritornate in vari
registri e. come già detto, un modulo in
assembler o istruzioni inline sono l'uni-
co modo per leggerli.
Nel caso poi dell'INT 13h, si devono
anche preservare i flag. Questo inter-
rupt svolge funzioni piuttosto delicate e
importanti, quali resettare un disco, leg-
gere lo stato di un disco dopo una
precedente operazione, leggere, scrive-
re. verificare e formattare uno o più
settori, ecc. Si tratta cioè delle routine
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
227
TURBO PASCAL
che più di altre consentono poi il regola-
re funzionamento del DOS. proprio in
quanto «Disk Operating System»; è fa-
cile intuire quanta parte del DOS, pur
offrendo una interfaccia più comoda e
flessibile (per esempio: accesso ad un
file mediante un file pointer invece che
attraverso la conoscenza della sua collo-
cazione fisica sul disco), ne faccia uso.
È altrettanto facile capire quanto sia
importante che eventuali condizioni
d'errore segnalate dall’INT 13h vengano
regolarmente trasmesse alle routine
che lo usano, Il problema sta tutto qui,
in quanto la situazione d’errore viene
comunicata dall'INT 13h sedando il flag
carry.
Sappiamo che con la chiamata di un
interrupt i flag vengono salvati nello
stack e che vengono poi ripristinati dalla
successiva istruzione IREI; se ci affi-
dassimo a questo meccanismo, dopo
l’esecuzione ritroveremmo i flag esatta-
mente come erano prima, e quindi con
una informazione assolutamente inat-
tendibile. Dobbiamo quindi simulare un
IREI «parziale», eliminando il POPE im-
plicito e lasciando solo un RET 2. pro-
prio come fa il BIOS.
Anche l’INT 13h, d'altra parte, usa i
registri del microprocessore per tra-
smettere informazioni; si va da un sem-
plice byte in AH a tutta una serie di
valori in AX, BX, CX, DX, ES e DI, come
nel caso di richiesta dei parametri del
drive.
Per gestire adeguatamente tutti i di-
versi casi si potrebbero anche usare
istruzioni inline, ma mi sembrerebbe
inutilmente acrobatico. Si fa prima in
assembler in quanto, non essendo ne-
cessario contrastare la manipolazione
dei registri così come predisposta dal
compilatore, basta limitarsi a riassegna-
re temporaneamente al registro DS l’in-
dirizzo del data segmenf del programma
residente. La figura 3 propone pertanto
la prima parte del file TSRINT.ASM. con
le due procedure da sostituire agli inter-
rupt lOh e 13h 6. per ognuna, la proce-
dura che legge l'indirizzo della routine
originaria e quella che associa la nostra
all'interrupt. Vedremo in un altro nume-
ro la seconda parte del file, destinata
alla sostituzione dell’INT 2Fh, la porta
Figura 3 - La prima pane del Me TSHINT.ASM, coti
le procedure relative alla iniercellaiions degli inter-
rupt lOh e I3h II file può essere assemblato sia
eoo II MASM della Microsoll che con il TASM della
Borland. Le procedure relative all'INT 2Fh verranno
mostrate in un prossimo numero
226
MCmicrocomputer n. 94 • marzo 1990
TURBO PASCAL
d’accesso «ufficiale» ai programmi resi-
denti.
Interrupt 8
L'INT 8 scatta automaticamente circa
18.2 volte al secondo. Si tratta di un
interrupt hardware che ha tre funzioni;
tenere il conto dei suoi scatti dal mo-
mento dell'accensione della macchina
{in modo che l'INT lAh ci possa poi dire
che ore sono), spegnere il motore dei
floppy disk dopo qualche secondo di
inattività, chiamare l'INT ICh, al quale
l'utente può associare una propria routi-
ne.
Intercettare Tinterrupl 8 non ci è utile
tanto per evitare di attivare il TSR nel
momento sbagliato, ma, al contrario,
proprio per attivarlo. La routine associa-
Figura S
Ls procedura
associata
airiNT 26h.
ta airiNT 9, come abbiamo visto, asse-
gna TRUE alla variabile InTSRKey quan-
do l'utente preme la combinazione dei
tasti prescelta per l'attivazione. Poiché
l’INT 8 scatta ogni 55 millisecondi, con-
sente un controllo praticamente costan-
te sul valore di questa variabile. Se la
trova TRUE, se non si è già nell'esecu-
zione del TSR (variabile InTSRProg), se
infine DOS e BIOS possono essere
interrotti, viene chiamata la procedura
EseguiTSR, la quale a sua volta provve-
de (come vedremo nel prossimo nume-
ro) a lanciare il programma residente.
Un'ulteriore complicazione può esse-
re rappresentata dalla presenza di un
coprocessore numerico, segnalata da
un valore diverso da zero della variabile
predefinita Test8087. L'80x87 opera
mediante un proprio stack interno a otto
registri; i risultati dei calcoli vengono
sempre depositati in questo stack. e si
richiedono separate istruzioni per muo-
vere I valori da qui alla memoria. Se un
TSR venisse attivato dopo il calcolo ma
prima del trasferimento del risultato dal
coprocessore alla memoria, e se il TSR
a sua volta usasse il coprocessore, il
programma interrotto potrebbe sembra-
re... dare i numeri. Ecco perché si usa-
no le procedure inline FSAVE e
FRSTOR, che salvano e poi rispristinano
10 stato dell'80x87.
Interrupt 28h
Questo non è in verità un interrupt
del BIOS, ma del DOS: ricorderete in-
fatti che si tratta di qued'interrupt chia-
mato ripetutamente dalle funzioni Oth-
OCh dei DOS quando queste rimangono
in attesa di un evento quale la pressio-
ne di un tasto.
Lo scopo è quello di consentire l'ese-
cuzione di altre attività mentre il DOS è
praticamente fermo. Normalmente al-
i'INT 28h è associata una semplice
istruzione IRET, ma nulla vieta di aggan-
ciarvi una routine che, se se ne verifica-
no tutte le condizioni, faccia partire il
programma residente. La figura 5 mo-
stra appunto questa routine, molto simi-
le a quella della figura 4. associata al-
l'INT 8.
Con ciò abbiamo terminato l'esame
delle condizioni e dei meccanismi di
attivazione di un programma residente.
11 mese prossimo vedremo cosa succe-
de (meglio: cosa deve succedere) quan-
do il TSR assume il controllo delle ope-
razioni.
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
229
TURBO PROLOG
di Raffaello De Masi
Le operazioni di I/O
seconda parte
Resta, dopo quanto abbiamo
detto la volta scorsa, ancora
aperta l'esigenza di
«comunicare» con l'esterno,
in particolare con le
periferiche. Prolog possiede,
non meno di altri linguaggi,
mezzi idonei a colloquiare con
le periferiche ad esso
collegate, e dispone di una
serie di operatori per definire
o dichiarare nuove periferiche
e nuove vie di accesso ad
esse. Questo porta
automaticamente a discutere
della tecnica d'uso dei file e
delle modalità di modifica di
questi. Leggendo quanto
segue si vedrà come il nostro,
pur non discostandosi
particolarmente da tecniche
già viste in altri idiomi,
possiede quel tanto di
originalità che gli consente di
adattarsi specificamente alla
particolare problematica che è
chiamato a trattare
Le periferiche e la loro gestione
Nella sua allocuzione più comune, si
intende come «periferica» un oggetto
fisico collegato ad un altro che lo gesti-
sce; tanto per fare un esempio, un
campanello è una periferica gestita da
un interruttore a pulsante; nella sua più
ampia accezione una periferica non è
solo rappresentata da oggetti comanda-
ti 0 regolati elettronicamente; anche
una macchina, come, ad esempio la
frizione di un'auto comandata da un
pedale, è una periferica, ancorché sui
generis.
Una periferica propria di un computer
è generalmente individuabile come un
oggetto fisico collegato alla macchina
principale da esso comandato: una
stampante, uno scanner, un'unità a di-
schi, un plotter, la stessa tastiera, sono
periferiche; generalizzando potremo de-
finire periferiche qualunque accessorio
destinato a ricevere o trasmettere infor-
mazioni all'unità centrale: cosi, andando
nei campi più avanzati delle applicazioni,
saranno periferiche una penna ottica,
ma anche un sistema di acquisizione
acustico, un interprete dì voce e un
allarme automatico. Il linguaggio assu-
me che la via di input standard sia la
tastiera, a meno che, attraverso gli op-
portuni predicati, l'indirizzo di input sia
cambiato usando predicati di cui parle-
remo tra poco. É ovviamente possibile
stabilire «canali» per l'input, mantenen-
do contemporaneamente attivi sia la
tastiera, sia altri indirizzi deputati alle
operazioni di input stesso.
Analogamente, l'output standard è in-
dirizzato allo schermo, che è considera-
lo periferica di default. Ma, al contrario
di quanto visto per le periferiche di
input, Prolog può avere due altre perife-
riche di output, utilizzabili in alternativa,
senza che ci sia la necessità di specifi-
care la loro esistenza o la loro presenza
fisica.
Ovviamente il programma in Prolog
dovrà contenere le necessarie informa-
zioni e istruzioni per indirizzare accon-
ciamente l'output ad esse. Le due peri-
feriche di cui si dice sono quelle colle-
gate. in un PC. alla porta stampante e
alla porta seriale; la prima viene indiriz-
zata attraverso il nome stesso della
stampante (in molti linguaggi si accede
alla porta della stampante attraverso la
denominazione LPT. o altri acronimi o
nomi dedicati): la porta seriale, sempre
nello stesso caso, è raggiunta attraver-
so la denominazione «COMI», anche
se questa denominazione non è del
tutto standard e può variare a seconda
del costruttore della specifica macchina.
Ancora, i file su disco, che normal-
mente contengono fatti, e basi di dati
possono essere usati come indirizzi di
input e output; al contrario di altre tipo-
logie di linguaggio viste altrove, non
esiste un nome di file di default o
standard: occorre specificatamente
identificare il file su cui si desidera
lavorare, secondo una tecnica che ve-
dremo tra poco.
Per dichiarare nuovi indirizzi di I/O
esistono due predicati dedicati; Ireadde-
vice] e [writedevicej, destinati ambedue
a cambiare gli indirizzi di input e output
dalla configurazione standard Prolog ad
altri indirizzi.
In ogni caso, l'argomento fornito al
predicato è il nome dell’indirizzo dal
quale il futuro input sarà ottenuto o al
quale l'output sarà indirizzato.
Per rendersi conto della tecnica ope-
rativa dei predicati, vediamo insieme il
seguente esempio;
GOAL
writedevice(printer),write( 'Salve. MCMicro-
computer"|,nl,writedevice(screen)
Se una stampante è accesa e collega-
ta correttamente alla porta stampante
(printer), il messaggio Salve, MCMicro-
computer sarà impresso su di essa; i
successivi ordini reindirizzano le normali
operazioni di I/O allo schermo. Se per
un caso qualsiasi esiste un malfunziona-
mento (stampante non collegata o non
accesa, stampante non pronta, ecc.) il
sistema può bloccarsi o, magari, mo-
strare un messaggio d'errore con la
solita richiesta «Abort, Ignore, Retry».
Se le periferiche cui si decide di indiriz-
zare le operazioni di I/O non sono file su
disco, tutto quello che si è finora detto
è sufficiente per manipolare le normali
operazioni di I/O.
Al contrario le cose divengono più
230
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
TURBO PROLOG
1 fornire un appropriato e compatibile nome simbolico al file
destinato od essere gestito dol programmo, in modo che il
programmo stesso sappio come rintracciarlo sulla memorio di
mossa.
2 aprire il file secondo l'appropriata procedura di accesso
3 dichfarore. secondo quanto visto in (ì) l'indirizzo di file su cui
scrivere o leggere
4 usore il file
5 chiudere il file quando terminato
6 eventualmente ridefinire gli indirizzi di I/O attraverso (readdevlce) e
(writedevice)
FigurB a - La procedura, passo dopo passo, per uli/i^iare un fi/e da/rmierrto di un programma.
complesse quando si tratta di lavorare
su File.
Le operazioni di I/O su file
I programmi e le applicazioni che gira-
no su una macchina possono conserva-
re ie informazioni che utilizzano diretta-
mente nella memoria centrale o su me-
morie di massa; rappresentate oggi,
nella maggior parte dei casi, da floppy o
hard disk. In ogni caso, le informazioni
vengono raccolte e conservate su file.
Come in altri linguaggi, esistono an-
che in Prolog due tipi fondamentali di
file; i program-file e i data-file; ne! primo
caso la conservazione e il recupero so-
no affidati al comandi save e Ioad speci-
fici del linguaggio (un programma è rap-
presentato da un unico gigantesco file
sequenziale, della cui organizzazione in-
terna ben poco interessa aH’utilìzzatore).
La cosa davvero importante comunque
è che quando viene salvato un file pro-
gramma. I dati in esso contenuti sono
dei tutto persi (a meno che il program-
ma stesso non contenga una routine
per consen/are i dati che possiede su
un altro file, in questo caso un data-file).
Per leggere da un programma dati con-
tenuti in un data file, dati costruiti per
servire e far funzionare correttamente il
programma stesso, è necessario, all'ini-
zio del programma, eseguire la direttiva
«include» (delle direttive parleremo in
una delle prossime puntate). La tecnica
per leggere dati contenuti su un file
presente sul disco attraverso un pro-
gramma è descritta, passo passo, nella
figura a. É importante ricordare ed ese-
guire l’ultimo passaggio, in quanto la
mancanza di ridefinizione dell'f/O gene-
ra gravi errori, spesso non recuperabili,
visto che il sistema non sa più dove
inviare le relative operazioni di I/O dopo
la chiusura del file stesso.
Dicevamo quindi della definizione del
nome del file; la definizione avviene
nella sezione [Domains]. e il nome attra-
verso CUI ci si riferisce é un nome
simbolico, al contrario di quanto avviene
comunemente in altri idiomi, in cui ci si
rifensce al file con il suo nome fisico,
con cui effettivamente è conservato sul
disco. Niente impedisce, comunque.
che il nome fisico e simbolico coincida-
no; un consiglio generale, ove non si
adotti questa tecnica, è quello di usare
come nome uno che. in qualche modo,
somigli a quello fisico o ricordi quello
che in questo é contenuto.
Il vantaggio di usare un nome simboli-
co è presto detto: tutto è legato alla
limitazione di caratteri con cui i file
vengono conservati sulla memoria di
massa in MS-DOS- Cosi se Marinacci
avesse, sul suo laptop i [lauti?!) com-
pensi che fornisce al sottoscritto, po-
trebbe al massimo conservarli coll'acro-
nimo «COMPDEM» o qualcosa di simi-
le; molto più semplice assegnare un
nome simbolico a tale fife che potrebbe
essere ridefinito come, che so, «com-
pensLfaraonicLattribuiti_a_de_masi_il
-sommo», tanto per esagerare e evi-
denziare l'utilità di tale notazione (per
rendere onore al merito). Una seconda
ragione, per non usare il nome fisico è
che è possibile, attraverso nomi simbo-
lici, ridefinire in diversi modi lo stesso
file, cui poi accedere in maniera diversa
a seconda delle circostanze; e non è
finito, perché un nome simbolico aiuta a
evitare confusione, impedendo che un
accesso successivo allo stesso file av-
venga secondo tecniche diverse, che
potrebbero distruggere i risultati già in
esso contenuti (si tenga conto che un'a-
pertura indiscriminata in output su file
può portare alla distruzione dei dati già
contenuti sugli stessi). Perciò, visto che
possiamo, cerchiamo di usare le como-
dità che la vita ci mette a disposizione
La tecnica generale per la definizione
del file è la seguente:
Domains
file=saluti-3lla..moliriari
Il nome simbolico adottato sarà suc-
cessivamente utilizzato per le operazio-
ni di apertura, indirizzamento e chiusura
del file. Ne parliamo nel prossimo para-
grafo-
L'apertura dei file
Se apriamo il file semplicemente per
leggere da esso, senza pretendere di
modificare alcunché, il predicato [open-
readl è quello che fa per noi; esso
maneggia due argomenti; il nome sim-
bolico assegnato al file e, ovviamente, il
nome fisico presente sul disco, cui il
nome simbolico si riferisce. La sintassi
generale dell'istruzione è:
Clauses
openreadfelenco-telefomco.-ELTEL")
Questa operazione sostituisce la ta-
stiera con il file DOS ELTEL e lo rende il
corrente indirizzo di input, fino a quando
un nuovo predicato non renderà di nuo-
vo la tastiera la corrente periferica di
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
231
TURBO PROLOG
• dichioroziong del file nello sezione [domoins)
» uso del predicato [openmodify) per oprire II file
« uso di [reoddevice] per Indirizzare le corrette procedure di letture
» uso di uno funzione di letluro per richiomore dati in memorio
» uso di (reoddevice) per riassegnore II controllo olio ìastlero
» modifico del dati come necessario
« uso di (wriiedevice) per reindlrizzare I dati sul file
• uso di twrttedevlce) per riportare l'output sutio schermo
• eventualmente, ritornare daccapo,
Figura b - Il processo di modilica e verilica di un file.
input. Pfolog rispetta la normale nomen-
clatura DOS, che potrà includere even-
tualmente il nome dei drive o il pathna-
me della directory, per la corretta indivi-
duazione delta <ilocazione» del file, che
così potrà non risiedere necessariamen-
te sullo stesso disco su cui insiste il
programma.
Le virgolette attorno al nome fisico
del file sono necessarie solo in due
casi; se si usano, per la prima lettera,
caratteri maiuscoli (Prolog immagine-
rebbe che si tratta di una variabile, e
cercherebbe di interpretare la stessa
invece di considerarla come vero no-
me), e se esistono, nel nome punti
(quando ad esempio si desidera specifi-
care il suffisso del nome stesso). In
ogni caso è possibile usare caratteri
minuscoli anche se il nome del file DOS
è in maiuscolo.
Se, al contrario, desiderassimo aprire
il nostro file per modificare il contenuto
del file stesso, occorre aprire il file con
un predicato che informi Prolog sul tipo
di modifica che desideriamo venga ese-
guita; i tipi di modificazione sono i se-
guenti:
• scrittura - creare un file o sovrascri-
vere uno già esistente, cancellando l'in-
tero contenuto sostituendolo con nuove
informazioni:
• appending - aggiungere dati alia fine
del file già esistente;
• modifica - cambiamento del contenu-
to di parte del file senza togliersi la
possibilità di aggiungere nuove informa-
Con una mnemonica abbastanza faci-
le da intendere, Prolog utilizza, per que-
ste tre funzioni tre predicati appropriata-
mente chiamati [openwrite], [openap-
pendi e [openmodify). Tutti e tre i predi-
cati maneggiano, in analogia a lopenre-
adl due argomenti; il nome simbolico
assegnato al file e il nome DOS, Un
esempio delle tre funzioni applicate al-
l'operatore utilizzato con [openread) sa-
rebbe:
Clauses
openwrite(elenco_telefortico. " ELT6L " )
Clauses
openappend(elenco_telefonico, "ELTEL")
Clauses
openmodifv(elenco_lelefonico, "ELTEL"!
L'ultimo predicato come é facile intui-
re, é il più elastico e efficiente dei tre, e
sovente può sostituire gli altri due con
una maggiore snellezza delle procedure
del programma; esso infatti permette di
intervenire selettivamente su parti ben
determinate del file, eseguire le neces-
sarie modifiche, senza mai escludere la
possibilità di aggiungere alla fine nuove
informazioni. Alla fine sarà sufficiente
chiudere il file e riaprirlo m lettura [open-
readl per verificare la qualità delle modi-
fiche effettuate.
La figura b. mostra in dettaglio le fasi
operative descritte nel periodo prece-
dente: come si vede si tratta di opera-
zioni molto intuitive, che non abbisogna-
no di grandi spiegazioni, L’uso abbon-
dante fatto delle funzioni [readdevice] e
[writedevice] é necessario per poter uti-
lizzare tastiera e schermo alla bisogna.
Una volta padroneggiata la funzione
(openmodify] le altre due sono più facili
da usare in quanto ognuna di esse è
solo parte delle altre. Ciononostante oc-
corre prestare attenzione nell'uso dei
predicati [open...] in quanto possono
accadere cose diverse, in presenza o
meno di un file chiamato dal disco,
secondo quanto si vede nella figura c.
Data la pericolosità di certe operazioni
su file, Prolog fornisce uno speciale
predicato [existfile] che permette di ve-
rificare se un file DOS (non un nome
simbolico, ovviamente) esiste su disco.
Questo predicato setta una variabile
booleiana a TRUE o FALSE, a seconda
della circostanza e del successo della
ricerca. Non mi pare di aver visto un
comando analogo in altri linguaggi; cer-
to è che può salvare da perdite disastro-
se di dati se si crea un nuovo file senza
rendersi conto che ne esiste già uno
con questo nome.
E per concludere con questo argo-
mento vediamo come chiudere i file.
Sebbene il linguaggio provveda al com-
pletamento delle operazioni previste dal
programma, a chiudere automaticamen-
te tutti i file aperti, il predicato [closefiie]
permette di lavorare con maggior ordine
e con quel pizzico di savoir-faire che
non guasta anche in una room di pro-
gramma: d’altro canto tentare di chiu-
dere un file già chiuso o magari non
esistente non crea alcuna condizione
d'errore; perché non stare tranquilli?
Anche (closefilel accetta i soliti due
argomenti, come i predicati visti prece-
dentemente: la loro collocazione e il
loro significalo è del tutto intuibile.
E anche stavolta abbiamo completato
con la trattazione dei file; ci resta da
trattare l'accesso ai file (random) e ad
altre periferiche (schermo e finestre):
ne riparleremo la prossima volta.
PKBDICATO
rOB HOW TROVATO
«LE TROVATO
apre un tUe perlettur
apre un file per modUlca
apre un file per modifica
CANCELLA E SOVRASCRIVE
te presemi sul disco.
232
MCmicrocomputern. 94 - marzo 1990
06/3651588
COnPUTER
06/3651688
XT 8088,10 MHZ.1 FD 360.1 HD 20 MB, 512KB, TASTIERA,SK MONOCR
L.
945.000
AT 286.16 MHZ.1 FD 1.2,1 HD 20MB, 1024KS, TASTIERA,SK MONOCR
1.390.000
386 25 MHZ.I FD 1,2,1 HD 40MB, 1024KB, TASTIERA. SK VGA
2.600.000
HD 20MB
310.000
HD 40MB (veloce 19 m/s)
L,
750.000
HD 80MB (veloce 19 m/s)
1.370.000
DRIVE 1,2MB
160.000
DRIVE 720KB
130.000
DRIVE 1.44
160.000
CONTR HD XT
89.000
CONTR AT
150.000
SK HERCULES
70.000
SK CGA
70.000
SK DUAL
85.000
SK EGA
145.000
SK VGA (256 kb)
275.000
SK SUPER VGA [512 kb.16 bil)
320.000
MONITOR
MONOCROMATICO BIFREQUENZA
163.000
VGA MICROVITEC
750.000
MULTISINC
850.000
FAX CANON
FAX 80
1.250.000
FAX 120
1.590.000
I PREZZI IVA INCUJ^
18 MESI DI GARANZIA
SU TUTTI I PC
STAMPANTI EPSON
STAMPANTI CITIZEN
LX 800
LO 500
FX 1050
LO 1050
GO 5000
L 400.000
L 600.000
L 980.000
L 1.360.000
L 3.000.000
120 0
180 E
15 E
SWIFT 24
PRODOT 9
PRODOT 9X
L 310.000
L 330.000
L 530.000
Telefonare
Telefonare
Telefonare
EPSON
CITIZEN
MSX
di Mdumio Mann
L'argomento di questo mese
é la musica. L'intenzione era
di parlare dell'istruzione PLAY
e del suo micro linguaggio,
ma andando avanti nella sua
descrizione come non si
poteva fare a meno di
ricorrere a conoscenze che
appartengono al Basic, al
BIOS ed all'hardware, cioè a
cose che ci siamo lasciati alle
spalle da un pezzo?
ftoco male: uno sguardo ai
vecchi numeri di MC per
rinfrescare l'argomento e...
sorpresa! Del PSG non si è
mai parlato! Una
dimenticanza, evidentemente
PSG e la musica
prima parte
La descrizione del PSG avrebbe dovu-
to trovare posto nei primi numeri di
questa rubrica allorché si parlò dei prin-
cipali componenti deH'WSX. Ma poi altri
argomenti come il Turbo Pascal e il disk
drive ci hanno completamente distolto
fino a far passare il PSG nel dimentica-
toio-
Cosa fare allora? Tralasciare un argo-
mento interessante come la musica,
oppure tornare indietro, sconvolgendo
in parte il programma portato avanti
sin'ora? Ho preferito questa seconda
soluzione, anche per non deludere colo-
ro che hanno atteso l'argomento per
tanto tempo. Quindi in questo numero
lasciamo momentaneamente da parte il
Basic per affrontare qualcosa che è
necessario alla comprensione delle fu-
ture applicazioni. È cosa nota che l'MSX
é uno dei computer musicalmente più
dotati: possiede un ottimo chip sonoro,
l'8910 della General Instruments, e,
quello che più conta, un ottimo softwa-
re di sistema tanto da poter ottenere
con poche istruzioni Basic molti buoni
effetti musicali o addirittura degli interi
brani. E per soddisfare le orecchie dei
più esigenti c'è sempre l'interfaccia MI-
DI con l'abbondante software della Ya-
maha, ma che non rientra, almeno per
ora, nei nostri programmi.
Il PSG
Il PSG {Programmable Sound Genera-
tori è il chip sonoro della General Instru-
ments molto diffuso per le sue buone
prestazioni, utilizzato anche da molti dif-
fusi computer, come l'Atari ST ed è in
grado di controllare 3 canali sonori.
Le sue caratteristiche principali sono
le seguenti:
— possibilità di riprodurre suoni di
4095 frequenze diverse, fino a un mini-
mo di circa 27 Hz;
— generazione di 32 rumori diversi per
ogni canale anche contemporanei ai
suoni;
— possibilità di otto diverse configura-
zioni di variazione del volume e della
frequenza.
Il chip è costituito da 16 registri che
possono essere sia letti che scritti. Gli
ultimi 2 (i registri 14 e 15} non sono
utilizzati per la musica, ma servono per
comandare altri dispositivi esterni come
il joystick 0 la paddle.
234
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
MSX
Iniziamo subito dalla descrizione dei
14 registri che ci interessano.
I primi due registri contengono un
numero proporzionale alla frequenza del
suono del canale A. Il byte meno signifi-
cativo della frequenza è il contenuto del
registro 0. mentre soltanto 4 bit del
registro 1 rappresentano il byte più si-
gnificativo della frequenza. Gli altri quat-
tro bit sono inutilizzati.
La relazione che intercorre fra la fre-
quenza e il contenuto dei registri 0 e 1
può essere espressa dalla formula:
111.861
dove n rappresenta il contenuto dei
registn 0 e 1. Di conseguenza la fre-
quenza dei suoni può variare fra un
mimmo di 27,3 Hz (n=4095) ed un
massimo di 11 1861 Hz (n=1), ben oltre
il limite di percezione dell’orecchio uma-
no (circa 14000 Hz).
Per le due coppie di registri successi-
vi (2-3 e 4-5) valgono le stesse conside-
razioni con l'unica differenza che il loro
contenuto determina la frequenza del
suono dei canali B e C rispettivamente.
Il registro 6 invece contiene un nume-
ro proporzionale alla frequenza di un
rumore. Questo numero può variare fra
1 e 31. per cui soltanto i 5 bit meno
significativi di questo registro hanno ef-
fetto, La relazione fra frequenza e con-
tenuto del registro 6 é rappresentata
dalla stessa precedente formula. Que-
sto è l'unico registro che si occupa della
frequenza del rumore, e quindi non ce
n'è uno per ogni canale; per cui il
rumore generato é unico per tutti i tre
canali.
Il registro 7 stabilisce quale dei canali
è attivo e se questo deve generare
suono 0 rumore o tutti e due contempo-
raneamente. Soltanto i primi 6 bit di
questo registro interessano il suono e
ogni bit posto a zero abilita un canale a
generare suono o rumore secondo lo
schema rappresentato in tabella 1.
Si faccia attenzione che gli altri due
bit questa volta sono utilizzati anche se
per comandare altri dispositivi come il
joystick e il registratore a cassette, per
CUI non possono contenere un valore
qualsiasi, ma debbono sempre contene-
re il valore riportato nello schema prece-
dente (bit 7=1, bit 6=0). Ad esempio
se vogliamo che venga generato con-
temporaneamente suono e rumore dal
canale A il registro 7 deve contenere il
valore binario 10110110 e cioè 0B6H.
Allorché si definisce il contenuto del
registro 7 tramite l'istruzione SOUND
del Basic non è necessario preoccuparsi
del valore dei 2 bit più significativi poi-
ché il Basic stesso li riporta sempre al
valore corretto. Ma allorché questa ope-
razione è effettuata con una routine
macchina, sia direttamente che tramite
le routine del BIOS, é necessario porre
attenzione al valore dei due bit.
I quattro bit meno significativi del
registro 8 determinano il volume del
suono nel canale A, che può variare
cosi fra 0 e 15. Il quinto bit, invece, fa s!
che il suono generato abbia ampiezza
fissa, se il bit è zero, oppure che sia
modulato in ampiezza (cioè con volume
variabile nel tempo). La frequenza e la
forma di questa curva di modulazione in
funzione del tempo è determinata dal
contenuto dei registri 11, 12 e 13.
1 registri 9 e 10 controllano il volume
dei canali B e C nella stessa maniera del
precedente registro 8.
I registri 1 1 (byte meno significativo)
e 1 2 (byte più significativo) contengono
un numero proporzionale alla frequenza
della curva di modulazione. Tutti i bit di
questi due registri hanno significato;
per cui il numero in essi contenuto può
variare da 0 a 65535. La relazione fra la
frequenza generata e il contenuto di
questa coppia di registri è la seguente;
6.991
Questo vuol dire che questa frequen-
za può variare fra i limiti di 0,11 Hz
(n=65535) e 6991 (n=1).
Il registro 13 permette di determinare
la forma delia curva di modulazione fra
otto diverse curve già definite, come è
mostrato nella tabella di figura 1 . I quat-
tro bit più significativi non sono utilizza-
ti. Per esempio, se il contenuto dei
registri 11 e 12 è 100 (cioè 100 nel
registro 12 e 0 nel registro 1 1 - frequen-
za circa 70 Hz) con un valore 0 nel
registro 13 si otterrà un suono che
molto rapidamente (in un settantesimo
di secondo) si attenua fino a spegnersi
definitivamente passando al volume 0.
Invece, ponendo nel registro 13 il valore
8, il suono si presenta, nel primo perio-
do, uguale a quello precedente: ma
appena il suono si spegno il volume
torna di nuovo al valore massimo per
variare poi nella stessa maniera nei pe-
riodi successivi.
I registri 14 e 15 non sono utilizzati
per la musica ma sono usati per coman-
dare molti dispositivi come il registrato-
re a cassette, la tastiera e il foystick.
Lettura e scrittura
dei registri del PSG
II PSG comunica con lo Z80 tramite
tre porte di I/O che sono le porte OAOH,
0A1H e 0A2H.
La porta OAOH è la porta degli indiriz-
zi. Ponendo in essa un valore compreso
fra 0 e 15 si seleziona il registro del
PSG sul quale avranno luogo le succes-
sive operazioni di lettura e scrittura.
Leggendo invece da questa porta si
ottiene il registro attualmente seleziona-
to. La porta 0A1H invece è la porta di
scrittura e permette di scrivere qualsiasi
valore nei registro selezionato con la
porta degli indirizzi.
La porta 0A2H è la porta di lettura dei
registri del PSG e consente di conosce-
re il valore attualmente contenuto nel
registro selezionato tramite la porta
OAOH. Ad esempio, se vogliamo defini-
re il volume del suono nel canale A pari
a 12 dobbiamo prima selezionare il regi-
stro 8 con l'istruzione Basic:
OUT &HA0,8
e poi scrivere il valore del volume nella
porta OAIH con quest'altra istruzione
Basic:
OUT &HA1,12
Una successiva lettura della porta
0A2H riporta il volume attualmente defi-
nito. Nel BIOS VI sono diverse routine
che si occupano del PSG. In primo
luogo WRTPSG, all'indirizzo 093H, che
provvede a scrivere un valore in uno
qualsiasi dei 1 6 registri del PSG (anche
In quelli non utilizzati per il suono). In
ingresso l'accumulatore deve contenere
il registro che si vuole scrivere e il
registro E dello Z80 contiene il dato da
scrivere. Non viene riportato alcun valo-
re e non viene modificato alcun regi-
stro. Vengono abilitati gli interrupt.
C'è poi, all'indirizzo 096H. RDPSG
che riporta il contenuto del registro con-
tenuto nell'accumulatore. Il valore è ri-
portato nell’accumulatore stesso Non
viene modificato alcun altro registro,
oltre al registro A.
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
235
MSX
Infine vi é. all'indirizzo 090H, 6ICINI
(General Instruments Chip INItialize),
che provvede aH'inizializzazione del
PSG In primo luogo vengono messi a
zero I registn 8, 9 e 10 {volume 0 in tutti
e tre i canali), poi nel registro 7 viene
messo 0B8H (10111000 in binario) che
equivale a consentire l'uscita del suono
in tutti e 3 i canali e a disattivare il
generatore di rumori. Vengono poi ini-
ztaltzzate delle variabili in area di siste-
ma associate all'istruzione PLAY (QUE-
TAB = 0F959H, VCBA = 0FB41H.
VCBB=0FB66H. VCBC=0FB8BH) sulle
quali torneremo m seguito.
Nel Basic, vale appena la pena ricor-
darlo, vi è l'istruzione SOUND, che per-
mette di scrivere (ma non di leggere)
dei valori nei 14 registri del PSG dedica-
ti alla musica.
La musica
Senza arrivare alle istruzioni avanzate
e al macrolinguaggio del Basic andiamo
a vedere se anche il BIOS si occupa in
qualche modo della musica; forse sco-
priremo che il Basic dà sicuramente un
grosso aiuto, ma tutta la musica viene
suonata indipendentemente dal linguag-
gio. per CUI può essere utilizzata in
qualsiasi occasione, anche in ambiente
DOS.
In proposito di documentazione in gi-
ro non ne abbiamo trovata per niente,
per cui siamo andati un po' ad intuito ad
indagare quello che fa l'MSX. Il primo
indizio è che qualsiasi sequenza musica-
le, fatta con istruzioni Basic, viene suo-
nata durante le interruzioni. Infatti, dopo
che le istruzioni del macro-linguaggio
sono state elaborate, la musica inizia a
suonare ma il computer resta ancora a
disposizione per eseguire altre istru-
zioni.
Il secondo indizio è che la routine di
interrupt è sempre la stessa sia in am-
biente Basic che in ambiente DOS; per
cui è abbastanza facile sospettare che
tutte le operazioni che coinvolgono la
musica non siano contenute nella ROM
del Basic, ma che si trovino tutte nel
BIOS, a disposizione anche per even-
tuali utilizzi da linguaggio macchina o da
altri linguaggi e anche in ambiente DOS.
Andando ad esaminare la routine di
interrupt {indirizzo 038H) siamo arrivati
fino alla routine che ci interessa, di cui
riportiamo il disassemblato in figura 2.
Analizziamola a fondo per capire cosa
fa di particolare.
Vediamo anzitutto che dopo aver saf-
vato il numero del canale nel registro 6,
viene effettuata una chiamata «anoma-
la» alla routine del BIOS GETVCP. Ano-
mala nel senso che invece di richiamare
l'indirizzo 150H, che è garantito per tutti
gli MSX. viene richiamata direttamente.
Questo vuol dire che su MSX di diffe-
renti versioni potrebbe essere (e lo è)
differente. Insomma questa routine è
236
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
MSX
differente (almeno negli indirizzi) su di-
versi MSX, Ma non è questa una limita-
zione perché, in ogni caso, questa routi-
ne non sarà mai richiamata diretta-
mente.
La routine GETVCP riporta semplice-
mente in HL l'indirizzo del terzo b^e di
un buffer di dati relativi alla voce conte-
nuta nell'accumulatore. Questo buffer,
che é lungo 37 byte, è quello che in
precedenza abbiamo chiamato VCBA o
VCBB o VCBC a seconda della voce. Il
normale contenuto di questo buffer è
riportato nella figura 3. La maggior parte
di questi dati sono di interesse del
Basic e non sono presi in considerazio-
ne dalla routine di interrupt. Al ritorno
da questa routine HL punta a VCBA-t-2
cioè al byte che contiene la stringa dei
dati.
Come prima operazione viene decre-
mentato il puntatore in modo da pren-
dere in considerazione la durata che
viene decrementata anch'essa. Se la
durata non è zero vuol dire che vi è una
nota che deve ancora essere suonata
per altro tempo: per cui la routine termi-
na senza altre operazioni. La durata è
espressa in questo caso in termini di
interruzioni, cioè in cinquantesimi di se-
condo. Per cui se si agisce sul VDP per
disporre lo schermo in modo NTSC, e
dò modifica anche la frequenza delle
interruzioni, la durata della nota non
sarà corretta.
Viene poi richiamata la routine all'Indi-
rizzo 11D8H che riporla nell'accumula-
tore il prossimo byte ne! buffer musica-
le. Per localizzare queste informazioni
sono presi in considerazione i dati con-
tenuti in QUETAB, all'indirizzo 0F959H,
in cui sono riservati 6 byte per ogni
voce il CUI significato è riportato in figu-
ra 4. In pratica si vede che il buffer
musicale è organizzato come il buffer di
tastiera: vi è un numero che individua la
posizione del byte che deve essere
letto (Get position) e un altro numero
che individua la posizione in cui deve
essere accodato un byte che deve es-
sere aggiunto nel buffer. La diversità
evidente sta nel fatto che questo nume-
ro non è un indirizzo, ma un solo byte e
rappresenta l'offset a partire dall'inizio
del buffer: di conseguenza la lunghezza
massima del buffer é limitata a 256
byte. Il terzo byte (Putback flag) mostra
la possibilità, peraitro non sfruttata dal
Basic, di immandare indietro» un dato
appena letto per poterlo rileggere in
seguito. Il quarto byte di QUETAB indi-
ca appunto questa lunghezza che però
non può essere qualsiasi ma deve esse-
re sempre un multiplo di 2. Il buffer
normalmente usato è lungo 128 byte e
SI trova all'indirizzo 0F975H.
Se il byte letto é OFFH vuol dire che
si è raggiunta la fine dei dati e la routine
termina. Altrimenti questo byte, insie-
me a quello successivo, rappresenta la
durata della prossima nota, almeno nei
13 bit meno significativi. I 3 bit più
significativi indicano invece la lunghezza
del pacchetto musicale, cioè il numero
dei byte che seguono i primi due, e che
può essere al massimo 5. Riassumendo
i primi due byte del pacchetto possono
essere schematizzati come in tabella 2.
Quindi la durata di una nota può arri-
vare ad un massimo di 8191 cicli di
interrupt, cioè circa 160 secondi.
A questo punto la routine legge altri
byte aspettandosi di trovare dati sulla
frequenza o sul volume o sulla frequen-
za di modulazione. I due bit più signifi-
cativi del byte identificano il tipo di dato.
La frequenza della nota è caratterizzata
da questi due bit sempre a zero, come
nello schema di tabella 3.
Quindi se il primo byte viene trovato
come identificativo della frequenza, vie-
ne letto anche un secondo byte ed
entrambi vengono scritti negli opportuni
registri del VDP.
Se invece il bit 6 del primo byte è 1
(identificativo 01 in binano), il byte con-
tiene informazioni sul volume in manie-
ra analoga a quella che deve essere
scritta nel registro 8 del PSG, e cioè
come rappresentato in tabella 4.
Se il bit 4 è 1 (e ciò sta ad indicare
237
MCmicfocomputer n. 94 - marzo 1 990
MSX
che deve essere usata la modulazione
ir ampiezza), i quattro bit meno signifi-
cativi stanno ad indicare la forma della
curva di modulazione e il byte viene
scritto nel registro 13 del PSG.
Se. infine, il bit 6 del primo byte è 1 ,
vuol dire che i due byte successivi (e
non quello letto attualmente) rappresen-
tano ia frequenza della curva di modula-
zione; questi ultimi dati verranno scritti
nei registri 11 e 12 del PSG. Questo
blocco di dati può essere schematizzato
come in tabella 5.
In quest'ultimo caso il primo byte non
viene utilizzato: ma ciò non costituisce
sempre uno spreco: infatti se i due bit
dell'identificativo sono entrambi 1 vuol
dire che lutti i tre byte del blocco assu-
mono significato e il primo byte in parti-
colare conterrà informazioni sul volume.
In conclusione, un pacchetto di dati
potrà essere lungo da un minimo di
quattro byte, nel caso siano definite
solo la durata e la frequenza, fino ad un
massimo di sette byte nel caso siano
definite tutte le grandezze possibili.
Facciamo un esempio molto sempli-
ce- il DO centrale (frequenza 262 Hz)
della durata di 4/4 (mezzo secondo) e
volume 8 può essere definito con i
seguenti numeri:
60H t9H 88H OIH ACH
Infatti il 60H sta ad indicare che ci
sono tre byte oltre ai primi due della
durata; il numero 19H (25 in decimale)
indica che sono necessan 25 cicli di
interrupt per completare la nota, e cioè,
appunto 0.6 secondi. Il terzo byte 88H,
rappresenta il volume. L’ultima coppia
di byte rappresenta il numero da scrive-
re nei registri della frequenza e corri-
Fyurs 6
sponde appunto ad una frequenza di
261.4 Hz.
Ma a cosa servono tutti questi discor-
si oltre che per puro esercizio mentale?
Le applicazioni le può immaginare chi
non sopporta più il monopolio musicale
del Basic e avrebbe piacere di sentire
suonare qualche nota musicale anche
senza utilizzare l'istruzione PLAY e ma-
gari. perché no, anche ai di fuori del-
l'ambiente Basic, in un programma in
Turbo Pascal oppure in C. Allora faccia-
mo subito un esempio di come può
anche essere suonata, con un program-
mino Basic, e senza l'aiuto dell'istruzio-
ne PLAY, la scala musicale, che di solito
richiede la seguente istruzione Basic:
PLAY"04CDEFGAB"
Descriviamo brevemente il program-
ma relativo, che è riportato in figura 5.
Dopo aver inserito nel buffer musicate
(a partire dal secondo byte) i dati relativi
alle note da suonare, vengono posizio-
nati i puntatori al buffer e definito l'indi-
rizzo del buffer stesso. Per quanto nel-
l'esempio sia usato il buffer di default,
l’area di memoria destinata a contenere
i dati può essere qualsiasi, purché non
in pagina 0 e in ogni caso in una pagina
attiva della memoria. Per far partire la
musica é necessario porre 1 nella dura-
ta in YCBA e poi sedare il bit 0 di
MUSICF (0FB3FH) ad indicare che deve
essere attivato il canale A.
A dimostrazione che la musica può
essere suonata anche al di fuori del-
l’ambiente Basic, in figura 6 é mostrato
un equivalente programma in Pascal.
A questo punto lo spazio a disposizio-
ne è proprio finito. Al prossimo numero
per maggiori approfondimenti.
238
MCmicrocomputern. 94 - marzo 1990
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Non nego che potrebbe
sembrare banale parlare
estesamente anche del reset dì
un computer: alla quale
operazione, sotto certi aspetti, è
da sempre legato un sentimento
di rassegnazione tipico di chi si
ritrova il computer
irrimediabilmente paralizzato -
pensiero tipico: «Si è bloccato ...
si. si é bloccato ... mannaggia,
non ho salvato il programma ...
beh, che ci vuoi fare ... (e il
malcapitato diede il terribile Ctrl-
Amiga-Amiga)». Questo fin dai
tempi della SYS64738 del buon
64. Ma. neH'Amiga, tutto è
interessante: vedremo in questa
puntata come è possibile
modificare il processo standard di
inizializzazione (nonché altre
cosucce carine riguardo
ExecBasel a nostro vantaggio; mi
raccomando, non fatevi venire in
mente di scrivere un virus ...
ExecBase e Reset
di Maurizio Mangrella - Eboli ISA)
Il Reset
Anzitutto bisogna distinguere tra il
reset iniziale (quello che avviene all'ac-
censione della macchina) e quello causa-
to dall'utente (con la pressione contem-
poranea dei tasti Control, Left Amiga e
Right Amiga).
Durante il reset iniziale, il S.O. (o,
almeno, quella parte che è residente:
vedi dopo) controlla l'efficienza dei chip
custom (proprio non so in base a quale
principio): se uno dei chip non funziona a
dovere lo schermo diventa blu (Denise
permettendo: potrebbe essere proprio II
il guastol) e l'Amiga va in stato di Halt
indefinito. Poi (negli Amiga 1000) il BIOS
minimale inserito su una piccola ROM
carica il KickStart: d'ora in poi, riferendo-
mi alla ROM, intenderò, per i 500 e i
2000, la ROM residente del KickStart, per
i 1000 il banco RAM di 256K in cui viene
caricato il S,0„ e che viene protetto in
scrittura dopo il caricamento.
Successivamente (qui comincia la pro-
cedura del reset da tastiera) il S.O.
diagnostica l’efficienza della ROM
(schermo grigio scuro; tutto OK) e della
RAM (schermo grigio chiaro: tutto OK),
quindi compare lo schermo bianco (e la
petulante mano del WorkSench se non
era stato ancora inserito un dischetto
bootabile) e si procede al boot.
In un computer basato su 68000 e
famiglia, al momento del Reset, bisogna
fornire, nella locazione 4, una longwork
contenente l'indirizzo iniziale della routi-
ne di Reset, e. nella locazione 0, il
Supervisor Stack Pointer iniziale per la
routine di Reset (che viene automatica-
mente eseguita in Modo Supervisore);
tutto ciò è automaticamente gestito da
Exec. Faccio notare che, se durante il
processo di inizializzazione del Reset
svolto autonomamente dal mieto, si veri-
fica per qualunque motivo una Exception,
il 68000 va in stato di Halt indefinito; in
pratica potrà risvegliarsi solo al prossimo
Reset. Se, invece, (prerogativa del Kick-
Start) si verifica un'Exception durante
l'esecuzione delia routine di Reset vera e
propria, lo schermo diventa giallo e il led
di PowerOn lampeggia come in una Guru
Meditation: potete a questo punto sce-
gliere tra l'ippica e il whisky...
Motivi di interesse
Vi chiederete a questo punto (oltre ai
codice di colori, che per fortuna non ho
avuto modo di sperimentare di persona!)
cos'altro ci sia di interessante nel Reset
di Amiga, Beh, vi dirò che l'Amiga non
dimentica tutto durante il Reset, e questo
è utile sotto certi aspetti, pericoloso per
altri. L’utilità sta (come vedremo nei
prossimi paragrafi) nella possibilità di
modificare il processo standard di inizia-
lizzazione e di poter conservare dati utili
anche al di là di una fatale eventualità di
un Reset odt una Guru Meditation: alcuni
programmi (come l'asdg, device delia
ASDG software) portano all’eccesso
queste possibilità, consentendo di instal-
lare cose come «recoverable RAM
disks», cioè RAM disk resistenti al Re-
set; ad esempio il già citato VDO: della
240
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
SOFTWARE
AMIGA
ASDG 0 il CARD: nientemeno che delta
Commodore-Amiga.
II male sta (come abbiamo detto) nella
possibilità di infezione da parte di un
malvagio virus: nel qual caso è possibile
installare un antivirus che pure si dimo-
strerà anch'esso esente dal Reset.
AllocAbsO
Titolo migliore non mi è venuto in
mente per questo paragrafo ...
Questa funzione di Exec consente di
allocare memoria a indirizzi assoluti, pas-
sando in A1 l'indirizzo del blocco che si
vuole ottenere e in DO la sua lunghezza
(in byte). Nel caso questo blocco sia
disponibile la routine ritorna in DO lo
stesso valore di Al, altrimenti torna 0.
AllocAbsO sembrerebbe un surrogato
di AllocMemO: ma la differenza è grande;
in effetti, la memoria chiesta al sistema
tramite AllocMemO è sempre vulnerabi-
le. in quanto la lista che la controlla (la
MemList della struttura ExecBase. fig. 1 )
viene reinizializzata al momento del Re-
set. Al contrario AllocAbsO mantiene i
suoi dati in altre liste (avevo pensato a
KickMemPtr, ma questo puntatore vale
sempre NULL... quindi non si capisce a
cosa possa servire), che sono del tutto
invulnerabili a un Reset. Pertanto, se vi
serve (e vi servirà!) memoria «intoccabi-
le», usate pure tranquillamente la Alloc-
AbsO. Se non sapete dove «pescare» i
vostri segmenti, potete richiederli al si-
stema tramite la AllocMemO e poi pas-
sarne l'indirizzo alla AllocAbsO: al mo-
mento del Reset rimarrà valida solo la
richiesta effettuata tramite allocAbsO.
Resident e ExecBase
L'esame attento di alcuni programmi
mi ha anche aiutato a scoprire alcune
faccende interessanti. Il nostro punto di
riferimento sarà sempre la struttura
ExecBase.
Dei vari parametri contenuti (la funzio-
ne di molti di essi si può intuire dal
semplice nome) mi sono parsi i più
interessanti CoIdCapture. CoolCapture.
WarmCapture, CheckSum, IntVectsU.
Quantum. Elapsed, DispCount. Idle-
Count, ResModules, LastAlert, Power-
Supply Frequency. VBIankFrequency e
KickTagPtr.
I vettori Capture puntano a routine in
LM che vengono lanciate con una JSR in
particolari momenti dell'attivazione del
sistema dopo un reset o all'accensione:
SOFTWARE
AMIGA
CoIdCapture viene lanciato prima del test
della ROM (gngio scuro), CoolCapture
prima del test della RAM (grigio chiaro) e
WarmCapture subito dopo questo. Se
uno di questi vettori contiene un indirizzo
ChkSum é la somma delle prime 24 word
(da SohVer a MaxExtMem) in comple-
mento a 1 ; serve a Exec per controllare la
coerenza del sistema. In LM si può
ricalcolare così:
struct IntVector (
APTR Iv Data;
VOID (ȓv_Code)()5
struct Node «iv^Node;
Figura 3 - La struttura IntVector
MOVEQ M17.D1
LEA S22(A6>
CLR.L
ADD.U
DBRA DI. Loop
NOT.W DB
MOVE . U De , ( Mi >
DB
numero di words da esamini
punta alla prima word
azzera la somma
effettua la somma
! la sistema 1
diverso da 0. Exec salta alla routine
corrispondente- Avete a disposizione
uno stack piuttosto capace (credo che
vada oltre i 2000 byte): comunque non
avete bisogno di salvarvi i registri, in
quanto potete utilizzarli tutti senza pietà.
Altro modo possibile è quello (a mio
parere più elegante, ma è questione di
gusti) che si può ottenere dal C (notare
la coppia ForfaidO-PermitO che consente
di evitare problemi a tempo di esecu-
zione):
IntVectsU è un array di 16 strutture
IntVector (figura 3), ognuna delle quali
gestisce un particolare evento legato
all'hardware del computer; la corrispon-
denza. per quanto ho potuto capire,
dovrebbe essere come rappresentato
nella tabella della pagina accanto (non
ne sono completamente sicuro, comun-
que-,).
La struttura IntVector contiene tre
item: iv_Data (un puntatore generico ad
area dati che vi viene passato in A1 al
momento della chiamata deH'interrupt),
iv_Code (che punta alla routine di inter-
rupt) e iv-Node (puntatore ad una struct
Node). Val la pena di notare due coset-
te: 1) gli interrupt del 68000 sono stati
«moltiplicati» (passando da sette a sedi-
ci!); 2) le routine di interrupt sono gesti-
te via software, dunque NON devono
terminare con una RTE (come si fareb-
be con un interrupt hardware) ma con
una semplice RTS. A proposito di iv_Co-
de. ricordo che, se questo vale NULL. al
momento dell'esecuzione deirinterrupt
Exec salta automaticamente a delle
routine predisposte in ROM,
Dimenticavo che è possibile sedare
un interrupt con la funzione SetlntVec-
tor{). passando in DO il numero dell'in-
terrupt e in Al la struct IntVector desi-
derata. Tramite la struttura puntata da
iv_Node, si possono creare delle liste di
interrupt server che vengono chiamati
in sequenza (ognuno secondo la propria
struct IntVector) in base alla loro priorità
(definita nel campo ln_Pri della struct
Node): si può aggiungere in coda alla
lista una IntVector con la funzione Add-
IntServerl) e toglierla con la RemlntSer-
ver() (gli argomenti vengono passati co-
me per la SetIntVectorO).
Quantum è il numero di scambi di
tick (normalmente 16) concessi ad ogni
task; un tick equivale a un cinquantesi-
mo di secondo- Etapsed è un contatore
(che va da Quantum - 1 a 0) che segna-
la... il tempo scaduto. DispCount è il
numero di scambi fra task effettuati
dall'accensione (o dal reset), mentre
IdleCount è il numero di tick (cinquante-
simi di secondo) durante i quali, per un
qualche motivo, Exec non ha potuto
effettuare scambi di task. IdleCount vie-
ne continuamente incrementato duran-
te tutto lo startup del KickStart, boot
compreso
Prima di continuare, vi scarico un
altro barile di routinette Exec predispo-
p • CUUORD • l&SysB»*e->SortVer:
forti - e.sum ' e;i < 24;i+«) sv
Forbìdt); SysBase- >ChkSum • "sub
242
MCmicrocompuler n. 94 - marzo 1990
SOFTWARE
AMIGA
Vettore Funzione
0 Porta seriale; buffer vuoto (scrittura completata)
1 DMA del disco: buffer vuoto (scrittura completata)
2 ???
3 IRQ delle porte I/O: tastiera e orologio in teiig» reale
4 ???
5 Video BlanK
6 Blitter; operazione terminata
7 Canale audio 0; tavola terminata
8 (èrtale audio 1 : tavola terminata
9 Canale audio 2 : tavola terminata
10 Canale audio 3: tavola terminata
11 Porta seriale: buffer pieno (lettura completata)
12 DMA del disco: buffer pieno (lettura completata)
13 ???
14 ??? (quanti sono?)
15 NMI del &S000
(bisogna passare l'indirizzo di una strin-
ga contenente H nome in Al), Per quan-
to riguarda initResidentO, il sottoscritto
sta ancora duramente combattendo per
cavarne qualcosa di utile...
LastAlert è un array di 4 UL0N6 in
cui troverete i dati relativi all'ultima Gu-
ru Meditation scatenata nel sistema a
partire dalla sua accensione: può esse-
re utile per il debugging, ad esempio.
PowerSupplyFrequency è la frequen-
za di rete (in Hertz), VBlankFrequency è
la frequenza (sempre in Hz) di refresh
del vi(ieo; in genere sono uguali... ma
provate a installare un Amiga NTSC
(con relativo monitor) qui in Italia; otter-
rete 50 in PowerSupplyFrequency e 60
in VBIankfrequency.
Aggiungere altri elementi alla lista
ste alla gestione dei task: ForbidO bloc-
ca temporaneamente lo scambio (ili con-
testo, PermitO lo riabilita. DisableO bloc-
ca la gestione degli interrupt software.
EnableO la nabìlita in gran forma. Infine
DispaichO forza uno scambio di conte-
sto prematuro (prima del game over,.,),
ExitIntrO ci consente di uscire da una
routine di interrupt in modo ordinato
(come S.O. comanda), ScheduleO e Re-
scbeduleO (a giudicare dal nome) do-
vrebbero riorganizzare l'ordine predispo-
sto dei task (lo scheduling, appunto): di
più non vi so dire...
ResModules punta a un array di long-
word ognuna clelle quali punta a una
particolare struttura Resident: studian-
(jone le relative stringhe di identificazio-
ne ho constatato che, normalmente, ad
ogni libreria di sistema residente in
ROM corrisponde una struct Resident.
Dopo il completamento della procedura
di inizializzazione il KickStart (seguendo
l’ordine delle priorità stabilito dall'item
rt_Prl) salta, con una JSR, ai vettori
rt_lnìt di ogni struttura: ecco un altro
modo per modificare lo startup stan-
dard. Da notare che, per preservare le
sciagurate strutture dal reset, ognuna di
queste (insieme con il relativo segmen-
to di codice puntato da rt_lnit) deve
essere allocata con la AllocAbsl). Faccio
inoltre notare che te routine vengono
lanciate, nell'ordine di priorità stabilito
dall'item rt_Pri. subito prima del boot
(che è proprio rappresentato dall'ultima
Resident, che ha nome «strap») e che
bisogna salvare i registri sullo stack al
momento del lancio (e riprenderli al
ritorno, obviously...). Le routine Exec
FindResidentO e InitResidentO gestisco-
no (in maniera un po' primordiale, a dir
la verità) le strutture Resident; FindRe-
sident cerca, nella lista ResModules.
una struttura in base all'item rt_Name
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
243
SOnWARE
AMIGA
ResMcdules (che, poi. non è propria-
mente una lista...) non é difficile: ci
viene in aiuto un altro parametro, Kick-
TagPtr. Questo, come ResModules, è
un puntatore a puntatore a Resident,
cioè punta a un array di puntatori a
strutture Resident terminante con una
longword a 0. Normalmente, questo
parametro vale 0. o punta a un array
vuoto: ma possiamo modificarlo. Facen-
dolo puntare a un array di puntatori da
noi predefiniti il KickStart, al momento
del Reset, reinizializzerà ResModules in-
serendovi le struct Resident da noi spe-
cificate con KickTagPtr. e nell’ordine di
priorità. Thank you! Qui a fianco, un
esempio in C (mi sto accorgendo che sto
un po' esagerando con l'Assembler).
Come commento alla routine, ho pre-
sunto che, ai puntini, vengano sostituite
righe nelle quali la struttura restag ven-
ga opportunamente inizializzata.
struct ExecSase «S/sBasei
SysBsse • >(struct ExecBase •
struct Residertt resteg;
struct Resident >tsgcopy>
struct Resident ••tagllst;
CopyHea<&restag, Sx7FCee >26 ) ;
tagllst • (struct Resident ••)0x7FCIAi
tsgllsttfl] • 0x7FCeB; taglisttn - 0Ll
Sys8ase->KlckTagPtr - tagllst;
SysBase->KlckCkeckSun • SunKlckDstst >:
' la nostra Resident */
' copia "sicura” di restag •/
> la nostra liste KickTagPtr •
/• copta restag •/
• Indirizzo della lista •/
' £a Inizlallzza >7
■ Inizlallzza KickTagPtr •-
• rlsistema 11 ckecksuD •/
Curiosità, provando ad allocare con
AllocAbsO la memoria che mi sen/iva,
ho notato che il tutto non funzionava;
eliminando le chiamate alla funzione tut-
to andava liscio. Hmmm. strano ... Qual-
cuno sa spiegarmene il perché?
Infine, date un’occhiata a SumKickDa-
ta() (routine del KickStart 1.2 e segg.)
che risistema per noi il parametro Kick-
Checksum di ExecBase (con cui Exec
controlla l'integrità dei suoi dati). Duran-
te i cambiamenti non é necessario invo-
care la Forbidl) in quanto questi parame-
tri vengono adoperati da Exec solo du-
rante il reset.
Software support
Soliti programmetti di esempio: co-
minciamo con una routinetta «accuncia-
telta accunciatella» (come si dice dalle
mie parti) per inserire una struttura resi-
dente in una lista organizzata alla maniera
di ResModules in base alla priorità della
struttura stessa: la routine presume che
la lista sia in RAM e liberamente modifi-
cabile (ad ogni inserimento diventa di 4
byte più lunga).
CheckExec è un programma corto che
però fornisce un output chilometrico:
stampa su _stdout le più importanti
informazioni concernenti ExecBase; spe-
ro che vi torni in qualche modo utile...
CoolDemo, infine, vi mostrerà come
usare I vettori Captare (nel caso specifico
CoolCapture): a me, in particolare, è
piaciuto l'effetto cromatico del tutto; ai
posteri — come sempre — l'ardua sen-
tenza. ResideniDemo ripropone la stes-
sa routine, con la differenza che, per
l'inizializzazione, ci si sen/e. questa volta,
di KickTagF>tr.
È tutto (sto cominciando a dare i
numeri..,); ci rivedremo dopo un Reset...
0 dopo aver gettato l'Amiga dalla finestra
in un momento dì drammatica dispera-
zione. ac
244
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
Qui Romauf f icio
a voi Monagers.
ROM/1UFFICIO'90
PROMOSSA
DALL’ISTITUTO MIDES
12' MOSTRA DELLE NUOVE TECNOLOGIE
PER L'AZIENDA
LO STUDIO PROFESSIONALE
LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
16-20 MARZO
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SOFTWARE
9 di Vincema Folcarelli
Questo mese due ottima
«interpretazioni programmative»
di due appassionati ataristi.
Per cambiare questa volta
abbiamo un ottimo Text Editor
sviluppato in C ed una nuova
implementazione {veloce) degli
algoritmi per il tracciamento dei
frattali. Quest'ultimo lavoro è uno
dei primi esempi di
programmazione in Assembler
68000 che mi abbia inviato un
lettore
È disponibile, pressa la redazione, il disco
con I programmi presentati in questa
rubrica. Le istruzioni per l'acquisto e
l'elenco degli altri programmi disponibili
sono a pag. 263.
Speedy Mald
Paolo Sbaccheri - Signa (FI)
Il programma che invio ha lo scopo di
calcolare l'irìsieme di Mandeibrot in mo-
do piuttosto veloce. Si tratta di una
routine in Assembler 68000, o meglio di
tre versioni della stessa routine, che
calcolano l'insieme di Mandeibrot senza
usare numeri in virgola mobile, ma ef-
fettuando tutte le operazioni con numeri
interi. In tal modo si ottiene una consi-
derevole diminuzione dei tempi di calco-
lo, che è proprio lo scopo del program-
ma. Il mio computer è un Atari 1040ST.
L'Assembler usato è il MADMAC. Sul
disco ci sono anche alcuni DEMO in
GFA-Bastc, sia in versione interpretata
che in versione compilata, che spiegano
come si usa la routine in Assembler-
Tutte le spiegazioni si trovano nel file
SPIEGA.DOC. Pur tenendo presente
che la velocità è un concetto estrema-
mente relativo, spero che il programma
sia riuscito nel suo scopo.
Maed
di Antonio Flaccomio
Finalmente ho finito; dopo oltre un
anno di notti insonni Maed è completo!
Si tratta di un editor scritto in C per
Atari ST, in particolare ho usato il Laser
C e l’RSC-PRG della Digital per permet-
tere a chi volesse modificare le risorse
volutamente scritte in una lingua tra
l'italiano e l’inglese un lavoro il più pos-
sibile facile e naturale.
Non chiedetemi per favore il perché
del nome le cui origini risalgono ad un
banale errore ortografico; vi prego inol-
tre di perdonare la mia anglofilia, ma per
me è molto più significativo un SAVE
che non un più italico »salva».
Ma andiamo con ordine: circa due
anni fa avevo già cominciato a program-
mare in C e una delie cose che più mi
disturbavano era, oltre all'incapacità nel
realizzare i progetti faraonici che mi
proponevo, la mancanza di un editor
che mi piacesse. Un anno dopo, avendo
247
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
SOFTWARE
ATARI
raggiunto l'esperienza necessaria, deci-
si dì risolvere la cosa una volta per
tutte.
Il mio editor doveva essere piccolo
(51 2K sono davvero pochi se si vuole
usare una RAM-Disk), veloce ed utilizza-
bile anche senza mouse perché spesso
è comodo avere un libro aperto sul
tavolo al suo posto.
Sono soddisfatto dalle dimensioni
(meno di 30K), invece la velocità è nella
media anche perché non sono riuscito
ad usare le A-line. funzioni di cui si narra
nei libri di mitologia, ma che pochi han-
no avuto la ventura di vedere.
Struttura del programma
li programma è suddiviso in 4 file
MAEDK, MAEDT, MAEDW e MAEDM
che si occupano rispettivamente della
tastiera, della gestione del testo, delle
window ed infine dei menu e di tutte le
altre cose rimanenti. Credo che sia
scritto in uno stile accettabile e che sia
sufficientemente leggibile, il che do-
vrebbe permettere di utilizzare le sue
vane parti con facilità; molte delle fun-
zioni possono essere utilizzate cosi co-
me sono, specialmente quelle che si
occupano delle finestre, altre possono
avere bisogno di modifiche, comunque
suppongo che il listato potrà dare un
aiuto consistente a quanti si volessero
cimentare nell'uso delle librerie del
GEM che non sono esattamente user-
friendly; a proposito; c'è qualcuno che
sa come si possono attendere contem-
poraneamente I due eventi corrispon-
denti alla pressione dei tasti destro e
sinistro del mouse?
Uso
Maed funziona sia in alta che in me-
dia e bassa risoluzione e probabilmente
gira anche su PC senza modifiche al
sorgente; il suo uso dovrebbe essere
abbastanza intuitivo, quei comandi che
nel menu hanno alla destra una lettera
sono eseguibili anche premendo que-
st'ultima in unione con Control; per il
resto SI può fare riferimento aH'Help
visualizzabile con l'omonimo tasto. E
forse il caso di ricordare che Maed è
installabile (nel senso delt’Install Appli-
cation del desktop) e che se un even-
tuale programma chiamante passa fino
a 4 parametri questi verranno interpre-
tati come nomi di file da caricare. Non
fate troppo affidamento sull'Undo che
dopo alcuni comandi o dopo avere la-
sciato la linea col cursore non ha nes-
sun effetto.
246
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
SOFTWARE
Ho definito le vocali accentate in posi-
zione inusuale ma facile da ricordare
(Alternate + vocale o RI per potere
finalmente scrivere i messaggi visualiz-
zati dai programmi in un italiano decen-
te, ma fate attenzione: altri editor leg-
gendoli sostengono che nel testo ci
sono «bad character».
Conclusioni
Sono già due settimane che Maed
non fa i capricci e sono ragionevolmen-
te sicuro di avere eliminato tutti i bug.
Tuttavia ci sono troppe possibili combi-
nazioni e l'esperienza mi dice che qual-
che errore ci può ancora essere nasco-
sto chissà dove e pronto a saltare fuori
nei momento meno opportuno (tipica-
mente mentre mostro il programma a
qualcuno). Per esempio non ho fatto la
prova ad eseguire un Find con la parola
«Antonio» tenendo il computer inclinato
di 64,8 gradi in una notte fredda e
piovosa con la luna piena.
MCmicrocompuler n. 94 - marzo 1 990
249
SOFTWARE
a cura di Vallar Di Dio
Questa volta accontentiamo chi
SI ostina ad usare i comandi di
UNIX anche quando lavora sul
suo PC sotto MS-Dos (con le
prevedibili conseguenze). Il
programma che pubblichiamo
permette infatti di emulare il
comando <ils» di UNIX (con i
relativi switch) per leggere le
nostre abituali directory in un
modo più completo e versatile.
Chissà che non sia il primo
mattone di una serie di utility che
ci porterà alla fine ad avere una
specie di interprete dei comandi
stile UNIX?
Per chi invece usa il proprio
computer per cose più serie
(leggi giochi!) ecco una bellissima
simulazione di guerra ambientata
durante la Grande Guerra (con
qualche concessione per
migliorare il gioco). Al solito non è
possibile pubblicare il listato in
quanto troppo lungo; inoltre
mancherebbero le immagini e i
font.
Si gioca da soli contro il
computer, mentre sarebbe stato
bello poter avere più concorrenti
in competizione, magari con uno
gestito dalla macchina.
Comunque c'è il sorgente e non
dovrebbe essere difficile
implementarne una versione
«multi-utente»
Sono disponibili, presso la redazione, i dischi
con I programmi presentali in questa
rubnca. Le 'siruziont per l'acquisio e
l'elenco degli altri programmi disponibili
sono a pag. 263
LS
di Pasquale d'Andreii - Riardo (CE)
Il programma Is.c serve a mostrare a
video, oppure su qualsiasi periferica che
supporti la redirezione deli'output, il
contenuto della directory specificata co-
me argomento nello stile dell'ls UNIX,
compatibilmente con le caratteristiche
peculiari dell'MS-DOS.
Il programma interpreta l'argomento
che specifica la directory allo stesso
modo del DOS, cosa che invece non fa
l'Is onginale UNIX. Non intendo entrare
nei dettagli del flusso del programma in
quanto non presenta particolari difficoltà
ed è comunque ampiamente commen-
tato nel listato del sorgente stesso.
Mi soffermerò, invece, sugli aspetti
piu prettamente distintivi del sistema
operativo in quanto ho codificato Is più
per migliorare la mia conoscenza delle
strutture dati utilizzate dal DOS che
perché mancassero in giro procedure di
questo tipo.
Proprio per questo motivo è stato d’ob-
bligo scegliere il C in quanto, essendo
il linguaggio con cui è stata scritta gran
parte del codice delle ultime versioni di
MS-DOS, è il più adatto per utilizzare il
DOS senza perdere la potenza del-
l'Assembly ma continuando ad avere la
chiarezza di un linguaggio ad alto livel-
lo, In particolare, ho utilizzato II Turbo C
2.0 per le sue notevolissime doti di
velocità e facilità d'uso ma dovrebbe
essere molto facile approntarne una
versione per il compilatore Microsoft C
5.1.
In un programma del genere servono
tre classi di sottoprocedure: nella prima
vi sono quelle atte alla manipolazione
dei percorsi con i quali vengono indivi-
duati i file, nella seconda si trovano le
funzioni DOS che presiedono alla effet-
tiva lettura dei contenuti delle directory
mentre nella terza troviamo quelle rela-
tive alla lettura dei valori correnti attri-
buiti ai parametri di sistema.
Queste procedure sono fornite dal
DOS principalmente per due motivi; per
uniformare i protocolli di utilizzo delle
funzioni di sistema e per fornire un
ulteriore grado di astrazione nella scrit-
tura dei programmi.
La prima classe di procedure si rende
necessaria in quanto nel sistema opera-
tivo MS-DOS vi sono diversi modi per
fare riferimento ad un file: c'è un modo
“assoluto» nel quale il drive, il percorso
assoluto, il nome e l'estensione del file
sono specificati: vi sono poi tutta una
serie di modi nei quali una o piu delle
componenti sopra citate deH’indirizzo
del file sono omesse o specificate par-
zialmente.
Tanto per sintetizzare, anche se pochi
non conoscono ancora queste cose, se
voglio far riferimento al file il cui nome
assoluto è:
C \USR \SRC \LS,C
e la directory corrente è C: \ potrò
scrivere in uno dei seguenti modi:
USR \SHC \ LS.C
C USR \SRC\LS.C
C \ USR \SRC \ LS.C
mentre se la directory corrente e D:
'CSI \ EXAMPLES mentre sul drive C: e
C:\USR potrò scrivere;
C:SRC \ LS.C
C \ USR \ SRC \ LS.C
Proprio per questa varietà di modi si è
resa necessaria l'utilizzazione delle pro-
cedure fnmerge ed fnsplit che, rispetti-
vamente, costruiscono un percorso
completo a partire dalle singole compo-
nenti (ripeto, drive, percorso della direc-
tory, nome ed estensione del file) e.
viceversa, suddividono un percorso
completo nelle varie componenti La
seconda funzione indica anche quale
componente è riuscita ad isolare e qua-
le no. Ad esempio, nella seguente spe-
cifica:
C:LS
sono presenti solo le componenti relati-
ve al drive ed al nome del file mentre
mancano l’estensione e il percorso della
directory nella quale è contenuto LS.
Questa prima classe di funzioni serve
per interpretare l’argomento fornito co-
me specifica dei file da elencare e per
sostituire le componenti eventualmente
mancanti con i valori correnti
Le specifiche e le strutture dati utiliz-
zale da queste funzioni sono nei com-
menti del sorgente.
250
MCmicrocomputer n, 94- marzo 1990
SOFTWARE
La lettura fisica delle directory viene
espletata dalla seconda classe di proce-
dure, comprensiva di findfirst e find-
next- La prima si occupa di cercare il
primo (in ordine di memorizzazione) file
contenuto nella directory specificata e i
CUI attributi siano consistenti con quelli
forniti come argomento memorizzando
le informazioni ad esso relative nella
struttura di tipo ffblk commentata, co-
me al solito, nel sorgente. La seconda
trova i restanti file. Non ho detto ancora
che, trattandosi della ricerca di più file,
è possibile specificare i cosiddetti carat-
teri-jolly «•» e «?» il cui significato,
com'è ben noto a tutti, è quello di
sostituire, rispettivamente, una intera
stringa qualsiasi lanche nulla] ed un solo
carattere (non nullo).
La memorizzazione in strutture delle
informazioni relative ai file si rende ne-
cessaria in quanto queste contengono
dati eterogenei.
La terza classe è composta da get-
disk e getdfree. Sono funzioni molto
semplici delle quali la prima nleva il
nome del drive corrente mentre la se-
conda restituisce, nella apposita struttu-
ra di tipo dfree, tutte le informazioni
necessarie al computo della quantità di
memoria totale e ancora libera disponi-
bile sul drive dato come argomento.
Come sempre i riferimenti sono sul
listato del sorgente. Ribadisco che Is
non è stato concepito come campione
di flessibilità e potenza anche se garan-
tisce sicuramente il funzionamento di
tutte le opzioni ed il rispetto con la
compatibilità, a livello di argomento, con
la dir del DOS.
I margini di miglioramento ed amplia-
mento sono molti, a partire da un nu-
mero massimo di file trattabili maggiore
(in questo caso dovrebbe esse compila-
to con il modello smeli), oppure si po-
trebbero inserire opzioni che ordinano
su campi diversi dal nome o, ancora,
informazioni più utili come l'occupazio-
ne totale dei file specificati e tante altre
modifiche.
Si potrebbero studiare delle modifi-
che anche sul livello delle strutture dati
per migliorarne l'occupazione in memo-
ria e la duttilità d'impiego. Il programma
è stato compilato con il compilatore di
linea tee in quanto produce un codice
sensibilmente migliore di quello genera-
to col compilatore interattivo.
Se si sono già impostate le variabili
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
MS-DOS
SOFTWARE
MS-DOS
d’ambiente LIB e INCLUDE basterà da-
re il comando:
tee -GaZkO -mt -f- -Ixndct Is.c
mentre se tali variabili non sono state
impostate e, ad esempio, le librerie
risiedono in c: \ tc \ iib e i file da
includere in c: \ tc \ include si dovrà
digitare
tee -GaZkO -mt -f- -Ixndct -l<include direcio-
fV>-L<lib directorv> Is.c
Cosi facendo sì specifica la massima
ottimizzazione in velocità, l'utilizzo del
modello di memoria tiny (64 Kb per dati
e programma) è necessario per rendere
il codice in formato non rilocabile
(.COMI, l'esclusione dell'emulatore in
virgola mobile e si passano al link le
cessore^^muenTo^l^e^ ’-GaZkO'
con '-IGaZkO'. Un'ultima cosa: la lista
tre la stessa lista
opzioni impostate
ha impiegato 55 secondi; il tutto su un
AT a è MHz su cui gira il DOS 3,30 con
il disco fisso da 60 ms.
War
Il gioco che vi propongo è una fedele,
dettagliata e realistica riproduzione del
primo conflitto mondiale, ristretto, im-
pacchettato ed immagazzinato in »una
breve, ma efficace e gradevole simula-
zione». Simile alquanto al classico sep-
pur indimenticabile Risiko, svelta nell'e-
laborazione dei dati, compatta e versati-
le nella riproduzione geopolitica dell’Eu-
ropa, ed efficace nel contatto con l’u-
tente, si tratta or dunque di una guerra
252
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990
spigare
MS-DOS
«^£j£fiS;S
simulata in un «vile» ma notevole calco-
latore quale un IBM. che si svolge se-
condo le concezioni tattiche e strategi-
che d'inizio secolo, con le macchine
belliche dell'epocs. ed altresì con la
mentalità cavalleresca del tempo, ben
diversa dalle direttive che condussero la
politica dei tempi successivi,
Il titolo di questa magnificente passe-
rella di invasioni, trattati, tregue e rivol-
te, di per sé stesso è già tutto dire;
Scenario di guerra in Europa. Ciò signifi-
ca che la protagonista per antonomasia
è l'Europa, la culla della nostra civiltà
occidentale: la Triplice Intesa e l'Allean-
za degli Imperi Centrati, le nazioni della
nostra amata terra in cui decenni or
sono si svolsero quei titanici scontri di
armate, guidate dal solo patriottismo
nazionale, se non pur dalla vanagloria
deH’awersario-
L'ambiente in cui si svolge tale simu-
lazione è una vasta e particolareggiata
mappa dell’Europa, suddivisa in imperi,
nazioni e staterelli di minore importan-
za, ognuno dei quali minuziosamente
schematizzato in regioni, città e capitali,
con centinaia di corpi d'armata, cannoni,
macchine belliche d'ogni sorta, ed aero-
plani stanziati in ognuna di esse.
Tale carta geopolitica è incastonata in
un preziosissimo pannello di controllo,
su cui gestire ogni spedizione bellica in
territorio nemico, ogni relazione diplo-
matica con l'alleato o con l'avversario,
per mezzo del quale ottenere qualsiasi
informazione circa l'Europa in guerra su
larga scala, nonché nel particolare, fino,
addirittura, a penetrare nella più intima
frazione del continente. Il tutto è gestito
dall'immancabile barra di menu, piace-
volmente dotata, sulla scia dello stile
Amiga, dei più arditi attributi, classici del
mondo Macintosh e Commodore; dalla
agile freccia grazie alla quale in poche
frazioni di secondo siamo in grado di
spostarci nel continente coprendo incre-
dibili distanze; da una esigua sezione
delle schermo in cui una vasta gamma
di informazioni ci viene propinata spes-
so con una sconvolgente rapidità; ed
infine da un abile e veloce sistema di
finestre, adibite, il più delle volte, a
qualsiasi uso immaginabile ed otteni-
bile.
Lo scopo del gioco senz'altro è vince-
re: sbaragliare ed annichilire le forze
deH’awersario, demolire le sue più ardi-
te e fantasiose prospettive, conquistare
ogni capitale sottomettendo popoli inte-
ri, offrire miseri trattati di pace dalle
condizioni più umilianti, incitare rivolte e
guerre intestine in territorio nemico, in-
viare gli agenti più dotati per avere le
informazioni più preziose circa i piani
strategici dell'avversario, di modo che si
possa dedurre se non prevenire ogni
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
253
SOFTWARE
MS-DOS
sua imponente invasione. Questa è la
linea politico-bellica che conduce le sorti
dell'Europa in questa realistica simula-
zione: ed in questo caso tale destino è
nelle mani di chi, abile nel calcolo delle
perdite, scaltro nello scegliere le terre
da conquistare o da cedere all'avanzare
del nemico, si accinge a ricostruire
idealmente la storia del nostro conti-
nente.
Descrizione del programma
Lo schermo di gioco è suddiviso in
quattro sezioni, di cui solo tre, in vero,
sono realmente funzionanti La prima è
adibita ai menu, cinque per l'esattezza;
la seconda, come ho già accennato, è
dedicata all'Europa, sezionata, nel gio-
co, in sei finestre: invece la terza acco-
glie una minuta finestra di «Remarlo»,
che serve, appunto, alle brevi informa-
zioni circa l'inten/ento del nemico (che
SI scandiscono spesso con una rapidità
«invadente»), od anche a rari ma prezio-
si sotto-menu su stampo didascalico.
/ menu
Il primo menu (rappresentato con uno
strano ma pur loquace simbolo) oltre a
servire da «Info», permette altresi all'u-
tente di memonzzare sul disco del gio-
co la situazione attuale e. immancabil-
mente. di nchiamarla per continuare lo
svolgersi dei conflitto; di cambiare i
colori dello schermo; di abbandonare il
programma per tornare in ambiente MS
DOS, ed infine di «iniziare il conflitto». Il
gioco, infatti, si scandisce in due mo-
menti; all'inizio le proprie armate sono
disposte uniformemente nei territori na-
zionali. senza, appunto, tener conto dei
piani del nemico e. di conseguenza,
delle regioni che sono più a rischio; è
quindi compito dell'utente disporre le
armate nei territori più bisognosi grazie
alle informazioni delle spie, quando, in-
vece, il giocatore ritiene di aver posizio-
nato le proprie armate in maniera equa
ed opportuna, può selezionare la su
citata opzione, notando, quindi, dalla
spia del drive acceso che l'avversano
sta facendo la medesima cosa...
Il secondo menu (Nazioni) è di uso
prevalentemente «prebellico» Permet-
te di avere informazioni sull'Europa o su
una singola nazione alleata o avversa
riguardanti le probabilità di belligeranza,
l'esercito, l'aviazione, la flotta, le armi
belliche, e via dicendo. Scopo seconda-
no, ma non per questo in scala di impor-
tanza, è quello di selezionare una nazio-
ne allo scopo di intraprendere una pro-
cedura diplomatica prò o contro di essa
(vedi menu Diplomazia).
II terzo menu (Diplomazia), breve ed
altrettanto complesso, può far sì che il
giocatore (1) dichiari guerra a una nazio-
ne, (2) le offra un trattato di pace. (3)
inciti ribellioni aH'interno di essa, (4)
esorti un alleato non belligerante ad
entrare in guerra ed altresi un avversa-
no a passare dalla propria parte. (5) di
avere importanti informazioni strategi-
che sui piani del nemico (nel pre-guerra)
o di conoscere le azioni dell'avversario
non altrimenti ottenibili.
II quarto menu (Invasioni) è il più
frequentato. Dopo aver selezionato sul-
la cartina geografica una regione, per
invaderla bisogna innanzitutto seleziona-
re la regione da cui invadere (confinan-
te!) (T opz.), successivamente sceglie-
re il contingente bellico (2,3.4' opz.). ed
infine attaccare. Il gioco gestisce fino a
30 Invasioni contemporaneamente, cal-
colando battaglia per battaglia le perdite
del giocatore e deH'awersario ed infor-
mando il primo solo in caso di vittoria o
dì sconfìtta. Pertanto è consigliabile ren-
dersi conto dell'evolversi della situazio-
ne attraverso la 6' opzione, mandare
rinforzi dalla regione da cui è partita
l'invasione in corso con la 7' opzione, o,
in caso di perdite gravosissime, ritirarla
con l'8' opzione. Per selezionare un'in-
vasione 0 si sceglie prima la regione
invasa e poi con la 1' opzione la regione
che invade, oppure si sfrutta la 7' opzio-
ne che presenta un quadro completo
delle invasioni in corso.
Il quinto menu (Altre), infine, permet-
te di scegliere quale sia la parte della
flotta militare da impegnare in guerra
(sempre che lo stato selezionato ne
abbia una!), di avere informazioni sul
contingente bellico stanziato nella regio-
ne selezionata, di riconquistare regioni
sconfitte, di mandare rinforzi a una re-
gione presidiata (il procedimento e simi-
le a quello deH'invasionel, ed infine,
«dulcis in fundo» , di avere uno «status
quo» della zona di Europa in memoria
(Teste di ponte. Presidi. Possedimenti,
Conquiste e Sconfitte)
La freccia e la carta geografica
Ci si può muovere attraverso l'Europa
grazie alle quattro frecce in alto allo
schermo, si può selezionare una regio-
ne «clickando» sul quadratino chiaro
che la contrassegna, ed infine si può
entrare in un menu premendo il tasto
Alt seguito dalla lettera iniziale del no-
me del menu (per il primo, visto che è
simbolicamente rappresentato da un ca-
rattere bizzarro quantomai raro, basta
solo la pressione dei tasto Esc).
L'avversario
L’avversario, cioè il computer, simula
una sorta di intelligenza artificiale che,
calcolando lo stato geopolitico dell'Euro-
pa centinaia e centinaia di volte durante
una sola partita, prende ogni decisione
non secondo uno schema predefinito,
bensì in base ai dati ottenuti dalla sche-
matizzazione politica dell'Europa che.
254
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
SOFTWARE
MS-DOS
come ho già detto, avviene ogni qual
volta viene ristampata la freccia sullo
schermo dopo aver intrapreso qualsivo-
glia azione, vale a dire un numero indefi-
nito di volte.
Questo è uno degli aspetti più inte-
ressanti del gioco, in quanto l’utente
può star sempre certo che l'avversario
è in realtà sempre pronto ad approfitta-
re di ogni sua svista: che il computer,
mentre il suo oppositore spesso agisce
senza un piano razionale, realizza ogni
sua strategia bellica il più delle volte
dopo aver valutato con prudenza ogni
probabilità di vittoria e di sconfitta; e
che l'awersaho, inoltre, fa sempre il
possibile per salvare ogni suo ettaro di
terreno daH'oppressione del nemico. Il
programma, pertanto, cerca con ogni
mezzo a disposizione e di frenare l'a-
vanzare delle milizie antagoniste, e di
stroncare le forze del nemico ovunque
esso sia debole ed indifeso...
D'altronde il computer può fare tutto
ciò che il giocatore può intraprendere,
tranne trasgredire ogni legge che non
vada al di fuori del «codice cavallere-
sco», come, ad esempio, invadere uno
stato neutrale: non conosce reazioni
emotive irrazionali, pertanto quando si
vede sconfitto non manda allo sbaraglio
le proprie milizie, bensì accetta la pace;
e così via.
La rapidità con cui agisce e/o reagisce
dipende dal livello di gioco (Principiante,
Medio, Avanzato) che viene scelto in-
sieme all'Alleanza per cui giocare nel
programma di «Intro» del gioco.
Particolarità
Il programma fa uso rarissimo del
font di sistema, ed invece sfrutta a
pieno le capacità del compilato stam-
pando «pixel per pixel» ogni carattere
secondo una matrice propria del font in
memoria. Quindi, rilocando un font qual-
siasi in una zona libera della RAM, è
possibile stampare qualsiasi testo con
diverse «calligrafie»,
il gioco occupa appena un disco, in
quanto funziona con l'incartapecorita
seppur veloce e maneggevole CGA. e
credo che ciò sia un punto a favore per
l'utente.
Una caratteristica peculiare del gioco
è che è interamente in italiano. Quan-
tunque il suo nome possa ingannare, vi
assicuro che ogni parola prodotta dal
programma è squisitamente italiana, ad
eccezione, ad onor del vero, del sempli-
ce ma loquace «QUII» la cui sola brevi-
tà mi ha indotto ad introdurlo.
Per motivi di simmetria aH'interno del
programma ho dovuto introdurre l'inter-
vento in guerra della Svezia e della
Norvegia (che eresia!), ed eliminare
quello degli USA, aggiungendo persino
ribellioni in Francia, Austria-Ungheria e
Turchia oltre che, come è d'uopo, in
Russia. lac
Note
I sorgenti sono stati compilati
con il QUICKBASIC v. 3.00 con le
sole opzioni MINIMIZE STRINO
DATA. ON ERROR, COMPILE
with BCOM30.LIB. e OPTIMIZA-
TIONOPTIONS: SPEED Succes-
sivamente sono stati linkati con il
linker della stessa versione. Il
batch file di start è WAR.BAT
PriMus
ACCAs.r.l. * Via Michelangelo Clanclulll, 41
telefoni 0627/69504 e 089/953581 * fax
MCmicrocomputer n. 94 • marzo 1990
SOFTWARE
SOFTWARE
cura di Tommaso Pantuso
Curve polari
di Aitilto Scifoni - Roma
Una curva può essere rappresentata
in forma cartesiana con un'equazione
del tipo:
y = f(x)
ove X e y sono le coordinate cartesiane,
rispettivamente ascissa e ordinata che
individuano un punto della curva nel
modo indicato in figura 1.
Oitre a questa forma esiste anche
un’altra forma, detta forma polare, in cui
una curva è rappresentata da un'equa-
zione del tipo:
R = I(F)
ove R e F sono le coordinate polari,
rispettivamente raggio vettore e ano-
malia.
Anch'esse individuano un punto nel
modo indicato nella figura 2.
Ad esempio se l'equazione è;
R = 3'sen^ F/cosF
avremo la cosiddetta Cissoide di Diocle
che. prendendo per il parametro a il
valore 200, è rappresentata in figura 3.
Analogamente se l'equazione è:
R = 8 Vcos2F +"B
avremo la cosiddetta Lemniscata di Ber-
noulli che, prendendo per il parametro a
Il valore 70 e per il parametro b il valore
0.5, è rappresentata in figura 4.
Programma Potare 1
Per tracciare una curva a partire dalla
sua forma polare basta, per F che vana
da 0® a 360°, calcolare il corrispondente
È disponibile, presso la redazione, il disco
con li programma presentalo in qoesfa
rubrica. Le istruzioni per racquisto e
l'elenco degli alto programmi disponibili
R e tracciare il punto di coordinate polari
(R.F).
Ciò si ottiene col semplice program-
ma illustrato nel listato 1. Digitata nella
linea 30 l'equazione prescelta e intro-
dotti. dopo il suo lancio, i valori prescelti
dei parametri, esso traccia la curva pola-
re corrispondente.
Se consideriamo la curva di equa-
zione
R = a-cosF -f b
(Lumaca di Pascal) dobbiamo digitare la
linea
30 R = A.COS(F) + B
e, lanciato il programma, introdurre i
valori prescelti per a e b. Ad esempio
per a = 40 e b = 40 abbiamo la curva di
figura 5. per a == 30 e b = 40 quella di
figura 6 e per a = 60 e b = 30 quella di
figura 7.
Se considenamo la curva di equa-
zione
(Curva Lobata) dobbiamo digitare la
linea
30 R = A.SIN(COS(SIN(B«F)))
e, lanciato il programma, introdurre i
valori prescelti per a e b. Ad esempio
per a = 80 e b = 2 abbiamo la curva di
figura 8, per a = 80 e b = 3 quella di
figura 9 e per a = 80 e b = 4 quella di
figura 10,
Programma Polare2
Possiamo modificare il programma
precedente predisponendo il traccia-
mento delle curve con una linea conti-
nua invece che per punti. Inoltre possia-
mo aggiungere un controllo di errore
che eviti il blocco dell'elaborazione
quando i risultati dei calcoli sono molto
grandi o non reali.
Il programma cosi modificato é indi-
cato nel listato 2.
Se considenamo la curva
R = a/cosF + b
(Concoide di Nicomede) dobbiamo digi-
tare la linea
30 R = A/COSIF) = B
e, lanciato il programma, introdurre i valo-
'1
^
/
1
y
— o
\
\
2
4
256
MCmicrocompuler n. 94 - marzo 1990
SOFTWARE
C-128
ri prescelti per a e b. Ad esempio per
a=50 e b=35 abbiamo la curva di figura
1 1. pera=50e b=50quelladi figura 12 e
per 3=40 e b=70 quella di figura 13.
Se consideriamo la curva
R = a-cosb-F
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
257
SOFTWARE
1 FORH»48«4TO500I;REM)A$;POKE*.DEClAS) ;NEXT
2 DATA EA.EA,E6.FC.DO.O2.E6,FI>.A9.0O.a5.FA.A9.2O.a5.rB.AO.OO,EA,Bl.FA.C9.O0.FO.2
0. EA.A5.FA.91.FC.E6.FC.DO.Q2.E6.FD.A5.rB.9l,FC.E6.FC.DO,02.E6.PD.81,FA.91.FC
3 DATA E6.FC.00.02.E6.FD.EA,E6.FA,DO.D6,E6,FS.A5.rB,C9,40.DO.CE.E6,FC.D0.02,E6.F
D.E6.FC.D0,O2.E6.rD,A9,OO.91.FC,6O.OO.EA,EA,E6,FA.D0.O2.E6.Fa.AO.O0.EA.BI.FA
4 DATA 85.FC.E6.FA.D0.02.E6,FB,B1.FA.83.FD.EA.E6.FA,DO,02.E6.FB.BI.FA,D0.01,60.9
1. FC.EA.E6,FA.DO.O2.E6.P0.A2.Oa,FO.D9.OO
5 TRAPIOO
IO GRAPHIC0.1:INPin"’A.B^A,B:6RAPHICl.l
IS POK£2S2.0!P0KE253.69
20 FORG-0TO36O!F-O*n/I8O
30 R-A'COS(B*COSlF))
40 LOCATE160.100:DRAW.ABS<R) i&f90-lB0* IRCOI
42 Z-RDOT(O) iW-RDOTU)
44 IFF>OTHENDRAW.X.YTOZ,H
SS BANK0:SYS4e64
SO B*Btn/8:K-K'fl:SCNCLR!lFK<2060T020
70 POKE2SO.O:PCHC£2S1.69:6RAPHIC1.1
80 FORK» JTO20 : SCNCLH : BAKKO . SYS495 1 : FORH-OTOl 00 : NEXTH , K
90 GOT070
100 RE5UKE4S
C-128
10 GRAPHICO.l!HYPUT'A.B''iA,B!GRAPHICl.l
20 FOHG-OTO360;F-G‘«/180
30 R-A'COS<F)«B
40 LOCATE160.100:DRAW, ABS(R1 ;G+90-180" IH<01
SO NEITTG
{Curva Rodonea) dobbiamo digitale la
linea
30 R = A.C0S{B.F1
e, lanciato il programma, introdurre i
valori prescelti per a e b. Ad esempio
per a = 80 e b = 2 abbiamo la curva di
figura 14. per a = 80 e b = 3 quella di
figura 1 5 e per a = 80 e b = 4 quella di
figura 16. Se consideriamo la curva
R = a/cosb'F
(Curva Spigata) dobbiamo digitare la
linea
30 R = A/COS(B*F)
e. lanciato il programma, introdurre i
valori prescelti per a e fa.
Ad esempio per a = 40 e b = 2 ab-
biamo la curva di figura 17, per a = 30 e
b = 3 quella di figura J 8 e per a = 25 e
b = 4 quella di figura 19.
Possiamo accelerare il tracciamento
della curva ponendo un passo maggiore
di uno nella linea 20, ad esempio po-
nendo in essa FORG = OTO360STEP5.
a scapito però dell’accuratezza del trac-
ciamento. dato che al crescere del pas-
so la curva tende a divenire una spezza-
ta di segmenti.
Programma PolareS
Possiamo modificare il programma
precedente considerando il tracciamen-
to di una famiglia di curve, cioè di un
insieme di curve ottenute facendo varia-
re un parametro.
Per ottenere ciò basta aggiungere al
programma Polare2 la seguente linea:
60 B + B = n/8:SLEEP2;SCNCLR:GOT020
Il programma cosi modificato è indica-
to nel listato 3. Se consideriamo le curve
R = a-cos(bcosF)
(Curve Butterfly) dobbiamo digitare la
linea
30 R = A*COS(8*COS(F))
e. lanciato il programma, introdurre il
valore prescelto per a e il valore iniziale
prescelto per b.
Ad esempio introducendo a = 80 e
b = 1-18 il programma traccerà la fami-
glia di curve per il dato a e per b = 1.18,
b = 1-57, b = 1.96 e cosi via.
Nelle figure 20. 21 e 22 sono indicate
le prime tre curve di questa famiglia.
Se consideriamo le curve
R = a-sen(b'senF)
(Cun/e Mosquito) dobbiamo digitare la
linea
30 R = A*SINIB«SIN(F))
e, lanciato il programma, introdurre il
valore prescelto per a e il valore iniziale
prescelto per b.
258
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
SOFTWARE
C-128
Ad esempio introducendo a 80 e
b = 2-75 il programma traccerà la fami-
glia di curve per il dato a e per b = 2.75.
b = 3-14, b = 3-53 e cosi via.
Nelle figure 23, 24, e 25 sono indica-
te le prime tre curve di questa famiglia.
Per particolari famiglie di curve può
convenire prendere per b un incremen-
to diverso da ji/8 = 0.39, prendendo ad
esempio nella linea 60 B = B-f ji/ 16 op-
pure B = B -E 10.
Programma Polare4
Il programma precedente ha l'incon-
Basic Per ottenere ciò basta aggiunge-
re al programma Polare3 alcune linee
ottenendo cosi il programma descritto
dal listato 4.
Se vogliamo vedere l'animazione del-
ie Curve Butterfly procediamo come nel
programma precedente.
Vedremo allora che. dopo il traccia-
re l'animazione su disco, in modo da
poterla caricare e visualizzare in pochi
secondi, quando lo si desidera.
Per ottenere ciò, e per accelerare
l’elaborazione usando FAST, basta ag-
giungere ai programma Polare4 le se-
guenti linee:
1 POI»> 4 e 64 TO 5001 :a£UIA*:P 0 KErk,DEC(AS> :NSXT
2 om E».E*.E6,FC.DO.O2.E6.FD.<l9,OO,e5,FA.A9,2O.65.FB.XD.OO.E*.Bl.F»,M.00.I
3,EA.A5.FA.91.FC.E6.PC.D0.02.E6.FD,A5.FB.91.FC.E6.FC.D0.02.E6.FD.B1.FA,»1.FC
3 DATA E6,FC.DO.02,E6,FO,EA.E6.FA.DO.D6.E6.FB,A5.FB.C9.4O.DO.CE.E6.FC.DO.02.i
5,B6.FC.D0,O2,E6,FD.A9.O0.91.FC.6Q,O0.EA.EA.E6.FA.DO.O2.E6,FB,AO,a0.SA,Bl.FA
< DATA 85.FC.E6.FA,D0,02,E6.rB.BI,FA.85.FO.EA.E6.PA.D0,O2.E«.FB,Bl.FA DO. 01 !
l,FC.EA,E6,FA.D0.02.E6,FB,A2.00,ra.D9.00
5 TRAPIOO
6 IHfVT"(CLR)NOME";N*;INIVr'iCLBi ICIAHICA 0 ISI ALVA ' :L* ! IFU*- 'C THEMBLOADIN»!
:60T070
7 SCNCLR;LlST30:INPljr"IOPI lUPifi- " ;E*;PRINT ' IHOKEI (DOWNI (DOWNHDOWNl 30 H----E!
irfr”GOT09(HOME)
a POKE 20 a. 2 :POK£B 42 . 13 :PCiKEa 43 . 13 :END
9 PRIWT "(CLH1''TAB(1B)"(UP)1.0.39ID0WN) INPUT" IHOKEl PASSO, I KCBEMEJrrO" :P. I
10 GRAPHIC0.1;INPUT-'A.B";A,B:SBAPHIC1.1
15 POKE252.0:POKE2S3.69
20 FORG-OTO36OSTEPP:F-G*n/10O
H-A»COS(B-COSlF)l
40 LOCATE160.1Q0;DRAW. ASSIRI ie«90-ie0‘ IR<0|
2 Z-RDOTIO) :W-RDOT(ll
4 1FF>0THENDRAW.X.VTOZ.W
5 X-ZiV-W
5 BANK0:SYS4864
0 B»8-*l ;K-K-tl:SCNCLB; IFK<20OOTO2O
3 BSAVEINSI ,BO.P176G5TOP|PEEK(252I «25CPEEK 1253) +1 1 rSUW
70 POKE250,O;POKE25I.69:GRAPHiCl,l
80 FORK-lTO20;SCNCLR:BANK0iSYS4951.FOHH-OT0100.NEXTH.K
90 GOT070
-D RESUME48
.ao
LiSiaiO 6
Il programma cosi modificato è illu-
strato nel listalo 5.
Ad esempio se vogliamo salvare l'ani-
mazione delle Curve Butterfly. lanciato il
programma, introduciamo il nome BUT-
TERFLY e S.
L'elaborazione avviene come nel pro-
gramma precedente, solo che viene ef-
fettuato anche il salvataggio su disco
dell’animazione col nome Butterfly.
Se vogliamo invece visualizzare un'a-
nimazione precedentemente salvata su
disco, lanciato li programma, basta in-
trodurre il suo nome e C.
Programma PolareS
Nel programma precedente per modi-
ficare l'equazione della curva, il passo
dell'anomalia e l'incremento del para-
metro. SI devono riscrivere direttamen-
te le linee 20, 30 e 60.
Se vogliamo prevedere la loro modifi-
ca da programma, è sufficiente aggiun-
gere al programma PolareS te linee se-
guenti'
7 SCNCERlClSTaOi INPUT-IUPXUPIR* ' ! E4 : PR I NT" ( HOME 1
ICOUNXDaUNllDOUNISO fi ~ E> I PR I NT'COTDB I MONE >
8 POKE208, 2:PDXEB«2. 13:PDKE8a3, 13iEND
e PB 1 NT* I OLEARI -TABI IBI -I UP) 1 .0.39<D0WN>- I
INPUT"1HOHE)PASSO. INCREnENTO'jP, I
veniente di essere abbastanza lento,
dato che per tracciare una sola curva
della famiglia occorre quasi un minuto.
Se vogliamo accelerare il tracciamen-
to, in modo da vedere rapidamente co-
me vana la forma della curva al variare
del parametro, cioè vogliamo realizzare
un'animazione della famiglia, dobbiamo
ricorrere al linguaggio macchina.
Con questo possiamo memorizzare le
curve della famiglia man mano che ven-
gono elaborate e alla fine visualizzare
rapidamente queste memorizzazioni, in
modo da ottenere l'animazione voluta.
Limitiamo l'esame della famiglia ad
una ventina di curve e realizziamo la
memorizzazione in forma compressa
(cioè memorizzando solo i byte non
nulli) sistemandola dopo il programma
mento lento delle curve della famiglia,
successivamente esse vengono traccia-
te velocemente, realizzando cosi l'ani-
mazione. E questa animazione viene
ripetuta continuamente finché fermia-
mo il programma premendo insieme
RUN/STOP e RESTORE
Programma PolareS
Dato che nel programma precedente
l'elaborazione iniziale della famiglia ri-
chiede decine di minuti, conviene salva
e sostituire le linee 20 e 60 con le
seguenti'
T
20 FORG»OTÙ360STEPP!F*G«*/ieO
60 B>8> I |K*K>1 sSCNCLR: lFK<a0GOTO2O
Il programma cosi modificato è illu-
strato nel listato 6.
Ad esempio se vogliamo salvare l’ani-
mazione delle Curve Mosquito, lanciato
il programma, introduciamo il nome
MOSQUITO, S, l'equazione A*SIN(SI-
N(B»F)), il passo 2 e l'incremento 0.39.
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
259
SOFTWARE
C=?|
di Tommaso Paniusa
Statistica 3.0
di Dino Martmauo - Biadene (TVì
Questo programma, tratta di statistica
descrittiva cioè dell'lnterpretaziorte dei
dati ottenuti dalla osservazione di feno-
meni fisici, economici, sociali, o di qual-
siasi altro tipo.
Pur essendo stato scritto su un C-64
è stata mantenuta una struttura tale che
il programma può essere trasferito su
qualsiasi macchina (compresi i pocket).
La struttura è modulare in modo da
poter utilizzare solo le parti che interes-
sano ed essendo scritto a scopo didatti-
co le parti di input e output sono voluta-
mente poco curate.
Si possono studiare: fenomeni quali-
tativi, fenomeni quantitativi, regressioni
polinomiali e multiple.
Inoltre, un sottoprogramma consente
la soluzione di sistemi lineari con II
metodo di Gauss-Jordan nonché il cal-
colo di determinanti per matrici quadra-
te 0 la loro inversione (applicando il
metodo di Jordan),
Fenomeni qualitativi
Caso univariato: riuniti i dati in una
tabella del tipo;
Titoli di studio -t- fj -t- Pi
Nessuno -r- 30 -i- 0.30
Elementare 30 -i- 0.30
Medio inf. -I- 30 -I- 0.30
Diploma -I- 7 -i- 0,07
Laurea -i- 3 + 0 03
totali +100 +1
in cui fj rappresenta le frequenze asso-
lute (quante volte compare il fenomeno)
e p) rappresenta le frequenze relative
(fj/n) il programma permette il calcolo
della Mutabilità, ovvero della variabilità
che il fenomeno ha presentato caratte-
rizzandola con gli indici di Gini e Shan-
non (H):
Gini . 1 —
(Pll
dividendo per il suo max si ottiene una
normalizzazione compresa tra 0 e 1
k k
(Gini)n= X Pl(l-P))
k-1 j=l
Connessione
Nell'ipotesi di dipendenza viene con-
frontata la tabella teorica con quella
reale e per evidenziare il tutto si adotta-
no due indici; C dovuto al Mortara e
(chi) dovuto a Pearson presentati sia in
versione normalizzata che non.
Una misura delia connessione si può
ottenere generalizzando il concetto di
entropia (il programma fornisce gli ap-
positi indici).
Dipendenza
Tiene conto delia connessione misu-
nitt
[ dati in una tabella «a doppia entra-
rata con l’entropia
ed è indicata con 2D
ta»
del tipo:
e 1D normalizzati.
Cograduazione
+ 1
X+
S normalizzato;
2 X
+ + Imi
1m2 1m| . Imk+f r
2m
1+ m
f21 fkl +f1
2
X IF’jr - F)rl
r=1
+
S - 1
+
+
k
h
2mr
+
fjr +
X
X IF')r -F"jrl
+
+
1=1
r=1
+
+
2n>h
+F1h
fkh +FH
fi-
+F1
fk.+n
F’ir = X
X f pq
-*•
-t-
P=1
q=l
in CUI sono rappresentate le imodalità
dei fenomeni con le loro frequenze rela-
tive congiunte (fjr) e marginali (fj.. f.r)
ottenute come somma per righe e per
colonne.
F|r = min (F| , F r)
F"jf - max (0. Fj +F r-n|
Fenomeni quantitativi
Se
ljr.=
f) f.r
allora siamo in presenza di una indipen-
denza del fenomeno IX dal fenomeno
2X.
Nell’ipotesi che tra i fenomeni non
esista indipendenza «stocastica» del ti-
po descritto sopra si possono studiare
Associazione; caso in cui per la rileva-
zione si adottano scale di tipo dicotomi-
co; ogni fenomeno presenta due sole
modalità.
Connessione' mira ad evidenziare la
reciproca influenza dei fenomeni.
Dipendenza: supposto che esista
connessione, si intende misurare il con-
dizionamento di un fenomeno sull'altro.
Cograduazione: pone in luce l’attitudi-
ne dei fenomeni ad associarsi tra loro
secondo modalità crescenti dell’uno e
crescenti o decrescenti dell'altro.
Associazione
Vengono proposti degli indici norma-
lizzati che mettono in luce le caratteristi-
che dei fenomeni (R,M e Q).
Caso univariato: definito il tipo di mo-
dalità Centrale o Intervallare (mj. o e) -I
EJ-i-1) (esempio da 10 a 100 compreso)
si possono calcolare le medie Aritmeti-
ca Geometrica Armonica.
La Variabilità del fenomeno e la Con-
centrazione (attitudine alla distribu-
zione).
CasD divariato' costruita una tabella a
doppia entrata possiamo studiare una
delle cose più interessanti, la regressio-
ne cioè lo studio di un polinomio inter-
polante con il metodo dei mimmi qua-
drati e il suo grado di approssimazione
su altre funzioni della stessa famiglia.
Se k sono le modalità di IX il polino-
mio da adottare può avere il grado pari
al più a (k-1)
L’uscita dei dati è sotto forma di
matrice per cui la matrice
0
0
0
15
12
17
sta a significare che ci sono i coefficien-
ti di un polinomio disposti in quest'ordi-
260
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990
REL-Arch
SOFTWARE
C-64
ne: 1 = 15 a2=12 a3=-8 a4=17a0=10
dove il polinomio ha la forma;
p= aO +al X +a2 x +. +a(k-1) xT(k-l(
questo vale per tutti i tipi di uscite da
matrici per polinomi.
Regressione multipla
Permette l'interpolazione tramite iper-
ptani di fenomeni in relazione tra loro
(consultare un testo)
Sistemi lineari
inserendo il sistema sotto forma di
matrice si ottiene la forma di Gauss-
Jordan con le soluzioni in forma espli-
cita
inserendo una matrice B composta in
questo modo;
Al
dove A è una matrice quadrata da
invertire e I è una matrice unitaria con le
stesse dimensioni
si ottiene una matrice del tipo
iC
dove C è la matrice inversa di A se
esiste.
Pur essendo indirizzato agli «addetti
ai lavorili il programma può essere utile
a tutti quelli che vogliono avventurarsi
negli studi statistici.
Bìbtiografia
Giampiero Landenna
Fondamenti di statistica descnttiva
Ed. : Il Mulino
REL-Arch 64
di Dino Mattinarlo - Biadene (TV)
Questo programma permette l'uso dei
file relativi su di un C-64 in un archivio
generico con l'evidente vantaggio che
ne deriva.
Per chi non sapesse cosa sono i file
relativi...
Sono una struttura dati definita rigida-
mente in record di grandezza costante,
ma ad accesso casuale. Si definisce
(automaticamente) un indice di record e
É disponibile, presso la redazione, il disco
con I programmi presenfafi in questa
rubrica. Le istruzioni per l'acquisto e
l'elenco degli altri programmi disponibili
sonoapag. 263
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
261
SOFTWAflE
C-64
10 si punta con un conseguente rispar-
mio di tempo e memoria rispetto ai
sequenziali che richiedono la lettura to-
tale.
Il programma strutta due tipi di acces-
so ai file: il primo attraverso una tabella
di codifica, il secondo direttamente.
Per esemplificare il funzionamento
pensiamo di costruire una agenda in cui
la ricerca verrà condotta per nome; dato
11 Run appare il primo Menu in cui ci
viene chiesto di gestire un file denomi-
nato Posltion il quale conterrà la lista del
nomi, È essenziale creare almeno un
nome prima di proseguire.
Nella fase 2 del menu si prende visio-
ne dei file Posilion (video o stampante]
e nella 3 si può cancellare un preceden-
te file Position.
Fase 4; trasferisce alla gestione e
compare il secondo menu;
• 1 - Lettura archivio
- 2 • Scrittura archivio
- 3 - Creazione file.
È essenziale creare il file su cui anda-
re a scrivere, prima di scriverci, con
l’opzione 3 in cui verrà chiesto un nu-
mero Indicativo di voci da inserire. Si
può scrivere 1 come 10: Il DOS forza
automaticamente la scrittura dei record
intermedi.
In lettura (1) viene chiesto l’inseri-
menlo delta voce Posltion, poi viene
letto II record corrispondente se esiste
la voce in tabella Position.
Ovviamente non si legge se non si
scrive prima (2): viene chiesto Tinseri-
menlo di una voce Position, se esiste
viene chiesto di inserire una stringa (per
ora Fissata a 32 char) che è poi scritta
nel file arch; se essa non esiste viene
chiesto se la si vuol inserire in tabella
che di conseguenza viene aggiornata.
Il programma è scritto in modo modu-
lare per permettere una facile lettura.
Struttura di un file REL su Commodo-
re 64.
open 1.8.15
open 2,8.2.'‘nome(ile.L,"-i-chr$(n' char re-
cord)
prini#1.-p-chf$(2-i-96)chr*(L)chrS(H)-
chr$(1)
determina il numero del record e la
posizione su cui leggere fissata ora a t
con l’ultimo chr$; H. L ed n hanno il
seguente significato
H=int(n/256)
L=n-H»256
n=numero record da cercare
Infine,
prlntf2, stringa da inviare
dose 2
dose 1
con questa struttura possiamo scrivere I
nostri file relativi sul C-64,
262
MCmicrocomputer n. 94 • marzo 1990
Elenco del software disponibile
su cassetta o minifloppy
Per ovviare alle difficoltà incontrate da molti lettori nella digitazione dei
listati pubblicati nelle varie rubriche di software sulla rivista.
MCmicrocomputer mette a disposizione i programmi più signijìcaiìvi
direttamente su supporlo magnetico. Riepiloghiamo (fui sotto i programmi
disponibili per le varie macchine, ricordando che i titoli non sono previsti per
computer diversi da quelli indicali. Il numero della rivista su cui viene
descritto ciascun programma è riportato nell'apposita colonna; consigliamo
gli interessati di procurarsi i relativi numeri arretrati, eventualmente
rivolgendo.si al nostro Servizio Arretrali utilizzando il tagliando pubblicato in
fondo alla rivista.
Per l'ordinazione inviare l’im-
porto (a mezzo assegno, c/c o
vaglia postate) alla Technimedia
srl. Via Carlo Perrier 9. 00157
Roma.
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
263
I prezzi riportati nella Cuidacomputer sono comunicati
dai distributori dei vari prodotti e si riferiscono alla
vendita di singoli pezzi all'utente finale. Sui prezzi indicati
possono esserci variazioni dipendenti dal singolo
distributore. Per acquisto OEM e comunque vendite
multiple sono generalmente previsti sconti quantità. 1
dati sono aggiornati a circa 20-30 giorni prima della data
di uscita in edicola della rivista. MCmicrocomputer non si
assume responsabilità pereventuali errori o variazioni.
Tutti i prezzi sono IVA esclusa.
/
guida computer—
ACER
ACORN
SHfl Srl. - Via Faentina I7S/A. 48100 Ravenna
DELPHI SpA. - Vìa della Veliaia. Il - 5S049 Viareggio (LU)
SHR-t03(W21Y-M •
SHR-103tVD21Y-C -
SHR-910AI21M-M - :
-91IW)41M-M -
SHH-500 +/001M-M. - 8088, 256K. FD 360K. mm l? monca
SHR-SOO +/002M-M. 8088 640K. FD 2x360K. mon 12* monocr
SHH-HO +/021M-M - 8088 540K. FO 360K. HD 20M. mon ir monocr
SHfl-500 +/021V-V - 8088 640K, FD 360K, HD 20M, mon J4* col
B40K. FD ?20K. HD 20M. mon W monca
MOK. FO ?20K. HD 20M, mon U" col
512K, FO 1 2M, HO 20M mon 14' monocr
512K. FD 1 2M, HD 40M mon 14’ monoff
SHR-910WIV-S - 80286 512K, FD 1 2M, HO 40M mon 14“ col
SHR-9KV071M-M • 80286 512K, FD 1.2M, HD 70M mon 14' monocr
SHR-9KV07IV-S - 80286 512K, FD 1 2M, HD 70M mon 14“ col.
SHR-918R/Q21M-M - 80286 S12K. FO 1.2M, HD 20M tTKm 14- monocr
SHR-915P/D21V-V - 80286 5I2K. FO 1 2M. HO 20M mon 14" col
SHfi-915P/041M-M - 80286 512K. FD 1 2M, HD 40M mon 14” monocr
SHR-915P/D4IV-V • 80286 5I2K, FD 1 2M, HD 40M mon 14' col
SHR-915IU21E-S - 80286 512K, FO 12M, HO 20M mon 14' monocr
SHR-915W1E-M - 80286 5I2K, FD I2M. HD 4(W mon 14" monocr
SHR-915rtl41E-S - 80286 512K, FD 1 2M, HO 40M mon 14" col.
SHR-915V/041V-M - 80286 RAM 1M, FD I 2M, HO 40M mon 14" monoct
SHR-915V/041V-S • 80286 RAM 1M, FD 1 2M, HO 40M mon 14' col
SHR-915V/091V-M - 80286 RAM 1M, FD 1 2M, HO 90M mon 14' monna
SHR-915V/091V-S - 80286 RAM 1M. FD 1.2M. HO 90M mon 14' col
SHR-1100SX(D41V-M - 80386 SX RAM 1M. FO 1 2M HD 40M mon 14"
SHR-lll6fl)41M-M - 60386 RAM 2M, FO 1 2M HD 40M mon. 14' fr
SHR-I11&09IM-M - 80386 RAM 2M. FO I 2M HD SOM mon 14' ri
SHR-1116/161M-M - 80386 RAM 2M FD 1 2M HD 160M mo
Sm-S200A)41M-M - 80386 20MHr. RAM 2M. FD 1 2M HO 40M mt
SHR-520Q/t)91M-M • come S1R-8200A341 con HD SOM
SKR-5200/I6IM-M - come S1«-6200A)41 con HO 160M
SHR-5200/341M-M - come SHR-5200/041 con HD 340M
SHR-1125A)71M-M - 80386 25MHr. RAM 2M, FO I 2M HD 70M mon 14"
SKR-1126/101M-M - come SHR-112S8371 con HD lOOM
SHR-1125/161M4II - come SHR-112S/071 con HO 160M
SHR-1125/341M-M - come SHR-1128/071 con HD 340M
SHH-1133/101M-M - 80386 33MHz RAM 2M. FD 1 2M HO 100M mon 14'
SHH-1133«41M-M - come SHfl-1133/101 con HO 340M
SHH-1133/701M-M • come SHfl-1133/101 con HD 700M
4750000
S.790000
3.090000
4090000
3590000
4.590000
3590.000
3.890.000
4590000
4.490000
5.390.000
9290 000
A3000 - RAM 1M FD 35" -n Mouse
Arcitrmedes 310 Base • RAM 1M - FD 35" mon monocr rls 540i(512
Ardiimedes 310 Colour - carne il 310 Base con monrlor colori
ArcOimedes 410/1 Base - RAM IM - FO 35" mon moooa ris 1280x976
ArcMmedes 410/1 Coioui - come il 410/1 Base eoo mon colon
Arcliimede 420n Base - come 11410 Base con 2M RAM e HO 20M
Aichlmedes 420/1 Coloui • come il 420 Base con nton colori
Archrmedes 440/1 Base - come II 410 Base con 4M e HO SOM
ArcOiinedes 440/1 Coiovr - come II 440 Base con mon colori
R140 Wottelalion - RAM 4M HD SOM mon Mullisync colod
Momior Arcnimedes MR
Moniior Taxan Molirsyne 7701 us
Disk drive aogiuntivo (per 410/11
Hard Di!4i 20M + conltoller (serie 300)
Poduie Badi Piane
Etneirel Expanslon Card
Floaling PoinI Expansìon Card
SCSI Adpl» Expanslone Card
Iniertaccla per drive esterno
ROM Poduie
I/O Poduie
Cntoma 320 - Scheda geniock per Aicnimedes
Chtoma 335 - Scheda geniock per Archimedes
Chioma 345 - Scheda geniock per Archimedes
Digitalizzatele Watlord
Colour Converter per digiblizzalore
Modem Pace Unnel V21/V23
ADI
Dalalec - Vìa De Vili de Marce. 48 0 ■ 00191 Porrà
Tekxm • Via M Civilali. 75 - 20148 Milano
1419000
1990000
2 577DOO
2.690,000
3277 000
3890000
4 477 000
5690000
6.277000
7990000
587000
1400 000
305000
1182000
95000
1000000
1 350000
750000
115000
144 000
207 000
494 000
940000
1259 000
948 000
562.000
503 000
8690 000
9390000
10.990 000
13 590.000
DM 12 - Monitor monocrarrellco 12'
DM 14 - Monitor rnonocromairco 14"
DM 1502 - Monitor colore 14"
QM 2214 - Monrtor EGA colore
280 000
330000
900000
1300.000
11290000
11 590 000
13190 000
15.290.000
ALLOY
Della Srl - Viale Aguggiari, 77 ■ 21100 Varese
Rdriever/40 back-up AUDY interno da 40 Mb per 60266. 80366 e personal
Sys(BTi/2 Model 30 lOSOOOD
Tape Syslem/2. back-up ALLOY mieintt da 40 Mb per Personal System/2
Model 50.60.80 1 150 000
264
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
265
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
MCmicrocompuler n. 94 • mar 20 1990
267
268
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990
-guida computer.
KFD720K + H020M«BH.Vi
j Eagle B03B6SX - 803S&SX lS>20MHz. OK RAM (espandiDile a 4M)
< Eagie 60388 - 80366 (GRU 20) 20/30MK2. OK RAM (espandi&lle 16M)
Eagle 80386 - 80366 (CPU 25) 43MHj, OK RAM (espandibile 16M)
jEagie 80366 S0386 (CPU 33) 58MHz. OK RAM (espandibile 16M)
COMPUTERLINE
LAP03 ■ come LAP01, con FD 1 44M + HO 40M
LA(>04 - come LAPD1. con F0 1 44M + HO 100M
LAP05 80C88 4 77/lOMHz. RAM 640K 2 FD 72DK
paeao - aoes 4/iomhz. ham si2k fd 36ok
PC 1286 - 80286 5't2MHz. FD 1 2M
PCL285'16 - 80286 16MHi RAM 1MFD 1 2M
20MHZ. RAM1MFD1.2M
/SX ì6MHz. RAM 1M FD 1 2M
20MHZ. RAM1MFD12M
25MHz. RAM 2M FD 1 2M
33MHZ. RAM 2M FD 1 2M
Haid Disk160M26m$
Ha>d 0lsli320M 16 ms SCSI o ESDI
Hard Disk 67CM 16msSCSIoE^I
CONRESTONE TECNOLOGY INC.
I faWnee itìintta Spffwre So* - Via Fieno. B • 20123 Milano
3 450 000
4.330 000
4 550 000
4985000
1950.000
865 000
1090 000
1 472 000
1 620.000
1654 000
2809 000
3 424 000
6180000
600000
1 460000
1612.000
5650000
4 900.000
6400.000
11 600.000
230000
272.000
274 000
283.000
222000
415000
331000
281 000
344 000
776000
174 000
238 000
439 000
2.960000
3420000
2.990000
3520 000
5.670000
6 240.000
7.760 000
5 670.000
CORVUS SYSTEM
COSMIC (Italia)
Ciismc s.r.l - Via Viaggiano. 70 - 00187 - Bontà
DAEWOO
Soia SpA - Via EriiÉno. 15 - 26100 Cwima
DPC88E DC-1510
DPC88 DC-2010E
DPC286 OC-3010
DPC286 DC-3013
DPC386 OC-3210
DPC3B6S K.31IO
8088 10MHz. RAM 512K FD 720K
6088 10MHz. RAM 512K FD 360K + HD 30M
80286 12MHz, RAM 512K FD 1 2M
come iTicd. DC-3010 con HD 6SM
80366 16MHz. RAM 2M FD 1.44M
16MHz, RAM 2M FD 1 2M
DATACOPY
Della srl - Viale Aguggian 77 - 27700 Varese
Jel Readet • Scanner 300 dpi a liascinamentc
3^000
7950000
3920000
2B0000
5380000
11950000
5820000
700 000
590000
2.473000
2 725.000
4.975000
5.475.000
250.000
1 250.000
Galaxy 90 386/FO - 60386 20MHz. RAM IM FD 12M Tower 5 500 000
Galaiv 90 386/40 • 60386 20MHz. RAM 1M FD 1 2M HD 40M Tower 6700.000
Galaxy 90 386/70 - 80386 20MHz. RAM 1M FD 1 2M + HO 66M Tower 7 700.000
Galaxy 90 386/110 - 80386 20MHz. RAM 1M FD 12M + HD 110M Tower 9.SDO.OOO
Galaxy 90 AT/FD - 512K B/12MHZ. FD 1 2M 2 350.000
Galaxy 90 AT/20 - 512K 8712MHz, FD 1 2M + HD 20M 3.000.000
Galaxy 90 AT/40 • 512K 8712MHz. FD 1 2M HO 40M 3.550 000
Galaxy 90 AT/70 - 512K 8n2MHz. FD 14M + HD66M 4 950000
DPC386S DC 3113 - come mod OC-3110 con HD 65M
DPC38620 OC-4020 - 80386 20MHz, RAM 1M FD 1 2M
DPC38620 OC-4023 - come mod DC-4020 con HD 65M
DPC3862S DC-5110 - 80386 25MHz. RAM 4M FD 1 2M
DPC38625 DC-5113 - ernie mod DC-5110 con HD 65M
DLT86 OC-8011 - 8086 8710MHz. RAM S12K FD 720K
DLT286 DC-8112 - 80286 8712 MHz. RAM 512K FD 1 44M + HD 20M
DLT386 DC-B212 - B0386 8716MHz. RAM S12K FD 1 44M + HO 20M
Ofl-1240 - Monilor mono 12"
KO-14S2 - Monilor mono 14' VGA
KO-1430 ■ Monilw colore 14" VGA
730GS - Siannet 450 dpi 16 Ioni piigio
830 ■ Scanner 300 dpi 64 Ioni grtglo
OCR DATA - Software di ricon caraflen alianumerici
1.340000
2300000
2.400.000
3.950.000
6.950000
7 940.000
9500.000
2.890000
4.800.000
5.490 ODO
250.000
340 000
24X000
4 9X.0X
11XX0
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990
269
-guida computer.
i OATAVUE
I TrMinlim - ì/ia Carlo Pertiat. 4 - Q0I5T Rorrta
IK 3841E - come Sparli 3642. ma con schermo r«r
IK 3842 E - corre Sparli 3642. ma con sctiemio re
IK 6402 - 8088 - 640K RAM. 2 drive 3, 5' da 7201
Driver esterno da 3" ^ Spark
SNAP 01^640 Kb RAM. 2 drive da, 3.5" da 720
! rigido da 20 MD
SNAP HD 01 EL
e Snap 01. m
ne Snap 0‘ "
ie Snap 01, m
display LCD Super Twist backiil
:on dispi^ gasili
disk drive da 3S‘ - 720 Kb e 1 disco
IO da 5" per Snap
icabili per Spark e Snap
icabiii lunga durala
: MICROPOWER 700 • Gruppo di conllnuita porla seriale 700VA
' MICROPOWER 1800 - Stesse caraneristiche del 700 con 1B00VA
' MICROPOWER 350 - onjppo dì conlinuilà 350VA
, K I2H - Scheda modem 300 • 1200 bps, V21/V22
K 121PC+ - Scfieda modem 300-1200-1200i75 bps V21/V22AT23 Videol.
K 24H - Scheda modem 300-1200-2400 bps V21A/22A/226
. K - PS-12 - Scheda modem 300-1200 bps. V217V22
K MM-12 • Modem pocket 300-1200 bps. V2W22
K MM 24 - Modem pocket 1200-2400 bps, V22/V22B
K 120-f - Modem 3O0-I2X bps, V21At22
K 12U - Modem 300-1200-1200/75 bps, V21A/22AI23 Videol
K 24 • Modem 300-1200-2400 bps, V21AT22A/22B
K 24-f - Modem 300-1200-1200/75-2400 bps, V21/V22/V23A/22B Videca
CpmmuQiDte eietironico/sottware con l'Ingresso e 2 uscite
Commutatore elettronico con I ingresso e 2 uscite Centronics
CorvnuBlore elettronico con 2 ingressi e 1 uscita Cenbonics
Commutatore elenrorrico con 2 ingressi e 2 uscite Centronics
’X da RS232 a CENTRONICS con 32K buflet
da CENTRONICS a RS232 con 32K bufler
ir commutatoti, buffer, convertnori
DIGITAL EQUIPMENT
1 44M -e HO 20M mon tr
1 375.000
2370.000
2730.000
3.200.000
2.630000
3.500000
3 900.000
320.000
6600.000
460.000
1460000
2.900.000
670000
1IK.000
175000
130000
2.300000
3600000
1220.000
290 000
175.000
145.000
210.000
240 000
128.000
130 000
320000
240.000
240.000
33.000
285.000
410 000
540 000
430 000
665.000
750 000
1.110.000
1 155.000
4 521 000
5 494.000
7.541 000
8.414 00
12.251.000
13124.000
\a Valli 28 - 42011 Bagmla in Piano /Fi
Inverter C.C -C.A
Gl 500/12 12-220V«)Ht 0,0. 500VA max
Gl 800/24 24-220V/50HZ 0.0 BOOVAmax
CS 301/12 12-220V/50HÌ OT 350VA ma*
CS 301/24 24-220V/50HZ OT 350VA ma*
CS 501/24 24-220V/50HZ O.T. 550VA ma*
Gruppi di contrnum -a relè*
GR 2428 RAPIDO (5ms) OT 450VA ma* (con
GR 1000 RAPIDO (Sms) O.T. 1200VA ma* (su
FS 4000 RAPIDO (O.Sms) OT 4000VA ma* (c
Gruppi di conlinuilà -condizlonali-
GCC 600 O.T. 600VA ma* (4,0ms su ruote e r
GCC 1200 OT 12D0VA max (0.4ms su ruote i
GCC 2000 OT 2000VA ma* (04ms su ruote i
GCC 4000 O.T 4000VA ma* (0.4ms con PB/R!
Gnrppi di continuità -non slop"
GCS 450 O.T 450VA max (su ruote e con bai
GCS 700 O.T 700VA ma* (su ruote e con bat
GCS 1000 OT 1000VA ma* (con PB/fl)
GCS 1500 0.T 1500VA max (con PB/R)
GCS 2400 O.T 24QOVA ma* (con 2 PS/R)
DK 550 OS 550VA max (con batterle)
PB Porti balterre su piedini (con cavi]
P6/R Porta baherre con ruote (con cavi)
DKRC2 Rrlevatore Consumi per G conlinuilà
Stabilisatori eieRrcnicl
DK 250 250W 220V ± 5%
DK 600 600W 220V ± 5%
DK 1500 1500W 220V ± 5%
DIGITHURST
frt/r/ce llaiiana SoPuaw Spa - Via Piano. 8 - 20123 Milano
Scheda di acquisizione immagini EGA/VGA per PC/AT IBM ci
Scheda di acquisizione immagini EGA/VGA per PS/2 IBM
Scheda di decodincazlcne VGA/PAL per AT I6M
OISITACO
asiaco SpA Via Atbia 60. 00199 Roma
Desking ESfrlB 20-5-3
Desking 286/20 40-5-3
Deskrng 386/SX 20-S3
Desking 386/20 40-5-3
Desking 366/25 40-5-3
- ' 386«3 40-S3
Desking 38
Top 286/1:
12 2-5-3 - 80286 12/8 MHz, 1M FD 1 2AV1 44M
ToD 286/16 20-S3
Top 286«) 40-5-3
Top 386/SX 20-5-3
Top 386«) 40-5-3
Top 386/25 40-5-3
Top 386^3 40-5-3
900000
1400000
4.200 000
1800000
2400000
3000000
4400 000
1.500 000
2400000
2800000
3 500 000
3800000
3.600 000
300000
320.000
400 000
300000
MH; 1M Fn 1 OM
80266 20 MHz. 2M FD 1 2M/1 44M HD 40M
B0386SX 16 MHz. 1M FD 1 2M/1 44M HD 20M
80366 20 MHz. 1M FD 1 44M/I 2M HD 40M
60386 25 MHz. 2M FD I 2M/I 44M HD 40M
80366 33 MHz, 4M FD I 44M/1 2M HD 40M
80286 16« MHz, 1M FD 1 2M/1 44M HD 20M
80266 20/6 MHz. 2M FD 1.2M/1 44M HD 40M
80386SX 16 MHz. 1M FO I 44M/1 2M HD 20M
60386 20 MHz. 1M FO 1 44M/I 2M HO 40M
80386 25 MHz, 2M FD 1 44M/1 2M HO 40M
80386 33 MHz. 4M FD 1 44M/1 2M FO 40M
h>8! 200/15 1-3 - NEC V20 4 77 MHz, 512K FD 1 44M
Fiat 200/15 20-3 - come mod 1-3 con HO 20M
Fiat 286/12 1-3 • 80286 12 MHz. 1M FD 1 44M
Fiat 286/12 20-3 - come mod. 1-3 con HD 2DM
VetlU 286/20 40-5-3 - 60286 20 MHz. 2M FO 1 2M/1 44M HO 40M
Verti* 386«X 20-5-3 - 80386SX 16 MHz, 1M FD 1 44M/I 2M HO 20M
Verlix 386/20 40-5-3 - 80386 20 MHz, IM FO 1 44M/I 2M HO 40M
Veflix 386/25 40-5-3 - 80386 25 MHz, 2M FD 1 2M/1 44M HO 40M
Verti* 38603 40-5-3 - 80386 33 MHz. 4M FD 1 44M/1 2M HD 40M
Trevailer 286/12 20-3 - 60286 12 MHz, 1M FO 1 44M HD 20M display
Ttavallet 286/16 20-3 • 80286 1$ MHz, 1M FD 1 44M HD 20M display
Travallet 386/SX 20-3 B0366/SX 16 MHz. 1M FD 1 44M HD 20M display
Ttavaller 386/20 40-3 - 60386 20 MHz. 1M FO 1 44M HD 40M display
Monitor 14' monocromatica
Monitor 14' monocromaltco VGA
1 I4000Q
2040000
3340000
4 460000
3.740 000
5 140 000
6 740 000
7 940 000
2 140 000
3 440000
4560000
3640.000
6240000
6 840 000
6.040 000
1 240 000
5440000
7 640 000
8640 ODO
6 690 000
250000
330000
640.000
270
MCmicrocomputer n, 94 - marzo 1990
-guida computer.
ELCOM
f/coffl SU - Cotsd lei» 149 - 34170 Gotiiè
Monitor colore 16" per Mac II
Monitor coltHe 19" per Mac 11
Monitor colora 20" per Mac II
Monitor 256 gngi 21" per Mac II
Moniior 21" per Mac II
Monitor The Big PIchJie per Mac Plus
Scsiner a colon Howleh A4
Sislema df realizzarione siides Moniage per Mac
Sislerre di reairsanone sildes Moniage per MS-Oos
Scheda acQuislrione immagini tVn Neolech per Mac SE
Scheda acriuisirìone immagini tvn Neoledi per Mac II
Scheda acguisirlone immagini colorì Torch per Mac II
5980000
9.450.000
10.980.000
6490.000
4.650 ODO
2990.000
3.200.000
3.350 000
8.200.000
13.500 000:
20800000
11.800.000
14 600.000
2.490 000
3290.000
5.400000
1 190,000
ENTER
Kypei stì - Via Ludovico Arioslo, 18 - SUOO Pisloé
PLOnEB
SP - 600 Fonnala A3/A4. 6 penne. veioclQ 35 cm/sec
SP - 1800 Formalo Al. 8 pènne. veiocllA 60 cm/see
SP 2800 Formalo AO. B penne, velocilà 60 cnvsec.
§§§
III
EPSON (Giappone)
Epson leie SpA
Via F III Casiiàgdi 427 - 20099 Sesia San Giovanni (MI!
PSeSO - 8086 IOMHì RAM 640K, FD 720K, lum 12' tnonocf
PSeSO 2FDD ' 6086 10 UH 2 . RAM 640K. 2FD 720K. mon 12” monoci.
F^ 20HD0 - come PSe30 con HD 2DM
AXa/IF • 80236 l2MHt. RAM 1M, FD 1 2M. non 14" VGA colois
AX2e/2H come AXe/IF cor HD 20M
AX2e/4H come AXe/IF con HD 40M
A)(2e/9K come AXe/IF con HD SOM
AX3 - 80886 20MH;. RAM 1M. FD 1 2M. non 14" VGA coloie
AXÌ/4D - come AX3 con HD 40M
AX8/90 - come AX3 con HO SOM
AX3/16D - come AX3 con HD 160M
AX8/340 come AX3 con HD 340M
)6-SX 18MH2. RAM 1M. FD 1.44M. mon 14' VGA colore
ome AX3s cn HO 20M
ome AX3s con HD 40M
« AX3s con HD SOM
fCOi/20 -
AX3SV40 -
AX3V90 -
AX3MIS0 - (
Pori PC FD - V30 lOMHz, RAM 640K, 2FD 720K LCD
Pori PC HO - V30 lOMHz. RAM 64DK FD 720K. + HO 20M LCO
PC AX Pon - 80C266 12MHi. RAM 640K FD 1 44M. + HO 20M LCD
PC AX Pon/40 - come PC AX Por con HO 4DM
LO-500 - Stamparne ») col 150 cps par
LO-850 ' Stamparne 80 col 220 cps pai/ser
• le 80 COI 225 cps. 7 colori
LO-101 , , ,
LO-1060 - SQmpatite 136 col 225 cps. 7 colorì par/ser
LQ-2550 - Slampante 136 col 333 cps. 7 colori par/ser
SO 2550 Stampante 136 col 500 cps par/ser
LX-800 Stampante 80 col 150 cps par
EX-1000 C - Sampante 136 col. 260 cps. 7 colorì par/ser
FX-850 • Slampante 80 col 220 cps par.
FX-1050 - Starnpanle 136 col 220 cps par
DFX-5000 - Stampante 136 col. 400 cps par/ser
GQ-5000 - Sampanle Laser A4 par Sr-dirsionale
ESSEGI
fssesi- - Via A/
12-IV • Scheda Modem 30Q/121XV75 óaud, V21/V22«23 (VlttoKI)
MCA-12 - Scheda Modem 300/1200. per PS/2 System 5(V6(V80. V21/t
12-P - Modem Poekel 30CV1200. CCin V21A® (PC PoRaiili)
24-P - Modem PoctóI 1200/2400. CCtn V22/V22 bis (PC Portaliir)
12-E - Modem 30IV1200 bai*). CCITT V21A®
12-EV - Modem 300/1200/75 baud, CCin V21/V22A^3 (Videolal)
2490000
5430.000
5690.000
7040000
7140 000
8590.000
9.610000
10.540000
13490000
5390000
6.277000
6777000
7.B3000D
8.790000
2.750000
4520000
5990000
6590000
850000
1.550000
1950.000
1950000
2500.000
3200000
3200000
600000
1800000
450 000
500000
270.000
520.000
310 000
460.000
24-E - Modem 300/1200/2400 baud, CCtn V21/V22/V22 brs
24-EV - Modem 300/1200//75. CC(n V21A/22A/23/V22 brs (Vrdeolel)
24-FM - Modera 1200/2400 baud, V22A/22 bis. CCBH MRORE. MNP
Gri21A - Tavola GraRra Genius 12x12. 100 linee » inch
GFSOI - Penna Stylus i Tavola grafica Genius GT I212A
TX3 - Mouse Trudeoi 800 i«)r. Microsolt/Mouse System mode
210 - Mouse Agìlei 1120 dpi. Microsott/Mouse System mode
220 Mouse Agilet 1120 dpr. PS/2 mode. OR HALO II e pad
::: ;.:juse Amlei 2100 dm. MjcrosolVM
HS300-T-
FAT20 •
FAT40 -
FATSO -
TW40 - .
TWBO • I
ir, 512K 1 FD 1 2M HO 20M
ne AT20 con HD 40M
re AT20 con HO SOM
80386 20/25 MHr. 1M FD 1 2M HD 41
e TW40 con HO SOM
te avanzato, sctietma piallo
DX2100 - 9 aghi, 80 col 220/40 cps,
Kll colore per 0X2100
D)^“^9 rtì"22!™"c^
0X2200 - 9 aghr.^j^ col 22CV40 cp
So !I^ k“coÌ^27^!p^
DX2300 - 9 agnr. 80 col 27CVS4 cps.
Kìl coloro per 0X2300
^tlTl® rml'''27IVH"r:p
0X2400 - 9 aghr, 138 col 27IV54 cp
Kll colore per 0X2400
013300 - 24 aghi. 80 col 240/60 cpt
Kil colore per OL330O
0X2100
RX 7100 - laser 5 pag/mm 8
RX 7200 - laser 12 pag/min 640 K
RX 7300 - laser 17 pag/mln 25 M
GETRONICS
OaB Base Sp A - V/e Legiam Romane - aJ/47 M
VISA MC54 -
VISA 220G - •
VISA 125 - Tf
ADM AOOS Vi
VISA 125 - Tf
EGA CARO se
a per MC 54 comp EGA IBM
PC TERM Teiminale video 14' per IBM AT
GIANNI VECCHIETTI GVH
Giami VeccPielti - Via della SeM Pescatola, 12/8 - AOi3i Bologna
FMC-286H - 8Q286 12 MHr. RAM 1M FD 1.2M HS232-CGA/HGC
730000
960000
120000
80000
120000
120000
ISO 000
520000
2250 OOQ
4000000
5000000
230000
300000
780000
FUJITSU
FuiUsii llalia SpA - Via Mctilom Gioia 8. 20124 Milano
1 150000
1 210.000
210.000
520000
1350 000
1 410.000
210000
580000
1250.000
1310000
210.000
520000
1500000
1560 000
210.000
580000
1650000
1 720000
200000
500000
400000
1.990000
1.970.000
200.000
550.000
400 OOQ
2.793000
3.290000
580000
500000
3900000
4230000
650000
360000
360 000
3850 000
6300 000
14.000000
VISA M14G plus - Monitor 14" green rrtonoctomalico cotttpalib IBM/FKO
VISA M12A - Monitor 12" ambra mon con^ IBM/PC ed Apple
VISA MC53 - Monilot 14" colon compat IBM/PC ed Apple
VISA LSR 600 - Laser Ptlnler
I 14" colori compa IBM/PC e Apple alta rìsolur
le video emular Drgilal 12" green
video Wise 50 - Televideo 910 • Lear Slegler
VISA 40 14- verde
6 170.000
1 100.000
1 464 000
1 170000
I 184.000
1209.000
680000
1 170 000
MCmrcrocomputer n. 94 - marzo 1990
271
gnida computer
FMC-286V . 802B6 12 MHr. RAM lU FD 1 2M RS232-VGA 1 425.000
FMC-285'16S - 8CB86 16 MHz. RAM IM FD 12M RS232-CGA01GC 1349000
FMC-38^ - 60366SX 16 MHz. RAM 1M FD 1 2M RS232-CGAZHGC 1 600 000
VANTAGF 386 • 8038^ 16 MHz. FD 1.2M HD 40M (Twi monoci 3950000
SUMMIT 386 - 80386 25 MHz. RAM 2U FD 1 2M HD 40M mon monocr 6950.000
ex 21 - Scheda CVGA-VGA 8 bil per XT/AT ris 800 x 600 220 000
ex 221 • Scheda VQA 16 bil per AT/386-256K iis. 1024 x 768 245 000
ex 24 - Scheda MVGA 16 tlll per AT/386 ns 600x600 220.000
ex 220 ■ Scheda MVGA 16 bll per AT/AT ris. 640 x 480 330.000
MS 9 - ScXreda GATN 38&20 OARD 20 MHz 1 197.000
MB 16 • Nuova scheda Baby 386-f 20 MHz 1.320000
MB 18 - Nuova scheda Baby 386 + 25 MHz 1 700000
MB 20 - Super scheda 386-t- OACHE MEM 32K 2400000
GOUPIL S.M.T. (FRANGE)
McOul Cenftf S.p.A. - Vie óeli'Migienelo. 26 - 350W Penga Di 'figona (f
Goti 286 UC 12.5MHz. VGA FD 1 44M + HD 40M
Golt 3B6SX UC 16MHZ, FD 1 44M -i- HD 100M
nÀ 44M + HD 40M
G5 386SX UC 16MHz. RAM 1M 16K CACHE FD 1 44M + HO 100M
G5 386DX UC 20MHz, VGA RAM 1M 32 ’ "
iSKSsssssa
32X CACHE FD 1 44 -t- HD 100M
■ FD 1 2M + HO 60M
FD 1 2M * HD 150M ST 150
Moniioi colore analogico VGA 14" 25&col
liS
GRAPHTEC
5PH f/eflwi/a Sp.A - Va Giacosa, S ■ 20127 Milano
MP4100-51 - Plotler A3. 6 penne. GPGL/HPGL RS232 Cenlionics
MP4200-5I - Come MP4100 con lilenzione cada elelbosfibca
MP4300-51 • Come MP4100 con bufler 40K
MP4400-51 - Come MP430O-SI con drive per FD 1 2M
FP6302-51 • Ploller A3. 8 penne acceterazione 1G. GPGL/HPGL RS232-C
if cada a rotolo
re 1G, GPGL7HPGL RS232-C
FP6202-51 - Plotler A2, 8 penne
Cenlisnics
FP6202R-51 - Come FP6202-51 (
FP7200-51 • PlollBi A2, B peme/matile. GPGL/ RS232-C Cenlionic:
FP7100-51 - Come FP7200 tormalo Al
GP2102-01 - Plotler a loglio mobile Al accelerazione 4 2G GPGiyHPGL
RS232-C Centronics
GP2002-51 - Come GP2102-01 lormalo AO
GP1102-51 • Ploner loglio mobile Al. 8 penne accelerazione 5.6G GPGL/
HPGL RS232-C Cenlionics
GP11Q2R-51 • Come GP11Q2-51 con adanalore per caria a rolalo
GP1002-51 - Plotler loglio mobile AO. 8 penne accelerazione 56G GPGU
HPGL r; .
GP1002R-51 - Come GP1002-51 con adallaloie per (
re 297mmx210mm. RS232-C
n. RS232-C
KD3800 - DIgilaiizzaloie 381mmx38lmm. RS232-C
KD4300 - Digilallzzalore 380mm(260mm. RS232-C
KD4600 - Digilallzzalore 460mm<3l0mm. RS232-C
KL4300 - Digitalizzatore 380mffl<26Dmm. RS232-C
KC3300 - DIgilaiizzaloie 305mmi305mm. RS232-C
KC5500 - Digitalizzatore 508mnuS08mm, RS232-C
CD1650 - Monilor a colori 15' 1024x800 punti
CD1660 • Monilor a colori 15’ 1280x1024 punti
CD2050 - Monilor a colori 19* 1024x800 punii
CD2060 - Monilor a colori 19" 1280x1024 purtli
13700000
16.900 eoo
8.960.000
11 lOOOOD
16900.000
22300.000
1 120 000
1200000
2 370.000
1.790000
2.040 000
5900000
4 824000
8 576 000
5.780 000
5 780 000
6290 000
6290 000
HERCULES
Mirice IBIara SolfiniB SpA - Va fieno. 8 ■ 20123 Milano
Scheda grafica rrronocrorrtallcs ris 720x348 per PC IBM 546.000
Scheda gtaOca calori ds 720x34 16 colon per PC IBM 651.000
Scheda grafica VGA 320x256 crUon 640x480 16 coirvi 567 000
HEWLETT PACKARD
HeMe« Padani italiana SpA
Ma G. Di vmio. 3 - 20063 Cemsco sul Naviglio IMI)
Stampanti
Laseriel II - stampante laser 8 ppm 4677.000
PC
Vectra ES/12 - 8Q266 12MHz. RAM 640 K, HO 40M VGA
Vedrà QS/165 - 8a386SX 16 MHz. RAM 1M, HD 40M VGA
Vedrà QS/20 - 80386 20 MHz. RAM 1M. HD 40M VGA
Vectra RSI25 - 80386 25 MHz, cache mwrdty RAM 1M HD tOOM
aS.p4. -
a Lutìovico Iti Bisme, 9 - 20156 Milano
CDR 1503 S EY - Lettore CD-ROM per IBM XT, AF. PS/-30
COR 1503 S E2 - Lettore CD-ROM per IBM PS/2-S0. 60. 80
COR 3500 - Lellote CD-ROM per IBM XT, AT (interno)
CM 1474 Monitor 14' colore VGA
CM 1473 Monitor 14' colote Mulbsync
CM 2086 Monitor A1EX 2Cr 50 K 1024x768
CM 2086 Monitor A3EX 20* 30 K 1260x1024
CM 2085 Monitor ME Mulllsync 20* 30 X 64 K
SIGMA VGATH Schede 640 x 480 256 K
VY 25 E - Videoprinter PAI
HYUNDAI
Data Pool su - Via M Pamaieooi. 25 - Prascali (Homa)
16 TE - B088 10MHz. RAM 640K 1FD 360X
16 TE - 8086 10MHz. RAM 640K 1FO 360K MVA -t- HO 20M
16 X - 8060 10MHZ. RAM 640K 1FD 720K
t6 X - 8088 IDMHz. FIAM 640K MVA IFD 720K -h HD 2DM
286 E - 80286 12MHz. RAM 640K MVA 1 FD 1 2M
286 E - 80288 12MHz RAM 1M MVA 1 FD 1.2M
286 E B028S 12MHz RAM 1M MVA 1 FD 1 2M -i- HD 20M
286 E - 80286 12MHz. RAM 1M MVA 1 FD 1 2M -r- HD 40M
286 N - 80288 l6MHz. RAM tM MVA 1 FD 1.2M -t- HD 20M
286 N - 80266 16MHz. RAM 1M MVA 1 FD t 2M -t- HO 40M
286 N - 80266 16MHz. RAM 2M MVA 2 FD 1 2M/1 44M -i- HD 4DM
286 LT-3 - LAP-TOP 80286 10MHz, 1 PO I 44M -i- HO 20M
386 C - 303B6 20MHz. RAM 1M 32K CM 1 FO 1 2M + HD 40
386 C - stessa configurazione con HO SOM
386 C - stessa configurazione con HD 120M
386 C - slessa conligurazlone con HD 150M
386 C - slessa conDgufazione con HD 380M
386 SX - 60386 16MHz. RAM 1M MVA 1RD 1 2M -h HD 40M
386 SX - 60386 16MHz, RAM 1M MVA 1 FD 1 2M -f HD BOM
HMM 1201 - Monitor 12" monocronallco
HMM 1401 - Monilor 14" monoeromalico
HCM 1420 - MonllDt 14' EGA 0.31 colore
KCM 401 - Monilor 14" VGA 031 colote
HDP 910 - Siairpanle 9pin 1BD cps 80 col
HDP 920 - Stampante 9pin 180 cps 132 col
HDP 1810 - Stampante 18pm 200 cps 80 ci^
HDP 1820 - Saneante I8pin 200 cps 132 col
HMD 1202 - Modem 300/1200 SPS Stand-alone
HMD 1202-P 30CV1200 pc caro
IBM Italia
Via Cavriana. 20 -20134 Milano
PS/2 mod 3OG02 8086 2FDx720 mon monca.
P&2 mod 30-021 8066 1FDx720 -i- HO 20M mon morrocr
PS/2 trtod 30-K21 80286 1FDx1 44M -t- HD 20M mon titonoa
PS2 mod 30-K31 80286 lFDx1 44M -f HO 30M mon momxr
PS/2 trtod 50-061 80266 iFDxl 44M -t- HD 60M mon monocr
PS/2 rnod 55-X31 BD3B6si 1FDx1 44M -i- HD 30M titon monocr
PS/2 mod 55-X61 80386sx IFDxl 44M -i- HD 60M mon monocr
PS/2 mod 70-M61 80386 20MHz, IFOxI 44M -f HO SOM mon monocr
PS/2 mod 70-121 B0386 20MHz. 1FDx1 44M -f HD 12DM mon monod
4900 000
7 877 000-
1580 000-
1990000-
2996000
4 221000,
3214 000)
6 642.000
7693 OODI
9851000.
12869000)
16 823.000I
19S99 000J
5214 OOo!
6317 ex»
8098000
13119000»
1 500 000'
1 700.0001
1300 000.
990 000
1 375 000.
5950 000'
6450000)
5950000’
690 0001
3 151 000 1
1 770 000
1960000-
1700 COOl
2700000 ’
27300001
2890 COOl
3780000 '
4260000]
4350 000 I
48400001
5710000'
5900000
7580000
8950000
9550000 I
11 5000001
13900000 I
5520000
S 900.000
300000
360 000
1200000
1200 000
670 000 I
1050000
1050000
1300 000
260000
180 000 -
3075 000
4 347 000 -
5335 000 ’
5837 000 '
7 278 000 ,
6900 OOOl
7 704 000
10221 000
11 453 000
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MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
273
LASER MASTER
DUalK /<9 De Vili De Meno « 0. OOISI Roma
Teieom - Ks M CMtali 7$. 20/*J Milano
Inirodutloie IrortaJe di logli singoli 452000 {
MT 230/9 9 aghi. 138 col . 300 cps 2173000
Caricatore aulomalico logli singoli a 2 vasche 547000 I
MT 23{V9F 4 colon 2319 000
MT 23CV18 18 aghi. 138 col.. 300 cps 2538000 |
MT 230/18 F 4 colon 2664000
MT 23CV24 24 aghi. 136 col . 300 cps 2 755 000 '
MT 23CV24 F 4 colori 2.898000
MT 330 24 aghi. 138 COI . 300 cps 33ffi000 '
Caricatore aulorralico logli Singoli a 2 vasche 675 000
MT 330 WPF 4 colori 3 592000 '
MT 340 18 aghi. 136 col. 400 cps 3525000
Caricalore ari togli singoli a 2 vasche 675 000
MT 340 F 4 colori 3 781 000
MT 460 9 aghi, 132 col , 2X cps 4237 000
MT 4600 9 aghi. 132 coi.. 270 cps 4456000
MT 490 16 aghi. 132 col. 400 cps 4 581 000
MT 490F 4 colori 4 877000
Caricalare automatica logli sing x MT 46CV4go a 2 vasche 1 712 000 r
MT 645 Line Prinler 450 LPM 10427.000 1
MT 660 line Printer 600 LPM 14 476 000
MT 690 Line Printer 900 LPM 18747 000
MT 90 ink-lel 80 col.. 220 cps 1 467.000
Caricatore aulomalico logli singoli 237 000
MT 91 - mi )el 136 col . 210 cps 2.171.000
MT 905 Laser 6 ppm 3 203.000
MT 910 WP Laser 10 wm 6 608 000
Opzioni Espansicme memoria 1 215.000
Iniettacci’a shaied 375 000
Soiter per mulllulenza 1 226 000
MT 910 Video Posi Script 9561 000
MT 15 Convertilpre slampa di cod barra 500000
MT 38 Cofflroller I8M 1500000
MT 43 Conlioller IBM 1950000
l MASTER 1 sctieOa (Il memoria per DTP CAD/CAM per laser tipo Canon.
emul HP. velocizza slampa, lonts lino a 2S5 punii tipografici 3.3S0000
[MlfONTSia- 13tonIsBitslieain -h RAMO.SM I2S0000
LEMON COMPUTERS
J£N fWironrca Srl - Iona inóie f Fermi 62010 Momelupone IMO)
88C - 808S. RAM 2S6K. FO 360K mon 14" mono 1.S60.D00
eaS S083. RAM 5T2K. 2FD 360K mon 14" mono, 2190.000
88C - 80S6. RAM 512K. FD 360K-I-HO 20M mon 14" mono 2 890.000
2B6M - 80286. RAM 512K. FD 1 2M+HD 20M mon 14" mono 3.195.000
286M 80^ RAM 512K. FD 12M+HD 100M mon 14" mono 4535.000
285C - 80286. RAM 512K. FD 1 2M+HD 40M mon 14" VBA 4.215.000
2S6S - 80286. RAM 51». FD 1.2M+HO 40M mon 14" EGA 4955.000
386BSX - 80386SX, RAM 1M. FO 1 2M + HD 40M mon 14" VGA Col 5.585.000
386 2IV64 8D3S6r20 RAM 1M. FD 1 2M4-H0 100M non. 14" VGA col. 8500000
366/25/128 - 80386/25. FWM 4M. FO 1 2M+H0 170M mon 14" 15600.000
386/33/128 - 8038633, RAM 4M. FD 1 2M+HD 380M mon 14" 202X.OOO
LT-S8 8088 RAM 640K FD 72DK LCD Pori 2.150.000
LT-26G2S - 80286 RAM IM FD 1 44M + HD 20M LCD Pori 5 950.000
ScPeOa video EGA 390 000
ScDeda video VGA 595 000
LOGITECH
LogiZecA laiia srl - Centro Onaionale Ceileoni. Paiam ArxUomeda Ingr 3 - 20041 Agiale
Brama IMI)
ScanMan pei PC inglese o llaliano 440.000
ScanMan per PS72 inglese o italiano 650.000
ScanMan Plus per PC 4- Paini Show Plus 22 inglese s italiano 650 OOO
ScanMan Plus per PS/2+Painl Show Plus 22 820000
Mouse mod 9 (CAI seriale-PS'2 + Paini Show Plus 22 inglese 260.000
Mouse mod 9 (CA) serìale-PS/2 -t- Paini Show Plus 22 italiano 260000
Mouse mod 9 (PC) BUS inglese a ilaliwo 200 000
Mouse mod 9 PSi? inglese o Italiano 200000
MAXTOR
DaOlee - Via De Vili de Marco. 46 D - OOW Roma
Teicrim - Via M CiviOli, 75 - 20148 Milano
Disco 20 M slim per AT 770000 j
Osco 40 M sllm (28ms) 1 330 000
Disco 70 M (28ms) 2300000
Disco 80 M (28ms) 2300.000
Disco 118 M (2^) 4 900 000
Disco 160 M (28ms) 5 300 000
Disco 320 M (1Bms) SCSI 0 ESDI 6400000
Disco 670 M (16ms) SCSI o ESDI 11600000 |
WORM eoo - Sistema a disco oltico 800 M 8600000 >
I
M3 INFORMATICA
M3 Inlormai’ca Via Folli. 82 ■ WI49 Torino
PC«T-Tuit»10MHz.RAM 640K. 1F0360K 790.000
PC/AT-17MHz,RAM1M,1FD1.2M.HD20M 1 690.000
PC/AT - 22 MHz. RAM 1M, 1 FD 1 2M, HD 20M 1 990,000
60386 Tower - 33 MHz. RAM 2M. 1 FD 1 2M, HD 20M 3.990.000
UP TOP AT • 10 MHz. RAM 640K, 2 FD 720K 2 500.000
Irasporlaoiie-AT 22 MHz. RAM IM. 1 FO 720K, HD 20M, Plasma EGA 3.900.000
Scheda Super VGA 1024 x 768 256 colori 16 bil 512K 390 000
MonitoM4" doppia Irequenza 200000
Moniior 14" colore Mulllsync risoluzione 800x600 850 ODO
Monlior 14" colore Mullisync nsoluzione 1024x768 1 000.000
Stampante 60 colonne. 240 cps. 36 cps LQ con (avo 500 000
Sampanle Sull 4/24 240 cps. 136 col 24 aghi con cavo 1 300 000
Scanner portatile A4 Scan 72 lormail con Merge 490.000
Tavoteha grafica 12'xir 600000
1 Gruppo dicominulQ 500 Wcon baRerieelillio 600.000
1 Scheda Arena 2 SMSii 500000
MAYNARD ELECTRONICS - TAPE STREAMERS
OPC LANSO - Via Botano. 31 - 20127 Milano
MAYSTREAMER inleinal 60 PSi^ (con adapter] 2 400000
MAYSTREAMER iniemal 150 PS/2 (con adapler) 3300000
MAYSTREAMER portable 60 PSAT (con adapler) 2 800000
MAYSTREAMER miernal 20 AT (con adapler) 1 800000
MAYSTREAMER mletnal 60 AT (con adapler) 1 900000
MAYSTREAMER rnlemal 1500 A7 (con atflpierl 3600000
MAYSTREAMER portable 60 AT (con adapler) 2.600000
MAYSTREAMER portable 150 AT (con adapler) 3 400000
MAYSTREAMER 2200 HS 22 GB 12900000
MEMOREX TELEX
Memorex - Via Caldeia. 2W - 20153 Milano
MANNESMANN TALLY
Uamesmarm Tally Va Borsini. 6 20094 Corsói IMI)
7006 - 8086 8710 MHz. RAM 640K. FD 720K m HD 20M. 40 msec 3200000
7040 - 80280 8/12 MHz. RAM 640K, FD 1 44M + HD 40M. 19 msec 4 730.000
7045 ' 80286 6/16 MHz. FtAM IM. FD 1 44M + HD 20M. 40 msec 4SI0000
7066 - 803B6 6120 MHZ. RAM 2M. FD 1 44M + HD 20M. 40 msec 7910000
7070 • 80386 20 MHz RAM 2M. FD 1 44M -r- HD 94M. 23 msec 10519 000
MI 81 9 agii. 80 col. 130 cps N LO 299000
MI 87 9 aghi 80 col . 200 cps 1 069.000
Cahcaloie aulomalico logli singoli 361.000
MI 88 9 aghi. 136 col . 200 cps 1 339 000
Caricalore aulomalico togli singoli 412.000
MT 222 24 aghi. 136 col . 220 cps 1 606,000
Caricaioie aulomalico logli singoli a 1 vasca 368.000
MICROCOLOUR GRAPHICS
Ready Inlormalica srl - va Provinciale. 67
22066 Monllcolio Brama ICO)
MT 222 F 4 colori 1 679.000
MT 290 9 aghi. 132 col. 200 cps 2339.000
M2I00 Videolerminale alfanumeilco 14" a colon comp ANSI 1 450.000
M2320TV Videoterminale alfanumerico 14" a calori comp. ANSI 1 990000
274
MCmicrocompuler n. 94 - marzo 1990
MCmicrocompuler n, 94 - marzo 1990
275
276
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
277
278
MCmicrocomputer n, 94 - marzo 1 990
MCmicrocomputer n. 94 • marzo 1990
279
280
MCmicrocomputer n. 94 • marzo 1990
MCmicrocomputef n. 94 - marzo 1990
281
282
MCmicrocompuler n. 94 - marzo 1990
Le pubblicazioni Technimedia
AUDIOreview
La più qualificata rivista italiana di elettroacustica ed alta fedeltà
MCmicrocomputer
I«a più diffusa e più autorevole rivista italiana di informatica
OROLOGIle misure del tempo
La prima rivista per tutti gli appassionati di orologi
Technimedia
Via Carlo Perrier, 9 • 00157 Roma • Tel. 00/418031)0 (12 linee rie. aut.)
284
MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990
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00157 Roma
□ ho inviato la somma a mozzo vaglia postale intestato a; Technimedia s.r.l. Via C. Perrier n. 9 - 00157 Roma
N B non si efieiiuano spedizioni contrassegno
CAMPAGNA ABBONAMENTI
Cognome e Nome . . ...
Indirizzo
C.A.P . . Città ...
(firma)
□ Nuovo abbonamento a 12 numeri
Decorrenza dal n
Prov.
□ Rinnovo
Abbonamento n.
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□ L 63.000 (Italia) senza dono □ L 66.500 con dono 2 minifloppy Dysan 5" %
□ L. 66.500 con dono 2 minifloppy Dysan 3,5"
□ L 165.000 (Europa e Bscmo Mediterraneo - Via Aerea) - senza dono
□ L 230.000 (USA, Asia - Via Aerea) - senza dono
□ L 285-000 (Oceania - Via Aerea) - senza dono
Scelgo la seguente Forma di pagamento
□ allega assegrta di c/c intestato a Technimedia s.r I
□ ho effettuato i! versamento sul c/c postale n 14414007 intestato a . Technimedia s.r.l. Via C. Perner. 9
00157 Roma
□ ho inviato la somma a mezzo vaglia postale intestato a: Technimedia s.r.l. Via C. Perrier n. 9 - 00157 Roma
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Testo dell'annuncio (max circa 350 caratteri)
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speculativo e gh annunci MicroiraPe mancami dell'importo saranno cestinali senza che sia data alcuna specifica comunicazione
agli aureo Per gh annunci relativi a Micnalrade. MCmiciocompuler si riserva il diritto di respingere, a suo insindacabile giudizio e
senza spiegazioni, gualsiBsi annuncio dietro semplice restituzione della somma minala In parncotare saranno respinie le oflede
di vendila di copie pa/essmenre conlralfalie di software di produzione commerciale
Per motivi pratici, si prega di non /asciare comunieazioni o chiedere informazioni fts/eft»nie/»e o serittel riguardanti gli
annunci inviati.
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